Pegaso spicca il volo - Gulliver

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LAVORARE NEL SOCIALE 8 Le figure professionali L’educatore dell’appoggio scolastico assistenziale all’interno della scuola è l’operatore che svolge la propria attività cercando di formulare e realizzare progetti educativi che siano volti a L’educatore promuovere l’autonomia, le potenzialità, il recupero e il reinserimento sociale di soggetti con handicap psico-fi sico con situazione di disagio o di devianza. ATTIVITÀ L’educatore assistenziale, in collaborazione con docenti curricolari e di sostegno, deve dare risposta ai bisogni materiali quali la cura della persona e la deambulazione e ad esigenze immateriali come il bisogno di comunicazione, il riconoscimento del proprio corpo, la vicinanza con le altre persone. In particolare ha come mandato il lavoro su 3 macrotemi: autonomia, identità e relazione. L’intervento dell’educatore è quello sull’autonomia fi sica(mangiare, camminare, vestirsi, andare in bagno) e sull’autonomia riguardante lo spazio circostante (esplorazione dell’ambiente). Per l’identità e la relazione l’educatore lavora sull’ampliamento delle forme di comunicazione, l’inserimento sul piano sociale in situazioni di gioco o di routine e una prima conoscenza, anche solo intuitiva, dello spazio, del tempo e dell’ordine delle cose. Si tratta di aree di intervento che sono già oggetto di azione degli insegnanti che se ne occupano maggiormente in chiave di apprendimento. L’educatore, invece, privilegia gli aspetti più strettamente educativi e assistenziali, fondamentali per una eff ettiva integrazione scolastica. Per meglio svolgere questa attività l’educatore deve assumere conoscenze complete sull’alunno con handicap in modo da possedere un quadro della sua personalità, partecipando anche alla costruzione del PDF (Piano Dinamico Funzionale) e del PEI (Piano Educativo Individualizzato). Deve proporre durante tutto il percorso scolasti- Inizia raccontandomi un po’ la tua storia… Mi chiamo Francesca Franzon, ho 30 anni e mi sono laureata in Traduzione presso la S.S.L.M.I.T di Trieste. Sono approdata alla cooperativa Gulliver seguendo i percorsi spesso strani che la vita ci riserva. Inaspettatamente, ad un certo punto del mio percorso lavorativo, si è chiusa una porta e si è aperta quella della realtà cooperativa e ho avuto la fortuna di incontrare persone che non si sono limitate a guardare il mio percorso formativo, non strettamente in linea con il profi lo che ora ricopro, ma che hanno avuto la capacità e la voglia di vedere la mia forte motivazione e interesse nei confronti del lavoro per il quale mi candidavo. Come hai conosciuto la realtà della Cooperativa Gulliver??? Ho conosciuto la realtà della cooperativa Gulliver attraverso un’amica, insegnante di sostegno presso una scuola di Modena. Com’è sono stati il primo impatto e le tue impressioni sulla scuola?Come sei stata accolta? Durante i primi sei mesi ho lavorato come jolly in diverse scuole di Modena e provincia e, nonostante siano stati mesi diffi cili e duri, li considero tuttora un’esperienza indispensabile e preziosa che mi ha realmente aiutato a capire quanto questo lavoro mi piaccia e quanto sia realmente quello che desideravo fare “da grande”. Dopo questo periodo iniziale ho avuto la fortuna di entrare nella realtà ricca e dinamica della Scuola Elementare G. Rodari, dove lavoro tuttora seguendo 3 bimbi disabili inseriti in due diverse classi. Il mio inserimento in questa nuova realtà è stato molto positivo e stimolante ed è stato facilitato dalla presenza di colleghe e di un dirigente scolastico molto disponibili ed intelligenti, che mi hanno fatta sentire parte integrante della classe e della scuola. Com’è il tuo rapporto con colleghi, utenti ed insegnanti? Il rapporto con i colleghi delle due classi in cui sono inserita è molto positivo e mi off re la possibilità di un L’esperienza di Francesca confronto continuo e aperto sul lavoro svolto con gli alunni che seguo e ciò mi permette di aff rontare in modo sereno e produttivo la giornata lavorativa e le eventuali diffi coltà che si possono incontrare nel nostro lavoro. Di cosa ti occupi nel quotidiano? Le mansioni che svolgo quotidianamente sono sempre diverse e variano in base alla classe in cui mi trovo a lavorare, all’attività programmata per la classe, allo situazione emotiva e fi sica dell’alunno e alle esigenze che in un determinato momento si rivelano prioritarie rispetto al programma fatto precedentemente. I compiti che tuttavia ritengo prioritari nel mio lavoro quotidiano e che considero elementi imprescindibile per il successo del mio operare sono: l’accoglienza del bambino, l’ascolto continuo e attento di quello che il