i protagonisti - Mese Sport
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€ 4, 00 – Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />
N U M E R O S P E C I A L E<br />
Apoteosi Apo poteosi si<br />
di un progetto<br />
Supplemento al n. 230 - Anno XXV – Giugno 2007
mariociani da outsider<br />
a protagonista<br />
2004<br />
2007<br />
C’erano tanti modi per festeggiare adeguatamente i primi 25 anni<br />
di vita di <strong>Mese</strong>sport, ma bisogna convenire che quello scelto per<br />
noi dalla squadra di Pianigiani è stato sicuramente il più gradito,<br />
oltre che il più originale. Di certo il più inaspettato. Perché uscire<br />
con l’ennesimo numero speciale di una collana fatta di tante perle<br />
(l’ultima, quella sulle 500 vittorie in serie A, nel dicembre 2005),<br />
non solo ci gratifica come osservatori, ma ci riempie anche di immensa<br />
soddisfazione personale.<br />
Chi come noi segue le alterne vicende della squadra biancoverde<br />
fin dal lontano 23 aprile 1969 (primo spareggio per la serie A contro<br />
la Gamma Varese), ritrovarsi qui a festeggiare insieme un traguardo<br />
importante come il quarto di secolo di questa testata e la<br />
conquista del secondo tricolore in tre anni, è qualcosa che mette i<br />
brividi. Senza retorica.<br />
Un successo tanto più coinvolgente perché più nostro, più intimo.<br />
Fa bene dunque Minucci, il Priore plurivittorioso, come lo definisce<br />
qualcuno, a ribadire il concetto di senesità che sta dietro all’impresa<br />
della Montepaschi, perché questo termine è stato spesso usato in<br />
modo sbagliato e per dire tutto e niente. Invece la senesità è qualcosa<br />
di palpabile, che c’era, c’è e ci sarà ancora, ma prima d’ora non si era<br />
mai materializzata in modo così eclatante. Insomma vincere è bello,<br />
farlo sotto la regia e la guida di persone che soffrono e gioiscono in<br />
Piazza come noi e che calpestano le stesse pietre che calpestiamo noi,<br />
beh un po’ di differenza c’è. E pazienza se qualcuno non l’avverte.<br />
In occasione del numero unico edito nel 2004 dopo la conquista<br />
del primo scudetto, scrivevamo: “Oggi che il progetto perseguito<br />
da Minucci, sposato da Morrocchi e realizzato da Recalcati conferma<br />
in pieno tutta la sua bontà e lascia intravedere sviluppi altrettanto<br />
positivi, tutti gli sforzi devono essere indirizzati verso il<br />
consolidamento di una struttura che in tempi relativamente brevi è<br />
riuscita a garantire a questa piccola città il più alto traguardo sportivo<br />
della sua storia…”<br />
Ecco, ci fa piacere annotare che quell’augurio e quella speranza<br />
non sono caduti nel vuoto. Oggi la Montepaschi Mens Sana Basket<br />
è un esempio di managerialità ed organizzazione per tutte le società<br />
di basket. Ma non solo di basket. Ed i risultati si vedono. Il problema<br />
sarà migliorarsi, visto che fare meglio appare obiettivamente difficile,<br />
ma a parlare di irripetibilità come fanno tanti aspetterei un pò…<br />
Intanto godiamoci questo momento speciale, anche nell’esaltante<br />
prospettiva di ritornare presto in Eurolega con ambizioni nient’affatto<br />
nascoste. In quella occasione penderà già dalle austere volte<br />
del PalaMensSana un altro scudetto, e qui qualcuno già paventa il<br />
rischio che tra poco non ci sarà più spazio. Ma come si dice in contrada,<br />
un posto per l’ultimo Palio si trova sempre…Fosse anche in<br />
un cantuccio.<br />
specialescudetto due<br />
1<br />
€uro 2,00<br />
www.mesesport.it<br />
Mensile di critica e attualità sportiva - 222 - ottobre 2006<br />
Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />
La MPS si cuce addosso il ruolo dell’outsider
mauriziocenni<br />
sindacodisiena un<br />
2004<br />
ciclo<br />
senza soluzione<br />
di continuità<br />
2007 La conquista del secondo scudetto<br />
nella storia della Montepaschi Mens<br />
Sana Basket è un risultato straordinario,<br />
frutto della competenza e della<br />
passione di un team affiatato e dotato<br />
di una grande preparazione, che ha saputo<br />
lavorare in modo sinergico per<br />
un’intera stagione, issandosi sul gradino<br />
più alto per colorare di biancoverde<br />
la stagione del basket nazionale.<br />
Un risultato che ha alle spalle il lavoro<br />
di un gruppo di persone dall’alto<br />
valore morale e dalle grandi capacità<br />
tecniche. Le congratulazioni al General<br />
Manager Ferdinando Minacci e a tutto<br />
il suo staff, capace di portare quotidianamente<br />
avanti con sapienza e grande<br />
preparazione una programmazione che<br />
ha visto la squadra raggiungere obiettivi<br />
straordinari negli ultimi cinque<br />
anni.<br />
Dalla conquista della Coppa Saporta<br />
nel 2002 allo scudetto 2006/2007, attraverso<br />
il primo tricolore nel 2004, le due<br />
Final Four di Eurolega e i grandi successi<br />
delle squadre giovanili, il percorso<br />
di affermazione della Mens Sana nel panorama<br />
del basket italiano ed internazionale<br />
è stato costante e pieno di<br />
soddisfazioni. Si tratta di un ciclo destinato<br />
a proseguire nel tempo, fissando<br />
come grande prossimo obiettivo quello<br />
di continuare a scalare i vertici del basket<br />
europeo.<br />
Un grande applauso va anche al<br />
giovane coach Simone Pianigiani, che ha<br />
saputo conquistare lo scudetto da capo allenatore<br />
della squadra della sua città all’esordio<br />
assoluto come prima guida.<br />
Quella della Mens Sana è stata una cavalcata<br />
straordinaria che ha visto la squadra<br />
disputare una stagione regolare da<br />
record, destinata a rimanere nella storia<br />
della pallacanestro italiana. Una performance<br />
che è proseguita durante una serie<br />
play off entusiasmante, in cui la Mens<br />
Sana ha saputo battere la rivale di sempre<br />
Roma in semifinale e superare di<br />
slancio la Virtus Bologna nella finalissima.<br />
Il tutto sempre con il grande supporto<br />
di una grande tifoseria, che ha<br />
spinto la squadra con un sostegno caloroso,<br />
incessante e corretto.<br />
I miei complimenti per il grande lavoro<br />
svolto vanno anche alla dirigenza al<br />
completo, agli straordinari giocatori, allo<br />
staff tecnico: tutti <strong>protagonisti</strong> di un’annata<br />
strepitosa che ci ha regalato emozioni<br />
forti e grandi soddisfazioni.<br />
Adesso vogliamo portare avanti il processo<br />
di consolidamento della Mens Sana<br />
nell’elite del basket continentale e per<br />
questo continueremo a lavorare per la<br />
progettazione di un nuovo grande Palasport<br />
in grado di accogliere ancora più tifosi<br />
e di rispondere sempre meglio alle<br />
esigenze dei regolamenti internazionali.<br />
Proprio perché l’obiettivo è continuare a<br />
crescere, varcando i confini nazionali e<br />
andando alla conquista dei più importanti
specialescudetto due<br />
3
per forza<br />
maurobindi<br />
e per amore<br />
2004<br />
2007<br />
“Se 10 anni fa ti avessero detto che la<br />
Torre avrebbe vinto il palio, che il Bruco ne<br />
avrebbe vinti due e che la Mens Sana<br />
avrebbe conquistato due scudetti ci avresti<br />
creduto?”.<br />
Una fantastica battuta squisitamente in<br />
slang senese, di cui non rivendico la paternità,<br />
forse sacrilega per l’accoppiamento, ma<br />
che sposa perfettamente il concetto dell’impossibile,<br />
o presunto tale, che diventa reale.<br />
Lasciamo dunque che la meraviglia, lo<br />
stupore, il compiacimento accompagnino<br />
questa ulteriore impresa del basket senese,<br />
perché nel secondo scudetto conquistato<br />
dalla Montepaschi c’è una somma incredibile<br />
di fattori e scommesse che hanno fatto<br />
del cammino bianco-verde una vera e propria<br />
marcia trionfale.<br />
Facile intuire come dietro al momento<br />
fatidico in cui la “Coppa dei primi” è stata<br />
sollevata al cielo, non ci sia stato niente di<br />
scontato, anzi basterebbe rileggere certe<br />
previsioni di inizio stagione per capire la dimensione<br />
della vittoria senese.<br />
Un successo frutto senza dubbio di una<br />
programmazione, dove un pizzico di buona<br />
sorte e soprattutto tanta capacità, hanno permesso<br />
di bruciare i tempi sulle tabelle di<br />
marcia che ci avrebbe dovuto riportare sulla<br />
vetta della pallacanestro italiana.<br />
E qui il merito ha le sembianze di Ferdinando<br />
Minucci, che ha azzeccato ogni<br />
mossa anche nei più minimi particolari.<br />
Da sempre baciato da una dote non comune,<br />
cioè il tempismo, anche in questa circostanza<br />
il timing di Minucci, unito ad un<br />
altro suo grande pregio, quello della intuizione,<br />
ha prodotto un mix dove fiducia,<br />
convinzione, tranquillità e grandi motivazioni<br />
di tutti, hanno fatto la differenza.<br />
In fondo la promozione di Pianigiani a<br />
capo allenatore è stato solo l’ultimo atto,<br />
quello dell’eclatante riscontro, di un progetto<br />
iniziato molto tempo prima, inseguito<br />
con una tale pervicacia e convinzione che<br />
oggi si può ben dire che si è conclusa, con<br />
grande anticipo, una tappa fondamentale<br />
del nuovo capitolo del pianeta Mens Sana.<br />
Una quadratura centrata a tempi di record,<br />
che segna un aspetto importante del lavoro<br />
svolto da Minucci, creare nel piccolo,<br />
grande, microcosmo senese un centro di eccellenza<br />
nel mondo del basket nazionale.<br />
Una scuola, è bene dirlo, a 360° gradi,<br />
che nel tempo sta producendo tecnici, giocatori<br />
e non ultimo una nuova classe dirigenziale.<br />
I successi di Pianigiani e Griccioli ed in<br />
generale il grande lavoro che viene fatto stagione<br />
dopo stagione dall’intero staff tecnico,<br />
sono lì a dimostrare la qualità che la società<br />
biancoverde è ormai in grado di mettere a disposizione<br />
non solo del basket senese, ma<br />
più in generale per l’intero movimento cestistico<br />
italiano. Sui giocatori, invece, occorre<br />
uscire da una sorta di equivoco, perché se è<br />
vero che è minimo l’inserimento dei giovani<br />
plurivittoriosi a livello di prima squadra, è altrettanto<br />
vero che guardando gli organici di<br />
Legadue e soprattutto di Serie B, sono veramente<br />
tanti i ragazzi cresciuti a Siena, tali da<br />
permettere alla società senese di autofinanziarsi<br />
anno dopo anno e di continuare a coltivare<br />
per il futuro, quando l’incidenza dei<br />
giocatori italiani diventerà più marcata, concrete<br />
chance di inserire dei prospetti che fra<br />
non molto potrebbero diventare validi giocatori<br />
(non solo Datome, che c’è e verrà<br />
fuori, ma per la cronaca consigliamo di andare<br />
a vedere i playoff in Legadue di Eliantonio,<br />
classe ’88, a Jesi).<br />
A livello dirigenziale, aspetto poco pubblicizzato,<br />
ma non secondario, Minucci<br />
sta fornendo ad un gruppo di giovani<br />
una chance incredibile per inserirsi<br />
nel mondo professionale dello sport<br />
a livello manageriale, che sulla scia<br />
di quanto sta facendo ad esempio<br />
Lorenzo Marruganti a Teramo, testimonia<br />
come l’organizzazione e le<br />
esperienze maturare all’interno della<br />
realtà Mens Sana siano esportabili con<br />
successo al di fuori dell’ambiente senese.<br />
Tutti parlano dell’organizzazione e della<br />
programmazione senese come di un qualcosa<br />
di assolutamente performante, non ultime le<br />
parole del coach della nazionale ed ex allenatore<br />
senese Carlo Recalcati, che conosce<br />
bene la nostra realtà, ma ha sott’occhio pure<br />
la reale dimensione del basket italiano in tutti<br />
i suoi aspetti, sapendo perfettamente che se<br />
c’è qualcosa da migliorare a livello nazionale<br />
specialescudetto due<br />
6<br />
è proprio la capacità<br />
prospettica che non<br />
manca a Siena.<br />
È vero, non<br />
stiamo parlando di<br />
basket giocato, cosa<br />
forse strana per un numero<br />
celebrativo di uno<br />
scudetto, ma occorre capire<br />
dove nascono i successi<br />
e soprattutto inquadrare il<br />
tutto in un contesto che necessariamente<br />
non è solo pick’n roll,<br />
rimbalzi, canestri. La Mens Sana<br />
sotto Minucci è diventato nel tempo<br />
quel laboratorio che ha colmato la<br />
mancanza per tanto tempo di una dirigenza<br />
sportiva cittadina, senza dubbio<br />
capace e competitiva, ma che<br />
aveva il limite della connotazione<br />
amatoriale.<br />
Detto questo, come<br />
emblema della realizzazione<br />
di un progetto che è<br />
realmente più grande<br />
dei confini senesi,<br />
è forse più facile<br />
capire come la<br />
Montepaschi non<br />
solo abbia conquistato<br />
dei successi<br />
impensabili<br />
solo qualche<br />
anno fa,<br />
ma so
prattutto di come la<br />
società senese stia<br />
ipotecando un futuro<br />
pieno di concrete<br />
aspirazioni.<br />
Abbiamo parlato<br />
delle intuizioni di Minucci<br />
e mai come in questa<br />
occasione queste si sono<br />
sposate con una serie di<br />
scommesse fatalmente centrate<br />
dalla prima all’ultima.<br />
Potremmo partire “dalla madre di<br />
tutte le scommesse” che è quella fatta<br />
molto anni fa su Pianigiani, condotto passo<br />
dopo passo ad un ingresso ai massimi livelli<br />
talmente naturale, che sfidiamo chiunque ad<br />
aver visto Simone come un esordiente.<br />
Ma cosa ci ha aggiunto Minucci?<br />
Potenzialmente un pericolo, quel<br />
Luca Banchi reduce da molti anni<br />
da capo allenatore, che poteva<br />
esser visto anche come un<br />
paracadute in caso di<br />
flop di Pianigiani,<br />
ed invece la<br />
coppia ha fun -<br />
zionato e alla grande, senza zone d’ombra,<br />
determinando un connubio di intenti e collaborazione<br />
semplicemente fantastici.<br />
Minucci ha messo Pianigiani nella condizione<br />
di fare le scelte, prima di tutto forte<br />
della conoscenza delle qualità di scouting<br />
di Simone, un modo per dividersi i rischi,<br />
ma che consapevolmente l’uno e l’altro sentivano<br />
di condividere per la fiducia e la<br />
stima ormai cementata da anni e anni di reciproca<br />
conoscenza.<br />
Mc Intyre, Forte, Sato, oggi l’emblema<br />
della grande stagione senese, erano a tutti<br />
gli effetti delle scommesse, ma forse lo<br />
erano soprattutto per gli altri, non per la<br />
coppia Minucci-Pianigiani che, stimolati<br />
dalla nuova avventura, sapevano di avere<br />
tra le mani gli ingredienti giusti per vincere<br />
questo tipo di scommesse.<br />
Innanzi tutto un’idea precisa della squadra<br />
che sarebbe venuta a crearsi. Con la retrocessione<br />
tutta da metabolizzare di<br />
Kaukenas a sesto uomo, l’utilizzo di Forte<br />
come supporto ed alternativa di Mc Intyre<br />
in cabina di regia, con il dubbio della tenuta<br />
mentale di un grande talento come lo stesso<br />
Forte, su cui pesava un passato da riscrivere,<br />
il ruolo strategico di Sato che doveva<br />
riconvertirsi da cannoniere principe in Legadue,<br />
a variante incontrollabile per gli avversari,<br />
all’acquisizione di Baxter, divenuta<br />
virtuale per i famosi primi due mesi.<br />
Ma in questo contesto bisogna pure inserire<br />
l’input fatto di totale fiducia indirizzato<br />
nei confronti di Benjamin Eze, uscito<br />
dalla scorsa stagione frastornato ed in parte<br />
sfiduciato e restituito a nuovo dopo un’intera<br />
estate passata a lavorare su se stesso.<br />
I risultati si sono visti, perché Benjamin<br />
ha ripagato Pianigiani con una stagione superlativa,<br />
dove quella che era sembrata una<br />
tegola difficile da gestire come l’arrivo ritardato<br />
di Baxter, si è tramutata invece<br />
come una circostanza vantaggiosa, perché<br />
da subito Eze ha dimostrato quella crescita<br />
tecnica e soprattutto mentale che ha amplificato<br />
la portata dei progressi.<br />
specialescudetto due<br />
7<br />
Una Montepaschi che ha dimostrato<br />
un’etica lavorativa fuori dal comune, con un<br />
obiettivo mai abbandonato fino alla fine,<br />
che è stato quello della ricerca continua del<br />
miglioramento, senza mai fermarsi nemmeno<br />
per un momento a quantificare il crescente<br />
numero di vittorie, che avrebbero<br />
potuto indurre a qualche rallentamento più<br />
che comprensibile.<br />
I numeri meglio di ogni cosa servono per<br />
capire quanto appena detto. La Montepaschi<br />
ha iniziato a spron battuto in precampionato,<br />
giocando molto e vincendo<br />
altrettanto spesso, 13 vittorie su altrettante<br />
partite, con una vittoria il cui significato ha<br />
valso più di quanto non possa dire una semplice<br />
amichevole d’estate, quella contro i<br />
campioni del CSKA Mosca, poi in campionato<br />
30 vittorie su 34 partite, gestendo al<br />
meglio anche gli inevitabili periodi di difficoltà,<br />
cosa percepita relativamente, ma che<br />
ha avuto qualche riflesso a cavallo della fine<br />
di novembre e l’inizio di dicembre.<br />
Altro momento complicato, è stato<br />
quello del post Coppa Italia, 2 partite, 1<br />
vinta, l’altra persa in maniera rocambolesca<br />
e potenzialmente rovinosa contro la Benetton<br />
Treviso, ma che ha visto il gruppo reagire<br />
in maniera positiva a quella che poteva<br />
essere una trappola pericolosa per il resto<br />
della stagione.<br />
Meno condizionante, ma non per questo<br />
indolore, l’uscita nei quarti di Uleb Cup,<br />
con la sconfitta di Kazan che nel panorama<br />
del campionato senese è stata l’unica vera<br />
“imbarcata” della stagione, ma anche dopo<br />
questo passo falso la reazione è stata da<br />
grande gruppo.<br />
Per la statistica rimane l’ultimo dato relativo<br />
alla serie finale di playoff con 9 vittorie<br />
in 10 gare, per un totale stagionale di partite<br />
ufficiali pari a 70, di cui 60 vittorie per una<br />
percentuale vicina al 86% di successi.<br />
Aggiungiamoci che la Montepaschi è<br />
imbattuta fuori casa dal 18 febbraio 2007<br />
data in cui gli uomini di Pianigiani uscirono<br />
sconfitti dopo un tempo supplementare dal
campo di Roma, unica squadra in questo<br />
2007 capace di imporre lo stop per due<br />
volte ai colori biancoverdi.<br />
Senza dimenticare i record di punti (60)<br />
in campionato, i record societari stracciati<br />
in serie dalla squadra, possiamo dire che sarebbe<br />
stato un controsenso assistere ad un<br />
finale di campionato con un esito diverso da<br />
quello che è stato, perché la Montepaschi<br />
ha dominato la stagione in lungo e largo.<br />
Miglior attacco e miglior difesa denotano<br />
come in ogni parte del campo il gruppo<br />
senese abbia raggiunto una eccellenza assoluta,<br />
un equilibrio centrato sin dall’inizio<br />
della preparazione e che si arricchito giornata<br />
dopo giornata di sempre maggiori varianti<br />
tattiche.<br />
L’asse Mc Intyre-Eze è stato un punto di<br />
riferimento importante, con il play formidabile<br />
nell’esaltare le proprie qualità individuali<br />
e al tempo stesso capace di far girare<br />
la squadra come un orologio ed il pivot nigeriano<br />
sempre più a suo agio nel ruolo di<br />
totem pronto in difesa a coprire una parte<br />
impressionate di campo e in attacco di farsi<br />
trovare pronto sugli scarichi. Ma intorno a<br />
loro, artefici di un sincronismo eccezionale<br />
che ha fatto del pick’n roll senese un’arma<br />
pressoché non arginabile a dispetto dell’abuso<br />
che ormai se ne fa in ogni partita, è<br />
cresciuto tutto il resto, l’atletismo di Sato e<br />
la sua formidabile presenza tattica, la capacità<br />
raziocizzante di Stonerook, pronto a<br />
fare sempre la cosa giusta per la squadra,<br />
sia che si parlasse di un tiro, di un passaggio,<br />
di un rimbalzo o di un blocco. La lucida<br />
follia di Forte, attaccante sopraffino,<br />
sempre più a suo agio anche nel dettare i<br />
ritmi di gioco (esemplare la sua prova a<br />
Roma nel giorno dell’assenza di Mc Intyre)<br />
e capace di annullare in difesa avversari eccellenti<br />
(Hawkins e Best le sue ultime vittime<br />
illustri), a quel Kaukenas che<br />
eliminando qualsiasi fronzolo al suo gioco è<br />
diventato chirurgico nelle sue apparizioni in<br />
campo. Per finire a Baxter che specie nel<br />
corso dei playoff è stato un validissimo<br />
punto di riferimento alternativo ad Eze.<br />
Siena ha costruito i suoi successi con<br />
una difesa che poteva contare sull’ombrello<br />
protettivo ed intimidatorio di Eze, cosa che<br />
difensivamente ha sempre permesso agli<br />
uomini di Pianigiani di azzardare molto in<br />
termini di pressione e potenziali anticipi sul<br />
gioco avversario, ma in generale è sempre<br />
stata nitida la sensazione di una squadra che<br />
sapeva creare sbocchi logici al proprio<br />
gioco, mai in affanno, la Montepaschi ha<br />
prodotto una qualità di gioco che ha lasciato<br />
veramente la bocca dolce<br />
anche agli amanti del gioco<br />
fine a se stesso.<br />
Diciamolo francamente, a<br />
vedere giocare la Montepaschi<br />
quest’anno ci siamo divertiti<br />
veramente, c’è sempre<br />
stato un giusto mix di tattica,<br />
tecnica, spettacolarità e a<br />
rendere comunque ancora<br />
più bella la vittoria senese ha<br />
contribuito il valore degli avversari<br />
incontrati, perché<br />
Cantù e soprattutto Roma e Bologna hanno<br />
opposto il meglio di sè stesse, impegnando<br />
al massimo delle proprie possibilità la<br />
Montepaschi.<br />
Contrariamente a 3 anni fa, il cammino<br />
che ha portato alla conquista dello scudetto<br />
è stato molto più complicato. La sconfitta<br />
casalinga contro la Lottomatica, le perentorie<br />
vittorie in gara 2 e 4 a Roma e soprattutto<br />
l’epica gara 3 con i tre supplementari,<br />
danno alla vittoria finale senese quel non so<br />
che di epico che amplifica i contorni di questa<br />
vittoria.<br />
Senza nulla togliere al valore della Virtus<br />
Bologna, rimaniamo ancorati alla convinzione<br />
che sia stata la sfida con Roma la<br />
vera finale del campionato. Markoski con<br />
le sue strategie di gara ha impegnato moltissimo<br />
la Montepaschi, ma mentre Bologna<br />
ha dato l’impressione di poter al<br />
massimo allungare la serie finale, Roma ha<br />
rischiato in più di una occasione di poter girare<br />
a suo favore la sfida con i biancoverdi<br />
ed essere riusciti ad riemergere dallo 0 a 1<br />
ed aver agguantato la vittoria dopo tre estenuanti<br />
supplementari in gara 3, è uno di<br />
quegli aspetti, non solamente tecnici, che ci<br />
riconducono anche alle capacità morali e<br />
mentali del gruppo senese.<br />
Uno scudetto costruito sulle vittorie<br />
esterne, quando per tanto tempo abbiamo<br />
parlato del valore assoluto derivante da una<br />
imbattibilità quasi totale tra le mura amiche,<br />
una vittoria finale che ha visto Siena quasi<br />
più titubante in casa che fuori.<br />
Rimane la considerazione più importante<br />
che questa Montepaschi, dati alla<br />
mano, non ha sbagliato più di una partita di<br />
fila e quando Roma è passata come un ciclone<br />
all’inizio della serie di semifinale, è<br />
bastato uno sguardo allo scout di quella partita<br />
per credere che la storia senese non poteva<br />
finire lì.<br />
Una considerazione che lo stesso Pianigiani<br />
e con lui tutti noi, ha fatto vedendo<br />
quelle 23 palle perse, un dato irreale per le<br />
specialescudetto due<br />
8<br />
caratteristiche della sua squadra e che metteva<br />
in secondo piano l’altro problema rappresentato<br />
dai rimbalzi. Ed è bastato che il<br />
pubblico gli si stringesse intorno a fine gara,<br />
per capire che tutto era sempre a portata di<br />
mano, come in effetti è accaduto.<br />
Già il pubblico, altro tassello importante<br />
del puzzle mensansino. Costante durante<br />
tutta la stagione, strabocchevole e decisivo<br />
nel corso dei playoff, dall’episodio prima ricordato<br />
a fine gara 1 contro la Lottomatica,<br />
all’epica gara 3 contro i romani, per arrivare<br />
all’ultimo atto della sfida con Bologna, dove<br />
letteralmente ha spinto gli uomini in maglia<br />
Montepaschi alla rimonta sulla Vidivici dal<br />
terzo quarto in poi, diventando a tutti gli effetti<br />
il sesto uomo in campo.<br />
Eppure all’inizio dell’anno non tutti dimostravano<br />
fiducia nei confronti del progetto<br />
nel suo complesso e c’era chi vedeva<br />
con poco entusiasmo la promozione di Pianigiani.<br />
Ma non c’è stato mai, nell’arco<br />
della stagione, un momento in cui qualcuno<br />
si è arrogato il diritto di criticare, prima perché<br />
i possibili appigli si possono contare<br />
sulla punta delle dita, poi soprattutto perché<br />
anche in quelle occasioni non è mai venuta<br />
meno la considerazione di un gruppo sempre<br />
impegnato al massimo, capace di reagire<br />
immediatamente e soprattutto di<br />
individuare i propri errori e lavorarci sopra<br />
con reale capacità di assimilarli.<br />
Ed ora, mentre la sbornia da successo inebria<br />
il popolo mensanino, inizia una nuova<br />
pagina del basket senese. C’è da stare sicuri<br />
che nel frattempo Ferdinando Minucci abbia<br />
già tessuto le trame per le future recite. Sicuramente<br />
ci verranno regalate con la solita<br />
sapiente regia, ma quello che non ci scorderemo<br />
di ricordare, è che ad uno come Minucci<br />
non puoi concedere nessun vantaggio,<br />
già lui è avanti, poi se gli altri non riescono<br />
a tenergli il passo come è successo per larga<br />
parte dell’anno, dovendosi preoccupare più<br />
del contingente che del futuro, allora non ce<br />
n’è veramente più per nessuno.
