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i protagonisti - Mese Sport

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€ 4, 00 – Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />

N U M E R O S P E C I A L E<br />

Apoteosi Apo poteosi si<br />

di un progetto<br />

Supplemento al n. 230 - Anno XXV – Giugno 2007


mariociani da outsider<br />

a protagonista<br />

2004<br />

2007<br />

C’erano tanti modi per festeggiare adeguatamente i primi 25 anni<br />

di vita di <strong>Mese</strong>sport, ma bisogna convenire che quello scelto per<br />

noi dalla squadra di Pianigiani è stato sicuramente il più gradito,<br />

oltre che il più originale. Di certo il più inaspettato. Perché uscire<br />

con l’ennesimo numero speciale di una collana fatta di tante perle<br />

(l’ultima, quella sulle 500 vittorie in serie A, nel dicembre 2005),<br />

non solo ci gratifica come osservatori, ma ci riempie anche di immensa<br />

soddisfazione personale.<br />

Chi come noi segue le alterne vicende della squadra biancoverde<br />

fin dal lontano 23 aprile 1969 (primo spareggio per la serie A contro<br />

la Gamma Varese), ritrovarsi qui a festeggiare insieme un traguardo<br />

importante come il quarto di secolo di questa testata e la<br />

conquista del secondo tricolore in tre anni, è qualcosa che mette i<br />

brividi. Senza retorica.<br />

Un successo tanto più coinvolgente perché più nostro, più intimo.<br />

Fa bene dunque Minucci, il Priore plurivittorioso, come lo definisce<br />

qualcuno, a ribadire il concetto di senesità che sta dietro all’impresa<br />

della Montepaschi, perché questo termine è stato spesso usato in<br />

modo sbagliato e per dire tutto e niente. Invece la senesità è qualcosa<br />

di palpabile, che c’era, c’è e ci sarà ancora, ma prima d’ora non si era<br />

mai materializzata in modo così eclatante. Insomma vincere è bello,<br />

farlo sotto la regia e la guida di persone che soffrono e gioiscono in<br />

Piazza come noi e che calpestano le stesse pietre che calpestiamo noi,<br />

beh un po’ di differenza c’è. E pazienza se qualcuno non l’avverte.<br />

In occasione del numero unico edito nel 2004 dopo la conquista<br />

del primo scudetto, scrivevamo: “Oggi che il progetto perseguito<br />

da Minucci, sposato da Morrocchi e realizzato da Recalcati conferma<br />

in pieno tutta la sua bontà e lascia intravedere sviluppi altrettanto<br />

positivi, tutti gli sforzi devono essere indirizzati verso il<br />

consolidamento di una struttura che in tempi relativamente brevi è<br />

riuscita a garantire a questa piccola città il più alto traguardo sportivo<br />

della sua storia…”<br />

Ecco, ci fa piacere annotare che quell’augurio e quella speranza<br />

non sono caduti nel vuoto. Oggi la Montepaschi Mens Sana Basket<br />

è un esempio di managerialità ed organizzazione per tutte le società<br />

di basket. Ma non solo di basket. Ed i risultati si vedono. Il problema<br />

sarà migliorarsi, visto che fare meglio appare obiettivamente difficile,<br />

ma a parlare di irripetibilità come fanno tanti aspetterei un pò…<br />

Intanto godiamoci questo momento speciale, anche nell’esaltante<br />

prospettiva di ritornare presto in Eurolega con ambizioni nient’affatto<br />

nascoste. In quella occasione penderà già dalle austere volte<br />

del PalaMensSana un altro scudetto, e qui qualcuno già paventa il<br />

rischio che tra poco non ci sarà più spazio. Ma come si dice in contrada,<br />

un posto per l’ultimo Palio si trova sempre…Fosse anche in<br />

un cantuccio.<br />

specialescudetto due<br />

1<br />

€uro 2,00<br />

www.mesesport.it<br />

Mensile di critica e attualità sportiva - 222 - ottobre 2006<br />

Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />

La MPS si cuce addosso il ruolo dell’outsider


mauriziocenni<br />

sindacodisiena un<br />

2004<br />

ciclo<br />

senza soluzione<br />

di continuità<br />

2007 La conquista del secondo scudetto<br />

nella storia della Montepaschi Mens<br />

Sana Basket è un risultato straordinario,<br />

frutto della competenza e della<br />

passione di un team affiatato e dotato<br />

di una grande preparazione, che ha saputo<br />

lavorare in modo sinergico per<br />

un’intera stagione, issandosi sul gradino<br />

più alto per colorare di biancoverde<br />

la stagione del basket nazionale.<br />

Un risultato che ha alle spalle il lavoro<br />

di un gruppo di persone dall’alto<br />

valore morale e dalle grandi capacità<br />

tecniche. Le congratulazioni al General<br />

Manager Ferdinando Minacci e a tutto<br />

il suo staff, capace di portare quotidianamente<br />

avanti con sapienza e grande<br />

preparazione una programmazione che<br />

ha visto la squadra raggiungere obiettivi<br />

straordinari negli ultimi cinque<br />

anni.<br />

Dalla conquista della Coppa Saporta<br />

nel 2002 allo scudetto 2006/2007, attraverso<br />

il primo tricolore nel 2004, le due<br />

Final Four di Eurolega e i grandi successi<br />

delle squadre giovanili, il percorso<br />

di affermazione della Mens Sana nel panorama<br />

del basket italiano ed internazionale<br />

è stato costante e pieno di<br />

soddisfazioni. Si tratta di un ciclo destinato<br />

a proseguire nel tempo, fissando<br />

come grande prossimo obiettivo quello<br />

di continuare a scalare i vertici del basket<br />

europeo.<br />

Un grande applauso va anche al<br />

giovane coach Simone Pianigiani, che ha<br />

saputo conquistare lo scudetto da capo allenatore<br />

della squadra della sua città all’esordio<br />

assoluto come prima guida.<br />

Quella della Mens Sana è stata una cavalcata<br />

straordinaria che ha visto la squadra<br />

disputare una stagione regolare da<br />

record, destinata a rimanere nella storia<br />

della pallacanestro italiana. Una performance<br />

che è proseguita durante una serie<br />

play off entusiasmante, in cui la Mens<br />

Sana ha saputo battere la rivale di sempre<br />

Roma in semifinale e superare di<br />

slancio la Virtus Bologna nella finalissima.<br />

Il tutto sempre con il grande supporto<br />

di una grande tifoseria, che ha<br />

spinto la squadra con un sostegno caloroso,<br />

incessante e corretto.<br />

I miei complimenti per il grande lavoro<br />

svolto vanno anche alla dirigenza al<br />

completo, agli straordinari giocatori, allo<br />

staff tecnico: tutti <strong>protagonisti</strong> di un’annata<br />

strepitosa che ci ha regalato emozioni<br />

forti e grandi soddisfazioni.<br />

Adesso vogliamo portare avanti il processo<br />

di consolidamento della Mens Sana<br />

nell’elite del basket continentale e per<br />

questo continueremo a lavorare per la<br />

progettazione di un nuovo grande Palasport<br />

in grado di accogliere ancora più tifosi<br />

e di rispondere sempre meglio alle<br />

esigenze dei regolamenti internazionali.<br />

Proprio perché l’obiettivo è continuare a<br />

crescere, varcando i confini nazionali e<br />

andando alla conquista dei più importanti


specialescudetto due<br />

3


per forza<br />

maurobindi<br />

e per amore<br />

2004<br />

2007<br />

“Se 10 anni fa ti avessero detto che la<br />

Torre avrebbe vinto il palio, che il Bruco ne<br />

avrebbe vinti due e che la Mens Sana<br />

avrebbe conquistato due scudetti ci avresti<br />

creduto?”.<br />

Una fantastica battuta squisitamente in<br />

slang senese, di cui non rivendico la paternità,<br />

forse sacrilega per l’accoppiamento, ma<br />

che sposa perfettamente il concetto dell’impossibile,<br />

o presunto tale, che diventa reale.<br />

Lasciamo dunque che la meraviglia, lo<br />

stupore, il compiacimento accompagnino<br />

questa ulteriore impresa del basket senese,<br />

perché nel secondo scudetto conquistato<br />

dalla Montepaschi c’è una somma incredibile<br />

di fattori e scommesse che hanno fatto<br />

del cammino bianco-verde una vera e propria<br />

marcia trionfale.<br />

Facile intuire come dietro al momento<br />

fatidico in cui la “Coppa dei primi” è stata<br />

sollevata al cielo, non ci sia stato niente di<br />

scontato, anzi basterebbe rileggere certe<br />

previsioni di inizio stagione per capire la dimensione<br />

della vittoria senese.<br />

Un successo frutto senza dubbio di una<br />

programmazione, dove un pizzico di buona<br />

sorte e soprattutto tanta capacità, hanno permesso<br />

di bruciare i tempi sulle tabelle di<br />

marcia che ci avrebbe dovuto riportare sulla<br />

vetta della pallacanestro italiana.<br />

E qui il merito ha le sembianze di Ferdinando<br />

Minucci, che ha azzeccato ogni<br />

mossa anche nei più minimi particolari.<br />

Da sempre baciato da una dote non comune,<br />

cioè il tempismo, anche in questa circostanza<br />

il timing di Minucci, unito ad un<br />

altro suo grande pregio, quello della intuizione,<br />

ha prodotto un mix dove fiducia,<br />

convinzione, tranquillità e grandi motivazioni<br />

di tutti, hanno fatto la differenza.<br />

In fondo la promozione di Pianigiani a<br />

capo allenatore è stato solo l’ultimo atto,<br />

quello dell’eclatante riscontro, di un progetto<br />

iniziato molto tempo prima, inseguito<br />

con una tale pervicacia e convinzione che<br />

oggi si può ben dire che si è conclusa, con<br />

grande anticipo, una tappa fondamentale<br />

del nuovo capitolo del pianeta Mens Sana.<br />

Una quadratura centrata a tempi di record,<br />

che segna un aspetto importante del lavoro<br />

svolto da Minucci, creare nel piccolo,<br />

grande, microcosmo senese un centro di eccellenza<br />

nel mondo del basket nazionale.<br />

Una scuola, è bene dirlo, a 360° gradi,<br />

che nel tempo sta producendo tecnici, giocatori<br />

e non ultimo una nuova classe dirigenziale.<br />

I successi di Pianigiani e Griccioli ed in<br />

generale il grande lavoro che viene fatto stagione<br />

dopo stagione dall’intero staff tecnico,<br />

sono lì a dimostrare la qualità che la società<br />

biancoverde è ormai in grado di mettere a disposizione<br />

non solo del basket senese, ma<br />

più in generale per l’intero movimento cestistico<br />

italiano. Sui giocatori, invece, occorre<br />

uscire da una sorta di equivoco, perché se è<br />

vero che è minimo l’inserimento dei giovani<br />

plurivittoriosi a livello di prima squadra, è altrettanto<br />

vero che guardando gli organici di<br />

Legadue e soprattutto di Serie B, sono veramente<br />

tanti i ragazzi cresciuti a Siena, tali da<br />

permettere alla società senese di autofinanziarsi<br />

anno dopo anno e di continuare a coltivare<br />

per il futuro, quando l’incidenza dei<br />

giocatori italiani diventerà più marcata, concrete<br />

chance di inserire dei prospetti che fra<br />

non molto potrebbero diventare validi giocatori<br />

(non solo Datome, che c’è e verrà<br />

fuori, ma per la cronaca consigliamo di andare<br />

a vedere i playoff in Legadue di Eliantonio,<br />

classe ’88, a Jesi).<br />

A livello dirigenziale, aspetto poco pubblicizzato,<br />

ma non secondario, Minucci<br />

sta fornendo ad un gruppo di giovani<br />

una chance incredibile per inserirsi<br />

nel mondo professionale dello sport<br />

a livello manageriale, che sulla scia<br />

di quanto sta facendo ad esempio<br />

Lorenzo Marruganti a Teramo, testimonia<br />

come l’organizzazione e le<br />

esperienze maturare all’interno della<br />

realtà Mens Sana siano esportabili con<br />

successo al di fuori dell’ambiente senese.<br />

Tutti parlano dell’organizzazione e della<br />

programmazione senese come di un qualcosa<br />

di assolutamente performante, non ultime le<br />

parole del coach della nazionale ed ex allenatore<br />

senese Carlo Recalcati, che conosce<br />

bene la nostra realtà, ma ha sott’occhio pure<br />

la reale dimensione del basket italiano in tutti<br />

i suoi aspetti, sapendo perfettamente che se<br />

c’è qualcosa da migliorare a livello nazionale<br />

specialescudetto due<br />

6<br />

è proprio la capacità<br />

prospettica che non<br />

manca a Siena.<br />

È vero, non<br />

stiamo parlando di<br />

basket giocato, cosa<br />

forse strana per un numero<br />

celebrativo di uno<br />

scudetto, ma occorre capire<br />

dove nascono i successi<br />

e soprattutto inquadrare il<br />

tutto in un contesto che necessariamente<br />

non è solo pick’n roll,<br />

rimbalzi, canestri. La Mens Sana<br />

sotto Minucci è diventato nel tempo<br />

quel laboratorio che ha colmato la<br />

mancanza per tanto tempo di una dirigenza<br />

sportiva cittadina, senza dubbio<br />

capace e competitiva, ma che<br />

aveva il limite della connotazione<br />

amatoriale.<br />

Detto questo, come<br />

emblema della realizzazione<br />

di un progetto che è<br />

realmente più grande<br />

dei confini senesi,<br />

è forse più facile<br />

capire come la<br />

Montepaschi non<br />

solo abbia conquistato<br />

dei successi<br />

impensabili<br />

solo qualche<br />

anno fa,<br />

ma so


prattutto di come la<br />

società senese stia<br />

ipotecando un futuro<br />

pieno di concrete<br />

aspirazioni.<br />

Abbiamo parlato<br />

delle intuizioni di Minucci<br />

e mai come in questa<br />

occasione queste si sono<br />

sposate con una serie di<br />

scommesse fatalmente centrate<br />

dalla prima all’ultima.<br />

Potremmo partire “dalla madre di<br />

tutte le scommesse” che è quella fatta<br />

molto anni fa su Pianigiani, condotto passo<br />

dopo passo ad un ingresso ai massimi livelli<br />

talmente naturale, che sfidiamo chiunque ad<br />

aver visto Simone come un esordiente.<br />

Ma cosa ci ha aggiunto Minucci?<br />

Potenzialmente un pericolo, quel<br />

Luca Banchi reduce da molti anni<br />

da capo allenatore, che poteva<br />

esser visto anche come un<br />

paracadute in caso di<br />

flop di Pianigiani,<br />

ed invece la<br />

coppia ha fun -<br />

zionato e alla grande, senza zone d’ombra,<br />

determinando un connubio di intenti e collaborazione<br />

semplicemente fantastici.<br />

Minucci ha messo Pianigiani nella condizione<br />

di fare le scelte, prima di tutto forte<br />

della conoscenza delle qualità di scouting<br />

di Simone, un modo per dividersi i rischi,<br />

ma che consapevolmente l’uno e l’altro sentivano<br />

di condividere per la fiducia e la<br />

stima ormai cementata da anni e anni di reciproca<br />

conoscenza.<br />

Mc Intyre, Forte, Sato, oggi l’emblema<br />

della grande stagione senese, erano a tutti<br />

gli effetti delle scommesse, ma forse lo<br />

erano soprattutto per gli altri, non per la<br />

coppia Minucci-Pianigiani che, stimolati<br />

dalla nuova avventura, sapevano di avere<br />

tra le mani gli ingredienti giusti per vincere<br />

questo tipo di scommesse.<br />

Innanzi tutto un’idea precisa della squadra<br />

che sarebbe venuta a crearsi. Con la retrocessione<br />

tutta da metabolizzare di<br />

Kaukenas a sesto uomo, l’utilizzo di Forte<br />

come supporto ed alternativa di Mc Intyre<br />

in cabina di regia, con il dubbio della tenuta<br />

mentale di un grande talento come lo stesso<br />

Forte, su cui pesava un passato da riscrivere,<br />

il ruolo strategico di Sato che doveva<br />

riconvertirsi da cannoniere principe in Legadue,<br />

a variante incontrollabile per gli avversari,<br />

all’acquisizione di Baxter, divenuta<br />

virtuale per i famosi primi due mesi.<br />

Ma in questo contesto bisogna pure inserire<br />

l’input fatto di totale fiducia indirizzato<br />

nei confronti di Benjamin Eze, uscito<br />

dalla scorsa stagione frastornato ed in parte<br />

sfiduciato e restituito a nuovo dopo un’intera<br />

estate passata a lavorare su se stesso.<br />

I risultati si sono visti, perché Benjamin<br />

ha ripagato Pianigiani con una stagione superlativa,<br />

dove quella che era sembrata una<br />

tegola difficile da gestire come l’arrivo ritardato<br />

di Baxter, si è tramutata invece<br />

come una circostanza vantaggiosa, perché<br />

da subito Eze ha dimostrato quella crescita<br />

tecnica e soprattutto mentale che ha amplificato<br />

la portata dei progressi.<br />

specialescudetto due<br />

7<br />

Una Montepaschi che ha dimostrato<br />

un’etica lavorativa fuori dal comune, con un<br />

obiettivo mai abbandonato fino alla fine,<br />

che è stato quello della ricerca continua del<br />

miglioramento, senza mai fermarsi nemmeno<br />

per un momento a quantificare il crescente<br />

numero di vittorie, che avrebbero<br />

potuto indurre a qualche rallentamento più<br />

che comprensibile.<br />

I numeri meglio di ogni cosa servono per<br />

capire quanto appena detto. La Montepaschi<br />

ha iniziato a spron battuto in precampionato,<br />

giocando molto e vincendo<br />

altrettanto spesso, 13 vittorie su altrettante<br />

partite, con una vittoria il cui significato ha<br />

valso più di quanto non possa dire una semplice<br />

amichevole d’estate, quella contro i<br />

campioni del CSKA Mosca, poi in campionato<br />

30 vittorie su 34 partite, gestendo al<br />

meglio anche gli inevitabili periodi di difficoltà,<br />

cosa percepita relativamente, ma che<br />

ha avuto qualche riflesso a cavallo della fine<br />

di novembre e l’inizio di dicembre.<br />

Altro momento complicato, è stato<br />

quello del post Coppa Italia, 2 partite, 1<br />

vinta, l’altra persa in maniera rocambolesca<br />

e potenzialmente rovinosa contro la Benetton<br />

Treviso, ma che ha visto il gruppo reagire<br />

in maniera positiva a quella che poteva<br />

essere una trappola pericolosa per il resto<br />

della stagione.<br />

Meno condizionante, ma non per questo<br />

indolore, l’uscita nei quarti di Uleb Cup,<br />

con la sconfitta di Kazan che nel panorama<br />

del campionato senese è stata l’unica vera<br />

“imbarcata” della stagione, ma anche dopo<br />

questo passo falso la reazione è stata da<br />

grande gruppo.<br />

Per la statistica rimane l’ultimo dato relativo<br />

alla serie finale di playoff con 9 vittorie<br />

in 10 gare, per un totale stagionale di partite<br />

ufficiali pari a 70, di cui 60 vittorie per una<br />

percentuale vicina al 86% di successi.<br />

Aggiungiamoci che la Montepaschi è<br />

imbattuta fuori casa dal 18 febbraio 2007<br />

data in cui gli uomini di Pianigiani uscirono<br />

sconfitti dopo un tempo supplementare dal


campo di Roma, unica squadra in questo<br />

2007 capace di imporre lo stop per due<br />

volte ai colori biancoverdi.<br />

Senza dimenticare i record di punti (60)<br />

in campionato, i record societari stracciati<br />

in serie dalla squadra, possiamo dire che sarebbe<br />

stato un controsenso assistere ad un<br />

finale di campionato con un esito diverso da<br />

quello che è stato, perché la Montepaschi<br />

ha dominato la stagione in lungo e largo.<br />

Miglior attacco e miglior difesa denotano<br />

come in ogni parte del campo il gruppo<br />

senese abbia raggiunto una eccellenza assoluta,<br />

un equilibrio centrato sin dall’inizio<br />

della preparazione e che si arricchito giornata<br />

dopo giornata di sempre maggiori varianti<br />

tattiche.<br />

L’asse Mc Intyre-Eze è stato un punto di<br />

riferimento importante, con il play formidabile<br />

nell’esaltare le proprie qualità individuali<br />

e al tempo stesso capace di far girare<br />

la squadra come un orologio ed il pivot nigeriano<br />

sempre più a suo agio nel ruolo di<br />

totem pronto in difesa a coprire una parte<br />

impressionate di campo e in attacco di farsi<br />

trovare pronto sugli scarichi. Ma intorno a<br />

loro, artefici di un sincronismo eccezionale<br />

che ha fatto del pick’n roll senese un’arma<br />

