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Pegaso spicca il volo - Gulliver

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RIFLETTORI SU<br />

10<br />

LETTERA APERTA<br />

Non è tempo di essere moderati<br />

Sono tempi diffi c<strong>il</strong>i per i lavoratori e le lavoratrici, perché gli stravolgimenti<br />

della sfera economica mondiale hanno mostrato l’enorme frag<strong>il</strong>ità<br />

dell’apparato fi nanziario, la sua distanza dall’economia reale e la sua<br />

tendenza a prestarsi a truff e e ruberie di ogni tipo. Tale tracollo ha infl uenzato<br />

negativamente anche l’economia reale, troppo appoggiata al sistema creditizio,<br />

mandando in crisi sia le famiglie che le imprese. A questo dato si aggiunge<br />

l’insensatezza delle modalità produttive che imperversano dal dopo<br />

guerra, fondate sul consumismo sfrenato, sull’incremento della produzione e<br />

del P<strong>il</strong>, senza vincoli. In questi anni ci si è sempre più liberati di qualsiasi ostacolo<br />

o regola che si frapponesse all’incremento di produzione, causando una<br />

quantità di merce invenduta da gettare o svendere ai paesi poveri, di rifi uti<br />

che non siamo in grado di riciclare e smaltire, di distruzione dell’ambiente e<br />

consumo delle risorse.<br />

Non credo si sia di fronte ad una crisi, come la maggior parte del<br />

mondo politico ed economico spera, credo si tratti di un malessere più profondo:<br />

del crollo di un modo di percepire <strong>il</strong> mondo secondo categorie sociali<br />

ed organizzative, che si è mostrato incapace di dare risposta ai bisogni fondamentali<br />

delle persone, non mi riferisco solo all’accresciuto divario tra paesi poveri<br />

e ricchi del mondo, ma anche ad un progressivo diff ondersi della povertà<br />

all’interno dell’occidente.<br />

L’applicazione della logica del profi tto, della crescita a tutti i costi, ha<br />

portato ad un allargamento del divario tra chi possiede redditi ingenti, nelle<br />

cui mani si accumula una quota maggiore di ricchezza, e chi vive sotto la<br />

soglia di povertà o sta per entrarci, causa reddito da lavoro con potere d’acquisto<br />

sempre più esiguo e perdita dell’occupazione.<br />

Questo momento di depressione sta mettendo in diffi coltà le famiglie<br />

che non hanno più strumenti per aff rontare le spese quotidiane necessarie<br />

(la casa, <strong>il</strong> cibo, le bollette, la salute, ecc…), c’è un’incertezza<br />

ed un senso di precarietà diff uso, alimentato in questi anni<br />

attraverso la deregolamentazione del mondo del lavoro,<br />

mi riferisco alla precarizzazione del lavoro<br />

e dei diritti, al puntare tutto su stimoli alle<br />

imprese, senza un disegno di indirizzo<br />

generale delle produzioni: di cosa c’è<br />

bisogno, di quali quantità di merce,<br />

di come distribuirle, di come ridurre<br />

gli sprechi energetici e la<br />

produzione di rifi uti.<br />

L’altra cosa preoccupante<br />

è la tendenza manifesta<br />

ad intervenire sulle<br />

diffi coltà attaccando i diritti<br />

dei cittadini, dei lavoratori,<br />

reprimendo <strong>il</strong> dissenso, che<br />

ovviamente cresce esponenzialmente,<br />

e scatenando<br />

guerre tra poveri, campagne<br />

contro gli stranieri<br />

o gli immigrati. Tutti i partiti<br />

politici soffi ano sulle braci<br />

della “sicurezza”, quando in realtà<br />

l’unica sicurezza di cui c’è<br />

reale necessità è quella di poter<br />

avere un reddito che permetta alle<br />

persone di vivere in modo dignitoso,<br />

di riprodursi, di alimentarsi, di istruirsi e<br />

di curarsi in caso di necessità.<br />

Per questo penso che non sia più <strong>il</strong><br />

tempo della moderazione. Quando sotto attacco<br />

sono i diritti fondamentali e le libertà dei singoli, non è<br />

possib<strong>il</strong>e mediare su questi, occorre difenderli con tutte le forze, per<br />

non perdere le conquiste ottenute dopo i confl itti mondiali e ben rappresentati<br />

