Lacco Ameno e l'isola d'Ischia - Gli anni - La Rassegna d'Ischia
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L’isola d’Ischia e la sua metamorfosi<br />
Impressioni “esterne”<br />
- Ischia non è un’isola: è un continente. Par d’essere in una delle vie centrali delle<br />
nostre città di terraferma, quando sul quadrante della nevrosi collettiva scoccano le<br />
cosiddette ore di punta: autobus, automobili, strombettii, nubi di gas e, in sovrappeso,<br />
cosa che non avviene ormai più nelle città della penisola, l’isteria dei motori degli<br />
scooters fatti a triciclo che fungono da tassì. -<br />
- Tuttavia Ischia conserva la originaria schiettezza lontano dalle coste:<br />
essa è come una pizza che si fa più saporita man mano che la forchetta e il coltello<br />
si affondano nelle sue parti centrali, dove più densi si amalgamano la mozzarella,<br />
il pomodoro e gli odori. Ischia dunque è un continente variato dove alla<br />
campagna silente si affianca la mondanità dei grandi alberghi e delle spiagge,<br />
dove ai muli che salgono sull’Epomeo si affiancano i ruggenti tassì su tre<br />
ruote e alle lampare dei pescatori i mastodontici yachts dei milanesi o quasi,<br />
che battono bandiera panamense. Un continente tascabile, questo è Ischia! -<br />
- <strong>La</strong> pineta si sfalda, viene compromessa, il verde resta sui cartelloni pubblicitari.<br />
Da <strong>anni</strong> si predica, Italia Nostra protesta, l’Unesco è intervenuto e non solo per Ischia,<br />
ma le manomissioni aumentano, le affrettate brutture rimangono, si costruisce per<br />
1’80 per cento dove prima non si poteva superare il 10 per cento. E ciò succede perché<br />
l’isola è indifesa e chi la detiene non ha tradizione e spesso non ha cultura e nell’isola<br />
alcuni hanno trovato la loro Little America. -<br />
- ... Alterato è lo spirito dell’isolano. Nessuno lavora più se non in funzione turistica.<br />
<strong>La</strong> manodopera costa un occhio. I pescatori sono diventati mosche bianche. Il<br />
pesce viene dai vivai di Pozzuoli, dall’Adriatico o dai mari più lontani. Tolta qualche<br />
lodevole eccezione, anche l’artigianato va scomparendo e così la storia dell’isola rinuncia<br />
a ciò che era la sua tradizione, per la quale il focolare con utensili pittoreschi<br />
meglio legava la famiglia in un sapore di intimità. Una nuova abitudine al gusto di<br />
massa crea una monotonia collettiva che turisticamente è controproducente. Nessuno<br />
provvede a incrementare officine tecniche né a riprendere le botteghe d’arte che sono<br />
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