oscareleni<br />
storicoegiornalista quando<br />
2004<br />
2007<br />
il tempo<br />
è galantuomo<br />
Scappare dalla Fonte Gaia con la<br />
scusa che è soltanto una copia di quella<br />
scolpita da Jacopo della Quercia, cercare<br />
rifugio nella contrada della Vipera che<br />
non esiste più, ma che andrebbe ridisegnata<br />
per stare al passo con i tempi, lasciare<br />
i brindisi a chi se li merita, lasciare<br />
il Campo al panterino che ti avvicina<br />
sventolando la bandiera della Mens Sana<br />
spiegandoti che non ne poteva più.<br />
Certo, dicevamo condiscendenti, la<br />
tensione è forte. No, ci ha urlato, voi non<br />
capite. Il basket è bello, ma è uno sport,<br />
tirarla troppo in lungo con questa Virtus<br />
avrebbe voluto dire dimenticare i cavalli,<br />
perché il Palio è vita.<br />
Via verso altri boschi ascoltando<br />
Gianna Nannini e il suo ragazzo dell’Europa<br />
che diventerà l’inno per il<br />
sogno del principe Minucci che ora<br />
vuole la grande coppa, non si ferma un<br />
giorno, non va neppure a guardarsi il<br />
mondo dalle Colline Metallifere, dalla<br />
rocca di Chiusdino dove almeno potrebbe<br />
rilassarsi. No, il principe ha delle<br />
altre cose in testa. Da subito, dall’ultimo<br />
canestro, dall’ultimo brindisi. Guardare<br />
avanti, non fermarsi davanti alla prima<br />
benedizione, al secondo scudetto, agli<br />
occhi luccicanti del Pianigiani lupaiolo,<br />
di quei giocatori che erano arrivati in catene,<br />
portandosi dietro brutti ricordi, carriere<br />
non brillanti, liberati giorno dopo<br />
giorno, curandone l’egoismo, l’egocentrismo,<br />
facendogli ripetere ogni sera la<br />
preghiera del cavallo con le macchie<br />
sulle zampe, sulle mani da prode tiratore:<br />
Baio da uno non lo dare a nessuno, allora,<br />
ragazzi in verde che sognate l’Europa<br />
sarete confermati, soprattutto tu,<br />
capitano Stonerook che ammetti di non<br />
essere capace a fare tutto anche se forse<br />
non sei bravo a fare niente, confessione<br />
di un campione con dentro tutto quello<br />
che serve per stare alle Termopili.<br />
Baio da tre baio da re. Allora ragazzi<br />
della Mens Sana siete tutti nobili e primi<br />
nel cuore di chi vi ha protetto e sgridato<br />
soltanto quando non sentiva nessuno.<br />
Grande Sato, grande Mac, grande Kau,<br />
grande Eze, grandi tutti anche il Baxter<br />
uscito dal braccio zero.<br />
specialescudetto due<br />
10<br />
Facile raccontare adesso la storia di<br />
una squadra che in cinque anni ha fatto<br />
cose grandissime, due scudetti e qualche<br />
coppa a parte, facile perché se ti giri indietro<br />
trovi il sentiero dove hai camminato<br />
e compreso che qualcosa, un<br />
giorno, sarebbe accaduto. Lo dicevamo<br />
al Rinaldi che perdeva contro Driscoll,<br />
lo abbiamo detto a tutti gli allenatori che<br />
sono passati da porta Camollia per prendere<br />
oro,non tanto a quei tempi, ammettiamolo,<br />
valutare l’incenso, non molto<br />
perché così è la città, respirare la mirra<br />
sapendo che in quel quarto, prima o poi,<br />
sarebbe arrivato un senese come il selvaiolo<br />
Cardaioli, uno che avrebbe avuto<br />
la fortuna di non doversi inventare le<br />
zone trappola perché avrebbe avuto uomini<br />
e mezzi per attaccare la rocca, prendere<br />
il premio, tenere lontano in nemici<br />
incatenandoli dove meritavano, firmando<br />
una pace non scritta con il Ferdinando<br />
dell’istrice. Sacrilegio o<br />
benedizione?. Porta Camollia da dove<br />
entravi per il Meeting dell’Amicizia,<br />
atletica grande, atletica aperta al mondo,
ai cubani ai russi, a quelli oltre le cortine,<br />
e allora non riesci a dimenticarti che un<br />
giorno parlavi di scudetti mensanini con<br />
il Renzo Corsi e il Ciccarelli, prendendoli<br />
un po’ in giro come faceva quel ragazzo<br />
della Giraffa che se la prendeva<br />
con quello del Bruco capace di fare una<br />
finta e schiacciare a canestro.<br />
Qualcuno dice non girarti troppo indietro,<br />
siamo in un secolo nuovo, la storia<br />
serve, ma non aiuta sempre e i nuovi<br />
non amano la storia. Strano. Eravamo<br />
convinti che tutto fosse legato insieme,<br />
comunque sia la cosa funziona e ci voleva<br />
testa, ci volevano palle, quelle da<br />
giocare bene, quelle da mostrare nei momenti<br />
in cui era anche difficile respirare.<br />
Via dalla Fonte Gaia andando verso castagneti<br />
che separano regioni dopo aver<br />
stretto la mano al sindaco perché il suo<br />
modo di tifare Mens Sana ci è piaciuto<br />
di più di tutto il resto. Bel duello col Veltroni,<br />
ma, chissà perché, ci è piaciuto di<br />
più questo primo cittadino con il collo da<br />
lottatore, i colori della salute e della pressione<br />
da tenere sempre sotto controllo,<br />
leonino, spontaneo, uno che ti guarda in<br />
faccia anche quando potrebbe dirti che<br />
non ha tempo e in una città con ragazzi<br />
che vogliono l’Europa, ma sentono la<br />
Patria in contrada, di tempo non ce n’è<br />
mai. Per questo il Minucci era già al lavoro<br />
dopo l’ultimo brindisi e il Pianigiani<br />
pensava che due uomini in più<br />
avrebbero fatto comodo.<br />
Via , verso il bosco e la Valserena leggendo<br />
a voce alta, per chi ci salutava a<br />
Camollia, la poesia del grande Ryokan<br />
che è un artista e non la maschera di<br />
un’imprecazione:<br />
Mentre alcuni sacrificano la loro vita<br />
per liberare il mondo<br />
Nascosto nella mia capanna d’erba<br />
Io coltivo l’ozio<br />
Passando tutta la notte a bruciare dei<br />
rami e a chiedermi quando dimenticherò<br />
di esserci stato a Siena, di aver visto la<br />
commozione e piacere di fare bene le<br />
cose. Vita da pesce come sa bene Rosanna<br />
Minucci che il correttore del computer<br />
rispetta più del marito senza mai<br />
storpiarne il cognome in Minacci.<br />
specialescudetto due<br />
11
obertomorrocchi dedicato<br />
La prima volta è indimenticabile…la seconda<br />
ancora più bella. Sono comunque<br />
paragoni inutili e forse anche ingenerosi. Il<br />
fatto eclatante è che ci ripetiamo a distanza<br />
di appena tre anni dal primo successo, facendo<br />
meglio, tanto per fare un esempio,<br />
della Benetton che attese sette anni per<br />
mettere le mani sul secondo scudetto.<br />
No, non siamo una rondine… ma nemmeno<br />
un piccione e lasciamo le aquile ai<br />
bolognesi della Fortitudo. La verità è che<br />
alla Mens Sana si fanno le cose sul serio,<br />
con una compattezza di volontà e unità di<br />
intenti che lasciano qualche volta basito<br />
anche chi scrive questo pezzo e che è pur<br />
sempre il Presidente dei Campioni d’Italia.<br />
Come ho sentito dire più volte da Ezio<br />
Cardaioli che, in un altro mondo della<br />
palla a spicchi, si era abituato a fare l’allenatore,<br />
il manager e il..magazziniere, la<br />
specialescudetto due<br />
12<br />
2004<br />
2007<br />
alla città<br />
ferrea organizzazione messa in piedi in<br />
questi anni da Ferdinando Minucci in<br />
viale Sclavo rasenta la perfezione. Un mosaico<br />
dove le tessere vanno a posto con<br />
apparente semplicità, ma con assoluto rigore.<br />
Un sistema, dalla segreteria, all’amministrazione,<br />
ai dirigenti del settore<br />
giovanile e ai componenti del team della<br />
prima squadra, dove ognuno è responsabilizzato<br />
e sa cosa fare e come farlo. Un<br />
modello da copiare anche in altri settori<br />
produttivi tanto diversi a colpo d’occhio<br />
dall’ambito sportivo.<br />
Difficile ripetersi, come ho già detto,<br />
ma difficilissimo anche scrivere qualcosa<br />
di originale e singolare per festeggiare<br />
questo nuovo nato.<br />
Credo, comunque, che questo tricolore<br />
debba essere dedicato a tutta la città e a<br />
tutti i nostri tifosi, quelli che hanno avuto
la fortuna di vivere accanto a noi queste<br />
giornate indimenticabili, quelli del passato<br />
che hanno tracciato le fondamenta per<br />
farci diventare grandi e quelli che verranno<br />
e tiferanno per una Mens Sana Basket<br />
dal blasone glorioso e dal palmares<br />
finalmente ricco di scudetti assoluti e giovanili,<br />
coppe europee e supercoppe.<br />
Il progetto di partenza di due lustri fa<br />
(... perché noi viviamo e costruiamo esclusivamente<br />
intorno a progetti credibili) che<br />
prevedeva il consolidamento a certi livelli,<br />
si è evoluto nel nuovo che puntava al vertice.<br />
Si è rinnovato lo scorso anno in<br />
quello che prevedeva un lasso di tre anni<br />
per bissare lo scudetto del 2004. Visto che<br />
abbiamo bruciato le tappe, puntiamo<br />
adesso a varcare i confini per tentare altre<br />
“conquiste” in territori più vasti.<br />
L’Eurolega ci chiama e ci affascina. Ci<br />
sarebbe di che far tremare i polsi andando<br />
a vedere i bacini di utenze e i budget delle<br />
più grandi società continentali. Ci vuole<br />
coraggio a lanciare un ponte fra la nostra<br />
splendida Siena, una città di meno di sessantamila<br />
abitanti, e, che ne so?, Mosca,<br />
Atene, Madrid, Barcellona, Tel Aviv, Berlino<br />
e compagnia cantante. Ma se già in<br />
un recente passato siamo riusciti in due<br />
occasioni ad approdare alla ribalta delle<br />
“Final Four”, non vediamo perché non si<br />
possa riprovare la scalata. Fidando sull’appoggio<br />
indispensabile del Monte dei<br />
Paschi e di tutte le Istituzioni senesi, ma<br />
anche sulla nostra filosofia che si sposa a<br />
tetti salariali e a bilanci dai quali è vietato<br />
deragliare, ma anche alla riconosciuta capacità<br />
di saper pescare con bravura dal<br />
sommerso per imporre poi la solidità del<br />
nostro “gruppo”.<br />
specialescudetto due<br />
13<br />
Certo qualche volta si può pescare un<br />
luccio e non una pregiata spigola, ma è determinante<br />
non perdere mai la bussola,<br />
continuare a lavorare, con la capacità e la<br />
caparbietà di chi crede in qualcosa di concreto.<br />
Anche la scelta di Simone va in questa<br />
direzione. Lui sapeva da almeno<br />
cinque anni che sarebbe diventato il leader<br />
tecnico della Montepaschi. Ha saputo<br />
aspettare con pazienza e con fiducia e alla<br />
fine è arrivato al top. Noi non avevamo<br />
dubbi sulla sua professionalità e sulla infinita<br />
laboriosità. Certo lui ci ha ripagato<br />
con uno scudetto, come solo Scariolo era<br />
riuscito a fare da capo allenatore esordiente<br />
in quel di Pesaro.<br />
Sarà il futuro Messina…ed è nato a<br />
Siena. È, come cantano quelli del Commandos,<br />
uno di noi!
Tredici stupendi <strong>protagonisti</strong>, capaci di una cavalcata<br />
vincente lunga 44 partite (34 quelle della stagione regolare,<br />
10 quelle dei playoff), con un record strabiliante di<br />
39 vittorie totali pari al 88.6%.<br />
Il basket è fatto di numeri e non ci sottraiamo nemmeno<br />
in questo caso ad evidenziare le cifre strabilianti di<br />
una squadra formidabile, che mai come in questa occasione<br />
ha rappresentato il punto di massima esaltazione tanto<br />
delle capacità individuali, quanto quelle di squadra.<br />
E allora passiamo in rassegna i 13 campioni<br />
che hanno portato in dote a Siena<br />
il secondo scudetto nell’arco di soli tre anni.<br />
14<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
15<br />
Joseph Forte: esaltante. Con lui<br />
potremo iniziare in mille modi, è senza dubbio un talento<br />
geniale ed imprevedibile, il classico giocatore su cui si<br />
spaccano i giudizi degli appassionati e in una realtà come<br />
quella italiana dove il dualismo è stato una delle costanti<br />
che ha contraddistinto il giudizio sugli sportivi, non poteva<br />
mancare nemmeno su di lui un’accesa disputa.<br />
C’è chi lo ama e chi lo detesta, rimane il fatto che di<br />
talenti come lui ne arrivano ormai con il contagocce,<br />
quindi grazie a Pianigiani e Minucci che ce l’hanno fatto<br />
scoprire, noi staremo sempre dalla parte di chi fa del basket<br />
un’arte non preconfezionata. E lui è uno di quelli che<br />
può inventare qualunque cosa su di un campo da basket.<br />
È vero, ogni tanto eccede e ti fa perdere la pazienza, ma<br />
la bellezza dei suoi movimenti da soli valgono spesso il<br />
prezzo di un biglietto.<br />
Nessuno ha mai dubitato delle sua qualità tecniche, in<br />
Europa ce ne sono pochi che sanno costruirsi qualsiasi<br />
tipo di tiro come sa fare lui, le perplessità venivano semmai<br />
dalla sua tenuta mentale nell’arco della stagione ed è<br />
in questo particolare ambito che sono arrivate le risposte<br />
più importanti. Forte ha dimostrato capacità di adattarsi<br />
alle esigenze della squadra, fornendo risposte<br />
convincente come alternativa in play a Mc Intyre e superandosi<br />
per applicazione difensiva. Ha sicuramente superato<br />
l’esame. Bellissima la gioia spontanea che ha<br />
mostrato alla conquista dello scudetto. Ed intanto per il<br />
prossimo anno ha già prenotato la maglia numero 40,<br />
l’Eurolega sarà il suo prossimo banco di prova.<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
marioarceri<br />
caporedattore<br />
corrieredellosport un’impresa<br />
2004<br />
2007<br />
Conosco Ferdinando Minucci da molti<br />
anni. Il rapporto è di amicizia, e dunque parlarne<br />
potrebbe sembrare condizionato da quei<br />
vincoli che inevitabilmente si stringono tra<br />
persone che si stimano e si rispettano smarrendo<br />
l'obiettività. Però ritengo sia giusto<br />
farlo, e, soprattutto, sono davvero onorato che<br />
‘<strong>Mese</strong>sport’ abbia affidato a me questo<br />
‘pezzo’ nella scaletta dei servizi che celebrano<br />
lo scudetto della Montepaschi. Del resto, il rischio<br />
di non essere obiettivi è davvero minimo<br />
in questa circostanza e, per quanto mi<br />
riguarda, cercherò di usare con parsimonia gli<br />
aggettivi. È tuttavia indubbio che, riconosciuti<br />
i meriti più ampi al bravissimo Simone Pianigiani<br />
capace, all'esordio su una panchina di<br />
Serie A, di resistere alle emozioni del debutto<br />
e di condurre una stagione sempre in testa fino<br />
a vincere lo scudetto con vantaggi da record;<br />
riconosciuti i meriti altrettanto grandi alla<br />
squadra che è stata capace di aumentare progressivamente<br />
intensità e concentrazione fino<br />
a trasformarsi in una inaffondabile corazzata,<br />
anche se questa definizione non piace nè a Simone<br />
nè a Ferdinando; riconosciuti i meriti<br />
dello staff tecnico, sanitario, dirigenziale, amministrativo,<br />
qualche parola la merita anche<br />
l'uomo che ha reso possibile tutto questo.<br />
Ho conosciuto Ferdinando molti anni fa,<br />
griffata minucci<br />
presentato da Gianni Petrucci, attualmente<br />
presidente del Coni. Il Monte dei Paschi aveva<br />
legato il proprio marchio al minibasket federale<br />
e quella era, probabilmente, la prima occasione<br />
in cui Ferdinando si proponeva su un<br />
"palcoscenico" nazionale. Educato, gentile,<br />
intelligente: qualità abbastanza rare già singolarmente,<br />
figuriamoci tutte assieme. Gianni<br />
in quell'occasione spese parole molto positive,<br />
e il presidente del Coni raramente sbaglia il<br />
proprio giudizio sugli uomini.<br />
Aveva ragione. Basti pensare alla “carriera"<br />
di Minucci, al ruolo e al prestigio crescente che<br />
ha saputo guadagnarsi, ma anche affidare alla<br />
Mens Sana. Voglio aggiungere - e perdonatemi<br />
- un altro ricordo personale: quando fu costruito<br />
il PalaMensSana, che all'epoca era all'avanguardia<br />
nell'impiantistica sportiva, il<br />
magazine "Basket" mi affidò il servizio. All'epoca,<br />
trent'anni fa o poco meno, Siena era<br />
una delle piazze storiche della pallacanestro,<br />
forse quella sentimentalmente più importante<br />
perchè a Siena era nato il basket italiano. Merito<br />
di Ida Nomi Pesciolini, di quel manualetto<br />
scritto da Nasimith che le era capitato tra le<br />
mani e che tradusse o, meglio ancora, interpretò<br />
facendo poi svolgere alle sue ragazze il<br />
primo incontro di “palla al cesto" che la storia<br />
sportiva del nostro Paese ricordi.<br />
Sapete, era il 1907 ed è giusto che cento<br />
anni più tardi sia stata Siena a celebrare quella<br />
data antica con lo scudetto. Bene, quello che<br />
volevo dire è che la Mens Sana dalle grandi tradizioni<br />
e dall'inesauribile passione per il basket,<br />
era ed è pur sempre la società sportiva di punta<br />
di una città ricca di storia, ma vissuta da 50.000<br />
o poco più abitanti.<br />
Lo era trent'anni fa, lo era quindici anni fa<br />
quando Minucci cominciò ad occuparsi attivamente<br />
di basket, lo è tuttora. Ebbene, per proiettarsi<br />
in quest'avventura, sfidando club assai<br />
più potenti e metropoli potenzialmente assai<br />
più ricche, era inevitabile un pizzico di lucida<br />
follìa. Ferdinando l'ha usato, ma solo per cominciare,<br />
razionalizzando immediatamente il<br />
suo impegno, con chiarezza di idee, avendo<br />
sempre ben presenti gli obiettivi da raggiun-<br />
specialescudetto due<br />
16
gere, ma anche gli “steccati" da rispettare per<br />
non trasformare la fantastica avventura in cui si<br />
era tuffato in una fallimentare Waterloo.<br />
Ecco, il merito principale di Minucci è proprio<br />
questo: essere ben consapevole che nello<br />
sport non è poi così difficile vincere, ma lo è<br />
assai di più restare vincenti. Quindi programmi<br />
credibili e realistici, progetti elaborati avendo la<br />
percezione esatta dei rischi e dei modi per evitarli<br />
o tamponarli. Soprattutto la consapevolezza<br />
che ogni impresa sportiva si realizza sul<br />
campo, ma si comincia a costruire assai prima<br />
della partita e in genere assai lontano dal<br />
campo, sempre però con gli uomini giusti. Ferdinando<br />
è stato bravo a scegliere le persone, ad<br />
affidare a ciascuno compiti adatti ed adeguati,<br />
a fare in modo che la struttura crescesse insieme<br />
alla squadra. Così arrivò la Saporta nel<br />
2002 e lo scudetto due anni più tardi. E così,<br />
infine, è arrivato questo secondo scudetto, forse<br />
ancora più bello del primo visto che in partenza<br />
nessuno ci pensava, ci credeva, ci sperava, e<br />
che all'arrivo nessuno ha potuto metterlo in<br />
dubbio, dimenticando addirittura le molte riserve<br />
iniziali, stupendosi anzi di averne avute.<br />
Bravi Minucci e Pianigiani a tracciare un<br />
progetto tecnico ad inizio di stagione, scegliendo<br />
gli uomini necessari e non derogando<br />
più dalla scelta iniziale. Brava la società ad<br />
assistere i suoi giocatori in qualsiasi istante,<br />
fino all'ultimo momento cementando fiducia,<br />
sicurezza e certezze.<br />
È ovvio che, per tutto questo, l'input sia<br />
specialescudetto due<br />
17<br />
stato dato da Minucci: con saggezza, con autorevolezza,<br />
con intelligenza. Le qualità che<br />
hanno portato Siena e i suoi 54.000 abitanti a<br />
cancellare realtà assai più grandi, ricche di denari,<br />
tradizioni ed ambizioni, ma prive di<br />
"strutture" che fossero in grado di competere<br />
con quella allestita e rodata da Ferdinando.<br />
C' è poi il Minucci ‘politico’ (nello sport si intende),<br />
e cioè l'uomo che combatte in Lega per<br />
assegnare al basket una dimensione adeguata alle<br />
sue potenzialità. Che si batte contro gli scandali<br />
e contro equilibri consolidati cercando però di<br />
tutelare l'immagine del movimento. Che lavora<br />
per affermare il pro fessionismo della pallacanestro<br />
entro margini costruttivi, che non ledano ma<br />
si completino con le altre realtà minori eppure<br />
altrettanto importanti. Che ha reso la Mens Sana<br />
il laboratorio più interessante di lavoro sui giovani<br />
come dimostrano i successi ottenuti negli<br />
ultimi cinque anni a livello di categoria.<br />
Un impegno enorme, ma assai lucido, tant'è<br />
vero che sono sempre puntualmente giunti<br />
i risultati voluti. Talmente grande e talmente<br />
corretto che il traguardo, previsto tra tre anni,<br />
è stato invece tagliato al primo assalto. Creando<br />
qualche problema. Poco male: basta rimboccarsi<br />
le maniche e pensare subito alla<br />
soluzione. Nuovo Palasport, foresteria per i<br />
più giovani, squadra leggermente diversa, sicuramente<br />
più forte. Minucci è già al lavoro,<br />
ed ha già pronti gli argomenti giusti per convincere<br />
chi ha bisogno di qualche stimolo in<br />
più. Lo scudetto è il più efficace.