pressoché non arginabile a dispetto dell’abuso<br />

che ormai se ne fa in ogni partita, è<br />

cresciuto tutto il resto, l’atletismo di Sato e<br />

la sua formidabile presenza tattica, la capacità<br />

raziocizzante di Stonerook, pronto a<br />

fare sempre la cosa giusta per la squadra,<br />

sia che si parlasse di un tiro, di un passaggio,<br />

di un rimbalzo o di un blocco. La lucida<br />

follia di Forte, attaccante sopraffino,<br />

sempre più a suo agio anche nel dettare i<br />

ritmi di gioco (esemplare la sua prova a<br />

Roma nel giorno dell’assenza di Mc Intyre)<br />

e capace di annullare in difesa avversari eccellenti<br />

(Hawkins e Best le sue ultime vittime<br />

illustri), a quel Kaukenas che<br />

eliminando qualsiasi fronzolo al suo gioco è<br />

diventato chirurgico nelle sue apparizioni in<br />

campo. Per finire a Baxter che specie nel<br />

corso dei playoff è stato un validissimo<br />

punto di riferimento alternativo ad Eze.<br />

Siena ha costruito i suoi successi con<br />

una difesa che poteva contare sull’ombrello<br />

protettivo ed intimidatorio di Eze, cosa che<br />

difensivamente ha sempre permesso agli<br />

uomini di Pianigiani di azzardare molto in<br />

termini di pressione e potenziali anticipi sul<br />

gioco avversario, ma in generale è sempre<br />

stata nitida la sensazione di una squadra che<br />

sapeva creare sbocchi logici al proprio<br />

gioco, mai in affanno, la Montepaschi ha<br />

prodotto una qualità di gioco che ha lasciato<br />

veramente la bocca dolce<br />

anche agli amanti del gioco<br />

fine a se stesso.<br />

Diciamolo francamente, a<br />

vedere giocare la Montepaschi<br />

quest’anno ci siamo divertiti<br />

veramente, c’è sempre<br />

stato un giusto mix di tattica,<br />

tecnica, spettacolarità e a<br />

rendere comunque ancora<br />

più bella la vittoria senese ha<br />

contribuito il valore degli avversari<br />

incontrati, perché<br />

Cantù e soprattutto Roma e Bologna hanno<br />

opposto il meglio di sè stesse, impegnando<br />

al massimo delle proprie possibilità la<br />

Montepaschi.<br />

Contrariamente a 3 anni fa, il cammino<br />

che ha portato alla conquista dello scudetto<br />

è stato molto più complicato. La sconfitta<br />

casalinga contro la Lottomatica, le perentorie<br />

vittorie in gara 2 e 4 a Roma e soprattutto<br />

l’epica gara 3 con i tre supplementari,<br />

danno alla vittoria finale senese quel non so<br />

che di epico che amplifica i contorni di questa<br />

vittoria.<br />

Senza nulla togliere al valore della Virtus<br />

Bologna, rimaniamo ancorati alla convinzione<br />

che sia stata la sfida con Roma la<br />

vera finale del campionato. Markoski con<br />

le sue strategie di gara ha impegnato moltissimo<br />

la Montepaschi, ma mentre Bologna<br />

ha dato l’impressione di poter al<br />

massimo allungare la serie finale, Roma ha<br />

rischiato in più di una occasione di poter girare<br />

a suo favore la sfida con i biancoverdi<br />

ed essere riusciti ad riemergere dallo 0 a 1<br />

ed aver agguantato la vittoria dopo tre estenuanti<br />

supplementari in gara 3, è uno di<br />

quegli aspetti, non solamente tecnici, che ci<br />

riconducono anche alle capacità morali e<br />

mentali del gruppo senese.<br />

Uno scudetto costruito sulle vittorie<br />

esterne, quando per tanto tempo abbiamo<br />

parlato del valore assoluto derivante da una<br />

imbattibilità quasi totale tra le mura amiche,<br />

una vittoria finale che ha visto Siena quasi<br />

più titubante in casa che fuori.<br />

Rimane la considerazione più importante<br />

che questa Montepaschi, dati alla<br />

mano, non ha sbagliato più di una partita di<br />

fila e quando Roma è passata come un ciclone<br />

all’inizio della serie di semifinale, è<br />

bastato uno sguardo allo scout di quella partita<br />

per credere che la storia senese non poteva<br />

finire lì.<br />

Una considerazione che lo stesso Pianigiani<br />

e con lui tutti noi, ha fatto vedendo<br />

quelle 23 palle perse, un dato irreale per le<br />

specialescudetto due<br />

8<br />

caratteristiche della sua squadra e che metteva<br />

in secondo piano l’altro problema rappresentato<br />

dai rimbalzi. Ed è bastato che il<br />

pubblico gli si stringesse intorno a fine gara,<br />

per capire che tutto era sempre a portata di<br />

mano, come in effetti è accaduto.<br />

Già il pubblico, altro tassello importante<br />

del puzzle mensansino. Costante durante<br />

tutta la stagione, strabocchevole e decisivo<br />

nel corso dei playoff, dall’episodio prima ricordato<br />

a fine gara 1 contro la Lottomatica,<br />

all’epica gara 3 contro i romani, per arrivare<br />

all’ultimo atto della sfida con Bologna, dove<br />

letteralmente ha spinto gli uomini in maglia<br />

Montepaschi alla rimonta sulla Vidivici dal<br />

terzo quarto in poi, diventando a tutti gli effetti<br />

il sesto uomo in campo.<br />

Eppure all’inizio dell’anno non tutti dimostravano<br />

fiducia nei confronti del progetto<br />

nel suo complesso e c’era chi vedeva<br />

con poco entusiasmo la promozione di Pianigiani.<br />

Ma non c’è stato mai, nell’arco<br />

della stagione, un momento in cui qualcuno<br />

si è arrogato il diritto di criticare, prima perché<br />

i possibili appigli si possono contare<br />

sulla punta delle dita, poi soprattutto perché<br />

anche in quelle occasioni non è mai venuta<br />

meno la considerazione di un gruppo sempre<br />

impegnato al massimo, capace di reagire<br />

immediatamente e soprattutto di<br />

individuare i propri errori e lavorarci sopra<br />

con reale capacità di assimilarli.<br />

Ed ora, mentre la sbornia da successo inebria<br />

il popolo mensanino, inizia una nuova<br />

pagina del basket senese. C’è da stare sicuri<br />

che nel frattempo Ferdinando Minucci abbia<br />

già tessuto le trame per le future recite. Sicuramente<br />

ci verranno regalate con la solita<br />

sapiente regia, ma quello che non ci scorderemo<br />

di ricordare, è che ad uno come Minucci<br />

non puoi concedere nessun vantaggio,<br />

già lui è avanti, poi se gli altri non riescono<br />

a tenergli il passo come è successo per larga<br />

parte dell’anno, dovendosi preoccupare più<br />

del contingente che del futuro, allora non ce<br />

n’è veramente più per nessuno.


oscareleni<br />

storicoegiornalista quando<br />

2004<br />

2007<br />

il tempo<br />

è galantuomo<br />

Scappare dalla Fonte Gaia con la<br />

scusa che è soltanto una copia di quella<br />

scolpita da Jacopo della Quercia, cercare<br />

rifugio nella contrada della Vipera che<br />

non esiste più, ma che andrebbe ridisegnata<br />

per stare al passo con i tempi, lasciare<br />

i brindisi a chi se li merita, lasciare<br />

il Campo al panterino che ti avvicina<br />

sventolando la bandiera della Mens Sana<br />

spiegandoti che non ne poteva più.<br />

Certo, dicevamo condiscendenti, la<br />

tensione è forte. No, ci ha urlato, voi non<br />

capite. Il basket è bello, ma è uno sport,<br />

tirarla troppo in lungo con questa Virtus<br />

avrebbe voluto dire dimenticare i cavalli,<br />

perché il Palio è vita.<br />

Via verso altri boschi ascoltando<br />

Gianna Nannini e il suo ragazzo dell’Europa<br />

che diventerà l’inno per il<br />

sogno del principe Minucci che ora<br />

vuole la grande coppa, non si ferma un<br />

giorno, non va neppure a guardarsi il<br />

mondo dalle Colline Metallifere, dalla<br />

rocca di Chiusdino dove almeno potrebbe<br />

rilassarsi. No, il principe ha delle<br />

altre cose in testa. Da subito, dall’ultimo<br />

canestro, dall’ultimo brindisi. Guardare<br />

avanti, non fermarsi davanti alla prima<br />

benedizione, al secondo scudetto, agli<br />

occhi luccicanti del Pianigiani lupaiolo,<br />

di quei giocatori che erano arrivati in catene,<br />

portandosi dietro brutti ricordi, carriere<br />

non brillanti, liberati giorno dopo<br />

giorno, curandone l’egoismo, l’egocentrismo,<br />

facendogli ripetere ogni sera la<br />

preghiera del cavallo con le macchie<br />

sulle zampe, sulle mani da prode tiratore:<br />

Baio da uno non lo dare a nessuno, allora,<br />

ragazzi in verde che sognate l’Europa<br />

sarete confermati, soprattutto tu,<br />

capitano Stonerook che ammetti di non<br />

essere capace a fare tutto anche se forse<br />

non sei bravo a fare niente, confessione<br />

di un campione con dentro tutto quello<br />

che serve per stare alle Termopili.<br />

Baio da tre baio da re. Allora ragazzi<br />

della Mens Sana siete tutti nobili e primi<br />

nel cuore di chi vi ha protetto e sgridato<br />

soltanto quando non sentiva nessuno.<br />

Grande Sato, grande Mac, grande Kau,<br />

grande Eze, grandi tutti anche il Baxter<br />

uscito dal braccio zero.<br />

specialescudetto due<br />

10<br />

Facile raccontare adesso la storia di<br />

una squadra che in cinque anni ha fatto<br />

cose grandissime, due scudetti e qualche<br />

coppa a parte, facile perché se ti giri indietro<br />

trovi il sentiero dove hai camminato<br />

e compreso che qualcosa, un<br />

giorno, sarebbe accaduto. Lo dicevamo<br />

al Rinaldi che perdeva contro Driscoll,<br />

lo abbiamo detto a tutti gli allenatori che<br />

sono passati da porta Camollia per prendere<br />

oro,non tanto a quei tempi, ammettiamolo,<br />

valutare l’incenso, non molto<br />

perché così è la città, respirare la mirra<br />

sapendo che in quel quarto, prima o poi,<br />

sarebbe arrivato un senese come il selvaiolo<br />

Cardaioli, uno che avrebbe avuto<br />

la fortuna di non doversi inventare le<br />

zone trappola perché avrebbe avuto uomini<br />

e mezzi per attaccare la rocca, prendere<br />

il premio, tenere lontano in nemici<br />

incatenandoli dove meritavano, firmando<br />

una pace non scritta con il Ferdinando<br />

dell’istrice. Sacrilegio o<br />

benedizione?. Porta Camollia da dove<br />

entravi per il Meeting dell’Amicizia,<br />

atletica grande, atletica aperta al mondo,


ai cubani ai russi, a quelli oltre le cortine,<br />

e allora non riesci a dimenticarti che un<br />

giorno parlavi di scudetti mensanini con<br />

il Renzo Corsi e il Ciccarelli, prendendoli<br />

un po’ in giro come faceva quel ragazzo<br />

della Giraffa che se la prendeva<br />

con quello del Bruco capace di fare una<br />

finta e schiacciare a canestro.<br />

Qualcuno dice non girarti troppo indietro,<br />

siamo in un secolo nuovo, la storia<br />

serve, ma non aiuta sempre e i nuovi<br />

non amano la storia. Strano. Eravamo<br />

convinti che tutto fosse legato insieme,<br />

comunque sia la cosa funziona e ci voleva<br />

testa, ci volevano palle, quelle da<br />

giocare bene, quelle da mostrare nei momenti<br />

in cui era anche difficile respirare.<br />

Via dalla Fonte Gaia andando verso castagneti<br />

che separano regioni dopo aver<br />

stretto la mano al sindaco perché il suo<br />

modo di tifare Mens Sana ci è piaciuto<br />

di più di tutto il resto. Bel duello col Veltroni,<br />

ma, chissà perché, ci è piaciuto di<br />

più questo primo cittadino con il collo da<br />

lottatore, i colori della salute e della pressione<br />

da tenere sempre sotto controllo,<br />

leonino, spontaneo, uno che ti guarda in<br />

faccia anche quando potrebbe dirti che<br />

non ha tempo e in una città con ragazzi<br />

che vogliono l’Europa, ma sentono la<br />

Patria in contrada, di tempo non ce n’è<br />

mai. Per questo il Minucci era già al lavoro<br />

dopo l’ultimo brindisi e il Pianigiani<br />

pensava che due uomini in più<br />

avrebbero fatto comodo.<br />

Via , verso il bosco e la Valserena leggendo<br />

a voce alta, per chi ci salutava a<br />

Camollia, la poesia del grande Ryokan<br />

che è un artista e non la maschera di<br />

un’imprecazione:<br />

Mentre alcuni sacrificano la loro vita<br />

per liberare il mondo<br />

Nascosto nella mia capanna d’erba<br />

Io coltivo l’ozio<br />

Passando tutta la notte a bruciare dei<br />

rami e a chiedermi quando dimenticherò<br />

di esserci stato a Siena, di aver visto la<br />

commozione e piacere di fare bene le<br />

cose. Vita da pesce come sa bene Rosanna<br />

Minucci che il correttore del computer<br />

rispetta più del marito senza mai<br />

storpiarne il cognome in Minacci.<br />

specialescudetto due<br />

11


obertomorrocchi dedicato<br />

La prima volta è indimenticabile…la seconda<br />

ancora più bella. Sono comunque<br />

paragoni inutili e forse anche ingenerosi. Il<br />

fatto eclatante è che ci ripetiamo a distanza<br />

di appena tre anni dal primo successo, facendo<br />

meglio, tanto per fare un esempio,<br />

della Benetton che attese sette anni per<br />

mettere le mani sul secondo scudetto.<br />

No, non siamo una rondine… ma nemmeno<br />

un piccione e lasciamo le aquile ai<br />

bolognesi della Fortitudo. La verità è che<br />

alla Mens Sana si fanno le cose sul serio,<br />

con una compattezza di volontà e unità di<br />

intenti che lasciano qualche volta basito<br />

anche chi scrive questo pezzo e che è pur<br />

sempre il Presidente dei Campioni d’Italia.<br />

Come ho sentito dire più volte da Ezio<br />

Cardaioli che, in un altro mondo della<br />

palla a spicchi, si era abituato a fare l’allenatore,<br />

il manager e il..magazziniere, la<br />

specialescudetto due<br />

12<br />

2004<br />

2007<br />

alla città<br />

ferrea organizzazione messa in piedi in<br />

questi anni da Ferdinando Minucci in<br />

viale Sclavo rasenta la perfezione. Un mosaico<br />

dove le tessere vanno a posto con<br />

apparente semplicità, ma con assoluto rigore.<br />

Un sistema, dalla segreteria, all’amministrazione,<br />

ai dirigenti del settore<br />

giovanile e ai componenti del team della<br />

prima squadra, dove ognuno è responsabilizzato<br />

e sa cosa fare e come farlo. Un<br />

modello da copiare anche in altri settori<br />

produttivi tanto diversi a colpo d’occhio<br />

dall’ambito sportivo.<br />

Difficile ripetersi, come ho già detto,<br />

ma difficilissimo anche scrivere qualcosa<br />

di originale e singolare per festeggiare<br />

questo nuovo nato.<br />

Credo, comunque, che questo tricolore<br />

debba essere dedicato a tutta la città e a<br />

tutti i nostri tifosi, quelli che hanno avuto


la fortuna di vivere accanto a noi queste<br />

giornate indimenticabili, quelli del passato<br />

che hanno tracciato le fondamenta per<br />

farci diventare grandi e quelli che verranno<br />

e tiferanno per una Mens Sana Basket<br />

dal blasone glorioso e dal palmares<br />

finalmente ricco di scudetti assoluti e giovanili,<br />

coppe europee e supercoppe.<br />

Il progetto di partenza di due lustri fa<br />

(... perché noi viviamo e costruiamo esclusivamente<br />

intorno a progetti credibili) che<br />

prevedeva il consolidamento a certi livelli,<br />

si è evoluto nel nuovo che puntava al vertice.<br />

Si è rinnovato lo scorso anno in<br />

quello che prevedeva un lasso di tre anni<br />

per bissare lo scudetto del 2004. Visto che<br />

abbiamo bruciato le tappe, puntiamo<br />

adesso a varcare i confini per tentare altre<br />

“conquiste” in territori più vasti.<br />

L’Eurolega ci chiama e ci affascina. Ci<br />

sarebbe di che far tremare i polsi andando<br />

a vedere i bacini di utenze e i budget delle<br />

più grandi società continentali. Ci vuole<br />

coraggio a lanciare un ponte fra la nostra<br />

splendida Siena, una città di meno di sessantamila<br />

abitanti, e, che ne so?, Mosca,<br />

Atene, Madrid, Barcellona, Tel Aviv, Berlino<br />

e compagnia cantante. Ma se già in<br />

un recente passato siamo riusciti in due<br />

occasioni ad approdare alla ribalta delle<br />

“Final Four”, non vediamo perché non si<br />

possa riprovare la scalata. Fidando sull’appoggio<br />

indispensabile del Monte dei<br />

Paschi e di tutte le Istituzioni senesi, ma<br />

anche sulla nostra filosofia che si sposa a<br />

tetti salariali e a bilanci dai quali è vietato<br />

deragliare, ma anche alla riconosciuta capacità<br />

di saper pescare con bravura dal<br />

sommerso per imporre poi la solidità del<br />

nostro “gruppo”.<br />

specialescudetto due<br />

13<br />

Certo qualche volta si può pescare un<br />

luccio e non una pregiata spigola, ma è determinante<br />

non perdere mai la bussola,<br />

continuare a lavorare, con la capacità e la<br />

caparbietà di chi crede in qualcosa di concreto.<br />

Anche la scelta di Simone va in questa<br />

direzione. Lui sapeva da almeno<br />

cinque anni che sarebbe diventato il leader<br />

tecnico della Montepaschi. Ha saputo<br />

aspettare con pazienza e con fiducia e alla<br />

fine è arrivato al top. Noi non avevamo<br />

dubbi sulla sua professionalità e sulla infinita<br />

laboriosità. Certo lui ci ha ripagato<br />

con uno scudetto, come solo Scariolo era<br />

riuscito a fare da capo allenatore esordiente<br />

in quel di Pesaro.<br />

Sarà il futuro Messina…ed è nato a<br />

Siena. È, come cantano quelli del Commandos,<br />

uno di noi!


Tredici stupendi <strong>protagonisti</strong>, capaci di una cavalcata<br />

vincente lunga 44 partite (34 quelle della stagione regolare,<br />

10 quelle dei playoff), con un record strabiliante di<br />

39 vittorie totali pari al 88.6%.<br />

Il basket è fatto di numeri e non ci sottraiamo nemmeno<br />

in questo caso ad evidenziare le cifre strabilianti di<br />

una squadra formidabile, che mai come in questa occasione<br />

ha rappresentato il punto di massima esaltazione tanto<br />

delle capacità individuali, quanto quelle di squadra.<br />

E allora passiamo in rassegna i 13 campioni<br />

che hanno portato in dote a Siena<br />

il secondo scudetto nell’arco di soli tre anni.<br />

14<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


15<br />

Joseph Forte: esaltante. Con lui<br />

potremo iniziare in mille modi, è senza dubbio un talento<br />

geniale ed imprevedibile, il classico giocatore su cui si<br />

spaccano i giudizi degli appassionati e in una realtà come<br />

quella italiana dove il dualismo è stato una delle costanti<br />

che ha contraddistinto il giudizio sugli sportivi, non poteva<br />

mancare nemmeno su di lui un’accesa disputa.<br />

C’è chi lo ama e chi lo detesta, rimane il fatto che di<br />

talenti come lui ne arrivano ormai con il contagocce,<br />

quindi grazie a Pianigiani e Minucci che ce l’hanno fatto<br />

scoprire, noi staremo sempre dalla parte di chi fa del basket<br />

un’arte non preconfezionata. E lui è uno di quelli che<br />

può inventare qualunque cosa su di un campo da basket.<br />

È vero, ogni tanto eccede e ti fa perdere la pazienza, ma<br />

la bellezza dei suoi movimenti da soli valgono spesso il<br />

prezzo di un biglietto.<br />

Nessuno ha mai dubitato delle sua qualità tecniche, in<br />

Europa ce ne sono pochi che sanno costruirsi qualsiasi<br />

tipo di tiro come sa fare lui, le perplessità venivano semmai<br />

dalla sua tenuta mentale nell’arco della stagione ed è<br />

in questo particolare ambito che sono arrivate le risposte<br />

più importanti. Forte ha dimostrato capacità di adattarsi<br />

alle esigenze della squadra, fornendo risposte<br />

convincente come alternativa in play a Mc Intyre e superandosi<br />

per applicazione difensiva. Ha sicuramente superato<br />

l’esame. Bellissima la gioia spontanea che ha<br />

mostrato alla conquista dello scudetto. Ed intanto per il<br />

prossimo anno ha già prenotato la maglia numero 40,<br />

l’Eurolega sarà il suo prossimo banco di prova.<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


