Relazione della Giuria 35^ edizione 2005 - Provincia di Padova
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gran<strong>di</strong> filosofi presocratici. Vi sono compressi ed esaltati scontri ideologici<br />
e sentimenti potenti: violenza e giustizia, delitto e pena, orgoglio<br />
e caduta. Monica Centanni ha avuto chiaramente coscienza delle<br />
<strong>di</strong>fficoltà insite in tali testi, opere <strong>di</strong> un trage<strong>di</strong>ografo che nulla concede<br />
al pubblico e al lettore dall’alto <strong>della</strong> sua concentrazione, entro<br />
la ferrea struttura <strong>di</strong> un teatro a pochi personaggi e a lente, solenni<br />
scene. Si è posta così a dare accessibilità e freschezza al testo con gli<br />
strumenti moderni del linguaggio e dell’espressione, con stacchi più<br />
marcati che sciolgono i no<strong>di</strong> intensi, e probabilmente porgendo <strong>di</strong>aloghi,<br />
cori, racconti anche a un’accettabile <strong>di</strong>zione teatrale.<br />
La resa <strong>della</strong> Centanni non riduce per questo, come si vede, la<br />
cifra eschilea, la densità, l’immaginazione, che anzi forse acquistano<br />
rilievo proprio dalle spezzature e dai giustificati trasferimenti del<br />
verbo al sostantivo, del concreto all’astratto. O come <strong>di</strong>chiara nell’introduzione<br />
la stessa Centanni, consapevole <strong>della</strong> “impossibilità<br />
<strong>di</strong> restituire completamente la profon<strong>di</strong>tà e la bellezza” <strong>di</strong> una lingua,<br />
quella <strong>di</strong> Eschilo, che “sfugge alla cattura”, la versione cerca <strong>di</strong><br />
restituire, <strong>di</strong> quella lingua, sopratutto “fratture e irregolarità”; evita<br />
una resa letterale che deformi e stravolga “senso e tono” e quella<br />
<strong>di</strong>zione “alta e sublime” che era la cifra del classicismo moderno e<br />
che non corrisponde alla “variegata complessità del <strong>di</strong>re tragico”.<br />
Non paga, la traduttrice fornisce nell’apparato <strong>di</strong> note una traccia<br />
prosastica molto analitica, che guida il lettore lungo tutte le trage<strong>di</strong>e;<br />
e ancora, ha tradotto anche i frammenti sopravvissuti delle altre<br />
trage<strong>di</strong>e che componevano le trilogie delle sette superstiti. Il testo<br />
greco a fronte rende ancor più preziosa l’<strong>e<strong>di</strong>zione</strong> e garantisce del<br />
lavoro <strong>della</strong> traduttrice, già accre<strong>di</strong>tata per la sua versione del tardo<br />
Romanzo <strong>di</strong> Alessandro (Torino, Einau<strong>di</strong>, 1991)».<br />
PREMIO «LEONE TRAVERSO»<br />
OPERA PRIMA<br />
Il Premio Leone Traverso (Traverso, classico traduttore <strong>di</strong> Eschilo)<br />
riservato a un traduttore alla sua prima prova, non è stato quest’anno<br />
dei più ricchi. Sette i concorrenti, e fra essi <strong>di</strong> maggior rilievo le<br />
due traduzioni, <strong>di</strong> Anna Maria Farabbi per Kate Chopin, Un paio <strong>di</strong><br />
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