Pegaso spicca il volo - Gulliver
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RIFLETTORI SU<br />
12<br />
Dall’Abruzzo<br />
ÈPasqua, anche in Abruzzo, anche fra le tende<br />
blu. Una Pasqua strana, una risurrezione<br />
ancora nascosta dalla morte, ma la vita si<br />
respira, si percepisce, tra questa gente così forte<br />
e coraggiosa, che già pensa al domani, lasciandosi<br />
alle spalle la distruzione.<br />
Mentre ci avviciniamo a V<strong>il</strong>la S.Angelo (a una ventina<br />
di km da L’Aqu<strong>il</strong>a), da lontano tutto sembra tranqu<strong>il</strong>lo,<br />
si percepisce solo uno strano s<strong>il</strong>enzio, appannato<br />
da una parvenza di normalità. Da lontano<br />
le case sembrano intatte e i pianti non si sentono.<br />
Da lontano nulla è cambiato, nulla è successo. Da<br />
lontano la morte non si vede.<br />
In lontananza puntini blu. Case, puntini blu, campi…<br />
colori diversi, si coglie subito che <strong>il</strong> blu delle<br />
tende è un colore estraneo, un intruso rispetto al<br />
verde e giallo del paesaggio.<br />
Ci avviciniamo al campo base e ai nostri occhi iniziano<br />
a mostrarsi le ferite del sisma, case sventrate,<br />
divieti di accesso, macerie. E ancora tanto, troppo<br />
s<strong>il</strong>enzio. Arriviamo al campo, attendiamo l’assegnazione<br />
delle tende. La gente ci saluta, ci ringrazia,<br />
ci sorride. Una vecchietta cammina curva<br />
su se stessa con un sacchetto in mano. Le porgo<br />
<strong>il</strong> braccio per aiutarla, ci sono tubi e fi li per terra<br />
e si appoggia per non inciampare. Camminiamo<br />
insieme, lentamente, verso la sua tenda. Non mi<br />
parla del terremoto, non mi parla della paura. Mi<br />
racconta di lei, della sua vita, della sua giovinezza,<br />
fi nché arriviamo: “Ecco, questa è casa mia” ha detto<br />
indicandomi una tenda blu, la tenda 14.<br />
L’ho rivista varie volte in quella settimana e ogni<br />
volta ho riascoltato lo stesso racconto, la guerra, <strong>il</strong><br />
marito soldato. È la seconda settimana dopo quella<br />
terrib<strong>il</strong>e notte. Il campo è in continua crescita, in<br />
costruzione, in movimento. Ci sono le tende blu,<br />
quelle verdi dei <strong>volo</strong>ntari, la tensostruttura della<br />
mensa, <strong>il</strong> container-uffi cio comunale, i bagni, le<br />
docce, <strong>il</strong> container lavanderia con le lavatrici e le<br />
asciugatrici, i container magazzini, l’ospedale da<br />
campo… ha già la fi sionomia del v<strong>il</strong>laggio. La vita<br />
riprende a scorrere, giorno e notte.<br />
I <strong>volo</strong>ntari lavorano per rendere <strong>il</strong> campo <strong>il</strong> più<br />
vivib<strong>il</strong>e possib<strong>il</strong>e, perché non sia solo una campo<br />
dove stare, ma un campo dove vivere, dove poter<br />
riprendere le proprie attività.<br />
Si dividono e catalogano i vari aiuti, alimentari e<br />
vestiario, che arrivano da tutta Italia. Si costruiscono<br />
scaff ali, tettoie, stendini, passatoie.<br />
Ogni giorno qui è un’esperienza nuova, ogni incontro<br />
ha una storia da raccontare.<br />
Passato lo shock iniziale e lo stordimento, la gente<br />
inizia a realizzare, inizia la diffi c<strong>il</strong>e fase di elaborazione<br />
di quanto accaduto. Le reazioni sono diverse:<br />
c’è chi si rimbocca le maniche e inizia a off rirsi per<br />
qualche lavoro al campo, per tornare in qualche<br />
modo a una normalità che poi normalità non è,<br />
riprendere le attività che facevano prima. C’è chi<br />
invece è sopraff atto dall’apatia più totale, nessuna<br />
