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Settembre 2010 - Belluno Magazine

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Il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

Anno II n. 4 - Editrice Media <strong>Belluno</strong> srl<br />

Autorizzazione Tribunale di <strong>Belluno</strong> n. 691/2009 del 26/08/09<br />

> Hai voluto la bicicletta? E ora pedala!<br />

> Il prosecco bellunese<br />

> Tra presente e futuro... Kristian Superstar!!!<br />

> Fascinating Japan<br />

> L’iperrealismo umanizzante di Grones<br />

> Che stress!<br />

intervista ad<br />

Alvaro Dal Farra,<br />

l’artista su 2 ruote<br />

a pag 12<br />

Digitale terrestre:<br />

un valido aiuto<br />

al cittadino<br />

a pag 22<br />

il futuro<br />

www.bellunomagazine.it - www.newsbelluno.it<br />

settemBre <strong>2010</strong><br />

dell’agricoltura?<br />

A km 0


<strong>Settembre</strong> <strong>2010</strong><br />

Anno II n. 4 - Editrice Media <strong>Belluno</strong> srl<br />

Autorizzazione Tribunale di <strong>Belluno</strong><br />

n. 691/2009 del 26/08/09<br />

Il periodico gratuito di informazione<br />

ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

Direttore responsabile<br />

Andrea Ferrazzi<br />

Direzione redazione e amministrazione<br />

Via Montegrappa, 346 - 32100 <strong>Belluno</strong><br />

Editore<br />

Media <strong>Belluno</strong> srl<br />

Stampa<br />

Tipografi a Nero su Bianco - Pieve d’Alpago<br />

Concept ed impaginazione<br />

chiaravaccari.it<br />

Contatti<br />

Tel. 347 6773331 - Fax 0437 1830108<br />

info@bellunomagazine.it - www.bellunomagazine.it<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Roberta De Salvador, Stefania Mafalda, Benedetto<br />

Fiori, Franco Manzato, Chiara Reolon, Sandro<br />

Farinazzo, Gianluca D’Incà Levis, Tiellephoto Press,<br />

Luisa Maccari, Nick Simcock, Michele Gorin, Lucia<br />

Olivotto, Gianluca Puglisi, Ettore Saronide, Daniele<br />

Tormen, Giuseppe Fascina, Paolo Vignola, Mirko<br />

Mezzacasa, Alice Prete, Maurizio Colussi, Daniela<br />

Dametto, El Gianluchinho, Mago Yamil<br />

Si ringrazia per le foto: Settimo Rizzotto<br />

Per la tua pubblicità su BM<br />

chiama il 340 7788290<br />

oppure invia una mail a<br />

info@bellunomagazine.it<br />

Per segnalazioni, consigli ed informazioni<br />

scrivi a info@bellunomagazine.it<br />

BM è anche su<br />

Iscriviti al gruppo per condividere le tue opinioni<br />

ed essere sempre aggiornato sulle novità.<br />

Numeri precedenti<br />

Anno I - n. 0 Anno I - n. 1<br />

Anno II - n. 2 Anno II - n. 3<br />

a pg 4<br />

a pg 20 0<br />

a pg p 12<br />

a pg<br />

p 18<br />

a pg 10<br />

a pg 26<br />

In questo numero<br />

EDITORIALE Nuove sfi de 3<br />

TURISMO Hai voluto la bicicletta? E ora pedala! 4<br />

KM ZERO Un futuro migliore a chilometro zero 6<br />

Rocce, boschi, camosci e… pastin 8<br />

Il futuro dell’agricoltura? A km O 10<br />

CUCINA E SALUTE Il prosecco bellunese 11<br />

IL PERSONAGGIO Alvaro Dal Farra: l’artista su 2 ruote 12<br />

MUSICA “La Serva Padrona” tra le Dolomiti 16<br />

ARTE L’iperrealismo umanizzante di Gabriele Grones:<br />

ritratto e concetto dello spirito incarnato 18<br />

SPORT Tra presente e futuro... Kristian Superstar!!! 20<br />

Il downhill bellunese si chiama Martes Team 31<br />

Il gruppo rocciatori ‘Gir‘ di Agordo 38<br />

ENGLISH? YES, PLEASE! Fascinating Japan - part I 24<br />

LAVORO Che stress! 26<br />

ECONOMIA Ristrutturazioni edilizie e risparmio energetico 30<br />

LEGGI E NORMATIVE Multe e notifi che, come comportarsi? 32<br />

CUCINA & SALUTE Il luppolo un ‘ortaggio‘ che ci viene<br />

dai tempi antichi 33<br />

STORIA Anche <strong>Belluno</strong> è stato ducato imperiale… 34<br />

LEGGI E NORMATIVE Vulnerabilità sismica degli impianti<br />

antincendio negli edifi ci 35<br />

La direttiva dei servizi 36<br />

I NOSTRI SOLDI Giocare in borsa? 40<br />

GIORNALISTA PER UN GIORNO Però... Perù! 42<br />

LETTO PER VOI Credetemi, c’ho provato 44<br />

L’OROSCOPO 44<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong>


<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

2<br />

incidenti stradali<br />

responsabilità medica<br />

infortuni sul lavoro<br />

Dal Borgo Claudio - De Bona Michele<br />

tel. 0437/215731<br />

gsbelluno@gestionesinistri.com - www.gestionesinistri.com<br />

Nuove<br />

sfi de<br />

Quella che avete tra le mani è una<br />

copia co del quarto numero di <strong>Belluno</strong><br />

<strong>Magazine</strong>: M nonostante la crisi economica<br />

m che investe anche il nostro territorio<br />

ri e che colpisce duramente gli<br />

investimenti in<br />

pubblicitari, l’avventura<br />

editoriale ed di questo periodico di approfondimento<br />

p<br />

non si ferma.<br />

Ventimila copie distribuite in tutta la provincia, e anche<br />

nella ne zona del Primiero e della Pedemontana Trevigiana.<br />

Per Pe raccontare storie, piccole o grandi che siano. Per parlare<br />

lar di un territorio e della sua gente. Delle sfi de che ci<br />

at attendono. Dei problemi e delle speranze. Dei progetti e<br />

de delle iniziative che rendono vivo il nostro territorio, anche<br />

in<br />

un periodo segnato da gravi diffi coltà. Soprattutto occupazionali.<br />

pa<br />

In questo numero, abbiamo voluto spiegare,<br />

tra tra l’altro, cosa sia il “Km 0”. Una fi losofi a, pri-<br />

mma<br />

ancora che un’iniziativa economica e po-<br />

lit litica. Quanta strada farà il “km 0”? In molti vogliono<br />

sc scommettere che questa sensibilità al consumo responsa-<br />

bil bile e alla valorizzazione delle produzioni locali avrà un<br />

fut futuro.<br />

An Anche all’ombra delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità.<br />

redazione@bellunomagazine.it<br />

> Editoriale<br />

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3


turismo<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

4<br />

Hai voluto la<br />

E ora pedala!<br />

di Roberta De Salvador<br />

bicicletta?<br />

E’ stata inaugurata nel 2003 la pista ciclabile<br />

Calalzo-Cortina, ma quel sogno<br />

di una “Lunga via delle Dolomiti” che da<br />

Dobbiaco porti fi no a Venezia è ancora, se<br />

non utopia, certo una realtà un po’ lontana<br />

e ce n’è da pedalare.<br />

Tuttavia qualcosa si sta muovendo ed esiste un progetto preliminare<br />

creato dalla Provincia di <strong>Belluno</strong> per un importo di 2.300.000 euro che<br />

servirà a creare nuovi collegamenti per evitare ai biker il traffi co e pericolosi<br />

attraversamenti della Statale Alemagna tra Calalzo e Longarone.<br />

Due i punti nei quali si prevede l’intervento sono: tra Sottocastello e la<br />

Cavallera e in località Malcolm a Codissago, ai bordi del fi ume Piave. I<br />

lavori si concluderanno entro la prossima stagione estiva salvo intoppi e<br />

potrebbero dare un ulteriore impulso al turismo. Lo scorso anno sono<br />

stati 25.295 i passaggi a Valle di Cadore, dove all’altezza del nuovo edifi cio<br />

polivalente, è stato o installato<br />

un conta biciclette. e. Un numero<br />

che potrebbe essere re notevolmente<br />

incrementato secondo ndo le stime del Veneto.<br />

Uno studio regionale conferma, infatti, la<br />

valenza del tratto BBolzano l - VVenezia i come iti itinerario i cicloturistico, i l t i ti che h<br />

nel complesso potrebbe muovere all’incirca 2 milioni di euro.<br />

Anche un’altra piccola grande novità è fi nalmente stata introdotta<br />

quest’anno per gli amanti delle due ruote nel Bellunese. Fino al 5<br />

settembre è stato riattivato Bike ‘n bus, servizio di trasporto<br />

pubblico locale che permette di portare con se la<br />

bicicletta. Per la prima volta gli utenti hanno potuto raggiungere<br />

Dobbiaco. Se fi no al <strong>2010</strong> lo stop era Cima banche, oggi,<br />

invece, è possibile arrivare anche alle piste ciclabili “della Drava” (da<br />

Dobbiaco verso Lienz) e “della Valpusteria” (da Dobbiaco verso Brunico)<br />

ampliando così il raggio d’azione anche per chi soggiorna nella valle<br />

del Boite.<br />

Un ultimo aggiornamento sulla situazione delle piste bellunesi per gli<br />

appassionati della bici riguarda la fatidica <strong>Belluno</strong>-Feltre, che la Provincia<br />

sembra interessata ad accelerare, andando ad appaltare i primi lavori<br />

entro l’anno. La “ciclabile cittadina” ha un budget di circa 400.000 euro e<br />

impiegherà, comunque, molte strade vicinali sterrate, dove già si circola<br />

ecologicamente.<br />

Alcuni tratti, però, dovranno necessariamente essere creati, altri sistemati.<br />

L’intervento più consistente sarà tra Salce e San Fermo, dove verrà<br />

recuperato il tracciato della vecchia strada statale. L’unico inghippo,<br />

per ora sono i tempi della variante urbanistica. Superato quest’ostacolo<br />

i ciclisti potranno entro pochi mesi avere a disposizione un itinerario<br />

completo e identifi cato - almeno si spera - per circolare a spasso nella<br />

natura tra i due principali comuni della provincia. •<br />

> turismo


km zero<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

6<br />

Un art futuro migliore<br />

KM0<br />

a chilometro<br />

zero<br />

di Stefania Mafalda<br />

stefania.mafalda@gmail.com<br />

Esiste una soluzione semplice<br />

per ridurre l’inquinamento<br />

atmosferico, cui possiamo noi<br />

tutti, produttori, distributori<br />

e consumatori collaborare?<br />

Pare proprio di si. Il “chilometro zero” è l’operazione<br />

che Coldiretti Veneto propone a mense,<br />

chef e alla grande distribuzione.<br />

Dietro al termine km zero, che deriva dal<br />

protocollo di Kyoto, c’è il tentativo di cambiare<br />

stile di vita ricordando che se pranziamo con<br />

alimenti provenienti da territori lontani contribuiamo<br />

in modo signifi cativo all’emissione<br />

di anidride carbonica, mentre se mangiamo<br />

in modo “energeticamente corretto”<br />

e cioè con prodotti locali, possiamo<br />

arrivare a risparmiare decine di chili<br />

di petrolio aiutando così l’ambiente,<br />

promuovendo il patrimonio enogastronomico<br />

regionale e abbattendo i<br />

prezzi.<br />

Dunque via libera ai mercatini agricoli distribuiti<br />

su quasi tutto il territorio regionale<br />

dove le tipicità vengono vendute liberamente,<br />

distributori automatici di latte in provincia di<br />

<strong>Belluno</strong> sempre più diffusi perché favoriscono<br />

l’acquisto consapevole e la sicurezza del prodotto<br />

rintracciabile, supermercati che preferiscono<br />

prodotti di provenienza locale.<br />

Il menù a km zero è stato inserito anche nelle<br />

linee guida per la ristorazione scolastica dal<br />

Ministero della Salute insegnando così anche ai<br />

più piccoli i gusti del territorio. Un elenco di<br />

Riccardo De Prà<br />

... le patate e fagioli di qualità<br />

impareggiabile, suini nutriti<br />

interamente a zucche, mele,<br />

patate, granoturco e scol, Pom de<br />

la ruden e pom de la rosetta, agnelli<br />

cresciuti allo stato brado, radici<br />

da prà, pesce persico del lago di<br />

Santa Croce, formaggi delle<br />

piccole latterie, puina affumicata,<br />

miele, carne di bovino e pollame ...<br />

ristoratori si sono inoltre impegnati a servire<br />

menù a km zero realizzati con ingredienti genuini<br />

che provengono dalle campagne circostanti.<br />

E a tal proposito BM ha voluto raccogliere il<br />

parere dell’esperto intervistando Riccardo<br />

De Prà, Chef del ristorante “Il<br />

Dolada” di Plois d’Alpago presente<br />

nella rinomata Associazione dei Giovani<br />

Ristoratori d’Europa che ha per<br />

scopo l’amicizia e la collaborazione fra giovani<br />

cuochi-ristoratori professionisti, nonché il ri-<br />

spetto, l’interpretazione e la divulgazione della<br />

tradizione culinaria del proprio paese.<br />

BM: La proposta alimenti a km zero approvata<br />

dalla Regione Veneto ha trovato l’adesione<br />

di alcuni negozianti e ristoranti in Provincia di<br />

<strong>Belluno</strong>. Credo che il Suo ristorante Il Dolada<br />

abbia da sempre preferito ingredienti genuini e<br />

della zona per la preparazione dei Suoi piatti.<br />

Me lo conferma?<br />

RD: La ricerca e la scelta degli ingredienti più<br />

buoni è sempre stata la cosa a cui abbiamo lavorato<br />

di più sin dai tempi di mio nonno Riccardo.<br />

Utilizziamo da sempre ingredienti prodotti<br />

in Alpago promuovendo il prodotto della<br />

regione a benefi cio di tutti. Non è sempre vero<br />

però che “ingredienti della zona” sia necessariamente<br />

sinonimo di qualità; per questo motivo<br />

credo che per “chiudere il cerchio” inviterei<br />

Coldiretti e Regione Veneto ad implementare<br />

il progetto premiando con incentivi concreti<br />

coloro che producono qualità.<br />

BM: Quali sono i prodotti di migliore qualità<br />

che il territorio della provincia di <strong>Belluno</strong> offre?<br />

RD: Nella mia zona dell’Alpago ricordo le patate<br />

e fagioli di qualità impareggiabile, suini nutriti<br />

interamente a zucche, mele, patate, granoturco<br />

e scol (siero del latte), Pom de la ruden e pom<br />

de la rosetta (mele), agnelli cresciuti allo stato<br />

brado, radici da prà (germogli di tarassaco), peesce persico del lago di Santa Croce, formaggi gi<br />

delle piccole latterie, puina affumicata, miele, e,<br />

carne di bovino e pollame. Credo però che il<br />

contadino-allevatore bellunese non abbia mai ai<br />

avuto grandi capacità imprenditoriali ne sia mai ai<br />

stato stimolato a produrre per vendere, perciò ò<br />

spero che questi prodotti riescano a conserrvarsi nel tempo nella loro genuinità. Tengo mollto a cuore la scomparsa delle cose buone!<br />

BM: Crede che sia un’iniziativa importante per r<br />

evitare sempre più fatti di cronaca come quelli li<br />

recenti delle così chiamate “mozzarelle blu”?<br />

RD: Si, credo proprio che sia importante per er<br />

evitare fatti simili, ma per il resto è tardi: dice e<br />

Vittorio (Toio) ex contadino del mio paese: e:<br />

“Inutile serar la stalla quando le vacche l’è già à<br />

scampade”<br />

BM: Ci svela una ricetta tipica a base di prodottti tipici bellunesi?<br />

RD: La piu storica che mi viene in mente è<br />

quella della zuppa “patora” fatta da mia nonna a<br />

Carolina negli anni 30 e aggiornata negli anni ni<br />

80 da mio padre Enzo. Viene prodotta con faagioli tipo “Lamon” prodotti in Alpago da amici ci<br />

a 1000 m di altitudine. •<br />

ABBONAMENTI ANNUALI<br />

Un anno di risparmio!<br />

PERCHE’ SCEGLIERE L’ABBONAMENTO ANNUALE?<br />

> E’ UN RISPARMIO ECONOMICO<br />

> E’ RIMBORSABILE PER IL MANCATO<br />

GIUSTIFICATO UTILIZZO<br />

> RIDUCE IL RISCHIO DI TROVARSI SPROVVISTI<br />

DI REGOLARE TITOLO DI VIAGGIO AI CONTROLLI<br />

> FA EVITARE LE “CODE” AGLI SPORTELLI<br />

Zuppa Zuppa “Patora” “Patora” o Zuppa Zuppa del ringraziamento ringraziamento<br />

Ingredienti per 4 persone: 500gr di fagioli freschi di Staol (località dell’Alpago) simili a quelli di Lamon, 150gr<br />

carote, 100gr sedano, 100gr cipolle, 150gr patate, 1\2 testa d’aglio, 3 rametti di rosmarino, 30gr di concentrato<br />

di pomodoro, olio extravergine d’oliva. Per guarnire: orzo, granoturco, pancetta o guanciale di maiale, crostini<br />

di pane.<br />

Preparazione: Preparazione:<br />

In una casseruola mettere a bollire i fagioli in 3 Lt. d’acqua. Allo stesso tempo, in una casseruola d’alluminio<br />

alta (o rame o argento purché non d’acciaio) mettere sedano carote e cipolle tagliate sottilissime e fare appassire<br />

lentamente con un po’ d’olio fınché non saranno ridotte ai minimi termini. Aggiungere le patate, anch’esse tagliate<br />

in modo sottile e continuare a cuocere fınchè queste non cominceranno ad attaccarsi al fondo della casseruola. In<br />

questo modo le verdure avranno perso gran parte dell’acqua ed acquisteranno un sapore di “arrostito”. Aggiungere<br />

il pomodoro concentrato e cuocere ancora qualche attimo quindi versare sopra i fagioli e l’acqua precedentemente<br />

messi a bollire. Far cuocere il tutto per circa 1 ora e mezza, fıntanto che i fagioli saranno ben cotti. In un tegamino<br />

versare un bicchierino d’olio (60 g.) ed immergervi gli spicchi d’aglio pelati ed il rosmarino sfogliato quindi portare<br />

sul fuoco fıntanto che comincia a friggere, spegnere il fuoco e lasciare un po’ in infusione, in questo modo l’olio<br />

prenderà i profumi d’aglio e rosmarino. Frullare la zuppa ed aggiungere sale, pepe e l’olio profumato secondo le<br />

vostre preferenze. Servire con cereali, pancetta croccante e crostini di pane.<br />

L’ABBONAMENTO ANNUALE<br />

ti agevola rispetto ad un utilizzo<br />

sistematico dell’abbonamento<br />

mensile: oltre ad una<br />

convenienza economica, gli<br />

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BELLUNO - Via Col da Ren, 14<br />

Tel. 0437 217111<br />

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> km zero<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

7


km zero<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

8<br />

Rocce,<br />

di Benedetto Fiori<br />

Presidente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi<br />

boschi,<br />

camosci<br />

Da dieci anni la “Carta Qualità” del<br />

Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi<br />

promuove l’economia locale.<br />

La presenza di un Parco Nazionale è certamente un “valore aggiunto”<br />

per le imprese del settore agricolo, turistico ed artigianale che si trovano<br />

nell’area. Allo stesso tempo molte attività tradizionali, soprattutto<br />

quelle agricole ed artigianali, rappresentano un patrimonio storico e culturale<br />

che contribuisce a rendere unico il territorio di un Parco, basti<br />

pensare ad esempio alle attività di alpeggio in malga.<br />

Partendo da queste semplici considerazioni è nato, dieci anni fa, il progetto<br />

“Carta Qualità” del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.<br />

Si tratta di un sistema volontario che prevede la concessione<br />

della campanula, simbolo del Parco, ai prodotti<br />

agricoli e artigianali, alle strutture turistiche, ai negozi<br />

e ai ristoranti, che si impegnano a rispettare protocolli<br />

tecnici, defi niti dal Parco, che fi ssano precisi standard di<br />

qualità dei prodotti e di rispetto dell’ambiente.<br />

Le prescrizioni da rispettare per entrare nel circuito sono relative al<br />

risparmio di acqua ed energia, al riciclo e riduzione dei rifi uti, ai servizi<br />

minimi garantiti al turista, all’uso di prodotti locali e tipici nelle attività<br />

di ristorazione.<br />

La “Carta Qualità” è uno strumento per promuovere gli operatori<br />

locali: i prodotti e le strutture turistiche segnalate acquistano infatti visibilità<br />

nei confronti di turisti e residenti; in questo modo si concilia la<br />

e… pastin<br />

tutela dell’ambiente con la promozione del territorio e la sua corretta<br />

fruizione turistica: uno degli obiettivi (e delle grandi sfi de) delle aree<br />

protette.<br />

Il logo del Parco può essere richiesto da chi svolge un’attività economica<br />

all’interno dei 15 Comuni del Parco (<strong>Belluno</strong>, Cesiomaggiore,<br />

