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€ 0.52 - copia omaggio<br />

per il territorio dal 1991<br />

maggio duemiladieci numero 5 periodico mensile anno XVI<br />

XIII<br />

a colori...


Litoralemaggio2010<br />

1


Pensare agli stranieri nel nostro territorio fa tornare con la mente e con<br />

i ricordi indietro di una quarantina di anni, all’inizio degli anni settanta.<br />

Era il periodo in cui Ostia era, soprattutto per la vicinanza con<br />

l’aeroporto di Fiumicino, il luogo di transito di molti cittadini che dall’allora<br />

Unione Sovietica, migravano in altri continenti. Coloro che non sono più<br />

giovanissimi ricordano i famosi mercatini, allestiti dai russi sul pontile e<br />

pieni di oggettistica tipica dell’URSS come le matrioske o i binocoli. In questi<br />

quasi quarant’anni è cambiato il mondo, sono mutate le situazioni politiche<br />

di certe nazioni, si sono azzerate le distanze grazie alla globalizzazione.<br />

E così anche l’immigrazione ne ha in qualche modo<br />

risentito. Pensare agli stranieri che sono ad Ostia, andando<br />

a ritroso dai giorni nostri fino agli anni ottanta,<br />

è una carrellata di “fenomeni di massa”, in linea con<br />

quanto accaduto nel mondo. Si va così dall’arrivo<br />

delle persone provenienti dalla Polonia, successivo<br />

all’elezione del pontefice Giovanni Paolo II ed alla<br />

caduta del muro di Berlino; a quello degli africani,<br />

quasi tutti venditori ambulanti (i famosi vucumprà);<br />

fino ai cinesi, un tempo legati ai ristoranti orientali<br />

ed ora invece gestori di veri e propri bazar. Un fenomeno,<br />

quello dell’immigrazione, che in Italia ha trovato<br />

una sorta di ufficializzazione con la legge<br />

Bossi-Fini, che ha regolato quanto ormai era diffuso in modo massiccio e, soprattutto,<br />

globale. Oggi, sotto questo profilo, Ostia ed il XIII Municipio sono<br />

per l’appunto specchio di quanto accade negli altri paesi della Comunità Europea.<br />

Il nostro territorio, come tutta Italia del resto, si sta caratterizzando per<br />

la sua multietnia. Sono tanti gli extracomunitari e gli stranieri di paesi europei<br />

che lo vivono non soltanto come semplici residenti ma come veri e propri<br />

protagonisti della realtà quotidiana.<br />

Ed allora con il dossier di questo mese vi vogliamo far conoscere il XIII Municipio<br />

“a colori…”, quello che…non parla italiano ma che fa ormai parte<br />

del nostro tessuto sociale. Un modo, secondo la nostra linea editoriale, per<br />