marioarceri<br />

caporedattore<br />

corrieredellosport un’impresa<br />

2004<br />

2007<br />

Conosco Ferdinando Minucci da molti<br />

anni. Il rapporto è di amicizia, e dunque parlarne<br />

potrebbe sembrare condizionato da quei<br />

vincoli che inevitabilmente si stringono tra<br />

persone che si stimano e si rispettano smarrendo<br />

l'obiettività. Però ritengo sia giusto<br />

farlo, e, soprattutto, sono davvero onorato che<br />

‘<strong>Mese</strong>sport’ abbia affidato a me questo<br />

‘pezzo’ nella scaletta dei servizi che celebrano<br />

lo scudetto della Montepaschi. Del resto, il rischio<br />

di non essere obiettivi è davvero minimo<br />

in questa circostanza e, per quanto mi<br />

riguarda, cercherò di usare con parsimonia gli<br />

aggettivi. È tuttavia indubbio che, riconosciuti<br />

i meriti più ampi al bravissimo Simone Pianigiani<br />

capace, all'esordio su una panchina di<br />

Serie A, di resistere alle emozioni del debutto<br />

e di condurre una stagione sempre in testa fino<br />

a vincere lo scudetto con vantaggi da record;<br />

riconosciuti i meriti altrettanto grandi alla<br />

squadra che è stata capace di aumentare progressivamente<br />

intensità e concentrazione fino<br />

a trasformarsi in una inaffondabile corazzata,<br />

anche se questa definizione non piace nè a Simone<br />

nè a Ferdinando; riconosciuti i meriti<br />

dello staff tecnico, sanitario, dirigenziale, amministrativo,<br />

qualche parola la merita anche<br />

l'uomo che ha reso possibile tutto questo.<br />

Ho conosciuto Ferdinando molti anni fa,<br />

griffata minucci<br />

presentato da Gianni Petrucci, attualmente<br />

presidente del Coni. Il Monte dei Paschi aveva<br />

legato il proprio marchio al minibasket federale<br />

e quella era, probabilmente, la prima occasione<br />

in cui Ferdinando si proponeva su un<br />

"palcoscenico" nazionale. Educato, gentile,<br />

intelligente: qualità abbastanza rare già singolarmente,<br />

figuriamoci tutte assieme. Gianni<br />

in quell'occasione spese parole molto positive,<br />

e il presidente del Coni raramente sbaglia il<br />

proprio giudizio sugli uomini.<br />

Aveva ragione. Basti pensare alla “carriera"<br />

di Minucci, al ruolo e al prestigio crescente che<br />

ha saputo guadagnarsi, ma anche affidare alla<br />

Mens Sana. Voglio aggiungere - e perdonatemi<br />

- un altro ricordo personale: quando fu costruito<br />

il PalaMensSana, che all'epoca era all'avanguardia<br />

nell'impiantistica sportiva, il<br />

magazine "Basket" mi affidò il servizio. All'epoca,<br />

trent'anni fa o poco meno, Siena era<br />

una delle piazze storiche della pallacanestro,<br />

forse quella sentimentalmente più importante<br />

perchè a Siena era nato il basket italiano. Merito<br />

di Ida Nomi Pesciolini, di quel manualetto<br />

scritto da Nasimith che le era capitato tra le<br />

mani e che tradusse o, meglio ancora, interpretò<br />

facendo poi svolgere alle sue ragazze il<br />

primo incontro di “palla al cesto" che la storia<br />

sportiva del nostro Paese ricordi.<br />

Sapete, era il 1907 ed è giusto che cento<br />

anni più tardi sia stata Siena a celebrare quella<br />

data antica con lo scudetto. Bene, quello che<br />

volevo dire è che la Mens Sana dalle grandi tradizioni<br />

e dall'inesauribile passione per il basket,<br />

era ed è pur sempre la società sportiva di punta<br />

di una città ricca di storia, ma vissuta da 50.000<br />

o poco più abitanti.<br />

Lo era trent'anni fa, lo era quindici anni fa<br />

quando Minucci cominciò ad occuparsi attivamente<br />

di basket, lo è tuttora. Ebbene, per proiettarsi<br />

in quest'avventura, sfidando club assai<br />

più potenti e metropoli potenzialmente assai<br />

più ricche, era inevitabile un pizzico di lucida<br />

follìa. Ferdinando l'ha usato, ma solo per cominciare,<br />

razionalizzando immediatamente il<br />

suo impegno, con chiarezza di idee, avendo<br />

sempre ben presenti gli obiettivi da raggiun-<br />

specialescudetto due<br />

16


gere, ma anche gli “steccati" da rispettare per<br />

non trasformare la fantastica avventura in cui si<br />

era tuffato in una fallimentare Waterloo.<br />

Ecco, il merito principale di Minucci è proprio<br />

questo: essere ben consapevole che nello<br />

sport non è poi così difficile vincere, ma lo è<br />

assai di più restare vincenti. Quindi programmi<br />

credibili e realistici, progetti elaborati avendo la<br />

percezione esatta dei rischi e dei modi per evitarli<br />

o tamponarli. Soprattutto la consapevolezza<br />

che ogni impresa sportiva si realizza sul<br />

campo, ma si comincia a costruire assai prima<br />

della partita e in genere assai lontano dal<br />

campo, sempre però con gli uomini giusti. Ferdinando<br />

è stato bravo a scegliere le persone, ad<br />

affidare a ciascuno compiti adatti ed adeguati,<br />

a fare in modo che la struttura crescesse insieme<br />

alla squadra. Così arrivò la Saporta nel<br />

2002 e lo scudetto due anni più tardi. E così,<br />

infine, è arrivato questo secondo scudetto, forse<br />

ancora più bello del primo visto che in partenza<br />

nessuno ci pensava, ci credeva, ci sperava, e<br />

che all'arrivo nessuno ha potuto metterlo in<br />

dubbio, dimenticando addirittura le molte riserve<br />

iniziali, stupendosi anzi di averne avute.<br />

Bravi Minucci e Pianigiani a tracciare un<br />

progetto tecnico ad inizio di stagione, scegliendo<br />

gli uomini necessari e non derogando<br />

più dalla scelta iniziale. Brava la società ad<br />

assistere i suoi giocatori in qualsiasi istante,<br />

fino all'ultimo momento cementando fiducia,<br />

sicurezza e certezze.<br />

È ovvio che, per tutto questo, l'input sia<br />

specialescudetto due<br />

17<br />

stato dato da Minucci: con saggezza, con autorevolezza,<br />

con intelligenza. Le qualità che<br />

hanno portato Siena e i suoi 54.000 abitanti a<br />

cancellare realtà assai più grandi, ricche di denari,<br />

tradizioni ed ambizioni, ma prive di<br />

"strutture" che fossero in grado di competere<br />

con quella allestita e rodata da Ferdinando.<br />

C' è poi il Minucci ‘politico’ (nello sport si intende),<br />

e cioè l'uomo che combatte in Lega per<br />

assegnare al basket una dimensione adeguata alle<br />

sue potenzialità. Che si batte contro gli scandali<br />

e contro equilibri consolidati cercando però di<br />

tutelare l'immagine del movimento. Che lavora<br />

per affermare il pro fessionismo della pallacanestro<br />

entro margini costruttivi, che non ledano ma<br />

si completino con le altre realtà minori eppure<br />

altrettanto importanti. Che ha reso la Mens Sana<br />

il laboratorio più interessante di lavoro sui giovani<br />

come dimostrano i successi ottenuti negli<br />

ultimi cinque anni a livello di categoria.<br />

Un impegno enorme, ma assai lucido, tant'è<br />

vero che sono sempre puntualmente giunti<br />

i risultati voluti. Talmente grande e talmente<br />

corretto che il traguardo, previsto tra tre anni,<br />

è stato invece tagliato al primo assalto. Creando<br />

qualche problema. Poco male: basta rimboccarsi<br />

le maniche e pensare subito alla<br />

soluzione. Nuovo Palasport, foresteria per i<br />

più giovani, squadra leggermente diversa, sicuramente<br />

più forte. Minucci è già al lavoro,<br />

ed ha già pronti gli argomenti giusti per convincere<br />

chi ha bisogno di qualche stimolo in<br />

più. Lo scudetto è il più efficace.


marconaldini simone,<br />

2004<br />

2007<br />

coach made in siena<br />

I rintocchi del campanone di Piazza accompagnano, da sempre, la vita di Simone Pianigiani, ma le lancette<br />

del suo orologio viaggiano con almeno 30 secondi di anticipo. Da molto tempo. La sabbia della sua<br />

clessidra si è colorata, con il trascorrere degli anni, di bianco e verde, in maniera naturale. Così come le<br />

suole delle tante scarpe da ginnastica consumate sul parquet di Viale Sclavo. A mezzo, tra una missione<br />

e un destino non facile da realizzare, quello di arrivare un giorno, chissà quanto lontano, a vincere, ad altissimo<br />

livello, nella città nella quale sei nato, cresciuto e con la squadra e la società alla quale hai dedicato<br />

quasi tutta la tua vita. Simone lo aveva già fatto da vice, tre anni fa, ma questa volta è tutta un’altra<br />

cosa. Per ruolo e dimensioni, al termine di una stagione dominata in lungo e largo, quasi al limite della<br />

perfezione per numero di vittorie e contenuti tecnici. È lui, il trait d’union sul parquet dei due tricolori.<br />

È lui, la personificazione, sul campo, di un progetto che lievita e si corona di successi, con il trascorrere<br />

del tempo. Da oltre dieci anni, da quando ha esordito come assistant-coach nel 1995. Ma anche da prima,<br />

da quando si è sbattuto e dedicato giorno e notte alla costruzione di un settore giovanile che pian piano<br />

ha fatto diventare un fiore all’occhiello per qualità e successi ottenuti. E anche quest’anno Pianigiani<br />

aveva vinto già alla vigilia dei playoff, in anticipo come nel suo stile, 30 secondi avanti. L’incoronazione<br />

come miglior allenatore della stagione è stata un’altra conferma che il grande giorno era in dirittura di<br />

arrivo. Meritatamente, da esordiente, come raramente capita, lui giovanissimo, con ancora due anni da<br />

compiere prima di raggiungere i quaranta. Alla maniera di Caesar, veni, vidi, vici. E la vittoria più bella<br />

specialescudetto due<br />

18


Pianigiani inizia molto presto la propria<br />

carriera di allenatore, già a 26 anni<br />

è assistant coach della squadra senese.<br />

Per undici anni ha lavorato al fianco di<br />

Cesare Pancotto, Phil Melillo, Luca Dalmonte,<br />

Edoardo Rusconi, Fabrizio Frates,<br />

Ergin Ataman e Carlo Recalcati. In<br />

questo ruolo ha conquistato un titolo<br />

nazionale (2004), una Supercoppa Italiana<br />

(2004) e la Saporta Cup 2002.<br />

Ha inoltre lavorato per le giovanili<br />

di Siena, vincendo due scudetti Cadetti<br />

(2002 e 2003), uno Under 20 (2006) e<br />

due juniores (2004 e 2005).<br />

Nella stagione 2006-2007 avviene la<br />

consacrazione ed esordisce come head<br />

coach in serie A con la Montepaschi Siena.<br />

arriva proprio contro Roma, sulla sirena del terzo supplementare, la più<br />

emozionante di tante giocate e vissute da Simone, quella gara-3 con la quale<br />

ipoteca la conquista del suo primo scudetto come capo-coach- Giochi del<br />

destino. Già, capo coach, “Pianigiani capo-coach”: come da qualche anno<br />

gli sta cantando la curva. Il leit motiv risuona presso a poco dalla serata per<br />

i festeggiamenti del primo scudetto. Fari puntati su Charlie Recalcati ed il<br />

coro che si leva a sorpresa, in maniera scherzosa e simpatica, approfittando<br />

anche del fatto che Simone è lì in piedi, pochissimo distante. Che premonizione!<br />

Eppure ancora tanta acqua sarebbe dovuta passare sotto i ponti. E<br />

molta altra ne era passata fino ad allora sulla direttrice che lega la zona di<br />

Via Mentana-Marciano, a Viale Sclavo. È stata la strada che Simone ha<br />

percorso per più tempo. Scuola alla mattina, poi al campetto per due tiri al<br />

pomeriggio, allenamento due volte alla settimana al minibasket, sotto la<br />

guida di Sandro Finetti. Poi su su, tutto il percorso fino agli Juniores come<br />

giocatore, ed i primi passi nelle vesti di allenatore ben instradato da Giorgio<br />

Brenci. La specialità della casa? Lavoro, lavoro e ancora tanta dedizione.<br />

Poche ferie e pochi svaghi, la probabilità di trovare Simone in<br />

palestra o in ufficio davanti ad un video per studiare giocatori ed avversari<br />

è altissima in ogni mese dell’anno, luglio e agosto compresi. Adesso che è<br />

stata scritta la prima riga del suo palmares nel basket d’elite, si è disfatto<br />

dei panni di giovane promessa. Ha compiuto il suo impegno. Forse, come<br />

dice qualcuno, quando iniziano a vincere e ad aver successo, gli allenatori,<br />

un po’ come gli scrittori, da promesse diventano i soliti stronzi eppoi, con<br />

il sopraggiungere dell’età, venerabili maestri. Simone ne ha avuti tanti al<br />

suo fianco in panchina, appartenenti a questa o quella specie. Ha appreso,<br />

sapendo distinguere, in cuor suo, pregi e difetti, con riservatezza, con il<br />

proposito però di crescere e riproporre la piacevolissima usanza di essere<br />

allenatori vincenti in Patria. Un balsamo rarissimo di questi tempi.<br />

specialescudetto due<br />

19


21<br />

Terrel Mc Intyre: stupefacente.<br />

Lo scorso anno mentre Reggio Emilia nicchiava sulla sua conferma<br />

(facevano paura 20.000 dollari di aumento richiesti dal play americano<br />

alla società emiliana), Ferdinando Minucci si infilò con il suo<br />

proverbiale tempismo nella trattativa e chiuse in un amen il capitolo<br />

play. Lui intanto andava ad infilare lo storico 10 su 10 da tre alla Virtus<br />

Bologna, per un ricorso storico di non poco conto, visto poi<br />

come sarebbero andate a finire le cose a distanza di appena un anno.<br />

Giocatore che non finirà mai di stupire per la capacità di adattarsi<br />

a livelli sempre maggiori di competitività, Mc Intyre anche in<br />

questa stagione è stato semplicemente superlativo.<br />

Il riconoscimento di miglior giocatore della stagione regolare<br />

testimonia di come sia riuscito ad imprimere alla stagione senese<br />

un marchio indelebile, stoccatore risolutivo in tante circostanze,<br />

play capace di dettare ritmi perfetti alla squadra e di dare sempre<br />

palloni giusti per tempo e precisione ai compagni di squadra, contrariamente<br />

a quanto avremmo pensato ad inizio stagione, non ha<br />

mai dimostrato affanno nemmeno in difesa contro pari ruoli più<br />

grossi di lui.<br />

La sua leadership si è consolidata nel giro di poche giornate e Mc<br />

Intyre è stato la vera anima della squadra, che spesso ha caricato<br />

sulle sue spalle conducendola ad un successo che è anche la consacrazione<br />

individuale del suo estro, finora non a pieno apprezzato.<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


pieroricci 1907-2007:<br />

presidente<br />

menssana1871<br />

da venezia<br />

al tricolore bis<br />

2004<br />

2007<br />

Per la seconda volta in pochi anni, la<br />

Mens Sana Basket regala alla “casa madre”<br />

Mens Sana 1871 e a tutta la Città di Siena<br />

un’impresa sportiva che non esito a definire<br />

“superlativa”.<br />

Un risultato di prestigio assoluto la conquista<br />

del secondo titolo tricolore, riuscita<br />

al termine di una trionfale stagione che premia<br />

la professionale e come sempre oculata<br />

gestione manageriale del direttore generale<br />

Ferdinando Minucci ma anche il lavoro<br />

compiuto da tutte le altre componenti che<br />

operano in seno alla Montepaschi, siano<br />

esse cestistiche o dirigenziali.<br />

Un plauso particolare va al coach Simone<br />

Pianigiani, che ha mostrato una competenza<br />

tecnico-tattica ed una mentalità<br />

vincente assolute e che non può non rappresentare<br />

un vanto per tutta la città in considerazione<br />

dei suoi natali e della sua<br />

esperienza tutte senesi e mensanine: accomuno<br />

al tecnico, ed ai suoi bravissimi assistenti,<br />

anche i giocatori che hanno indossato<br />

la maglia biancoverde con quello spirito e<br />

quella volontà che hanno entusiasmato tutti<br />

gli sportivi, mai come in questa annata vicini<br />

alle sorti della squadra.<br />

Si rafforza, più che mai in un’occasione<br />

così lieta, quel solido legame che caratterizza<br />

Mens Sana 1871 e Mens Sana Basket,<br />

sempre vicine ed accomunate nel perseguire<br />

obiettivi comuni, sul piano sportivo come<br />

su quello strutturale. Un rapporto, il nostro,<br />

che viene da lontano e nel quale sono coinvolte<br />

tutte le Istituzioni cittadine, dal Comune<br />

alla Provincia, dalla Fondazione MPS<br />

allo sponsor Banca Monte dei Paschi: una<br />

unione di forze che ha permesso ad una società<br />

dal budget certo non illimitato e ad un<br />

bacino di utenza di poco più di 50 mila unità<br />

di primeggiare al cospetto di metropoli e<br />

piazze che fanno da sempre della tradizione,<br />

o delle potenzialità economiche, i propri<br />

punti di forza.<br />

Personalmente, aggiungo un altro motivo<br />

di vanto nel vedere la Mens Sana Basket<br />

cucirsi il tricolore sulle maglie proprio<br />

in questo 2007, anno che segna il centenario<br />

dalla prima introduzione del basket in<br />

Italia. Nel 1907 fu infatti proprio Mens<br />

Sana 1871, allora Associazione Ginnastica<br />

Senese, a promuovere lo sport dei canestri<br />

con la storica esibizione a Venezia delle ragazze<br />

guidate dalla professoressa Ida Nomi<br />

Pesciolini; evento ricordato anche nella<br />

bella celebrazione che è stata proposta dalle<br />

nostre attuali ginnaste alla cerimonia di<br />

chiusura dei corsi ad inizio giugno e che,<br />

guarda caso, ha visto la gradita partecipazione<br />

anche di Ferdinando Minucci. Perdonerete<br />

quindi se esprimo con un pizzico di<br />

malcelata soddisfazione un’ulteriore gioia<br />

nel veder tornare, per la seconda volta in pochissimi<br />

anni, lo scudetto dello sport dei canestri<br />

alla casa-madre senese che prima di<br />

ogni altra società decise di promuoverne<br />

l’attività in Italia.<br />

Adesso però, e dopo tanto impegno, è il<br />

momento di gioire, di festeggiare e quindi a<br />

nome di tutta Mens Sana 1871 mi unisco al<br />

coro unanime dei ringraziamenti che i nostri<br />

splendidi Campioni d’Italia meritano!!<br />

specialescudetto due<br />

22


specialescudetto due<br />

23


Lonny Baxter: importante.<br />

È stato a ragione presentato come il fiore all’occhiello<br />

del mercato estivo senese e senza dubbio le<br />

prerogative erano quelle di un giocatore dalle prospettive<br />

esaltanti per il basket italiano ed europeo.<br />

Le vicende che ne hanno contraddistinto il mancato<br />

arrivo a metà agosto e le successive difficoltà<br />

di inserimento e recupero di una forma fisica accettabile<br />

ne hanno minato il percorso, complice<br />

pure un rendimento di Benjamin Eze tale per cui le<br />

gerarchie in campo si sono delineate ben presto.<br />

Nonostante questo Baxter ha saputo ritagliarsi<br />

un ruolo importante, recitando il suo spartito che<br />

parla di un potenziale offensivo di prim’ordine, specie<br />

nella parte conclusiva della stagione, in particolar<br />

modo nei playoff dove ha fornito alcune<br />

prestazioni veramente consistenti.<br />

Ha sofferto molto per raggiungere una continuità<br />

difensiva, che nella logica del gioco di Pianigiani<br />

era imprescindibile, ma è innegabile che alla<br />

fine il suo mattone è stato capace di portarlo, anche<br />

se in molti si aspettavano una stagione più da protagonista<br />

per l’ex Bobcoats.<br />

25<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


specialescudetto due<br />

26


“zitti zitti,<br />

ducciobalestracci<br />

piano piano,<br />

vi s’è fatto ripurga’„<br />

2004<br />

2007<br />

Piano piano la bocca ci s’era cominciato a<br />

farla. Diciamo: da quando la Mens Sana aveva cominciato<br />

a macinare una vittoria via l’altra, qualche<br />

pensierino (timido) si era affacciato, ma subito<br />

era stato ricacciato indietro per scaramanzia.<br />

Parlare di scudetto, ma che siamo matti?<br />

Siamo partiti come quinta squadra; si sta facendo<br />

un bel campionato, sì, ma non ci allarghiamo.<br />

E poi ha ragione Pianigiani: ora<br />

arrivano le metropoli, e quando arrivano le metropoli<br />

son cavoli amari per tutti. Niente euforia:<br />

buoni e composti. E poi, via, ma che pensavi<br />

davvero che quello che era sempre stato il vice,<br />

ora è il titolare, arriva lui, pim pum pam! e sbaracca<br />

i santoni della pallacanestro. Ma siamo<br />

scemi solo a pensarlo o che cosa? Magari un<br />

giorno uno scudetto lo vince. Sì ma deve farsi<br />

dell’altro. E poi, ti pare?, con un allenatore di<br />

casa? Davvero: e stava per le mi’ scale.<br />

Così, zitti e mosca, e prendiamo quel che<br />

viene. Senza illusioni, eh! ha’ visto in Coppa Italia:<br />

ci facevi la bocca e in bocca ti c’è rimasto<br />

l’amaro. E la Uleb? S’è fatto quel che si poteva<br />

e quel che si poteva era questo. Il campionato,<br />

cosino, io te lo di’o, lo sa’ chi lo vince? ma<br />

Roma! lo dicono tutti e l’aspettano tutti: hanno<br />

fatto la squadra da scudetto e l’ha detto anche<br />

Veltroni. Le metropoli, sono le metropoli.<br />

Ne sono convinti tutti. Pianigiani, se ne è<br />

convinto, non si sa, ma vuol dare l’impressione<br />

che lo è. Un passo alla volta; quel che viene fa<br />

comodo; piedi per terra; niente euforie. Si vince.<br />

Sì, ma non ci montiamo il capo.<br />

Lo pensano anche i colleghi della stampa nazionale<br />

che, infatti, dedicano alla marcia della<br />

Mens Sana qualche riga doverosa, ma senza enfatizzare:<br />

probabilmente, Pianigiani ha goduto<br />

di un “basso profilo mediatico” che nemmeno a<br />

costruirlo apposta. Forse, quel che un allenatore<br />

sogna per una vita intera: vince e la stampa non<br />

lo stressa né gli fa sentire pressione. Vince, ma<br />

quell’altri quanto sono stati sfortunati. Vince, ma<br />

quell’altri quanto sono stati bravi. Vince, e i colleghi<br />

di alcune emittenti locali non senesi si producono<br />

in analisi del peso condizionante<br />

specialescudetto due<br />

27<br />

(politico, ha detto qualcuno con un senso del ridicolo<br />

vicino alla zero assoluto: notoriamente<br />

273 gradi virgola qualcheccosa sotto lo 0 Celsius)<br />

della società senese (a proposito: se fosse<br />

vero, complimenti a chi è riuscito a dare alla<br />

Mens questo peso!).<br />

Fine della regular: 16 punti alla seconda.<br />

Siamo in Eurolega: il nostro traguardo è raggiunto.<br />

Ora quel che viene viene. Inizio play off: Cantù<br />

cancellata per 3-0. Ma ora arrivano le metropoli,<br />

e interi cori di gatti di Lornano intonano lamenti<br />

che Eschilo, in confronto, è un risacchione.<br />

Infatti va come deve andare. Roma vittoriosa<br />

alla prima. È fatta. È andata. Ha’ visto? te lo dicevo!<br />

Poi va in un altro modo. Facce deluse nel parterre<br />

deluxe capitolino. Lo spettacolo non ha<br />

prezzo: per tutto il resto c’è Master Card.<br />

Ma ora c’è Bologna. Altra metropoli. E infatti,<br />

due a zero.<br />

Vuoi vedere che ci si fa? ma ti par possibile?<br />

Ma guarda che stava davvero per le mi’ scale.<br />

E a gara tre ti vedi lo scudetto scivolare fra<br />

le mani per 35 minuti. Poi, per fortuna, ci sono<br />

i 5 minuti che cambiano la storia. S’è vinto davvero.<br />

Con la quinta squadra! con l’allenatore<br />

che stava per le mi’ scale! Rai 3, nelle trasmissioni<br />

regionali, finalmente si sbilancia: grande<br />

festa dello sport in Toscana. Pausa. Il Pisa è tornato<br />

in serie B! Non ci credete? Chiedetelo a<br />

chi l’ha sentito.<br />

Quando vinci da favorito è esaltante. Quando<br />

vinci e nessuno ti ci faceva è sublime. Anni fa,<br />

una contrada che aveva vinto un grande palio<br />

con un cavallo che nessuno ancora conosceva se<br />

ne uscì fuori con un canto che fece storia: “Zitti<br />

zitti piano piano senza far tanto baccano vi s’è<br />

fatto ripurgà!”. Glielo chiediamo in prestito, e lo<br />

ricicliamo dedicandolo a chi, in Italia, non si fa<br />

ancora una ragione di come si possa vincere uno<br />

scudetto con la quinta squadra; con giocatori<br />

(sentita da un commentatore romano) che comunque<br />

non hanno mai vinto nulla; con un allenatore<br />

che stava per le mi’ scale.<br />

Affettuosamente: “Zitti zitti piano piano senza<br />

far tanto baccano vi s’è fatto ripurgà!”. Tiè!