voglia di fare alcunché, nemmeno una passeggiata.<br />
C’è chi pensa al dopo, chi mette insieme idee e<br />
progetti. C’è chi pensa al prima, a quello che non<br />
c’è più, spazzato via in 27 secondi. C’è chi accetta<br />
l’ospitalità di parenti e amici e lascia <strong>il</strong> campo... Tutti<br />
però mantengono la propria dignità, una dignità<br />
che tocca <strong>il</strong> cuore e che ti fa sentire piccolo pic-<br />
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE,<br />
NELLA SEDUTA DEL 9 APRILE SCORSO,<br />
HA DELIBERATO DI DEVOLVERE L’IMPORTO<br />
DEL CONTRIBUTO RICAVATO DAL 5X1000<br />
CHE VERRÀ DESTINATO ALLA NOSTRA<br />
COOPERATIVA AD INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ<br />
E DI AIUTO RIVOLTE ALLA POPOLAZIONE<br />
ABRUZZESE COLPITA DAL TERREMOTO<br />
DEL 6 APRILE SCORSO.<br />
colo. Non si vede gente urlare di dolore, piangersi<br />
addosso. E’ un dolore composto, s<strong>il</strong>enzioso.<br />
I bambini sono i più allegri, al momento per loro<br />
è tutto un gioco: sono contenti di stare insieme,<br />
di vivere la vita del campo, di incontrare gente e<br />
ricevere giocattoli e uova di Pasqua. Anche loro<br />
però si portano dentro la paura di quella notte, di<br />
giorno corrono felici, ma di sera hanno paura ad<br />
addormentarsi. Paura di sognare la morte. Paura di<br />
sentire le urla. Me l’hanno raccontata questa paura<br />
ed è terrifi cante: buio, urla, si muove tutto, rumore<br />
di crolli… è <strong>il</strong> terremoto “e <strong>il</strong> terremoto uccide”,<br />
come dice Anto, 7 anni.<br />
Ho detto ad Anto che sarebbero tornati i sogni belli,<br />
non ci credeva. Abbiamo scommesso. La mattina<br />
dopo appena mi ha vista mi è corsa incontro<br />
col sorriso stampato sul volto e gli occhi che sprizzavano<br />
allegria “Hai vinto, hai vinto. Ho fatto un bel<br />
sogno!!!” Era felice di aver perso la scommessa. Le<br />
ho chiesto cosa avesse sognato: “Ho sognato che<br />
giocavo a tombola e vincevo 2 euro!”. Nei giorni seguenti<br />
è venuta ogni mattina a raccontarmi i suoi<br />
sogni. Non erano più brutti, ma nemmeno belli.<br />
Semplicemente non li ricordava più, ma almeno<br />
non ne era più spaventata.<br />
Gli anziani invece... ecco, gli anziani mi hanno davvero<br />
fatto piangere. Persone di 85, 90, 95 anni che<br />
si adattano (per forza di cose) ad una vita che è<br />
dura anche per i più giovani: dormire in tenda,<br />
uscire al mattino (col sole o con la pioggia) e camminare<br />
fi no ai bagni comuni, aspettare in fi la per<br />
la mensa... e soprattutto, non muoversi più nel<br />
proprio ambiente, fra le proprie cose, nella propria<br />
casa. Non fare più quelle cose, sempre le stesse,<br />
sempre uguali, che riempivano la giornata, ma ritrovarsi<br />
a doverla far scorrere ora dopo ora, giorno<br />
dopo giorno, seduti su una sedia davanti alla propria<br />
tenda, che propria nemmeno è.<br />
Ho visto un nonno venire da un altro campo per<br />
visitare la famiglia. Non parla, ha un tubo in gola<br />
e non può parlare, ma <strong>il</strong> suo pianto quando la nipotina<br />
gli è corsa incontro è stato più esplicito di<br />
m<strong>il</strong>le parole! L’ha abbracciata stretta, non la lasciava<br />
più e piangeva a dirotto, ma in s<strong>il</strong>enzio. E questa<br />
bimba (che è vivacissima e non sta mai ferma) è<br />
rimasta ferma tra le braccia del nonno, poi si è scostata<br />
e tenendolo per mano mentre con l’altra gli<br />
asciugava le lacrime gli ha detto: “Tu nonno, tutto a<br />
posto? Noi qui stiamo bene, stai tranqu<strong>il</strong>lo”.<br />