marconaldini simone,<br />
2004<br />
2007<br />
coach made in siena<br />
I rintocchi del campanone di Piazza accompagnano, da sempre, la vita di Simone Pianigiani, ma le lancette<br />
del suo orologio viaggiano con almeno 30 secondi di anticipo. Da molto tempo. La sabbia della sua<br />
clessidra si è colorata, con il trascorrere degli anni, di bianco e verde, in maniera naturale. Così come le<br />
suole delle tante scarpe da ginnastica consumate sul parquet di Viale Sclavo. A mezzo, tra una missione<br />
e un destino non facile da realizzare, quello di arrivare un giorno, chissà quanto lontano, a vincere, ad altissimo<br />
livello, nella città nella quale sei nato, cresciuto e con la squadra e la società alla quale hai dedicato<br />
quasi tutta la tua vita. Simone lo aveva già fatto da vice, tre anni fa, ma questa volta è tutta un’altra<br />
cosa. Per ruolo e dimensioni, al termine di una stagione dominata in lungo e largo, quasi al limite della<br />
perfezione per numero di vittorie e contenuti tecnici. È lui, il trait d’union sul parquet dei due tricolori.<br />
È lui, la personificazione, sul campo, di un progetto che lievita e si corona di successi, con il trascorrere<br />
del tempo. Da oltre dieci anni, da quando ha esordito come assistant-coach nel 1995. Ma anche da prima,<br />
da quando si è sbattuto e dedicato giorno e notte alla costruzione di un settore giovanile che pian piano<br />
ha fatto diventare un fiore all’occhiello per qualità e successi ottenuti. E anche quest’anno Pianigiani<br />
aveva vinto già alla vigilia dei playoff, in anticipo come nel suo stile, 30 secondi avanti. L’incoronazione<br />
come miglior allenatore della stagione è stata un’altra conferma che il grande giorno era in dirittura di<br />
arrivo. Meritatamente, da esordiente, come raramente capita, lui giovanissimo, con ancora due anni da<br />
compiere prima di raggiungere i quaranta. Alla maniera di Caesar, veni, vidi, vici. E la vittoria più bella<br />
specialescudetto due<br />
18
Pianigiani inizia molto presto la propria<br />
carriera di allenatore, già a 26 anni<br />
è assistant coach della squadra senese.<br />
Per undici anni ha lavorato al fianco di<br />
Cesare Pancotto, Phil Melillo, Luca Dalmonte,<br />
Edoardo Rusconi, Fabrizio Frates,<br />
Ergin Ataman e Carlo Recalcati. In<br />
questo ruolo ha conquistato un titolo<br />
nazionale (2004), una Supercoppa Italiana<br />
(2004) e la Saporta Cup 2002.<br />
Ha inoltre lavorato per le giovanili<br />
di Siena, vincendo due scudetti Cadetti<br />
(2002 e 2003), uno Under 20 (2006) e<br />
due juniores (2004 e 2005).<br />
Nella stagione 2006-2007 avviene la<br />
consacrazione ed esordisce come head<br />
coach in serie A con la Montepaschi Siena.<br />
arriva proprio contro Roma, sulla sirena del terzo supplementare, la più<br />
emozionante di tante giocate e vissute da Simone, quella gara-3 con la quale<br />
ipoteca la conquista del suo primo scudetto come capo-coach- Giochi del<br />
destino. Già, capo coach, “Pianigiani capo-coach”: come da qualche anno<br />
gli sta cantando la curva. Il leit motiv risuona presso a poco dalla serata per<br />
i festeggiamenti del primo scudetto. Fari puntati su Charlie Recalcati ed il<br />
coro che si leva a sorpresa, in maniera scherzosa e simpatica, approfittando<br />
anche del fatto che Simone è lì in piedi, pochissimo distante. Che premonizione!<br />
Eppure ancora tanta acqua sarebbe dovuta passare sotto i ponti. E<br />
molta altra ne era passata fino ad allora sulla direttrice che lega la zona di<br />
Via Mentana-Marciano, a Viale Sclavo. È stata la strada che Simone ha<br />
percorso per più tempo. Scuola alla mattina, poi al campetto per due tiri al<br />
pomeriggio, allenamento due volte alla settimana al minibasket, sotto la<br />
guida di Sandro Finetti. Poi su su, tutto il percorso fino agli Juniores come<br />
giocatore, ed i primi passi nelle vesti di allenatore ben instradato da Giorgio<br />
Brenci. La specialità della casa? Lavoro, lavoro e ancora tanta dedizione.<br />
Poche ferie e pochi svaghi, la probabilità di trovare Simone in<br />
palestra o in ufficio davanti ad un video per studiare giocatori ed avversari<br />
è altissima in ogni mese dell’anno, luglio e agosto compresi. Adesso che è<br />
stata scritta la prima riga del suo palmares nel basket d’elite, si è disfatto<br />
dei panni di giovane promessa. Ha compiuto il suo impegno. Forse, come<br />
dice qualcuno, quando iniziano a vincere e ad aver successo, gli allenatori,<br />
un po’ come gli scrittori, da promesse diventano i soliti stronzi eppoi, con<br />
il sopraggiungere dell’età, venerabili maestri. Simone ne ha avuti tanti al<br />
suo fianco in panchina, appartenenti a questa o quella specie. Ha appreso,<br />
sapendo distinguere, in cuor suo, pregi e difetti, con riservatezza, con il<br />
proposito però di crescere e riproporre la piacevolissima usanza di essere<br />
allenatori vincenti in Patria. Un balsamo rarissimo di questi tempi.<br />
specialescudetto due<br />
19
21<br />
Terrel Mc Intyre: stupefacente.<br />
Lo scorso anno mentre Reggio Emilia nicchiava sulla sua conferma<br />
(facevano paura 20.000 dollari di aumento richiesti dal play americano<br />
alla società emiliana), Ferdinando Minucci si infilò con il suo<br />
proverbiale tempismo nella trattativa e chiuse in un amen il capitolo<br />
play. Lui intanto andava ad infilare lo storico 10 su 10 da tre alla Virtus<br />
Bologna, per un ricorso storico di non poco conto, visto poi<br />
come sarebbero andate a finire le cose a distanza di appena un anno.<br />
Giocatore che non finirà mai di stupire per la capacità di adattarsi<br />
a livelli sempre maggiori di competitività, Mc Intyre anche in<br />
questa stagione è stato semplicemente superlativo.<br />
Il riconoscimento di miglior giocatore della stagione regolare<br />
testimonia di come sia riuscito ad imprimere alla stagione senese<br />
un marchio indelebile, stoccatore risolutivo in tante circostanze,<br />
play capace di dettare ritmi perfetti alla squadra e di dare sempre<br />
palloni giusti per tempo e precisione ai compagni di squadra, contrariamente<br />
a quanto avremmo pensato ad inizio stagione, non ha<br />
mai dimostrato affanno nemmeno in difesa contro pari ruoli più<br />
grossi di lui.<br />
La sua leadership si è consolidata nel giro di poche giornate e Mc<br />
Intyre è stato la vera anima della squadra, che spesso ha caricato<br />
sulle sue spalle conducendola ad un successo che è anche la consacrazione<br />
individuale del suo estro, finora non a pieno apprezzato.<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
pieroricci 1907-2007:<br />
presidente<br />
menssana1871<br />
da venezia<br />
al tricolore bis<br />
2004<br />
2007<br />
Per la seconda volta in pochi anni, la<br />
Mens Sana Basket regala alla “casa madre”<br />
Mens Sana 1871 e a tutta la Città di Siena<br />
un’impresa sportiva che non esito a definire<br />
“superlativa”.<br />
Un risultato di prestigio assoluto la conquista<br />
del secondo titolo tricolore, riuscita<br />
al termine di una trionfale stagione che premia<br />
la professionale e come sempre oculata<br />
gestione manageriale del direttore generale<br />
Ferdinando Minucci ma anche il lavoro<br />
compiuto da tutte le altre componenti che<br />
operano in seno alla Montepaschi, siano<br />
esse cestistiche o dirigenziali.<br />
Un plauso particolare va al coach Simone<br />
Pianigiani, che ha mostrato una competenza<br />
tecnico-tattica ed una mentalità<br />
vincente assolute e che non può non rappresentare<br />
un vanto per tutta la città in considerazione<br />
dei suoi natali e della sua<br />
esperienza tutte senesi e mensanine: accomuno<br />
al tecnico, ed ai suoi bravissimi assistenti,<br />
anche i giocatori che hanno indossato<br />
la maglia biancoverde con quello spirito e<br />
quella volontà che hanno entusiasmato tutti<br />
gli sportivi, mai come in questa annata vicini<br />
alle sorti della squadra.<br />
Si rafforza, più che mai in un’occasione<br />
così lieta, quel solido legame che caratterizza<br />
Mens Sana 1871 e Mens Sana Basket,<br />
sempre vicine ed accomunate nel perseguire<br />
obiettivi comuni, sul piano sportivo come<br />
su quello strutturale. Un rapporto, il nostro,<br />
che viene da lontano e nel quale sono coinvolte<br />
tutte le Istituzioni cittadine, dal Comune<br />
alla Provincia, dalla Fondazione MPS<br />
allo sponsor Banca Monte dei Paschi: una<br />
unione di forze che ha permesso ad una società<br />
dal budget certo non illimitato e ad un<br />
bacino di utenza di poco più di 50 mila unità<br />
di primeggiare al cospetto di metropoli e<br />
piazze che fanno da sempre della tradizione,<br />
o delle potenzialità economiche, i propri<br />
punti di forza.<br />
Personalmente, aggiungo un altro motivo<br />
di vanto nel vedere la Mens Sana Basket<br />
cucirsi il tricolore sulle maglie proprio<br />
in questo 2007, anno che segna il centenario<br />
dalla prima introduzione del basket in<br />
Italia. Nel 1907 fu infatti proprio Mens<br />
Sana 1871, allora Associazione Ginnastica<br />
Senese, a promuovere lo sport dei canestri<br />
con la storica esibizione a Venezia delle ragazze<br />
guidate dalla professoressa Ida Nomi<br />
Pesciolini; evento ricordato anche nella<br />
bella celebrazione che è stata proposta dalle<br />
nostre attuali ginnaste alla cerimonia di<br />
chiusura dei corsi ad inizio giugno e che,<br />
guarda caso, ha visto la gradita partecipazione<br />
anche di Ferdinando Minucci. Perdonerete<br />
quindi se esprimo con un pizzico di<br />
malcelata soddisfazione un’ulteriore gioia<br />
nel veder tornare, per la seconda volta in pochissimi<br />
anni, lo scudetto dello sport dei canestri<br />
alla casa-madre senese che prima di<br />
ogni altra società decise di promuoverne<br />
l’attività in Italia.<br />
Adesso però, e dopo tanto impegno, è il<br />
momento di gioire, di festeggiare e quindi a<br />
nome di tutta Mens Sana 1871 mi unisco al<br />
coro unanime dei ringraziamenti che i nostri<br />
splendidi Campioni d’Italia meritano!!<br />
specialescudetto due<br />
22
specialescudetto due<br />
23
Lonny Baxter: importante.<br />
È stato a ragione presentato come il fiore all’occhiello<br />
del mercato estivo senese e senza dubbio le<br />
prerogative erano quelle di un giocatore dalle prospettive<br />
esaltanti per il basket italiano ed europeo.<br />
Le vicende che ne hanno contraddistinto il mancato<br />
arrivo a metà agosto e le successive difficoltà<br />
di inserimento e recupero di una forma fisica accettabile<br />
ne hanno minato il percorso, complice<br />
pure un rendimento di Benjamin Eze tale per cui le<br />
gerarchie in campo si sono delineate ben presto.<br />
Nonostante questo Baxter ha saputo ritagliarsi<br />
un ruolo importante, recitando il suo spartito che<br />
parla di un potenziale offensivo di prim’ordine, specie<br />
nella parte conclusiva della stagione, in particolar<br />
modo nei playoff dove ha fornito alcune<br />
prestazioni veramente consistenti.<br />
Ha sofferto molto per raggiungere una continuità<br />
difensiva, che nella logica del gioco di Pianigiani<br />
era imprescindibile, ma è innegabile che alla<br />
fine il suo mattone è stato capace di portarlo, anche<br />
se in molti si aspettavano una stagione più da protagonista<br />
per l’ex Bobcoats.<br />
25<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
specialescudetto due<br />
26
“zitti zitti,<br />
ducciobalestracci<br />
piano piano,<br />
vi s’è fatto ripurga’„<br />
2004<br />
2007<br />
Piano piano la bocca ci s’era cominciato a<br />
farla. Diciamo: da quando la Mens Sana aveva cominciato<br />
a macinare una vittoria via l’altra, qualche<br />
pensierino (timido) si era affacciato, ma subito<br />
era stato ricacciato indietro per scaramanzia.<br />
Parlare di scudetto, ma che siamo matti?<br />
Siamo partiti come quinta squadra; si sta facendo<br />
un bel campionato, sì, ma non ci allarghiamo.<br />
E poi ha ragione Pianigiani: ora<br />
arrivano le metropoli, e quando arrivano le metropoli<br />
son cavoli amari per tutti. Niente euforia:<br />
buoni e composti. E poi, via, ma che pensavi<br />
davvero che quello che era sempre stato il vice,<br />
ora è il titolare, arriva lui, pim pum pam! e sbaracca<br />
i santoni della pallacanestro. Ma siamo<br />
scemi solo a pensarlo o che cosa? Magari un<br />
giorno uno scudetto lo vince. Sì ma deve farsi<br />
dell’altro. E poi, ti pare?, con un allenatore di<br />
casa? Davvero: e stava per le mi’ scale.<br />
Così, zitti e mosca, e prendiamo quel che<br />
viene. Senza illusioni, eh! ha’ visto in Coppa Italia:<br />
ci facevi la bocca e in bocca ti c’è rimasto<br />
l’amaro. E la Uleb? S’è fatto quel che si poteva<br />
e quel che si poteva era questo. Il campionato,<br />
cosino, io te lo di’o, lo sa’ chi lo vince? ma<br />
Roma! lo dicono tutti e l’aspettano tutti: hanno<br />
fatto la squadra da scudetto e l’ha detto anche<br />
Veltroni. Le metropoli, sono le metropoli.<br />
Ne sono convinti tutti. Pianigiani, se ne è<br />
convinto, non si sa, ma vuol dare l’impressione<br />
che lo è. Un passo alla volta; quel che viene fa<br />
comodo; piedi per terra; niente euforie. Si vince.<br />
Sì, ma non ci montiamo il capo.<br />
Lo pensano anche i colleghi della stampa nazionale<br />
che, infatti, dedicano alla marcia della<br />
Mens Sana qualche riga doverosa, ma senza enfatizzare:<br />
probabilmente, Pianigiani ha goduto<br />
di un “basso profilo mediatico” che nemmeno a<br />
costruirlo apposta. Forse, quel che un allenatore<br />
sogna per una vita intera: vince e la stampa non<br />
lo stressa né gli fa sentire pressione. Vince, ma<br />
quell’altri quanto sono stati sfortunati. Vince, ma<br />
quell’altri quanto sono stati bravi. Vince, e i colleghi<br />
di alcune emittenti locali non senesi si producono<br />
in analisi del peso condizionante<br />
specialescudetto due<br />
27<br />
(politico, ha detto qualcuno con un senso del ridicolo<br />
vicino alla zero assoluto: notoriamente<br />
273 gradi virgola qualcheccosa sotto lo 0 Celsius)<br />
della società senese (a proposito: se fosse<br />
vero, complimenti a chi è riuscito a dare alla<br />
Mens questo peso!).<br />
Fine della regular: 16 punti alla seconda.<br />
Siamo in Eurolega: il nostro traguardo è raggiunto.<br />
Ora quel che viene viene. Inizio play off: Cantù<br />
cancellata per 3-0. Ma ora arrivano le metropoli,<br />
e interi cori di gatti di Lornano intonano lamenti<br />
che Eschilo, in confronto, è un risacchione.<br />
Infatti va come deve andare. Roma vittoriosa<br />
alla prima. È fatta. È andata. Ha’ visto? te lo dicevo!<br />
Poi va in un altro modo. Facce deluse nel parterre<br />
deluxe capitolino. Lo spettacolo non ha<br />
prezzo: per tutto il resto c’è Master Card.<br />
Ma ora c’è Bologna. Altra metropoli. E infatti,<br />
due a zero.<br />
Vuoi vedere che ci si fa? ma ti par possibile?<br />
Ma guarda che stava davvero per le mi’ scale.<br />
E a gara tre ti vedi lo scudetto scivolare fra<br />
le mani per 35 minuti. Poi, per fortuna, ci sono<br />
i 5 minuti che cambiano la storia. S’è vinto davvero.<br />
Con la quinta squadra! con l’allenatore<br />
che stava per le mi’ scale! Rai 3, nelle trasmissioni<br />
regionali, finalmente si sbilancia: grande<br />
festa dello sport in Toscana. Pausa. Il Pisa è tornato<br />
in serie B! Non ci credete? Chiedetelo a<br />
chi l’ha sentito.<br />
Quando vinci da favorito è esaltante. Quando<br />
vinci e nessuno ti ci faceva è sublime. Anni fa,<br />
una contrada che aveva vinto un grande palio<br />
con un cavallo che nessuno ancora conosceva se<br />
ne uscì fuori con un canto che fece storia: “Zitti<br />
zitti piano piano senza far tanto baccano vi s’è<br />
fatto ripurgà!”. Glielo chiediamo in prestito, e lo<br />
ricicliamo dedicandolo a chi, in Italia, non si fa<br />
ancora una ragione di come si possa vincere uno<br />
scudetto con la quinta squadra; con giocatori<br />
(sentita da un commentatore romano) che comunque<br />
non hanno mai vinto nulla; con un allenatore<br />
che stava per le mi’ scale.<br />
Affettuosamente: “Zitti zitti piano piano senza<br />
far tanto baccano vi s’è fatto ripurgà!”. Tiè!
