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Lacco Ameno e l'isola d'Ischia - Gli anni - La Rassegna d'Ischia

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Pubblichiamo i due articoli vincitori del premio riservato ad articoli di<br />

terza pagina su quotidiani.<br />

Cronaca su Ischia<br />

In pochi luoghi come a Ischia si avverte di tornare indietro nel tempo, in una specie<br />

di seconda infanzia, e, insieme, la irresponsabilità della natura. Sebbene gli<br />

alberghi ancora freschi di vernice, dalle insegne al neon, le adolescenti lombarde<br />

di un’ispirazione mondana schiettamente settentrio nale (appartenenti a una società,<br />

se non proprio conformista, un po’ triste e tipica per il comune denominatore<br />

della canasta), e persino i vecchi tassì verdi 1935, aggiustino il paesaggio, gli<br />

diano non so quale spirito ugualita rio, proprio dei nostri tempi, l’Isola possiede<br />

infinite risorse per rivelarsi nella sua struttura primigenia, per non essere corrotta<br />

dalle iniziative in buona fede dei commendatori milanesi. Per esempio, il mare<br />

di Ischia, un mare tirrenico più vergine che altrove, color inchiostro annacquato,<br />

in alcuni lidi a sud, a sud-est, è pervaso di correnti calde, risanatrici, fra le quali<br />

qualche bionda di Amburgo o di Londra grida, con voce gutturale, la propria meraviglia<br />

di vivere; e lo stesso mare lambisce sabbie scure, giallastre, punteg giate di<br />

pietre saltellanti, prova di un suolo misterioso il cui stato vulcanico trascende la<br />

scienza per sfiorare il mito.<br />

Direi che Ischia non è da includersi nelle aperture, ormai ovvie, del paesaggio<br />

partenopeo, così gridato, così cartolinistico: i chitarristi, la luna, la premeditazione<br />

di un turismo pressoché secolare, hanno fatto di Napoli un sontuoso clichè, nel<br />

quale gioca una vena sentimentale da canzonetta e le medesime contraddizioni<br />

umane si descrivono con parole troppo “eterne” per risultare autentiche. Ischia<br />

palesa invece un timbro più aspro: le mura bucate, come cadenti, del Castello<br />

aragonese, i vigneti di un’uva giallo-champagne, dal fondo polveroso, su cui si<br />

dileguano fanciulli, scalzi, belli e miserabili, le cantine scavate nei colli, chiuse<br />

da cancelli arrugginiti, in tagli di terra nuda, verticale, simili ai calanchi dell’Appennino;<br />

quindi il vino del monte Epomeo accessibile con i muli e con gli asini;<br />

un che di primordiale, di picaresco...<br />

Le prospettive sono quanto mai mutevoli: Ischia Porto (sono esattamente cento<br />

<strong>anni</strong> che Ferdinando II ne decise la realizzazione), Casamicciola, <strong><strong>La</strong>cco</strong> <strong>Ameno</strong><br />

conservano un ritmo più tenero, una conformazione più civile, se così si può<br />

dire: è la zona delle famiglie, degli oleandri, delle balaustre dalle quali si contemplano<br />

tramonti e transatlantici, e la strada. Perfettamente asfaltata, permette<br />

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