all’interno della nostra Carta Costituzionale. Un esempio per tutti: è dal<br />

GIUGNO 09<br />

1927 che non si parlava di leggi che mettessero in discussione <strong>il</strong> diritto allo<br />

sciopero ed al dissenso, allora fu fatto nel corso del ventennio fascista. Il fascismo,<br />

come tutti i regimi servì per proteggere i priv<strong>il</strong>egi di pochi nei confronti<br />

della libertà della maggioranza dei cittadini, per questo si rende necessario<br />

reprimere le voci di dissenso.<br />

Concludo dicendo che a fronte di questo tracollo presente, bisogna<br />

cominciare a rifondare la società partendo dalle esigenze delle persone, delle<br />

famiglie e dei gruppi sociali che la compongono, cercando di dare risposte ai<br />

bisogni primari e fondamentali, garantendo diritti e dignità dei singoli, producendo<br />

solo ciò di cui c’è bisogno e salvaguardando ambiente. Nel mondo<br />

del lavoro mi viene in mente che è necessario recuperare diritti, partendo dai<br />

contratti precari che non garantiscono la dignità del lavoratore come persona,<br />

ma lo assim<strong>il</strong>a ad una merce; garantendo potere di acquisto a salari e<br />

pensione ed erogazione dei servizi bas<strong>il</strong>ari; garantendo la sicurezza sul lavoro;<br />

eliminando le discriminazioni tra lavoratori stranieri ed italiani; tra uomini e<br />

donne.<br />

È necessario pensare a politiche di indirizzo delle produzioni, creando<br />

occupazioni stab<strong>il</strong>i e ut<strong>il</strong>i, produzioni legate alla tutela dell’ambiente, a<br />

produzioni poco inquinanti, alla messa in sicurezza degli edifi ci e delle strutture<br />

pubbliche, all’ut<strong>il</strong>izzo di risorse locali, alla razionalizzazione dei trasporti,<br />

ecc…<br />

Come Cooperativa Sociale penso si debba porre sempre maggiore<br />

attenzione alle condizioni di lavoro dei soci e dei lavoratori, sapendo che da<br />

un lato vi sono i committenti (enti locali), orientati al risparmio, a chiedere<br />

prestazioni fl essib<strong>il</strong>i e poco rispettose del ruolo degli operatori; dall’altro retribuzioni<br />

basse, che non garantiscono tranqu<strong>il</strong>lità economica ed in alcuni casi<br />

non per tutti i mesi dell’anno. Per compensare queste tendenze strutturali del<br />

nostro settore occorre tenere una intensa relazione tra la base sociale<br />

e gli organi direttivi della Cooperativa, permettendo uno<br />

scambio di informazioni in entrambe le direzioni, per<br />

cercare di dare risposta alle persone che compongono<br />

la nostra numerosa Cooperativa.<br />

Mi viene in mente che tra soci e<br />

lavoratori vi sono anche numerosi<br />

stranieri, che l’attuale governo sta<br />

mettendo sotto grande pressione,<br />

nonostante rappresentino<br />

una grande risorsa per <strong>il</strong> nostro<br />

paese. Si potrebbe cercare<br />

un modo per capire di cosa<br />

abbiano bisogno per avere<br />

maggiori garanzie, poter<br />

lavorare con continuità e<br />

costruirsi una vita dignitosa<br />

in Italia.<br />

Mi viene in mente<br />

che a Modena vi sono sempre<br />

più preoccupanti segnali<br />

di infi ltrazioni di attività mafi<br />

ose soprattutto in ed<strong>il</strong>izia,<br />

sapendo che molti appalti<br />

sono in mano a Cooperative che<br />

operano nell’ed<strong>il</strong>izia, trovare modi<br />

sicuri per evitare che parti delle attività<br />

possano fi nire nelle mani di imprese<br />

collegate alla mafi a, visto che <strong>Gulliver</strong><br />

aderisce anche a Libera.<br />

Insomma è <strong>il</strong> momento di lottare per<br />

mettere tasselli stab<strong>il</strong>i e corretti per creare un’era<br />

post-globalizzata fondata su principi sani, per lasciare ai<br />

nostri fi gli un paese più equo e vivib<strong>il</strong>e.<br />

Ermanno Panciroli

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