farvi conoscere il nostro territorio.<br />

Caterina Dini<br />

w w w. p u b l i d e a 9 5 . c o m i n f o @ p u b l i d e a 9 5 . c o m<br />

Mensile di attualità - Anno XVI<br />

Numero 5 - Maggio 2010<br />

copia omaggio<br />

Reg. Trib. di Roma n° 550 del 12/12/94<br />

Editore<br />

Publidea 95 s.r.l.<br />

www.publidea95.com<br />

info@publidea95.com- redazione@publidea95.com<br />

Direttore responsabile<br />

Caterina Dini<br />

Vice Direttore<br />

Lucia Battaglia<br />

Amministrazione e organizzazione editoriale<br />

Donatella Franchini<br />

Grafica ed impaginazione<br />

Sergio Stati<br />

Foto<br />

Francesco Graziani, Tommaso V. Ghiglione,<br />

Gregorio Maresco, Mauro Lausdei, Riccardo Lo Faro<br />

Direzione e redazione<br />

Via Carlo Maria Rosini, 83/a - 00119 Ostia Antica<br />

Tel. 06.5652465 (ore 9.00/13.00) - Fax 06.56352860<br />

Cell. 335.1404496<br />

Per la pubblicità: 338.9464350<br />

Hanno collaborato ai testi<br />

Lucia Battaglia, Cecilia M. Calamani,Barbara Cancellieri,<br />

Greta D’Angiolella, Donatella Franchini, Tommaso V. Ghiglione,<br />

Silvia Grassi, Simona Romanelli, Mario Sordi, Simona Torri,<br />

Riccardo Lo Faro<br />

In redazione hanno collaborato Joanna Mennuni<br />

e Valeria Ippoliti dell’ist. C. Urbani<br />

STAMPA: Arti grafiche s.r.l.<br />

Via Vaccareccia, 57 - 00040 Pomezia (RM) - Tel. 06.9162981<br />

Questo periodico è associato alla<br />

Unione StampaPeriodica Italiana<br />

Litoralemaggio2010<br />

3


6 dossier<br />

6 Città cosmopolita<br />

di Mario Sordi<br />

8 Il giro del mondo... ad Ostia<br />

di Alessandro Ferraro<br />

10 A scuola di italiano<br />

di Silvia Grassi<br />

12 Piacere, sono Babu<br />

di Augusto Gallo<br />

13 Nuovi cittadini, nuovi imprenditori<br />

di Greta D’Angiolella<br />

14 Shopping and food: le tendenze etniche di Ostia<br />

di Greta D’Angiolella<br />

15 Sapori esotici in tavola<br />

di Lucia Battaglia<br />

16 I mercatini paralleli<br />

di Silvia Grassi<br />

18 Vucumprà<br />

di Cecilia M. Calamani<br />

19 Un medagliere di tutti i colori<br />

di Cecilia M. Calamani<br />

21 arte<br />

26 cultura<br />

32 azienda leader<br />

34 filosofia & arti marziali<br />

36 la bellezza della salute<br />

Solstizio d’estate alla Lega Navale<br />

Proseguono incessanti le attività legate al blu e al<br />

vento alla Lega Navale del Lido di Ostia.Oltre<br />

alle operatività delle scuole di kiteboard, windsurf<br />

e vela e agli allenamenti delle squadre appartenenti<br />

alle varie classi di vela, nei giorni 12 e<br />

13 giugno avrà luogo la regata nazionale di Hobie<br />

Cat 16 che colorerà il tratto del lungomare Caio<br />

Duilio con imbarcazioni ed equipaggi provenienti<br />

da tutto il paese per onorare il vento ostiense!<br />

Adesso che la luce solare irrora maggiormente le<br />

giornate e l’aria è mite chi non ha avuto ancora la<br />

possibilità di andar per mare esegue gli ultimi lavori sulle barche<br />

, si aggiustano le vele, si lavano gli scafi dalla salsedine<br />

pronti per partire.<br />

E quì si parla di un vero e proprio viaggio dato che nella settimana<br />

che va dal 14 al 20 giugno gli equipaggi dei catamarani<br />

Hobie Cat e Tornado potranno partecipare all’affascinante<br />

campeggio nautico con partenza dalla spiaggia della Sezione<br />

del Lido di Ostia per toccare terra, infine, nell’isola del Giglio;<br />

la distanza non è certamente trascurabile per i multiscafi ma<br />

proprio a causa di questo momenti indimenticabili saranno garantiti.<br />

I catamarani e le tende saranno in quei giorni i soli compagni<br />

per le donne e gli uomini che parteciperanno a questa<br />

generosa avventura.<br />

A noi piace celebrare così il prossimo solstizio,<br />