Vladimer Boisa: coinvolto. In una stagione<br />

altamente positiva per tutti, dispiace parlare di Boisa come di un<br />

giocatore che ha subito un’involuzione abbastanza evidente. Giocatore<br />

che nella quantità, in termini di minuti giocati, trova sicuramente<br />

il tramite per tradurre meglio le proprie caratteristiche tecniche, Boisa<br />

si è trovato a gestire invece un utilizzo sempre più limitato e con specifiche<br />

funzioni di cambio, tali da permettere di rifiatare al suo alter<br />

ego che era l’imprescindibile Stonerook.<br />

Non è mai mancata la proverbiale abnegazione e in tante occasioni<br />

lo stesso Pianigiani ne ha evidenziato lo spirito e l’atteggiamento, questo<br />

però non basta a giustificare la crescente perdita di fiducia al tiro<br />

e la troppa foga che in certi casi lo hanno portato a qualche errore<br />

marchiano.<br />

Lo scudetto lo ripaga di una stagione molto difficile e che comunque<br />

gli servirà per trovare altrove qualche buon approdo per il futuro.<br />

31<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


specialescudetto due<br />

32


GLI ULTIMI DIECI SCUDETTI<br />

1998<br />

VIRTUS KINDER BOLOGNA<br />

1999<br />

ROOSTERS VARESE<br />

2000<br />

PAF FORTITUDO BOLOGNA<br />

2001<br />

VIRTUS KINDER BOLOGNA<br />

2002<br />

BENETTON TREVISO<br />

2003<br />

BENETTON TREVISO<br />

2004<br />

MONTEPASCHI SIENA<br />

2005<br />

CLIMAMIO FORTITUDO BOLOGNA<br />

2006<br />

BENETTON TREVISO<br />

2007<br />

MONTEPASCHI SIENA<br />

specialescudetto due<br />

33<br />

L’Albo d’Oro<br />

per Titoli<br />

25 OLIMPIA MILANO<br />

15 VIRTUS BOLOGNA<br />

10 PALLACANESTRO VARESE<br />

6 ASSI MILANO<br />

5 TREVISO<br />

GINNASTICA TRIESTINA<br />

4 GINNASTICA ROMA<br />

3 CANTU’<br />

2 MENS SANA SIENA<br />

FORTITUDO BOLOGNA<br />

VICTORIA LIBERTAS PESARO<br />

REYER VENEZIA<br />

1 JUVE CASERTA<br />

VIRTUS ROMA<br />

SEF MILANO<br />

INTERNAZIONALE MILANO


dalla felicità<br />

francescovannoni<br />

alla meraviglia<br />

2004<br />

2007<br />

Vincere il primo tricolore della propria storia<br />

non era facile nel 2004: la Montepaschi di Carlo<br />

Recalcati conquistò lo scudetto confermando, con<br />

il “percorso netto” dei play-off, di essere la più<br />

forte, anche al cospetto di una Skipper targata Jasmin<br />

Repesa che poteva contare su uomini del calibro<br />

di Smodis, Vujanic, Delfino e Basile. Le<br />

aquile felsinee erano state fino all’ultimo, insieme<br />

alla Benetton Treviso, agguerritissime avversarie<br />

dei biancoverdi che si aggiudicarono la regularseason<br />

con 26 vittorie e 8 sconfitte. Poi l’en-plein<br />

con la regola del “tre”, lasciando al palo, nell’ordine<br />

Varese, Pesaro e Bologna. Già, Bologna. La<br />

“Basket City”, come la chiamava qualcuno per<br />

sancirne l’egemonia nazionale. Quella volta, era il<br />

5 giugno, tutti parlarono di Siena, qualcuno anche<br />

storcendo la bocca, in molti lo fecero col tono ‘sufficiente’<br />

di un ‘evento minore’, lontano dalle pomposità<br />

riservate alle vittorie metropolitane: un po’<br />

perché un gioiello d’arte, storia e tradizioni che<br />

vive a gloria di Contrade, avrebbe inciso soltanto<br />

relativamente sulle grandi manovre avviate per la<br />

diffusione della pratica cestistica e per la “crescita<br />

generale di tutto il movimento” e un po’ perché se<br />

Andersen, Galanda, Stefanov, Kakiouzis e Thornton<br />

avessero vinto il campionato avrebbero fatto<br />

il loro…dovere. Tanto più se a guidarli era il cittì<br />

azzurro, stuzzicato dal traguardo personale del<br />

terzo titolo in tre piazze diverse.<br />

A tre anni e dodici giorni di distanza, il 17 giugno<br />

2007, Simone Pianigiani, che in biancoverde<br />

ha fatto una lunga e pluridecorata gavetta, ripete<br />

l’impresa. La data è di quelle da trasmettere ai posteri,<br />

perché stavolta la compie da allenatore esordiente,<br />

dopo aver insegnato basket a generazioni<br />

di giovani, con il carisma e l’autorevolezza del più<br />

navigato dei tecnici e portando in dote una stagione<br />

numericamente straordinaria, capace di frantumare<br />

ogni record da quello dei punti in classifica (60) a<br />

quello del distacco col quale ha regolato le inseguitrici,<br />

ben 16 lunghezze, chiudendo con cinque<br />

giornate d’anticipo ogni discorso sul primato. La<br />

programmazione, carta in più nel mazzo di Ferdinando<br />

Minucci, altro grande artefice di questo capolavoro,<br />

ha consentito di assemblare con certosina<br />

pazienza e senza pressioni una “macchina perfetta”,<br />

alimentata dal talento di tanti ottimi giocatori<br />

tutti vogliosi di stupire e di affermarsi, capaci<br />

di muoversi a memoria. Nel roster campione, tornato<br />

in mano ad un senese dopo Ezio Cardaioli, ul-<br />

specialescudetto due<br />

34<br />

timo coach autoctono della Mens Sana in serie A,<br />

hanno trovato posto (e che posto!) le conferme di<br />

Stonerook (gratificato dai galloni di capitano), di<br />

Kaukenas il miglior ‘sesto uomo della stagione’, e<br />

di Eze letteralmente esploso come dominatore<br />

sotto le plance e prospetto tecnico sul quale puntare<br />

per un consolidamento al vertice. Se in estate nessuno<br />

sospettava o in pochi credevano all’ecletticità<br />

di Sato, scoperto in Legadue, alla classe superiore<br />

di Mc Intyre e al sopraffino bagaglio tecnico di<br />

Forte, il parquet non si è limitato a confermare, ancora<br />

una volta, le felici intuizioni di Ferdinando<br />

Minucci (abilissimo a rinnovare con intelligenza e<br />

supportato da un prezioso ed autorevolissimo partner<br />

come la Banca Monte dei Paschi), ma ha dimostrato,<br />

durante tutto il corso dell’anno e nei<br />

rarissimi momenti difficili di una cavalcata trionfale,<br />

la solidità di un gruppo senza ‘prime donne’<br />

né fenomeni scomodi, forgiato da mesi di duro lavoro<br />

insieme ad un tecnico che proprio perché libero<br />

dal ‘successo ad ogni costo’, ha creduto per<br />

primo di poter fare qualcosa di grande per la squadra<br />

della sua città.<br />

La minuziosa cura dei particolari, la capacità<br />

di ottenere il massimo da un sistema di rotazioni<br />

intercambiabili e non ultima l’esperta assistenza<br />

di Luca Banchi, hanno creato, anche in panchina,<br />

la simbiosi tra squadra e staff che, per dirne una,<br />

negli interminabili estenuanti minuti di gara3 con<br />

Roma (tra l’altro l’unica squadra ad aver violato<br />

il campo senese in gara1 di semifinale), ti permettono<br />

di restare aggrappato alla speranza che<br />

un miracolo sportivo possa accadere, anche se<br />

dall’altra parte trovi Hawkins, Lorbek, Chatman e<br />

un ‘ragazzino trentaquattrenne’ che risponde al<br />

nome di Dejan Bodiroga. La tripla di Carraretto ci<br />

ha spiegato come questa fosse anche la stagione<br />

dei ‘gregari’, l’annata in cui chi avesse saputo<br />

aspettare il momento giusto,sarebbe sceso in<br />

campo da protagonista per sentirsi il prim’attore<br />

di un’eccezionale interpretazione collettiva.<br />

L’esemplare professionalità di Stefanov, tornato<br />

nella sua Siena per spalancare le porte della finale<br />

ad una Montepaschi guidata con immutata sapienza<br />

tattica sul parquet capitolino, ne è la dimostrazione<br />

più autentica. Alla fine la storia si<br />

ripete: è ancora Bologna a frapporsi tra la Mens<br />

Sana e il titolo: stavolta la sponda è quella bianconera<br />

della Virtus del duo Sabatini-Markovski e<br />

in cerca di un prestigio tutto da riscrivere e ben


lungi dal lignaggio delle mitiche V Nere, di cui<br />

rimane il ricordo; gli avversari di oggi si chiamano<br />

Ilievski, Drejer, Giovannoni e Best e poi ci<br />

sono Dusan Vuckcevic (indimenticato ex di quel<br />

5 giugno 2004) e Brett Blizzard sul quale Siena<br />

aveva visto bene e prima degli altri, ma che della<br />

Montepaschi non hai mai indossato la maglia. Da<br />

Recalcati a Pianigiani, dunque, l’obbligo è diventato<br />

quello di vincere: i numeri parlano di un<br />

divario tecnico che i play-off, nella loro imprevedibilità,<br />

avrebbero anche potuto sovvertire, ma<br />

vai a spiegarlo a chi ha visto dominare in lungo e<br />

in largo questa giovane, inarrestabile Montepaschi,<br />

il cui ruolino di marcia ammutolisce ogni<br />

commento su un’eventuale minor consistenza del<br />

livello generale del campionato.<br />

Allora, come nel 2004, Bologna soccombe,<br />

Siena è Campione d’Italia e la stampa specializzata,<br />

come nel 2004…ne prende semplicemente<br />

atto, dopo un perentorio 3-0. Quante analogie in<br />

questo secondo scudetto mensanino! Guardare<br />

avanti non è solo il gioioso imperativo di un successo,<br />

ma anche una regola da seguire per restare<br />

tra le grandi. Delle vittorie non siamo certo sazi.<br />

Il più affamato sarà senz’altro lui, Simone Pianigiani:<br />

umile profeta in patria. L’allenatore dell’anno,<br />

cresciuto al fianco di tanti maestri ai quali<br />

ha saputo ‘rubare’ tutti gli elementi di un identikit<br />

vincente, trionfa nella ‘famiglia’ biancoverde,<br />

e al pubblico del PalaMenSana, come lui pronto a<br />

celebrare nuovi successi, regala l’orgoglio di un<br />

abbraccio speciale. Perché Simone è uno di noi.<br />

specialescudetto due<br />

35


Benjamin Eze: strabiliante.<br />

In tempi non sospetti dicemmo che se fossimo<br />

stati negli Stati Uniti per Eze sarebbe stato<br />

pronto il premio quale giocatore più progredito<br />

della stagione. Fa piacere sentire che oggi tutto il<br />

mondo del basket italiano si riconosce in questa<br />

considerazione, ma a vittoria dello scudetto acquisita,<br />

il contributo di Eze alla vittoria finale si arricchisce<br />

di nuove sfumature.<br />

Giocatore cresciutissimo sotto l’aspetto tecnico,<br />

è soprattutto in chiave tattica che è diventato<br />

un giocatore risolutivo. Le sue qualità di intimidatore<br />

terrificante, unita alla sua capacità di difendere<br />

ben oltre i confini dell’area pitturata, con delle caratteristiche<br />

che lo avvicinano più ad un esterno<br />

che ad un lungo, hanno fatto la differenza lungo<br />

tutto il campionato e specie nei playoff.<br />

Quello che ha segnato il salto qualitativo di Benjamin<br />

è stato comunque non solo il grande lavoro<br />

tecnico individuale fatto durante la scorsa estate,<br />

ma soprattutto la crescita nervosa che lo ha contraddistinto,<br />

facendolo passare da un giocatore in<br />

grado di esprimere il suo potenziale al massimo<br />

per 10/15 minuti come accadeva nel passato, a giocatore<br />

reattivo, pronto, concentrato in ogni frangente<br />

della gara. Cosa che ha avuto grandi<br />

ripercussioni positive sulle sue performance ai tiri<br />

liberi (fondamentale anche il cambio di movimento),<br />

ma anche nella capacità di farsi trovare<br />

pronto sugli scarichi e nella tendenza di cadere facilmente<br />

in problemi di falli. Anche per lui la prossima<br />

sfida sarà l’Eurolega e se continuerà nella<br />

crescita evidenziata quest’anno ci sarà da divertirsi.<br />

37<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


massimobianchi<br />

assessoreallosport<br />

comunedisiena quando<br />

2004<br />

2007<br />

il progetto<br />

è vincente<br />

Si è concluso un anno davvero magico<br />

ed esaltante per lo sport senese.<br />

Alla quarta salvezza consecutiva, in<br />

serie A, della Robur calcio, tanto sofferta<br />

quanto tenacemente desiderata, si aggiunge<br />

ora la perla del secondo scudetto<br />

tricolore della Mens Sana Basket nel massimo<br />

campionato nazionale.<br />

Un successo, per certi versi, inaspettato,<br />

ma che corona un ‘Progetto Siena’ che<br />

ha basi solide, perché solidi sono anche i<br />

<strong>protagonisti</strong> che lo portano avanti con<br />

molta cura ed attenzione, grazie ad una<br />

ormai collaudata sinergia tra istituzioni cittadine,<br />

società Mens Sana e sponsor Mps.<br />

Un abbraccio riconoscente va, naturalmente,<br />

a coloro che sono i reali autori di<br />

questa grande impresa. Mi riferisco ai giocatori<br />

che hanno creduto, per lunghi mesi,<br />

in un sogno, ai tecnici, ad ogni livello, in<br />

particolare al coach Simone Pianigiani, un<br />

allenatore fatto in casa, cresciuto fra di<br />

noi, che ha il merito di aver saputo attin-<br />

specialescudetto due<br />

38<br />

gere insegnamenti e suggerimenti preziosi<br />

dal confronto e dalla vicinanza con i<br />

grandi tecnici del nostro recente passato.<br />

Un grazie poi, non formale, al presidente<br />

della Mens Sana Basket Roberto<br />

Morrocchi, alla cui lunga presidenza si devono<br />

ascrivere tutti i successi degli ultimi<br />

anni, al presidente della polisportiva Piero<br />

Ricci, al general manager Ferdinando Minucci,<br />

deus ex-machina mensanino che,<br />

sono convinto, già da domencia 17 ha la<br />

mente già rivolta al prossimo obiettivo ancora<br />

più esaltante.<br />

Un plauso finale anche al pubblico del<br />

PalaMenSana che, quando c’e stato bisogno,<br />

non ha fatto mancare il sostegno,<br />

sempre in termini di correttezza e di<br />

grande civiltà.<br />

L’augurio per il futuro è quello di riuscire<br />

a ripetere annate come questa, nella<br />

consapevolezza che, anche se a volte il<br />

successo sportivo puo’ non arrivare, il<br />

‘Progetto Siena’ è in buone mani.


Marco Carraretto: decisivo.<br />

Di lui rimarrà la sensazione di un giocatore sempre pronto<br />

e disponibile a qualsiasi sacrificio, specialista difensivo, con licenza<br />

di prendersi qualche… licenza offensiva, che per altro<br />

è sempre stata nelle sue corde. Ma tutto sarebbe passato in<br />

second’ordine se non ci fosse stata la mitica gara 3 contro<br />

la Lottomatica, che giustamente lo consacra come un protagonista<br />

fondamentale della stagione senese. Un merito dovuto,<br />

per un giocatore forse tra i più sottovalutati del basket<br />

italiano degli ultimi anni, uno che ha fatto esperienze importanti<br />

all’estero e che grazie all’intuito di Minucci è tornato<br />

in Italia a prendersi quella parte di elogi che merita.<br />

41<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


il primo amore è bello,<br />

vincenzocoli<br />

il secondo è meglio<br />

2004<br />

2007<br />

Minucci l’ha detto subito, in apertura<br />

di conferenza stampa post gara3, mentre<br />

cullava la coppa con gli occhi lucidi:<br />

meglio questo scudetto di quello del<br />

2004. I remake nel cinema vengono<br />

peggiori rispetto all’originale, nel basket<br />

può succedere il contrario. E poi Ferdinando,<br />

per arrivare alla seconda affermazione,<br />

ha vinto una serie infinita di<br />

scommesse, una incastrata nell’altra<br />

come matrioske russe, a partire dalle<br />

chiavi della squadra affidate al ragazzo<br />

fatto in casa. Così, sostenere che la seconda<br />

volta lo ha commosso di più, per<br />

lui significa intrecciare razionalità del<br />

bilancio gestionale e adrenalina da stress<br />

emotivo. Chi questa incredibile cavalcata<br />

l’ha vissuta dagli spalti arriva alla<br />

stessa conclusione partendo da premesse<br />

diverse, che stanno tutte tra viscere e coronarie.<br />

In tanti risponderanno: so’ meglio<br />

tutte due. Ma le sfumature esistono,<br />

e con esse la tentazione di confrontare<br />

questi successi con le vittorie in Piazza.<br />

Certo, pallacanestro e Palio non sono<br />

paragonabili, ma di fronte a un evento<br />

che coinvolge il senso di appartenenza<br />

e porta tutte le stimmate dell’orgoglio<br />

cittadino, le analogie affiorano spontanee.<br />

E poi, la Montepaschi non è forse la<br />

diciottesima contrada in lotta, cinque secoli<br />

dopo la caduta della Repubblica,<br />

con lo straniero assediante? Se la nostra<br />

festa è un modo per prolungare con altri<br />

mezzi la guerra a suo tempo perduta, in<br />

viale Sclavo da ottobre a giugno va in<br />

scena una variante ghiottissima. I nemici<br />

esterni, quelli di fuori porta, ci sono<br />

di nuovo, li abbiamo ritrovati, li aspettiamo<br />

a piè fermo. E li andiamo a stanare<br />

a casa loro, per suonarli come<br />

zampogne. Nell’attesa che la musica riprenda,<br />

ecco i tre motivi che ci fanno<br />

mettere al primo posto il trionfo 2007.<br />

Non ci eravamo preparati, e la sorpresa<br />

moltiplica la libidine. I media<br />

l’avevano menata per mesi, la storia del<br />

rischio corso a non ingaggiare qualche<br />

santone pluridecorato per il posto di allenatore<br />

capo. Pianigiani era un punto<br />

interrogativo. E poi Joseph Forte: egoista<br />

nel gioco, mai capace di integrarsi,<br />

portato davanti a un giudice per una ragazzata,<br />

cacciato da Boston perché<br />

aveva scandalizzato lo spogliatoio (per<br />

essersi presentato con la maglietta dei<br />

Lakers, si è scritto. E sarebbe questa la<br />

grave infrazione?), giudicato dal grande<br />

Red Auberbach che l’aveva preso al<br />

primo giro “il più grande sbaglio della<br />

mia vita”. Addirittura. Cose che a<br />

quanto pare negli USA marchiano per<br />

sempre. Bene, così la NBA non ce lo riprenderà.<br />

E poi il Lonny Baxter ‘pistolero’,<br />

avevano titolato i giornali, e<br />

nell’ambiente sorridevano sotto i baffi.<br />

Vedrete che casino alle prime difficoltà.<br />

Qualcuno si dovrà allenare ai ‘domiciliari’,<br />

batteva velenoso il tam tam dei<br />

forum su internet. Intanto, due grandi<br />

città con grandi budget e ambizioni in<br />

proporzione venivano indicate come favorite.<br />

Al nord montava la grancassa Armani/Galliani/Moratti/Tronchetti<br />

Provera/GallinariProdigiosoAnche-<br />

QuandoFaZeroSuCinque/Milano da<br />

bere/Sky/Gazzetta, e nessuno aveva capito<br />

che stavano mettendo una squadra<br />

con poco talento e doppioni da figurine<br />

Panini in mano al povero Djordjevic,<br />

perfetta conferma dell’assioma per cui<br />

non basta dimostrare genio sul parquet<br />

per trasferirlo automaticamente alla<br />

panca. Nello stesso momento a Roma,<br />

Walter Veltroni presidente onorario<br />

della Lega, in mancanza di un background<br />

imprenditoriale potente, ne<br />

creava uno mediatico e politico come<br />

solo lui sa fare; ma se i giocatori capitolini<br />

di qualità c’erano, la società commetteva<br />

l’errore di aspettare che Repesa<br />

sfogliasse la margherita, e perdeva<br />

tempo prezioso. Intanto a Treviso, terzo<br />

incomodo a sentire i pronostici, nei corridoi<br />

della Ghiranda qualcuno concepiva<br />

la furbata che sarebbe risultata<br />

fatale. Insomma, i ‘bomboloni’ erano altrove,<br />

ma durante le prove la fiducia è<br />

cresciuta e noi s’è vinto in Piazza col cavallo<br />

‘novo’.<br />

specialescudetto due<br />

42


Il primo scudetto aveva una forte<br />

componente senese, ma questo è stato<br />

vinto proprio ‘sulle lastre’, a partire dal<br />

coach di Vallerozzi. È come quando hai<br />

il fantino giovane e poco conosciuto,<br />

tirato su da ragazzo nella tua contrada:<br />

durante la cena della prova generale lui<br />

giura eterno amore ai tuoi colori, e invece<br />

di tirargli addosso le palline di<br />

pane gli credi ciecamente, perché sai<br />

che non farà mai brutti scherzi al canape,<br />

che vincerà. E infatti fa fatica,<br />

molta più fatica del fantino famoso di<br />

tre anni fa, però tira dritto, non molla,<br />

non tradisce. Vince, esattamente come<br />

aveva promesso.<br />

La consapevolezza che le cose sono<br />

state fatte bene, si apre un ciclo e anche<br />

in Europa Siena sarà protagonista. Sì,<br />

pure quattro anni fa tutte le mosse furono<br />

studiate e applicate egregiamente,<br />

ma si veniva dall’improvvisa eruzione<br />

atamaniana, e quella squadra affidata a<br />

Recalcati, fortissima, cavalcava col<br />

surf l’onda dell’entusiasmo e l’apertura<br />

di credito garantita dalla vittoria nella<br />

Saporta. Ora siamo in piena program-<br />

mazione e sappiamo quanto segue: presto<br />

ci sarà un palasport nuovo da<br />

10.000 posti, lo sponsor è sempre più<br />

innamorato, si prepara l’assalto all’Eurolega,<br />

tra i giocatori non tirano spifferi<br />

pericolosi. È come quando hai la<br />

dirigenza nuova, giovane ed entusiasta,<br />

i soldi per rifare la società e il museo ci<br />

sono anche se hai appena attaccato il<br />

cencio, le sottoscrizioni sono andate di<br />

lusso, le bandiere si possono rifare, il<br />

gruppo piccoli è pieno di creature, le<br />

donne in cucina hanno preparato un<br />

menu da leccarsi i baffi, e insomma stasera<br />

a cena si starà da signori. E domani<br />

pure, vogliamo scommettere?<br />

Non è vero che il primo amore non<br />

si scorda mai. Si confonde la memoria<br />

dei gesti e delle parole, la fisionomia si<br />

annebbia, e per non perderla si idealizza.<br />

A distanza di tempo ci ripensi a<br />

freddo, capisci che forse non era stato<br />

un granché. È il secondo amore che ti<br />

segna la vita: sai come funziona,<br />

l’esperienza ti ha insegnato cosa fare e<br />

cosa dire, e te lo gusti pienamente.<br />

specialescudetto due<br />

43


45<br />

Romain Sato: irreale. La storia<br />

di Sato non è una di quelle comuni. Arrivato negli<br />

States non per giocare a basket, ma grazie ad un<br />

programma d’aiuto umanitario per sfuggire ai rischi<br />

di instabilità del suo paese di origine (la Repubblica<br />

Centroafricana), Sato ha trovato nel basket il mezzo<br />

per affermarsi e la sua corsa, c’è da scommetterci, è<br />

destinata a non fermarsi.<br />

Giocatore “illegale” lo scorso anno in Legadue a<br />

Jesi, dopo aver suscitato una grande impressione all’università<br />

di Xavier che gli valse una chiamata al<br />

secondo giro dagli San Antonio Spurs senza mai vedere<br />

il campo, Sato per la prima volta si è misurato<br />

con un contesto veramente competitivo. La risposta<br />

è davanti agli occhi di tutti, le sue qualità fisiche fuori<br />

dal comune, spalmate in “appena” 195 cm, lo rendono<br />

giocatore indefinibile per gli avversari. E questo<br />

è il suo grande vantaggio, perché può giocare in<br />

almeno tre ruoli, ergersi a rimbalzista aggiunto terrificante,<br />

marcare avversari di taglie e ruoli diversi<br />

da lui senza accusare il minimo inconveniente (da<br />

Bodiroga a Best all’atto finale) con un’efficacia raramente<br />

riscontrabile e non ultimo grandi qualità<br />

anche in attacco, esaltate lo scorso anno a Jesi, ma<br />

valorizzate nei momenti opportuni anche a Siena.<br />

Insomma un giocatore totale e un rebus per gli avversari<br />

oltre che una squisitezza nei modi che ne<br />

fanno un personaggio eccezionale.<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