Una signora di 75 anni non si dava più pace per<br />
essere sopravvissuta, mentre nella stanza accanto<br />
<strong>il</strong> fi glio è rimasto ucciso dalle macerie che gli sono<br />
crollate addosso.<br />
Tutti ci chiedono quando potranno tornare a casa<br />
loro. Tutti ci chiedono quanto manca... Chi lo sa<br />
quanto manca? Chi lo sa a così pochi giorni dal sisma<br />
quante case saranno agib<strong>il</strong>i e quante no? Chi<br />
lo sa se questa volta i m<strong>il</strong>ioni di euro che si stanno<br />
riversando nelle casse statali non verranno spartiti<br />
tra chi terremotato non è? Tantissime domande,<br />
nessuna risposta, nessuna certezza.<br />
Guardando <strong>il</strong> paese sembra appena terminata la<br />
II guerra mondiale: case sbriciolate, muri sventrati,<br />
vicoli cancellati, un tetto sopra a un cumulo di macerie<br />
(era una casa a tre piani), la chiesa inaugurata<br />
una settimana prima del sisma è completamente<br />
GIUGNO 09<br />
■ di Rosella Quattrocchi<br />
crollata, è rimasta in piedi solo la facciata col piccolo<br />
campan<strong>il</strong>e. La chiesa principale, in piazza, è<br />
sventrata, un intero angolo caduto... dalla piazza si<br />
vede l’interno, come fosse una grande fessura.<br />
Ogni giorno i vig<strong>il</strong>i del fuoco vanno a prendere<br />
qualcosa dalle case pericolanti, poche cose, le più<br />
preziose. Vanno con la descrizione delle stanze e<br />
dei luoghi dove sono custoditi oggetti e ricordi.<br />
Vanno e tornano col piccolo tesoro, consegnandolo<br />
nelle mani tremanti di chi gioisce perché può<br />
stringere a sé un pezzo della sua vita, un piccolo<br />
frammento ritrovato.<br />
Immagini, volti, parole, colori, espressioni, sguardi,<br />
suoni, sensazioni vivono ora dentro di me, si rimescolano,<br />
si muovono nella mia mente, nel cuore,<br />
nell’anima.<br />
A volte cerco di dar loro un ordine, una sistemazione;<br />
altre volte preferisco lasciare che tutto ciò<br />
che ho vissuto si muova liberamente dando vita<br />
a quelli che ora sono ricordi, ma che spero presto<br />
possano diventare nuove esperienze.<br />
Rosella Quattrocchi, 37 anni, sono assistente sociale<br />
del Comune di Modena (area minori, fra l’altro lavoro<br />
insieme ad alcune educatrici <strong>Gulliver</strong>) e <strong>volo</strong>ntaria del<br />
Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civ<strong>il</strong>e.<br />
DOMANI 21/04.09 è un progetto storico, di grande impatto<br />
sociale, perché per la prima volta gli artisti tutti<br />
insieme, con management e case discografi che, hanno<br />
dimostrato che esiste una scena compatta quando<br />
l’urgenza lo richiede, una scena musicale che vive come<br />
tradizione e retaggio, ma anche come presenza vitale<br />
nella società e come proiezione futura.<br />
Dal 15 maggio in vendita in tutti i negozi di dischi a<br />
5 euro DOMANI 21/04.09 è una iniziativa autonoma<br />
nell’ambito della campagna Salviamo l’Arte in Abruzzo,<br />
tutti i proventi discografi ci ed editoriali del disco<br />
saranno devoluti al conto corrente n° 95882221, IBAN:<br />
IT-85-X-07601-03200-00009588221<br />
Codice BIC o SWIFT: BPPIITRRXXX – causale “Domani<br />
21-04-09” per la ricostruzione del Conservatorio “Alfredo<br />
Casella” e del Teatro Stab<strong>il</strong>e dell’Aqu<strong>il</strong>a colpiti<br />
dal sisma.<br />
Mauro Pagani è autore della canzone e produttore<br />
artistico in collaborazione con Lorenzo Jova Cherubini<br />
e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.<br />
www.domani21apr<strong>il</strong>e2009.it