abbracciati al nostro amato mare sospinti dai<br />

dolci venti estivi che accarezzano gioiosamente<br />

le vele, una festa per tutti i sensi.<br />

Con la chiusura delle scuole per le vacanze estive<br />

la Sezione intensificherà i corsi per bambini e<br />

adulti che vogliono provare l’emozione di governare<br />

una barca o una tavola da kiteboard e windsurf;<br />

quella per il grande blu è una passione<br />

contagiosa per chiunque oltre a rappresentare un<br />

matrimonio tra l’essere umano e gli elementi della natura che<br />

non ha confronti.<br />

Come di consueto la segreteria della Sezione è a disposizione di<br />

tutti per fornire informazioni riguardo le nostre attività.<br />

Vi aspettiamo per condividere la gioia di lasciarsi la terra alle<br />

spalle e scivolare silenziosi sopra questo magnifico immenso<br />

tappeto blu.<br />

Buon vento a tutti.<br />

Sede Sociale: L.mare Caio Duilio, 36 - 00122 Lido di Ostia<br />

Tel. 06.56470474 Fax 06.56320289<br />

www.leganavale.it/lidodiostia - lidodiostia@leganavale.it<br />

Litoralemaggio2010<br />

5


dossier<br />

Città cosmopolita<br />

Cittadini, stranieri e commerci nell’antica Ostia<br />

Il Foro delle Corporazioni<br />

Ostia, protesa anticamente<br />

sul mar Tirreno, adagiata<br />

lungo la foce del<br />

Tevere, fu in assoluto la prima<br />

colonia di Roma, propensa, per<br />

natura, ad accogliere “il mondo”.<br />

Racconta Tito Livio che il quarto<br />

dei mitici re, Anco Marzio, creò<br />

un campo fortificato e vi mandò<br />

almeno trecento robusti romani<br />

con le loro famiglie. Si trattava di<br />

controllare strategicamente la<br />

foce del fiume, tra il territorio<br />

dell’antica Laurentum, già conosciuto<br />

da Enea, a sud, e oltre il<br />

fiume Tevere, a nord, dove gli<br />

Etruschi cominciavano a farsi pericolosi.<br />

“L’acqua non potrà mai<br />

separarsi dalle città di mare”,<br />

6 Litoralemaggio2010<br />

cantava Alice nel 1998, a ribadire<br />

lo strettissimo legame tra mare e<br />

abitato, tra acqua e mestieri legati<br />

ai commerci, alla pesca, a tutto<br />

ciò che il mare offre all’uomo.<br />

Ne è un esempio Ostia Antica,<br />

fiorente città romana fortemente<br />

dipendente dal mare, dal suo<br />

grande porto.<br />

Due grandi piazze monumentali,<br />

due Fori, uno più antico, sede dei<br />

maggiori edifici religiosi e pubblici,<br />

l’altro interamente dedicato<br />

dall’imperatore Claudio ai commerci<br />

e agli affari, rappresentano<br />

un’unicità dell’abitato. Ostia era<br />

la città dei mercanti, era il luogo<br />

dei grandi guadagni degli spedizionieri,<br />

della partenza di cari-<br />

testo// Mario Sordii<br />

chi e dell’arrivo di derrate e ricchezze<br />

via mare e via fiume. Nel<br />

Foro delle Corporazioni, le sessantaquattro<br />

camerelle erano la<br />

sede di efficientissimi uffici di<br />

ditte import-export. I mercantispedizionieri<br />

erano specializzati<br />

e spesso il mosaico di fronte l’ufficio<br />

indicava, attraverso la rappresentazione<br />

di oggetti o scritte,<br />

la specialità della ditta. Commercio<br />

di olio di palma, traffico<br />

di carichi di legname, spedizioni<br />

di stoffe e profumi avvenivano<br />

all’ordine del giorno all’ombra<br />

del tempio di Cerere, protettrice<br />

dei commerci, che esigeva sacrifici<br />

di ovini, maiali o addirittura<br />

tori se l’affare da portare a termine<br />

era davvero di importo considerevole.<br />

Non solo romani e pagani si accalcavano<br />

ai piedi dei grandi monumenti<br />

ostiensi, ma lungo le<br />

strade era possibile esser raggiunti<br />

da una grande diversità di<br />

suoni e idiomi, colori, mode e<br />

volti di popoli lontani. Greci, sicambri,<br />