Vladimer Boisa: coinvolto. In una stagione<br />
altamente positiva per tutti, dispiace parlare di Boisa come di un<br />
giocatore che ha subito un’involuzione abbastanza evidente. Giocatore<br />
che nella quantità, in termini di minuti giocati, trova sicuramente<br />
il tramite per tradurre meglio le proprie caratteristiche tecniche, Boisa<br />
si è trovato a gestire invece un utilizzo sempre più limitato e con specifiche<br />
funzioni di cambio, tali da permettere di rifiatare al suo alter<br />
ego che era l’imprescindibile Stonerook.<br />
Non è mai mancata la proverbiale abnegazione e in tante occasioni<br />
lo stesso Pianigiani ne ha evidenziato lo spirito e l’atteggiamento, questo<br />
però non basta a giustificare la crescente perdita di fiducia al tiro<br />
e la troppa foga che in certi casi lo hanno portato a qualche errore<br />
marchiano.<br />
Lo scudetto lo ripaga di una stagione molto difficile e che comunque<br />
gli servirà per trovare altrove qualche buon approdo per il futuro.<br />
31<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
specialescudetto due<br />
32
GLI ULTIMI DIECI SCUDETTI<br />
1998<br />
VIRTUS KINDER BOLOGNA<br />
1999<br />
ROOSTERS VARESE<br />
2000<br />
PAF FORTITUDO BOLOGNA<br />
2001<br />
VIRTUS KINDER BOLOGNA<br />
2002<br />
BENETTON TREVISO<br />
2003<br />
BENETTON TREVISO<br />
2004<br />
MONTEPASCHI SIENA<br />
2005<br />
CLIMAMIO FORTITUDO BOLOGNA<br />
2006<br />
BENETTON TREVISO<br />
2007<br />
MONTEPASCHI SIENA<br />
specialescudetto due<br />
33<br />
L’Albo d’Oro<br />
per Titoli<br />
25 OLIMPIA MILANO<br />
15 VIRTUS BOLOGNA<br />
10 PALLACANESTRO VARESE<br />
6 ASSI MILANO<br />
5 TREVISO<br />
GINNASTICA TRIESTINA<br />
4 GINNASTICA ROMA<br />
3 CANTU’<br />
2 MENS SANA SIENA<br />
FORTITUDO BOLOGNA<br />
VICTORIA LIBERTAS PESARO<br />
REYER VENEZIA<br />
1 JUVE CASERTA<br />
VIRTUS ROMA<br />
SEF MILANO<br />
INTERNAZIONALE MILANO
dalla felicità<br />
francescovannoni<br />
alla meraviglia<br />
2004<br />
2007<br />
Vincere il primo tricolore della propria storia<br />
non era facile nel 2004: la Montepaschi di Carlo<br />
Recalcati conquistò lo scudetto confermando, con<br />
il “percorso netto” dei play-off, di essere la più<br />
forte, anche al cospetto di una Skipper targata Jasmin<br />
Repesa che poteva contare su uomini del calibro<br />
di Smodis, Vujanic, Delfino e Basile. Le<br />
aquile felsinee erano state fino all’ultimo, insieme<br />
alla Benetton Treviso, agguerritissime avversarie<br />
dei biancoverdi che si aggiudicarono la regularseason<br />
con 26 vittorie e 8 sconfitte. Poi l’en-plein<br />
con la regola del “tre”, lasciando al palo, nell’ordine<br />
Varese, Pesaro e Bologna. Già, Bologna. La<br />
“Basket City”, come la chiamava qualcuno per<br />
sancirne l’egemonia nazionale. Quella volta, era il<br />
5 giugno, tutti parlarono di Siena, qualcuno anche<br />
storcendo la bocca, in molti lo fecero col tono ‘sufficiente’<br />
di un ‘evento minore’, lontano dalle pomposità<br />
riservate alle vittorie metropolitane: un po’<br />
perché un gioiello d’arte, storia e tradizioni che<br />
vive a gloria di Contrade, avrebbe inciso soltanto<br />
relativamente sulle grandi manovre avviate per la<br />
diffusione della pratica cestistica e per la “crescita<br />
generale di tutto il movimento” e un po’ perché se<br />
Andersen, Galanda, Stefanov, Kakiouzis e Thornton<br />
avessero vinto il campionato avrebbero fatto<br />
il loro…dovere. Tanto più se a guidarli era il cittì<br />
azzurro, stuzzicato dal traguardo personale del<br />
terzo titolo in tre piazze diverse.<br />
A tre anni e dodici giorni di distanza, il 17 giugno<br />
2007, Simone Pianigiani, che in biancoverde<br />
ha fatto una lunga e pluridecorata gavetta, ripete<br />
l’impresa. La data è di quelle da trasmettere ai posteri,<br />
perché stavolta la compie da allenatore esordiente,<br />
dopo aver insegnato basket a generazioni<br />
di giovani, con il carisma e l’autorevolezza del più<br />
navigato dei tecnici e portando in dote una stagione<br />
numericamente straordinaria, capace di frantumare<br />
ogni record da quello dei punti in classifica (60) a<br />
quello del distacco col quale ha regolato le inseguitrici,<br />
ben 16 lunghezze, chiudendo con cinque<br />
giornate d’anticipo ogni discorso sul primato. La<br />
programmazione, carta in più nel mazzo di Ferdinando<br />
Minucci, altro grande artefice di questo capolavoro,<br />
ha consentito di assemblare con certosina<br />
pazienza e senza pressioni una “macchina perfetta”,<br />
alimentata dal talento di tanti ottimi giocatori<br />
tutti vogliosi di stupire e di affermarsi, capaci<br />
di muoversi a memoria. Nel roster campione, tornato<br />
in mano ad un senese dopo Ezio Cardaioli, ul-<br />
specialescudetto due<br />
34<br />
timo coach autoctono della Mens Sana in serie A,<br />
hanno trovato posto (e che posto!) le conferme di<br />
Stonerook (gratificato dai galloni di capitano), di<br />
Kaukenas il miglior ‘sesto uomo della stagione’, e<br />
di Eze letteralmente esploso come dominatore<br />
sotto le plance e prospetto tecnico sul quale puntare<br />
per un consolidamento al vertice. Se in estate nessuno<br />
sospettava o in pochi credevano all’ecletticità<br />
di Sato, scoperto in Legadue, alla classe superiore<br />
di Mc Intyre e al sopraffino bagaglio tecnico di<br />
Forte, il parquet non si è limitato a confermare, ancora<br />
una volta, le felici intuizioni di Ferdinando<br />
Minucci (abilissimo a rinnovare con intelligenza e<br />
supportato da un prezioso ed autorevolissimo partner<br />
come la Banca Monte dei Paschi), ma ha dimostrato,<br />
durante tutto il corso dell’anno e nei<br />
rarissimi momenti difficili di una cavalcata trionfale,<br />
la solidità di un gruppo senza ‘prime donne’<br />
né fenomeni scomodi, forgiato da mesi di duro lavoro<br />
insieme ad un tecnico che proprio perché libero<br />
dal ‘successo ad ogni costo’, ha creduto per<br />
primo di poter fare qualcosa di grande per la squadra<br />
della sua città.<br />
La minuziosa cura dei particolari, la capacità<br />
di ottenere il massimo da un sistema di rotazioni<br />
intercambiabili e non ultima l’esperta assistenza<br />
di Luca Banchi, hanno creato, anche in panchina,<br />
la simbiosi tra squadra e staff che, per dirne una,<br />
negli interminabili estenuanti minuti di gara3 con<br />
Roma (tra l’altro l’unica squadra ad aver violato<br />
il campo senese in gara1 di semifinale), ti permettono<br />
di restare aggrappato alla speranza che<br />
un miracolo sportivo possa accadere, anche se<br />
dall’altra parte trovi Hawkins, Lorbek, Chatman e<br />
un ‘ragazzino trentaquattrenne’ che risponde al<br />
nome di Dejan Bodiroga. La tripla di Carraretto ci<br />
ha spiegato come questa fosse anche la stagione<br />
dei ‘gregari’, l’annata in cui chi avesse saputo<br />
aspettare il momento giusto,sarebbe sceso in<br />
campo da protagonista per sentirsi il prim’attore<br />
di un’eccezionale interpretazione collettiva.<br />
L’esemplare professionalità di Stefanov, tornato<br />
nella sua Siena per spalancare le porte della finale<br />
ad una Montepaschi guidata con immutata sapienza<br />
tattica sul parquet capitolino, ne è la dimostrazione<br />
più autentica. Alla fine la storia si<br />
ripete: è ancora Bologna a frapporsi tra la Mens<br />
Sana e il titolo: stavolta la sponda è quella bianconera<br />
della Virtus del duo Sabatini-Markovski e<br />
in cerca di un prestigio tutto da riscrivere e ben
lungi dal lignaggio delle mitiche V Nere, di cui<br />
rimane il ricordo; gli avversari di oggi si chiamano<br />
Ilievski, Drejer, Giovannoni e Best e poi ci<br />
sono Dusan Vuckcevic (indimenticato ex di quel<br />
5 giugno 2004) e Brett Blizzard sul quale Siena<br />
aveva visto bene e prima degli altri, ma che della<br />
Montepaschi non hai mai indossato la maglia. Da<br />
Recalcati a Pianigiani, dunque, l’obbligo è diventato<br />
quello di vincere: i numeri parlano di un<br />
divario tecnico che i play-off, nella loro imprevedibilità,<br />
avrebbero anche potuto sovvertire, ma<br />
vai a spiegarlo a chi ha visto dominare in lungo e<br />
in largo questa giovane, inarrestabile Montepaschi,<br />
il cui ruolino di marcia ammutolisce ogni<br />
commento su un’eventuale minor consistenza del<br />
livello generale del campionato.<br />
Allora, come nel 2004, Bologna soccombe,<br />
Siena è Campione d’Italia e la stampa specializzata,<br />
come nel 2004…ne prende semplicemente<br />
atto, dopo un perentorio 3-0. Quante analogie in<br />
questo secondo scudetto mensanino! Guardare<br />
avanti non è solo il gioioso imperativo di un successo,<br />
ma anche una regola da seguire per restare<br />
tra le grandi. Delle vittorie non siamo certo sazi.<br />
Il più affamato sarà senz’altro lui, Simone Pianigiani:<br />
umile profeta in patria. L’allenatore dell’anno,<br />
cresciuto al fianco di tanti maestri ai quali<br />
ha saputo ‘rubare’ tutti gli elementi di un identikit<br />
vincente, trionfa nella ‘famiglia’ biancoverde,<br />
e al pubblico del PalaMenSana, come lui pronto a<br />
celebrare nuovi successi, regala l’orgoglio di un<br />
abbraccio speciale. Perché Simone è uno di noi.<br />
specialescudetto due<br />
35
Benjamin Eze: strabiliante.<br />
In tempi non sospetti dicemmo che se fossimo<br />
stati negli Stati Uniti per Eze sarebbe stato<br />
pronto il premio quale giocatore più progredito<br />
della stagione. Fa piacere sentire che oggi tutto il<br />
mondo del basket italiano si riconosce in questa<br />
considerazione, ma a vittoria dello scudetto acquisita,<br />
il contributo di Eze alla vittoria finale si arricchisce<br />
di nuove sfumature.<br />
Giocatore cresciutissimo sotto l’aspetto tecnico,<br />
è soprattutto in chiave tattica che è diventato<br />
un giocatore risolutivo. Le sue qualità di intimidatore<br />
terrificante, unita alla sua capacità di difendere<br />
ben oltre i confini dell’area pitturata, con delle caratteristiche<br />
che lo avvicinano più ad un esterno<br />
che ad un lungo, hanno fatto la differenza lungo<br />
tutto il campionato e specie nei playoff.<br />
Quello che ha segnato il salto qualitativo di Benjamin<br />
è stato comunque non solo il grande lavoro<br />
tecnico individuale fatto durante la scorsa estate,<br />
ma soprattutto la crescita nervosa che lo ha contraddistinto,<br />
facendolo passare da un giocatore in<br />
grado di esprimere il suo potenziale al massimo<br />
per 10/15 minuti come accadeva nel passato, a giocatore<br />
reattivo, pronto, concentrato in ogni frangente<br />
della gara. Cosa che ha avuto grandi<br />
ripercussioni positive sulle sue performance ai tiri<br />
liberi (fondamentale anche il cambio di movimento),<br />
ma anche nella capacità di farsi trovare<br />
pronto sugli scarichi e nella tendenza di cadere facilmente<br />
in problemi di falli. Anche per lui la prossima<br />
sfida sarà l’Eurolega e se continuerà nella<br />
crescita evidenziata quest’anno ci sarà da divertirsi.<br />
37<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
massimobianchi<br />
assessoreallosport<br />
comunedisiena quando<br />
2004<br />
2007<br />
il progetto<br />
è vincente<br />
Si è concluso un anno davvero magico<br />
ed esaltante per lo sport senese.<br />
Alla quarta salvezza consecutiva, in<br />
serie A, della Robur calcio, tanto sofferta<br />
quanto tenacemente desiderata, si aggiunge<br />
ora la perla del secondo scudetto<br />
tricolore della Mens Sana Basket nel massimo<br />
campionato nazionale.<br />
Un successo, per certi versi, inaspettato,<br />
ma che corona un ‘Progetto Siena’ che<br />
ha basi solide, perché solidi sono anche i<br />
<strong>protagonisti</strong> che lo portano avanti con<br />
molta cura ed attenzione, grazie ad una<br />
ormai collaudata sinergia tra istituzioni cittadine,<br />
società Mens Sana e sponsor Mps.<br />
Un abbraccio riconoscente va, naturalmente,<br />
a coloro che sono i reali autori di<br />
questa grande impresa. Mi riferisco ai giocatori<br />
che hanno creduto, per lunghi mesi,<br />
in un sogno, ai tecnici, ad ogni livello, in<br />
particolare al coach Simone Pianigiani, un<br />
allenatore fatto in casa, cresciuto fra di<br />
noi, che ha il merito di aver saputo attin-<br />
specialescudetto due<br />
38<br />
gere insegnamenti e suggerimenti preziosi<br />
dal confronto e dalla vicinanza con i<br />
grandi tecnici del nostro recente passato.<br />
Un grazie poi, non formale, al presidente<br />
della Mens Sana Basket Roberto<br />
Morrocchi, alla cui lunga presidenza si devono<br />
ascrivere tutti i successi degli ultimi<br />
anni, al presidente della polisportiva Piero<br />
Ricci, al general manager Ferdinando Minucci,<br />
deus ex-machina mensanino che,<br />
sono convinto, già da domencia 17 ha la<br />
mente già rivolta al prossimo obiettivo ancora<br />
più esaltante.<br />
Un plauso finale anche al pubblico del<br />
PalaMenSana che, quando c’e stato bisogno,<br />
non ha fatto mancare il sostegno,<br />
sempre in termini di correttezza e di<br />
grande civiltà.<br />
L’augurio per il futuro è quello di riuscire<br />
a ripetere annate come questa, nella<br />
consapevolezza che, anche se a volte il<br />
successo sportivo puo’ non arrivare, il<br />
‘Progetto Siena’ è in buone mani.
Marco Carraretto: decisivo.<br />
Di lui rimarrà la sensazione di un giocatore sempre pronto<br />
e disponibile a qualsiasi sacrificio, specialista difensivo, con licenza<br />
di prendersi qualche… licenza offensiva, che per altro<br />
è sempre stata nelle sue corde. Ma tutto sarebbe passato in<br />
second’ordine se non ci fosse stata la mitica gara 3 contro<br />
la Lottomatica, che giustamente lo consacra come un protagonista<br />
fondamentale della stagione senese. Un merito dovuto,<br />
per un giocatore forse tra i più sottovalutati del basket<br />
italiano degli ultimi anni, uno che ha fatto esperienze importanti<br />
all’estero e che grazie all’intuito di Minucci è tornato<br />
in Italia a prendersi quella parte di elogi che merita.<br />
41<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
il primo amore è bello,<br />
vincenzocoli<br />
il secondo è meglio<br />
2004<br />
2007<br />
Minucci l’ha detto subito, in apertura<br />
di conferenza stampa post gara3, mentre<br />
cullava la coppa con gli occhi lucidi:<br />
meglio questo scudetto di quello del<br />
2004. I remake nel cinema vengono<br />
peggiori rispetto all’originale, nel basket<br />
può succedere il contrario. E poi Ferdinando,<br />
per arrivare alla seconda affermazione,<br />
ha vinto una serie infinita di<br />
scommesse, una incastrata nell’altra<br />
come matrioske russe, a partire dalle<br />
chiavi della squadra affidate al ragazzo<br />
fatto in casa. Così, sostenere che la seconda<br />
volta lo ha commosso di più, per<br />
lui significa intrecciare razionalità del<br />
bilancio gestionale e adrenalina da stress<br />
emotivo. Chi questa incredibile cavalcata<br />
l’ha vissuta dagli spalti arriva alla<br />
stessa conclusione partendo da premesse<br />
diverse, che stanno tutte tra viscere e coronarie.<br />
In tanti risponderanno: so’ meglio<br />
tutte due. Ma le sfumature esistono,<br />
e con esse la tentazione di confrontare<br />
questi successi con le vittorie in Piazza.<br />
Certo, pallacanestro e Palio non sono<br />
paragonabili, ma di fronte a un evento<br />
che coinvolge il senso di appartenenza<br />
e porta tutte le stimmate dell’orgoglio<br />
cittadino, le analogie affiorano spontanee.<br />
E poi, la Montepaschi non è forse la<br />
diciottesima contrada in lotta, cinque secoli<br />
dopo la caduta della Repubblica,<br />
con lo straniero assediante? Se la nostra<br />
festa è un modo per prolungare con altri<br />
mezzi la guerra a suo tempo perduta, in<br />
viale Sclavo da ottobre a giugno va in<br />
scena una variante ghiottissima. I nemici<br />
esterni, quelli di fuori porta, ci sono<br />
di nuovo, li abbiamo ritrovati, li aspettiamo<br />
a piè fermo. E li andiamo a stanare<br />
a casa loro, per suonarli come<br />
zampogne. Nell’attesa che la musica riprenda,<br />
ecco i tre motivi che ci fanno<br />
mettere al primo posto il trionfo 2007.<br />
Non ci eravamo preparati, e la sorpresa<br />
moltiplica la libidine. I media<br />
l’avevano menata per mesi, la storia del<br />
rischio corso a non ingaggiare qualche<br />
santone pluridecorato per il posto di allenatore<br />
capo. Pianigiani era un punto<br />
interrogativo. E poi Joseph Forte: egoista<br />
nel gioco, mai capace di integrarsi,<br />
portato davanti a un giudice per una ragazzata,<br />
cacciato da Boston perché<br />
aveva scandalizzato lo spogliatoio (per<br />
essersi presentato con la maglietta dei<br />
Lakers, si è scritto. E sarebbe questa la<br />
grave infrazione?), giudicato dal grande<br />
Red Auberbach che l’aveva preso al<br />
primo giro “il più grande sbaglio della<br />
mia vita”. Addirittura. Cose che a<br />
quanto pare negli USA marchiano per<br />
sempre. Bene, così la NBA non ce lo riprenderà.<br />
E poi il Lonny Baxter ‘pistolero’,<br />
avevano titolato i giornali, e<br />
nell’ambiente sorridevano sotto i baffi.<br />
Vedrete che casino alle prime difficoltà.<br />
Qualcuno si dovrà allenare ai ‘domiciliari’,<br />
batteva velenoso il tam tam dei<br />
forum su internet. Intanto, due grandi<br />
città con grandi budget e ambizioni in<br />
proporzione venivano indicate come favorite.<br />
Al nord montava la grancassa Armani/Galliani/Moratti/Tronchetti<br />
Provera/GallinariProdigiosoAnche-<br />
QuandoFaZeroSuCinque/Milano da<br />
bere/Sky/Gazzetta, e nessuno aveva capito<br />
che stavano mettendo una squadra<br />
con poco talento e doppioni da figurine<br />
Panini in mano al povero Djordjevic,<br />
perfetta conferma dell’assioma per cui<br />
non basta dimostrare genio sul parquet<br />
per trasferirlo automaticamente alla<br />
panca. Nello stesso momento a Roma,<br />
Walter Veltroni presidente onorario<br />
della Lega, in mancanza di un background<br />
imprenditoriale potente, ne<br />
creava uno mediatico e politico come<br />
solo lui sa fare; ma se i giocatori capitolini<br />
di qualità c’erano, la società commetteva<br />
l’errore di aspettare che Repesa<br />
sfogliasse la margherita, e perdeva<br />
tempo prezioso. Intanto a Treviso, terzo<br />
incomodo a sentire i pronostici, nei corridoi<br />
della Ghiranda qualcuno concepiva<br />
la furbata che sarebbe risultata<br />
fatale. Insomma, i ‘bomboloni’ erano altrove,<br />
ma durante le prove la fiducia è<br />
cresciuta e noi s’è vinto in Piazza col cavallo<br />
‘novo’.<br />
specialescudetto due<br />
42
Il primo scudetto aveva una forte<br />
componente senese, ma questo è stato<br />
vinto proprio ‘sulle lastre’, a partire dal<br />
coach di Vallerozzi. È come quando hai<br />
il fantino giovane e poco conosciuto,<br />
tirato su da ragazzo nella tua contrada:<br />
durante la cena della prova generale lui<br />
giura eterno amore ai tuoi colori, e invece<br />
di tirargli addosso le palline di<br />
pane gli credi ciecamente, perché sai<br />
che non farà mai brutti scherzi al canape,<br />
che vincerà. E infatti fa fatica,<br />
molta più fatica del fantino famoso di<br />
tre anni fa, però tira dritto, non molla,<br />
non tradisce. Vince, esattamente come<br />
aveva promesso.<br />
La consapevolezza che le cose sono<br />
state fatte bene, si apre un ciclo e anche<br />
