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inventario dell'archivio salghetti-drioli - Direzione generale per gli ...

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o<strong>per</strong>ai. Mi recai io stesso su entrambi i campi ufficialmente <strong>per</strong> dare indicazioni sul modo da noi<br />

seguito nell’esecuzione dei lavori, ma effettivamente <strong>per</strong> rendermi conto della situazione in cui si<br />

sarebbero trovati i nostri o<strong>per</strong>ai.<br />

Si <strong>per</strong>venne ad un accordo con la direzione lavori O.T. <strong>per</strong> il quale noi avremmo inviato<br />

parte de<strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai con nostri capisquadra (fratelli Meini); <strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai <strong>per</strong>altro restavano in forza<br />

presso di noi che continuavamo a detenere i relativi libretti di lavoro; non appena ultimati i lavori<br />

le maestranze sarebbero rientrate in Pisa presso di noi.<br />

Ritardandosi l’invio de<strong>gli</strong> o<strong>per</strong>ai, il caposquadra Meini fu incaricato di riferirmi che,<br />

qualora la situazione non si fosse risolta, sarei incorso nella fucilazione. Comunque il numero de<strong>gli</strong><br />

o<strong>per</strong>ai restò limitato e ai capisquadra fratelli Meini vennero date istruzioni, cosicché quando si<br />

profilò particolarmente sull’aeroporto di Peretola imminente il trasferimento in Alta Italia, essi<br />

poterono agire tempestivamente e fare in modo che tutto il <strong>per</strong>sonale rientrasse in Pisa.<br />

L’impresa fino dalla data del 21 aprile aveva sospeso ogni lavoro <strong>per</strong> conto della O.T.; alla<br />

metà di maggio indusse il <strong>per</strong>sonale dipendente ad allontanarsi dai centri <strong>per</strong> evitare la<br />

deportazione.<br />

Tutte le finalità prefissesi dall’impresa vennero conseguite, ad eccezione della distruzione di<br />

aerei tedeschi in quanto non effettuabile avendo raggiunto lo scopo principale di non rendere <strong>gli</strong><br />

aeroporti di S. Giusto e Metato utilizzabili dai reparti germanici.<br />

Durante l’intero <strong>per</strong>iodo citato nella presente relazione mi sono curato <strong>per</strong> quanto possibile<br />

di evitare che i materiali dei baraccamenti dell’aeroporto di Metato venissero utilizzati dai tedeschi<br />

e dai repubblicani, malgrado le forti pressioni di questi ultimi.<br />

Il materiale speciale (faesite) impiegato <strong>per</strong> la costruzione del Comando Caccia Intercettori<br />

della Toscana venne da me accantonato nella villa Gatteschi di Vecchiano (Pisa) ove ho ragione di<br />

ritenere che si trovi tuttora” 16 .<br />

Nel giugno del 1944 l’architetto Salghetti si stabilì con la fami<strong>gli</strong>a a Volterra 17 , dove rimase<br />

fino al 1946.<br />

Collaborò con la popolazione locale al salvataggio dalla distruzione, da parte dei tedeschi in<br />

ritirata, della Porta all’Arco 18 e il 10 lu<strong>gli</strong>o 1944, giorno dell’arrivo delle truppe alleate, fu nominato<br />

capo dell’ufficio tecnico comunale in sostituzione del titolare assente, l’ing. Angiolo Nannipieri 19 .<br />

16 La relazione qui trascritta è conservata in Carteggio n. 646.<br />

17 Una memoria sui bombardamenti, che colpirono Volterra nei primi di lu<strong>gli</strong>o del 1944, è annotata in un quaderno a<br />

spirale conservato in Progetti e atti relativi n. 66: “Da giorni l’arti<strong>gli</strong>eria de<strong>gli</strong> alleati martellava Volterra; era<br />

imminente l’occupazione della città. Io e il mio bimbo s’era seduti sui gradini davanti all’uscio di una … posta sulla<br />

sinistra della Porta a Selci; uno schianto; era stato colpito il tetto: tegoli … e calcinacci cadono d’intorno. Ci alzammo,<br />

poi presi il mio bimbo in braccio e con lui così a corsa su <strong>per</strong> la via nuova via tra le esplosioni dei proiettili …. Giunti al<br />

bivio vidi uno scantinato, la porta era socchiusa: vi entrammo. Come i miei occhi si adattarono alla semioscurità<br />

dell’ambiente, vidi diversi ergastolani evasi: io sapevo che i tedeschi davano loro la caccia con l’ordine di eliminarli.<br />

Restare era troppo <strong>per</strong>icoloso e uscimmo di nuovo a corsa come prima tra le esplosioni dei proiettili e il sibilare delle<br />

sirene fino a che si raggiunse la Casa Torre Guarnacci dove erano i nostri familiari con molte altre <strong>per</strong>sone che<br />

coabitavano nelle spesse mura della torre; il cortile interno quadrato era abba<strong>gli</strong>ante di sole; le stanze intorno erano<br />

occupate da materassi … valigie: l’indispensabile <strong>per</strong> la sopravvivenza”.<br />

18 In Carteggio n. 625 è conservata una memoria sul salvataggio della Porta all'Arco da parte dei volterrani nel lug.<br />

1944, che qui trascriviamo: “C’era nervosismo nella guarnigione tedesca che presiedeva Volterra. I mezzi leggeri alleati<br />

avanzavano giorno dopo giorno. Ciro Barbafiera, la cui casa era nella curva sotto i Ponti, diceva che erano alla<br />

Tignamica; Ciro, più avanti ne<strong>gli</strong> anni, era robusto, nodoso così da ricordare nella sagoma un vecchio ulivo. Coraggioso<br />

e con spirito di avventura si portava con grande abilità, conosceva <strong>per</strong>fettamente quei luoghi fino a ridosso dei reparti<br />

alleati, si disse che aveva fatto anche da guida <strong>per</strong> loro. I tedeschi si battevano con rabbia, tenacia e ferma volontà di<br />

vendere cara la pelle. In me era vivo e umiliante il tradimento che si stava compiendo: i tedeschi, che a ragione o a torto<br />

erano nostri alleati, con loro avevamo combattuto contro il comune nemico con lealtà, malgrado che in noi non ci fosse<br />

traccia di risentimento e ancora meno di odio contro <strong>gli</strong> alleati. Nella città in quei giorni si viveva un’attesa. Il reparto<br />

***<br />

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