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Relazione - Parco Nazionale dell'Aspromonte

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Ente <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> dell’Aspromonte - Ufficio di Piano<br />

presenti le torbiere attive più meridionali d’Italia che favoriscono la formazione di ambienti umidi quali<br />

piccole pozze, siti d’elezione per questa specie. Il rischio maggiore è la presenza del pascolo bovino brado<br />

e del “turismo della domenica” che creano un forte impatto.<br />

L’ultima area individuata è sita nei pressi del comune di Bagaladi. L’attività agricola, svolta con tecniche<br />

non invasive, e la presenza di «cibbie», abbeveratoi e fontanili per l’irrigazione dei campi e l’abbeveraggio<br />

delle greggi consentono la presenza di punti d’acqua ferma per quasi tutto l’anno.<br />

Per quanto riguarda la Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) sono stati individuati 6 siti<br />

ma di questi solo 3 ricadono in siti SIN e SIN. 3 di queste aree coincidono con quelle già delineate per<br />

l’Ululone appenninico.<br />

La prima area individuata, il SIC Pietra Cappa-Pietra Lunga-Pietra Castello, grosso modo coincide con<br />

quella già descritta dell’Ululone appenninico, ma a differenza di questa specie la Salamandrina dagli<br />

occhiali, colonizza ambienti con tasso di umidità molto elevato e costante, come i valloni ombrosi nei<br />

pressi di piccoli corsi d'acqua e le zone boschive con abbondante lettiera. Essendo una specie terricola la<br />

sua attività si concentra soprattutto di notte e nelle giornate più fresche ed umide. Solo durante la<br />

primavera, stagione in cui le femmine si recano in acqua per deporre le uova; oppure in autunno, quando<br />

hanno luogo gli accoppiamenti è possibile osservare questa specie in natura. Motivo in più per<br />

salvaguardare gli habitat di questi piccoli urodeli fortemente minacciati dalle opere di bonifica e di taglio<br />

dei boschi.<br />

Anche questa seconda area (SIN Serro Priolo) coincide con quella già delimitata per l’Ululone<br />

appenninico. E qui è ancora più massiccia la presenza di torrenti e valloni incassati che ben si prestano alle<br />

esigenze riproduttive della Salamandrina dagli occhiali.<br />

La terza area ricade nel sito SIN Torrente Calivi, caratterizzato da un torrente incassato in cui è presente<br />

una ricca vegetazione igrofila che permette il mantenimento un tasso di umidità costante e che ospita una<br />

cospicua comunità erpetologica.<br />

Anche quest’area di maggior frequenza riproduttiva della Salamandrina coincide con quella già delineata<br />

per l’Ululone appenninico e che ricade sopra il comune di Bagaladi. Ma per Salamandrina la situazione<br />

sembra essere più delicata vista la tendenza a cementificare gli alvei dei torrenti e ad operare tagli della<br />

vegetazione ripariale.<br />

Questa quarta area, sita nei pressi di C. Barillaro, comprende una zona ricca di risorgive, torrenti e pozze<br />

laterali e boschi di faggio. Anche qui sono stati abbondanti i ritrovamenti di questa specie, insieme ad altre<br />

specie di anfibi e rettili acquatici.<br />

Caso a parte sembra essere quest’ultima area visto che ingloba il centro abitato di Roccaforte del Greco.<br />

Qui ci sono numerosi torrenti e «cibbie» e nonostante l’aspetto degradato di quest’area, a causa di incendi,<br />

tagli arborei e captazioni, sopravvivono piccole zone umide che permettono a questo piccolo urodelo di<br />

riprodursi.<br />

7.4.7. FAUNA ITTICA DEI CORSI D’ACQUA<br />

Nei corsi d’acqua della provincia di Reggio Calabria ed in particolare nei tratti che scorrono dentro i<br />

confini del <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> dell’Aspromonte abbiamo censito tre specie di trote e precisamente la fario<br />

(Salmo Trutta trutta), la macrostigma (Salmo Trutta macrostigma) e l’Iridea (Salmo gairdneri).<br />

La Fario (SalmoTrutta trutta) indicata comunemente comunemente come Trota fario (dal tedesco<br />

"Forelle" = trota), ed è stata classificata in passato come Salmo fario prima e Salmo trutta fario poi.<br />

E' tipica delle acque di montagna, ha livrea molto variabile, solitamente con punti e macchie nere sul dorso<br />

e sui fianchi; questi ultimi presentano spesso anche punti o bollini rossi o arancio; macchie e punti hanno<br />

spesso un alone chiaro.<br />

Esistono forme locali con sole macchie rosse, così come in corsi ampi a fondo chiaro ghiaioso e nei laghi<br />

si rinvengono esemplari di tonalità argentea con sole macchiette nere.<br />

Ha dimensioni limitate; ad un massimo di 50 cm raggiunto nei corsi più ampi e ricchi di alimento fanno<br />

riscontro i 20-25 cm raggiunti a stento nei piccoli rii montani con acque fredde e fortemente oligotrofiche;<br />

in tali acque la maturità sessuale viene raggiunta solo al quarto- quinto anno.<br />

La Macrostigma (Salmo Trutta macrostigma) ha forma generalmente piuttosto tozza e robusta rispetto alle<br />

altre Trote, con dorso e ventre alquanto convessi; vi è una inflessione del profilo dorsale subito dopo il<br />

capo; la pinna caudale ha margine concavo.<br />

La livrea è alquanto simile a quella della Trota Fario ma vi sono alcune costanti date dalla presenza di una<br />

macchia nera evidente sul preopercolo, appena dietro l'occhio, e da una serie di macchie nere<br />

<strong>Relazione</strong> Piano del <strong>Parco</strong> – gennaio 2007 Pagina 156

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