in Europa Siena sarà protagonista. Sì,<br />
pure quattro anni fa tutte le mosse furono<br />
studiate e applicate egregiamente,<br />
ma si veniva dall’improvvisa eruzione<br />
atamaniana, e quella squadra affidata a<br />
Recalcati, fortissima, cavalcava col<br />
surf l’onda dell’entusiasmo e l’apertura<br />
di credito garantita dalla vittoria nella<br />
Saporta. Ora siamo in piena program-<br />
mazione e sappiamo quanto segue: presto<br />
ci sarà un palasport nuovo da<br />
10.000 posti, lo sponsor è sempre più<br />
innamorato, si prepara l’assalto all’Eurolega,<br />
tra i giocatori non tirano spifferi<br />
pericolosi. È come quando hai la<br />
dirigenza nuova, giovane ed entusiasta,<br />
i soldi per rifare la società e il museo ci<br />
sono anche se hai appena attaccato il<br />
cencio, le sottoscrizioni sono andate di<br />
lusso, le bandiere si possono rifare, il<br />
gruppo piccoli è pieno di creature, le<br />
donne in cucina hanno preparato un<br />
menu da leccarsi i baffi, e insomma stasera<br />
a cena si starà da signori. E domani<br />
pure, vogliamo scommettere?<br />
Non è vero che il primo amore non<br />
si scorda mai. Si confonde la memoria<br />
dei gesti e delle parole, la fisionomia si<br />
annebbia, e per non perderla si idealizza.<br />
A distanza di tempo ci ripensi a<br />
freddo, capisci che forse non era stato<br />
un granché. È il secondo amore che ti<br />
segna la vita: sai come funziona,<br />
l’esperienza ti ha insegnato cosa fare e<br />
cosa dire, e te lo gusti pienamente.<br />
specialescudetto due<br />
43
45<br />
Romain Sato: irreale. La storia<br />
di Sato non è una di quelle comuni. Arrivato negli<br />
States non per giocare a basket, ma grazie ad un<br />
programma d’aiuto umanitario per sfuggire ai rischi<br />
di instabilità del suo paese di origine (la Repubblica<br />
Centroafricana), Sato ha trovato nel basket il mezzo<br />
per affermarsi e la sua corsa, c’è da scommetterci, è<br />
destinata a non fermarsi.<br />
Giocatore “illegale” lo scorso anno in Legadue a<br />
Jesi, dopo aver suscitato una grande impressione all’università<br />
di Xavier che gli valse una chiamata al<br />
secondo giro dagli San Antonio Spurs senza mai vedere<br />
il campo, Sato per la prima volta si è misurato<br />
con un contesto veramente competitivo. La risposta<br />
è davanti agli occhi di tutti, le sue qualità fisiche fuori<br />
dal comune, spalmate in “appena” 195 cm, lo rendono<br />
giocatore indefinibile per gli avversari. E questo<br />
è il suo grande vantaggio, perché può giocare in<br />
almeno tre ruoli, ergersi a rimbalzista aggiunto terrificante,<br />
marcare avversari di taglie e ruoli diversi<br />
da lui senza accusare il minimo inconveniente (da<br />
Bodiroga a Best all’atto finale) con un’efficacia raramente<br />
riscontrabile e non ultimo grandi qualità<br />
anche in attacco, esaltate lo scorso anno a Jesi, ma<br />
valorizzate nei momenti opportuni anche a Siena.<br />
Insomma un giocatore totale e un rebus per gli avversari<br />
oltre che una squisitezza nei modi che ne<br />
fanno un personaggio eccezionale.<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
46<br />
antoniotasso<br />
■ Dopo diciassette stagioni passate a bordo campo, guardando dal<br />
basso verso l’alto i gradoni del Palamensana – un occhio al tabellone<br />
e due (niente stupore, come Polifemo ho anch’io un terzo occhio<br />
– invisibile – quello della passione biancoverde!) fissi sui<br />
signori in grigio col fischio – alle diciannove del martedì, l’ora felice<br />
dell’happy-hour dopo la leggenda e le premiazioni, appollaiato<br />
sull’ultimo gradino dei posti ‘polverosi’ (ma mai come quest’anno<br />
‘spolverati’ dalle mele di tanti spettatori), mi sono goduto uno spettacolo<br />
mai visto.<br />
La musica scendeva dalla volta metallica ad avvolgere una<br />
marea di gente di tutte le età che, finalmente libera di calpestare il<br />
parquet senza il rischio di sanzioni federali o discussioni con la sicurezza<br />
(che peraltro fa, e bene, quel che deve!) aveva invaso il<br />
campo dell’ultima, esaltante battaglia, bicchiere di sangrìa in una<br />
mano e pennarellone e sciarpa o maglia nell’altra, e si coccolava i<br />
propri disponibilissimi e sorridenti beniamini con gli autografi, le<br />
foto di gruppo, i ritratti ai bambini sulle lunghe braccia di Beniamino<br />
Eze o le ragazze abbracciate alla ‘groppa’ possente di Lonny<br />
Baxter, per la prima volta e finalmente – nonostante gli occhiali<br />
scuri tipo ‘cieco di Sorrento’ – gioviale, cordiale e sorridente, i baci<br />
delle più timide al georgiano più simpatico mai visto da queste parti,<br />
le pacche sulle spalle all’unico (comoda eh?!?) cui era facile arrivare<br />
e lui, Terrel, buono, paziente e prodigo di ringraziamenti seduto a<br />
firmare e radioso come tutti gli altri da ‘capello’ Stonerook a ‘african’<br />
Sato a Forte, Carraretto, Rombaldoni, Lechthaler, D’Ercole, il<br />
professore Macedone, l’Arma Letale del Baltico…<br />
E i ringraziamenti a Ferdinando Minucci e Simone Pianigiani,<br />
il condottiero fatto in casa ed il Podestà onnipresente, artefici di una<br />
cavalcata entusiasmante quale mai la nostra città aveva vissuto dai<br />
tempi – forse – di Provenzan Salvani e Bonaguida Lucari.<br />
E con loro Luca Banchi, il colpo più azzeccato – con Simone –<br />
da un Giemme che non ha pari in Italia. Grossetano – e quindi cittadino<br />
‘capitolato’ a pieno titolo come me, che nasco a Rapolano e<br />
Ferdinando a Chiusdino, dell’antica Repubblica – ha dato tutto se<br />
stesso e forse qualcosa di più (come Magro del resto) ad una causa<br />
che – come diceva qualcuno ad inizio stagione – poteva anche essere<br />
di altri…<br />
E dilaga l’entusiasmo, diviene contagioso, come la consapevolezza<br />
dell’opera compiuta, dell’obbiettivo straordinario centrato al<br />
primo colpo (ma è già il secondo scudetto in tre anni che Ferdinando<br />
ci mette in bacheca eh!), la condivisione con tutti e con tutto della<br />
soddisfazione e delle fatiche (le paure no, non ci sono mai state!)<br />
ormai passate e messe dietro quell’incredibile ed indimenticabile<br />
‘canestro da tre + fallo’ dell’uomo di ghiaccio del Baltico.<br />
Dall’alto, nell’isolamento di quell’ultimo gradone ‘spolverato’,<br />
con la luce dei finestroni che si attenua, i passerotti che cinguettano<br />
sotto le volte – partecipi da tempo, anche loro, di una gioia totale della<br />
città – ed il caldo soffocante che si smorza alle prime brezze della<br />
sera, tutto quell’andirivieni gioioso e senza meta, quella fiumana di<br />
gente che sciama da una panchina all’altra, da un tavolo all’altro, da<br />
una maglia a un aperitivo a un flash ad un saltello appena accennato<br />
di due cheer-leaders in versione borghese, ad un cambio di pannolini<br />
ad un bimbo in carrozzina e già avvolto nel biancoverde che ci uni-<br />
2004<br />
2007
un successo<br />
del ‘buon governo’<br />
sce dal 1871, tutto quel via-vai dicevo mi riporta improvviso davanti<br />
agli occhi, come un flas-back decisamente incongruo, Ambrogio Lorenzetti<br />
ed il suo affresco del ‘Buon Governo’ in Palazzo Pubblico.<br />
Sacrilegio, accostamento improvvido, follia del momento??...<br />
Chissà! Tutto quel che volete...<br />
Fatto sta che sotto di me, gioiosa, festante, sicura di sé c’è –rappresentata<br />
– tutta la città che vive, lavora, opera e alla fine gioisce<br />
di quello che ha realizzato.<br />
Il segreto??? Ambrogio Lorenzetti ce l’ha svelato e canonizzato<br />
fin dal trecento!<br />
Nell’affresco tutte le componenti cittadine, di ogni ceto, estrazione,<br />
condizione sociale e culturale sono unite dalla fune che tengono<br />
in mano e che, discendendo dai piatti della Giustizia e<br />
distribuita dalla ‘Concordia’, le unisce e le riporta, ‘cum corda’, appunto,<br />
al vegliardo bianconero che è il Governo cittadino.<br />
Con la ‘concordia’ tutto è possibile e mai come quest’anno la<br />
concordia ha regnato in viale Sclavo, dalle gradinate ai laterali al<br />
parterre ai posti ‘polverosi”, dallo spogliatoio alle stanze dei dirigenti<br />
alle stanze “che contano”.<br />
Il risultato è sotto i miei occhi in questo tramonto ancora infuocato<br />
che imbrunisce pian piano Vico Alto e attraversa con l’ultimo<br />
raggio lo stendardo glorioso dello scudetto 2004 andando a posarsi<br />
là dove fra qualche mese attaccheremo lo scudetto 2007…..<br />
Mi passa un brivido – ma ho quasi sessant’anni e le emozioni<br />
sono state forti– e un ‘vecchio’ tifoso e amico mi riscuote: “Tasso,<br />
da te la firma la voglio sulle mutande!”….<br />
Che v’ha di’???... Siamo campioni d’Italia!!!<br />
■ Resterà nell’immaginario di tutti gara tre con Roma.<br />
Quei tre supplementari (alla fine non me n’ero nemmeno reso<br />
conto – mi sembravano due – e fu il Maresciallo dei CC in servizio<br />
a riportarmi alla realtà mentre entravo, sbagliando, nello spogliatoio<br />
romano) hanno rappresentato uno spot pubblicitario enorme<br />
per tutto il movimento dei canestri: indici di ascolto, picchi d’interesse,<br />
dimostrazione perfetta di quanto possa essere affascinante il<br />
nostro ‘sport minore’.<br />
E anche nei giorni a seguire non si è fatto altro che parlare di gara<br />
tre con Bodiroga, di quanto li avesse schiantati (ed era vero, visto il<br />
risultato di gara quattro a Roma), di quanto fosse stata emozionante<br />
(anche troppo, secondo gli “accidenti” di tanti seduti davanti alla<br />
Tivvù e costretti ad alzarsi per calmare le palpitazioni!) di quanto carattere<br />
avessero i nostri (ed è vero, ma noi si sapeva e non ne abbiamo<br />
mai dubitato!), di quanto –in effetti- quella fosse stata la vera finale…<br />
Nossignori! No e poi no!<br />
La vera finale è stata la... finale, sia in gara due a Bologna e sia<br />
in gara tre – il trionfo – qui a Siena.<br />
Sì, è vero, i soldi e gli investimenti i proclami ed i nomi ed il<br />
contorno della squadra della Capitale erano altisonanti ed è stata<br />
veramente una battaglia quella gara tre, ma attenzione, perché le<br />
trappole, i trabocchetti, i tranelli mediatici e non, la strategia del<br />
‘gatto e della volpe’ attuata astutamente dalla Sabatini-Markovsky<br />
band non è stata di certo da meno, e i soldi spesi e i giocatori presi<br />
non erano di certo ‘lolla’!!!<br />
L’importante era non ‘cascarci’ sotto l’aspetto emozionale – e Ferdinando<br />
l’ha ricordato alla radio la mattina di gara tre – perché ‘quei<br />
due’ non agivano mica a caso!... e dietro le ‘formalità’ del vulcanico<br />
e – a suo modo – simpatico patron del Maraglio-Day stavano le alchimie<br />
tecnico tattiche e le lamentazioni e le gestualità clamorose del<br />
coach macedone (che differenza con il nostro, di macedoni!!).<br />
E che gara tre con Bologna sia stata una finale come si deve<br />
l’avete visto e sentito tutti.<br />
Quelli ci volevano riportare ancora a Casalecchio, farci soffrire<br />
ancora, provarci con qualche altro Happy-hour ma non in piazza<br />
Maggiore e per loro ma lì, al palasport e solo per noi, magari – com’era<br />
successo in gara due- coinvolgendo ancora il nostro pullman<br />
con tutta la squadra e facendoci circondare a mezzanotte passata<br />
dall”AFFETTO” di tutti i loro tifosi schierati fuori del Palamalaguti,<br />
magari insieme alla celere e ai carabinieri…<br />
Quelli, volevano vincere, altro che i ‘venti punti di differenza’<br />
di Sabatini!!!<br />
Non ci siamo cascati – come voleva il Giemme – abbiamo giocato<br />
una gara tremenda, una vera finale e abbiamo vinto: siamo<br />
Campioni d’Italia!<br />
Meritatamente, ce lo riconoscono tutti... Anche quelli, ed erano in<br />
tanti, che il venerdi di gara due a Bologna sia prima che dopo la partita<br />
ci hanno salutato ed osannato dalle strade della città , bandiere al<br />
vento e grandi sbracciamenti…. Ma erano quelli della Fortitudo!!!<br />
■ La notte prima della vittoria finale se n’è andato per sempre Giuliano<br />
Nerli, dell’Aquila.<br />
Non ha potuto gioire per il secondo scudetto, Lui che – mensanino<br />
doc – per il primo tricolore aveva provato una gioia immensa che gli<br />
aveva ridato – mi disse – un po’ di quell’energia e di quella salute<br />
sempre più compromesse. Aveva saputo però della vittoria a Bologna<br />
e delle imprese precedenti con Roma ed in sua rappresentanza le<br />
nipotine adorate avevano saltato sul parquet dopo le partite senza fine.<br />
Ora ci guarda dall’alto gioire dietro al biancoverde ed al tricolore<br />
e senz’altro starà organizzando –Lui, infaticabile organizzatore<br />
di pullman al seguito della Mens Sana per generazioni e generazioni<br />
di tifosi della palla al balzello- una nuvola (i pullmans in quel<br />
posto – meno male – viaggiano poco!) che, la sera della cena celebrativa<br />
della vittoria, porterà sopra di noi tutti quei senesi che di<br />
lassù continuano a seguirci amarci e proteggerci.<br />
Fateci caso, quella notte e ascoltate: se una nuvoletta passerà vicino<br />
alla luna sopra il palasport ...sono loro che, insieme a noi, guardano<br />
e contenti cantano ‘la Verbena’!!!<br />
Ciao, Boss-Giuliano! Sit tibi terra levis!... e Forza Mens Sana!<br />
Buon Palio a tutti!<br />
specialescudetto due<br />
47
49<br />
Lorenzo D’Ercole: pronto.<br />
Per un ragazzo come lui un’avventura come quella vissuta<br />
quest’anno sarebbe già un premio. Lo scudetto impreziosisce<br />
ancor di più la sua presenza in organico, ma<br />
per quanto limitato il suo impegno, non possiamo non<br />
evidenziare come in più di una occasione si sia fatto trovare<br />
pronto al momento dell’impegno e questo è un segnale<br />
di positiva reattività che lo segnala per il futuro<br />
come un soggetto di un certo interesse.<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
mps,<br />
rudisimonelli<br />
un po’<br />
merckx<br />
un po’<br />
lakers<br />
2004<br />
2007<br />
Immerso nel silenzioso rumore di una lunga autostrada, mi rivedo<br />
passar davanti l’emozione di questo grande basket. Se devo<br />
proprio raccontarlo da lontano qual posto migliore di un lungo<br />
viaggio in una meditante corsia? Dietro al caffè mattutino arrivano<br />
le firme di tutti gli autorevoli cronisti, due o tre colonne, tabellini<br />
e foto che suggellano la memoria del trionfo. Chi ci ha dato frasi<br />
memorabili in questi giorni? Chi ha colto attimi decisivi? Ecco il<br />
tempo di scegliere 5 punti<br />
1) Corriere dello <strong>Sport</strong> Stadio, dopo la vittoria a Cantù in gara 2<br />
dei quarti di finale: “Cannibali. Come in stagione regolare...Toscani<br />
cannibali e incredibili, capaci di passare oltre<br />
specialescudetto due<br />
50
come un rullo compressore anche a difficoltà<br />
non da poco” Questa mi era piaciuta.<br />
Nello sport questo soprannome<br />
era stato affidato a Eddy Merckx, il secondo<br />
campionissimo dopo Fausto<br />
Coppi. Voleva vincere sempre non mollava<br />
mai. Fra Giro e Tour 10 vittorie, 7<br />
Milano Sanremo 3 mondiali oltre 500<br />
gare vinte. Se ci pensiamo bene questa<br />
MPS è stata un po’ Merckx. Record di<br />
punti, 60, per il campionato a 18 squadre,<br />
mai nessuno arrivato ai play off con<br />
14 punti di vantaggio sulla seconda.<br />
Vinte 20 delle ultime 21 partite. Sempre<br />
vittoriosa nei play off in trasferta. Mi ha<br />
ricordato i grandissimi Lakers del 2001,<br />
quando vinsero le ultime 8 di stagione<br />
regolare, 3 a 0 il primo turno playoffs, 4<br />
a 0 la semifinale sui fortissimi cugini di<br />
Sacramento, 4 a 0 la finale di conference<br />
nientemeno che sugli Spurs di Duncan,<br />
oggi campioni. Persero solo una gara,<br />
gara1, nella finale con i Sixers e proprio<br />
in casa. Come la MPS che ha perso una<br />
sola gara, gara 1 in casa con Roma.<br />
2) Dopo la clamorosa gara 3 con Roma,<br />
Tuttosport mette una foto di Carraretto<br />
che batte Stefansson in uno contro uno.<br />
I ragazzi sono stati una grande famiglia,<br />
nella quale anche le riserve come Carraretto<br />
hanno dato apporti importanti,<br />
per non parlare delle perle di minuti giocati<br />
da Stefanov in gara 4 a Roma. Il<br />
tutto ha contribuito a sfatare i due grandi<br />
tabù di questi anni, Roma e Napoli, rappresentati<br />
appunto da Stefansson, che ci<br />
condannò l’anno scorso a Siena quando<br />
giocava nel Napoli e che ci condannò<br />
quest’anno all’ultimo secondo in regular<br />
season giocando a Roma.<br />
3) Un lettore di Gazzetta.it subito dopo<br />
gara 2 con la Virtus Bologna, scrisse<br />
che questi sono stati i playoffs di chi<br />
non sa perdere, in riferimento alle patetiche<br />
scenate dell’allenatore Virtussino..<br />
In effetti anche precedentemente<br />
avevamo avuto la stessa impressione<br />
con Repesa che dopo l’eliminazione<br />
aveva fatto riferimento a decisioni arbitrali<br />
e numero di tiri liberi favorevoli,<br />
a suo dire ai colori biancoverdi. Ed<br />
ecco allora che Chiabotti sulla Gazzetta<br />
scrive che una delle ragioni del successo<br />
di Siena è stata il saper perdere.<br />
“ha digerito sconfitte tremende come<br />
quella in semifinale di Coppa Italia…senza<br />
mai cercare scuse”. Che<br />
gran cosa! Vorrei ricordare agli amici<br />
bolognesi come questo sia un riconoscimento<br />
di cui questa squadra, capitanata<br />
da Simone Pianigiani, va<br />
certamente orgogliosa. Di sconfitte tremende,<br />
se permettete ne abbiamo digerite<br />
qualcuna, cari amici Romani. Voi<br />
non c’eravate nemmeno quando il nostro<br />
eroe nel lontano 1979 sbagliava da<br />
sotto a tre secondi dalla fine in contropiede<br />
dopo aver rubato palla togliendoci<br />
a conti fatti quella che sarebbe<br />
stata una possibile prima semifinale<br />
scudetto, voi eravate improvvisamente<br />
diventati adulti quando nel 1984 suc-<br />
specialescudetto due<br />
51<br />
cesse il finimondo e da sicuri promossi<br />
in A1 in una manciata di mesi siamo<br />
precipitati nel buio della B. E quando<br />
appena tornati in A1, nella primavera<br />
del 92, passammo dalla gioia della salvezza<br />
alle lacrime della retrocessione<br />
in 5 minuti voi invece ci guardavate<br />
tutti dall’alto con sogni di gloria. Ora<br />
senza, eccessi, senza andare a rompere<br />
i seggiolini nei palasport altrui (come<br />
accaduto ad altri ancora nella finale<br />
scudetto 2000) ci siamo solo goduti la<br />
nostra festa, applaudendo persino la<br />
grande gara tre fatta dalla Virtus.<br />
4) Andrea Sbardellati ha colto, il giorno<br />
dopo, una frase scappata a Pianigiani e<br />
riportata sul Corriere dello <strong>Sport</strong>:<br />
“Forse la miglior Mens Sana di sempre”.<br />
Senza forse aggiungiamo noi.<br />
Questa è stata davvero la miglior Mens<br />
Sana di tutti i tempi, non per la forza<br />
dei singoli, ma per il gioco di squadra.<br />
Punto e Basta.<br />
5) Alla fine un piccolo applauso a <strong>Mese</strong>sport.<br />
Nel numero di maggio aveva<br />
dato il voto più alto 8,5 alla Virtus Bologna<br />
fra le pretendenti al titolo, e<br />
quella ci siamo trovati in finale. Precedentemente,<br />
in inverno, aveva indicato<br />
come Roma avrebbe avuto bisogno di<br />
due acquisti per diventare competitiva;<br />
detto fatto arrivarono Lorbek e Stefansson<br />
e abbiamo visto tutti quanto ancora<br />
ci abbia fatto tremare. Analisi<br />
azzeccate e competenti.