bimbo vuole e desidera comunicarci, e ovviamente l’ assistenza alla persona che è alla base del nostro lavoro, perché riguarda il benessere fi sico del bambino. Sapresti indicarmi i pro e i contro del tuo lavoro? Il rapporto con i bambini è per me, e penso per ogni educatore che ami questo lavoro, una costante fonte di gioia, di sorpresa e di stimolo. I piccoli progressi che gli alunni compiono quotidianamente, spesso impercettibili ma non per questo meno importanti, e la serenità che ciò off re al bimbo, sono sempre motivo di grande soddisfazione e felicità e sono uno stimolo prezioso a inventare e pensare modi sempre nuovi e attenti di stare e crescere insieme a loro. Oltre a ciò ovviamente anche l’aff etto che i bimbi ci off rono quotidianamente e spontaneamente è un importante motore che ci permette di svolgere serenamente e con entusiasmo il nostro lavoro. Un aspetto negativo è che alle volte ci si può trovare a lavorare in contesti educativi in cui i concetti “reale integrazione”,“diritto alla diversità”, “diversità è ricchezza” e “diritto alla formazione/educazione aldilà di ogni handicap” siano parole vuote o non realmente piene di un signifi cato programmatico per le persone che ci circondano e con le quali ci troviamo a lavorare e GIUGNO 09 ■ A cura di Elena fabro co quanto ritiene utile, opportuno e vantaggioso per l’alunno. Questo è possibile anche attraverso il Piano di Lavoro, un documento appositamente creato, che viene allegato al resto della comunicazione scolastica e che rappresenta l’intervento dell’educatore stesso nel team. FORMAZIONE Per la formazione degli operatori è necessario il diploma di scuola superiore; oltre a questo può essere richiesto un corso di formazione professionalizzante come i corsi in passato organizzati dal CESVIP. Può essere richiesto anche che l’educatore assistenziale (PEA) sia in possesso di un diploma magistrale/ socio psico pedagogico o di una laurea che dia diritto all’insegnamento. Preferenza viene data ai laureati in Scienze dell’Educazione, Scienze della Formazione e Psicologia. Alcune clausole possono prevedere deroghe per educatori non in possesso di titoli specifi ci, ma che hanno comprovata esperienza di anni di lavoro con persone disabili. CONTESTI OPERATIVI Gli educatori dell’appoggio scolastico svolgono la loro attività all’interno della scuola a partire dai nidi fi no ad arrivare alla scuola superiore. L’attività è inserita quasi sempre all’interno di scuole statali; in alcuni casi è possibile agire su scuole comunali (come alcune scuole d’infanzia) e, più raramente, in scuole private convenzionate(a discrezione del committente o in base a particolari contratti privati). L’utilizzo del personale dell’area educativo- assistenziale avviene sotto la responsabilità funzionale ed organizzativa del Capo d’Istituto. ci scopriamo, nostro malgrado, portavoce e “difensori” di concetti astratti che, senza la forza e la volontà reale e concreta di un team non possiamo portare avanti individualmente e in queste situazioni decadono i presupposti stessi del nostro operare in modo profi cuo nell’interesse del bambino disabile. Un altro aspetto negativo è la retribuzione che, a mio avviso, non è adeguata alle competenze che ci vengono richieste e ai compiti che spesso ci vengono affi dati e credo che un riconoscimento economico adeguato del nostro operato infl uirebbe positivamente anche sulla percezione e sulla valorizzazione che il nostro lavoro ha nell’ambiente sociale che ci circonda, oltre ad essere un importante elemento di gratifi cazione personale. Cosa consiglieresti ad un ragazzo che volesse intraprendere questo lavoro? A chi volesse intraprendere questo lavoro consiglio innanzitutto di aver la capacità e la forza di interrogarsi sinceramente sulle motivazioni e le attitudini personali che lo spingono a lavorare con bimbi diversamente abili, questo nella tutela del proprio benessere e soprattutto nella tutela del benessere dei bimbi con i quali lavoriamo. Credo infatti che svolgere questo lavoro senza la passione e la convinzione che tale professione esige, abbia inevitabilmente conseguenze negative per l’educatore in primis e per la crescita serena del bimbo. Una forte motivazione infatti non è sempre suffi ciente ed è dunque necessario valutare il nostro ruolo a 360 gradi considerando tutto quello che ci gravita intorno e tutto ciò che comporta. Infi ne, cos’è per te la Cooperativa Gulliver? La mia conoscenza rispetto alla cooperativa Gulliver è purtroppo tuttora molto limitata ma ritengo che il suo operato svolga un ruolo determinante e importantissimo nel tessuto sociale ed educativo di Modena e provincia, dimostrando in modo concreto come la diversità sia una ricchezza per tutti.
