Qui - Lions Palermo dei Vespri
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e si aggiunge che i maestri non dovevano ricevere<br />
doni in moneta dai genitori o stringere rapporti<br />
troppo amichevoli con i ragazzi». 5<br />
In sessant’anni di regno, Ferdinando non si mostrò<br />
certo un abile governante, ma aveva buon senso e<br />
idee moderatamente aperte. Infatti, « un altro paio<br />
di case <strong>dei</strong> Gesuiti furono trasformate in scuole tecniche<br />
in cui i bambini poveri potevano imparare a<br />
tessere e a lavorare il vetro e la ceramica: questa perlomeno,<br />
era l’intenzione…». 6 Inoltre, egli introdurrà<br />
nell’istruzione i nuovi metodi pedagogici ispirati ad<br />
Andrew Bell e Joseph Lancaster. Cominciava a sentirsi<br />
un certo desiderio di rinnovamento, alimentato<br />
dal fatto che l’Isola veniva a contatto più diretto con<br />
le grandi correnti del pensiero europeo. Il privilegio<br />
di stampa, fu assicurato dalla Reale Stamperia, che<br />
dalla sua fondazione, 1779, vantava un’attività «con<br />
un preciso intento: pubblicare, accanto agli atti ufficiali<br />
e di servizio e i libri d’istruzione per le scuole<br />
lancastriane e normali del regno, opere fondamentali<br />
per la cultura italiana.» 7 .<br />
La legge sull’istruzione gratuita, obbligatoria e senza<br />
distinzione di sesso fu promulgata in Francia nel<br />
1793, periodo del Terrore, ma la crescita culturale<br />
<strong>dei</strong> Francesi già era stata avviata dai Philosophes. Francesco<br />
Paolo Di Blasi – profondamente influenzato<br />
dalle idee illuministiche – era fautore dell’istruzione<br />
gratuita e obbligatoria per le donne e i poveri.<br />
Le sue considerazioni in proposito emergono nel<br />
dialogo con don Saverio Zarbo: Voi ricorderete quella<br />
dissertazione del principe Trabia sulla crisi agricola. – apostrofa<br />
il giurista rivolgendosi al prelato – La crisi, diceva<br />
il principe, ha come causa l’ignoranza <strong>dei</strong> contadini […]<br />
E dunque diamo istruzione ai contadini […] Non si può pretendere<br />
da un contadino la razionale fatica di un uomo senza<br />
contemporaneamente dargli il diritto ad essere uomo…». 8<br />
Il Di Blasi era, inoltre, ammiratore di Domenico Caracciolo<br />
che aveva tentato di attuare un programma<br />
di riforme portato avanti, più cautamente, dal suo<br />
successore, Francesco d’Aquino principe di Caramanico.<br />
Durante il loro viceregno, dal 1781 al 1795,<br />
fu abolita l’Inquisizione e furono istituite nel 1788<br />
le Scuole Normali in molti centri dell’isola. Il coordinamento<br />
fu affidato ad Agostino De Cosmi che,<br />
per le sue idee progressiste fu, in un certo momento,<br />
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di Pinella Bongiorno<br />
guardato con sospetto dal Governo. Egli introdusse<br />
lo studio della lingua italiana e diresse le scuole per<br />
le classi popolari. Tra i suoi seguaci si ricordano Giovanni<br />
Gambini ed Emanuele Rossi; quest’ultimo<br />
condusse, dalle colonne de L’Osservatore, la polemica<br />
contro la Costituzione del 1812 che non aveva portato<br />
alcun reale miglioramento in Sicilia.<br />
1 Angelo Filippuzzi, Origini e cause delle attuali sciagure d’Italia,<br />
Campanotto editore, Pasian di Prato(UD) 1966, p. 40.<br />
2 Domenico Scinà, Prospetto della Storia letteraria di Sicilia nel secolo<br />
XVIII in F. Brancato, Il regno di Carlo III di Borbone nella critica<br />
storica, Nuove Prospettive meridionali, a. I, n. 1, <strong>Palermo</strong> 1991,<br />
p. 35.<br />
3 Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medievale e moderna,vol. II,<br />
Laterza editore, Roma-Bari 1976, p. 389.<br />
4 Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa, Rizzoli, Mi-<br />
lano 1990, p. 162.<br />
5 D. Mack Smith, op. cit., vol. II, p. 389.<br />
6 Idem, p. 392.<br />
7 Massimiliano Pecora, I problemi interpretativi dell’istituto del privilegio<br />
di stampa nella parabola della Reale Stamperia di <strong>Palermo</strong>, « Esperienze<br />
letterarie », XXXIV (2009), 2, (pp. 65- 74), p. 70.<br />
8 Leonardo Sciascia, Il consiglio d’Egitto, Einaudi editore, Torino<br />
1980, pp. 126-127.