Rimantas Kaukenas: chirurgico.<br />
Su Kaukenas si concentrava una delle operazioni più complicate<br />
del progetto 2006/07 della Montepaschi. Uscire dal quintetto base<br />
con un ruolo di prima punta assoluta, per riconvertirsi in un sesto<br />
uomo, di lusso, ma pur sempre panchinaro, è un processo tanto<br />
ambizioso, quanto difficile. È vero che la storia ci dice che spesso<br />
questo passaggio determina vantaggi cospicui, in caso di successo,<br />
sia per la squadra che per il giocatore stesso, ma è necessario il totale<br />
coinvolgimento del diretto interessato, che deve sacrificare<br />
certo molto di sé stesso. E questo è quanto è capitato a Kaukenas,<br />
che ha sofferto come lui stesso ha ammesso all’inizio, ma che<br />
con il passare del tempo ha intuito tutti i vantaggi che derivavano<br />
da questa particolare intuizione tattica di Pianigiani. Nel momento<br />
dell’uscita dalla panchina, Kaukenas ha sempre fornito quella accelerazione<br />
che non solo manteneva inalterato l’impatto del quintetto<br />
senese in campo, ma anzi vi sommava tutto il suo repertorio<br />
offensivo, che depurato di ogni forzatura, ne ha fatto un concentrato<br />
di statistiche altissime.<br />
Il premio quale miglior giocatore della serie finale è il giusto riconoscimento<br />
per l’abnegazione dimostrata e se c’è un desiderio<br />
da esprimere in questo momento è quello di poterlo ancora applaudire<br />
il prossimo anno in maglia biancoverde.<br />
53<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
andreasbardellati un’orchestra<br />
senza stonature<br />
2004<br />
2007<br />
54
Un concerto in cui ogni orchestrale ha saputo interpretare al meglio il proprio strumento. La sinfonia<br />
ha emozionato i tifosi in un crescendo entusiasmante che ha regalato a Siena la gioia del secondo<br />
scudetto della storia della gloriosa Mens Sana Basket. Ognuno dei componenti dello staff,<br />
guidati sapientemente dal direttore d'orchestra Ferdinando Minucci, può vantarsi di avere contribuito<br />
alla conquista di un pezzettino di quel triangolino che ha confermato il basket senese ai vertici nazionali<br />
oltre che sicuro protagonista il prossimo anno in Eurolega dove vuole arrivare più in alto possibile.<br />
Appena chiusa una parentesi trionfale, si apre dunque una nuova sfida per difendere il tricolore<br />
e portare di nuovo Siena nel più luminoso e prestigioso palcoscenico europeo.<br />
Un modo estremamente stimolante per gestire il budget messo a disposizione della Montepaschi,<br />
le cui fila sono quotidianamente seguite dallo stesso Minucci, general manager, direttore<br />
generale e vice presidente vicario della struttura societaria presieduta da Roberto Morrocchi.<br />
Fanno parte del consiglio di amministrazione Romano Rossi, Cesare Lazzeroni, Giorgio Maggiorelli,<br />
Paola Serpi e Luca Anselmi, quest'ultimo con il compito di amministratore delegato. Il<br />
collegio sindacale è formato da Giorgio Moscadelli, Graziano Costantini e Roberto Lusini.<br />
Queste, in rapida successione, tutte le altre figure della struttura:<br />
Prima squadra<br />
Allenatore Simone Pianigiani<br />
Vice-Allenatore Luca Banchi<br />
Assistenti Alessandro Magro<br />
Giulio Griccioli<br />
Magazziniere Marco Fuochi<br />
Segretario Generale Olga Finetti<br />
Direttore <strong>Sport</strong>ivo Jacopo Menghetti<br />
Team Manager Matteo Borsi<br />
Preparatore Atletico Maurizio Forconi<br />
Sandro Bencardino<br />
Medico Sociale Giovanni Maria Vassallo<br />
Gilberto Martelli<br />
Jacopo Calciolari<br />
Massaggiatori Filippo Borghi<br />
Mirko Machetti<br />
Osteopata Paolo Valacchi<br />
Addetto agli Arbitri Antonio Tasso<br />
Addetto Stampa Cristiana Mastacchi<br />
Matteo Tasso<br />
Pubbliche Relazioni Cristiana Mastacchi<br />
Fabrizio Stelo<br />
Responsabile Rosanna Mereu<br />
sistemi informatici<br />
Segreteria Marco Cubattoli<br />
Serena Marchi<br />
Collaboratori Bruno Sorbi<br />
Joanna Martin<br />
Autisti Nedo Ceccarelli<br />
Mario Cioni<br />
Biglietteria Oscar De Agostino<br />
Servizio di Sicurezza Maurizio Lissi<br />
Marketing e Pubblicità Agenzia Best Solutions<br />
Ufficio Immagine Federica Minucci<br />
e Promozione Pierluigi Zagni<br />
Marco Fuochi<br />
Erica Perugini<br />
Vincenzo Federico<br />
Chiara Grossi<br />
Statistiche Alberto Collet<br />
Stefano Galli<br />
Paolo Ridolfi<br />
Andrea Galli<br />
Francesco Berni<br />
Roberto Benocci<br />
Riccardo Gatti<br />
Francesco Caratelli<br />
Speaker Alessandro Marchini<br />
Addetto al campo Paolo Vettori<br />
Collaborazione Serafino Carta<br />
medica esterna<br />
A queste figure vanno poi aggiunte 50 maschere,<br />
7 cassieri, 30 hostess e naturalmente le 11 applauditissime<br />
Cheerleaders.<br />
55<br />
Settore Giovanile:<br />
Resp. Organizzativo Marcello Billi<br />
Resp. Tecnico Giulio Griccioli<br />
Allenatori Giulio Griccioli<br />
Alessandro Magro<br />
Giorgio Brenci<br />
Federico Campanella<br />
Andrea Landini<br />
Francesco Borsi<br />
Accompagnatori Marcello Billi<br />
Giuseppe Galasso<br />
Giancarlo Benincasa<br />
Mario Bruni<br />
Marco Valenti<br />
Emilio Semplici<br />
Renato Cafaro<br />
Massimo Chiantini<br />
Marfisa Guidolotti<br />
Stefano Milanesi<br />
Mario Papi<br />
Michele Piattellini<br />
Alessandro Toscano<br />
Medico Gilberto Martelli<br />
Jacopo Calciolari<br />
Cosetta Meniconi<br />
Preparatore atletico Sandro Bencardino<br />
Massaggiatore Mirko Machetti<br />
6 squadre per un totale di 122 atleti tesserati<br />
■ Squadra Under 18 Eccellenza: 15 atleti<br />
■ Squadra Under 16 Eccellenza: 12 atleti<br />
■ Squadra Under 16 Open 16 atleti<br />
■ Squadra Under 14 Eccellenza: 14 atleti<br />
■ Squadra Under 13: 14 atleti<br />
■ Squadra Esordienti: 16 atleti
Rodolfo Rombaldoni: una garanzia.<br />
Già, in campo lo abbiamo visto poco, anche se lui la sua parte l’ha fatta nella<br />
partita più importante dell’anno quella di gara 3 contro Roma. La garanzia<br />
è che lui nei grandi successi c’è spesso, ad Atene con la Nazionale per l’argento<br />
olimpico, a Bologna sponda Fortitudo con lo scudetto due anni fa e<br />
ora il bis con la Montepaschi. A parte il ruolo di porta fortuna, Rombaldoni<br />
ha messo a disposizione della squadra la sua esperienza e la sua professionalità,<br />
arricchendo un palmares che diventa sempre più prestigioso.<br />
57<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
giuseppenigro il coraggio<br />
di rialzarsi<br />
sempre<br />
specialescudetto due<br />
58<br />
2004<br />
2007
Dove sta scritto che la Mens Sana di<br />
quest’anno non ha mai vissuto momenti<br />
di difficoltà?<br />
Rendendo i dovuti ringraziamenti<br />
allo staff atletico e medico, oltre che alla<br />
sorte, se non ci sono stati infortuni importanti<br />
e intoppi di carattere fisico, sul<br />
campo ci sono state battute di arresto<br />
che potevano infrangere la fiducia di una<br />
corazzata. Ma non di questo gruppo, che<br />
ha saputo mimetizzarle grazie alla capacità<br />
di ripartire immediatamente, più carico,<br />
forte anche delle lezioni apprese<br />
lungo il percorso. Che sono state poche,<br />
pochissime, e dunque proprio per questo<br />
evidentemente messe a frutto al massimo,<br />
visto il risultato finale.<br />
Che ci si vuole fare, è la psicosi del<br />
neo: di fronte a un foglio bianco si è capaci<br />
di vedere le uniche due macchioline<br />
di inchiostro, piuttosto che pensare al<br />
candore della pagina. E così è stato nel<br />
percorso di avvicinamento della Montepaschi<br />
al trionfo del 17 giugno: grande<br />
squadra, ottimo ruolino di marcia – dicevano<br />
– ma sbaglia le partite importanti,<br />
Kazan e la semifinale di Coppa<br />
Italia sono lì a dimostrarlo. Erano le perplessità<br />
degli addetti ai lavori, ma va<br />
detto, anche in città c’era chi lo temeva.<br />
A proposito di macchie nere e di fogli<br />
bianchi, Siena a volte sa essere senza vie<br />
di mezzo, e senza gradazioni di grigio:<br />
c’è solo il bianco e il nero, come nella<br />
Balzana, simbolo della città.<br />
Non è questione adesso di mettersi a<br />
posteriori a rinfacciare perplessità, sarebbe<br />
banale e inutile. È che già in partenza<br />
era sbagliato il presupposto: chi<br />
l’ha detto che quell’andata dei quarti di<br />
Uleb e quella semifinale con Treviso<br />
erano le uniche partite importanti che la<br />
Mens Sana aveva giocato? Intanto lì bisognava<br />
saperci arrivare, e non era scontato<br />
superare il primo turno, sia in<br />
Europa che alle Final Eight: la storia<br />
biancoverde anche abbastanza recente è<br />
lì a dimostrarlo.<br />
Ma importanti erano stati anche molti<br />
scontri diretti vinti durante la stagione,<br />
dalle imprese a Mosca e a Berlino in<br />
coppa, poi a Milano, a Napoli, a Bologna<br />
e a Treviso in campionato, per trascurare<br />
l’imbattibilità casalinga in<br />
regular season. Di gare importanti la<br />
Montepaschi ne aveva vinte tante, semplicemente<br />
ne aveva sbagliate un paio,<br />
o almeno una e pezzettino, certo importanti<br />
ma non le uniche giocate. E lì subentra<br />
la psicosi del neo: più facile<br />
vedere la singola macchia che accorgersi<br />
del candore del foglio.<br />
Ma la nota più confortante era stato<br />
vedere come questo gruppo aveva saputo<br />
ripartire ogni volta. Dopo lo scivolone<br />
degli ultimi cinque minuti con la<br />
Benetton, la Montepaschi andò a Teramo<br />
a vincere di 21, con un terzo<br />
quarto (ah, la zona Pianigiani) di 31-11!<br />
E dopo il -30 di Kazan (“non abbiamo<br />
giocato e non sappiamo spiegarci perché”<br />
la ricordano ancora oggi i ragazzi)<br />
arrivò la vittoria al supplementare nella<br />
bolgia di Napoli, in una situazione simile<br />
a quella che era costata il ko con<br />
Treviso, seguito da un successo netto su<br />
Varese. Forse non sempre incantando,<br />
ma sicuramente rialzandosi.<br />
Per questo quando le difficoltà si<br />
sono presentate per davvero, e con esse<br />
specialescudetto due<br />
59<br />
gli spettri di un baratro immeritato e irrazionale,<br />
il gruppo nel momento più<br />
importante della stagione ha saputo tirare<br />
fuori risorse che a un occhio attento<br />
non potevano risultare sorprendenti e<br />
inaspettate. Ed è dopo quel -14 anche<br />
abbastanza netto in gara-uno con Roma<br />
che questa Mens Sana ha costruito lo<br />
scudetto. Due vittorie nella Capitale, una<br />
dominando e l’altra travolgendo i padroni<br />
di casa. E nel mezzo quella splendida<br />
roulette russa dei tre supplementari<br />
in gara-tre con la Lottomatica, che come<br />
ogni lotteria poteva finire in qualsiasi<br />
modo, ma solo una squadra in salute poteva<br />
essere in grado di condurre quel<br />
rodeo senza farsi disarcionare. E lì si è<br />
vinto il Tricolore.
Vrbica Stefanov:<br />
ultimo, ma non ultimo. Un’operazione<br />
quella di Stefanov, che da altre parti è stata francobollata<br />
come un amarcord quasi patetico,<br />
tanto da suscitare ilarità. La sorte ha trasformato<br />
invece il suo arrivo in una felice intuizione<br />
di Pianigiani e Minucci, oltre a diventare un ulteriore<br />
tributo ad un personaggio che è entrato<br />
da tempo nel cuore degli appassionati senesi.<br />
La sua parentesi sul parquet del Palaeur è uno<br />
dei tanti passaggi significativi che confluiscono<br />
nella marea di sensazioni che si porta dietro la<br />
conquista dello scudetto e Vrbica, senza rubare<br />
nulla, può fregiarsi di essere l’unico a mettere la<br />
sua firma su entrambi gli scudetti senesi.<br />
61<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
claudiocoli i singoli<br />
attraverso<br />
il linguaggio<br />
dei numeri<br />
2004<br />
2007<br />
Che questa sia stata la stagione dei record e<br />
delle grandi vittorie è ormai noto a tutti, ma<br />
proviamo ad analizzare nel dettaglio le cifre e<br />
i numeri di questo grande traguardo raggiunto<br />
dalla MPS, giocatore per giocatore:<br />
JOSEPH FORTE. Il talento sfornato da North Carolina,<br />
atteso alla stagione del rilancio dopo anni<br />
di anonimato fra la<br />
Grecia e le minors<br />
americane, ha prodotto<br />
un’annata esaltante,<br />
dimostrandosi<br />
un cocktail micidiale<br />
di classe, talento ed<br />
eleganza. In stagione<br />
regolare ha sprigionato<br />
tutto il suo arsenale e si è imposto come<br />
una delle miglior guardie della lega: 14,4 punti,<br />
42,9 % da due (qualche forzatura ma lampi di<br />
classe notevoli), 41,6% da tre, l’84,2 % ai liberi<br />
e un buon disimpegno anche nel ruolo di play<br />
dove ha mostrato una progressiva immedesimazione,<br />
simbolo i 2,7 assist smistati nel corso<br />
della stagione regolare. Anche nei play-off l’apporto<br />
è stato di alto livello, con 16 di media,<br />
47,6% da due, il 38% da tre e i canestri vincenti<br />
nelle gare che più contavano.<br />
TERRELL MCINTYRE. Il play-tascabile di Fayetteville,<br />
MVP della stagione regolare, forse il giocatore<br />
più determinante della squadra. Ecco i<br />
suoi numeri: 13,5<br />
punti, 62% da due,<br />
40% da tre, 4 assist, e<br />
prestazioni pazzesche<br />
nei match decisivi grazie<br />
al tiro da tre mortifero<br />
e le penetrazioni<br />
fulminee a canestro.<br />
Nei play-off è nuovamente<br />
un fattore, sia con i punti (per esempio 22<br />
in gara1 con le Vu nere) sia con gli assist, come<br />
in gara2 a Bologna (9), per un totale di 13 punti,<br />
55% da due, 34% da tre, e 5,9 assist.<br />
LONNY BAXTER. Il centrone ex NBA, arrivato<br />
a Siena in ritardo per via delle note schermaglie<br />
con la giustizia USA, è apparso per tutta la<br />
stagione regolare un<br />
po’ avulso dal gioco<br />
mensanino, pur mostrando<br />
apprezzabili<br />
qualità, come la possanza<br />
fisica, mano<br />
educata e tecnica. Discreto<br />
impatto in attacco,<br />
con 7,6 punti di<br />
media e il 66% da due; qualche problema ai liberi,<br />
solo il 60%, e a rimbalzo, 4,2. Ai play-off<br />
però si è visto un altro Baxter e le cifre lo dichiarano:<br />
9,1 punti, 74% da due, e una presenza<br />
spesso maggiormente incisiva contro le<br />
batterie di lunghi avversari, soprattutto nella<br />
serie con Roma, dove è stato spesso un grattacapo<br />
per coach Repesa.<br />
VLADIMER BOISA. Al secondo anno in canotta<br />
biancoverde, il lungo georgiano con passaporto<br />
sloveno ha avuto sempre meno spazio diventando<br />
un prezioso<br />
cambio. Le cifre certo<br />
sono impietose: 3,9<br />
punti, 2,1 rimbalzi,<br />
2,6 di valutazione e<br />
solo 40% ai liberi,<br />
nella stagione regolare,<br />
non meglio nei<br />
play-off (2,8 punti,<br />
1,6 rimbalzi) ma non dicono dell’impegno e<br />
dell’abnegazione del giocatore, sempre positivo<br />
nell’atteggiamento e comunque utile in<br />
certe partite, grazie alla difesa e al cuore. Ma<br />
un certo rimpianto c’è, sapendo che, prima di<br />
venire a Siena, Boisa era uomo da 15,8 punti e<br />
6,3 rimbalzi in Eurolega a Lubiana…<br />
BENJAMIN EZE. Grandiosa la stagione di Ben,<br />
che ha fatto dei progressi enormi, diventando<br />
un muro invalicabile e di potenza inaudita. Onnipresente<br />
in difesa, stoppate da urlo capaci di<br />
specialescudetto due<br />
62<br />
demoralizzare qualsiasi giocatore, mobilità e<br />
velocità stupefacente per un giocatore della sua<br />
stazza. Finalmente<br />
continuo per tutta la<br />
stagione, con 7,5<br />
punti, 6,7 rimbalzi,<br />
1,6 stoppate e 13 di<br />
valutazione, la sua<br />
squassante fisicità è<br />
esplosa fragorosa nei<br />
play-off, dove ha collezionato<br />
8,2 punti col 67% da due, 5,8 rimbalzi<br />
e le solite stoppate ed è stato pressoché<br />
fondamentale per la vittoria finale.<br />
MARCO CARRARETTO. Se la Mens Sana ha<br />
vinto di nuovo il tricolore<br />
lo deve anche a<br />
lui, che di ritorno<br />
dalla Spagna ha giocato<br />
durante la stagione<br />
molto poco, ha<br />
sofferto, ma quando<br />
contava, (leggi la<br />
emozionante gara3 a<br />
Siena contro Roma, vinta dopo 3 supplementari,<br />
11 punti in 18 minuti e le bombe decisive)<br />
si è fatto trovare pronto e ha messo il suo mattoncino<br />
importantissimo. Le cifre: 2,8 punti col<br />
40,8 da tre e la solita applicazione in difesa.<br />
ROMAIN SATO. Il giocatore centrafricano ex<br />
San Antonio Spurs, è stato un altro dei condottieri<br />
mensanini verso il tricolore. Anche lui partito<br />
come una grande scommessa, si è<br />
dimostrato un’ala di fortissimo impatto fisico,<br />
di duttilità e potenza<br />
devastanti. In campionato<br />
13,1 punti e<br />
6,3 rimbalzi e un bel<br />
15,2 di valutazione,<br />
nei playoff ancora più<br />
determinante, con<br />
14,4 punti, 56,9 da<br />
due, il 40% da tre e
en 7,1 rimbalzi, difesa tremenda (museruola a<br />
Bodiroga nella serie con Roma) doppie doppie<br />
a ripetizione e dei salti a rimbalzo capaci di lasciare<br />
a bocca aperta chiunque (chiedere al<br />
pubblico del Palamalaguti).<br />
e 1,3 punti di media.<br />
LORENZO D’ERCOLE.<br />
In una squadra come<br />
dodicesimo, il giovane<br />
play del vivaio<br />
biancoverde ha maturato<br />
esperienza e<br />
qualche numero,<br />
come le 13 partite<br />
giocate in campionato<br />
RIMANTAS KAUKENAS. Il sesto uomo dell’anno,<br />
un cecchino infallibile, una sentenza:<br />
si sprecano gli appellativi per il lituano, che<br />
dopo la scorsa stagione in cui giocava da solo<br />
e si sobbarcava tutte<br />
le responsabilità offensive<br />
per finire stremato<br />
ai playoff, ha<br />
accettato di uscire<br />
dalla panchina, e il<br />
rendimento è lievitato<br />
clamorosamente: 16,8<br />
di media, 61,4 % da<br />
due, 41,5% da tre, 82% ai liberi e 17 di valutazione…I<br />
numeri parlano da soli, anche quelli<br />
ai playoff, dove è stato a ragione nominato<br />
MVP delle finali: 16 di media, 53,5 dal campo,<br />
57,1 da tre, 90% ai liberi, e alcune partite,<br />
come gara2 e gara3 con Bologna da antologia,<br />
con una capacità unica di trovare il canestro e<br />
non sbagliare mai i tiri decisivi.<br />
RODOLFO ROMBALDONI. Arrivato a Siena nell’ambito<br />
dello scambio con Datome con Scafati,<br />
l’esperto play ex Reggio Calabria e<br />
Fortitudo non ha praticamente mai giocato,<br />
solo 5 gare in regular season (1 punto di media)<br />
specialescudetto due<br />
63<br />
e qualche secondo nei<br />
play-off (0,7 punti),<br />
ma ha aiutato la squadra,<br />
alzato la qualità<br />
degli allenamenti e si<br />
è reso utile quando<br />
chiamato in causa.<br />
VRBICA STEFANOV. Di lui non possiamo giudicare<br />
le cifre, poiché ha giocato solo una partita,<br />
gara4 a Roma nei<br />
play-off (10 punti,<br />
regia immacolata e alcuni<br />
canestri stupendi<br />
dedicati ai tifosi in<br />
curva), ma ammirarne<br />
l’immutato talento, il<br />
carisma e l'innata leadership<br />
mostrata nuovamente<br />
in quell’occasione, come se da questa<br />
squadra non se ne fosse mai andato.<br />
LUCA LECHTHALER. Rientrato dopo un positivo<br />
biennio in Legadue, il centro forgiato dallo<br />
stesso Pianigiani nelle giovanili biancoverdi ha<br />
fatto bene nel ruolo di<br />
quinto lungo, rendendosi<br />
utilissimo (vedi<br />
la marcatura a suon di<br />
sportellate con Blair<br />
contro Milano per<br />
esempio) soprattutto<br />
in campionato, con<br />
0,8 punti e 0,7 rimbalzi<br />
e l’impressione che con più spazio a disposizione<br />
potrebbe diventare un lungo ancora<br />
più solido e completo.<br />
SHAUN STONEROOK. Il capitano è una specie<br />
rara da trovare su un campo di basket. Playguardia-ala-centro:<br />
Shaun sa fare tutto, dai<br />
punti ( 7,4 in regular season, 86,8 in campionato)<br />
al portare palla, dal leggere il gioco a<br />
prendere rimbalzi (5,3 in campionato, 7,4 nei<br />
playoff), fino a tirare<br />
da tre da ogni posizione<br />
(incredibile il<br />
45,7% nelle triple).<br />
Una costante, una sicurezza<br />
per tutto la<br />
stagione, un collante<br />
insostituibile, spesso<br />
silenzioso ma decisivo<br />
per le dinamiche del gruppo.