CCNL Nuovi inquadramenti O.S.S. - R.A.A. Operatore Socio Sanitario in C2 Nel mese di gennaio scorso si è concluso il percorso che ha visto la completa applicazione del CCNL. Le novità sostanziali sono due: l’eliminazione dei livelli di inquadramento, sostituiti dalla progressione orizzontale, e il riconoscimento del titolo di operatore socio sanitario. Nel nuovo CCNL è specifi cato che l’O.S.S. sia inserito nella categoria C2 solo se eff ettivamente svolge la sua attività in servizi socio-sanitari: non è quindi riconosciuto solo il titolo, ma anche il contesto lavorativo che richieda questa professionalità. Questa defi nizione ha aperto un lungo dibattito all’interno delle cooperative e, ovviamente, le posizioni prese sono state diverse. La futura applicazione delle norme sull’accreditamento dovrebbe vedere il pieno riconoscimento dell’O.S.S. e non si dovrebbe fare più riferimento alla fi gura dell’ addetto all’assistenza di base; tuttavia, non tutte le cooperative presenti sul nostro territorio regionale intendono perseguire questa strada, in considerazione soprattutto dei costi previsti da una decisione del genere e della delicata situazione economica del nostro paese. La cooperativa Gulliver, dopo una attenta valutazione, ha preso una chiara posizione in merito a questo profi lo professionale, stabilendo che tutte le persone con il titolo O.S.S saranno inquadrate nella categoria C2, a prescindere dal servizio in cui operano. L’applicazione totale del CCNL prevede un pesante onere economico per sostenere i costi relativi, ma rappresenta la scelta specifi ca di voler fortemente riconoscere il ruolo dell’O.S.S. all’interno dei nostri servizi. Responsabile della Attività Assistenziali in D1 A diff erenza dell’O.S.S. la fi gura del Responsabile delle Attività Assistenziali non è riconosciuta in tutto il territorio nazionale. La regione Emilia Romagna, considerando la legge sull’autorizzazione al funzionamento, la individua come punto indispensabile nella gestione dei nuclei sia residenziali/semiresidenziali che domiciliari. Il profi lo professionale del R.A.A., nel tempo, si è sempre più specializzato riguardo la gestione degli aspetti socio-sanitari ed ha acquisito conoscenze correlate alle più diff use patologie, in considerazione del cambiamento/aggravamento dell’utenza. La fi gura del R.A.A è stata soggetto di uno sviluppo delle competenze in merito alla cura delle relazioni con gli utenti, con le loro famiglie e con gli enti pubblici, in merito alla selezione, gestione e va- 1.° Meeting giornata della solidarietà sportiva 24 MAGGIO 2009 Polisportiva Saliceta San Giuliano. Modena La giornata della solidarietà sportiva è stata per gli organizzatori un successo dove lo sport è stato portavoce del binomio divertimento/ salute: un principio che vale per tutti, ma ancora di più per chi è portatore di qualche handicap. Un appuntamento che ha voluto tutti in campo, senza ghettizzazioni, sollecitando la conoscenza, la rifl essione, la solidarietà, anche per creare cittadini migliori. Alla manifestazione, che ha avuto luogo domenica 24 maggio presso la polisportiva Saliceta San Giuliano di Modena, hanno aderito tante società sportive di Reggio Emilia e Modena. Erano presenti atleti paraolimpici di Pechino 2008 Cecilia Camellini, Filippo Bonacini e Fabio Azzolini, modenese la prima, reggiani i secondi. Tante le società partecipanti e soprattutto grande affl uenza di persone disabili invitate dagli organizzatori a provare le diverse discipline in programma: basket, tennis, calcetto , equitazione, tiro con l’arco, Wheelchair Hockey, tennis da tavolo, pallavolo. GIUGNO 09 ■ A cura di Cinzia Molinari lutazione del personale, relativamente al proprio gruppo di lavoro. Il ruolo del R.A.A rappresenta all’interno del nucleo il primo interlocutore e il principale promotore dell’ integrazione sociosanitaria. Nella nostra Cooperativa il R.A.A assume una importante rilevanza strategica all’interno dei servizi che gestiamo: di fatto è la fi gura gestionale centrale che determina l’organizzazione e di conseguenza la qualità percepita dai nostri utenti. Per contratto il ruolo di Responsabile delle Attività Assistenziali è collocato nella categoria C3 (“… operatore socio-assistenziale addetto all’assistenza di base o altrimenti defi nito coordinatore…”), ma anche questa volta la scelta aziendale è andata in altra direzione. Si è convenuto che fosse indispensabile riconoscere a questa fi gura professionale l’importante lavoro di pianifi cazione strategica che svolge all’interno dei servizi, con l’obiettivo principale di valorizzare le risorse umane e la professionalità per ciò che ci è possibile e consentito dal C.C.N.L., in quest’ ottica si è quindi scelto di defi nire l’inquadramento del R.a.a. in D1 e di riconoscere a chi espleta questa funzione una indennità specifi ca. LA PAGINA DEL PERSONALE 9 ATTUALITÀ
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