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Untitled - tex willer - the unofficial site

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ostacolano i suoi piani, direi che questa definizione può<br />

calzare a pennello al folle mago creato da Gianluigi Bonelli.<br />

Ma non è tutto, secondo il medesimo manuale, per<br />

poter definire un soggetto come facente parte di questa<br />

caratteristica sintomatologica occorre che egli manifesti<br />

almeno cinque dei seguenti comportamenti:<br />

1. Senso grandioso del sé ovvero senso esagerato della<br />

propria importanza;<br />

2. È occupato/a da fantasie di successo illimitato, di<br />

potere, effetto sugli altri, bellezza, o di amore ideale;<br />

3. Crede di essere "speciale" e unico/a, e di poter essere<br />

capito/a solo da persone speciali; o è eccessivamente<br />

preoccupato da ricercare vicinanza/essere associato a<br />

persone di status (in qualche ambito) molto alto;<br />

4. Desidera o richiede un’ammirazione eccessiva rispetto<br />

al normale o al suo reale valore;<br />

5. Ha un forte sentimento di propri diritti e facoltà, è<br />

irrealisticamente convinto che altri individui/situazioni<br />

debbano soddisfare le sue aspettative;<br />

6. Approfitta degli altri per raggiungere i propri scopi, e<br />

non ne prova rimorso;<br />

7. È carente di empatia: non si accorge (non riconosce) o<br />

non dà importanza a sentimenti altrui, non desidera<br />

identificarsi con i loro desideri;<br />

8. Prova spesso invidia ed è generalmente convinto che<br />

altri provino invidia per lui/lei;<br />

9. Modalità affettiva di tipo predatorio (rapporti di forza<br />

sbilanciati, con scarso impegno personale, desidera<br />

ricevere più di quello che dà, che altri siano<br />

affettivamente coinvolti più di quanto lui/lei lo è.<br />

Direi che il soggetto Steve Dickart possieda appieno non<br />

solo cinque, ma tutti e nove gli elementi sopracitati.<br />

Soggetti come questo, e ce ne siamo accorti leggendo le<br />

avventure <strong>tex</strong>iane in cui egli era l’antagonista, sono da<br />

considerarsi estremamente pericolosi, soprattutto se<br />

votati ad una vita criminale. La loro totale mancanza di<br />

rispetto per la legge, la vita altrui e in generale l’ordine<br />

costituito e l’incentramento su quelli che sono i loro<br />

“desideri”, rendono questi pazienti estremamente pericolosi<br />

poiché capaci di compiere violenze e misfatti che<br />

possono addirittura andare quasi oltre l’umana comprensione<br />

per la loro ferocia e la loro sadicità.<br />

Peraltro, l’esistenza di questo disturbo di personalità,<br />

potrebbe anche spiegare la propensione di Steve Dickart<br />

verso le arti oscure, in particolar modo per il satanismo e<br />

la magia nera. Come tutti sanno, le pratiche di magia<br />

nera, e le credenze ad essa connesse, nascono da una<br />

convinzione secondo la quale il mago nero cercherebbe<br />

di sottomettere le entità spirituali di carattere demoniaco<br />

al proprio volere. Questa magia nasce in contrapposizione<br />

alla magia bianca la quale, sempre secondo<br />

una diffusa credenza, opererebbe in armonia con gli<br />

spiriti del macro e del microcosmo. La magia nera è<br />

un’espressione della hýbris greca, ovvero della volontà<br />

di ottenere conoscenze e potere superiori a quelli<br />

permessi dal proprio livello di sviluppo, attraverso una<br />

prevaricazione delle leggi dell'armonia universale.<br />

All’inizio del saggio si è parlato di “luce” quando si<br />

parlava di Tex, si parlava di una luce NIVEA,<br />

Splendente, una luce bianca di cui risplendono quasi<br />

tutti gli eroi del mondo della letteratura e del fumetto,<br />

un’aura luminosa che si accresce e che si spande ogni<br />

volta che il nostro eroe compie qualche nuova impresa.<br />

Simbolicamente parlando, potremmo identificare questa<br />

“luce” come la magia bianca, l’armonica magia in linea<br />

con tutto ciò che equilibrato e giusto nel mondo, e Tex<br />

Willer è pregno di questa luce. E’ quindi probabile che,<br />

nel momento in cui Gianluigi Bonelli decise di far<br />

praticare all’infernale Mefisto le arti della magia nera,<br />

l’abbia fatto con l’intento di rendere, se possibile, ancor<br />

più profonda, più marcata la distanza che separava Tex<br />

da Mefisto. E' probabile che abbia operato questa scelta<br />

con l’intento di voler porre all’antipodo dell’esistenza<br />

dell’eroico ranger questo bieco e spietato personaggio.<br />

E’ probabile che Gianluigi Bonelli abbia immerso<br />

Mefisto nell’oscuro oblio della magia nera, per il<br />

semplice motivo che solo la lucentezza di Tex Willer<br />

potesse mettere fine alle sue malefatte.<br />

Oltretutto, nella nostra analisi sulla personalità di<br />

Mefisto, abbiamo asserito che egli ha la tendenza a voler<br />

“primeggiare”, che senta il bisogno di soggiogare tutto<br />

ciò che lo circonda per poter soddisfare il suo<br />

egocentrico bisogno di sentirsi l’essere più potente della<br />

terra. La magia nera, molto più “materiale” rispetto alla<br />

magia bianca, ha tra i suoi obiettivi primari la<br />

soddisfazione e il raggiungimento dei propri ”bisogni<br />

egocentrici”. Questo elemento pertanto, potrebbe essere<br />

un’ulteriore prova a rinforzo della nostra diagnosi sulla<br />

personalità patologica di Steve Dickart.<br />

In conclusione, soprattutto a seguito di quanto detto in<br />

questo prolisso saggio dedicato all’acerrimo nemico di<br />

Tex Willer, possiamo tranquillamente asserire che per<br />

malvagità, follia e pericolosità, Mefisto si merita ampiamente<br />

il ruolo di nemesi <strong>tex</strong>iana, e che la sua propensione<br />

per le arti oscure e la sua folle intelligenza, lo<br />

rendono a pieno titolo il più temibile tra tutti i nemici<br />

mai affrontati dal nostro ranger.

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