i sarmati d’Oriente, egiziani,<br />

ebrei, cristiani, formavano<br />

un’amalgama vociante e colorata,<br />

dinamica e produttiva.<br />

Come testimonia la radice del<br />

termine “civitas” la cittadinanza<br />

affonda le proprie radici nell’ap-<br />

partenenza ad una città. Il concetto<br />

di cittadinanza nel mondo<br />

antico ha avuto una grande influenza<br />

sulla cultura politica occidentale<br />

Fondamentale l’idea,<br />

propria della cittadinanza romana,<br />

che allo status di cittadino<br />

fossero inerenti dei diritti. Nel<br />

diritto romano la cittadinanza si<br />

caratterizzava come una forma<br />

di tutela giuridica che assicurava<br />

il riconoscimento di una serie di<br />

diritti e di garanzie dalla quale lo<br />

straniero, “peregrinus”, era<br />

escluso. L’idea di cittadinanza<br />

nell’antica Roma si è affermata e<br />

diffusa con gradualità concedendo<br />

prima ad alcuni, poi a<br />

molti dei popoli conquistati il diritto<br />

di cittadinanza. Solo con<br />

l’editto dell’imperatore Cara-


calla, del 212 a.C., il diritto di<br />

cittadinanza fu esteso a tutti gli<br />

abitanti dell’impero.<br />

A Roma la cittadinanza non<br />

venne fatta dipendere dall’essere<br />

nati o meno da genitori romani.<br />

In sostanza a Roma si affermò<br />

una concezione giuridica della<br />

cittadinanza e non più biologica:<br />

cittadino non è chi nasce da genitori<br />

già cittadini di quello Stato,<br />

ma chiunque fa parte di una certa<br />

società perché obbedisce alle sue<br />

leggi e quindi partecipa al suo<br />

sviluppo.<br />

Cittadini e stranieri affollavano le<br />

vie di Ostia e la prova di tale<br />

stretta e pacifica convivenza è<br />

fornita dai ritrovamenti archeologici.<br />

Durante le varie fasi di<br />

scavo, infatti, sono stati rinvenuti<br />

i resti molto interessanti di<br />

una Sinagoga ai margini dell’area<br />

abitata, verso il mare, in direzione<br />

di Porta Marina. Risalente<br />

al I secolo d.C., ancora in parte<br />

dotata delle belle colonne in<br />

marmo bianco, esili ed eleganti<br />

che svettano dal verde, era ed è la<br />

più antica sede del culto ebraico<br />

in Occidente, simbolo e prova<br />

della presenza di una nutrita comunità<br />

ebraica nell’antica città<br />

portuale grazie alle sue notevoli<br />

dimensioni.<br />

Non lontano dal luogo di culto<br />

del Popolo della Legge, nei rioni<br />

popolari di via della Foce, presso<br />

i luoghi delle antichissime saline,<br />

tra molte botteghe ed edifici termali,<br />

sono state ritrovate le strutture<br />

superstiti di una basilica cristiana.<br />

Tale edificio, collocandosi<br />

all’interno di una vasta zona termale<br />

contenente anche uno dei<br />

diciotto templi dedicati ad Ostia<br />

al dio iraniano Mithra, ben dimostra<br />

la stretta vicinanza di culti<br />

e comunità e quindi la commistione<br />

di storie e riti e il facile<br />

transito di molti credenti dal<br />

culto della divinità persiana, giovinetto<br />

in lotta cruenta contro<br />

le forze brute delle tenebre, al<br />

culto cristiano del Buon Pastore,<br />

giovane e pacifico salvatore dell’umanità<br />

che con il suo sacrificio<br />

annuncia la salvezza eterna.<br />

Una lezione di convivenza e di<br />

positivo villaggio globale da imitare,<br />

da tentare di riprodurre a distanza<br />

di duemila anni.<br />

Litoralemaggio2010<br />

7


dossier<br />

Il giro del mondo…<br />

aD OSTia<br />

testo// Alessandro Ferraro<br />

A passeggio nelle strade del nostro quartiere, incontriamo alcuni stranieri<br />

che ci vivono. C’è chi si arrangia nella quotidianità, vendendo cd pirata<br />

e facendo lavoretti di fatica. E chi, come il piccolo Aseem, racimola qualche<br />