46<br />

antoniotasso<br />

■ Dopo diciassette stagioni passate a bordo campo, guardando dal<br />

basso verso l’alto i gradoni del Palamensana – un occhio al tabellone<br />

e due (niente stupore, come Polifemo ho anch’io un terzo occhio<br />

– invisibile – quello della passione biancoverde!) fissi sui<br />

signori in grigio col fischio – alle diciannove del martedì, l’ora felice<br />

dell’happy-hour dopo la leggenda e le premiazioni, appollaiato<br />

sull’ultimo gradino dei posti ‘polverosi’ (ma mai come quest’anno<br />

‘spolverati’ dalle mele di tanti spettatori), mi sono goduto uno spettacolo<br />

mai visto.<br />

La musica scendeva dalla volta metallica ad avvolgere una<br />

marea di gente di tutte le età che, finalmente libera di calpestare il<br />

parquet senza il rischio di sanzioni federali o discussioni con la sicurezza<br />

(che peraltro fa, e bene, quel che deve!) aveva invaso il<br />

campo dell’ultima, esaltante battaglia, bicchiere di sangrìa in una<br />

mano e pennarellone e sciarpa o maglia nell’altra, e si coccolava i<br />

propri disponibilissimi e sorridenti beniamini con gli autografi, le<br />

foto di gruppo, i ritratti ai bambini sulle lunghe braccia di Beniamino<br />

Eze o le ragazze abbracciate alla ‘groppa’ possente di Lonny<br />

Baxter, per la prima volta e finalmente – nonostante gli occhiali<br />

scuri tipo ‘cieco di Sorrento’ – gioviale, cordiale e sorridente, i baci<br />

delle più timide al georgiano più simpatico mai visto da queste parti,<br />

le pacche sulle spalle all’unico (comoda eh?!?) cui era facile arrivare<br />

e lui, Terrel, buono, paziente e prodigo di ringraziamenti seduto a<br />

firmare e radioso come tutti gli altri da ‘capello’ Stonerook a ‘african’<br />

Sato a Forte, Carraretto, Rombaldoni, Lechthaler, D’Ercole, il<br />

professore Macedone, l’Arma Letale del Baltico…<br />

E i ringraziamenti a Ferdinando Minucci e Simone Pianigiani,<br />

il condottiero fatto in casa ed il Podestà onnipresente, artefici di una<br />

cavalcata entusiasmante quale mai la nostra città aveva vissuto dai<br />

tempi – forse – di Provenzan Salvani e Bonaguida Lucari.<br />

E con loro Luca Banchi, il colpo più azzeccato – con Simone –<br />

da un Giemme che non ha pari in Italia. Grossetano – e quindi cittadino<br />

‘capitolato’ a pieno titolo come me, che nasco a Rapolano e<br />

Ferdinando a Chiusdino, dell’antica Repubblica – ha dato tutto se<br />

stesso e forse qualcosa di più (come Magro del resto) ad una causa<br />

che – come diceva qualcuno ad inizio stagione – poteva anche essere<br />

di altri…<br />

E dilaga l’entusiasmo, diviene contagioso, come la consapevolezza<br />

dell’opera compiuta, dell’obbiettivo straordinario centrato al<br />

primo colpo (ma è già il secondo scudetto in tre anni che Ferdinando<br />

ci mette in bacheca eh!), la condivisione con tutti e con tutto della<br />

soddisfazione e delle fatiche (le paure no, non ci sono mai state!)<br />

ormai passate e messe dietro quell’incredibile ed indimenticabile<br />

‘canestro da tre + fallo’ dell’uomo di ghiaccio del Baltico.<br />

Dall’alto, nell’isolamento di quell’ultimo gradone ‘spolverato’,<br />

con la luce dei finestroni che si attenua, i passerotti che cinguettano<br />

sotto le volte – partecipi da tempo, anche loro, di una gioia totale della<br />

città – ed il caldo soffocante che si smorza alle prime brezze della<br />

sera, tutto quell’andirivieni gioioso e senza meta, quella fiumana di<br />

gente che sciama da una panchina all’altra, da un tavolo all’altro, da<br />

una maglia a un aperitivo a un flash ad un saltello appena accennato<br />

di due cheer-leaders in versione borghese, ad un cambio di pannolini<br />

ad un bimbo in carrozzina e già avvolto nel biancoverde che ci uni-<br />

2004<br />

2007


un successo<br />

del ‘buon governo’<br />

sce dal 1871, tutto quel via-vai dicevo mi riporta improvviso davanti<br />

agli occhi, come un flas-back decisamente incongruo, Ambrogio Lorenzetti<br />

ed il suo affresco del ‘Buon Governo’ in Palazzo Pubblico.<br />

Sacrilegio, accostamento improvvido, follia del momento??...<br />

Chissà! Tutto quel che volete...<br />

Fatto sta che sotto di me, gioiosa, festante, sicura di sé c’è –rappresentata<br />

– tutta la città che vive, lavora, opera e alla fine gioisce<br />

di quello che ha realizzato.<br />

Il segreto??? Ambrogio Lorenzetti ce l’ha svelato e canonizzato<br />

fin dal trecento!<br />

Nell’affresco tutte le componenti cittadine, di ogni ceto, estrazione,<br />

condizione sociale e culturale sono unite dalla fune che tengono<br />

in mano e che, discendendo dai piatti della Giustizia e<br />

distribuita dalla ‘Concordia’, le unisce e le riporta, ‘cum corda’, appunto,<br />

al vegliardo bianconero che è il Governo cittadino.<br />

Con la ‘concordia’ tutto è possibile e mai come quest’anno la<br />

concordia ha regnato in viale Sclavo, dalle gradinate ai laterali al<br />

parterre ai posti ‘polverosi”, dallo spogliatoio alle stanze dei dirigenti<br />

alle stanze “che contano”.<br />

Il risultato è sotto i miei occhi in questo tramonto ancora infuocato<br />

che imbrunisce pian piano Vico Alto e attraversa con l’ultimo<br />

raggio lo stendardo glorioso dello scudetto 2004 andando a posarsi<br />

là dove fra qualche mese attaccheremo lo scudetto 2007…..<br />

Mi passa un brivido – ma ho quasi sessant’anni e le emozioni<br />

sono state forti– e un ‘vecchio’ tifoso e amico mi riscuote: “Tasso,<br />

da te la firma la voglio sulle mutande!”….<br />

Che v’ha di’???... Siamo campioni d’Italia!!!<br />

■ Resterà nell’immaginario di tutti gara tre con Roma.<br />

Quei tre supplementari (alla fine non me n’ero nemmeno reso<br />

conto – mi sembravano due – e fu il Maresciallo dei CC in servizio<br />

a riportarmi alla realtà mentre entravo, sbagliando, nello spogliatoio<br />

romano) hanno rappresentato uno spot pubblicitario enorme<br />

per tutto il movimento dei canestri: indici di ascolto, picchi d’interesse,<br />

dimostrazione perfetta di quanto possa essere affascinante il<br />

nostro ‘sport minore’.<br />

E anche nei giorni a seguire non si è fatto altro che parlare di gara<br />

tre con Bodiroga, di quanto li avesse schiantati (ed era vero, visto il<br />

risultato di gara quattro a Roma), di quanto fosse stata emozionante<br />

(anche troppo, secondo gli “accidenti” di tanti seduti davanti alla<br />

Tivvù e costretti ad alzarsi per calmare le palpitazioni!) di quanto carattere<br />

avessero i nostri (ed è vero, ma noi si sapeva e non ne abbiamo<br />

mai dubitato!), di quanto –in effetti- quella fosse stata la vera finale…<br />

Nossignori! No e poi no!<br />

La vera finale è stata la... finale, sia in gara due a Bologna e sia<br />

in gara tre – il trionfo – qui a Siena.<br />

Sì, è vero, i soldi e gli investimenti i proclami ed i nomi ed il<br />

contorno della squadra della Capitale erano altisonanti ed è stata<br />

veramente una battaglia quella gara tre, ma attenzione, perché le<br />

trappole, i trabocchetti, i tranelli mediatici e non, la strategia del<br />

‘gatto e della volpe’ attuata astutamente dalla Sabatini-Markovsky<br />

band non è stata di certo da meno, e i soldi spesi e i giocatori presi<br />

non erano di certo ‘lolla’!!!<br />

L’importante era non ‘cascarci’ sotto l’aspetto emozionale – e Ferdinando<br />

l’ha ricordato alla radio la mattina di gara tre – perché ‘quei<br />

due’ non agivano mica a caso!... e dietro le ‘formalità’ del vulcanico<br />

e – a suo modo – simpatico patron del Maraglio-Day stavano le alchimie<br />

tecnico tattiche e le lamentazioni e le gestualità clamorose del<br />

coach macedone (che differenza con il nostro, di macedoni!!).<br />

E che gara tre con Bologna sia stata una finale come si deve<br />

l’avete visto e sentito tutti.<br />

Quelli ci volevano riportare ancora a Casalecchio, farci soffrire<br />

ancora, provarci con qualche altro Happy-hour ma non in piazza<br />

Maggiore e per loro ma lì, al palasport e solo per noi, magari – com’era<br />

successo in gara due- coinvolgendo ancora il nostro pullman<br />

con tutta la squadra e facendoci circondare a mezzanotte passata<br />

dall”AFFETTO” di tutti i loro tifosi schierati fuori del Palamalaguti,<br />

magari insieme alla celere e ai carabinieri…<br />

Quelli, volevano vincere, altro che i ‘venti punti di differenza’<br />

di Sabatini!!!<br />

Non ci siamo cascati – come voleva il Giemme – abbiamo giocato<br />

una gara tremenda, una vera finale e abbiamo vinto: siamo<br />

Campioni d’Italia!<br />

Meritatamente, ce lo riconoscono tutti... Anche quelli, ed erano in<br />

tanti, che il venerdi di gara due a Bologna sia prima che dopo la partita<br />

ci hanno salutato ed osannato dalle strade della città , bandiere al<br />

vento e grandi sbracciamenti…. Ma erano quelli della Fortitudo!!!<br />

■ La notte prima della vittoria finale se n’è andato per sempre Giuliano<br />

Nerli, dell’Aquila.<br />

Non ha potuto gioire per il secondo scudetto, Lui che – mensanino<br />

doc – per il primo tricolore aveva provato una gioia immensa che gli<br />

aveva ridato – mi disse – un po’ di quell’energia e di quella salute<br />

sempre più compromesse. Aveva saputo però della vittoria a Bologna<br />

e delle imprese precedenti con Roma ed in sua rappresentanza le<br />

nipotine adorate avevano saltato sul parquet dopo le partite senza fine.<br />

Ora ci guarda dall’alto gioire dietro al biancoverde ed al tricolore<br />

e senz’altro starà organizzando –Lui, infaticabile organizzatore<br />

di pullman al seguito della Mens Sana per generazioni e generazioni<br />

di tifosi della palla al balzello- una nuvola (i pullmans in quel<br />

posto – meno male – viaggiano poco!) che, la sera della cena celebrativa<br />

della vittoria, porterà sopra di noi tutti quei senesi che di<br />

lassù continuano a seguirci amarci e proteggerci.<br />

Fateci caso, quella notte e ascoltate: se una nuvoletta passerà vicino<br />

alla luna sopra il palasport ...sono loro che, insieme a noi, guardano<br />

e contenti cantano ‘la Verbena’!!!<br />

Ciao, Boss-Giuliano! Sit tibi terra levis!... e Forza Mens Sana!<br />

Buon Palio a tutti!<br />

specialescudetto due<br />

47


49<br />

Lorenzo D’Ercole: pronto.<br />

Per un ragazzo come lui un’avventura come quella vissuta<br />

quest’anno sarebbe già un premio. Lo scudetto impreziosisce<br />

ancor di più la sua presenza in organico, ma<br />

per quanto limitato il suo impegno, non possiamo non<br />

evidenziare come in più di una occasione si sia fatto trovare<br />

pronto al momento dell’impegno e questo è un segnale<br />

di positiva reattività che lo segnala per il futuro<br />

come un soggetto di un certo interesse.<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


mps,<br />

rudisimonelli<br />

un po’<br />

merckx<br />

un po’<br />

lakers<br />

2004<br />

2007<br />

Immerso nel silenzioso rumore di una lunga autostrada, mi rivedo<br />

passar davanti l’emozione di questo grande basket. Se devo<br />

proprio raccontarlo da lontano qual posto migliore di un lungo<br />

viaggio in una meditante corsia? Dietro al caffè mattutino arrivano<br />

le firme di tutti gli autorevoli cronisti, due o tre colonne, tabellini<br />

e foto che suggellano la memoria del trionfo. Chi ci ha dato frasi<br />

memorabili in questi giorni? Chi ha colto attimi decisivi? Ecco il<br />

tempo di scegliere 5 punti<br />

1) Corriere dello <strong>Sport</strong> Stadio, dopo la vittoria a Cantù in gara 2<br />

dei quarti di finale: “Cannibali. Come in stagione regolare...Toscani<br />

cannibali e incredibili, capaci di passare oltre<br />

specialescudetto due<br />

50


come un rullo compressore anche a difficoltà<br />

non da poco” Questa mi era piaciuta.<br />

Nello sport questo soprannome<br />

era stato affidato a Eddy Merckx, il secondo<br />

campionissimo dopo Fausto<br />

Coppi. Voleva vincere sempre non mollava<br />

mai. Fra Giro e Tour 10 vittorie, 7<br />

Milano Sanremo 3 mondiali oltre 500<br />

gare vinte. Se ci pensiamo bene questa<br />

MPS è stata un po’ Merckx. Record di<br />

punti, 60, per il campionato a 18 squadre,<br />

mai nessuno arrivato ai play off con<br />

14 punti di vantaggio sulla seconda.<br />

Vinte 20 delle ultime 21 partite. Sempre<br />

vittoriosa nei play off in trasferta. Mi ha<br />

ricordato i grandissimi Lakers del 2001,<br />

quando vinsero le ultime 8 di stagione<br />

regolare, 3 a 0 il primo turno playoffs, 4<br />

a 0 la semifinale sui fortissimi cugini di<br />

Sacramento, 4 a 0 la finale di conference<br />

nientemeno che sugli Spurs di Duncan,<br />

oggi campioni. Persero solo una gara,<br />

gara1, nella finale con i Sixers e proprio<br />

in casa. Come la MPS che ha perso una<br />

sola gara, gara 1 in casa con Roma.<br />

2) Dopo la clamorosa gara 3 con Roma,<br />

Tuttosport mette una foto di Carraretto<br />

che batte Stefansson in uno contro uno.<br />

I ragazzi sono stati una grande famiglia,<br />

nella quale anche le riserve come Carraretto<br />

hanno dato apporti importanti,<br />

per non parlare delle perle di minuti giocati<br />

da Stefanov in gara 4 a Roma. Il<br />

tutto ha contribuito a sfatare i due grandi<br />

tabù di questi anni, Roma e Napoli, rappresentati<br />

appunto da Stefansson, che ci<br />

condannò l’anno scorso a Siena quando<br />

giocava nel Napoli e che ci condannò<br />

quest’anno all’ultimo secondo in regular<br />

season giocando a Roma.<br />

3) Un lettore di Gazzetta.it subito dopo<br />

gara 2 con la Virtus Bologna, scrisse<br />

che questi sono stati i playoffs di chi<br />

non sa perdere, in riferimento alle patetiche<br />

scenate dell’allenatore Virtussino..<br />

In effetti anche precedentemente<br />

avevamo avuto la stessa impressione<br />

con Repesa che dopo l’eliminazione<br />

aveva fatto riferimento a decisioni arbitrali<br />

e numero di tiri liberi favorevoli,<br />

a suo dire ai colori biancoverdi. Ed<br />

ecco allora che Chiabotti sulla Gazzetta<br />

scrive che una delle ragioni del successo<br />

di Siena è stata il saper perdere.<br />

“ha digerito sconfitte tremende come<br />

quella in semifinale di Coppa Italia…senza<br />

mai cercare scuse”. Che<br />

gran cosa! Vorrei ricordare agli amici<br />

bolognesi come questo sia un riconoscimento<br />

di cui questa squadra, capitanata<br />

da Simone Pianigiani, va<br />

certamente orgogliosa. Di sconfitte tremende,<br />

se permettete ne abbiamo digerite<br />

qualcuna, cari amici Romani. Voi<br />

non c’eravate nemmeno quando il nostro<br />

eroe nel lontano 1979 sbagliava da<br />

sotto a tre secondi dalla fine in contropiede<br />

dopo aver rubato palla togliendoci<br />

a conti fatti quella che sarebbe<br />

stata una possibile prima semifinale<br />

scudetto, voi eravate improvvisamente<br />

diventati adulti quando nel 1984 suc-<br />

specialescudetto due<br />

51<br />

cesse il finimondo e da sicuri promossi<br />

in A1 in una manciata di mesi siamo<br />

precipitati nel buio della B. E quando<br />

appena tornati in A1, nella primavera<br />

del 92, passammo dalla gioia della salvezza<br />

alle lacrime della retrocessione<br />

in 5 minuti voi invece ci guardavate<br />

tutti dall’alto con sogni di gloria. Ora<br />

senza, eccessi, senza andare a rompere<br />

i seggiolini nei palasport altrui (come<br />

accaduto ad altri ancora nella finale<br />

scudetto 2000) ci siamo solo goduti la<br />

nostra festa, applaudendo persino la<br />

grande gara tre fatta dalla Virtus.<br />

4) Andrea Sbardellati ha colto, il giorno<br />

dopo, una frase scappata a Pianigiani e<br />

riportata sul Corriere dello <strong>Sport</strong>:<br />

“Forse la miglior Mens Sana di sempre”.<br />

Senza forse aggiungiamo noi.<br />

Questa è stata davvero la miglior Mens<br />

Sana di tutti i tempi, non per la forza<br />

dei singoli, ma per il gioco di squadra.<br />

Punto e Basta.<br />

5) Alla fine un piccolo applauso a <strong>Mese</strong>sport.<br />

Nel numero di maggio aveva<br />

dato il voto più alto 8,5 alla Virtus Bologna<br />

fra le pretendenti al titolo, e<br />

quella ci siamo trovati in finale. Precedentemente,<br />

in inverno, aveva indicato<br />

come Roma avrebbe avuto bisogno di<br />

due acquisti per diventare competitiva;<br />

detto fatto arrivarono Lorbek e Stefansson<br />

e abbiamo visto tutti quanto ancora<br />

ci abbia fatto tremare. Analisi<br />

azzeccate e competenti.