Feltre, Forno di Zoldo, Gosaldo, La Valle Agordina, Longarone, Pedavena,<br />

Ponte nelle Alpi, Rivamonte Agordino, San Gregorio nelle Alpi, Santa<br />

Giustina, Sedico, Sospirolo, Sovramonte).<br />

Il marchio può essere utilizzato anche da commercianti e ristoratori<br />

che si trovano all’esterno dei 15 Comuni, a patto che vendano prodotti<br />

tradizionali dei nostri territori o che li utilizzino per preparare il “menù<br />

del Parco”.<br />

Il sistema “Carta Qualità” si articola su tre livelli: Campanula d’oro,<br />

Campanula d’argento e Amici del Parco.<br />

La Campanula d’oro rappresenta l’eccellenza ed è destinata ai prodotti<br />

agricoli biologici e ai servizi turistici che hanno ottenuto la certifi cazione<br />

europea Ecolabel.<br />

Casera Camporotondo. Foto di Settimo Rizzotto - www.settimorizzotto.it<br />

La Campanula d’argento è destinata ai prodotti<br />

agroalimentari e artigianali, ai servizi turistici, ai<br />

ristoratori, alle attività di educazione ambientale<br />

che rispettano i disciplinari tecnici elaborati<br />

dall’Ente.<br />

Gli Amici del Parco sono aziende fornitrici<br />

di servizi (come negozi, ristoranti, agenzie di<br />

viaggio), possono trovarsi anche all’esterno dei<br />

15 Comuni del Parco e collaborano con l’Ente<br />

per raggiungere gli obiettivi di conservazione<br />

delle risorse naturali e di sviluppo sostenibile.<br />

Queste aziende sono degli “ambasciatori”<br />

del Parco presso grandi centri urbani in Italia<br />

e all’estero, ma anche nei Comuni limitrofi al<br />

Parco. Le aziende di questa terza fascia sono<br />

identifi cate da una campanula viola.<br />

Entrare nel circuito “Carta Qualità” è semplice:<br />

l’operatore compila il modulo di adesione<br />

(scaricabile dal sito Internet del Parco<br />

all’indirizzo: www.dolomitipark.it), un comitato<br />

tecnico del Parco verifi ca il rispetto dei requisiti<br />

e concede l’uso del logo. A questo punto<br />

l’azienda benefi cia delle attività di promozione<br />

curate dall’Ente Parco a livello locale e nazionale,<br />

che comprendono: la stampa di pieghevoli in<br />

distribuzione gratuita, la partecipazione a Fiere<br />

locali e nazionali, l’inserimento in un’apposita<br />

sezione del sito Internet del Parco (che solo lo<br />

scorso anno è stato visitato da oltre 130.000<br />

persone, che hanno sfogliato più di mezzo milione<br />

di pagine).<br />

Il progetto “Carta Qualità”, ideato nel 2000,<br />

è partito uffi cialmente nel 2001 e, in quasi dieci<br />

anni di applicazione, ha registrato un interesse<br />

ed un successo crescenti: nel 2002 le aziende<br />

aderenti erano una ventina, sono salite a 51 nel<br />

2003 e, nel 2005, erano già raddoppiate arri-<br />

SOLUZIONI ASSICURATIVE SU MISURA PRESSO LE NOSTRE AGENZIE DI:<br />

BELLUNO via V. Veneto, 115 - tel. 0437/930038<br />

BELLUNO via Caffi, 81 - tel. 0437/943822<br />

TRICHIANA (BL) via Roma, 15 - tel. 0437/555122<br />

PONTE NELLE A. (BL) piazzetta Bivio, 2 - tel. 0437/99345<br />

SEDICO (BL) viale Venezia, 47 - tel. 0437/852047<br />

PIEVE DI CADORE (BL) via Cortina, 43 - tel. 0435/30757<br />

PIEVE D’ALPAGO (BL) via dell’Industria, 8 - tel. 0437/980278<br />

FELTRE (BL) via Peschiera, 1 - tel. 0439/2847<br />

AGORDO (BL) via Carrera, 9 - tel. 0437/640003<br />

MONTEBELLUNA (TV) via Ospedale, 55 - tel. 0423/619855<br />

CASTELFRANCO VENETO (TV) via San Pio X, 79 - tel. 0423/492914<br />

CONEGLIANO (TV) via Battisti, 5 - tel. 0438/34102<br />

TREVISO città via Manin, 76 - tel. 0422/545258<br />

Pascolo al rifugio Boz presso malga Nevetta. Foto di Settimo Rizzotto - www.settimorizzotto.it<br />

vando a 109; nel 2007 le adesioni raggiungono<br />

quota 197 e, oggi, le aziende che si fregiano del<br />

logo del Parco sono 250.<br />

Si tratta della più numerosa “comunità”<br />

di imprenditori legati ad un<br />

Parco esistente in Italia.<br />

Un terzo degli aderenti sono produttori<br />

agricoli e un altro terzo operatori turistici;<br />

poco più del 10% sono commercianti, il 12 %<br />

sono ristoratori e la quota rimanente è suddivisa<br />

tra artigiani, associazioni culturali e imprese<br />

che erogano servizi.<br />

Un gruppo di imprenditori che crede nel Parco<br />

e che, assieme al Parco, lavora per far conoscere<br />

ad un pubblico sempre più vasto un patrimonio<br />

unico (come ha riconosciuto anche<br />

l’Unesco) che è fatto non solo di rocce, boschi<br />

e camosci, ma anche di pastin, formaggio di<br />

malga e kodinzon. •<br />

Il nostro passato è la migliore garanzia<br />

per un futuro sereno.<br />

Felici di tutelarvi.<br />

Interno di malga Errera, ai Piani Eterni.<br />

Foto di Settimo Rizzotto - www.settimorizzotto.it<br />

CARITÀ DI VILLORBA (TV) via Galvani, 29/i - tel. 0422/910506<br />

RIESE PIO X (TV) Vallà, via Toti, 26/a - tel. 0423/746184<br />

ONE’ DI FONTE (TV) via Kolbe, 10 - tel. 0423/946164<br />

ODERZO (TV) via Martiri della Libertà, 28 - tel. 0422/710132<br />

SAN POLO DI PIAVE (TV) via Mura, 81 - tel. 0422/856517<br />

MESTRE via Einaudi, 82 - tel. 041/984479<br />

ROVIGO via Oberdan, 17/a - tel. 0425/23185<br />

LUGAGNANO DI SONA (VR) p.zza Martiri della Libertà, 8 - tel. 045/8699186<br />

PADOVA piazza De Gasperi, 22 - tel. 049/651825<br />

PIONCA DI VIGONZA (PD) via Meucci, 1 - tel. 049/646583<br />

TRIESTE via Udine, 32/c - tel. 040/415688<br />

GORIZIA via Codelli n. 4 - tel. 0481/30489<br />

CIVIDALE DEL FRIULI (UD) viale Libertà n. 33/3 - tel. 0432/280115<br />

S. DANIELE DEL FRIULI (UD) via Cavour n. 2 - tel. 0432/955848<br />

> km zero<br />

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9


km zero<br />

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10<br />

il futuro<br />

dell’agricoltura?<br />

di Franco Manzato<br />

Assessore Regionale all’agricoltura<br />

Che cos’è il km 0? E’ l’atteggiamento<br />

culturale, produttivo,<br />

economico e politico di chi<br />

vuole premiare i nostri imprenditori<br />

agricoli, la qualità che<br />

sanno esprimere, il territorio e<br />

la stagionalità a fronte di una<br />

mondializzazione condizionata<br />

soprattutto da gruppi multinazionali,<br />

che hanno a cuore per<br />

prima cosa il loro legittimo profi<br />

tto ma non la varietà.<br />

Le vette di qualità e l’identità alimentare che abbiamo<br />

conquistato spaccandoci la schiena per secoli, che<br />

manteniamo con la fatica, la ricerca e la sperimentazione,<br />

che difendiamo dagli attacchi di chi ci vuole<br />

imporre sapori eguali e omogenei, magari spingendoci<br />

a regimi alimentari che possono rivelarsi malsani.<br />

Per dirla anche con altre parole, la scelta del<br />

km 0 (ripeto politica, produttiva, economica e culturale)<br />

è una scelta libera e liberale, che non<br />

impone nulla ad alcuno ma vuole soprattutto<br />

orientare le coscienze e il mercato e<br />

sostenere il reddito delle nostre aziende,<br />

sulla scia anche dell’apprezzamento che il made in<br />

Veneto e il Made in Italy godono nel mondo, dove addirittura<br />

le imitazioni dei nostri prodotti ad inganno<br />

dei consumatori sono superiori alla produzione.<br />

E, per chiarire ancora meglio, sostenere la scelta del<br />

km 0 signifi ca capire che non si può pretendere di<br />

gustare il più buon vino del mondo, che è Veneto, di<br />

non usare trucioli per barricare, di assaporare formaggi<br />

italiani eccellenti, ma nello stesso tempo consentire<br />

l’uso di sementi industriali ogm sterili (che<br />

cioè non daranno nuove piante l’anno successivo),<br />

far rischiare la chiusura di molti allevamenti da latte,<br />

eliminare la promozione dei prodotti made in Italy su<br />

molti fronti interni e internazionali, farsi un vanto del<br />

consumo di frutta tropicale maturata durante lunghi<br />

viaggi ad alta produzione di anidride carbonica e che<br />

non dà reddito ai nostri agricoltori.<br />

Il claim “km 0” è stato coniato da Coldiretti, ma<br />

corrisponde alle esigenze della politica veneta e della<br />

nostra agricoltura regionale. L’indicazione “km<br />

0” indica una propensione, più che un fatto:<br />

rivolgetevi a prodotti che vengono coltivati più<br />

vicino a voi, ai consumatori, dei quali potete sapere<br />

tutto, a partire dalla serietà di chi li produce, che<br />

ha elaborato secoli di professionalità per esprimere<br />

il meglio e il tipico a livello qualitativo, con attento<br />

rispetto della stagionalità e delle caratteristiche del<br />

territorio. Il quale è un bene così fondamentale che<br />

A km 0<br />

nessuno dei nostri agricoltori sfrutta fi no a spremerlo<br />

e desertifi carlo, ma lo conserva per mantenerlo<br />

per sé e le generazioni future. Per il consumatore<br />

ci sono la sicurezza alimentare, la<br />

qualità, il gusto singolare e magari anche<br />

personale, il sostegno materiale alla propria<br />

economia e al proprio territorio, un<br />

contributo contro l’inquinamento.<br />

A quei benpensanti che considerano con suffi -<br />

cienza la cosa, e dicono che non si può sostenere<br />

il km 0 perché dobbiamo esportare, diciamo subito<br />

che solo una persona poco attenta o condizionata,<br />

senza escludere anche un po’ di malafede, vede una<br />

contraddizione tra le due cose: chi come noi ama la<br />

qualità della vita, la cerca e la concretizza, è in grado<br />

di offrirla anche agli altri, e con i nostri prodotti noi<br />

appunto esportiamo il nostro territorio ma anche<br />

il nostro stile di vita. Saremmo pessimi testimonial<br />

di ciò che produciamo, se per primi non ne fossimo<br />

i consumatori. Del resto, proprio questi critici, pur<br />

con le legittime “trasgressioni” alimentare che tutti<br />

noi ci permettiamo e che costituiscono tra l’altro<br />

un buon metro di confronto, sono loro per primi i<br />

migliori consumatori del made in Italy.<br />

Il claim Coldiretti “km 0” si è trasformato in una proposta<br />

di legge popolare regionale, le cui fi rme sono<br />

state raccolte in un batter d’occhio, sposata dalla<br />

Giunta di allora e approvata quasi subito e a larga<br />

maggioranza dal consiglio regionale del Veneto. Certo,<br />

si è dovuto attendere il gennaio di quest’anno per<br />

apportare le modifi che che la Commissione Europea<br />

ci chiedeva per poterle conferire il visto di conformità.<br />

Ma ormai l’obiettivo è raggiunto. Tra parentesi,<br />

la principale modifi ca di conformità ha riguardato la<br />

sostituzione dell’aggettivo “veneto” proprio con km<br />

0, a signifi care che se pure l’Unione Europea contrasta<br />

specifi cazioni territoriali non conformi ai regolamenti,<br />

non ha nulla da obiettare ad una politica che<br />

sostiene le produzioni di vicinato.<br />

L’auspicio ora è che i contenuti di legge che si<br />

rivolgono anche alla ristorazione collettiva e lo spirito<br />

che li sottende si estendano sempre più, come<br />

sta effettivamente avvenendo, tra l’altro con estrema<br />

soddisfazione economica di chi ha scelto questa<br />

strada sia sul versante produttivo sia della commercializzazione.<br />

Perché la gente spende più volentieri,<br />

quando sa davvero cosa compra e<br />

si rapporta più volentieri con produttori<br />

e commercianti all’interno di una fi liera<br />

della quale conosce direttamente i protagonisti.<br />

E in più il “km 0” crea immagine,<br />

anche per il nostro turismo, moltiplicando<br />

gli effetti positivi di questa “new economy”<br />

molto concreta e molto antica. •<br />

Il prosecco<br />

bellunese<br />

di Roberta De Salvador<br />

Il bellunese è diventato area prosecco Doc,<br />

ma esiste una lunga tradizione di vitigni<br />

autoctoni, tutti da riscoprire.<br />

Con la nuova denominazione d’origine controllata e garantita (Docg)<br />

Valdobbiadene e Conegliano hanno difeso il primato qualitativo per il<br />

nettare frizzante e dorato prodotto con autoclavi in acciaio, mentre la<br />

zona di produzione del prosecco, controllato ma non garantito (Doc)<br />

si estenderà ora a 9 province del Veneto, <strong>Belluno</strong> compresa.<br />

Un nuovo simbolo con altrettante punte segnalerà il prodotto e alcune<br />

importanti cantine, prima fra tutte Bisol, hanno già esposto la loro<br />

intenzione di espandersi verso nord, anche se per trovare il terreno ed<br />

entrare in produzione ci vorranno diversi anni.<br />

Il futuro ci dirà se opere di zonazione e nuovi impianti porteranno<br />

risultati qualitativamente positivi per il prosecco, ma al di là di questa<br />

“viticoltura d’importazione” il bellunese ha già una sua storia in fatto di<br />

vino nella parte bassa della provincia.<br />

Nel feltrino, tra Arsiè e Fonzaso più di 200 anni fa si produceva<br />

un ottimo nettare degli dei, conosciuto per la sua<br />

qualità. Un vino ricco, oltre che nel gusto, grazie ai particolari sentori<br />

di montagna, anche di una forte componente acida, fondamentale per<br />

mantenere il prodotto durante i lunghi periodi di trasporto verso la<br />

corte degli imperatori di Casa Asburgo o, persino nella Corte d’oltre<br />

Manica.<br />

Shell<br />

foto di Settimo Rizzotto - www.settimorizzotto.it<br />

Queste conoscenze sono state in gran parte perdute e oggi si cerca<br />

di riscoprirle. Come ogni anno a Fonzaso si terrà a settembre la festa<br />

dell’uva e proprio da qui è nata l’idea di creare una cantina sociale del<br />

vino bellunese su modello Trentino, anche se le quantità molto modeste<br />

faticano ancora supportarla.<br />

Nel bellunese sono coltivati 23 ettari. Molti vitigni abbandonati dopo<br />

la seconda guerra mondiale, comunque, sono stati rimessi a nuovo grazie<br />

anche al contributo del Centro Sperimentale di Conegliano grazie<br />

al progetto interregionale Italia-Austria. Così diverse aziende stanno<br />

crescendo. Tanto per citarne qualcuna: l’agricola De Bacco o la Turrin si<br />

Fonzaso, ma anche la Vieceli di Mugnai di Feltre stanno lavorando bene e<br />

conquistando piccole nicchie.<br />

Il segreto? Puntare sui vitigni autoctoni tra i quali la bianchetta, per i<br />

bianchi, vinifi cata anche in versione frizzante molto aromatica e la pavana<br />

e la paialonga, per rossi non di lungo invecchiamento, ma molto fruttati.<br />

Resta aperta nel territorio provinciale la possibilità di creare produzioni<br />

con vitigni internazionali che ricade nell’Igt (Indicazione geografi ca tipica)<br />

Dolomiti, condivisa con i vicini a statuto speciale. •<br />

Via Feltre, 79 - BELLUNO - Tel. 0437 944750<br />

> cucina & salute<br />

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11


il personaggio<br />

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12<br />

Alvaro Dal Farra:<br />

l’artista<br />

su 2 ruote<br />

di Chiara Reolon<br />

info@bellunomagazine.it<br />

Classe ’77, bellunese, sempre<br />

pronto a rimettersi in gioco:<br />

Alvaro Dal Farra, il pioniere e<br />

profeta italiano del Freestyle<br />

Motocross. Un anno fa un<br />

grave incidente minacciava il<br />

prosieguo della sua carriera. BM: Come è cominciata la tua<br />

Oggi Alvaro ritorna a far parlare di sé: <strong>Belluno</strong><br />

<strong>Magazine</strong> lo ha trovato in gran forma e pieno<br />

di nuovi progetti. Un talento bellunese che<br />

continua a sorprendere anche quando non è in<br />

sella alla sua moto. Quest’estate è ritornato a<br />

<strong>Belluno</strong> con “Alvaro Dal Farra is back in town”<br />

portando per la prima volta a Castion, sua terra<br />

nativa, tutti i migliori freestyler motocross<br />

italiani. E, come sempre, è stato un successo.<br />

Arrivato al freestyle quasi per caso, Alvaro<br />

è riuscito a realizzare un sogno: trasformare<br />

la sua passione in professione,<br />

grazie a una giusta dose di testa e<br />

impegno. Aspettando i suoi prossimi successi,<br />

lasciamo che si racconti in questa intervista.<br />

BM: Innanzitutto come stai? A settembre sarà<br />

passato un anno dall’incidente. Cosa te ne<br />

pare?<br />

Io sto benissimo, sono in super forma anche se<br />

mangio un po’ troppo ma questa è la vita.<br />

Si, è passato quasi un anno dall’incidente, passa<br />

veloce il tempo eh? Rispetto all’anno scorso<br />

ho cambiato totalmente la mia vita e se devo<br />

essere sincero non me ne sono neanche accorto,<br />

forse perché non mi sono pianto addosso<br />

e non ho guardato indietro, ma ho sempre<br />

pensato di fare e di impegnarmi in altri progetti<br />

che ora sono diventati realtà.<br />

Nel mio fare sport<br />

credo ci sia sempre un<br />

legame ben visibile con l’arte,<br />

una sorta di ricerca<br />

di espressione, viceversa<br />

nella mia arte è<br />

sempre ben visibile la mia<br />

attitudine e passione<br />

per lo sport.<br />

passione?<br />

La passione per la moto da cross<br />

è nata da piccolino, ma non è mai<br />

stata approvata da mio padre.<br />

Ho comprato la prima moto<br />

a quattordici anni, di nascosto<br />

e in società con due amici,<br />

per cinquantamila lire a testa.<br />

Ricordo che, per poter andare<br />

in moto, rubavamo la benzina<br />

dalla Fiat 500 della mamma di un<br />

mio amico utilizzando la gomma<br />

dell’acqua. La mia passione è diventata<br />

anche il mio lavoro nel<br />

2003 quando, dopo essermi laureato,<br />

ho iniziato a saltare in rampa<br />

assieme a Bianconcini, Monti,<br />

Toninello e Zironi, gli stessi con<br />

cui in seguito ho fondato il team<br />

“Da Boot”. All’epoca notammo che<br />

iniziavano a cercarci sempre di più, c’erano<br />

sempre eventi e lievitavano le richieste,<br />

quindi mi sono detto: “ Perché non provare?”.<br />

E, dato che avevo bisogno di un lavoro, mi sono<br />

buttato a capofi tto e a tempo pieno in questa<br />

nuova avventura.<br />

BM: Gli sport che fai necessitano di grandi doti<br />

di concentrazione, di stile, di creatività, insomma<br />

sono impegnativi sul piano sia fi sico sia psicologico.<br />

Cosa ti spinge a fare degli sport così<br />

adrenalinici? Cosa provi mentre sei in volo con<br />

la moto o fai evoluzioni sulla neve?<br />

La mia testa elabora il 99% di quello che faccio<br />

e credo che proprio la testa sia il mio punto<br />

forte. Il fi sico è molto importante ma non basta.<br />

Questi sport li amo perché mi sono sempre<br />

piaciuti: i salti, i tuffi , le acrobazie in aria. Ho<br />

solo messo insieme la passione per la moto e<br />

la voglia di stare in aria con i salti: Facile no?<br />

Stare in aria mi da una dimensione<br />

nuova, mi attrae, mi sento a mio agio<br />

e non ho paura.<br />

BM: Qual è stato il momento più duro e quale<br />

il più bello della tua carriera?<br />

Il momento più bello e quello che ricordo con maggiore soddisfazione<br />

è stata la mia laurea in Pittura l’11 ottobre 2003. Poi il mio primo back<br />

fl ip con la moto alla Coppa del Mondo “Night<br />

of the Jump” a Milano il 6 marzo 2005<br />

e anche il mio primo “Red<br />

Bull XFighters” a<br />

Dublino<br />

nel 2007, in quest’ultima occasione gareggiavo<br />

con i migliori dodici frestyler al<br />

mondo.<br />

Il momento più duro in assoluto è stato<br />

dopo il mio incidente, il recuperare tutto, il cambiare<br />

vita e il continuare a sorridere.<br />

BM: Torni volentieri a <strong>Belluno</strong>? E quali sono i luoghi di <strong>Belluno</strong> a cui<br />

sei più legato?<br />

Torno sempre molto volentieri a <strong>Belluno</strong>; è il posto dove sto meglio e,<br />

