Impaginato 2007 - Comune di Monza
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Il corteo storico<br />
per le vie della città<br />
A spasso nel tempo<br />
Squillano le chiarine, rullano i tamburi, sventolano le ban<strong>di</strong>ere:<br />
la città è subito avvolta dal fascino dell’atmosfera me<strong>di</strong>evale,<br />
densa <strong>di</strong> simbolismi.<br />
Aprono il Corteo i rappresentanti delle Corporazioni del<br />
Borgo <strong>di</strong> Modoetia, ognuno con la propria tavola identificativa. Divise<br />
in “arti maggiori” (mercanti e banchieri) e in “arti minori” (artigiani<br />
e commercianti), esse influenzarono profondamente l’organizzazione<br />
economica e politica <strong>di</strong> <strong>Monza</strong>, ora schierandosi dalla parte<br />
ghibellina, ora dalla parte guelfa.<br />
Seguono le famiglie agiate monzesi<br />
del primo Trecento. Tra queste, quelle più<br />
numerose e con maggiore potere decisionale<br />
nell’ambito comunale sfilano precedute<br />
da un araldo con il relativo stemma<br />
<strong>di</strong>pinto su uno scudo: sono le famiglie<br />
Cremosano, Pelucco, Lipran<strong>di</strong>, Scotis,<br />
Landriani, Cavaza.<br />
Un araldo con l’insegna monzese<br />
della luna rossa in campo bianco introduce<br />
il Podestà Niccolino de’ Sacchi.<br />
Prete Graziano Maggi <strong>di</strong> Arona, il procuratore Guidolo del<br />
Calice e un legato pontificio sono nelle vesti degli emissari <strong>di</strong><br />
<strong>Monza</strong> che riuscirono a farsi consegnare il Tesoro ad Avignone e a<br />
trasferirlo a Milano il 13 marzo 1345.<br />
Sei nobili cavalieri armati scortano una “cassa<br />
bene ferrata” in cui è deposto il Tesoro.<br />
Ai rappresentanti del Capitolo del Duomo e all’Arciprete<br />
Jacopo Archinto, annunciati da<br />
due stendar<strong>di</strong> con l’effigie <strong>di</strong> Teodolinda e San<br />
Giovanni Battista, è affidato il compito <strong>di</strong><br />
custo<strong>di</strong>re le sacre oreficerie restituite.<br />
Uno scriba e un servitore del notaio<br />
Pietro De Vercellis mostrano la<br />
pergamena con l’inventario dei pezzi<br />
tornati da Avignone, stilato il 21<br />
marzo 1345.<br />
La Corona Ferrea, la Chioccia con sette<br />
pulcini, due copertine <strong>di</strong> Vangelo, il reliquiario del dente <strong>di</strong><br />
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