Rimantas Kaukenas: chirurgico.<br />

Su Kaukenas si concentrava una delle operazioni più complicate<br />

del progetto 2006/07 della Montepaschi. Uscire dal quintetto base<br />

con un ruolo di prima punta assoluta, per riconvertirsi in un sesto<br />

uomo, di lusso, ma pur sempre panchinaro, è un processo tanto<br />

ambizioso, quanto difficile. È vero che la storia ci dice che spesso<br />

questo passaggio determina vantaggi cospicui, in caso di successo,<br />

sia per la squadra che per il giocatore stesso, ma è necessario il totale<br />

coinvolgimento del diretto interessato, che deve sacrificare<br />

certo molto di sé stesso. E questo è quanto è capitato a Kaukenas,<br />

che ha sofferto come lui stesso ha ammesso all’inizio, ma che<br />

con il passare del tempo ha intuito tutti i vantaggi che derivavano<br />

da questa particolare intuizione tattica di Pianigiani. Nel momento<br />

dell’uscita dalla panchina, Kaukenas ha sempre fornito quella accelerazione<br />

che non solo manteneva inalterato l’impatto del quintetto<br />

senese in campo, ma anzi vi sommava tutto il suo repertorio<br />

offensivo, che depurato di ogni forzatura, ne ha fatto un concentrato<br />

di statistiche altissime.<br />

Il premio quale miglior giocatore della serie finale è il giusto riconoscimento<br />

per l’abnegazione dimostrata e se c’è un desiderio<br />

da esprimere in questo momento è quello di poterlo ancora applaudire<br />

il prossimo anno in maglia biancoverde.<br />

53<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


andreasbardellati un’orchestra<br />

senza stonature<br />

2004<br />

2007<br />

54


Un concerto in cui ogni orchestrale ha saputo interpretare al meglio il proprio strumento. La sinfonia<br />

ha emozionato i tifosi in un crescendo entusiasmante che ha regalato a Siena la gioia del secondo<br />

scudetto della storia della gloriosa Mens Sana Basket. Ognuno dei componenti dello staff,<br />

guidati sapientemente dal direttore d'orchestra Ferdinando Minucci, può vantarsi di avere contribuito<br />

alla conquista di un pezzettino di quel triangolino che ha confermato il basket senese ai vertici nazionali<br />

oltre che sicuro protagonista il prossimo anno in Eurolega dove vuole arrivare più in alto possibile.<br />

Appena chiusa una parentesi trionfale, si apre dunque una nuova sfida per difendere il tricolore<br />

e portare di nuovo Siena nel più luminoso e prestigioso palcoscenico europeo.<br />

Un modo estremamente stimolante per gestire il budget messo a disposizione della Montepaschi,<br />

le cui fila sono quotidianamente seguite dallo stesso Minucci, general manager, direttore<br />

generale e vice presidente vicario della struttura societaria presieduta da Roberto Morrocchi.<br />

Fanno parte del consiglio di amministrazione Romano Rossi, Cesare Lazzeroni, Giorgio Maggiorelli,<br />

Paola Serpi e Luca Anselmi, quest'ultimo con il compito di amministratore delegato. Il<br />

collegio sindacale è formato da Giorgio Moscadelli, Graziano Costantini e Roberto Lusini.<br />

Queste, in rapida successione, tutte le altre figure della struttura:<br />

Prima squadra<br />

Allenatore Simone Pianigiani<br />

Vice-Allenatore Luca Banchi<br />

Assistenti Alessandro Magro<br />

Giulio Griccioli<br />

Magazziniere Marco Fuochi<br />

Segretario Generale Olga Finetti<br />

Direttore <strong>Sport</strong>ivo Jacopo Menghetti<br />

Team Manager Matteo Borsi<br />

Preparatore Atletico Maurizio Forconi<br />

Sandro Bencardino<br />

Medico Sociale Giovanni Maria Vassallo<br />

Gilberto Martelli<br />

Jacopo Calciolari<br />

Massaggiatori Filippo Borghi<br />

Mirko Machetti<br />

Osteopata Paolo Valacchi<br />

Addetto agli Arbitri Antonio Tasso<br />

Addetto Stampa Cristiana Mastacchi<br />

Matteo Tasso<br />

Pubbliche Relazioni Cristiana Mastacchi<br />

Fabrizio Stelo<br />

Responsabile Rosanna Mereu<br />

sistemi informatici<br />

Segreteria Marco Cubattoli<br />

Serena Marchi<br />

Collaboratori Bruno Sorbi<br />

Joanna Martin<br />

Autisti Nedo Ceccarelli<br />

Mario Cioni<br />

Biglietteria Oscar De Agostino<br />

Servizio di Sicurezza Maurizio Lissi<br />

Marketing e Pubblicità Agenzia Best Solutions<br />

Ufficio Immagine Federica Minucci<br />

e Promozione Pierluigi Zagni<br />

Marco Fuochi<br />

Erica Perugini<br />

Vincenzo Federico<br />

Chiara Grossi<br />

Statistiche Alberto Collet<br />

Stefano Galli<br />

Paolo Ridolfi<br />

Andrea Galli<br />

Francesco Berni<br />

Roberto Benocci<br />

Riccardo Gatti<br />

Francesco Caratelli<br />

Speaker Alessandro Marchini<br />

Addetto al campo Paolo Vettori<br />

Collaborazione Serafino Carta<br />

medica esterna<br />

A queste figure vanno poi aggiunte 50 maschere,<br />

7 cassieri, 30 hostess e naturalmente le 11 applauditissime<br />

Cheerleaders.<br />

55<br />

Settore Giovanile:<br />

Resp. Organizzativo Marcello Billi<br />

Resp. Tecnico Giulio Griccioli<br />

Allenatori Giulio Griccioli<br />

Alessandro Magro<br />

Giorgio Brenci<br />

Federico Campanella<br />

Andrea Landini<br />

Francesco Borsi<br />

Accompagnatori Marcello Billi<br />

Giuseppe Galasso<br />

Giancarlo Benincasa<br />

Mario Bruni<br />

Marco Valenti<br />

Emilio Semplici<br />

Renato Cafaro<br />

Massimo Chiantini<br />

Marfisa Guidolotti<br />

Stefano Milanesi<br />

Mario Papi<br />

Michele Piattellini<br />

Alessandro Toscano<br />

Medico Gilberto Martelli<br />

Jacopo Calciolari<br />

Cosetta Meniconi<br />

Preparatore atletico Sandro Bencardino<br />

Massaggiatore Mirko Machetti<br />

6 squadre per un totale di 122 atleti tesserati<br />

■ Squadra Under 18 Eccellenza: 15 atleti<br />

■ Squadra Under 16 Eccellenza: 12 atleti<br />

■ Squadra Under 16 Open 16 atleti<br />

■ Squadra Under 14 Eccellenza: 14 atleti<br />

■ Squadra Under 13: 14 atleti<br />

■ Squadra Esordienti: 16 atleti


Rodolfo Rombaldoni: una garanzia.<br />

Già, in campo lo abbiamo visto poco, anche se lui la sua parte l’ha fatta nella<br />

partita più importante dell’anno quella di gara 3 contro Roma. La garanzia<br />

è che lui nei grandi successi c’è spesso, ad Atene con la Nazionale per l’argento<br />

olimpico, a Bologna sponda Fortitudo con lo scudetto due anni fa e<br />

ora il bis con la Montepaschi. A parte il ruolo di porta fortuna, Rombaldoni<br />

ha messo a disposizione della squadra la sua esperienza e la sua professionalità,<br />

arricchendo un palmares che diventa sempre più prestigioso.<br />

57<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


giuseppenigro il coraggio<br />

di rialzarsi<br />

sempre<br />

specialescudetto due<br />

58<br />

2004<br />

2007


Dove sta scritto che la Mens Sana di<br />

quest’anno non ha mai vissuto momenti<br />

di difficoltà?<br />

Rendendo i dovuti ringraziamenti<br />

allo staff atletico e medico, oltre che alla<br />

sorte, se non ci sono stati infortuni importanti<br />

e intoppi di carattere fisico, sul<br />

campo ci sono state battute di arresto<br />

che potevano infrangere la fiducia di una<br />

corazzata. Ma non di questo gruppo, che<br />

ha saputo mimetizzarle grazie alla capacità<br />

di ripartire immediatamente, più carico,<br />

forte anche delle lezioni apprese<br />

lungo il percorso. Che sono state poche,<br />

pochissime, e dunque proprio per questo<br />

evidentemente messe a frutto al massimo,<br />

visto il risultato finale.<br />

Che ci si vuole fare, è la psicosi del<br />

neo: di fronte a un foglio bianco si è capaci<br />

di vedere le uniche due macchioline<br />

di inchiostro, piuttosto che pensare al<br />

candore della pagina. E così è stato nel<br />

percorso di avvicinamento della Montepaschi<br />

al trionfo del 17 giugno: grande<br />

squadra, ottimo ruolino di marcia – dicevano<br />

– ma sbaglia le partite importanti,<br />

Kazan e la semifinale di Coppa<br />

Italia sono lì a dimostrarlo. Erano le perplessità<br />

degli addetti ai lavori, ma va<br />

detto, anche in città c’era chi lo temeva.<br />

A proposito di macchie nere e di fogli<br />

bianchi, Siena a volte sa essere senza vie<br />

di mezzo, e senza gradazioni di grigio:<br />

c’è solo il bianco e il nero, come nella<br />

Balzana, simbolo della città.<br />

Non è questione adesso di mettersi a<br />

posteriori a rinfacciare perplessità, sarebbe<br />

banale e inutile. È che già in partenza<br />

era sbagliato il presupposto: chi<br />

l’ha detto che quell’andata dei quarti di<br />

Uleb e quella semifinale con Treviso<br />

erano le uniche partite importanti che la<br />

Mens Sana aveva giocato? Intanto lì bisognava<br />

saperci arrivare, e non era scontato<br />

superare il primo turno, sia in<br />

Europa che alle Final Eight: la storia<br />

biancoverde anche abbastanza recente è<br />

lì a dimostrarlo.<br />

Ma importanti erano stati anche molti<br />

scontri diretti vinti durante la stagione,<br />

dalle imprese a Mosca e a Berlino in<br />

coppa, poi a Milano, a Napoli, a Bologna<br />

e a Treviso in campionato, per trascurare<br />

l’imbattibilità casalinga in<br />

regular season. Di gare importanti la<br />

Montepaschi ne aveva vinte tante, semplicemente<br />

ne aveva sbagliate un paio,<br />

o almeno una e pezzettino, certo importanti<br />

ma non le uniche giocate. E lì subentra<br />

la psicosi del neo: più facile<br />

vedere la singola macchia che accorgersi<br />

del candore del foglio.<br />

Ma la nota più confortante era stato<br />

vedere come questo gruppo aveva saputo<br />

ripartire ogni volta. Dopo lo scivolone<br />

degli ultimi cinque minuti con la<br />

Benetton, la Montepaschi andò a Teramo<br />

a vincere di 21, con un terzo<br />

quarto (ah, la zona Pianigiani) di 31-11!<br />

E dopo il -30 di Kazan (“non abbiamo<br />

giocato e non sappiamo spiegarci perché”<br />

la ricordano ancora oggi i ragazzi)<br />

arrivò la vittoria al supplementare nella<br />

bolgia di Napoli, in una situazione simile<br />

a quella che era costata il ko con<br />

Treviso, seguito da un successo netto su<br />

Varese. Forse non sempre incantando,<br />

ma sicuramente rialzandosi.<br />

Per questo quando le difficoltà si<br />

sono presentate per davvero, e con esse<br />

specialescudetto due<br />

59<br />

gli spettri di un baratro immeritato e irrazionale,<br />

il gruppo nel momento più<br />

importante della stagione ha saputo tirare<br />

fuori risorse che a un occhio attento<br />

non potevano risultare sorprendenti e<br />

inaspettate. Ed è dopo quel -14 anche<br />

abbastanza netto in gara-uno con Roma<br />

che questa Mens Sana ha costruito lo<br />

scudetto. Due vittorie nella Capitale, una<br />

dominando e l’altra travolgendo i padroni<br />

di casa. E nel mezzo quella splendida<br />

roulette russa dei tre supplementari<br />

in gara-tre con la Lottomatica, che come<br />

ogni lotteria poteva finire in qualsiasi<br />

modo, ma solo una squadra in salute poteva<br />

essere in grado di condurre quel<br />

rodeo senza farsi disarcionare. E lì si è<br />

vinto il Tricolore.


Vrbica Stefanov:<br />

ultimo, ma non ultimo. Un’operazione<br />

quella di Stefanov, che da altre parti è stata francobollata<br />

come un amarcord quasi patetico,<br />

tanto da suscitare ilarità. La sorte ha trasformato<br />

invece il suo arrivo in una felice intuizione<br />

di Pianigiani e Minucci, oltre a diventare un ulteriore<br />

tributo ad un personaggio che è entrato<br />

da tempo nel cuore degli appassionati senesi.<br />

La sua parentesi sul parquet del Palaeur è uno<br />

dei tanti passaggi significativi che confluiscono<br />

nella marea di sensazioni che si porta dietro la<br />

conquista dello scudetto e Vrbica, senza rubare<br />

nulla, può fregiarsi di essere l’unico a mettere la<br />

sua firma su entrambi gli scudetti senesi.<br />

61<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


claudiocoli i singoli<br />

attraverso<br />

il linguaggio<br />

dei numeri<br />

2004<br />

2007<br />

Che questa sia stata la stagione dei record e<br />

delle grandi vittorie è ormai noto a tutti, ma<br />

proviamo ad analizzare nel dettaglio le cifre e<br />

i numeri di questo grande traguardo raggiunto<br />

dalla MPS, giocatore per giocatore:<br />

JOSEPH FORTE. Il talento sfornato da North Carolina,<br />

atteso alla stagione del rilancio dopo anni<br />

di anonimato fra la<br />

Grecia e le minors<br />

americane, ha prodotto<br />

un’annata esaltante,<br />

dimostrandosi<br />

un cocktail micidiale<br />

di classe, talento ed<br />

eleganza. In stagione<br />

regolare ha sprigionato<br />

tutto il suo arsenale e si è imposto come<br />

una delle miglior guardie della lega: 14,4 punti,<br />

42,9 % da due (qualche forzatura ma lampi di<br />

classe notevoli), 41,6% da tre, l’84,2 % ai liberi<br />

e un buon disimpegno anche nel ruolo di play<br />

dove ha mostrato una progressiva immedesimazione,<br />

simbolo i 2,7 assist smistati nel corso<br />

della stagione regolare. Anche nei play-off l’apporto<br />

è stato di alto livello, con 16 di media,<br />

47,6% da due, il 38% da tre e i canestri vincenti<br />

nelle gare che più contavano.<br />

TERRELL MCINTYRE. Il play-tascabile di Fayetteville,<br />

MVP della stagione regolare, forse il giocatore<br />

più determinante della squadra. Ecco i<br />

suoi numeri: 13,5<br />

punti, 62% da due,<br />

40% da tre, 4 assist, e<br />

prestazioni pazzesche<br />

nei match decisivi grazie<br />

al tiro da tre mortifero<br />

e le penetrazioni<br />

fulminee a canestro.<br />

Nei play-off è nuovamente<br />

un fattore, sia con i punti (per esempio 22<br />

in gara1 con le Vu nere) sia con gli assist, come<br />

in gara2 a Bologna (9), per un totale di 13 punti,<br />

55% da due, 34% da tre, e 5,9 assist.<br />

LONNY BAXTER. Il centrone ex NBA, arrivato<br />

a Siena in ritardo per via delle note schermaglie<br />

con la giustizia USA, è apparso per tutta la<br />

stagione regolare un<br />

po’ avulso dal gioco<br />

mensanino, pur mostrando<br />

apprezzabili<br />

qualità, come la possanza<br />

fisica, mano<br />

educata e tecnica. Discreto<br />

impatto in attacco,<br />

con 7,6 punti di<br />

media e il 66% da due; qualche problema ai liberi,<br />

solo il 60%, e a rimbalzo, 4,2. Ai play-off<br />

però si è visto un altro Baxter e le cifre lo dichiarano:<br />

9,1 punti, 74% da due, e una presenza<br />

spesso maggiormente incisiva contro le<br />

batterie di lunghi avversari, soprattutto nella<br />

serie con Roma, dove è stato spesso un grattacapo<br />

per coach Repesa.<br />

VLADIMER BOISA. Al secondo anno in canotta<br />

biancoverde, il lungo georgiano con passaporto<br />

sloveno ha avuto sempre meno spazio diventando<br />

un prezioso<br />

cambio. Le cifre certo<br />

sono impietose: 3,9<br />

punti, 2,1 rimbalzi,<br />

2,6 di valutazione e<br />

solo 40% ai liberi,<br />

nella stagione regolare,<br />

non meglio nei<br />

play-off (2,8 punti,<br />

1,6 rimbalzi) ma non dicono dell’impegno e<br />

dell’abnegazione del giocatore, sempre positivo<br />

nell’atteggiamento e comunque utile in<br />

certe partite, grazie alla difesa e al cuore. Ma<br />

un certo rimpianto c’è, sapendo che, prima di<br />

venire a Siena, Boisa era uomo da 15,8 punti e<br />

6,3 rimbalzi in Eurolega a Lubiana…<br />

BENJAMIN EZE. Grandiosa la stagione di Ben,<br />

che ha fatto dei progressi enormi, diventando<br />

un muro invalicabile e di potenza inaudita. Onnipresente<br />

in difesa, stoppate da urlo capaci di<br />

specialescudetto due<br />

62<br />

demoralizzare qualsiasi giocatore, mobilità e<br />

velocità stupefacente per un giocatore della sua<br />

stazza. Finalmente<br />

continuo per tutta la<br />

stagione, con 7,5<br />

punti, 6,7 rimbalzi,<br />

1,6 stoppate e 13 di<br />

valutazione, la sua<br />

squassante fisicità è<br />

esplosa fragorosa nei<br />

play-off, dove ha collezionato<br />

8,2 punti col 67% da due, 5,8 rimbalzi<br />

e le solite stoppate ed è stato pressoché<br />

fondamentale per la vittoria finale.<br />

MARCO CARRARETTO. Se la Mens Sana ha<br />

vinto di nuovo il tricolore<br />

lo deve anche a<br />

lui, che di ritorno<br />

dalla Spagna ha giocato<br />

durante la stagione<br />

molto poco, ha<br />

sofferto, ma quando<br />

contava, (leggi la<br />

emozionante gara3 a<br />

Siena contro Roma, vinta dopo 3 supplementari,<br />

11 punti in 18 minuti e le bombe decisive)<br />

si è fatto trovare pronto e ha messo il suo mattoncino<br />

importantissimo. Le cifre: 2,8 punti col<br />

40,8 da tre e la solita applicazione in difesa.<br />

ROMAIN SATO. Il giocatore centrafricano ex<br />

San Antonio Spurs, è stato un altro dei condottieri<br />

mensanini verso il tricolore. Anche lui partito<br />

come una grande scommessa, si è<br />

dimostrato un’ala di fortissimo impatto fisico,<br />

di duttilità e potenza<br />

devastanti. In campionato<br />

13,1 punti e<br />

6,3 rimbalzi e un bel<br />

15,2 di valutazione,<br />

nei playoff ancora più<br />

determinante, con<br />

14,4 punti, 56,9 da<br />

due, il 40% da tre e


en 7,1 rimbalzi, difesa tremenda (museruola a<br />

Bodiroga nella serie con Roma) doppie doppie<br />

a ripetizione e dei salti a rimbalzo capaci di lasciare<br />

a bocca aperta chiunque (chiedere al<br />

pubblico del Palamalaguti).<br />

e 1,3 punti di media.<br />

LORENZO D’ERCOLE.<br />

In una squadra come<br />

dodicesimo, il giovane<br />

play del vivaio<br />

biancoverde ha maturato<br />

esperienza e<br />

qualche numero,<br />

come le 13 partite<br />

giocate in campionato<br />

RIMANTAS KAUKENAS. Il sesto uomo dell’anno,<br />

un cecchino infallibile, una sentenza:<br />

si sprecano gli appellativi per il lituano, che<br />

dopo la scorsa stagione in cui giocava da solo<br />

e si sobbarcava tutte<br />

le responsabilità offensive<br />

per finire stremato<br />

ai playoff, ha<br />

accettato di uscire<br />

dalla panchina, e il<br />

rendimento è lievitato<br />

clamorosamente: 16,8<br />

di media, 61,4 % da<br />

due, 41,5% da tre, 82% ai liberi e 17 di valutazione…I<br />

numeri parlano da soli, anche quelli<br />

ai playoff, dove è stato a ragione nominato<br />

MVP delle finali: 16 di media, 53,5 dal campo,<br />

57,1 da tre, 90% ai liberi, e alcune partite,<br />

come gara2 e gara3 con Bologna da antologia,<br />

con una capacità unica di trovare il canestro e<br />

non sbagliare mai i tiri decisivi.<br />

RODOLFO ROMBALDONI. Arrivato a Siena nell’ambito<br />

dello scambio con Datome con Scafati,<br />

l’esperto play ex Reggio Calabria e<br />

Fortitudo non ha praticamente mai giocato,<br />

solo 5 gare in regular season (1 punto di media)<br />

specialescudetto due<br />

63<br />

e qualche secondo nei<br />

play-off (0,7 punti),<br />

ma ha aiutato la squadra,<br />

alzato la qualità<br />

degli allenamenti e si<br />

è reso utile quando<br />

chiamato in causa.<br />

VRBICA STEFANOV. Di lui non possiamo giudicare<br />

le cifre, poiché ha giocato solo una partita,<br />

gara4 a Roma nei<br />

play-off (10 punti,<br />

regia immacolata e alcuni<br />

canestri stupendi<br />

dedicati ai tifosi in<br />

curva), ma ammirarne<br />

l’immutato talento, il<br />

carisma e l'innata leadership<br />

mostrata nuovamente<br />

in quell’occasione, come se da questa<br />

squadra non se ne fosse mai andato.<br />

LUCA LECHTHALER. Rientrato dopo un positivo<br />

biennio in Legadue, il centro forgiato dallo<br />

stesso Pianigiani nelle giovanili biancoverdi ha<br />

fatto bene nel ruolo di<br />

quinto lungo, rendendosi<br />

utilissimo (vedi<br />

la marcatura a suon di<br />

sportellate con Blair<br />

contro Milano per<br />

esempio) soprattutto<br />

in campionato, con<br />

0,8 punti e 0,7 rimbalzi<br />

e l’impressione che con più spazio a disposizione<br />

potrebbe diventare un lungo ancora<br />

più solido e completo.<br />

SHAUN STONEROOK. Il capitano è una specie<br />

rara da trovare su un campo di basket. Playguardia-ala-centro:<br />

Shaun sa fare tutto, dai<br />

punti ( 7,4 in regular season, 86,8 in campionato)<br />

al portare palla, dal leggere il gioco a<br />

prendere rimbalzi (5,3 in campionato, 7,4 nei<br />

playoff), fino a tirare<br />

da tre da ogni posizione<br />

(incredibile il<br />

45,7% nelle triple).<br />

Una costante, una sicurezza<br />

per tutto la<br />

stagione, un collante<br />

insostituibile, spesso<br />

silenzioso ma decisivo<br />

per le dinamiche del gruppo.


