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inventario dell'archivio salghetti-drioli - Direzione generale per gli ...

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I lavori sull’aeroporto di S. Giusto vennero così ripartiti: 9 paraschegge in legno e terra <strong>per</strong><br />

velivoli da bombardamento con relative strade di accesso all’impresa G.S.D.; i restanti 11<br />

all’impresa Semeria che doveva, inoltre, completare le strade di accesso già iniziate; entrambi i<br />

lotti di lavoro dovevano essere ultimati il giorno 28 febbraio 1944.<br />

Nell’attenermi al primo compito prefissoci, basandomi sull’urgenza dei lavori, ottenni dalla<br />

direzione O.T. che i battuti stradali anziché con regolari massicciate di pietra venissero eseguiti<br />

con lo spandimento di circa 10 cm di macerie, il che, data la natura argillosa del campo a noi nota,<br />

non avrebbe consentito il rullaggio di apparecchi da bombardamento. Inoltre, data la difficoltà di<br />

approvvigionamento di legname <strong>per</strong> i paraschegge, ottenni che la O.T. acquistasse tale materiale<br />

dai demoliti stabilimenti balneari di Marina di Pisa; <strong>per</strong> lo spessore (cm 1,5) e <strong>per</strong> lo stato d’uso i<br />

tavolati sotto la spinta della terra di riempimento bagnata dalle piogge avrebbero avuto una<br />

limitata durata.<br />

Il 26 febbraio i lavori vennero sospesi; mentre l’impresa Semeria aveva terminato il suo<br />

lotto, a noi mancava la costruzione di due paraschegge, alcune strade di accesso e i relativi<br />

attraversamenti stradali in tubi di cemento.<br />

Il 7 marzo con il ten. col. Zanni, il col. Fadda ed il ten. Riparbelli ci recammo al Centro<br />

Comando Aerosquadra di Firenze; il ten. col. Zanni ed io non aderimmo all’Aeronautica Italiana<br />

<strong>per</strong>ché impegnati con la O.T. (come stabilito nella seconda finalità dell’impresa); anche al ten.<br />

Riparbelli fu possibile non riprendere servizio <strong>per</strong> lo stesso motivo.<br />

La causa della suddetta sospensione dei lavori pare sia stata la decisione di inviare<br />

sull’aeroporto di S. Giusto al posto de<strong>gli</strong> Ju 88 previsti, de<strong>gli</strong> He 117 <strong>per</strong> i quali i paraschegge e le<br />

strade costruite non erano sufficienti.<br />

Verso la fine di marzo venne, infatti, alla direzione lavori O.T. l’ordine di fare eseguire 20<br />

paraschegge in terra di grandi proporzioni (circa 30 ml di luce).<br />

Data la vastità dei lavori e dato che l’impresa Semeria in marzo aveva lasciato Pisa <strong>per</strong><br />

l’Alta Italia i lavori vennero ripartiti fra noi e l’impresa Vannucci di Firenze.<br />

Tutti i paraschegge dovevano essere eseguiti al di fuori dei canali che delimitavano<br />

l’aeroporto; in conseguenza i ponticelli sui canali erano l’elemento indispensabile <strong>per</strong><br />

l’utilizzazione del decentramento previsto. Ottenni che anche i ponti che davano adito alla zona<br />

assegnata all’impresa fiorentina venissero a noi affidati <strong>per</strong> l’esecuzione.<br />

Adducendo la difficoltà di approvvigionamento dei materiali necessari, riuscimmo a<br />

ritardare l’esecuzione dei ponti cosicché alla data della cessazione dei lavori il più avanzato di essi<br />

raggiungeva la metà del suo sviluppo; <strong>per</strong> le rimanenti o<strong>per</strong>e avevamo eseguito circa 1/8 del lavoro<br />

commessoci.<br />

La cessazione dei lavori avvenne il 21 aprile, giorno in cui i tedeschi fecero saltare<br />

entrambi <strong>gli</strong> aeroporti di S. Giusto e Metato <strong>per</strong> l’evidente impossibilità di completare i lavori<br />

necessari alla loro utilizzazione nel tempo previsto.<br />

Nei giorni immediatamente precedenti la direzione lavori O.T. chiese che la nostra impresa<br />

si trasferisse sui campi di Pistoia e Peretola <strong>per</strong> eseguire paraschegge <strong>per</strong> velivoli da caccia.<br />

L’impresa rifiutò l’offerta adducendo le difficoltà che ne sarebbero derivate data la nostra<br />

iscrizione in Pisa e dato che i nostri o<strong>per</strong>ai venivano assicurati presso l’Istituto di Previdenza<br />

Sociale di Pisa.<br />

Le imprese che lavoravano sui due aeroporti citati, <strong>per</strong> mancanza di mano d’o<strong>per</strong>a,<br />

insistevano presso la direzione lavori O.T. <strong>per</strong>ché fosse eseguito il trasferimento a loro dei nostri<br />

***<br />

***<br />

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