Luca Lechthaler: roccioso.<br />
Per il pivot di Mezzocorona valgono le parole spese per<br />
D’Ercole. Anche per lui le occasioni per farsi vedere non<br />
sono state moltissime, ma in alcune situazioni (vedi ad<br />
esempio il corpo a corpo con Blair) Lechthaler ha dimostrato<br />
che le sue qualità fisiche possono tornare comode<br />
per il futuro ed anche in allenamento la sua presenza ha<br />
voluto dire moltissimo per garantire l’intensità giusta alla<br />
squadra. È logico che a differenza di D’Ercole il lavoro che<br />
aspetta Lechthaler è soprattutto tecnico, ma l’esempio di<br />
Eze, con i suoi enormi progressi, deve essere uno stimolo<br />
importante per il giovane pivot.<br />
65<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
gilbertomartelli dietro le quinte<br />
2004<br />
2007<br />
Avevo detto basta alla mia collaborazione con<br />
questa nostra rivista in occasione del numero speciale<br />
per la conquista dello scudetto 2004, perché<br />
pensavo che non ci sarebbe stato un momento migliore…ma<br />
ora è ritornata la voglia e l’occasione.<br />
Abbiamo scritto “due” sul triangolino verdebianco-rosso,<br />
abbiamo vinto un altro scudetto dominando<br />
stagione regolare e play-offs e allora è<br />
tornata la motivazione a celebrare, è tornata quella<br />
voglia di “numero unico” che avevo perso da un<br />
po’ di tempo. Credo che sia quindi doveroso prendere<br />
le parti di tutti quelli che mi sono stati intorno<br />
in questa galoppata trionfale della stagione 2006-<br />
2007, aggiungendo anche, come è mia abitudine,<br />
qualcosa di personale.<br />
Questa stagione era iniziata per me in maniera<br />
anomala rispetto agli altri anni (era al via il mio<br />
23° campionato da medico sociale), perché dovevo<br />
cercare di affogare nel lavoro il dolore di<br />
un luglio tremendo, in cui è venuta a mancare<br />
mamma Minnie, che ha lavorato tutta la vita per<br />
la Mens Sana e sempre da dietro le quinte. E da<br />
qui sono ripartito, con vecchi e nuovi collaboratori,<br />
cercando tutti di dare il meglio, come e meglio<br />
di prima. In effetti il gruppo era davvero<br />
speciale, tutti in queste pagine avranno parole di<br />
celebrazione per i veri <strong>protagonisti</strong> di questa magica<br />
avventura, da Simone a Banchi e Magro, da<br />
Ferdinando ai giocatori, dal Morrocchi alle Istituzioni.<br />
Io ho pensato invece di dedicare qualche<br />
riga al mio staff e a tutti quelli che, lontano dai ri-<br />
flettori, hanno portato piccoli mattoncini per la<br />
costruzione di questo nostro secondo sogno.<br />
Anzitutto un plauso a Gian Maria Vassallo, fisiatra<br />
e medico sportivo, amico e collega di raduni<br />
con la Nazionale di Carlo Recalcati, il<br />
coach del nostro primo scudetto: è venuto a<br />
Siena dalla scorsa stagione e si è sobbarcato lunghi<br />
viaggi quasi ogni settimana dalla sua Genova,<br />
oltre che tante trasferte in Italia e in<br />
Europa, e trova oggi un risultato prestigioso<br />
anche nel basket, dopo gli scudetti di calcio<br />
(Sampdoria) e pallanuoto (Recco). A lui si è affiancato<br />
quest’anno anche Jacopo Calciolari, ex<br />
giocatore del nostro settore giovanile e aspirante<br />
medico sportivo, che lo scorso anno ha trovato<br />
al debutto il suo primo scudetto con gli juniores<br />
e questa stagione ha coronato l’esordio in prima<br />
squadra con la vittoria finale. Noi tre abbiamo<br />
quindi formato un team medico vincente, che si<br />
è integrato al meglio con tutti gli altri componenti<br />
del nostro staff.<br />
Per primo è doveroso celebrare il grande lavoro<br />
di Filippo Borghi, il nostro instancabile fisioterapista,<br />
al secondo anno in prima squadra<br />
dopo aver vinto uno scudetto giovanile, che ha<br />
trovato modo di mettere da parte la sua passione<br />
per il mare e per le foto subacquee per dedicarsi<br />
alla cura dei piccoli e grandi acciacchi che abbiamo<br />
avuto nella stagione grazie ai tanti strumenti<br />
di terapia di cui disponiamo alla Mens<br />
Sana e all’acqua della piscina della Performance,<br />
specialescudetto due<br />
66
anche se devo dire che tutto è andato abbastanza<br />
bene e che per nostra fortuna o bravura<br />
non ci sono stati grandi infortuni o problemi.<br />
Vorrei però solo ricordare qui il grande recupero<br />
di T-Mac dopo il trauma muscolare di gara<br />
3 con Roma: grazie alla dedizione di Pippo e<br />
alla volontà del “nanetto”, abbiamo di nuovo<br />
avuto il Piccolo Grande Uomo brillante e pimpante<br />
in gara 1 con Bologna dopo soli sei<br />
giorni, permettendo comunque all’altro nostro<br />
grande play, Stefanov, una sola ma decisiva apparizione<br />
con la nostra maglia, per poter essere<br />
celebrato oggi come l’unico con noi sempre<br />
vincente. Grande mano ce l’ha data anche Paolo<br />
Valacchi, per tutti il Banana, che tutte le sere è<br />
arrivato, in divisa o in ciabatte, a curare le<br />
schiene dei nostri giocatori con grande rispetto<br />
e professionalità, come si conviene ad uno che<br />
fa parte da anni della nostra famiglia e di tutte<br />
le nostre recenti vittorie. Mirko Machetti, infine,<br />
dopo lo scudettino dello scorso anno, si è<br />
alternato negli spogliatoi agli altri due per fasciare<br />
e trattare grandi e piccoli, dagli allievi<br />
alla prima squadra, nei momenti del bisogno,<br />
con grande umiltà e capacità.<br />
Voglio infine tributare il giusto riconoscimento<br />
al grande lavoro dei preparatori atletici,<br />
che ha permesso ai nostri giocatori di avere<br />
sempre terzi quarti e finali di partita da urlo:<br />
Maurizio Forconi, anche lui un altro della “famiglia<br />
vincente dell’ultimo lustro”, ha dato<br />
tutto se stesso, spalla operata compresa, al dosaggio<br />
dei carichi di lavoro in sala pesi per i nostri<br />
atleti, mentre Sandro Bencardino sente oggi<br />
di più il raggiungimento di questo nostro traguardo,<br />
perché, dopo i tanti scudetti giovanili,<br />
in questa stagione ha trovato sul campo il coronamento<br />
dei suoi sforzi a favore dei nostri<br />
grandi atleti.<br />
I ringraziamenti finali poi comprendono tutti<br />
i personaggi che hanno fatto grande la nostra<br />
squadra da dietro le quinte come Jacopo e Matteo,<br />
Olga e Cristiana, Rosanna, Federica e il suo<br />
gruppo, Antonio e Matteo Tasso, il tuttofare<br />
Marco Fuochi, i segretari Marco e Serena, Giulio,<br />
Marcello e Cosetta, e tutti quelli che si occupano<br />
dei nostri atleti più giovani, oltre a un grazie<br />
speciale per Sandra e Ilaria, che quotidianamente<br />
sopportano e supportano i miei anni di lavoro<br />
nello sport e ne condividono i buoni risultati.<br />
Un pensiero particolare lo dedico in chiusura<br />
a Giuliano Nerli, che se n’è andato nel giorno<br />
dello scudetto e che merita un ringraziamento<br />
da parte di tutti i tifosi che ha portato in giro per<br />
l’Italia in tempi di vacche magre per la nostra<br />
squadra: da lassù attende, come tanti altri appassionati<br />
che non hanno potuto godere di questi<br />
momenti, che si apra un nuovo ciclo di<br />
vittorie per tutti quei diecimila cuori che hanno<br />
battuto all’unisono al PalaMensSana, in questi<br />
caldi giorni di giugno, per far rivivere un altro<br />
grande sogno alla nostra piccola città.<br />
specialescudetto due<br />
67
Shaun Stonerook: immenso.<br />
Capitano per una pazzia, come l’ha definita lui, di Minucci,<br />
Stonerook è l’emblema del giocatore che tutti vorrebbero.<br />
Mai egoista, conscio dei suoi limiti che si restringono solamente<br />
alla difficoltà di attaccare il canestro con decisione,<br />
Stonerook sa fare veramente di tutto: rimbalzi, difesa, senso<br />
del passaggio e della posizione migliore per agevolare gli aiuti<br />
difensivi e le spaziature in attacco, una leadership assoluta<br />
che gli permette di recitare sempre da protagonista anche<br />
quando i riflettori non sono puntati su di lui. Anche in questa<br />
stagione non sono mancate le giornate nelle quali è stato<br />
decisivo con i suoi tiri piazzati da oltre l’arco, ma rimane uno<br />
dei pochi giocatori che non ha bisogno di segnare per essere<br />
decisivo. Ha finito veramente sulle ginocchia, ma finalmente<br />
anche lui, con lo scudetto, ha raggiunto quella consacrazione<br />
che meritava.<br />
69<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
arbaracerretani tanto più bello<br />
perché inaspettato<br />
2004<br />
2007<br />
Domenica 17 giugno 2007. La Mens Sana è campione d’Italia… per la seconda<br />
volta… e sono 2!<br />
Il secondo scudetto della storia mensanina arriva così, al termine di una stagione<br />
fantastica, vissuta per tutto l’anno con un grandissimo entusiasmo intorno<br />
alla squadra che partita dopo partita dimostrava ogni volta sul campo di essere<br />
più forte dell’avversaria di turno. Il campionato biancoverde è stato consegnato<br />
all’archivio come una vera e propria stagione dei record, partendo dai 16 punti<br />
di distacco sulla seconda al termine della regular season, fino al totale dei 60<br />
punti totalizzati nella classifica finale; un campionato dominato in lungo ed in<br />
largo senza mai perdere in casa, e vinto imponendosi regolarmente in trasferta,<br />
su campi difficilissimi come Bologna, Milano, Treviso, Cantù, ma anche al cospetto<br />
di squadre più piccole che contro la capolista davano sempre il 110% nel<br />
tentativo di strappare una vittoria a Stonerook e compagni.<br />
La Mens Sana, lasciatasi alle spalle la brutta delusione della Coppa Italia e<br />
l’eliminazione dalla Uleb, si è potuta concentrare definitivamente sul campionato,<br />
ed inanellando una serie impressionante di vittorie anche nel girone<br />
di ritorno, ha centrato il primo posto con grande margine, oltre a guadagnarsi<br />
il diritto a giocare il prossimo anno anche l’Eurolega, che solo per quest’anno<br />
avevamo salutato.<br />
I biancoverdi, nemmeno considerati ad inizio stagione come possibile pretendente<br />
per lo scudetto, si sono presentati ai playoff con la pressione di chi<br />
adesso, invece, veniva dato per favorito, ma con il conforto del fattore campo<br />
favorevole fino all’eventuale finale, e questo aspetto sappiamo quanto possa<br />
essere importante, soprattutto a Siena, soprattutto quando arrivano le partite<br />
che contano.<br />
Siamo arrivati in finale eliminando Cantù e, soprattutto Roma, al termine<br />
di una serie incredibile, iniziata con la prima sconfitta casalinga di campionato<br />
dell’anno per la Mens Sana che aveva lasciato tutti increduli e fatto temere il<br />
peggio, e proseguita poi con l’epica gara del Palasclavo vinta dopo 3 supplementari.<br />
Passaggio di turno, ed approdo alla finale meritatissimo, dopo aver<br />
violato agilmente per due volte il Palalottomatica, con una cornice di pubblico<br />
biancoverde davvero fantastica, 500 persone giunte da Siena per spingere i ragazzi<br />
verso un’altra storica finale scudetto. E così è stato! Ci siamo trovati ancora<br />
là, per la seconda volta, a giocare l’ultima e decisiva sfida per il tricolore.<br />
specialescudetto due<br />
70
Sono momenti indimenticabili, non si tratta di frasi fatte, si tratta di vivere<br />
queste emozioni con persone che ci sono da tanti tanti anni, con le quali sei cresciuto,<br />
sei amico, o semplicemente condividi la passione per la Mens Sana. Si<br />
tratta della gambe che tremano alla Verbena iniziale, o magari della tensione<br />
che ti porti dietro almeno dalla sera prima della partita: sensazioni forti, esplose<br />
in urlo, in un canto, in un pianto liberatorio al termine di gara2 a Bologna,<br />
quando è arrivata la consapevolezza che mancasse solo l’ultimo e decisivo<br />
passo per essere Campioni! Ma la vittoria volevamo conquistarla in casa nostra,<br />
e così è stato…con un palasport esaurito in ogni ordine di posti, al termine<br />
di una partita lottatissima, abbiamo potuto esultare, cantare, abbracciare e festeggiare<br />
per tutta la notte il secondo scudetto a soli 3 anni di distanza.<br />
E’ stata la vittoria di tutti, di Ferdinando Minucci che con gli acquisti giusti<br />
ha assemblato una squadra coraggiosa, di ottimi uomini e professionisti, ma soprattutto<br />
di Simone Pianigiani, che da esordiente e soprattutto da Senese ha vinto<br />
il tricolore subito nella sua città, regalando a tutta Siena e a chi lo ha sempre sostenuto,<br />
una grandissima soddisfazione. E’ stata la vittoria del gruppo e della<br />
squadra, ragazzi fantastici che per tutto l’anno hanno perseguito un obiettivo<br />
difficile ma nel quale credevano fortemente, senza mai abbattersi, nemmeno nei<br />
momenti più difficili; è stata la vittoria anche di Luca Banchi e Alessandro<br />
Magro, fantastici collaboratori di Simone, e di tutto lo staff biancoverde.<br />
Un applauso particolare, però, da tifosa, va a tutti i ragazzi del Commandos<br />
Tigre, ed a coloro che ci hanno aiutato per tutto l’anno a sostenere la squadra<br />
ed i nostri colori in casa e fuori, perché la vittoria è anche nostra, della<br />
nostra passione. Ci siamo sobbarcati tante trasferte, spesso con molti sacrifici,<br />
talvolta anche lontanissimi da Siena, anche in Europa, con lo spirito di esserci<br />
sempre e portare il biancoverde e la nostra fede ovunque e comunque. A tale<br />
proposito un pensiero anche a chi quest’anno, Ostenda e Sofia a parte, non ha<br />
potuto vivere la stagione vittoriosa, ma per tutto l’anno ha dato una mano ad<br />
organizzare l’attività, lavorando spesso nell’ombra e restando poi fuori quando<br />
gli amici entravano alla partita. Grazie a nome di tutti!<br />
Archiviata la stagione, ma non i festeggiamenti, che continueranno con un<br />
bellissimo corteo per le vie della città per festeggiare poi tutti insieme, ancora<br />
una volta, nella fantastica cornice di Piazza del Campo, non resta che dire…<br />
GRAZIE MENS SANA per quest’anno indimenticabile! E 2!!<br />
specialescudetto due<br />
71
stefanofini il frutto<br />
della programmazione<br />
2004<br />
2007<br />
Nika<br />
Metreveli (al<br />
centro con il<br />
n°15) pivot<br />
di 210 cm.<br />
di origini<br />
giorgiane<br />
Da qualunque lato esamini "il fenomeno" Montepaschi Mens Sana Basket, giungi sempre alle stesse conclusioni.<br />
Sia che tu lo vada ad osservare all’alto, prendendo come punto di riferimento la prima squadra, sia che tu vada ad<br />
osservarlo al basso, esaminando in tal caso il suo settore giovanile. Ad unire le due entità vi è da una parte la sua struttura<br />
organizzativa ed amministrativa e dall’altra quella tecnica. In poche parole è un quadrato che fa "quadrato", che<br />
ha nella programmazione la sua forza ed il suo collante. Mario Arceri sul Corriere dello <strong>Sport</strong> in questi giorni ha<br />
scritto: "La Mens Sana Basket potrebbe e dovrebbe essere oggetto di studio di management aziendale, di progettazione<br />
del successo, di finalizzazione degli obiettivi." In effetti andando anche ad analizzare la sua attività nel solo e<br />
specifico settore giovanile, giungiamo alle stesse conclusioni: un dominio fatto di numeri clamorosi costruiti nel<br />
tempo in modo programmatico; 7 titoli giovanili conquistati in 6 anni, una striscia-record fatta di 129 successi, 3 titoli<br />
consecutivi a cui quest’anno per un soffio è mancato un poker che non avrebbe trovato riscontri nella storia del<br />
basket giovanile; il 1° vivaio d’Italia in quantità e qualità con un continuo rinnovo di prospetti (al vertice dell’attuale<br />
vi sono Cournooh-Barozzi-De Bartolo ('89-'90), seguiranno Iannuzzo-Sabbatino ('91-'92). Il più alto numero di giovani<br />
giocatori lanciati nel mondo professionistico, giocatori veri, come la stampa di settore ha evidenziato, atleti fatti<br />
e finiti dal punto di vista atletico, tecnico e mentale; il miglior giovane fra tutte le nuove realtà nazionali lo troviamo<br />
in A2 ad Jesi ed è Eliantonio di proprietà Montepaschi. Di rilievo è anche il reparto tecnico della società: una squadra<br />
di coach (Griccioli-Magro-Campanella-Brenci-Borsi-Piattellini-Landini) che sull’esempio di Pianigiani-Banchi,<br />
ed insieme a loro, costituiscono una vera scuola cestistica con una sua propria filosofia di gioco che la contraddistingue<br />
non solo in Italia ma in tutta Europa. La dedizione al lavoro, insieme alla cura dei particolari sono alla base di questa<br />
filosofia che fa soprattutto dell’agonismo e della corretta aggressività il suo marchio di fabbrica ereditato da quella<br />
realtà cittadina che lo ha nel proprio DNA da sempre.<br />
Tutti questi numeri e fatti sono i frutti di una attenta e scrupolosa programmazione che ha in Ferdinando Minucci,<br />
il "gran priore della contrada di tutti" come lo definisce Walter Fiochi su Repubblica, il suo "faro", colui che indica<br />
gli obiettivi, che inserisce un tassello alla volta nel mosaico del successo.<br />
Il settore giovani ci permette però di staccarci dal coro; è un settore in cui le scommesse, che tanto piacciono al<br />
nostro g.m., sono difficili e renderle vincenti ha un indice<br />
di probabilità più basso. Pertanto, fra le tante lodi rivolte<br />
alla Montepaschi Basket che abbiamo riscontrato in questi<br />
giorni su tutti i giornali, l’unica critica riguarda proprio<br />
un argomento in tema (giovani); la troviamo sulla<br />
Gazzetta dello <strong>Sport</strong> in un articolo di Luca Chiabotto.<br />
Questo, dopo aver elencato 10 motivi per i quali Siena ha<br />
meritato la conquista del Titolo, termina dicendo:" Una<br />
critica va fatta: la gestione di Datome, uno dei migliori<br />
giovani italiani, a cui non è stato dato spazio per emergere.<br />