Luca Lechthaler: roccioso.<br />

Per il pivot di Mezzocorona valgono le parole spese per<br />

D’Ercole. Anche per lui le occasioni per farsi vedere non<br />

sono state moltissime, ma in alcune situazioni (vedi ad<br />

esempio il corpo a corpo con Blair) Lechthaler ha dimostrato<br />

che le sue qualità fisiche possono tornare comode<br />

per il futuro ed anche in allenamento la sua presenza ha<br />

voluto dire moltissimo per garantire l’intensità giusta alla<br />

squadra. È logico che a differenza di D’Ercole il lavoro che<br />

aspetta Lechthaler è soprattutto tecnico, ma l’esempio di<br />

Eze, con i suoi enormi progressi, deve essere uno stimolo<br />

importante per il giovane pivot.<br />

65<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


gilbertomartelli dietro le quinte<br />

2004<br />

2007<br />

Avevo detto basta alla mia collaborazione con<br />

questa nostra rivista in occasione del numero speciale<br />

per la conquista dello scudetto 2004, perché<br />

pensavo che non ci sarebbe stato un momento migliore…ma<br />

ora è ritornata la voglia e l’occasione.<br />

Abbiamo scritto “due” sul triangolino verdebianco-rosso,<br />

abbiamo vinto un altro scudetto dominando<br />

stagione regolare e play-offs e allora è<br />

tornata la motivazione a celebrare, è tornata quella<br />

voglia di “numero unico” che avevo perso da un<br />

po’ di tempo. Credo che sia quindi doveroso prendere<br />

le parti di tutti quelli che mi sono stati intorno<br />

in questa galoppata trionfale della stagione 2006-<br />

2007, aggiungendo anche, come è mia abitudine,<br />

qualcosa di personale.<br />

Questa stagione era iniziata per me in maniera<br />

anomala rispetto agli altri anni (era al via il mio<br />

23° campionato da medico sociale), perché dovevo<br />

cercare di affogare nel lavoro il dolore di<br />

un luglio tremendo, in cui è venuta a mancare<br />

mamma Minnie, che ha lavorato tutta la vita per<br />

la Mens Sana e sempre da dietro le quinte. E da<br />

qui sono ripartito, con vecchi e nuovi collaboratori,<br />

cercando tutti di dare il meglio, come e meglio<br />

di prima. In effetti il gruppo era davvero<br />

speciale, tutti in queste pagine avranno parole di<br />

celebrazione per i veri <strong>protagonisti</strong> di questa magica<br />

avventura, da Simone a Banchi e Magro, da<br />

Ferdinando ai giocatori, dal Morrocchi alle Istituzioni.<br />

Io ho pensato invece di dedicare qualche<br />

riga al mio staff e a tutti quelli che, lontano dai ri-<br />

flettori, hanno portato piccoli mattoncini per la<br />

costruzione di questo nostro secondo sogno.<br />

Anzitutto un plauso a Gian Maria Vassallo, fisiatra<br />

e medico sportivo, amico e collega di raduni<br />

con la Nazionale di Carlo Recalcati, il<br />

coach del nostro primo scudetto: è venuto a<br />

Siena dalla scorsa stagione e si è sobbarcato lunghi<br />

viaggi quasi ogni settimana dalla sua Genova,<br />

oltre che tante trasferte in Italia e in<br />

Europa, e trova oggi un risultato prestigioso<br />

anche nel basket, dopo gli scudetti di calcio<br />

(Sampdoria) e pallanuoto (Recco). A lui si è affiancato<br />

quest’anno anche Jacopo Calciolari, ex<br />

giocatore del nostro settore giovanile e aspirante<br />

medico sportivo, che lo scorso anno ha trovato<br />

al debutto il suo primo scudetto con gli juniores<br />

e questa stagione ha coronato l’esordio in prima<br />

squadra con la vittoria finale. Noi tre abbiamo<br />

quindi formato un team medico vincente, che si<br />

è integrato al meglio con tutti gli altri componenti<br />

del nostro staff.<br />

Per primo è doveroso celebrare il grande lavoro<br />

di Filippo Borghi, il nostro instancabile fisioterapista,<br />

al secondo anno in prima squadra<br />

dopo aver vinto uno scudetto giovanile, che ha<br />

trovato modo di mettere da parte la sua passione<br />

per il mare e per le foto subacquee per dedicarsi<br />

alla cura dei piccoli e grandi acciacchi che abbiamo<br />

avuto nella stagione grazie ai tanti strumenti<br />

di terapia di cui disponiamo alla Mens<br />

Sana e all’acqua della piscina della Performance,<br />

specialescudetto due<br />

66


anche se devo dire che tutto è andato abbastanza<br />

bene e che per nostra fortuna o bravura<br />

non ci sono stati grandi infortuni o problemi.<br />

Vorrei però solo ricordare qui il grande recupero<br />

di T-Mac dopo il trauma muscolare di gara<br />

3 con Roma: grazie alla dedizione di Pippo e<br />

alla volontà del “nanetto”, abbiamo di nuovo<br />

avuto il Piccolo Grande Uomo brillante e pimpante<br />

in gara 1 con Bologna dopo soli sei<br />

giorni, permettendo comunque all’altro nostro<br />

grande play, Stefanov, una sola ma decisiva apparizione<br />

con la nostra maglia, per poter essere<br />

celebrato oggi come l’unico con noi sempre<br />

vincente. Grande mano ce l’ha data anche Paolo<br />

Valacchi, per tutti il Banana, che tutte le sere è<br />

arrivato, in divisa o in ciabatte, a curare le<br />

schiene dei nostri giocatori con grande rispetto<br />

e professionalità, come si conviene ad uno che<br />

fa parte da anni della nostra famiglia e di tutte<br />

le nostre recenti vittorie. Mirko Machetti, infine,<br />

dopo lo scudettino dello scorso anno, si è<br />

alternato negli spogliatoi agli altri due per fasciare<br />

e trattare grandi e piccoli, dagli allievi<br />

alla prima squadra, nei momenti del bisogno,<br />

con grande umiltà e capacità.<br />

Voglio infine tributare il giusto riconoscimento<br />

al grande lavoro dei preparatori atletici,<br />

che ha permesso ai nostri giocatori di avere<br />

sempre terzi quarti e finali di partita da urlo:<br />

Maurizio Forconi, anche lui un altro della “famiglia<br />

vincente dell’ultimo lustro”, ha dato<br />

tutto se stesso, spalla operata compresa, al dosaggio<br />

dei carichi di lavoro in sala pesi per i nostri<br />

atleti, mentre Sandro Bencardino sente oggi<br />

di più il raggiungimento di questo nostro traguardo,<br />

perché, dopo i tanti scudetti giovanili,<br />

in questa stagione ha trovato sul campo il coronamento<br />

dei suoi sforzi a favore dei nostri<br />

grandi atleti.<br />

I ringraziamenti finali poi comprendono tutti<br />

i personaggi che hanno fatto grande la nostra<br />

squadra da dietro le quinte come Jacopo e Matteo,<br />

Olga e Cristiana, Rosanna, Federica e il suo<br />

gruppo, Antonio e Matteo Tasso, il tuttofare<br />

Marco Fuochi, i segretari Marco e Serena, Giulio,<br />

Marcello e Cosetta, e tutti quelli che si occupano<br />

dei nostri atleti più giovani, oltre a un grazie<br />

speciale per Sandra e Ilaria, che quotidianamente<br />

sopportano e supportano i miei anni di lavoro<br />

nello sport e ne condividono i buoni risultati.<br />

Un pensiero particolare lo dedico in chiusura<br />

a Giuliano Nerli, che se n’è andato nel giorno<br />

dello scudetto e che merita un ringraziamento<br />

da parte di tutti i tifosi che ha portato in giro per<br />

l’Italia in tempi di vacche magre per la nostra<br />

squadra: da lassù attende, come tanti altri appassionati<br />

che non hanno potuto godere di questi<br />

momenti, che si apra un nuovo ciclo di<br />

vittorie per tutti quei diecimila cuori che hanno<br />

battuto all’unisono al PalaMensSana, in questi<br />

caldi giorni di giugno, per far rivivere un altro<br />

grande sogno alla nostra piccola città.<br />

specialescudetto due<br />

67


Shaun Stonerook: immenso.<br />

Capitano per una pazzia, come l’ha definita lui, di Minucci,<br />

Stonerook è l’emblema del giocatore che tutti vorrebbero.<br />

Mai egoista, conscio dei suoi limiti che si restringono solamente<br />

alla difficoltà di attaccare il canestro con decisione,<br />

Stonerook sa fare veramente di tutto: rimbalzi, difesa, senso<br />

del passaggio e della posizione migliore per agevolare gli aiuti<br />

difensivi e le spaziature in attacco, una leadership assoluta<br />

che gli permette di recitare sempre da protagonista anche<br />

quando i riflettori non sono puntati su di lui. Anche in questa<br />

stagione non sono mancate le giornate nelle quali è stato<br />

decisivo con i suoi tiri piazzati da oltre l’arco, ma rimane uno<br />

dei pochi giocatori che non ha bisogno di segnare per essere<br />

decisivo. Ha finito veramente sulle ginocchia, ma finalmente<br />

anche lui, con lo scudetto, ha raggiunto quella consacrazione<br />

che meritava.<br />

69<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


arbaracerretani tanto più bello<br />

perché inaspettato<br />

2004<br />

2007<br />

Domenica 17 giugno 2007. La Mens Sana è campione d’Italia… per la seconda<br />

volta… e sono 2!<br />

Il secondo scudetto della storia mensanina arriva così, al termine di una stagione<br />

fantastica, vissuta per tutto l’anno con un grandissimo entusiasmo intorno<br />

alla squadra che partita dopo partita dimostrava ogni volta sul campo di essere<br />

più forte dell’avversaria di turno. Il campionato biancoverde è stato consegnato<br />

all’archivio come una vera e propria stagione dei record, partendo dai 16 punti<br />

di distacco sulla seconda al termine della regular season, fino al totale dei 60<br />

punti totalizzati nella classifica finale; un campionato dominato in lungo ed in<br />

largo senza mai perdere in casa, e vinto imponendosi regolarmente in trasferta,<br />

su campi difficilissimi come Bologna, Milano, Treviso, Cantù, ma anche al cospetto<br />

di squadre più piccole che contro la capolista davano sempre il 110% nel<br />

tentativo di strappare una vittoria a Stonerook e compagni.<br />

La Mens Sana, lasciatasi alle spalle la brutta delusione della Coppa Italia e<br />

l’eliminazione dalla Uleb, si è potuta concentrare definitivamente sul campionato,<br />

ed inanellando una serie impressionante di vittorie anche nel girone<br />

di ritorno, ha centrato il primo posto con grande margine, oltre a guadagnarsi<br />

il diritto a giocare il prossimo anno anche l’Eurolega, che solo per quest’anno<br />

avevamo salutato.<br />

I biancoverdi, nemmeno considerati ad inizio stagione come possibile pretendente<br />

per lo scudetto, si sono presentati ai playoff con la pressione di chi<br />

adesso, invece, veniva dato per favorito, ma con il conforto del fattore campo<br />

favorevole fino all’eventuale finale, e questo aspetto sappiamo quanto possa<br />

essere importante, soprattutto a Siena, soprattutto quando arrivano le partite<br />

che contano.<br />

Siamo arrivati in finale eliminando Cantù e, soprattutto Roma, al termine<br />

di una serie incredibile, iniziata con la prima sconfitta casalinga di campionato<br />

dell’anno per la Mens Sana che aveva lasciato tutti increduli e fatto temere il<br />

peggio, e proseguita poi con l’epica gara del Palasclavo vinta dopo 3 supplementari.<br />

Passaggio di turno, ed approdo alla finale meritatissimo, dopo aver<br />

violato agilmente per due volte il Palalottomatica, con una cornice di pubblico<br />

biancoverde davvero fantastica, 500 persone giunte da Siena per spingere i ragazzi<br />

verso un’altra storica finale scudetto. E così è stato! Ci siamo trovati ancora<br />

là, per la seconda volta, a giocare l’ultima e decisiva sfida per il tricolore.<br />

specialescudetto due<br />

70


Sono momenti indimenticabili, non si tratta di frasi fatte, si tratta di vivere<br />

queste emozioni con persone che ci sono da tanti tanti anni, con le quali sei cresciuto,<br />

sei amico, o semplicemente condividi la passione per la Mens Sana. Si<br />

tratta della gambe che tremano alla Verbena iniziale, o magari della tensione<br />

che ti porti dietro almeno dalla sera prima della partita: sensazioni forti, esplose<br />

in urlo, in un canto, in un pianto liberatorio al termine di gara2 a Bologna,<br />

quando è arrivata la consapevolezza che mancasse solo l’ultimo e decisivo<br />

passo per essere Campioni! Ma la vittoria volevamo conquistarla in casa nostra,<br />

e così è stato…con un palasport esaurito in ogni ordine di posti, al termine<br />

di una partita lottatissima, abbiamo potuto esultare, cantare, abbracciare e festeggiare<br />

per tutta la notte il secondo scudetto a soli 3 anni di distanza.<br />

E’ stata la vittoria di tutti, di Ferdinando Minucci che con gli acquisti giusti<br />

ha assemblato una squadra coraggiosa, di ottimi uomini e professionisti, ma soprattutto<br />

di Simone Pianigiani, che da esordiente e soprattutto da Senese ha vinto<br />

il tricolore subito nella sua città, regalando a tutta Siena e a chi lo ha sempre sostenuto,<br />

una grandissima soddisfazione. E’ stata la vittoria del gruppo e della<br />

squadra, ragazzi fantastici che per tutto l’anno hanno perseguito un obiettivo<br />

difficile ma nel quale credevano fortemente, senza mai abbattersi, nemmeno nei<br />

momenti più difficili; è stata la vittoria anche di Luca Banchi e Alessandro<br />

Magro, fantastici collaboratori di Simone, e di tutto lo staff biancoverde.<br />

Un applauso particolare, però, da tifosa, va a tutti i ragazzi del Commandos<br />

Tigre, ed a coloro che ci hanno aiutato per tutto l’anno a sostenere la squadra<br />

ed i nostri colori in casa e fuori, perché la vittoria è anche nostra, della<br />

nostra passione. Ci siamo sobbarcati tante trasferte, spesso con molti sacrifici,<br />

talvolta anche lontanissimi da Siena, anche in Europa, con lo spirito di esserci<br />

sempre e portare il biancoverde e la nostra fede ovunque e comunque. A tale<br />

proposito un pensiero anche a chi quest’anno, Ostenda e Sofia a parte, non ha<br />

potuto vivere la stagione vittoriosa, ma per tutto l’anno ha dato una mano ad<br />

organizzare l’attività, lavorando spesso nell’ombra e restando poi fuori quando<br />

gli amici entravano alla partita. Grazie a nome di tutti!<br />

Archiviata la stagione, ma non i festeggiamenti, che continueranno con un<br />

bellissimo corteo per le vie della città per festeggiare poi tutti insieme, ancora<br />

una volta, nella fantastica cornice di Piazza del Campo, non resta che dire…<br />

GRAZIE MENS SANA per quest’anno indimenticabile! E 2!!<br />

specialescudetto due<br />

71


stefanofini il frutto<br />

della programmazione<br />

2004<br />

2007<br />

Nika<br />

Metreveli (al<br />

centro con il<br />

n°15) pivot<br />

di 210 cm.<br />

di origini<br />

giorgiane<br />

Da qualunque lato esamini "il fenomeno" Montepaschi Mens Sana Basket, giungi sempre alle stesse conclusioni.<br />

Sia che tu lo vada ad osservare all’alto, prendendo come punto di riferimento la prima squadra, sia che tu vada ad<br />

osservarlo al basso, esaminando in tal caso il suo settore giovanile. Ad unire le due entità vi è da una parte la sua struttura<br />

organizzativa ed amministrativa e dall’altra quella tecnica. In poche parole è un quadrato che fa "quadrato", che<br />

ha nella programmazione la sua forza ed il suo collante. Mario Arceri sul Corriere dello <strong>Sport</strong> in questi giorni ha<br />

scritto: "La Mens Sana Basket potrebbe e dovrebbe essere oggetto di studio di management aziendale, di progettazione<br />

del successo, di finalizzazione degli obiettivi." In effetti andando anche ad analizzare la sua attività nel solo e<br />

specifico settore giovanile, giungiamo alle stesse conclusioni: un dominio fatto di numeri clamorosi costruiti nel<br />

tempo in modo programmatico; 7 titoli giovanili conquistati in 6 anni, una striscia-record fatta di 129 successi, 3 titoli<br />

consecutivi a cui quest’anno per un soffio è mancato un poker che non avrebbe trovato riscontri nella storia del<br />

basket giovanile; il 1° vivaio d’Italia in quantità e qualità con un continuo rinnovo di prospetti (al vertice dell’attuale<br />

vi sono Cournooh-Barozzi-De Bartolo ('89-'90), seguiranno Iannuzzo-Sabbatino ('91-'92). Il più alto numero di giovani<br />

giocatori lanciati nel mondo professionistico, giocatori veri, come la stampa di settore ha evidenziato, atleti fatti<br />

e finiti dal punto di vista atletico, tecnico e mentale; il miglior giovane fra tutte le nuove realtà nazionali lo troviamo<br />

in A2 ad Jesi ed è Eliantonio di proprietà Montepaschi. Di rilievo è anche il reparto tecnico della società: una squadra<br />

di coach (Griccioli-Magro-Campanella-Brenci-Borsi-Piattellini-Landini) che sull’esempio di Pianigiani-Banchi,<br />

ed insieme a loro, costituiscono una vera scuola cestistica con una sua propria filosofia di gioco che la contraddistingue<br />

non solo in Italia ma in tutta Europa. La dedizione al lavoro, insieme alla cura dei particolari sono alla base di questa<br />

filosofia che fa soprattutto dell’agonismo e della corretta aggressività il suo marchio di fabbrica ereditato da quella<br />

realtà cittadina che lo ha nel proprio DNA da sempre.<br />

Tutti questi numeri e fatti sono i frutti di una attenta e scrupolosa programmazione che ha in Ferdinando Minucci,<br />

il "gran priore della contrada di tutti" come lo definisce Walter Fiochi su Repubblica, il suo "faro", colui che indica<br />

gli obiettivi, che inserisce un tassello alla volta nel mosaico del successo.<br />

Il settore giovani ci permette però di staccarci dal coro; è un settore in cui le scommesse, che tanto piacciono al<br />

nostro g.m., sono difficili e renderle vincenti ha un indice<br />

di probabilità più basso. Pertanto, fra le tante lodi rivolte<br />

alla Montepaschi Basket che abbiamo riscontrato in questi<br />

giorni su tutti i giornali, l’unica critica riguarda proprio<br />

un argomento in tema (giovani); la troviamo sulla<br />

Gazzetta dello <strong>Sport</strong> in un articolo di Luca Chiabotto.<br />

Questo, dopo aver elencato 10 motivi per i quali Siena ha<br />

meritato la conquista del Titolo, termina dicendo:" Una<br />

critica va fatta: la gestione di Datome, uno dei migliori<br />

giovani italiani, a cui non è stato dato spazio per emergere.<br />

Speriamo che questo trionfo (lo scudetto) dia più coraggio<br />

alla società".<br />

Per rimanere fuori dal coro, un'altra critica: "La gestione<br />

del passaggio di Rullo (Virtus Siena) e Renzi (Don<br />

Bosco Livorno) alla Benetton, e non alla Montepaschi, ha<br />

lasciato dell'amaro in bocca" potenziato dall'acquisizione<br />

dello scudetto Under18 da parte dei trevigiani che ha avuto nei due gli elementi determinanti.<br />

Le giuste e moderate critiche sono, alcune volte, più utili delle lodi, perchè la programmazione ed i successi si<br />

fanno e si ottengono tenendo conto anche degli errori di percorso. Forse per questo che siamo dovuti passare dall’esperienza<br />

Hamilton per arrivare a Mc Intyre e forse, per restare nello specifico giovani, l’esperienza relativa al mancato<br />

reclutamento Renzi-Rullo servirà questa estate per arrivare a …Tommaso Ingrasso, giovane ala del '92 di 203<br />

cm – Benetton –, e/o, ancor meglio, Nika Metreveli, pivot di 210 cm. del '91 di origine georgiana in forza al Basket<br />

Rimini Crabs ?! Vedremo !! Certo è che nella programmazione della Montepaschi Basket troveremo le giuste risposte<br />

anche per il settore giovanile che ci permetteranno di ottenere gli abituali successi.<br />

specialescudetto due<br />

74


Rimangono da ricordare i contributi limitati a poche partite di Wade Helliwell<br />

e di Domenico Barozzi, giovane di belle speranze del settore giovanile senese.<br />

Un capitolo a parte lo merita invece Gigi Datome, che pur non potendo fregiarsi<br />

del titolo, a tutti gli effetti si deve sentire parte integrante del progetto che ha portato alla conquista del<br />

titolo. La realtà ha dato ragione a chi si era reso conto che le peculiarità della stagione che si stava materializzando,<br />

non si prestavano più alla logica del progetto complessivo su Datome. Meglio aver fatto un’esperienza<br />

in più lontano da Siena, che finire relegato in panchina con il dubbio del futuro dietro l’angolo.<br />

77<br />

i <strong>protagonisti</strong><br />

a cura di Mauro Bindi


specialescudetto due<br />

78


specialescudetto due<br />

79


1ª giornata (08.10.06)<br />

BIPOP REGGIO EMILIA-MONTEPASCHI SIENA 59-87<br />

Parziali: 15-20, 31-44, 46-65<br />

Forte 16 (6-10 1-2), Mc Intyre 12 (0-2 4-6), Boisa 10 (2-3 1-1), Eze 10<br />

(5-5), Carraretto 4 (1-3 0-1), Sato 11 (3-9 1-2), Kaukenas 10 (4-6 0-1),<br />

Lechthaler (0-2), Stonerook 14 (1-1 4-6), D’Ercole (0-1 da 3), Helliwell.<br />

2ª giornata (15.10.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-SIVIGLIA WEAR TERAMO 86-83<br />

Parziali: 20-24, 48-41, 69-59<br />

Forte 15 (4-9 2-2), Mc Intyre 11 (1-1 3-7), Boisa 2 (1-2), Eze 9 (3-4),<br />

Carraretto 3 (0-1 1-1), Sato 16 ((4-8 1-4), Datome 3 (1-1 da 3),<br />

Kaukenas 17 (5-7 2-5), Helliwell 2 (1-2), Stonerook 8 (0-2 2-4),<br />

Lechthaler, n.e. D’Ercole.<br />

3ª giornata (19.10.06)<br />

AIR AVELLINO-MONTEPASCHI SIENA 78-88<br />

Parziali: 20-21, 41-51, 62-71<br />

Forte 8 (1-4 2-4), Mc Intyre 10 (2-2 2-8), Boisa 11 (2-3 1-1), Eze 16 (4-<br />

4), Carraretto 5 (1-1 1-1), Sato 21 (6-11 1-5), Datome 2 (1-1),<br />

Kaukenas 6 (3-5 0-1), Helliwell (0-1), Lechthaler 4 (2-6), Stonerook 5<br />

(1-1 1-3), n.e. D’Ercole.<br />

4ª giornata (22.10.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-ELDO NAPOLI 80-77 dts<br />