anche se ogni tanto sento il bisogno di evadere, per me resta uno dei<br />

luoghi più belli al mondo. La nostra zona è ricca di posti belli,<br />

unici, divertenti ed invidiati da tutti. Tra questi: Castion, che è il<br />

paese in cui sono nato e che considero tutt’ora una delle zone più belle<br />

di <strong>Belluno</strong>; il Nevegal, per le prime sciate e il primo snowboard; Alleghe<br />

per l’evoluzione dello snowboard e della mia carriera; Lentiai che mi ha<br />

ospitato con la mia pista di allenamento per l’fmx e il centro di <strong>Belluno</strong><br />

dove ho abitato per molto tempo con la mia famiglia.<br />

BM: Frequenti ancora i tuoi vecchi amici?<br />

Frequento sempre gli amici di <strong>Belluno</strong>, sono tra le mie amicizie più importanti,<br />

anche se le ho un po’ trascurate nel passato a causa delle<br />

mie continue trasferte.<br />

Assieme ad uno dei miei amici storici, Andrea Codoro, ho anche<br />

creato un nuovo marchio di scarpe CMYK, dedicato ai<br />

giovani e agli sport giovani, legati al life style degli sport<br />

da tavola e action: la nostra vita è diventata praticamente passione.<br />

BM: Nel 2003 ti sei laureato all’Accademia<br />

di Belle Arti di Venezia in pittura,<br />

ritieni che ci sia un legame tra la tua<br />

passione artistica e quella sportiva?<br />

Certamente, sono complementari.<br />

Sono i miei due modi di esprimermi.<br />

Nel mio fare sport credo ci<br />

sia sempre un legame ben visibile<br />

con l’arte, una sorta di ricerca di<br />

espressione, viceversa nella mia<br />

arte è sempre ben visibile la mia attitudine<br />

e passione per lo sport.<br />

BM: Dopo tutti i posti che hai visitato<br />

nel mondo, in quale ti piacerebbe vivere o<br />

passare un domani la tua vecchiaia?<br />

Sicuramente il Giappone: uno stile di vita unico,<br />

rilassante e molto rispettoso. In Giappone si mangia<br />

e si vive bene, è completamente diverso da qui. Una<br />

sorta di favola naturale senza problemi.<br />

BM: Giri il mondo, ti diverti lavorando e riesci a far apprezzare il freestyle<br />

non solo ai giovani... quale traguardo ti manca da raggiungere?<br />

Non lo so quale sia il prossimo traguardo che mi aspetta, ma sicuramente<br />

non mi risparmierò per raggiungerlo. Credo di avere ancora molti<br />

traguardi personali da raggiungere: non vedo l’ora di farli miei.<br />

BM: Se non avessi intrapreso questa carriera sportiva nel freestyle cosa<br />

saresti diventato?<br />

Un comico?! Così mi dicevano i miei professori a scuola prima di mandarmi<br />

dalla preside o mettermi una nota. Sinceramente non saprei. Se<br />

avessi dovuto seguire le regole probabilmente sarei un dottore commercialista<br />

o qualcosa di simile, ma visto che le regole non le ho mai seguite,<br />

sono quello che sono e non rimpiango di non aver fatto<br />

altro, perché la mia vita è fantastica così, grazie alla mia<br />

famiglia, a chi mi vuole bene, “Valla” e chi mi circonda.<br />

L’ intervista continua nel prossimo di numero di BM dove Alvaro ci parlerà<br />

dello SPLASH PARTY summer edition <strong>2010</strong>.•<br />

www.alvarodalfarra.com<br />

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14<br />

LONGARONE FIERE<br />

GUARDA AGLI APPUNTAMENTI<br />

DELL’AUTUNNO<br />

Il bilancio di Longarone Fiere chiude anche quest’anno<br />

con un risultato positivo. Nonostante la perdurante criticità<br />

che caratterizza l’economia non abbia mancato di<br />

coinvolgere anche il settore fi eristico, il polo longaronese,<br />

nel periodo 1 luglio 2009 – 30 giugno <strong>2010</strong>, ha infatti<br />

tenuto egregiamente, tanto che alcune manifestazioni,<br />

come, ad esempio, Costruire, il salone dell’edilizia, svoltosi<br />

a febbraio, hanno incrementato in maniera signifi -<br />

cativa sia il numero degli espositori, che dei visitatori.<br />

La chiave del successo va indubbiamente individuata<br />

nella sempre maggiore specializzazione degli appuntamenti<br />

proposti, circostanza che rappresenta un<br />

richiamo notevole per i settori di riferimento. Oltre alle<br />

manifestazioni strettamente legate a comparti economici<br />

come l’agricoltura e la forestazione, l’arredamento<br />

di montagna, le costruzioni e la gelateria, registrano<br />

infatti un interesse crescente anche le fi ere riferite ad<br />

interessi personali legati all’hobbystica e alle attività del<br />

tempo libero. In questo contesto va evidenziato come<br />

la fi era dedicata alla caccia sia diventata uno dei principali<br />

appuntamenti in Italia, mentre la mostra scambio<br />

di rettili, curata dalla redazione di www.serpenti.it, è<br />

considerata il secondo più importante evento a livello<br />

europeo.<br />

Sapori Italiani 2009<br />

Longarone Fiere ora guarda con attenzione alle manifestazioni<br />

autunnali che prenderanno il via con Sapori<br />

Italiani e Arte in Fiera (2-4 ottobre). Seguirà il tradizionale<br />

appuntamento con Arredamont che avrà<br />

quest’anno una durata di dieci giorni (23 ottobre<br />

– 1 novembre), sarà poi la volta del salone dell’orien-<br />

Longarone Fiere Srl<br />

Via del Parco, 3 - Longarone (BL)<br />

Tel. 0437 577577 - Fax 0437 770340<br />

e-mail: fi era@longaronefi ere.it<br />

Arredamont 2009<br />

tamento scolastico e professionale Orient@ (12-15 novembre),<br />

per fi nire con la 51. MIG – Mostra Internazionale<br />

del Gelato Artigianale (28 novembre – 1 dicembre).<br />

Pur scontando le diffi coltà generali del momento,<br />

l’andamento delle adesioni è anche quest’anno decisamente<br />

buono e Longarone Fiere punta decisamente<br />

ad un autunno come sempre vivace e con grande partecipazione<br />

di pubblico e operatori.<br />

In un momento in cui l’attenzione generale verso il territorio<br />

dolomitico è stata rilanciata dal “sigillo” dell’UNESCO,<br />

Longarone Fiere sta anche valutando la possibilità<br />

di riproporre un evento dedicato alla promozione turistica<br />

dell’area. Ma dopo lo scarso interesse dimostrato<br />

in passato per Expodolomiti, si ritiene indispensabile<br />

che la realizzazione di un progetto del genere debba<br />

essere sostenuto in maniera decisa anche dai soggetti<br />

pubblici e privati direttamente coinvolti.<br />

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musica<br />

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16<br />

“La Serva Padrona”<br />

di Sandro Farinazzo<br />

Dopo il successo ottenuto<br />

lo scorso anno con il<br />

concerto di musica classica<br />

“Musica Sulla Schiara”<br />

tenuto dall’Orchestra “L.<br />

Viel” al Rifugio 7° Alpini,<br />

l’Abvs di Bolzano Bellunese e il CAI di <strong>Belluno</strong><br />

ci hanno riprovato allargando la collaborazione<br />

alle Sezioni ABVS di Sedico, Bribano, Sospirolo<br />

e Peron-Mas e ottenendo il sostegno del Parco<br />

Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e dellla rassegna<br />

“Oltre le Vette”.<br />

Quest’anno si festeggia il 300° anniversario<br />

della nascita di Giovanni Battista Pergolesi (Jesi<br />

1710 - Pozzuoli 1736), e per celebrare questo<br />

evento si è portato tra le Dolomiti quello che<br />

è il suo lavoro più conosciuto “La serva padrona”.<br />

Si tratta dell’intermezzo in due parti<br />

dell’opera “Prigionier Superbo”, su testo del<br />

napoletano Gennarantonio Federico, rappresentato<br />

la prima volta al teatro Bartolomeo di<br />

Napoli il 28 agosto 1733.<br />

La trama racconta i tentativi, coronati da successo,<br />

di una vispa ed astuta servetta, Serpina,<br />

di farsi sposare dal recalcitrante ed anziano padrone.<br />

Interessante per la squisita eleganza e<br />

l’attento studio psicologico dei caratteri, si può<br />

considerare un prototipo della tradizione teatrale<br />

comica napoletana. La componente<br />

del genere buffo mette lo spettatore<br />

di fronte ad un divertimento, con<br />

stupende venature sentimentali, che<br />

unisce all’umorismo (spesso contraffazione<br />

del serio) varie implicazioni<br />

sociali e di costume, prime fra tutte<br />

la vittoria della servetta come categoria<br />

sociale e come donna.<br />

L’ironia, il complimento, la battuta sono collocati<br />

in modo da permettere una gestualità<br />

mimica completa, diretta, senza affettazioni.<br />

Bisogna considerare inoltre che, per un vero artista<br />

della caricatura garbata, come è Pergolesi,<br />

molto umano e sensibile, dietro ogni evidenza<br />

si nasconde un’agitazione patetica, un’umiltà,<br />

una risposta di palpitazioni e preoccupazioni<br />

che danno al frizzo un sussulto emotivo.<br />

Accolta subito al suo apparire, nel 1733, da<br />

un enorme successo, “La Serva Padrona” fece<br />

tra le Dolomiti<br />

il giro dei teatri italiani ed europei.<br />

La consacrazione è rimasta altrettanto valida in<br />

sede critica, dove troviamo consensi unanimi; li<br />

riassume tutti questo commento di Franco Abbiati:<br />

“Ascoltata ancora oggi, “La Serva Padrona”<br />

appare tutta uno scrigno di scoperte burlesche<br />

e spassose, come una preziosa raccolta<br />

di gemme vocali che scintillano di luce propria.<br />

L’invenzione sgorga gioconda ma delicata, evita<br />

le forzature della farsa e si tiene a mezza via tra<br />

quelli che saranno i canti miti e tranquilli della<br />

comicità cimarosiana o mozartiana e più salaci<br />

e ridanciani del Rossini del Barbiere”.<br />

Grande successo di pubblico hanno avuto le<br />

rappresentazioni del 28 e 29 agosto al rifugio<br />

A.Tissi con la splendita scenografi a della parete<br />

nord della Civetta, del 10 settembre al Rifugio<br />

Bianchet, e l’11 e il12 sett. al rif. 7° Alpini<br />

ai piedi della Schiara, montagne Patrimonio<br />

dell’Umanità tutelate dall’Unesco.<br />

Per l’occasione, la regista ha trasformato il<br />

personaggio di Uberto in un tipico “uomo alpino”,<br />

in parole povere in un rude “montanaro”<br />

(ingannato dalla sveglia Serpina), che abita un<br />

maso di alta montagna, profondamente radicato<br />

nella sua terra. Una regia spiritosa con<br />

qualche accento dialettale bellunese, scene e<br />

costumi del tempo dei nostri nonni, usi dai<br />

quali nascono momenti molto spassosi che<br />

ricordano nostalgicamente vecchie storie e antichi<br />

ricordi. Accanto a nomi importanti della<br />

lirica come quello del basso Alessandro Calamai<br />

e della soprano Chiara Vannini, il debutto<br />

alla regia delle bellunesi Elisa Marchese e assistente<br />

alla regia e scenografi a Vania Canova, il<br />

giovanissimo Paolo Fontanella nella parte del<br />

mimo Vespone. Direttore e maestro concertatore<br />

Attilio Cadorin che ha guidato ’Orchestra<br />

“L. Viel”. •<br />

Orchestra da Camera “L. Viel” di<br />

<strong>Belluno</strong><br />

Nata nel 2007 da un gruppo di amici<br />

che dal Natale del 2005 suonano insieme<br />

sempre a scopo benefi co. Quest’orchestra<br />

comprende musicisti dalla provincia di <strong>Belluno</strong><br />

e da tutto il Veneto, prime parti di<br />

importanti Orchestre. Il nome in memoria<br />

di Leonardo “Pippo” Viel, profondo cultore<br />

ed estimatore della montagna.<br />

M° Attilio Cadorin - Direttore<br />

Organista e sassofonista ha studiato fi n<br />

da piccolo musica con il M° Bruno Degli<br />

Innocenti, con la M° Federica Sist, con la<br />

M° Christa Panny (Wiener StadtsOpera),<br />

con il M° Helmut Krammel, con il M° Lino<br />

Rossi, con il M° Eberhard Hoffmann e con<br />

il M° Alessandro Tortato con il quale studia<br />

attualmente direzione orchestrale e concertazione.<br />

È impegnato nell’insegnamento<br />

della musica nell’età prescolare, seguendo il<br />

metodo del Prof. Jeremi Morris, docente al<br />

Conservatorio di Castelfranco Veneto. Apprezzato<br />

insegnante di Storia della Musica,<br />

la applica alla realizzazione scenica di opere<br />

liriche collaborando con importanti teatri<br />

specialmente per le opere teatrali di Mozart<br />

e di Puccini. Ultimi suoi lavori: “Elisir<br />

d’Amore” di Donizzetti, “Matrimonio Segreto”<br />

di Cimarosa, “Bastiano e Bastiana” di<br />

Mozart e “La Serva Padrona” e “Contadina<br />

Astuta” di Pergolesi, quest’ultima realizzata<br />

in occasione del Festival Galuppi di Venezia,<br />

e il Requiem di Mozart a Bregenz e Feldkirch.<br />

Ha frequentato numerosi Masterclasses<br />

di Storia della Musica e di Direzione di<br />

Coro. Collabora con molti circoli lirici tra<br />

i quali il circolo “Kultur Verein Brixen” Dal<br />

2000 critico musicale del Corriere delle<br />

Alpi, e collaboratore presso altre testate<br />

giornalistiche. Ha diretto numerose formazioni<br />

corali e orchestrali, una delle più<br />

importanti quella con l’Arcivescovado di<br />

Salisburgo in occasione della festa dell’Immacolata.<br />

Stefano Barbieri - Flautista<br />

Si diploma in fl auto al Conservatorio “F. Venezze”<br />

di Rovigo nel 1989, e dal al 1989 al 1993<br />

partecipa a corsi di perfezionamento di fl auto<br />

con i Maestri Ubaldo Rosso e Annamaria<br />

Morini (docente al Conservatorio di Bologna).<br />

Studia fl auto jazz con il M° Stefano Benini a<br />

Venezia, e dal 1995 al 2001 suona nella “Itinerari<br />

Jazz Big Band” di Trento sotto la direzione<br />

di Henry Threadgill, Maria Schneider e Carla<br />

Bley. Dal 1997 dirige il Complesso Bandistico<br />

“Città di <strong>Belluno</strong>”. Nel 1997 e nel 2000 viene<br />

selezionato per partecipare al Premio Nazionale<br />

“Massimo Urbani” ad Urbisaglia (MC), per<br />

musicisti jazz, giungendo fra i sei fi nalisti, fra gli strumentisti a fi ato, ed<br />

unico fl autista. In queste occasioni suona in session con Giovanni Tommaso,<br />

Fabrizio Sterra, Stefano Bollani e Paolino Dalla Porta. Nel giugno<br />

del 1997 consegue il diploma di jazz al Conservatorio di Trento sotto la<br />

guida del M° Franco D’Andrea. Nel 1999, a Siena, supera l’audizione per<br />

far parte della “Grande Orchestra Nazionale” (G.O.A.), dell’Associazione<br />

Italiana Musicisti Jazz (A.M.J.). Nello stesso anno incide degli standard<br />

jazz in CD. Nel 2002 partecipa al “Filo d’Arianna Festival” (BL), suonando,<br />

come solista, nello spettacolo di Paolo Puppa, docente all’Università<br />

“Cà Foscari “ di Venezia. Nel 2003 partecipa alla XXIII edizione del “Roccella<br />

Jazz Festival” a Roccella Jonica (RC) suonando, in diretta su Radio<br />

Rai Tre. Con il suo quintetto jazz ha suonato in Veneto e in Trentino in e<br />

nell’ambito della musica classica ha suonato e suona in gruppi di musica<br />

da camera in Veneto, Liguria e Piemonte.<br />

Elisa Marchese<br />

La Bellunese Elisa Marchese è laureata in<br />

DAMS spettacolo a Bologna e si occupa da<br />

diversi anni attivamente di teatro ricoprendo<br />

vari ruoli nell’organizzazione teatrale e collaborando<br />

con importanti realtà.<br />

Nel 2005 e 2006 si occupa della promozione<br />

della rassegna “Fuori Contesto”, e cura il concorso<br />

“Piccoli Palcoscenici” per il Teatro del<br />

Parco di Mestre sotto la direzione artistica di<br />

Osvalda Lamanuzzi; dal 2006 inizia la collaborazione<br />

con il Cortile-Theater im Hof di Bolzano<br />

per il quale si occuperà della gestione comunicativa ed amministrativa e<br />

tramite il quale avrà la direzione artistica della rassegna di teatro ragazzi<br />

“Il Cortile nel Cristallo” presso il teatro Cristallo di Bolzano.<br />

Dal 2007 collabora con Teatrino Clandestino a Bologna, compagnia di<br />

punta del teatro contemporaneo identifi cata tra i caposcuola del ricco<br />

panorama emiliano-romagnolo e riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.<br />

Con Teatrino Clandestino ha la possibilità di seguire i maggiori<br />

festival internazionali di teatro in Italia, in Europa e oltre; partecipa<br />

inoltre alla cura del “Sì” l’atelier teatrale sito nel cuore della città affi dato<br />

in convenzione dal Comune di Bologna a Teatrino Clandestino e che fu<br />

già il quartier generale di Leo de Berardinis; in questi anni il “Sì” ha ospitato<br />

ogni tipo di fermento vitale del cosmo artistico-contemporaneo<br />

Bolognese.<br />

È del <strong>2010</strong> la collaborazione col direttore d’orchestra Attilio Cadorin di<br />

<strong>Belluno</strong> per il quale accetta con entusiasmo di cimentarsi direttamente<br />

alla regia dell’operina comica “La Serva Padrona” in debutto nei rifugi<br />

alpini delle Dolomiti bellunesi.<br />

Chiara Vannini - Soprano<br />

Nata a Prato, ha conseguito brillantemente<br />

il Diploma in canto presso l’Istituto musicale<br />

“Mascagni” di Livorno.<br />

Inizia la carriera solistica partecipando a concerti<br />

di musica lirica e da camera, e debuttando<br />

a Orvieto al Teatro Mancinelli con il ruolo di<br />

“Suor Osmina” da Suor Angelica di G. Puccini,<br />

diretta dal M° Roveri e la regia De Tomasi.<br />

Si è esibita nei ruoli di soprano solista nel<br />

“Gloria” di Vivaldi sotto la direzione del M° L.<br />

Fratini e nel ruolo di “una Vestale” da Thamos<br />

König in Äegypten (musiche di scena K.345)<br />

di W. A. Mozart al Teatro Politeama di Prato, sotto la direzione del M°<br />

P. Bellugi.<br />

Nel teatro d’opera ha interpretato diversi ruoli: Berta da “Il Barbiere di<br />

Siviglia” di G. Rossini; Serpina da “La serva padrona” di G. B. Pergolesi.<br />

E’ soprano solista nella “Petite Messe Solennelle” di G.Rossini sotto la<br />

Direzione del M° E.Clari rappresentata presso la Chiesa di Orsanmichele<br />

di Firenze.<br />

Il soprano Chiara Vannini, svolge intensa attività concertistica di musica<br />

operistica e da camera, con un repertorio che spazia dalla musica Barocca<br />

a quella Contemporanea.<br />

Irene De Ruvo<br />

Irene De Ruvo è diplomata in organo e composizione<br />

organistica, clavicembalo e pianoforte.<br />

Ha conseguito la laurea specialistica in<br />

organo con il massimo dei voti.<br />

Ha partecipato a numerosi corsi di prassi<br />

d’esecuzione organistica. Ha frequentato i corsi<br />

di specializzazione nel repertorio barocco<br />

presso la Scuola Civica di Musica di Milano con<br />

i maestri L. Ghielmi, D. Fratelli, E. Bellotti ed<br />

A. Frigè. In seguito si è specializzata a Basilea<br />

(Svizzera) nel repertorio barocco con il maestro<br />

J. C. Zehnder.<br />

Premiata in concorsi internazionali, ha collaborato con l’orchestra dei<br />

Pomeriggi Musicali di Milano. Ha partecipato, in qualità di relatrice, a diversi<br />

convegni su argomenti di carattere musicologico. Studia direzione<br />

d’orchestra con il maestro Pierangelo Gelmini.<br />

Nel 2007, ha fondato l’ensemble Antiqua Modicia col quale affronta il repertorio<br />

della musica antica nel rispetto della prassi esecutiva e dell’interpretazione.<br />

E’ ideatrice e direttore artistico del festival internazionale<br />

di musica antica Monza & Brianza.<br />

Alessandro CALAMAI Basso/Baritono<br />

Si è diplomato presso il Conservatorio “L.<br />

Cherubini” di Firenze, sotto la guida della sig.ra<br />

A. Desderi; dopo aver seguito i corsi di perfezionamento<br />

sulla vocalità mozartiana tenuti da<br />

E. Schwarzkopf e A. Dermota, ha continuato il<br />

perfezionamento con M.Tonelli e R.Capecchi.<br />

E’ risultato vincitore di alcuni importanti concorsi<br />

fra cui: AsLiCo - Milano, Zucchelli - Bologna,<br />

Battistini - Rieti.<br />

Si è esibito in alcuni fra i più importanti Teatri<br />

italiani ed esteri: Firenze, Milano,Torino,<br />

Verona, Bergamo, Bologna, Roma, Bari, Venezia,<br />

Palermo, Catania, Parma, Napoli, Ferrara, Modena, Tokyo, Santander, Valencia,<br />

