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18-q18_conifere1 - Udine Cultura

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Boschi di conifere nelle Alpi<br />

CESARE LASEN<br />

■ Fasce climatiche e vegetazione<br />

potenziale<br />

La vegetazione forestale rappresenta,<br />

salvo situazioni estreme o quote troppo<br />

elevate, lo stadio finale (climax) di<br />

maggiore equilibrio e stabilità. In<br />

verità, sia pure per tempi non troppo<br />

brevi, le variazioni dei fattori ecologici<br />

fondamentali inducono modificazioni<br />

del popolamento vegetale che possono<br />

essere compensate dal sistema in<br />

modo graduale, originando cicli e successioni<br />

sui quali, peraltro, si dispone<br />

di informazioni solo parziali. A maggior<br />

ragione, se si considera, in tutto il nostro paese, nelle Alpi come negli Appennini,<br />

l’influenza esercitata dalle attività umane nel corso dei secoli, risulterà difficile<br />

sostenere l’esistenza di foreste completamente naturali. Si preferisce,<br />

quindi, parlare di vegetazione potenziale, piuttosto che di un climax, concetto<br />

troppo teorico. Per trattare dei boschi montani di conifere e delle loro caratteristiche<br />

ecologiche, è opportuno delineare un quadro della vegetazione potenziale<br />

di riferimento nell’arco alpino e nella catena appenninica, secondo il gradiente<br />

altitudinale e gli altri principali fattori ecologici.<br />

La pianura, i fondovalle alluvionali e i primi versanti, negli orizzonti collinari e<br />

submontani, sono interessati dai boschi misti di latifoglie. Solo eccezionalmente,<br />

nelle vallate più interne e in particolari condizioni del suolo o topografiche,<br />

le conifere risultano competitive.<br />

Nella fascia montana, invece, la competizione tra boschi a prevalenza di latifoglie<br />

(segnatamente il faggio) o di conifere, è determinata, in prima approssimazione,<br />

dal regime pluviometrico e dalle escursioni termiche, ciò che si traduce<br />

nei concetti di oceanicità (piogge, di regola abbondanti e ben distribuite nei<br />

diversi mesi, con massimi nelle stagioni equinoziali, cioè primavera e autunno,<br />

e deboli escursioni termiche) e continentalità (piovosità complessiva annua più<br />

scarsa, precipitazioni con massimo estivo, forti escursioni termiche sia diurne<br />

Abeti e larici in Val di Fassa (Trentino Alto Adige)<br />

Il margine di una cembreta con sottobosco a<br />

rododendro in Valle Aurina (Alto Adige)<br />

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