Parziali: 10-21, 29-37, 43-53, 65-65<br />

Forte 18 (5-14 2-4), Mc Intyre 13 (2-2 3-8), Boisa 2 (1-2), Eze 16 (6-7),<br />

Carraretto (0-1 da 3), Sato 8 (1-7 0-3), Datome (0-1), Kaukenas 19 (4-<br />

11 1-3), Lechthaler 2 (1-1), Stonerook 2 (0-3), n.e. Helliwell, D’Ercole.<br />

5ª giornata (27.10.06)<br />

WHIRLPOOL VARESE-MONTEPASCHI SIENA 76-64<br />

Parziali: 23-18, 39-34, 53-46<br />

Forte 4 (2-7 0-1), Mc Intyre 7 (2-3 0-4), Boisa (0-3), Eze 12 (4-8),<br />

Carraretto (0-2 da 3), Sato 16 (5-8 2-6), Datome (0-1), Kaukenas 17 (5-<br />

10 1-2), Stonerook 8 (0-1 2-3), Lechthaler, n.e. D’Ercole.<br />

6ª giornata (05.11.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 84-68<br />

Parziali: 20-8, 46-29, 67-45<br />

Forte 23 (1-6 3-3), Mc Intyre 13 (2-2 1-6), Baxter 4 (1-4), Boisa (0-2),<br />

Eze 9 (2-4), Sato 13 (4-7 1-3), Datome (0-1 da 3), Kaukenas 13 (3-5 1-<br />

2), Stoneroo 9 (1-2 da 3), Lechthaler, n.e. Carraretto, D’Ercole.<br />

7ª giornata (11.11.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-TD SHOP LIVORNO 101-76<br />

Parziali: 27-19, 45-36, 63-53<br />

Forte 17 (6-9 1-3), Mc Intyre 1 (0-1 0-3), Baxter 7 (2-3), Boisa 7 (2-2 1-<br />

2), Eze 8 (2-5), Carraretto 14 (1-1 3-4), Sato 11 (2-3 1-3), Datome 8<br />

(1-1 2-2) Kaukenas 27 (5-8 4-5), Lechthaler 1, Stonerook (0-1 da 3),<br />

D’Ercole.<br />

8ª giornata (19.11.06)<br />

TISETTANTA CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 78-84<br />

Parziali: 20-19, 37-37, 56-64<br />

Forte 14 (4-10 1-2), Mc Intyre 18 (3-4 4-6), Baxter 4 (2-3), Boisa 5 (1-1<br />

1-2), Eze 9 (3-7), Sato 14 (2-5 2-3), Datome 4 (1-1), Kaukenas (0-1 0-<br />

3), Stonerook 16 (4-4 2-4), n.e. Carraretto, D’Ercole, Lechthaler.<br />

9ª giornata (25.11.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-VIDIVICI BOLOGNA 90-83<br />

Parziali: 24-14, 42-38, 67-62<br />

Mc Intyre 24 (2-3 3-5), Forte 20 (2-10 4-5), Sato 12 (3-5 1-2),<br />

Stonerook 3 (1-2 0-1), Eze 10 (4-5), Baxter 4 (1-1), Boisa 2 (1-2 0-2),<br />

Datome (0-1 da 3), Kaukenas 15 (3-9 2-4), n.e. D’Ercole, Carraretto,<br />

Lechthaler.<br />

10ª giornata (03.12.06)<br />

ANGELICO BIELLA-MONTEPASCHI SIENA 74-72<br />

Parziali: 15-19, 28-36, 51-54<br />

Forte 8 (4-7 0-2), Mc Intyre 9 (1-1 1-5), Baxter 2 (1-3), Boisa 2 (1-2),<br />

Eze 7 (3-3), Sato 16 (3-7 1-4), Datome (0-1), Kaukenas 17 (1-3 3-5),<br />

Stonerook 11 (3-5 1-5), n.e. Carraretto, D’Ercole, Barozzi.<br />

11ª giornata (10.12.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-UPEA CAPO D’ORLANDO 98-66<br />

Parziali: 22-15, 46-35, 68-49<br />

Forte 7 (1-3 0-1), Mc Intyre 9 (1-1 2-7), Baxter 15 (7-10), Boisa 15 (2-3<br />

3-4), Eze 4 (1-3), Carraretto 6 (2-3 da 3), Sato 17 (5-8 2-3), Datome 10<br />

(2-4 2-3), D’Ercole 3 (1-1 da 3), Kaukenas 6 (2-3 0-3), Stonerook 6 (2-3<br />

da 3), Barozzi.<br />

la<br />

marcia<br />

trionfale<br />

dei<br />

bianco<br />

verdi<br />

specialescudetto due<br />

80<br />

12ª giornata (17.12.06)<br />

SNAIDERO UDINE-MONTEPASCHI SIENA 78-69<br />

Parziali: 18-12, 37-30, 59-45<br />

Forte 7 (3-6 0-5), Mc Intyre 19 (3-3 2-6), Baxter 11 (5-7), Boisa (0-1 da<br />

3), Eze 2 (1-1), Carraretto 3 (1-1 da 3), Sato 6 (1-4 1-3), Datome 7 (3-5<br />

0-3), Kaukenas 11 (2-3 1-4), Stonerook 3 (0-3 1-4), n.e. D’Ercole,<br />

Lechthaler.<br />

13ª giornata (30.12.06)<br />

MONTEPASCHI SIENA-BENETTON TREVISO 82-63<br />

Parziali: 17-18, 32-28, 53-46<br />

Forte 11 (4-8 1-4), Mc Intyre 11 (0-3 3-9), Baxter 8 (3-6), Boisa 5 (2-2<br />

0-2), Eze 9 (4-7), Sato 14 (4-5 1-5), Datome 2 (1-1), Kaukenas 19 (3-5<br />

2-3), Stonerook 3 (0-3 1-2), Carraretto, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />

14ª giornata (07.O1.07)<br />

ARMANI JEANS MILANO-MONTEPASCHI SIENA 67-74<br />

Parziali: 19-19, 41-36, 55-52<br />

Forte 22 (7-11 2-5), Mc Intyre 5 (1-1 1-4), Baxter 2 (1-1), Boisa 6 (1-3<br />

1-3), Eze 12 (5-9), Carraretto (0-2 da 3), Sato 14 (3-4 1-5), Datome (0-<br />

1), Kaukenas 10 (2-3 1-5), Stonerook 3 (0-1 1-4), n.e. D’Ercole,<br />

Lechthaler.<br />

15ª giornata (14.01.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-PREMIATA MONTEGRANARO 90-73<br />

Parziali: 25-14, 47-38,62-55<br />

Forte 13 (4-7 1-3), Mc Intyre 13 (2-4 2-5), Baxter 11 (5-7), Boisa (0-1<br />

da 3), Eze 4 (2-3), Carraretto 10 (2-3 2-2), Sato 10 (3-6 1-4), Kaukenas<br />

23 (5-7 3-4), Stonerook 6 (2-3 da 3), Lechthaler, n.e. Datome e<br />

D’Ercole.<br />

16ª giornata (21.O1.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-LEGEA SCAFATI 78-50<br />

Parziali: 20-14, 42-27, 57-37<br />

Forte 7 (1-2 0-2), Mc Intyre 8 (1-2 1-6), Baxter 12 (6-7), Boisa (0-3 0-<br />

2), Eze 2 (1-3), Carraretto (0-1 da 3), Sato 5 (1-4 1-3), Datome 5 (2-2<br />

0-1), D’Ercole 5 (1-2 1-1), Kaukenas 22 (6-7 2-4), Lechthaler (0-1),<br />

Stonerook 12 (1-2 2-4).<br />

17ª giornata (27.01.07)<br />

CLIMAMIO BOLOGNA-MONTEPASCHI SIENA 81-85<br />

Parziali: 19-11, 45-33, 63-59<br />

Forte 5 (0-9 0-1), Mc Intyre 13 (2-6 2-4), Baxter 8 (4-8), Boisa 3 (1-2 da<br />

3), Eze 2 (1-3), Carraretto (0-1), Sato 15 (3-8 2-4), Kaukenas 24 (4-8 2-<br />

5), Stonerook 15 (0-2 5-7), Datome, n .e. D’Ercole, Lechthaler.<br />

18ª giornata (04.02.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-BIPOP REGGIO EMILIA 85-78<br />

Parziali: 12-7, 34-30, 60-46<br />

Forte 4 (1-5 0-1), Mc Intyre 30 (3-5 6-10), Baxter 8 (3-6), Boisa (0-1 da<br />

3), Eze 2 (1-4), Carraretto 5 (1-1 1-2), Sato 16 (3-5 1-4), Datome (0-3<br />

0-1), Kaukenas 15 (4-5 0-2), Stgonerook 5 (1-1 1-3), n.e. D’Ercole,<br />

Lechthaler.<br />

19ª giornata (18.02.07)<br />

SIVIGLIA WEAR TERAMO-MONTEPASCHI SIENA 77-98<br />

Parziali: 22-26, 45-48, 56-79<br />

Forte 27 (5-13 3-3), Mc Intyre 15 (1-2 4-7), Baxter 4 (2-4), Boisa 6 (1-1<br />

1-2), Eze 8 (4-6), Sato 15 (5-8 0-3), Kaukenas 13 (5-8 1-3), Lechthaler<br />

(0-1), Stonerook 10 (2-3 2-6), Carraretto, n.e. D’Ercole.<br />

20ª giornata (24.02.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-AIR AVELLINO 83-64<br />

Parziali: 28-12, 46-34, 67-50<br />

Forte 15 (4-7 2-5), Mc Intyre 26 (0-1 2-4), Baxter 6 (2-4), Boisa 8 (2-3<br />

1-2), Eze 8 (4-4), Carraretto (0-4 da 3), Sato 18 (2-2 4-7), D’Ercole 3<br />

(1-1 da 3), Kaukenas 12 (4-8 0-1), Lechthaler (0-1), Stonerook 7 (1-2<br />

1-2), n.e. Datome.<br />

21ª giornata (03.03.07)<br />

ELDO NAPOLI-MONTEPASCHI SIENA 88-90 dts<br />

Forte 19 (8-15 0-5), Mc Intyre 8 (1-2 2-7), Baxter 7 (2-3), Eze 4 (1-2),<br />

Carraretto, Sato 14 (4-6 2-2), Kaukenas 18 (1-3 2-3), Stonerook 20 (2-<br />

5 4-5), Boisa, n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />

22ª giornata (11.03.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-WHIRLPOOL VARESE 74-61<br />

Parziali: 17-17, 40-33, 60-48<br />

Forte 11 (4-8 1-3), Mc Intyre 18 (4-6 4-8), Baxter 6 (2-5), Boisa, Eze 8<br />

(4-5), Carraretto (0-1 da 3), Sato 10 (5-8 0-3), Kaukenas 18 (6-6 0-1),<br />

Stonerook 3 (0-2 0-2), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.


23ª giornata (18.03.07)<br />

LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 84-82 dts<br />

Parziali: 19-20, 40-40, 56-58, 75-75<br />

Forte 27 (6-13 4-5), Mc Intyre 12 (2-2 2-6), Baxter 3 (1-1), Boisa (0-1 0-<br />

1), Eze 5 (2-6), Carraretto, Sato (0-2 0-2), Kaukenas 26 (6-6 3-4),<br />

Stonerook 9 (3-7 da 3), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />

24ª giornata (25.03.07)<br />

TD SHOP LIVORNO-MONTEPASCHI SIENA 83-111<br />

Parziali: 24-31, 42-52, 59-79<br />

Forte 6 (2-5 0-3), Eze 7 (2-5), Sato 28 (7-8 4-9), Kaukenas 25 (5-6 3-<br />

4), Stonerook 12 (0-1 4-5), Mc Intyre 3 (0-2 1-2), Baxter 14 (3-3), Boisa<br />

6 (2-2), Carraretto 9 (3-4 da 3), D’Ercole (0-1 da 3), Rombaldoni (0-1 0-<br />

1), Lechthaler 1.<br />

25ª giornata (29.03.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 93-74<br />

Parziali: 30-10, 54-33, 72-49<br />

Forte 17 (1-4 5-8), Mc Intyre 19 (3-5 3-8), Baxter 15 (7-9), Boisa, Eze<br />

16 (7-7), Carraretto 2 (1-2 0-1), Sato 19 (4-8 2-6), D’Ercole 3 (1-1 da<br />

3), Stonerook 2 (1-1 0-1), Lechthaler, n.e. Kaukenas, Rombaldoni.<br />

26ª giornata (01.04.07)<br />

VIDIVICI BOLOGNA-MONTEPASCHI SIENA 76-84<br />

Parziali: 24-22, 47-38, 61-60<br />

Forte 22 (4-14, 3-5), Mc Intyre 29 (6-8 5-12), Baxter 10 (4-5), Boisa 2<br />

(0-2), Eze 4 (1-2), Carraretto 2 (1-1), Sato 6 (1-6 0-2), Kaukenas 7 (1-<br />

3), Stonerook 2 (1-2), n.e. D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />

27ª giornata (07.04.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-ANGELICO BIELLA 100-92<br />

Parziali: 18-29, 44-51, 72-64<br />

Forte 25 (8-18 2-3), Mc Intyre 12 (4-6 1-5), Baxter 3 (1-2), Boisa (0-1<br />

da 3), Eze 11 (4-6), Carraretto 3 (0-1 1-2), Sato 6 (2-4 0-1), Kaukenas<br />

22 (6-6 0-1), Stonerook 18 (2-2 4-6), n.e. D’Ercole, Rombaldoni,<br />

Lechthaler.<br />

28ªgiornata (15.04.07)<br />

UPEA CAPO D’ORLANDO-MONTEPASCHI SIENA 58-77<br />

Parziali: 24-23, 36-43, 46-57<br />

Forte 12 (4-9 1-3), Mc Intyre 6 (0-2 2-6), Baxter 12 (6-6), Boisa 3 (0-3<br />

1-1), Eze 4 (2-2), Carraretto 6 (0-2 2-3), Sato 12 (3-5 1-4), D’Ercole,<br />

Kaukenas 19 (6-9 0-1), Lechthaler 3 (1-2), Stonerook (0-2 da 3), n.e.<br />

Rombaldoni.<br />

specialescudetto due<br />

81<br />

29ª giornata (19.04.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE 98-78<br />

Parziali: 21-24, 49-40, 73-56<br />

Forte 16 (4-5 2-6), Rombaldoni 2 (1-1 0-1), Sato 18 (7-8 0-4),<br />

Stonerook, Eze 7 (3-4), Kaukenas 22 (5-7 2-6), Boisa 20 (4-7 4-5),<br />

Baxter 11 (5-5), Carraretto, Lechthaler, n.e. Mc Intyre, D’Ercole.<br />

30ª giornata (22.04.07)<br />

BENETTON TREVISO-MONTEPASCHI SIENA 67-78<br />

Parziali: 18-16, 45-36, 53-54<br />

Forte 13 (3-8 1-3), Mc Intyre 25 (4-5 4-6), Baxter 2 (1-3 0-1), Boisa 2<br />

(1-2 0-1), Eze 5 (2-2), Carraretto (0-1 da 3), Sato 7 (3-6 0-2), D’Ercole<br />

1 (0-1), Kaukenas 15 (4-8 0-3), Stonerook 8 (2-2 1-2), Lechthaler, n.e.<br />

Rombaldoni.<br />

31ª giornata (25.04.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-ARMANI JEANS MILANO 80-59<br />

Parziali: 23-15, 38-38, 58-42<br />

Forte 18 (5-9 1-6), Mc Intyre 17 (4-5 3-6), Baxter 2 (1-2), Boisa 1(0-1 0-2),<br />

Eze 4 (2-4), Carraretto 9 (0-1 3-8), D’Ercole (0-1), Kaukenas 20 (5-8 1-6),<br />

Rombaldoni 3 (1-1 da 3), Lechthaler 2 (1-2), Stonerook 4 (1-2 da 3).<br />

32ª giornata (29.04.07)<br />

PREMIATA MONTEGRANARO-MONTEPASCHI SIENA 82-89<br />

Parziali: 18-16, 34-37, 49-59<br />

Mc Intyre 19 (2-4 5-7), Forte 8 (2-4 1-8), Sato 8 (0-2 2-4), Stonerook 7<br />

(2-7 da 3), Eze 8 (4-5), Boisa 5 (1-2 1-2), Kaukenas 22 (4-7 3-7),<br />

Baxter 12 (5-8), Rombaldoni, Carraretto, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />

33ª giornata (09.05.07)<br />

LEGEA SCAFATI-MONTEPASCHI SIENA 84-103<br />

Parziali: 17-19, 42-49, 72-77<br />

Forte 17 (5-11 2-5), Mc Intyre 13 (2-3 3-8), Baxter 4 (2-2), Boisa 7 (2-4<br />

1-3), Eze 6 (3-5), Carraretto (0-1 da 3), Sato 24 (6-8 3-3), Kaukenas 20<br />

(3-8 2-3), D’Ercole, Lechthaler 2 (1-2), Stonerook 10 (3-3 1-2), n.e.<br />

Rombaldoni.<br />

34ª giornata (13.05.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-CLIMAMIO BOLOGNA 106-87<br />

Parziali: 30-26, 57-52, 87-63<br />

Forte 17 (4-8 3-4), Mc Intyre 17 (3-4 3-7), Baxter 13 (5-7), Boisa 3 (0-3<br />

1-3), Eze 8 (4-6), Carraretto 2 (1-1 0-1), Sato 12 (4-7), D’Ercole (0-2 da<br />

3), Kaukenas 24 (7-11 2-2), Rombaldoni (0-1 da 3), Stonerook 10 (2-6<br />

2-2), Lechthaler.


PLAY OFF-Quarti<br />

Gara 1 (16.05.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 95-76<br />

Parziali: 24-13, 49-35, 74-54<br />

Mc Intyre 5 (2-3 0-4), Forte 29 (7-11 5-8), Sato 11 (3-4 1-3), Stonerook<br />

11 (2-2 1-3), Eze 2 (1-3), Kaukenas 19 (6-8 1-1), Carraretto 3 (1-3 da<br />

3), Boisa 8 (2-4 1-2), Baxter 7 (2-3 0-4), Rombaldoni, Lechthaler,<br />

D’Ercole.<br />

Gara 2 (19.05.07)<br />

TISETTANTA CANTU’-MONTEPASCHI SIENA 82-97<br />

Parziali: 29-22 52-40 65-72<br />

Mc Intyre 12 (3-3 2-9), Forte 23 (6-13 2-4), Sato 15 (4-9 2-6),<br />

Stonerook 5 (1-1 1-2), Eze 4 (2-3), Kaukenas 16 (5-9 1-2), Baxter 15<br />

(6-9), Carraretto, D’Ercole, Boisa 7 (1-1 1-2).<br />

Gara 3 (22.05.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-TISETTANTA CANTU’ 91-60<br />

Parziali: 28-9, 50-28, 73-41<br />

Mc Intyre 8 (1-3 2-2), Forte 11 (3-7 1-4), Sato 10 (4-7 0-2), Stonerook 4<br />

(1-2), Eze 14 ((4-5), D’Ercole 3 (1-1 da 3), Rombaldoni 5 (1-2 1-3),<br />

Kaukenas 15 (3-9 1-2), Carraretto 3 (1-4 da 3), Boisa 3 (1-3 0-3),<br />

Baxter 15 (6-6), Lechthaler.<br />

SEMIFINALE<br />

Gara 1 (30.05.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 74-88<br />

Parziali: 20-28, 41-48, 57-57<br />

Mc Intyre 8 (1-4 1-3), Forte 16 (5-12 1-4), Sato 13 (2-3 1-2), Stonerook<br />

9 (2-4 da 3), Eze 7 (3-4), Kaukenas 13 (2-5 1-2), Boisa 3 (1-1 da 3),<br />

Baxter 5 (2-3), n.e. Carraretto<br />

D’Ercole, Rombaldoni, Lechthaler.<br />

Gara 2 (02.06.07)<br />

LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 76-84<br />

Parziali: 10-21, 36-38, 54-61<br />

Forte 10 (2-5 1-4), Sato 21 (4-6 2-5), Mc Intyre 13 (2-3 2-7), Eze 8 (2-<br />

4), Stonerook 13 (2-3 1-3), Baxter 4 (0-1), Boisa 4 (1-1 0-1), Carraretto<br />

3 (1-1 da 3), Kaukenas 8 (1-1), Rombaldoni, n.e. D’Ercole, Lechthaler.<br />

Gara 3 (05.06.07)<br />

MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA 114-108 d3ts<br />

Parziali: 26-22, 42-38, 62-65, 84-84, 94-94, 101-101<br />

Mc Intyre 20 (3-4 2-8), Forte 22 (9-16 0-2), Sato 16 (3-5 1-3),<br />

Stonerook 14 (2-3 2-4), Eze 9 (3-4), Carraretto 11 (0-2 2-4), Kaukenas<br />

15 (2-5 1-2), Boisa (0-1 0-2), Baxter 7 (1-3), Rombaldoni, n.e. D’Ercole,<br />

Lechthaler.<br />

Gara 4 (07.06.07)<br />

LOTTOMATICA ROMA-MONTEPASCHI SIENA 49-70<br />

Parziali: 14-23, 27-40, 36-59<br />

Forte 7 (2-6 1-1), Baxter 15 (6-7), Boisa (0-2 0-1), Eze 5 (2-4), Carraretto<br />

(0-1 da 3), Sato 15 (2-5 2-4), D’Ercole, Kaukenas 14 (1-4 3-4),<br />

Rombaldoni, Stefanov 10 (2-2 2-6)Lechthaler, Stonerook 4 (1-2 0-1).


FINALE


specialescudetto due<br />

85


87<br />

SUPPLEMENTO<br />

realizzato in occasione della<br />

Vittoria dello Scudetto<br />

da parte della Mens Sana Basket<br />

GIUGNO 2007<br />

Direttore<br />

Mario Ciani<br />

Direttore responsabile<br />

Paolo Corbini<br />

Direzione e Redazione<br />

Bernard & Co<br />

Strada di Busseto 18 C2/7<br />

53100 Siena<br />

Tel. 05.77.28.53.74<br />

Fax 05.77.22.10.14<br />

E-mail: redazione@mesesport.it<br />

Editrice<br />

Autorizzazione del<br />

Tribunale di Siena<br />

n. 430 del 27.01.1983<br />

Fotografie<br />

Paolo Lazzeroni<br />

Bernard Chazine<br />

Augusto Mattioli<br />

Progetto grafico<br />

Bernard Chazine<br />

Impaginazione<br />

Bernard & Co.<br />

Stampa<br />

Arti Grafiche Ticci<br />

Loc. Pian dei Mori 320<br />

53018 Sovicille (Siena)<br />

tel. 05.77.34.92.22<br />

fax 05.77.34.93.66

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