Salzburg, Amburgo,<br />

Frankfurt, Linz, Bordeaux, Lugano, Pechino,<br />

Shanghai, RAI, TVE, NHK,etc..<br />

Ha collaborato con celebri Direttori d’orchestra e registi illustri dal<br />

calibro di Comencini, Zeffi relli e Placido.<br />

La sua vocalità lo ha fatto particolarmente emergere nel repertorio del<br />

“Buffo”, interpretando comunque svariati ruoli. Ha al suo attivo numerose<br />

incisioni discografi che, tra cui: Il fi losofo di campagna, I virtuosi<br />

ambulanti, Il Conte Policronio, La romanziera e l’uomo nero, Il divertimento<br />

dei numi e Traccollo per l’etichetta Bongiovanni. Il basso-baritono<br />

Calamai, svolge intensa attività concertistica di musica operistica e<br />

da camera, con un repertorio che spazia dalla musica Barocca a quella<br />

Contemporanea.<br />

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17


arte<br />

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18<br />

L’iperrealismo umanizzante<br />

di Gabriele<br />

ritratto e concetto dello spirito incarnato<br />

di Gianluca D’Incà Levis<br />

www.gabls.it<br />

La formazione di Grones è<br />

quella classica delle scuole<br />

d’arte; nel suo background,<br />

la pittura europea del XIX<br />

secolo quindi, oltre a molta<br />

pittura americana di fi ne<br />

´800 […].<br />

Dopo un lungo esercizio sui soggetti<br />

tradizionali, l’artista intraprende il proprio<br />

personale cammino. Il ritratto a<br />

fi gura intera, di genere, comincia a parergli<br />

inadeguato, statico, chiuso in sé<br />

stesso. La pittura passata, amatissima,<br />

è ferma nella storia, mentre Grones è<br />

spinto a cercare un modello originale,<br />

rinnovativo, contemporaneo.<br />

Lavorando sul ritratto frontale […],<br />

opera per farne un’icona; per dipingere<br />

un’immagine centrata, formalmente<br />

compiuta, autonoma.<br />

L’uomo è rappresentato, sintetizzato,<br />

nel proprio volto, che ne costituisce<br />

una sorta di biografi a carnale.<br />

L’artista procede dunque nelle operazioni<br />

di scavo, per portare alla superfi<br />

cie (pittorica) le sedimentazioni,<br />

le tracce di quegli accadimenti privati,<br />

di quelle realtà emotive, incarnatisi sul<br />

volto.<br />

Al ritratto può essere affi dato<br />

un compito radicale, e spaventoso:<br />

esso è in grado di rappresentare<br />

la stessa essenza<br />

vitale della persona.<br />

Ma perché ciò sia possibile, tale ritratto<br />

dev’essere rigoroso. Un’attenzione<br />

al tempo stesso umanistica e chirurgica,<br />

consente a Grones di precisare<br />

il modello. Il formato delle tele, gene-<br />

Grones<br />

ralmente contenuto, coerentemente<br />

con questa microscopia analitica<br />

del segno emotivo; l’abolizione degli<br />

sfondi, distrattivi; l’estrema perizia,<br />

nell’esecuzione, alla trama, al tessuto,<br />

alle microvariazioni, alle strutture tonali,<br />

al colore, all’illuminazione: sono<br />

questi gli strumenti d’indagine con cui<br />

egli penetra nelle mappe emotive che<br />

affi orano sui volti degli uomini.<br />

E’ una sorta di speleologia pittorica,<br />

lenta e meticolosa, che si pratica con<br />

la calma e la paziente concentrazione<br />

dell’entomologo, dell’anatomo-patologo.<br />

Il ripescaggio dei sedimenti, intesi<br />

quali tracce di vita, si compie silenzio-<br />

I ritratti di Grones sono<br />

lontanissimi dall’essere<br />

copie di volti.<br />

Sembrano piuttosto<br />

referti contemporanei.<br />

L’approccio è esistenzialista,<br />

spirituale, e concettuale.<br />

samente. Attraverso circospezioni micrometriche<br />

ed un controllo assoluto<br />

del segno.<br />

Questo metodo di lavoro intende<br />

dunque, sempre attraverso una riaffermazione<br />

della pittura, trascrivere<br />

umanamente la verità dei fatti emotivi<br />

Gabriele Grones<br />

Nato ad Arabba nel 1983.<br />

Laureato in Pittura presso l´Accademia di Belle<br />

Arti di Venezia.<br />

Vive e lavora tra Arabba e Venezia<br />

Mezzo espressivo: pittura.<br />

Self-portrait,<br />

olio su tela, 393 ritratti 224x336 cm, 2009<br />

Galleria Biagiotti Progetto Arte Firenze<br />

di cui è costituita una vita. E’ un atteggiamento,<br />

evidentemente, distante dal<br />

puro visivo di matrice iperrealista, nel<br />

quale tutto è già lì, presente sull’immagine,<br />

ed il dettaglio è copia, e l’opera<br />

fi nita non è che un frame impressionista.<br />

I ritratti di Grones sono lontanissimi<br />

dall’essere copie di volti. Sembrano<br />

piuttosto referti contemporanei.<br />

L’approccio è esistenzialista, spirituale,<br />

e concettuale (che la base della rifl essione,<br />

e della pittura di Grones, sia anche<br />

concettuale, appare evidente nel<br />

grande Self-portrait del 2009-<strong>2010</strong>).<br />

Le espressioni sui volti non sono tranquille.<br />

I soggetti non sorridono compiacenti<br />

al pittore mentre questo li<br />

ritrae. Così frontali, paiono stesi su un<br />

tavolo autoptico, dove egli, dolcemente,<br />

defi nitivamente, li apre. Ci ricordano<br />

il Cristo morto di Mantegna, più che<br />

non Richard Estes. Per essere raccolti,<br />

traslati in quadro, senza disturbare<br />

quest’operazione, devono giacere<br />

fermi, supini, comemorti. Ecco perché<br />

sono immobili. L’artista li ha congelati.<br />

Ed è in questa sospensione, una volta<br />

messili in ambra, che Grones può<br />

compierne l’acquisizione, estraendo i<br />

fi lamenti di umanità. Cercando in quei<br />

visi, un po’ vergognoso per un’indagine<br />

tanto insistita, il fondo della loro verità<br />

di uomini, la loro anima. •<br />

www.gabrielegrones.com<br />

In alto.<br />

Gianluca, olio su tela 23x27,5 cm, <strong>2010</strong><br />

A destra. Carlo Montanaro,<br />

olio su tela 30x45 cm, 2008<br />

In due occasioni, tra il<br />

2008 ed il 2009, i ritratti<br />

di Grones sono andati<br />

in mostra presso la prestigiosa<br />

National Portrait<br />

Gallery di Londra.<br />

Tra il 2008 ed il <strong>2010</strong>,<br />

l’artista ha partecipato a<br />

diverse collettive di Gabls,<br />

tra cui Gabls First, a<br />

Palazzo Crepadona (<strong>Belluno</strong>),<br />

e 46 I 09, presso la<br />

Galleria fi orentina Biagiotti<br />

Progetto Arte.<br />

Matteo, olio su tela 30,5x41,5 cm, 2009<br />

A sinistra. Mario Botta davanti ad un’olio di Grones<br />

Sotto. Pollo, olio su tela 46X32 cm, <strong>2010</strong><br />

Gabls sarà presente quest’anno con un proprio<br />

stand ad ArtVerona, la fi era d’arte moderna<br />

e contemporanea a Verona, dal 14 al<br />

18 ottobre <strong>2010</strong>.<br />

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sport<br />

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20<br />

Tra presente e futuro...<br />

Kristian<br />

Superstar!!!<br />

di Tiellephoto Press e Luisa Maccari<br />

www.tiellephoto.it<br />

Classe 1969, sciatore indimenticabile e<br />

ora pilota automobilistico, per la storia<br />

dello sport Kristian Ghedina era una esistenza<br />

scritta fi n dalla tenera età!<br />

Che lui avesse la velocità nel sangue lo si era capito già allora: coraggio<br />

da vendere e la predisposizione al rischio. Estroso e pazzo per la velocità.<br />

Quando i suoi anni si contavano ancora sulle dita di una mano, il piccolo<br />

Kristian si dilettava già in svariati sport che gli provocavano forti<br />

emozioni, un giorno col bob, l’altro con gli sci, poi con l’hockey e in<br />

estate c’erano invece le biciclette e le arrampicate sugli alberi dei boschi<br />

intorno a casa.<br />

Già allora lui cercava velocità, rischio, pericolo… insomma tutto ciò che<br />

gli dava adrenalina.<br />

La sua prima maestra di sci fu la mamma Adriana, sciatrice<br />

coraggiosa e di ottimo livello scomparsa tragicamente in seguito a un<br />

incidente sugli sci quando Kristian aveva soltanto 15 anni e fu proprio<br />

lei a trasmettergli la passione per la disciplina più veloce e pericolosa, la<br />

discesa libera.<br />

Medaglia d’argento in combinata ai Campionati del Mondo a Saalbach<br />

nel 1991.<br />

Medaglia d’argento in discesa ai Campionati del Mondo in Sierra Nevada<br />

nel 1996.<br />

Medaglia di bronzo in discesa ai Campionati del Mondo di Sestriere nel<br />

1997.<br />

Con 13 vittorie e 33 podi totali ottenuti in Coppa del<br />

mondo tra libera e super gigante, Kristian Ghedina ad<br />

oggi è il discesista italiano più forte di tutti i tempi.<br />

Nel 2006 il ritiro dallo sci per dedicarsi all’automobilismo: dopo il<br />

debutto in F 3000 passa al Superturismo con BMW per rimanere poi in<br />

pianta stabile nel Campionato Italiano Superstars, in cui gareggia tuttora<br />

con la BMW.<br />

Ma non è tutto! Chi lo conosce sa che Ghedo è un<br />

uomo dai mille interessi e che la sua voglia di adrenalina<br />

lo porta a buttarsi nelle più svariate discipline:<br />

mountain bike, golf, supermotard, calcio<br />

con la nazionale piloti, gare in motoslitta,<br />

partite a tennis, bungee jumping, sky cross e<br />

go-kart.<br />

Alcuni espisodi da ricordare: in supermotard,<br />

nel Campionato italiano monomarca<br />

vince sia a Imperia che a Monza; al suo debutto<br />

in una gara del Campionato italiano<br />

di motoslitta regala forti emozioni ai suoi<br />

tifosi e in una gara ad invito in Austria, a<br />

Saalbach Hinterglemm, arriva addirittura<br />

alla vittoria con la squadra dei fortissimi<br />

fratelli Ploner… stessa cosa al debutto in<br />

gara a squadre in go-kart per Avis Italia. In<br />

Francia, a Les Arcs, si cimenta nel Km lanciato<br />

toccando i 218 km/h e poi la Millemiglia,<br />

una gara straordinaria, quella che<br />

Enzo Ferrari defi niva “la corsa più bella<br />

del mondo” e l’elenco potrebbe<br />

continuare. ..<br />

lo sport, quello vero,<br />

contribuisce alla formazione<br />

della persona e al miglioramento<br />

dei rapporti interpersonali: lo sport<br />

insegna a misurarsi con i propri<br />

limiti, con la fatica<br />

e il sacrificio...<br />

Kristian, tu che sei un campione poliedrico, quale sport ti ha dato più<br />

adrenalina?<br />

Lo sport che mi ha dato più adrenalina di tutti quelli che ho avuto il<br />

piacere di provare sono sicuramante le discese col bob nei budelli ghiacciati<br />

e i salti da elicottero o aereo con paracadute.<br />

Quale preparazione psicofi sica deve avere un atleta nelle varie discipline<br />

che hai praticato?<br />

Ritengo che la cosa più importante sia sempre una buona e mirata preparazione<br />

atletica perché più bene stai fi sicamente meglio conosci il tuo<br />

corpo e, di conseguenza, la tua mente ti da più sicurezza in tutto ciò<br />

che fai.<br />

La volta che sei andato più forte?<br />

Non esistono volte che sono andato più forte o più piano perché in<br />

ogni mia competizione do sempre il massimo che posso chiedere al mio<br />

fi sico. Se invece questa domanda è intesa come velocità allora posso dire<br />

di aver raggiunto i 218 Km/h con gli sci da chilometro lanciato, mentre<br />

in discesa la mia velocità più alta mai raggiunta in una gara di coppa del<br />

mondo sono stati i 156 Km/h nella libera di Wengen.<br />

Per quanto riguarda invece le gare in auto ho quasi raggiunto i 300 Km/h<br />

con la F3000 nel 2006, mia stagione di esordio nelle gare automobilistiche.<br />

Hai mai provato paura?<br />

La paura fa parte dell’essere umano, ma nel tempo puoi imparare<br />

a gestirla. Credo che molto dipenda dal carattere, lo so di essere<br />

considerato “matto” per la mia indole e per come ho sempre<br />

vissuto lo sport. Il rischio fa parte del mio modo di essere e<br />

mi butto a capofi tto in tutto quello che faccio senza pensarci<br />

due volte. Bisogna comunque sempre stare molto attenti e<br />

cercare di non provare mai a superare i propri limiti.<br />

Due volte ho avuto veramente paura nella mia vita.<br />

La prima nel 1991 sull’autostrada Milano/Torino dopo il terribile<br />

incidente in auto perché nonostante le conseguenze fossero<br />

state molto traumatiche e i dottori dissero che molto<br />

probabilmente non sarei più potuto tornare a gareggiare ad<br />

alti livelli, io non ho mai preso in considerazione più di tanto<br />

le loro affermazioni perché ero convinto di rientrare molto<br />

presto e alla grande. Dopo cinque mesi dall’incidente, quando<br />

iniziavo a sentirmi meglio fi sicamente, provai ad andare in bicicletta<br />

per iniziare il mio recupero fi sico e proprio in quel momento ebbi<br />

una grande paura perché sembravo un bambino di tre anni che provava<br />

a muovere i suoi primi passi in bici, non riuscivo proprio a stare<br />

in equilibrio. In quel momento mi sentii veramente cadere il<br />

mondo addosso e iniziai a rendermi conto che i dot-<br />

tori avevano ragione del fatto che con un simile<br />

trauma alla testa si sarebbero perse temporaneamente<br />

tutte le doti di equilibrio e il senso della<br />

profondità.<br />

L’altro episodio che mi spaventò moltissimo fu<br />

proprio dopo una mia bravata con gli sci in allenamento<br />

in Argentina quando provai a fare il<br />

salto mortale in avanti sotto gli occhi dei miei<br />

compagni di squadra su una rampa da freestyle.<br />

Purtroppo l’atterraggio non fu dei migliori: sbagliai<br />

il tempismo, feci mezzo giro in più e atterrai<br />

con la testa col risultato della rottura tre vertebre<br />

dorsali e una parziale frattura dello sterno.<br />

Il forte colpo subito e l’impossibilità di riuscire<br />

respirare in quel terribile attimo della caduta mi<br />

fecero pensare al peggio temendo di dover passare<br />

il resto della mia vita su una sedia a rotelle per<br />

una probabile lesione del midollo osseo.<br />

L’emozione più grande?<br />

L’emozione più grande l’ho avuta senza dubbio<br />

quando ho vinto la mia prima gara di discesa<br />

libera in coppa del mondo all’età di 20 anni<br />

proprio qui a Cortina davanti alla mia gente, in<br />

una gara dirottata in questa località per scarso<br />

innevamento.<br />

Emozione indimenticabile. Oltre a questa posso<br />

aggiungere in secondo luogo la fantastica e indimenticabile<br />

vittoria sulla “Streif” di Kitzbuhel, la<br />

pista più diffi cile e temuta da tutti gli sciatori del<br />

mondo su cui ad oggi ho il piacere e la fortuna di<br />

essere ancora l’unico italiano ad aver vinto.<br />

La prima dote di un campione?<br />

Ci sono persone che hanno una predisposizione<br />

fi sica e mentale a praticare uno sport piuttosto<br />

che un altro, ma sono comunque fermamente<br />

convinto che le doti te le costruisci tu da solo fi n<br />

dalla tenera età. Quello che si impara da bambini<br />

non lo si dimentica più! Se da ragazzino inizi a<br />

sciare, giocare col pallone o a tennis, correre sulle<br />

mini moto, sui go-kart, più avanti ti troverai avvantaggiato<br />

rispetto a un qualsiasi altro bambino<br />

che inizia molto più tardi. Ci vogliono costanza e<br />

molta dedizione.<br />

E nel 2006 il grande salto. Il fi sico ancora perfetto<br />

ma minacciato dagli acciacchi causati dagli infortuni<br />

e dalle sue note marachelle, e una proposta<br />

interessante portano Kristian a passare dalla neve<br />

all’asfalto, dalle discese ghiacciate ai circuiti automobilistici.<br />

Al debutto con le auto e proprio in F3000, l’anticamera<br />

della F1 alla quale approdi dopo molti<br />

anni di gavetta con i kart e le formule minori, tanti<br />

suoi amici piloti hanno avuto l’istinto di mettersi<br />

le mani nei capelli, tra questi Zanardi, Patrese e<br />

Alesì che all’epoca dichiararono: «Solo un matto<br />

come lui poteva decidere di andare in gara con<br />

una F3000 avendo alle spalle solo due test». Ma<br />

Ghedo è fatto così. Curioso, avventuroso, tenace<br />

e orgoglioso.<br />

Oggi, a distanza di 4 anni Kristian può defi nirsi<br />

un vero pilota che vanta la partecipazione a:<br />

ha corso con Stefano De Gan<br />

e la sua Honda Civic 1600<br />

alla 36ª Alpe del Nevegal<br />

e alla 28ª Pedavena-Croce d’Aune<br />

foto Tielle Photo Press<br />

Campionato Formula 3000 International<br />

Series<br />

Campionato Italiano Superturismo<br />

International Superstars Series<br />

che lo vede tutt’oggi impegnato<br />

con una BMW del team “Movisport”<br />

con il quale al Mugello è<br />

riuscito ad ottenere la sua prima<br />

vittoria dopo una serie di risultati<br />

a podio.<br />

Quest’anno sarà una sfi da che lo<br />

porterà ancora a lottare per le<br />

posizioni di vertice della classifi<br />

ca, nonostante la concorrenza<br />

sia particolarmente agguerrita.<br />

L’ultima novità è che<br />

Kristian si sta apprestando proprio<br />

in questi giorni a prendere<br />

parte alla prima gara di Campionato<br />

ChampionKart <strong>2010</strong>.<br />

Cosa hai da dire a proposito del<br />

Campionato Superstars che ti<br />

vede attualmente impegnato?<br />

Considero la Superstars Series<br />

un campionato interessante e<br />

spettacolare, forte di una importante<br />

promozione televisiva,<br />

da quest’anno anche in diretta<br />

su LA7.<br />

La mia esperienza dello scorso<br />

anno è stata positiva, sono riuscito<br />

ad ottenere cinque piazzamenti<br />

sul podio ma il mio obiettivo<br />

è quello di crescere ancora.<br />

Che messaggio vuoi lasciare ai<br />

giovani atleti che si preparano<br />

allo sport da professionisti?<br />

La mia esperienza di atleta mi<br />

ha insegnato che lo sport, quello<br />

vero, contribuisce alla formazione<br />

della persona e al miglioramento<br />

dei rapporti interpersonali:<br />

lo sport insegna a misurarsi<br />

con i propri limiti, con la fatica e<br />

il sacrifi cio.<br />

Io penso che ai ragazzi non vada<br />

mai imposto uno sport ma che<br />

questo debba essere piuttosto<br />

una scelta personale che viene<br />

da dentro perché ci vogliono<br />

passione e molta costanza.<br />

E’ importante far capire ai giovani<br />

che si vince con le proprie<br />

forze e non con uso di sostanze.<br />

Vorrei insomma trasmettere a<br />

tutti la mia felicità nell’aver avuto<br />

tanti successi giocando esclusivamente<br />

sulle mie forze.. con<br />

tanto sacrifi cio e, lo ammetto,<br />

anche un pizzico di sana pazzia.•<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong> > sport<br />