Speriamo che questo trionfo (lo scudetto) dia più coraggio<br />
alla società".<br />
Per rimanere fuori dal coro, un'altra critica: "La gestione<br />
del passaggio di Rullo (Virtus Siena) e Renzi (Don<br />
Bosco Livorno) alla Benetton, e non alla Montepaschi, ha<br />
lasciato dell'amaro in bocca" potenziato dall'acquisizione<br />
dello scudetto Under18 da parte dei trevigiani che ha avuto nei due gli elementi determinanti.<br />
Le giuste e moderate critiche sono, alcune volte, più utili delle lodi, perchè la programmazione ed i successi si<br />
fanno e si ottengono tenendo conto anche degli errori di percorso. Forse per questo che siamo dovuti passare dall’esperienza<br />
Hamilton per arrivare a Mc Intyre e forse, per restare nello specifico giovani, l’esperienza relativa al mancato<br />
reclutamento Renzi-Rullo servirà questa estate per arrivare a …Tommaso Ingrasso, giovane ala del '92 di 203<br />
cm – Benetton –, e/o, ancor meglio, Nika Metreveli, pivot di 210 cm. del '91 di origine georgiana in forza al Basket<br />
Rimini Crabs ?! Vedremo !! Certo è che nella programmazione della Montepaschi Basket troveremo le giuste risposte<br />
anche per il settore giovanile che ci permetteranno di ottenere gli abituali successi.<br />
specialescudetto due<br />
74
Rimangono da ricordare i contributi limitati a poche partite di Wade Helliwell<br />
e di Domenico Barozzi, giovane di belle speranze del settore giovanile senese.<br />
Un capitolo a parte lo merita invece Gigi Datome, che pur non potendo fregiarsi<br />
del titolo, a tutti gli effetti si deve sentire parte integrante del progetto che ha portato alla conquista del<br />
titolo. La realtà ha dato ragione a chi si era reso conto che le peculiarità della stagione che si stava materializzando,<br />
non si prestavano più alla logica del progetto complessivo su Datome. Meglio aver fatto un’esperienza<br />
in più lontano da Siena, che finire relegato in panchina con il dubbio del futuro dietro l’angolo.<br />
77<br />
i <strong>protagonisti</strong><br />
a cura di Mauro Bindi
specialescudetto due<br />
78
specialescudetto due<br />
79
1ª giornata (08.10.06)<br />
BIPOP REGGIO EMILIA-MONTEPASCHI SIENA 59-87<br />
Parziali: 15-20, 31-44, 46-65<br />
Forte 16 (6-10 1-2), Mc Intyre 12 (0-2 4-6), Boisa 10 (2-3 1-1), Eze 10<br />
(5-5), Carraretto 4 (1-3 0-1), Sato 11 (3-9 1-2), Kaukenas 10 (4-6 0-1),<br />
Lechthaler (0-2), Stonerook 14 (1-1 4-6), D’Ercole (0-1 da 3), Helliwell.<br />
2ª giornata (15.10.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-SIVIGLIA WEAR TERAMO 86-83<br />
Parziali: 20-24, 48-41, 69-59<br />
Forte 15 (4-9 2-2), Mc Intyre 11 (1-1 3-7), Boisa 2 (1-2), Eze 9 (3-4),<br />
Carraretto 3 (0-1 1-1), Sato 16 ((4-8 1-4), Datome 3 (1-1 da 3),<br />
Kaukenas 17 (5-7 2-5), Helliwell 2 (1-2), Stonerook 8 (0-2 2-4),<br />
Lechthaler, n.e. D’Ercole.<br />
3ª giornata (19.10.06)<br />
AIR AVELLINO-MONTEPASCHI SIENA 78-88<br />
Parziali: 20-21, 41-51, 62-71<br />
Forte 8 (1-4 2-4), Mc Intyre 10 (2-2 2-8), Boisa 11 (2-3 1-1), Eze 16 (4-<br />
4), Carraretto 5 (1-1 1-1), Sato 21 (6-11 1-5), Datome 2 (1-1),<br />
Kaukenas 6 (3-5 0-1), Helliwell (0-1), Lechthaler 4 (2-6), Stonerook 5<br />
(1-1 1-3), n.e. D’Ercole.<br />
4ª giornata (22.10.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-ELDO NAPOLI 80-77 dts<br />
Parziali: 10-21, 29-37, 43-53, 65-65<br />
Forte 18 (5-14 2-4), Mc Intyre 13 (2-2 3-8), Boisa 2 (1-2), Eze 16 (6-7),<br />
Carraretto (0-1 da 3), Sato 8 (1-7 0-3), Datome (0-1), Kaukenas 19 (4-<br />
11 1-3), Lechthaler 2 (1-1), Stonerook 2 (0-3), n.e. Helliwell, D’Ercole.<br />
5ª giornata (27.10.06)<br />
WHIRLPOOL VARESE-MONTEPASCHI SIENA 76-64<br />
Parziali: 23-18, 39-34, 53-46<br />
Forte 4 (2-7 0-1), Mc Intyre 7 (2-3 0-4), Boisa (0-3), Eze 12 (4-8),<br />
Carraretto (0-2 da 3), Sato 16 (5-8 2-6), Datome (0-1), Kaukenas 17 (5-<br />
10 1-2), Stonerook 8 (0-1 2-3), Lechthaler, n.e. D’Ercole.<br />
6ª giornata (05.11.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 84-68<br />
Parziali: 20-8, 46-29, 67-45<br />
Forte 23 (1-6 3-3), Mc Intyre 13 (2-2 1-6), Baxter 4 (1-4), Boisa (0-2),<br />
Eze 9 (2-4), Sato 13 (4-7 1-3), Datome (0-1 da 3), Kaukenas 13 (3-5 1-<br />
2), Stoneroo 9 (1-2 da 3), Lechthaler, n.e. Carraretto, D’Ercole.<br />
7ª giornata (11.11.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-TD SHOP LIVORNO 101-76<br />
Parziali: 27-19, 45-36, 63-53<br />
Forte 17 (6-9 1-3), Mc Intyre 1 (0-1 0-3), Baxter 7 (2-3), Boisa 7 (2-2 1-<br />
2), Eze 8 (2-5), Carraretto 14 (1-1 3-4), Sato 11 (2-3 1-3), Datome 8<br />
(1-1 2-2) Kaukenas 27 (5-8 4-5), Lechthaler 1, Stonerook (0-1 da 3),<br />
D’Ercole.<br />
8ª giornata (19.11.06)<br />
TISETTANTA CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 78-84<br />
Parziali: 20-19, 37-37, 56-64<br />
Forte 14 (4-10 1-2), Mc Intyre 18 (3-4 4-6), Baxter 4 (2-3), Boisa 5 (1-1<br />
1-2), Eze 9 (3-7), Sato 14 (2-5 2-3), Datome 4 (1-1), Kaukenas (0-1 0-<br />
3), Stonerook 16 (4-4 2-4), n.e. Carraretto, D’Ercole, Lechthaler.<br />
9ª giornata (25.11.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-VIDIVICI BOLOGNA 90-83<br />
Parziali: 24-14, 42-38, 67-62<br />
Mc Intyre 24 (2-3 3-5), Forte 20 (2-10 4-5), Sato 12 (3-5 1-2),<br />
Stonerook 3 (1-2 0-1), Eze 10 (4-5), Baxter 4 (1-1), Boisa 2 (1-2 0-2),<br />
Datome (0-1 da 3), Kaukenas 15 (3-9 2-4), n.e. D’Ercole, Carraretto,<br />
Lechthaler.<br />
10ª giornata (03.12.06)<br />
ANGELICO BIELLA-MONTEPASCHI SIENA 74-72<br />
Parziali: 15-19, 28-36, 51-54<br />
Forte 8 (4-7 0-2), Mc Intyre 9 (1-1 1-5), Baxter 2 (1-3), Boisa 2 (1-2),<br />
Eze 7 (3-3), Sato 16 (3-7 1-4), Datome (0-1), Kaukenas 17 (1-3 3-5),<br />
Stonerook 11 (3-5 1-5), n.e. Carraretto, D’Ercole, Barozzi.<br />
11ª giornata (10.12.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-UPEA CAPO D’ORLANDO 98-66<br />
Parziali: 22-15, 46-35, 68-49<br />
Forte 7 (1-3 0-1), Mc Intyre 9 (1-1 2-7), Baxter 15 (7-10), Boisa 15 (2-3<br />
3-4), Eze 4 (1-3), Carraretto 6 (2-3 da 3), Sato 17 (5-8 2-3), Datome 10<br />
(2-4 2-3), D’Ercole 3 (1-1 da 3), Kaukenas 6 (2-3 0-3), Stonerook 6 (2-3<br />
da 3), Barozzi.<br />
la<br />
marcia<br />
trionfale<br />
dei<br />
bianco<br />
verdi<br />
specialescudetto due<br />
80<br />
12ª giornata (17.12.06)<br />
SNAIDERO UDINE-MONTEPASCHI SIENA 78-69<br />
Parziali: 18-12, 37-30, 59-45<br />
Forte 7 (3-6 0-5), Mc Intyre 19 (3-3 2-6), Baxter 11 (5-7), Boisa (0-1 da<br />
3), Eze 2 (1-1), Carraretto 3 (1-1 da 3), Sato 6 (1-4 1-3), Datome 7 (3-5<br />
0-3), Kaukenas 11 (2-3 1-4), Stonerook 3 (0-3 1-4), n.e. D’Ercole,<br />
Lechthaler.<br />
13ª giornata (30.12.06)<br />
MONTEPASCHI SIENA-BENETTON TREVISO 82-63<br />
Parziali: 17-18, 32-28, 53-46<br />
Forte 11 (4-8 1-4), Mc Intyre 11 (0-3 3-9), Baxter 8 (3-6), Boisa 5 (2-2<br />
0-2), Eze 9 (4-7), Sato 14 (4-5 1-5), Datome 2 (1-1), Kaukenas 19 (3-5<br />
2-3), Stonerook 3 (0-3 1-2), Carraretto, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />
14ª giornata (07.O1.07)<br />
ARMANI JEANS MILANO-MONTEPASCHI SIENA 67-74<br />
Parziali: 19-19, 41-36, 55-52<br />
Forte 22 (7-11 2-5), Mc Intyre 5 (1-1 1-4), Baxter 2 (1-1), Boisa 6 (1-3<br />
1-3), Eze 12 (5-9), Carraretto (0-2 da 3), Sato 14 (3-4 1-5), Datome (0-<br />
1), Kaukenas 10 (2-3 1-5), Stonerook 3 (0-1 1-4), n.e. D’Ercole,<br />
Lechthaler.<br />
15ª giornata (14.01.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-PREMIATA MONTEGRANARO 90-73<br />
Parziali: 25-14, 47-38,62-55<br />
Forte 13 (4-7 1-3), Mc Intyre 13 (2-4 2-5), Baxter 11 (5-7), Boisa (0-1<br />
da 3), Eze 4 (2-3), Carraretto 10 (2-3 2-2), Sato 10 (3-6 1-4), Kaukenas<br />
23 (5-7 3-4), Stonerook 6 (2-3 da 3), Lechthaler, n.e. Datome e<br />
D’Ercole.<br />
16ª giornata (21.O1.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-LEGEA SCAFATI 78-50<br />
Parziali: 20-14, 42-27, 57-37<br />
Forte 7 (1-2 0-2), Mc Intyre 8 (1-2 1-6), Baxter 12 (6-7), Boisa (0-3 0-<br />
2), Eze 2 (1-3), Carraretto (0-1 da 3), Sato 5 (1-4 1-3), Datome 5 (2-2<br />
0-1), D’Ercole 5 (1-2 1-1), Kaukenas 22 (6-7 2-4), Lechthaler (0-1),<br />
Stonerook 12 (1-2 2-4).<br />
17ª giornata (27.01.07)<br />
CLIMAMIO BOLOGNA-MONTEPASCHI SIENA 81-85<br />
Parziali: 19-11, 45-33, 63-59<br />
Forte 5 (0-9 0-1), Mc Intyre 13 (2-6 2-4), Baxter 8 (4-8), Boisa 3 (1-2 da<br />
3), Eze 2 (1-3), Carraretto (0-1), Sato 15 (3-8 2-4), Kaukenas 24 (4-8 2-<br />
5), Stonerook 15 (0-2 5-7), Datome, n .e. D’Ercole, Lechthaler.<br />
18ª giornata (04.02.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-BIPOP REGGIO EMILIA 85-78<br />
Parziali: 12-7, 34-30, 60-46<br />
Forte 4 (1-5 0-1), Mc Intyre 30 (3-5 6-10), Baxter 8 (3-6), Boisa (0-1 da<br />
3), Eze 2 (1-4), Carraretto 5 (1-1 1-2), Sato 16 (3-5 1-4), Datome (0-3<br />
0-1), Kaukenas 15 (4-5 0-2), Stgonerook 5 (1-1 1-3), n.e. D’Ercole,<br />
Lechthaler.<br />
19ª giornata (18.02.07)<br />
SIVIGLIA WEAR TERAMO-MONTEPASCHI SIENA 77-98<br />
Parziali: 22-26, 45-48, 56-79<br />
Forte 27 (5-13 3-3), Mc Intyre 15 (1-2 4-7), Baxter 4 (2-4), Boisa 6 (1-1<br />
1-2), Eze 8 (4-6), Sato 15 (5-8 0-3), Kaukenas 13 (5-8 1-3), Lechthaler<br />
(0-1), Stonerook 10 (2-3 2-6), Carraretto, n.e. D’Ercole.<br />
20ª giornata (24.02.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-AIR AVELLINO 83-64<br />
Parziali: 28-12, 46-34, 67-50<br />
Forte 15 (4-7 2-5), Mc Intyre 26 (0-1 2-4), Baxter 6 (2-4), Boisa 8 (2-3<br />
1-2), Eze 8 (4-4), Carraretto (0-4 da 3), Sato 18 (2-2 4-7), D’Ercole 3<br />
(1-1 da 3), Kaukenas 12 (4-8 0-1), Lechthaler (0-1), Stonerook 7 (1-2<br />
1-2), n.e. Datome.<br />
21ª giornata (03.03.07)<br />
ELDO NAPOLI-MONTEPASCHI SIENA 88-90 dts<br />
Forte 19 (8-15 0-5), Mc Intyre 8 (1-2 2-7), Baxter 7 (2-3), Eze 4 (1-2),<br />
Carraretto, Sato 14 (4-6 2-2), Kaukenas 18 (1-3 2-3), Stonerook 20 (2-<br />
5 4-5), Boisa, n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />
22ª giornata (11.03.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-WHIRLPOOL VARESE 74-61<br />
Parziali: 17-17, 40-33, 60-48<br />
Forte 11 (4-8 1-3), Mc Intyre 18 (4-6 4-8), Baxter 6 (2-5), Boisa, Eze 8<br />
(4-5), Carraretto (0-1 da 3), Sato 10 (5-8 0-3), Kaukenas 18 (6-6 0-1),<br />
Stonerook 3 (0-2 0-2), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.
23ª giornata (18.03.07)<br />
LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 84-82 dts<br />
Parziali: 19-20, 40-40, 56-58, 75-75<br />
Forte 27 (6-13 4-5), Mc Intyre 12 (2-2 2-6), Baxter 3 (1-1), Boisa (0-1 0-<br />
1), Eze 5 (2-6), Carraretto, Sato (0-2 0-2), Kaukenas 26 (6-6 3-4),<br />
Stonerook 9 (3-7 da 3), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />
24ª giornata (25.03.07)<br />
TD SHOP LIVORNO-MONTEPASCHI SIENA 83-111<br />
Parziali: 24-31, 42-52, 59-79<br />
Forte 6 (2-5 0-3), Eze 7 (2-5), Sato 28 (7-8 4-9), Kaukenas 25 (5-6 3-<br />
4), Stonerook 12 (0-1 4-5), Mc Intyre 3 (0-2 1-2), Baxter 14 (3-3), Boisa<br />
6 (2-2), Carraretto 9 (3-4 da 3), D’Ercole (0-1 da 3), Rombaldoni (0-1 0-<br />
1), Lechthaler 1.<br />
25ª giornata (29.03.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 93-74<br />
Parziali: 30-10, 54-33, 72-49<br />
Forte 17 (1-4 5-8), Mc Intyre 19 (3-5 3-8), Baxter 15 (7-9), Boisa, Eze<br />
16 (7-7), Carraretto 2 (1-2 0-1), Sato 19 (4-8 2-6), D’Ercole 3 (1-1 da<br />
3), Stonerook 2 (1-1 0-1), Lechthaler, n.e. Kaukenas, Rombaldoni.<br />
26ª giornata (01.04.07)<br />
VIDIVICI BOLOGNA-MONTEPASCHI SIENA 76-84<br />
Parziali: 24-22, 47-38, 61-60<br />
Forte 22 (4-14, 3-5), Mc Intyre 29 (6-8 5-12), Baxter 10 (4-5), Boisa 2<br />
(0-2), Eze 4 (1-2), Carraretto 2 (1-1), Sato 6 (1-6 0-2), Kaukenas 7 (1-<br />
3), Stonerook 2 (1-2), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />
27ª giornata (07.04.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-ANGELICO BIELLA 100-92<br />
Parziali: 18-29, 44-51, 72-64<br />
Forte 25 (8-18 2-3), Mc Intyre 12 (4-6 1-5), Baxter 3 (1-2), Boisa (0-1<br />
da 3), Eze 11 (4-6), Carraretto 3 (0-1 1-2), Sato 6 (2-4 0-1), Kaukenas<br />
22 (6-6 0-1), Stonerook 18 (2-2 4-6), n.e. D’Ercole, Rombaldoni,<br />
Lechthaler.<br />
28ªgiornata (15.04.07)<br />
UPEA CAPO D’ORLANDO-MONTEPASCHI SIENA 58-77<br />
Parziali: 24-23, 36-43, 46-57<br />
Forte 12 (4-9 1-3), Mc Intyre 6 (0-2 2-6), Baxter 12 (6-6), Boisa 3 (0-3<br />
1-1), Eze 4 (2-2), Carraretto 6 (0-2 2-3), Sato 12 (3-5 1-4), D’Ercole,<br />
Kaukenas 19 (6-9 0-1), Lechthaler 3 (1-2), Stonerook (0-2 da 3), n.e.<br />
Rombaldoni.<br />
specialescudetto due<br />
81<br />
29ª giornata (19.04.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE 98-78<br />
Parziali: 21-24, 49-40, 73-56<br />
Forte 16 (4-5 2-6), Rombaldoni 2 (1-1 0-1), Sato 18 (7-8 0-4),<br />
Stonerook, Eze 7 (3-4), Kaukenas 22 (5-7 2-6), Boisa 20 (4-7 4-5),<br />
Baxter 11 (5-5), Carraretto, Lechthaler, n.e. Mc Intyre, D’Ercole.<br />
30ª giornata (22.04.07)<br />
BENETTON TREVISO-MONTEPASCHI SIENA 67-78<br />
Parziali: 18-16, 45-36, 53-54<br />
Forte 13 (3-8 1-3), Mc Intyre 25 (4-5 4-6), Baxter 2 (1-3 0-1), Boisa 2<br />
(1-2 0-1), Eze 5 (2-2), Carraretto (0-1 da 3), Sato 7 (3-6 0-2), D’Ercole<br />
1 (0-1), Kaukenas 15 (4-8 0-3), Stonerook 8 (2-2 1-2), Lechthaler, n.e.<br />
Rombaldoni.<br />
31ª giornata (25.04.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-ARMANI JEANS MILANO 80-59<br />
Parziali: 23-15, 38-38, 58-42<br />
Forte 18 (5-9 1-6), Mc Intyre 17 (4-5 3-6), Baxter 2 (1-2), Boisa 1(0-1 0-2),<br />
Eze 4 (2-4), Carraretto 9 (0-1 3-8), D’Ercole (0-1), Kaukenas 20 (5-8 1-6),<br />
Rombaldoni 3 (1-1 da 3), Lechthaler 2 (1-2), Stonerook 4 (1-2 da 3).<br />
32ª giornata (29.04.07)<br />
PREMIATA MONTEGRANARO-MONTEPASCHI SIENA 82-89<br />
Parziali: 18-16, 34-37, 49-59<br />
Mc Intyre 19 (2-4 5-7), Forte 8 (2-4 1-8), Sato 8 (0-2 2-4), Stonerook 7<br />
(2-7 da 3), Eze 8 (4-5), Boisa 5 (1-2 1-2), Kaukenas 22 (4-7 3-7),<br />
Baxter 12 (5-8), Rombaldoni, Carraretto, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />
33ª giornata (09.05.07)<br />
LEGEA SCAFATI-MONTEPASCHI SIENA 84-103<br />
Parziali: 17-19, 42-49, 72-77<br />
Forte 17 (5-11 2-5), Mc Intyre 13 (2-3 3-8), Baxter 4 (2-2), Boisa 7 (2-4<br />
1-3), Eze 6 (3-5), Carraretto (0-1 da 3), Sato 24 (6-8 3-3), Kaukenas 20<br />
(3-8 2-3), D’Ercole, Lechthaler 2 (1-2), Stonerook 10 (3-3 1-2), n.e.<br />
Rombaldoni.<br />
34ª giornata (13.05.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-CLIMAMIO BOLOGNA 106-87<br />
Parziali: 30-26, 57-52, 87-63<br />
Forte 17 (4-8 3-4), Mc Intyre 17 (3-4 3-7), Baxter 13 (5-7), Boisa 3 (0-3<br />
1-3), Eze 8 (4-6), Carraretto 2 (1-1 0-1), Sato 12 (4-7), D’Ercole (0-2 da<br />
3), Kaukenas 24 (7-11 2-2), Rombaldoni (0-1 da 3), Stonerook 10 (2-6<br />
2-2), Lechthaler.
PLAY OFF-Quarti<br />
Gara 1 (16.05.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 95-76<br />
Parziali: 24-13, 49-35, 74-54<br />
Mc Intyre 5 (2-3 0-4), Forte 29 (7-11 5-8), Sato 11 (3-4 1-3), Stonerook<br />
11 (2-2 1-3), Eze 2 (1-3), Kaukenas 19 (6-8 1-1), Carraretto 3 (1-3 da<br />
3), Boisa 8 (2-4 1-2), Baxter 7 (2-3 0-4), Rombaldoni, Lechthaler,<br />
D’Ercole.<br />
Gara 2 (19.05.07)<br />
TISETTANTA CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 82-97<br />
Parziali: 29-22 52-40 65-72<br />
Mc Intyre 12 (3-3 2-9), Forte 23 (6-13 2-4), Sato 15 (4-9 2-6),<br />
Stonerook 5 (1-1 1-2), Eze 4 (2-3), Kaukenas 16 (5-9 1-2), Baxter 15<br />
(6-9), Carraretto, D’Ercole, Boisa 7 (1-1 1-2).<br />
Gara 3 (22.05.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 91-60<br />
Parziali: 28-9, 50-28, 73-41<br />
Mc Intyre 8 (1-3 2-2), Forte 11 (3-7 1-4), Sato 10 (4-7 0-2), Stonerook 4<br />
(1-2), Eze 14 ((4-5), D’Ercole 3 (1-1 da 3), Rombaldoni 5 (1-2 1-3),<br />
Kaukenas 15 (3-9 1-2), Carraretto 3 (1-4 da 3), Boisa 3 (1-3 0-3),<br />
Baxter 15 (6-6), Lechthaler.<br />
SEMIFINALE<br />
Gara 1 (30.05.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 74-88<br />
Parziali: 20-28, 41-48, 57-57<br />
Mc Intyre 8 (1-4 1-3), Forte 16 (5-12 1-4), Sato 13 (2-3 1-2), Stonerook<br />
9 (2-4 da 3), Eze 7 (3-4), Kaukenas 13 (2-5 1-2), Boisa 3 (1-1 da 3),<br />
Baxter 5 (2-3), n.e. Carraretto<br />
D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />
Gara 2 (02.06.07)<br />
LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 76-84<br />
Parziali: 10-21, 36-38, 54-61<br />
Forte 10 (2-5 1-4), Sato 21 (4-6 2-5), Mc Intyre 13 (2-3 2-7), Eze 8 (2-<br />
4), Stonerook 13 (2-3 1-3), Baxter 4 (0-1), Boisa 4 (1-1 0-1), Carraretto<br />
3 (1-1 da 3), Kaukenas 8 (1-1), Rombaldoni, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />
Gara 3 (05.06.07)<br />
MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 114-108 d3ts<br />
Parziali: 26-22, 42-38, 62-65, 84-84, 94-94, 101-101<br />
Mc Intyre 20 (3-4 2-8), Forte 22 (9-16 0-2), Sato 16 (3-5 1-3),<br />
Stonerook 14 (2-3 2-4), Eze 9 (3-4), Carraretto 11 (0-2 2-4), Kaukenas<br />
15 (2-5 1-2), Boisa (0-1 0-2), Baxter 7 (1-3), Rombaldoni, n.e. D’Ercole,<br />
Lechthaler.<br />
Gara 4 (07.06.07)<br />
LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 49-70<br />
Parziali: 14-23, 27-40, 36-59<br />
Forte 7 (2-6 1-1), Baxter 15 (6-7), Boisa (0-2 0-1), Eze 5 (2-4), Carraretto<br />
(0-1 da 3), Sato 15 (2-5 2-4), D’Ercole, Kaukenas 14 (1-4 3-4),<br />
Rombaldoni, Stefanov 10 (2-2 2-6)Lechthaler, Stonerook 4 (1-2 0-1).
FINALE
specialescudetto due<br />
85
87<br />
SUPPLEMENTO<br />
realizzato in occasione della<br />
Vittoria dello Scudetto<br />
da parte della Mens Sana Basket<br />
GIUGNO 2007<br />
Direttore<br />
Mario Ciani<br />
Direttore responsabile<br />
Paolo Corbini<br />
Direzione e Redazione<br />
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Editrice<br />
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Tribunale di Siena<br />
n. 430 del 27.01.1983<br />
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