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english?yes, please!<br />

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24<br />

Fascinating<br />

Japan part<br />

di Nick Simcock<br />

nick@nicksimcock.com<br />

This year my wife and I went to Japan with<br />

a group of seven friends. Our two week tour<br />

included Tokyo, Hiroshima and its bay, Kyoto,<br />

the area around Mount Fuji and various<br />

temples.<br />

Although we prepared well for the experience by reading guide<br />

books we were still surprised and amazed by the people and<br />

places of this fascinating country.<br />

The Japanese look different<br />

If you are used to living in the west, just walking<br />

among the people of Japan is fascinating. It’s not<br />

just their eye shape and skin colour that make<br />

them look different, but also their physical build.<br />

Human curiosity however is universal and I<br />

was very surprised when a Japanese girl asked if<br />

she could take a photograph of me. She said with<br />

a smile in broken English, “you have such small<br />

head, Japanese men have very big head!”<br />

The clothes<br />

The traditional Kimono http://en.wikipedia.org/<br />

wiki/Kimono must be the most famous Japanese<br />

garment. For me the beauty is in the overall shape<br />

and the small details. The sight of a Japanese man<br />

or lady dressed in this way on a modern city street<br />

or on a train is quite unique.<br />

To the other extreme are the teenage girls who<br />

model their style somewhere between Paris Hilton,<br />

Madonna (from the 80’s) and Gwen Stefani. A<br />

trip to the Shibuya109 shopping centre in Tokyo<br />

where teenagers buy their clothes is a truly colourful<br />

experience!<br />

http://en.wikipedia.org/wiki/Shibuya,_Tokyo<br />

The Japanese are very polite, respectful,<br />

effi cient and punctual<br />

We saw amazing examples of all these Japanese<br />

characteristics at Shinagawa Station in Tokyo<br />

when we caught the Shinkansen or Bullet train.<br />

All passengers must wait in orderly queues on<br />

the platform within colourful lines painted onto<br />

the fl oor. Also shown at the edge of the platform<br />

is the number of the train carriage, and yes it<br />

stops at precisely that point! As our train arrived,<br />

smartly uniformed cleaners appeared along the<br />

edge of the platform. When the train doors ope-<br />

1<br />

Nick Simcock è nato a Stoke<br />

on Trent in Inghilterra nel<br />

1971. Vive e lavora a <strong>Belluno</strong><br />

dal 2002. I suoi programmi<br />

radiofonici “The English<br />

lesson” e “Good afternoon”<br />

si possono ascoltare sulle<br />

frequenze di Radio <strong>Belluno</strong><br />

www.radiobelluno.it<br />

Il suo sito personale è www.nicksimcock.com<br />

ned we continued to wait as the<br />

cleaners entered the carriages with<br />

a military precision. After about two<br />

minutes they all exited the train at<br />

exactly the same time and stood to<br />

attention by the door. Then each<br />

cleaner gave a bow to the fi rst passenger<br />

boarding the train and thanked<br />

him for giving him a job to do!<br />

This bowing and level of respect is<br />

very common and accompanies all<br />

Japanese social interactions. The<br />

trains illustrate another<br />

important aspect of Japanese<br />

life, punctuality. When<br />

the train is scheduled to leave at<br />

13.03 it leaves at 13.03! Whatever<br />

you do don’t be late for anything in<br />

Japan, it is a sign of gross disrespect.<br />

Talking of respect, if you are noisy<br />

by nature (or simply Italian!) then<br />

you must remind yourself to lower<br />

your volume! The Japanese are generally<br />

very quite. They also work<br />

very long hours and the train and<br />

the metro seem to offer a welcome<br />

opportunity to sleep.<br />

The Japanese language<br />

Apart from a few essential words<br />

like “arigato” (meaning thank you)<br />

the Japanese language is very different<br />

from ours. It’s not just the<br />

words and pronunciation, but also<br />

the structure, tonality and overall<br />

musicality that is very different. I<br />

had presumed (like a classic Brit’)<br />

that English would be the way to<br />

communicate, and while this was<br />

true in big hotels and some large shops,<br />

there were other moments when even<br />

hand gestures were useless! Fortunately<br />

we had a Japanese speaker in our group<br />

and without her it would have been quite<br />

a challenge at times. Just to learn the<br />

numeric system would take a huge effort<br />

as the words for their numbers change<br />

depending on what you are talking about.<br />

Another element in the communication<br />

problem comes from their culture. The<br />

Japanese will never use the word “no”<br />

when they reply to a question, because<br />

it would sound disrespectful. At times in<br />

restaurants or shops it is impossible to<br />

understand whether the answer to your<br />

question is yes or no. Even after speaking<br />

to our Japanese friend about this cultural<br />

difference I still fail to understand how<br />

this system works - try taking “no” out<br />

of your vocabulary even for fi ve minutes<br />

and you will see what I mean!<br />

Japan is a culinary adventure (as long as<br />

you like fi sh!)<br />

Most restaurants in Japan present their<br />

menus in the window as photos or perfectly<br />

waxed versions of the real thing.<br />

Mediabelluno Srl<br />

CERCA<br />

COLLABORATORI<br />

When the dish arrives it is amazing to<br />

compare it to the photo or the wax model<br />

as they are identical! Not knowing<br />

the language means you end up choosing<br />

your restaurant based on the quality of<br />

the photos in the window. It was impossible<br />

to know exactly what we were ordering.<br />

Other than rice or noodles there<br />

were numerous ingredients impossible<br />

to identify. The main ingredient is fi sh,<br />

but chicken and beef were also common.<br />

There were things fl oating in bowls or<br />

covered in sauce, things on sticks and<br />

stuff on rice and most of it was wonderfully<br />

tasty!<br />

In some restaurants they even leave you<br />

to do the cooking and in the middle of<br />

the table you fi nd a boiling broth or a grill<br />

with which to cook your fi sh or meat. The<br />

general rule with eating utensils is that<br />

you have to learn how to use chopsticks,<br />

although other members of our group<br />

managed to get a fork with the help of<br />

our translator.<br />

There is another important aspect if you<br />

are at all concerned about the natural environment.<br />

You should be aware that in<br />

Japan you can end up eating endangered<br />

per la vendita di spazi pubblicitari<br />

per le zone di Feltre, Fiera di Primiero,<br />

Cortina D’Ampezzo e tutto il Cadore.<br />

Se sei interessato invia una mail a<br />

info@bellunomagazine.it oppure chiama il 347 6773331.<br />

species of fi sh without realising. Red Tuna<br />

Sushi sure are tasty, but we only realised<br />

afterwards what we had eaten. Currently<br />

WWF say Red Tuna stocks are dangerously<br />

low and to avoid eating it, however<br />

the Japanese seem completely oblivious.<br />

You can smoke in bars or restaurants, but<br />

not on the street!<br />

Here in Italy and the UK even many smokers<br />

would agree that the smoking ban<br />

in bars and restaurants is a good thing.<br />

The health risks of passive smoking are<br />

obvious and it has become common to<br />

see groups of smokers outside. In Japan it<br />

is the exact opposite! Smoking is not<br />

permitted anywhere outside, if<br />

not for the designated smoking<br />

areas, and yet it is allowed in bars<br />

and restaurants. The interesting thing<br />

is that the Japanese seem to be more<br />

concerned in keeping Japan clean than<br />

keeping it healthy. The no smoking signs<br />

illustrate how much mess a discarded cigarette<br />

can cause and don’t even mention<br />

that smoking can kill you! This in a country<br />

where many people choose to wear<br />

medical face masks in public for fear of<br />

becoming ill. Yet another example of the<br />

many strange contradictions in this fascinating<br />

country.<br />

Next time in part 2 I will write about<br />

beautiful Shinto and Buddhist temples,<br />

Zen gardens and rice fi elds, karaoke, hot<br />

baths, technology, manga and more about<br />

the fascinating people of Japan! •<br />

Il periodico gratuito di informazione<br />

ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

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lavoro<br />

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26<br />

di Michele Gorin<br />

michele.gorin@michelegorin.it<br />

Chi di noi non si sente<br />

o non si è sentito almeno<br />

una volta nella vita<br />

stressato?<br />

Stressato dal lavoro, dallo<br />

studio, dagli impegni famigliari.<br />

Alcune recenti indagini hanno evidenziato che<br />

la maggioranza dei lavoratori, soddisfatti o<br />

meno della propria professione, è colpita da<br />

tensione emotiva, affaticamento, diffi coltà a riposare.<br />

Le stime dichiarano che almeno un lavoratore<br />

europeo su tre è colpito da stress da lavoro.<br />

Le donne ne sono colpite in un numero maggiore<br />

rispetto agli uomini anche perché più<br />

donne lavorano e cresce la diffi coltà a conciliare<br />

il lavoro stesso con gli impegni famigliari.<br />

Con il primo di agosto scatta l’obbligo per le<br />

aziende di valutare lo stress correlato al lavoro<br />

e prendere le opportune misure per contrastarlo.<br />

Pena un’ammenda da 5 mila a 15 mila euro e<br />

l’arresto da quattro a otto mesi per il datore di<br />

Che STRESS!<br />

lavoro inadempiente.<br />

Posta in questo modo questa legge sembra soltanto<br />

una grana in più per le aziende, in realtà<br />

potrebbe al contrario rivelarsi come un’occasione<br />

per migliorare le performance.<br />

Ma che cos’è lo stress e quali ne sono le<br />

principali cause?<br />

Lo stress è un disturbo relativamente recente,<br />

la cui comparsa è fatta risalire intorno al 1700<br />

con la nascita delle grandi città, accompagnata<br />

da un aumento del rumore, dall’affollamento,<br />

dagli spostamenti, dal traffi co, dall’inquinamento<br />

e dai ritmi della produzione industriale.<br />

Lo stress è una reazione tipica di adattamento<br />

del corpo ad un generico cambiamento fi sico<br />

o psichico. L’organismo reagisce agli stimoli<br />

aumentando la secrezione di certi ormoni e<br />

inibendone altri. Sostanze messaggere come<br />

la serotonina, la noradrenalina e la dopamina<br />

sono tra le principali sostanze chimiche che<br />

iniziano a funzionare male. La serotonina ad<br />

esempio regola il no-<br />

Il Dott. Michele Gorin si occupa di consulenza<br />

e formazione nell’ambito della gestione e<br />

dello sviluppo delle Risorse Umane per importanti<br />

aziende sia a livello nazionale che<br />

internazionale.<br />

www.michelegorin.it<br />

stro orologio biologico.<br />

Il primo segnale dell’insorgere di una situazione<br />

di stress può a volte essere, quindi, un<br />

cattivo sonno. Tachicardia, ipertensione, ulcera<br />

gastroduodenale, cefalee, diminuzione della libido,<br />

sono solo alcuni altri esempi di problematiche<br />

e patologie correlate al presentarsi di una<br />

condizione di stress cronica.<br />

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, ormai<br />

tutti gli esperti concordano sul fatto<br />

che alla base di una situazione di malessere<br />

psichico vi sia un’interazione<br />

tra fattori organizzativi e fattori personali.<br />

Secondo la Commissione Europea (Direzione<br />

generale occupazione e affari sociali) i fattori<br />

più comuni che possono determinare stress<br />

legato all’attività lavorativa sono: la quantità<br />

di lavoro da eseguire eccessiva oppure insuffi<br />

ciente; la scarsità di tempo per portare a termine<br />

il lavoro in maniera soddisfacente sia per<br />

gli altri che per se stessi; la mancanza di una<br />

chiara descrizione del lavoro da svolgere o di<br />

una linea gerarchica; la ricompensa insuffi ciente,<br />

non proporzionale alla prestazione; la mancanza<br />

di collaborazione e sostegno da parte di<br />

superiori, colleghi o subordinati; condizioni di<br />

lavoro spiacevoli o di lavoro pericoloso; la precarietà<br />

del posto di lavoro e l’incertezza della<br />

posizione occupata.<br />

Di conseguenza sarebbero questi i primi<br />

ambiti di intervento per le misure antistress.<br />

Se la crisi e la concorrenza<br />

limitano il margine di azione in<br />

questi campi, molto può essere<br />

fatto sul fronte della cultura<br />

aziendale.<br />

A prima vista il tempismo<br />

della normativa, visto il momento<br />

di generale contingenza<br />

negativa, sembra pessimo, tuttavia<br />

potrebbe rivelarsi appropriato.<br />

L’enorme pressione dovuta alla crisi e i<br />

tempi di lavoro divenuti sempre più estremi,<br />

stanno portando lo stress a livelli ingestibili<br />

e pericolosi.<br />

Cosa dice la Legge<br />

Dal 1 Agosto <strong>2010</strong> le aziende sono tenute ad effettuare la valutazione<br />

dello “stress lavoro correlato” e la redazione di un documento di valutazione<br />

rischi (secondo l’accordo europeo del 2004, il d.lgs. 81/2008 e il<br />

d.lgs. 106/2009).<br />

Questa relazione deve contenere l’analisi di tutti i rischi per la sicurezza<br />

e la salute durante l’attività lavorativa e spiegare i criteri di valutazione<br />

impiegati, le misure di prevenzione e di protezione adottati e quelle da<br />

adottare nel tempo, le procedure per l’attuazione di queste misure e i<br />

responsabili del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante<br />

dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente.<br />

In questo contesto assume un’importanza fondamentale la valutazione<br />

dei rischi psicosociali in ambito professionale.<br />

Si tratta di imparare a sviluppare una vera e propria “risposta positiva”<br />

che aiuti a fronteggiare le situazioni limite e le implicazioni più dure.<br />

Spesso può essere utile esaminare senza preconcetti un ventaglio più<br />

ampio di risposte ai problemi, senza tralasciare le più ipotetiche e biz-<br />

...vale la pena investire sulla qualità<br />

delle relazioni umane, tra colleghi,<br />

con i responsabili e sottoposti.<br />

Passiamo la maggior parte della<br />

nostra vita sul posto di lavoro,<br />

di conseguenza non adoperarsi<br />

nell’intento di strutturare rapporti<br />

interpersonali basati sul rispetto,<br />

la fiducia e la collaborazione<br />

significa accettare l’idea che una fetta<br />

importante della nostra esistenza sia<br />

condizionata da profonde frustrazioni...<br />

zarre sino a scegliere la più adatta.<br />

Indubbiamente vale la pena investire sulla qualità delle relazioni umane,<br />

tra colleghi, con i responsabili e sottoposti. Passiamo la maggior parte<br />

della nostra vita sul posto di lavoro, di conseguenza non adoperarsi<br />

nell’intento di strutturare rapporti interpersonali basati sul rispetto, la<br />

fi ducia e la collaborazione signifi ca accettare l’idea che una fetta impor-<br />

Seminario<br />

DIVENTARE LEADER<br />

Dalla crescita personale alla crescita aziendale.<br />

Ognuno di noi vive in cerca di ispirazione e direzione<br />

per se stesso e per chi gli sta vicino: questa è una delle<br />

ricerche più importanti della vita. Qualcuno di noi è<br />

anche responsabile della leadership altrui.<br />

Diventare leader significa avere il coraggio di sfidare<br />

e di portare avanti le proprie idee: è questo<br />

che manca in tante scelte imprenditoriali.<br />

tante della nostra esistenza sia condizionata da profonde frustrazioni.<br />

Inoltre è necessario comprendere come vengono “imbottite” le nostre<br />

giornate, quante attività svolgiamo in parallelo. Entro certi limiti è<br />

normale saper svolgere più attività contemporaneamente. Poiché però<br />

abbiamo imparato che a maggior impegno corrispondono maggiori o<br />

migliori risultati, siamo portati a credere che questo valga comunque<br />

e a qualunque livello; la curva della prestazione umana mostra invece<br />

che ciò è valido solo in una fase iniziale. Moltiplicando le attività<br />

ci si avvicina ad un punto in cui i risultati che otteniamo<br />

non sono più proporzionali all’impegno e oltre quel punto,<br />

non si conseguono risultati migliori ma solo maggior<br />

fatica o errori. Se si moltiplicano ulteriormente i nostri sforzi, possiamo<br />

facilmente raggiungere la soglia di stress e poi il conseguente tracollo.<br />

Consapevoli di questo e di quanto sia poco funzionale l’imperativo:<br />

«sempre di più!», possiamo cominciare a riprogrammare meglio compiti,<br />

mansioni e impegni.<br />

Personalmente mi auguro che l’intento di creare situazioni lavorative<br />

basate sulla comunicazione, la condivisione e l’apprendimento diventi<br />

non solo un obbligo di legge ma un’ideale per migliorare le condizioni di<br />

vita dell’uomo e le performance lavorative delle aziende. •<br />

SABATO 9 OTTOBRE <strong>2010</strong><br />

Dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00<br />

Presso la Sala Convention del Ristorante Nogherazza a Castion (BL)<br />

Relatore il dott. Michele Gorin<br />

PER INFORMAZIONI:<br />

Ascom Servizi Scrl<br />

Ufficio Formazione<br />

tel. 0437 215268<br />

formazione@ascombelluno.it<br />

www.formazione.ascombelluno.it<br />

> lavoro<br />

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economia<br />

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30<br />

Ristrutturazioni<br />

edilizie<br />

e risparmio<br />

di dott.ssa Lucia Olivotto<br />

Dottore commercialista Ordine di <strong>Belluno</strong><br />

luciaolivotto@libero.it<br />

Come molti sanno, è stata varata dal Parlamento la<br />

cosiddetta “Manovra <strong>2010</strong>” (legge122/<strong>2010</strong> che ha<br />

convertito il decreto legge 78). I contenuti della manovra<br />

sono svariati e toccano diversi argomenti; mi soffermo<br />

sulla nuova ritenuta alla fonte da eseguire sui<br />

bonifi ci validi per ottenere i benefi ci fi scali su ristrutturazioni<br />

edilizie (36%) ed interventi volti al risparmio<br />

energetico (55%), prevista dall’articolo 25 del decreto<br />

legge 78.<br />

Per questa novità si è già espressa anche l’Agenzia delle Entrate con circolare<br />

n. 40/E del 28 luglio, per fornire i necessari chiarimenti, dal momento che<br />

la formulazione della norma è estremamente generica.<br />

A fronte di tali chiarimenti possiamo affermare che sono assoggettati alla<br />

ritenuta tutti i bonifi ci eseguiti attraverso banche e posta volti ad ottenere i<br />

benefi ci fi scali del 36% e del 55%; quindi il pagamento di uno stesso tipo di<br />

lavoro subirà la ritenuta se pagato attraverso bonifi co quando il cliente fi nale<br />

intenda usufruire delle suddette agevolazioni fi scali; diversamente la ritenuta<br />

non dovrà essere applicata. L’applicazione della ritenuta quindi<br />

dipende dalla volontà del cliente di fruire delle detrazioni di<br />

imposta e non dal tipo di prestazione fatturata. Infatti l’utente<br />

fi nale potrebbe ad esempio rinunciare alla detrazione di imposta pagando le<br />

fatture con assegno: in questo caso la ritenuta non si applicherà (ricordo che<br />

il pagamento con bonifi co bancario è essenziale per fruire delle detrazioni<br />

del36% e del 55%).La ritenuta è del 10% e viene trattenuta dalla banca all’atto<br />

del bonifi co). La medesima banca provvederà a versarla allo Stato e a rilasciare<br />

la certifi cazione dell’avvenuto versamento all’impresa che ha emesso<br />

la fattura, la quale potrà scomputarla dalle imposte dovute per l’anno in cui<br />

la ritenuta è stata eseguita.<br />

La ritenuta viene calcolata sulla fattura da pagare al netto dell’Iva. Dal momento<br />

che per le prestazioni in questione vengono applicate aliquote Iva<br />

differenti, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che si scomputerà sempre forfettariamente<br />

l’Iva al 20%.<br />

Gli specialisti<br />

nel pulire<br />

Servizi di pulizie ordinarie e straordinarie:<br />

» Condomini<br />

» Uffici<br />

» Studi medici<br />

» Aziende<br />

energetico<br />

È stato altresì chiarito che questa nuova ritenuta sarà l’unica da applicare nei<br />

casi in cui le leggi ne prevedano altre: è il caso della ritenuta del 4% dovuta<br />

dai condomìni per le prestazioni ricevute. Queste nuove disposizioni sono<br />

state emanate con lo scopo di contrastare evasioni di imposta; nonostante<br />

ciò sia sempre auspicabile, a parere di chi scrive tale nuovo adempimento<br />

però più che scoraggiare l’evasione può rappresentare soprattutto un problema<br />

in più per le aziende già in regola, in particolare rispetto alla sottrazione<br />

di liquidità che ne deriva, in un momento critico come quello che le<br />

nostre imprese stanno vivendo. •<br />

» Locali<br />

» Pulizie anche il fine settimana<br />

» Sopralluoghi e preventivi gratuiti<br />

» Tempestività e professionalità<br />

<br />

di Di Marco Stefania<br />

BELLUNO - Tel. 392 1687483<br />

info@dmigieneambientale.it<br />

bellunese<br />

Il downhill<br />

si chiama<br />

Martes Team<br />

di Tiellephoto Press<br />

www.tiellephoto.it<br />

L’ Associazione Martes Team nasce<br />

nel lontano 1990 per volere di un<br />

gruppo di amici di Longarone che,<br />

uniti dalla comune passione per la<br />

mountain bike, decisero di unire i<br />

loro sforzi con lo scopo di sviluppare<br />

le attività sportive connesse con<br />

la nascente disciplina del Mountain<br />

Biking.<br />

Come simbolo della nascente associazione<br />

venne scelta la martora, animaletto furbo e<br />

vivace che popola i monti della Valbelluna, e<br />

dal quale la Martes Team prende il nome, che<br />

nell’antica lingua latina signifi ca “mascotte”.<br />

Dopo lunghi anni di avvio, quest’anno l’associazione<br />

bellunese raggiunge l’importante<br />

traguardo di 20 anni di attività nel campo ciclistico<br />

e in tutte le sue espressioni quali il Cross<br />

Country, la Downhill, l’escursionismo e tantissime<br />

altre.<br />

Ogni attività del Martes Team è stata sempre<br />

sviluppata al meglio delle possibilità, avvalendosi<br />

della guida e dell’esperienza delle Federazioni<br />

sportive (FCI, FITRI, CSI, UDACE, FIDAL)<br />

cui si è via via affi liato per esercitare correttamente<br />

il suo ruolo, con coerenza e continuità,<br />

come dimostra il fatto che il Nucleo Fondatore<br />

sia ancora in buona parte alla guida dell’Associazione<br />

e che, coadiuvato da nuovi ingressi<br />

nell’ambito della dirigenza, garantisca, oltre alla<br />

continuità, anche la giusta innovazione per poter<br />

guardare con ottimismo a traguardi futuri.<br />

Con l’anno in corso l’associazione è ripartita<br />

a pieno ritmo con l’attività agonistica con squadre<br />

di cross country e downhill, per organizzare<br />

eventi a carattere provinciale e/o regionale<br />

e per riaffermare la sua presenza “storica” nel<br />

mondo della Mountain Bike.<br />

Un importante ingresso è stato ottenuto an-<br />

foto Tielle Photo Press<br />

SIMONE DA SOIS<br />

P.zzetta Bivio n. 1<br />

Ponte nelle Alpi (BL)<br />

Cell. 327 2399568<br />

xtremebikestore@gmail.com<br />

che nel mondo del dirt jump, grazie al nuovo<br />

giovane atleta Christian Borsoi che ha saputo<br />

imporsi con bravura e ha dimostrato di avere<br />

un grande talento nel campo delle due ruote,<br />

ottenendo importanti risultati e salendo sul<br />

podio anche nel downhill fi n dalla sua prima<br />

gara.<br />

Altri risultati da non dimenticare sono stati<br />

portati a casa nel <strong>2010</strong> da Andrea Brunello,<br />

Campione Veneto DH e Campione Provinciale<br />

DH nella categoria Junior, da Antonio Bratti,<br />

Campione Veneto DH nella categoria M4, da<br />

Daniele Burigo, Campione Veneto DH nella categoria<br />

Allievi e infi ne da Luca Bianchet, Campione<br />

Provinciale XC nella categoria Elmt.<br />

In tutti questi anni di attività il Martes Team<br />

ha portato i colori giallo/blu in giro per il mondo<br />

a testa alta e continueranno a farlo, ampliando<br />

l’offerta verso la promozione giovanile, con<br />

la prospettiva di avviare una pista di downhill<br />

ed un campo scuola di MTB che li aiuti a rinnovare<br />

il “vivaio” per poter contare, anche in<br />

futuro, su atleti e su una rinnovata e motivata<br />

nuova dirigenza.<br />

Martes Team riesce nel suo intento<br />

grazie anche a sponsor che credono<br />

nel progetto e nelle persone che lo<br />

compongono, pertanto un ringraziamento<br />

è dovuto a Tiellephoto Press,<br />

al Xtreme Bike Store, al Bar Bivio,<br />

alla Pizzeria al Riccio e a Dolomiti<br />

Channel. •<br />

> SPORT<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong><br />

31


nel nome della legge<br />

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32<br />

Multe e notifi che,<br />

come comportarsi?<br />

Gentile BM, nel 2007 la Polizia Stradale mi ha fermato<br />

e multato poiché guidavo il mio motorino senza casco<br />

protettivo. Non mi sono mai interessato della questione<br />

e oggi, a tre anni di distanza, ho ricevuto una cartella<br />

esattoriale per la riscossione della sanzione. Ero<br />

intenzionato a pagare, ma un amico mi ha consigliato<br />

di non farlo, poiché ha letto su internet che se la sanzione<br />

non è notifi cata entro 90 giorni non si è più obbligati<br />

al pagamento. Posso legittimamente rifi utarmi<br />

di pagare?<br />

Caro lettore, in materia di sanzioni pecuniarie conseguenti alla violazione<br />

di norme del Codice della Strada, occorre distinguere tra i diversi<br />

termini per la comunicazione della violazione al trasgressore e per la<br />

riscossione della sanzione conseguente.<br />

Con la comunicazione, gli agenti accertatori portano a conoscenza<br />

del trasgressore la violazione commessa: per il Codice della Strada, ciò<br />

deve avvenire attraverso contestazione immediata, mediante consegna<br />

di copia del verbale e, quando ciò non sia possibile (ad es. in caso di accertamento<br />

del divieto di sosta in assenza del conducente), attraverso la<br />

notifi cazione di copia del verbale entro il termine di 90 giorni dal giorno<br />

dell’accertamento (150 giorni per le violazioni commesse prima del 13<br />

agosto <strong>2010</strong> e, in ogni caso, 360 giorni per i residenti all’estero). Se la<br />

contestazione non è stata immediata e, successivamente, la notifi cazione<br />

non è stata effettuata entro il termine stabilito, l’obbligazione si estingue.<br />

In ogni caso il diritto della Pubblica Amministrazione di<br />

riscuotere le somme dovute per le sanzioni amministrative<br />

si prescrive in 5 anni dal giorno in cui è stata commessa<br />

la violazione: pertanto, anche qualora la contestazione sia<br />

stata immediata - o il verbale sia stato notifi cato nel termine stabilito - e<br />

il trasgressore non abbia pagato spontaneamente quanto richiesto, l’amministrazione<br />

ha cinque anni di tempo per riscuotere quanto le spetta.<br />

Nel suo caso, mi sembra di capire che la contestazione sia stata<br />

immediata, poiché la Polizia Stradale le ha consegnato sin da subito il<br />

verbale d’ accertamento, senza che si rendesse necessaria la successiva<br />

notifi cazione e, quindi, in buona sostanza, senza incorrere in decadenze.<br />

Dal giorno della violazione, la Pubblica Amministrazione aveva 5 anni di<br />

tempo per riscuotere la sanzione amministrativa e oggi, nel <strong>2010</strong>, ossia<br />

3 anni dopo la violazione, il relativo diritto non è ancora caduto in prescrizione:<br />

la richiesta di pagamento pervenutale deve pertanto ritenersi<br />

legittima e tempestiva. •<br />

Avv. Gianluca Puglisi<br />

Avvocato del Foro di <strong>Belluno</strong><br />

Puoi rivolgere i tuoi quesiti giuridici a BM inviando<br />

una e-mail a info@bellunomagazine.it<br />

L’utilizzo delle<br />

piante spontanee<br />

nella cultura<br />

popolare bellunese<br />

di Ettore Saronide<br />

terote@libero.it<br />

Il LUPPOLO,<br />

un “ortaggio” che ci viene dai tempi antichi<br />

“Generan perfetto nutrimento, aguagliando gli<br />

umori, confortando e modifi cando tutte le viscere e<br />

particolarmente nettano il sangue e lo fan chiaro,<br />

puro... Netta il luppolo particolarmente il fegato..<br />

Mangiansi le sue cime cotte in insalata...”.<br />

Dunque, anche ai tempi di Castore Durante,<br />

medico del XVI secolo e autore di questo passo<br />

tratto dal Tesoro della Sanità pubblicato nel<br />

1587, si usavano i germogli di luppolo per scopi<br />

alimentari. La cosa però sembra fosse nota<br />

anche ai tempi di Plinio, il quale, nelle “Storie<br />

Naturali” (Lib. XXI cap. XV), cita una pianta di<br />

nome Lupus Salictarius i cui germogli venivano<br />

mangiati come ortaggi. Inoltre, fi n dall’epoca<br />

Carolingia il luppolo fu intensamente<br />

coltivato in particolare nelle vicinanze<br />

dei conventi, e questo alimentò la<br />

credenza che la pianta avesse delle<br />

nascoste proprietà anafrodisiache.<br />

In realtà, anche se l’Humulus lupulus, come<br />

è chiamato dai botanici, forse possiede tale<br />

caratteristica dovuta ad una piccola quantità<br />

di estrogeni non ancora identifi cati chimicamente,<br />

esso è conosciuto soprattutto per i<br />

numerosi componenti amaro-aromatici presenti<br />

principalmente nelle ghiandole delle infi<br />

orescenze femminili, che lo rendono particolarmente<br />

adatto per realizzare bevande amare.<br />

Per questo la pianta fu coltivata, ed è tutt’ora<br />

coltivata, in modo intensivo fi n dal decimo secolo,<br />

specialmente in Polonia, in Germania e in<br />

Boemia, paesi dove si faceva un gran consumo<br />

di un’umile bevanda di cereali defi nita da Plinio<br />

il Vecchio «Ceruesia», che era usata come<br />

volgare sostitutivo del vino, ma che divenne<br />

popolarissima con il nome di birra presso le<br />

popolazioni nordiche quando fu arricchita con<br />

gli aromi del luppolo.<br />

Nacquero, così, numerose industrie legate<br />

alla fabbricazione della birra per la quale erano<br />

indispensabili i fi ori della pianta che, per questo,<br />

divennero oggetto di un consistente com-<br />

mercio. Inoltre, i giovani germogli del luppolo,<br />

chiamati volgarmente «bruscandoi» possono<br />

diventare anche un gradevole alimento da consumare<br />

come i più nobili asparagi, tanto che<br />

lo stesso Plinio il Vecchio li raccomandava in<br />

primavera per depurare il sangue.<br />

L’Humulus lupulus, quindi, è una pianta dai<br />

molteplici impieghi, in particolare per il suo<br />

“gusto” piuttosto amaro che può donare anche<br />

un aroma particolare alla grappa,<br />

simile a quello delle migliori birre.<br />

La cucina popolare, inoltre, usa i getti maschili<br />

di luppolo sia lessati e conditi come gli asparagi,<br />

sia con le uova sode, nonché per fare torte<br />

salate, risotti, frittate e sughi per la pasta. In<br />

quest’ultimo caso si utilizza un mazzo di ger-<br />

BELLUNO - Via del Candel, 8/F<br />

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mogli ben puliti, che andranno tagliati in modo<br />

grossolano e messi a bagno in una ciotola contenente<br />

acqua e succo di limone. Si scalderà<br />

poi mezzo bicchiere di olio con uno spicchio<br />

d’aglio facendovi insaporire i germogli di luppolo<br />

fi no a quando diverranno teneri, salando,<br />

pepando e aggiungendo un cucchiaio di prezzemolo<br />

tritato. Il sugo di luppolo, privato dello<br />

spicchio d’aglio, andrà quindi a condire 3 etti di<br />

penne rigate cotte al dente. Questo piatto di<br />

pasta, insaporito ovviamente con del formaggio<br />

grana, va accompagnato con un bianco secco<br />

come il Vespaiolo vicentino a 8-10 gradi di temperatura.•<br />

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33


storia<br />

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34<br />

di Daniele Tormen<br />

daniele.tormen@gmail.com<br />

Tra l’aneddotica che riguarda la<br />

città di <strong>Belluno</strong> e in parte l’intera<br />

provincia si può certamente annoverare<br />

un curioso episodio occorso<br />

durante la saga napoleonica nei<br />

primi anni del secolo XIX.<br />

Come è noto infatti dopo l’incoronazione avvenuta<br />

a NotreDame de Paris il 2 dicembre<br />

1804 Napoleone Bonaparte, in linea con la sua<br />

concezione autocratica e insieme innovativa<br />

della società intendeva mantenere quale unico<br />

simbolo della grandezza imperiale e vestigia del<br />

passato proprio l’impero di Francia.<br />

Tale impostazione ha conseguenze sotto un<br />

duplice profi lo: da un lato cadono istituzioni<br />

millenarie come il Sacro romano impero germanico<br />

sciolto nel 1806, dall’altro nasce l’esigenza<br />

di creare una nuova nobiltà per premiare<br />

i fedeli dell’imperatore e per sostituire la vecchia<br />

classe dirigente spazzata via dagli eventi.<br />

E in questo contesto si inserisce la vicenda che<br />

andiamo a raccontare.<br />

www.<br />

Anche<br />

è stato ducato imperiale…<br />

Tutte le notizie...<br />

a portarta di mouse!<br />

4 Tieniti sempre aggiornato su quello che accade<br />

nella tua città<br />

Tra le iniziative di Napoleone forse una delle<br />

più importanti è stata la creazione della fi gura<br />

del maresciallo dell’impero, iniziativa tesa a<br />

esaltare il valore degli uomini che lo avevano<br />

seguito e aiutato nelle campagne militari; tale<br />

fi gura andava a sostituire i marescialli di Francia<br />

e rappresentava al meglio quel misto di conservazione<br />

e innovazione di cui si palava poc’anzi.<br />

Tra i prescelti fi gurava anche Claude Victor<br />

Perrin, detto Victor, ottimo e valoroso<br />

uomo d’arme che aveva contribuito<br />

in modo determinate alla<br />

vittoria di Marengo (14 giugno 1800);<br />

per tale impresa e per le sue caratteristiche di<br />

uomo coraggioso era stato defi nito “beau soleil”,<br />

bel sole e l’imperatore lo aveva incluso tra<br />

i marescialli dell’impero ai quali spettava pure<br />

un riconoscimento nobiliare.<br />

A questo punto della vicenda si inserisce la<br />

fi gura mordace e fi ccante di Paolina, la sorella<br />

di Napoleone che, mal sopportando il rude militare<br />

Victor, tra l’altro piuttosto tozzo e sgra-<br />

4 In un attimo top news di cronaca, attualità,<br />

politica, economia, sport, cultura e spettacoli<br />

4 Approfondimenti, rubriche e notizie da<br />

Provincia e Regione<br />

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una e-mail a redazione@newsbelluno.it<br />

<strong>Belluno</strong><br />

ziato, lo aveva soprannominato (con evidente<br />

malizia) “belle lune”, bella luna anche sfruttando<br />

il fatto che le gambe arcuate del nostro<br />

intrepido soldato, nelle pieghe dell’uniforme,<br />

assumevano una forma vagamente somigliante<br />

a una mezza luna.<br />

Fu proprio lei a suggerire al fratello, venuta a<br />

conoscenza chissà come dell’esistenza della<br />

cittadina di <strong>Belluno</strong>, di nominare Victor (che<br />

agognava al titolo di duca di Marengo) duca di<br />

<strong>Belluno</strong>, nomina effettuata nel 1808.<br />

Così tra i marescialli dell’impero<br />

francese la città di <strong>Belluno</strong> può vantare<br />

un duca! •<br />

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nostra Provincia?<br />

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Vulnerabilità sismica<br />

degli impianti<br />

antincendio<br />

negli edifi ci<br />

di Giuseppe Fascina<br />

I terremoti sono stati spesso<br />

causa di incendi che hanno<br />

comportato danni anche gravi<br />

per cose e persone.<br />

Una delle maggiori conseguenze in termini di vittime si<br />

è riscontrata in occasione del terremoto di Tokyo del<br />

1923 dove circa 30.000 persone hanno perso la vita a<br />

causa di un unico incendio.<br />

Secondo il report redatto dalla ASCE dal 20% al 50%<br />

del totale degli incendi post-terremoto sono collegati a<br />

perdite delle condutture di gas.<br />

Esiste dunque un forte nesso causale tra terremoto e<br />

incendi.<br />

Le leggi italiane non prescrivono signifi cative contromisure.<br />

Ogni incendio è causato dalla compresenza<br />

di tre elementi: il combustibile, il comburente<br />

e l’energia di attivazione.<br />

Un sisma può determinare molteplici scenari in cui sorgenti<br />

d’innesco vengono a contatto con combustibili, e<br />

una volta attivatosi l’incendio la mancanza di una risposta<br />

effi cace può provocare un allargamento del fronte<br />

delle fi amme con successivi danni a cose e persone.<br />

Si è osservato che uno dei principali punti di<br />

vulnerabilità è costituito dagli impianti di distribuzione<br />

del gas. Tale problema è molto ricorrente<br />

in Paesi come Stati Uniti e Giappone, ma nel nostro<br />

Stato tale inconveniente non ha mai avuto conseguenze<br />

signifi cative. Tuttavia con il passaggio ad impianti autonomi<br />

con caldaie a gas lo scenario italiano è mutato radicalmente<br />

e richiede un’attenta valutazione dei rischi.<br />

Per evitare la formazione di incendi vi sono due vie<br />

d’azione:<br />

1. evitare che il terremoto attivi l’incendio<br />

2. fare in modo che vi sia una adeguata risposta<br />

all’eventuale incendio.<br />

Il primo punto riguarda la riduzione della vulnerabilità<br />

sismica degli impianti di fornitura dei gas. Bisogna garantire<br />

la tenuta dei tubi e dei giunti mediante la progettazione<br />

di tubazioni che, nel passaggio da sottosuolo<br />

all’esterno, riescano a resistere alle sollecitazioni dovute<br />

ai movimenti tra l’edifi cio e il terreno.<br />

In caso di perdite bisognerebbe garantire una pronta<br />

interruzione dell’affl usso di gas mediante valvole, capaci<br />

di percepire le scosse sismiche oppure le variazioni nel<br />

fl usso della sostanza.<br />

Nel caso in cui il gas sia un’esigenza per la continuità<br />

operativa bisognerà prevedere un apposito attacco di<br />

alimentazione d’emergenza.<br />

Il secondo punto considera tutti quei sistemi antincendio<br />

ad attivazione automatica o manuale.<br />

Molto diffuso in Inghilterra è il sistema sprinkler, che sta<br />

entrando in uso anche nel<br />

nostro paese. Si tratta di un<br />

impianto antincendio consistente<br />

in una rete di tubazioni di acqua<br />

o di gas, costantemente in pressione,<br />

a cui sono collegate le testine sprinkler<br />

chiuse da elementi sensibili al calore. Il loro<br />

funzionamento dipende dalla disponibilità di<br />

acqua in pressione.<br />

Nell’ambito di un terremoto i rischi per i sistemi<br />

antincendio sono molteplici: la rottura delle<br />

tubazioni, l’inadeguato fl usso dall’ acquedotto, la rottura<br />

delle testine sprinkler a causa di urti, la rottura<br />

delle vasche idriche, il disallineamento tra pompa e<br />

motore.<br />

La normativa italiana cerca di porre rimedio a questi<br />

problemi migliorando l’ancoraggio di tubi e motori oppure<br />

riducendo le sollecitazioni reciproche tra edifi cio<br />

e tubazione introducendo degli spazi liberi per permettere<br />

il movimento.<br />

Gli impianti antincendio devono essere<br />

considerati salva vita e quindi progettati<br />

tenendo conto di tale caratteristica. Si tratta<br />

di impianti normalmente inattivi ma che devono prontamente<br />

e correttamente funzionare in caso di necessità,<br />

pena gravi rischi per le persone e/o ingenti danni<br />

economici. In zona sismica, tale necessità si potrebbe<br />

verifi care proprio dopo un terremoto.<br />

È evidente come sia necessaria una progettazione di<br />

tali sistemi mirata a ridurre la loro vulnerabilità sismica<br />

fornendo ai vari componenti una adeguata resistenza<br />

strutturale nonché valutando la capacità di mantenimento<br />

della funzionalità.<br />

Il primo obbiettivo è quello di minimizzare gli sforzi<br />

nelle tubazioni, fornendo fl essibilità e gioco adeguati nei<br />

punti in cui si prevedono movimenti durante il terremoto.<br />

Il secondo obbiettivo è quello di minimizzare le forze<br />

agenti sulle condutture quando sono sostenute da<br />

componenti della costruzione soggette a moto relativo<br />

durante un terremoto.<br />

I sistemi per ridurre la vulnerabilità sismica che bisogna<br />

considerare in particolar modo sono:<br />

- le giunzioni che costituiscono un potenziale punto<br />

di vulnerabilità del sistema in quanto possono danneggiarsi<br />

a causa di movimenti differenziali tra le parti<br />

giuntate. Si devono prevedere giunti di dilatazione nelle<br />

tubazioni orizzontali perché possano muoversi uniformemente<br />

con la struttura, mentre si possono adottare<br />

giunti fl essibili nei punti cerniera.<br />

- I giochi, sono gli spazi lasciati liberi per il movimento.<br />

Tali spazi devono consentire alle condutture di<br />

muoversi rispetto all’elemento attraversato senza danneggiarsi.<br />

Non è necessario prevedere giochi laddove<br />

si attraversino muri in cartongesso senza funzione di<br />

separazione antincendio.<br />

- I rinforzi di<br />

ondeggiamento,<br />

sono sostegni che hanno<br />

lo scopo di fi ssare le tubazioni<br />

alla struttura dell’edifi -<br />

cio in modo che siano solidali<br />

con i movimenti della struttura.<br />

Devono evitare fl essioni e<br />

oscillazioni eccessive in caso di<br />

terremoto.<br />

- Gli ancoraggi garantiscono<br />

la stabilità, ad esempio, di un gruppo<br />

pompa e la sua immobilità in caso di terremoto mediante<br />

piedi di appoggio, staffe, tiranti, bulloni. L’ancoraggio<br />

ideale si realizza con l’inserimento nel getto del solaio<br />

dei bulloni ma essendo poco pratico si preferiscono gli<br />

ancoraggi posizionati ad opera realizzata.<br />

- Le connessioni mettono in comunicazione due<br />

elementi e si deve tenere conto delle deformazioni causate<br />

dal movimento reciproco.<br />

L’obbiettivo primario della progettazione<br />

antisismica è la sicurezza e l’incolumità delle<br />

persone. Ciò si traduce nell’evitare sia il collasso<br />

dei componenti non strutturali sia la generazione di<br />

eventi collaterali immediati, quali gli incendi.<br />

La progettazione antisismica deve mirare ad evitare che<br />

gli effetti del terremoto producano condizioni tali da favorire<br />

gli inneschi e a mantenere funzionanti i sistemi di<br />

difesa antincendi. Progettare un “buon comportamento<br />

sismico” signifi ca, per gli impianti a gas evitare rilasci,<br />

per gli impianti antincendio garantire il mantenimento<br />

della funzionalità post-sisma ed evitare che gli effetti<br />

del terremoto portino ad una attivazione impropria<br />

dell’impianto.<br />

Progettare impianti antincendio in zona sismica signifi ca,<br />

prima ancora che progettare il particolare costruttivo<br />

dell’impianto o del dispositivo di protezione, defi nire<br />

una adeguata confi gurazione del sistema. Sarà necessario<br />

gestire il problema della sicurezza sismica e antincendio<br />

in modo integrato attraverso un incremento<br />

della collaborazione inter-disciplinare tra i vari progettisti<br />

(civili, strutturali, impiantisti) con gli installatori. •<br />

FASCINA Ing. GIUSEPPE<br />

Studio di ingegneria per la sicurezza<br />

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35


leggi e normative<br />

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36<br />

La direttiva<br />

dei servizi<br />

di Paolo Vignola<br />

Con il Decreto legislativo 26.3.<strong>2010</strong>,<br />

n. 59 il Governo italiano ha dato<br />

attuazione alla Direttiva comunitaria<br />

sui servizi nel mercato interno,<br />

la Direttiva CE 2006/123 del 12<br />

dicembre 2006, approvata dal Parlamento<br />

europeo e dal Consiglio e<br />

più comunemente conosciuta come<br />

“Direttiva Bolkestein” dal nome<br />

del Commissario europeo Frits Bolkestein,<br />

membro della Commissione<br />

Prodi, che ne è stato il propo-<br />

nente.<br />

La Direttiva CE 2006/123 mira alla rimozione degli ostacoli<br />

che impediscono o rallentano la libera circolazione dei<br />

servizi e la loro libera prestazione negli Stati membri.<br />

L’Europa è partita dalla considerazione che il settore imprenditoriale<br />

e professionale dei servizi è il motore della<br />

crescita economica del vecchio continente e rappresenta,<br />

nella maggior parte degli Stati membri il 70% del PIL e dei<br />

posti di lavoro.<br />

Numerosi sono gli ostacoli che impediscono lo sviluppo<br />

del settore dei servizi, prestati in prevalenza da PMI (piccole<br />

e medie imprese), fra i quali vengono indicate le procedure<br />

amministrative ritenute particolarmente gravose, l’eterogeneità<br />

delle regole di disciplina dei servizi che crea incertezza<br />

normativa e la carenza di cooperazione fra gli Stati.<br />

Il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 aveva posto<br />

quale obiettivo principale dell’azione comunitaria proprio il<br />

completamento del mercato interno dei servizi, in attuazione<br />

delle prescrizioni del Trattato istitutivo della Comunità<br />

Europea (art. 49 sul divieto di “restrizioni alla libera prestazione<br />

dei servizi all’interno della Comunità”).<br />

D’altra parte, il processo di liberalizzazione dello scambio di<br />

beni all’interno del sistema comunitario si poteva ritenere<br />

già realizzato grazie al decisivo impulso impresso dall’Atto<br />

unico europeo e dal Trattato di Maastricht e segnatamente<br />

dalle pronunce interpretative della Corte di Giustizia europea<br />

con le due emblematiche sentenze Dassonville del<br />

13.8.1973 e Cassis de Dijon del 20.2.1979.<br />

Com’ è stato ampiamente documentato dalle notizia di<br />

cronaca di questi ultimi anni, l’iter di approvazione della Direttiva<br />

europea sui servizi è stato piuttosto lungo e travagliato<br />

ed ha provocato forti reazione critiche ed un’accesa<br />

mobilitazione politica e sindacale.<br />

Il motivo principale di tale avversione era dato dalla previsione<br />

del principio del Paese d’origine, che era stato introdotto<br />

nella prima versione della proposta di Direttiva e successivamente<br />

espunto da quella defi nitiva proprio a causa del movimento<br />

di opinione contrario che si era venuto a formare.<br />

Secondo questo principio, il prestatore di servizi che si recava<br />

in uno Stato membro diverso da quello dove aveva il<br />

proprio stabilimento (cioè dove l’attività viene esercitata in<br />

via stabile ed a tempo indeterminato) per svolgere temporaneamente<br />

la propria attività, poteva essere assoggettato<br />

alle sole regole previste nel proprio Paese di stabilimento,<br />

per l’appunto, il Paese d’origine, a meno che lo Stato di destinazione<br />

non dimostrasse “la necessità” di imporre proprie<br />

norme più restrittive sulla base di un principio di proporzionalità<br />

e non discriminazione.<br />

Si trattava della trasposizione nella materia dei servizi<br />

dell’analogo principio applicato alla libera circolazione dei<br />

beni ed espresso nelle pronunce della giurisprudenza della<br />

Corte di Strasburgo, in forza del quale un bene prodotto<br />

e venduto in uno Stato membro, in conformità alla legge<br />

nazionale, può essere venduto liberamente in tutti gli Stati<br />

della Comunità, ed i singoli Stati non possono imporre<br />

restrizioni “all’importazione”, se non dettate da motivi di<br />

carattere imperativo.<br />

Nel campo dei servizi si temeva, invece, che l’applicazione<br />

di questa regola provocasse il realizzarsi di una situazione di<br />

dumping sociale fra gli Stati membri in ragione della disomogeneità<br />

delle misure di protezione sociale applicate nelle<br />

singole realtà statuali, con particolare riguardo ai Paesi di<br />

recente ingresso nella Comunità, per cui imprese stabilite<br />

in Nazioni con un basso costo del lavoro, dove si applicano<br />

regole della sicurezza e misure di prevenzione sociale attenuate,<br />

potevano offrire servizi a costi inferiori rispetto a<br />

quelli comunemente praticati nello Stato dove la prestazione<br />

veniva eseguita, creando un’evidente situazione di squilibrio<br />

sociale e di concorrenza sleale.<br />

Gli obiettivi fondamentali che la Comunità<br />

europea si propone di realizzare con la Direttiva<br />

servizi sono i seguenti:<br />

- la crescita economica e occupazionale dell’Unione<br />

Europea<br />

- l’eliminazione degli ostacoli giuridici ed amministrativi<br />

alla libera circolazione e alla libera prestazione di<br />

servizi all’interno della Comunità<br />

- il rafforzamento dei diritti dei consumatori in quanto<br />

utenti dei servizi<br />

- la cooperazione amministrativa e la mutua assistenza<br />

fra le Autorità degli Stati membri, ritenute essenziali<br />

ai fi ni del corretto ed effi cace funzionamento del<br />

mercato interno.<br />

Il Decreto legislativo n. 59/<strong>2010</strong>, entrato in vigore l’8<br />

maggio scorso, si applica alle prestazioni di servizi rese in<br />

forma imprenditoriale o professionale, senza vincolo di subordinazione,<br />

e normalmente fornite dietro una retribuzione<br />

(compenso), con esclusione dei servizi non aventi rilievo<br />

economico (art. 8 - Defi nizione).<br />

Il provvedimento afferma il principio della libertà<br />

di iniziativa economica anche nel campo dei<br />

servizi, per cui non solo ne è libero l’accesso e<br />

l’esercizio ma è vietata l’introduzione di limitazioni<br />

discriminatorie o non giustifi cate (art. 10).<br />

Precisato il campo di applicazione del Decreto, l’art. 2 elenca<br />

i servizi che vengono esclusi per considerazioni essenzialmente<br />

inerenti alla loro funzione di interesse pubblico, quali<br />

le attività connesse a pubblici poteri, i servizi di interesse<br />

economico generale assicurati alla collettività in regime di<br />

esclusiva (art.2), i servizi sociali (art. 3); i servizi fi nanziari<br />

(art. 4), i servizi di comunicazione (art.5), quelli di trasporto<br />

(art.6), di somministrazione di lavoro, sanitari e farmaceutici,<br />

oltre agli audiovisivi, il gioco d’azzardo, la sicurezza privata e<br />

i servizi dei noti (art.7).<br />

Elemento cardine della nuova disciplina è rappresentato<br />

dalla regola generale secondo la quale l’esercizio di<br />

un’attività di servizi non può essere sottoposto<br />

a nuovi regimi autorizzatori, ovvero, i regimi autorizzatori<br />

esistenti non possono essere mantenuti, se non trovano<br />

giustifi cazione in motivi imperativi di interesse generale<br />

(art. 14), nel rispetto del principio di non discriminazione e<br />

proporzionalità (il principio di proporzionalità è uno dei criteri<br />

guida dell’attività amministrativa, che sviluppato a livello<br />

comunitario, è stato recepito nell’ordinamento italiano con<br />

la L. n. 241/1990).<br />

I motivi imperativi di interesse generale, la cui individuazione<br />

è di fatto lasciata all’apprezzamento dei singoli Stati<br />

in carenza di una specifi ca defi nizione nel Trattato istitutivo,<br />

sono elencati all’art. 8 (lett. h) e coincidono con le ragioni di<br />

pubblico interesse, quali l’ordine e la sicurezza pubblica, l’incolumità<br />

pubblica, la sanità pubblica, la tutela dell’ambiente,<br />

la conservazione del patrimonio storico e artistico (…).<br />

Qualora, proprio per motivi di interesse generale, sia prevista<br />

l’imposizione di un regime autorizzatorio, l’art. 17 del<br />

Decreto n. 59/<strong>2010</strong> prevede l’applicazione generale dell’istituto<br />

della Dichiarazione di inizio attività (DIA), disciplinata<br />

dall’art. 19 della L. n. 241/1990, relegando ad ipotesi del tutto<br />

eccezionale il rilascio di un formale titolo autorizzatorio.<br />

L’attività potrà iniziare lo stesso giorno della presentazione<br />

della DIA all’Amministrazione pubblica competente, che<br />

sarà, come vedremo, lo Sportello unico per le attività produttive<br />

comunale.<br />

Infatti, il Decreto di recepimento, modifi cando il secondo<br />

comma dell’articolo 19 della L. n.241/1990, ha introdotto<br />

una speciale DIA ad effi cacia immediata per i soli servizi<br />

disciplinati dallo stesso Decreto, in deroga all’ordinaria effi -<br />

cacia differita della Dichiarazione, secondo la quale l’attività<br />

può iniziare decorsi 30 giorni dalla presentazione.<br />

Nel caso invece in cui, in via del tutto eccezionale, venga<br />

comunque imposto il rilascio di un formale titolo autorizzatorio,<br />

l’Amministrazione pubblica competente dovrà assicurare<br />

il rispetto di adeguate garanzie circa la durata del<br />

procedimento, le eventuali cause di sospensione, nonché<br />

l’applicazione dell’istituto del silenzio assenso (ex art. 20 L.<br />

n. 241/1990).<br />

Caposaldo dell’intera disciplina è l’obiettivo<br />

del conseguimento di effetti di semplifi cazione<br />

amministrativa a tutto vantaggio delle imprese<br />

e degli stessi consumatori attraverso la marcata<br />

valorizzazione degli Sportelli unici per le attività<br />

produttive (art. 25).<br />

Gli Sportelli unici assumono, quindi, il ruolo fondamentale di<br />

interlocutori unici fra l’impresa che svolge attività nel campo<br />

dei servizi e la Pubblica amministrazione.<br />

In sostanza, presso gli Sportelli unici istituti dai comuni, singoli<br />

o in forma associata, gli imprenditori potranno svolgere<br />

tutte procedure amministrative, anche in via telematica, necessarie<br />

all’’esercizio dell’ attività.<br />

Alle Camere di commercio è attribuita ex lege la delega<br />

a svolgere le funzioni di sportello unico per quei comuni che<br />

non hanno provveduto alla sua istituzione, nonché la competenza<br />

a raccogliere le domande presentate contestualmente<br />

alla comunicazione unica e a trasmetterle immediatamente<br />

allo Sportello unico.<br />

Si tratta di un’evidente rafforzamento della funzione dello<br />

Sportello unico, già previsto con il DPR n. 447/1990, in attuazione<br />

della nota riforma Bassanini degli anni ’90, con fi nalità<br />

di semplifi cazione e di accelerazione di tutte le procedure<br />

riguardanti le attività economico- produttive.<br />

Degna di nota la sottolineatura secondo la quale attraverso<br />

gli Sportelli unici dovrà essere garantito<br />

il diritto all’informazione (art. 26) sia alle imprese che<br />

intendono esercitare l’attività nel territorio nazionale, che ai<br />

consumatori, relativamente ai requisiti richiesti dalla normativa<br />

interna per l’accesso e l’esercizio dell’attività, alle procedure<br />

amministrative che devono essere seguite, all’acceso<br />

alle banche dati e ai registri pubblici, ai dati di associazioni e<br />

organizzazioni dalle quali è possibile ottenere assistenza.<br />

Gli sportelli unici devono anche assicurare assistenza sulle<br />

modalità con le quali vengono interpretati ed applicati i requisiti<br />

per l’accesso all’attività, con chiaro intento di accentuazione<br />

del principio di trasparenza ed uniformità dell’azione<br />

amministrativa.<br />

Di non poco momento il rilievo secondo il quale l’informazioni<br />

e la richiesta di assistenza devono essere fornite con<br />

“la massima sollecitudine” e “con un linguaggio semplice e<br />

comprensibile”.<br />

Capitolo a parte viene riservato dal Decreto di recepimento<br />

alla qualità dei servizi resi dalle imprese di servizi e<br />

alle notizie che gli stessi prestatori sono tenuti a fornire ai<br />

consumatori prima di rendere il servizio richiesto, ovvero, in<br />

tempo utile per la stipula di un contratto scritto.<br />

I consumatori hanno diritto a conoscere gli<br />

estremi dell’impresa alla quale si sono rivolti, la<br />

sua forma giuridica, l’iscrizione in albi o registri<br />

pubblici, i dati relativi alle Autorità pubbliche<br />

che hanno rilasciato l’eventuale titolo autorizzatorio,<br />

la sussistenza o meno di garanzie post<br />

vendita, il prezzo del servizio, nonché, le principali<br />

caratteristiche del servizio stesso.<br />

I titolari delle imprese devono anche comunicare gli estremi<br />

di un recapito per consentire al cliente l’eventuale inoltro di<br />

un reclamo, al quale sono tenuti a rispondere “con la massima<br />

sollecitudine al fi ne di trovare soluzioni adeguate“.<br />

Il reclamo può essere visto come una sorta di tentativo di<br />

conciliazione extra ordinem diretto a comporre in via preventiva<br />

potenziali controversie fra imprese e clienti.<br />

Ai dipendenti di imprese stabilite in altri Stati membri che<br />

sono temporaneamente distaccati nel territorio nazionale,<br />

il Decreto impone l’applicazione di parità di condizioni di<br />

lavoro, disciplinate da leggi, regolamenti e contratti collettivi,<br />

rispetto a quelle previste a favore dei lavoratori di imprese<br />

italiane che operano nel medesimo ambito territoriale (art.<br />

23). Le parità di trattamento possono essere invocate da<br />

cittadini italiani e da soggetti giuridici che sono stabiliti in<br />

Italia (art.24).<br />

L’art.117 della Costituzione ha riconosciuto, a seguito della<br />

riforma della Carta fondamentale introdotta con la Legge<br />

Cost. n. 3/2001, anche alle Regioni statuto ordinario potestà<br />

legislativa primaria e concorrente in molte delle materie che<br />

riguardano le prestazioni di servizi oggetto del Decreto in<br />

commento, quali, a titolo di esempio, il commercio, la somministrazione<br />

alimenti e bevande, le attività turistico-ricettive,<br />

le attività artigianali (parrucchieri, estetisti, tintolavanderia),<br />

etc.<br />

Sotto questo profi lo, il Decreto n. 59/<strong>2010</strong>, innanzitutto ha<br />

chiarito (art. 1) che le sue disposizioni sono state adottate<br />

per garantire la libertà di concorrenza, le pari opportunità<br />

ed il corretto funzionamento del mercato ed al fi ne di assicurare<br />

ai consumatori un livello minimo ed uniforme di<br />

accessibilità ai servizi sul territorio nazionale, per cui esse<br />

costituiscono principi generali sostanzialmente inderogabili<br />

dalla legislazione regionale.<br />

In secondo luogo, con l’introduzione della clausola di cedevolezza<br />

(art. 84) è stato stabilito che le disposizioni<br />

del Decreto prevalgono sulla disciplina regionale,<br />

fi ntanto che le Regioni non abbiano adottato<br />

norme di adeguamento e di recepimento.<br />

Il complesso normativo costituito dalla Direttiva servizi<br />

e dal Decreto di recepimento, che sono stati illustrati in<br />

termini necessariamente sintetici e schematici, introduce<br />

nell’ordinamento nazionale novità rilevanti non solo per le<br />

imprese e per i consumatori, ma soprattutto per la Pubblica<br />

amministrazione, ed in particolare sia per le Regioni che<br />

dovranno conformare in tempi rapidi la propria legislazione<br />

ai principi generali espressi dalla normativa servizi che per i<br />

Comuni che dovranno adeguare i propri standard organizzativi<br />

alle maggiori esigenze di effi cienza, celerità, capacità di<br />

informazione e di uniformità applicativa.<br />

Tutto questo in un momento storico segnato da una profonda<br />

e preoccupante crisi economica mondiale nella quale<br />

la competitività del Sistema Paese, unanimemente riconosciuta<br />

come uno dei fattori di crescita economico-sociale<br />

ed in grado di assicurare il superamento dell’attuale congiuntura,<br />

è negativamente condizionata proprio dal cd “Rischio<br />

amministrativo”, locuzione utilizzata per riferirsi alle<br />

perduranti sacche di ineffi cienza dell’apparato pubblico, alla<br />

contraddittorietà e scarsa chiarezza delle norme in vigore,<br />

alla persistente diffi coltà di approccio del cittadino-impresa<br />

alla macchina amministrativa. •<br />

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37


sport<br />

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38<br />

Il gruppo rocciatori<br />

“GIR“di Agordo<br />

di Mirko Mezzacasa e Alice Prete<br />

mirko.mezza@katamail.com<br />

Era il 5 aprile 1965 quando nacque<br />

il gruppo Rocciatori “Gir” di<br />

Agordo, un sodalizio alpinistico<br />

che univa i giovani arrampicatori<br />

agordini, spinti da una sana<br />

vera passione per la montagna e<br />

da una forte amicizia.<br />

I Soci fondatori furono otto giovani baldanzosi,<br />

Umberto Benvegnù (primo presidente),<br />

Gianni Costantini, Roberto Lagunaz, Piergiorgio<br />

Chierzi, Renzo Conedera, Giorgio<br />

Deon, Attilio Paganin e Mario Tomè, che per<br />

la loro destrezza con corde e crode furono<br />

associati proprio alla capacità arrampicatoria<br />

del famoso roditore, il “ghiro”. Da subito si<br />

intraprende una profi cua collaborazione sia<br />

con la Sezione Agordina del Club Alpino Italiano<br />

che con la locale squadra del Soccorso<br />

Alpino, allora guidata da Oddone Zasso.<br />

Con il passare del tempo si aggregano altri<br />

giovani come i fortissimi fratelli Costantini<br />

che nell’1968 aprirono una nuova via sulla<br />

strapiombante parete del Montalt di<br />

Framont, dedicandola successivamente al<br />

centenario della Sezione Agordina del C.A.I.<br />

Gli anni ‘70 furono segnati da importanti<br />

successi ma anche dalle sofferenti perdite,<br />

come quelle di Renzo Conedera e di Gianni<br />

Costantini, ma il gruppo si ricompone ancor<br />

più forte alimentato dalla scintilla della passione<br />

per l’alpinismo. Anche gli anni ‘80 furono<br />

segnati da perdite importanti (Gigi Decima<br />

e Beppino Soppelsa), ma i “Gir” seppero<br />

sempre reagire e affrontare nuove esperienze<br />

alpinistiche: ne è l’esempio la prima spedizione<br />

oltreoceano nel 1982, in Groenlandia.<br />

Intanto sopraggiungono gli anni ‘90, dopo<br />

quegli anni che han visto maturare l’importante<br />

opera alpinistica dei fratelli De Biasio<br />

nella Valle di san Lucano e di Stefano San Tomaso<br />

in Moiazza. In questi anni anche lo sci<br />

estremo è diventato un nuovo importante<br />

stimolo per i “Gir”.<br />

Nel 2004 ancora il desiderio di fare qualcosa<br />

di nuovo, ecco l’idea dell’Argentina,<br />

l’Aconcagua per l’esattezza, con i suoi 6962<br />

m. I “Gir” scalano il tetto del Sud America.<br />

Qualche anno più tardi, in Perù, un’altra<br />

scalata densa di soddisfazioni: l’Alpamayo,<br />

la vetta di 5947 m defi nita dall’Unesco “la<br />

Montagna più bella del mondo”, impreziosisce<br />

ancora l’attività del gruppo.<br />

Dal 2008 il Direttivo, con il nuovo presidente<br />

la guida alpina Walter Levis, ha ancora<br />

voglia di promuovere un alpinismo<br />

di innovazione senza tuttavia discostarsi<br />

troppo dal rispetto della<br />

tradizione. Crede nel coinvolgimento<br />

dei più giovani, nell’alpinismo<br />

femminile, nella diffusione della<br />

sicurezza in montagna, nella valorizzazione<br />

ed il rispetto della<br />

montagna, contando sempre nelle<br />

capacità e nell’esperienza dei suoi<br />

componenti.<br />

Ora il Gruppo Gir è solo in attesa di altre<br />

esaltanti soddisfazioni. •<br />

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El Comandante<br />

Angeli<br />

Siete in mezzo a noi<br />

con gli sguardi incavati<br />

con gli zigomi incollati<br />

all’arcata degli occhi<br />

in un perenne sorriso illuminato dal sole<br />

siete in mezzo a noi<br />

con le braccia protese<br />

con i palmi al cielo<br />

le dita increspate<br />

pronte a raccogliere<br />

anche un fi lo di vita<br />

siete in mezzo a noi<br />

ora più che mai<br />

nel sorriso di un bambino<br />

nel cuore di un fi ore di montagna<br />

nella brezza del nord<br />

che sfi ora le nostre creste<br />

siete in mezzo a noi<br />

nel sibilo del vento<br />

che carezza, che scuote, che turba<br />

le nostre foreste giù lungo le valli<br />

siete in mezzo a noi<br />

alle prime luci dell’alba,<br />

fra i primi raggi del sole<br />

che piano riscalda le nostre malghe<br />

siete in mezzo a noi<br />

sulle nostre vie di sempre<br />

segnate dai chiodi di oggi e di ieri<br />

fra spigoli e anfratti<br />

sudanti e laceranti<br />

siete in mezzo a noi<br />

dentro il nostro pane<br />

e dentro il nostro vino<br />

ed ogni lieta occasione sarà per noi<br />

motivo di carezza sul capo<br />

di un nostro fi glio<br />

e sarà come una carezza data a voi<br />

siete in mezzo a noi<br />

negli occhi che guardano il profi lo<br />

di una roccia<br />

nelle dita aggrappate allo spigolo vitale<br />

per salire sempre in alto<br />

per giungere alla cima<br />

siete in mezzo a noi<br />

fi gli, fratelli, padri<br />

siete in mezzo a noi<br />

siete parte di noi<br />

dell’azzurro immacolato<br />

dei panorami sconfi nati<br />

delle valli scoscese<br />

delle rocce ardite e spigolose<br />

siete parte di noi<br />

della pace delle nostre montagne<br />

dei sentimenti migliori<br />

dei valori più alti<br />

el Comandante<br />

<strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong> il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di <strong>Belluno</strong> > sport<br />

39


i nostri soldi<br />

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40<br />

Giocare in borsa?<br />

Buongiorno, sono Luciana e vi scrivo da Sedico.<br />

Talvolta mi piace giocare in Borsa e se<br />

qualche soddisfazione a suo tempo l’ho avuta,<br />

ora purtroppo ho dei titoli azionari che<br />

ormai hanno perso veramente moltissimo,<br />

si sono cioè quasi azzerati e non credo rivedranno<br />

mai più la luce. Non so se essere<br />

più arrabbiata o più sfi duciata. Come posso<br />

fare?<br />

Cortese lettrice, sul numero precedente era stato<br />

affrontato questo tema dal punto di vista fi scale e la<br />

ringrazio perché ora ci offre lo spunto per farlo dalla<br />

prospettiva della prevenzione.<br />

La motivazione del guadagno può alterare<br />

la percezione dei rischi che derivano<br />

dall’acquisto di azioni, ovvero il prezzo può<br />

muoversi repentinamente anche verso il<br />

basso e non è scritto sulla Bibbia che risalirà.<br />

Il “Cigno nero” ossia l’evento imprevedibile, altamente improbabile<br />

e con effetti ad alto impatto tende a presentarsi più spesso di quanto la<br />

statistica vorrebbe farci credere. Ad esempio riportando quanto scrive<br />

l’illustre matematico e inventore della Geometria frattale B.B.Mandelbrot,<br />

in riferimento al 19 ottobre 1987 in cui il Dow Jones crollò del 29,2%: “gli<br />

accademici dissero che quel tipo di evento può capitare una volta in un<br />

miliardo di anni”*. Detto fatto.<br />

Come proteggersi dunque? Chiedendo almeno alla propria<br />

banca di impostare il cosiddetto “Stop/Loss”, cioè un ordine<br />

di vendita latente nei loro sistemi che scatterà ad un livello<br />

di quotazione predefi nito. Questo per impedire di perdere di<br />

più oppure per tutelare una certa parte di profi tti potenziali già raggiunti,<br />

evitando che vengano erosi oltre un certo limite per poi ritrovarsi in territorio<br />

negativo. E’ doveroso dire anche che non tutti gli istituti di credito<br />

sono predisposti per offrire questo servizio, forse perché cose simili sono<br />

considerate scelte evolute. Non dimentichiamo poi che una volta scesi del<br />

75%, per tornare ai valori iniziali bisogna recuperare ben il 300%.<br />

Accade così che un titolo che nei nostri progetti avrebbe dovuto soggiornare<br />

brevemente in portafoglio, ce lo ritroveremo accanto a distanza<br />

di lustri illudendoci che magari risalirà sui massimi, anzi quasi quasi vien<br />

voglia di mediare la perdita! Nulla di più sbagliato… talvolta senz’altro ha<br />

funzionato - e questo rafforza un comportamento di per sé errato - ma<br />

nella maggior parte dei casi non si farà altro che ampliare le perdite investendo<br />

denaro su un titolo in caduta; del resto, se continua a scendere un<br />

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motivo ci sarà, no? (differenti sono le considerazioni sui PAC per chi nota<br />

delle analogie).<br />

Gentile Luciana, dice che le piace giocare in Borsa ma purtroppo la<br />

Borsa non è il miglior luogo in cui giocare. Lo sa bene chi ha fatto della<br />

speculazione una professione (trader) per il quale il controllo del rischio è<br />

una legge divina. Se si vuole sopravvivere.<br />

L’espressione “giocare in Borsa” sottende piuttosto ad approcci più vicini<br />

al gioco d’azzardo che all’investimento, e quanto sia sottile questo confi ne<br />

dipende appunto dall’approccio usato.<br />

Capisco il senso di rabbia e di sfi ducia che lei prova, ma la consapevolezza<br />

è un passo importante per evitare di ripetere certe esperienze. È poi<br />

possibile schivare fl uttuazioni molto accentuate tipiche dei singoli titoli<br />

ed evitare di avere a che fare con problemi di gestione del rischio, che<br />

implica comunque una costante e stretta attenzione al proprio portafoglio.<br />

Come? Delegando un compito del genere ad uno o più buoni gestori di<br />

Fondi/SICAV o a fondi indicizzati opportunamente scelti, che sono degli<br />

organismi che hanno al loro interno molti titoli, con un duplice vantaggio:<br />

primo, l’annullamento del rischio specifi co di uno o pochi titoli, restando<br />

col solo rischio di mercato che è inferiore; secondo, il vantaggio di delegare<br />

la selezione delle società su cui investire, cosa non sempre facile<br />

neppure per gli analisti fi nanziari preposti dai suddetti gestori, fi gurarsi per<br />

i piccoli risparmiatori.<br />

Solleciti la sua banca o consulente ad approfondire questi temi e specialmente<br />

a delineare correttamente il suo profi lo di rischio. Scoprirà che<br />

l’investimento azionario nel dosaggio più compatibile alla sua situazione<br />

complessiva e personalità, nonché associato alle doverose diversifi cazioni<br />

e cautele, più che essere adoperato per guadagni veloci ed emozionanti<br />

serve per tutelare il suo patrimonio dal rischio di erosione ad opera<br />

dell’infl azione: infatti su di un orizzonte temporale di lungo termine è uno<br />

dei rischi a cui tutti siamo maggiormente esposti, anche se nel momento<br />

storico in cui ci troviamo può sembrare anacronistico ricordarlo.<br />

* da “Il disordine dei mercati”, B. B. Mandelbrot/R.L. Hudson, pag. 77<br />

Maurizio Colussi<br />

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apertura<br />

Il ruolo strategico di Internet<br />

nel tempo della crisi.<br />

Promuoversi, farsi trovare,<br />

e vendere on-line.<br />

Il manifestarsi della crisi economica iniziata nei primi mesi del<br />

2008 e maturata con l’epilogo che tutti abbiamo visto finora, ha<br />

determinato diversi cambiamenti nelle abitudini di molti consumatori,<br />

nelle imprese e negli enti governativi, sia per quanto riguarda<br />

gli acquisti, sia nel lato vendite, e naturalmente anche dal punto di<br />

vista organizzativo. Molte cose sono cambiate.<br />

Crisi (dal greco krisis) significa scelta, separazione, cambiamento.<br />

Quindi ne consegue un nuovo scenario. Novità.<br />

Uno dei cambiamenti che si è manifestato in modo evidente<br />

è che sempre più gente (non solo giovani) utilizza Internet<br />

(e in particolare Google) per cercare informazioni e offerte di<br />

qualsiasi tipo.<br />

La gente e le aziende cercano occasioni, pezzi particolari, e<br />

soprattutto prezzi vantaggiosi. Cercano approfondimenti su qualsiasi<br />

argomento, un maggiore dettaglio, opinioni, commenti, feedback,<br />

notizie, quotazioni ecc.<br />

Gli utenti si creano delle idee su quello che trovano in Internet.<br />

Oggi, a differenza di qualche tempo fa, il campo di azione, grazie<br />

alla Rete, si è allargato facilmente all’ambito nazionale ed internazionale<br />

in modo molto semplice e naturale. Puoi vendere e<br />

comprare in tutto il mondo. Il tuo sito, e le informazioni che fornisci<br />

sono uguali qui, come a Roma, Berlino oppure a Bayron Bay (Australia).<br />

In questo contesto l’e-commerce, per esempio, ha ripreso da<br />

settembre 2009 a crescere a doppia cifra ed oggi è del tutto<br />

Agenzia BTC offre ai propri Clienti:<br />

normale acquistare quasi qualsiasi tipo di bene in<br />

Internet (eBay è il sito di compravendite n.1 al mondo),<br />

o comunque arrivare ad individuare un’azienda,<br />

un’offerta o un annuncio grazie alle ricerche effettuate<br />

sui motori di ricerca.<br />

In qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, grazie ai<br />

telefonini di ultima generazione (smartphones) si ha<br />

Internet in mano h24, come essere davanti al proprio<br />

pc.<br />

In questo scenario, non essere presenti in Internet<br />

con un proprio sito, significa perdere quest’opportunità.<br />

Non appararire nelle prime posizioni di Google<br />

con determinate parole chiave significa diminuire<br />

le probabilità di essere contattato da un potenziale<br />

cliente. Non avere un buon sito significa perdere velocemente<br />

il contatto con i visitatori.<br />

La ricerca su Internet avviene comunque anche in<br />

ambito locale. Puoi per esempio cercare una “stufa<br />

a <strong>Belluno</strong>” oppure un “appartamento a Lignano”, un<br />

”soccorso stradale a Portogruaro” oppure un “un ristorante<br />

specialità pesce a Ferrara” e così via…<br />

Se ci sei, e nel giusto modo, hai comunque una<br />

chance in più per poter vendere quando la gente<br />

sta cercando la tua cosa.<br />

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giornalista per un giorno<br />

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Però... Perù!<br />

di Daniela Dametto<br />

Cosa immaginate? Molti colori e<br />

fl auti di Pan? O maglioni di lana caldissimi<br />

e capelli neri corvini. È questo<br />

il Perù?<br />

Effettivamente nell’impatto emotivo che lascia si mescolano<br />

anche questi ingredienti.<br />

E che dire dei clacson che risuonano all’impazzata in tutta<br />

la capitale senza nessun motivo apparente!<br />

Sembra quasi che vengano usati come frecce, o come fari,<br />

qualsiasi momento della giornata è accompagnato dal loro<br />

suono. Sono i taxi a farla da padroni per le strade; ti prendono,<br />

ti portano, anche se al Callao non tutti vanno, però.<br />

È la città del porto di Lima, una zona periferica, esclusa<br />

dai percorsi turistici; ma proprio lì in fondo, vicino alla punta,<br />

c’è un quartiere, un barrio come si dice qui, che spesso<br />

si nomina per mettere in guardia i turisti sprovveduti, in cui<br />

vive un gruppo di ragazzi davvero speciale.<br />

È attraverso i loro occhi che ci immergiamo nella vita<br />

peruviana, e gustiamo il mate de coca, la chicha morada, e<br />

la cucina di cui sono orgogliosi.<br />

La civiltà Inca ha lasciato loro in eredità qualcosa come tre-<br />

mila varietà di patate! Coltivate a tutte le altitudini, hanno<br />

forme, colori e gusti tra i più svariati. Come, del resto, sono<br />

differenti i climi; viaggiando tra la costa, la sierra e la selva<br />

si attraversano paesaggi affascinanti e sconfi nati, in cui ci si<br />

può perdere tra i lama, gli alpaca e le pregiate vigogne.<br />

Un vero e proprio “bagno di peruvianità”, quello che ci portiamo<br />

dentro e che resterà nei pensieri, assieme al turbinìo<br />

di voci, sorrisi, abbracci di Puerto Nuevo che ha preso il<br />

posto del però… Perù. •<br />

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letto per voi<br />

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CREDETEMI,<br />

c’ho provato<br />

di El Gianluchinho<br />

info@bellunomagazine.it<br />

Non è facile essere bambini!<br />

Di pelle chiara, fi glia di<br />

genitori bianchi separati,<br />

Mishna Wolff cresce in dignitosa<br />

povertà nel quartiere<br />

afroamericano di Seattle,<br />

dove vive col padre<br />

e la sorella minore.<br />

Il padre è convinto di essere<br />

nero: da nero vive, si veste e<br />

si comporta, è accettato e<br />

benvoluto dai “fratelli” del quartiere così come Anora,<br />

la fi glia minore e prediletta. Per Mishna non è ugualmente<br />

facile: timida e insicura, non aiutata dal colore<br />

della sua pelle, fa fatica a socializzare con i vicini di<br />

casa, che la evitano o la deridono.<br />

La situazione non migliora quando Mishna ottiene<br />

una borsa di studio in una scuola privata. I suoi nuovi<br />

compagni di classe, bianchi e ricchi, abitano in ville<br />

sulla spiaggia, hanno cavalli e pony, sciano e vanno in<br />

vacanza in Europa: nulla a che vedere con l’ambiente<br />

umile da cui lei proviene. Se possibile, questo secondo<br />

tentativo d’integrazione le riesce ancor più diffi cile<br />

ed il paradosso della sua vita prende sempre più forma:<br />

troppo bianca per essere accettata nel quartiere,<br />

troppo “nera” per fare amicizia a scuola…<br />

Credetemi c’ho provato - I’m down il titolo originale<br />

- è la piacevole autobiografi a di Mishna Wolff, giovane<br />

autrice americana che, senza mai cadere nell’autocommiserazione,<br />

riesce con abile leggerezza a raccontare<br />

le diffi coltà incontrate nell’integrarsi nella comunità<br />

afroamericana, naturalmente portata all’ostilità e alla<br />

diffi denza verso i connazionali bianchi dopo secoli di<br />

segregazione razziale, nel confrontarsi con i coetanei<br />

più abbienti, nel superare il trauma della separazione<br />

dei genitori e nell’ottenere l’approvazione del padre.<br />

Leggero, divertente e a volte commovente, una lettura<br />

non impegnativa per tutto l’anno. •<br />

Credetemi c’ho provato di Mishna Wolff<br />

Fandango Libri, <strong>2010</strong> - pagg. 342, € 18,00.<br />

Per saperne di più: www.mishnawolff.com<br />

L’Oroscopo di BM<br />

a cura del MAGO YAMIL - 22yamil@gmail.com<br />

Cari amici dell’Ariete dopo il caldo dell’estate prestate attenzione<br />

ai primi sbalzi di temperatura, non uscite senza fazzoletti potrebbero<br />

servirvi. Se qualcosa vi sembra andare storto nei rapporti<br />

affettivi, portate pazienza, cercate di ricostruire un atmosfera romantica<br />

e la situazione migliora. Notevolmente meglio nel lavoro<br />

direi, quantomeno potete mettere buone basi per il vostro futuro.<br />

I primi freddi sono in agguato anche per voi del Toro, dove l’attenzione<br />

va alle cervicali, farete bene a coprirvi. Basta che venga meno<br />

un po’ di stabilità economica e subito scatta l’allarme, d’altronde è<br />

la vostra caratteristica certo, ma cercate, però di guardarvi intorno<br />

che stimoli e alternative per voi ci sono. Tanto stress che potrebbe<br />

mal infl uenzare i rapporti affettivi, tirate fuori il vostro “savoir faire”<br />

come aiuto, ma mettete da parte (almeno qui) la testardaggine.<br />

Avete ancora ferie da prendervi? È il momento giusto, in alternativa<br />

concedetevi degli intervalli e il vostro fi sico ne trarrà vantaggio.<br />

Nel lavoro, ricordandovi di rispettare gli altri, potreste saper approfi<br />

ttare di una buona occasione. Il richiamo alla lealtà e onestà<br />

vale anche nei rapporti affettivi, sarete un po’ offuscati nel sapervi<br />

esprimere, parlate con il cuore e sarete compresi.<br />

Per voi amici del Cancro stanchezza fi sica e un richiamo a mettere<br />

da parte l’orgoglio poiché non è il momento per darne sfogo, ne<br />

risentirebbero tutti i settori, sia per quanto riguarda la salute che<br />

per il lavoro dove le responsabilità potrebbero anche farvi fare<br />

scelte sbagliate, chiedete suggerimenti. Anche la sfera affettiva per<br />

gli stessi motivi potrebbe risentirne, siate più dolci suvvia!<br />

Nel lavoro saprete impegnarvi sulle cose più impegnative e dare il<br />

massimo, il successo sta arrivando, osate osate e ancora osate senza<br />

timori. Senza strafare però, in agguato cali di pressione, basta il<br />

giusto equilibrio. Anche in amore le nubi sembrano diradarsi, sarete<br />

meno polemici e decisamente più positivi, il partner apprezzerà.<br />

Il richiamo alla diplomazia è la parola d’ordine per voi amici della<br />

Vergine, anche quando vi sembrerà che il mondo vi crolli addosso<br />

sappiate ponderare le vostre azioni. Le stelle vi portano ad un<br />

periodo introspettivo utile per la vostra crescita, potreste dover<br />

rifare delle cose. Un buon e sano atteggiamento positivo si rivelerà<br />

molto più utile di quanto vi aspettiate.<br />

Il vostro impegno nel lavoro darà buoni risultati, non cercate di<br />

essere troppo perfezionisti nel cercare il classico pelo sull’uovo.<br />

Con il partner sappiate essere leali e coerenti e le eventuali nubi si<br />

dissolveranno, sarete apprezzati per il vostro comportamento corretto.<br />

Se i primi freddi si fanno sentire il detto “prevenire è meglio<br />

che curare” fa a caso vostro, frutta di stagione ricca di vitamina C<br />

e via in piena forma.<br />

Quanto mai intuitivi nei rapporti affettivi, saprete meravigliare il<br />

vostro partner, quindi ottimo periodo. Anche il lavoro gode dei<br />

favori delle stelle in particolare negli avanzamenti di carriera, non<br />

stupitevi della cosa. Qualche attenzione alla forma fi sica è suggerita,<br />

iniziando dalla cucina, che sia il caso di un po’ di dieta?<br />

Cari amici Sagittario, lo stato salute in questo mese potrebbe portarvi<br />

ad un consulto medico, abbiate cura di voi stessi senza strafare.<br />

Lavoro con alti e bassi dove la stabilità che cercate tarda ad<br />

arrivare, forse un collega invadente, ma anche belle novità a rallegrarvi.<br />

Se siete single, le stelle vi daranno una mano per gli incontri<br />

destinati a durare, date e datevi il tempo di conoscervi meglio.<br />

Ottima la forma fi sica e recupero di energie, utilissime per gli impegni<br />

di lavoro dove potreste esser chiamati a ruoli di responsabilità,<br />

state tranquilli che potete farcela e ce la farete, ne avete davvero i<br />

numeri. Anche il vostro partner e gli amici si accorgeranno di tanto<br />

entusiasmo, sarete decisamente trainanti.<br />

Siate riconoscenti con chi vi aiuta nell’ambiente lavorativo, tale appoggio<br />

sarà utilissimo, sta a voi saperne approfi ttare. Nell’amore<br />

cercate di rompere la possibile momentanea monotonia uscendo<br />

con gli amici, servirà per attenuare tensioni e ritrovare stimoli con<br />

il partner. Uscire, magari all’aria aperta, vi sarà oltremodo utile per<br />

la salute, qualche spremuta di supporto è indicata.<br />

Un possibile calo di energie sembra minare la vostra salute, ma<br />

tranquilli che vi riprenderete in fretta. Nel lavoro, di conseguenza,<br />

non tutti capiranno il vostro calo di vitalità, cercate di prestare attenzione<br />

in particolare con i superiori. Periodo buono per la sfera<br />

affettiva dove riuscirete sia a farvi perdonare eventuali mancanze<br />

recenti, sprigionerete simpatia da tutti i pori.<br />

© <strong>Belluno</strong> <strong>Magazine</strong><br />

Villa Zasso<br />

Matrimoni e avvenimenti di prestigio<br />

Maestosa ed allo stesso tempo elegante, mirabilmente<br />

incastonata nell’imponente scenario del Monte<br />

Pizzocco e delle Dolomiti Bellunesi, da più di trecento<br />

anni Villa Zasso domina l’intera Valbelluna<br />

dai boschi del Cansiglio al Feltrino.<br />

Come ogni opera d’arte Villa Zasso è unica e non<br />

paragonabile a nessun’altra. Fa storia a sé. Ogni de-<br />

scrizione è superflua e nessuna fotografia può realmente<br />

rappresentarla.<br />

Bisogna vedere per respirare l’atmosfera di incredibile<br />

fascino che Villa Zasso trasmette in una stupefacente<br />

osmosi con l’animo di chi osserva, per capire la<br />

magia che gli antichi architetti sono riusciti ad infondere<br />

nell’armonico connubio fra natura e arte.<br />

Villa Zasso Moldoi - Sospirolo (BL) - tel . 0437 943190 - 347 2785873 - info@villazasso.it - www.villazasso.it<br />

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