spicciolo al distributore di benzina con il libro di scuola sottobraccio.<br />

In tutti il sogno di tornare a casa, realizzato da Peter, manovale che ha<br />

raggiunto di nuovo l’originaria Ungheria<br />

Farsi raccontare la propria storia da qualcuno<br />

è molto difficile. Da dove vieni,<br />

come ti chiami, cosa fai…sono domande<br />

che paradossalmente possono colpire<br />

troppo nel segno. Se a questo aggiungiamo la<br />

condizione particolare di chi risponde (immigrato),<br />

possiamo renderci conto della reticenza<br />

nel dare risposte. C’è però un filo che lega tutte<br />

le persone che ho incontrato: la speranza di tornare<br />

a casa. Insomma, volevo fare un articolo<br />

“di colore”, come si dice in gergo, ma ha visto<br />

negli occhi di questa gente una profondità che<br />

mi ha spiazzato. Prendiamo Marco. Il suo vero<br />

nome non lo vuole dire. Viene dall’Africa sub–<br />

sahariana. Si arrangia per vivere: cd pirata, lavori<br />

di fatica…“insomma quello che capita.<br />

8 Litoralemaggio2010<br />

Non sono qui da moltissimo. Circa cinque<br />

anni. Non ho trovato la realtà che mi aspettavo:<br />

la televisione inganna (mentre mi dice queste<br />

parole penso che alcune volte i luoghi comuni<br />

siano più reali di quanto possiamo immaginare)<br />

ma non mi lamento. Certo – aggiunge –<br />

a casa ci tornerei anche subito: è questa la mia<br />

speranza”. Sono colpito molto dalla dignità<br />

con cui pronuncia la parola casa. La stessa dignità<br />

che ho ritrovato in Aseem. Ragazzo (ma<br />

oserei dire ragazzino) indiano che appena può<br />

si ferma al distributore della benzina (quando<br />

è chiuso) per racimolare qualche spicciolo.<br />

L’ho incontrato con un sussidiario che studiava<br />

matematica e italiano. “Appena posso vengo<br />

qui – mi dice. Devo dare una mano alla mia fa-<br />

miglia ma va bene così. Riesco a studiare<br />

mentre lavoro”. Di Aseem ho un ricordo particolare.<br />

Era freddo. Sono passato come al solito<br />

e l’ho salutato ma aveva qualche cosa che<br />

non andava: gli occhi rossi che leggevano stanchi<br />

il sussidiario. Gli ho chiesto come andava:<br />

aveva la febbre ma voleva rimanere al distributore.<br />

Gli ho dato un’aspirina e un panino…Non<br />

cerco di impietosire nessuno, ma<br />

così gira il mondo. Certo, non tutti vivono ancora<br />

di speranza: c’è chi è riuscito a realizzare<br />

quello che voleva. Peter abitava nel mio palazzo,<br />

ora è tornato in Ungheria con la sua<br />

compagna (Jùlia) che ha conosciuto qui in Italia.<br />

Ho fatto due chiacchiere con lui prima della<br />

partenza. “Oramai – mi sorride – mi sento<br />

molto italiano. Sono qui dal 1987. Ho fato<br />

sempre il manovale con la speranza di poter un<br />

giorno tornare a casa ed oggi che ci sto riuscendo<br />

e non mi sembra vero”. Peter piano<br />

piano si è fatto un nome nel palazzo: serio,<br />

onesto e lavoratore instancabile. Il passaparola<br />

ha fatto il resto. Ha abitato per molto tempo in<br />

un appartamento (che assomigliava molto ad<br />

un sottoscala) pulito e decoroso. “ Ho conosciuto<br />

Jùlia qualche anno fa. Non ti nego che<br />

la presenza di una comunità di stranieri mi ha<br />

molto aiutato i primi tempi. Lei per ora fa la<br />

badante. Tra poco avremo abbastanza da parte<br />

per tornare a casa e ricominciare di nuovo”. Un<br />

aereo ha portato Peter e Jùlia a casa dopo anni.<br />

Il sogno è diventato realtà.


TUTTI UgUAlI TrA I BANChI<br />

Accentuati movimenti migratori sono<br />

sempre esistiti anche se di tipo diverso:<br />

migrazioni intercontinentali,<br />

interne ed internazionali. Recentemente l’Europa<br />

è diventata meta ambita di popolazioni<br />

costrette a lasciare la propria terra per diversi<br />

motivi: religiosi, politici, economici.. Anche<br />

in Italia si è verificato questo fenomeno. In<br />

un primo momento si trattava di persone di<br />

passaggio, dirette verso il Canada o l’Australia,<br />

poi gradualmente alcuni gruppi si<br />

sono stabiliti nel nostro paese. La scuola ha<br />

esercitato un ruolo fondamentale nell’integrazione<br />

degli immigrati in Italia come contesto<br />

di inserimento culturale oltre che come<br />

strumento per l’integrazione sociale. Il si-<br />

Il numero sempre maggiore di stranieri presenti sul territorio ha fatto si<br />

che anche la scuola sia organizzata a misura di integrazione. Anche perché<br />

ormai la maggior parte dei piccoli studenti, provenienti ad Ostia da ben<br />

13 paesi, è nata in Italia e si approccia da subito con la nostra lingua<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

stema scolastico rappresenta per i minori<br />

quello che per gli adulti rappresenta il contesto<br />

di lavoro e cioè il primo e principale ambito<br />

di inserimento nel tessuto sociale. La<br />

scuola, sia attraverso la formazione culturale,<br />

sia attraverso i legami che essa genera, è alla<br />

base della costruzione dell’identità sociale,<br />

personale e collettiva dei minori e delle loro<br />

famiglie. In un primo momento la scuola si è<br />

trovata ad affrontare una emergenza a cui<br />

non era preparata: arrivavano minori che non<br />

conoscevano la lingua e bisognosi di tutto,<br />

perché provenienti da famiglie povere . Ora<br />

la situazione è diversa: i minori stranieri che<br />

frequentano le scuole sono quasi tutti nati in<br />

Italia, conoscono bene la lingua del paese che<br />

li ospita, si integrano facilmente, perché sono<br />

anche supportati da strutture scolastiche in<br />

grado di favorire la socializzazione e la soli-<br />

darietà tra minori di origine straniera e italiani.<br />

Ad Ostia, ad esempio, è limitato il numero<br />

degli stranieri che frequentano le<br />

scuole: in alcune classi non ce ne sono proprio,<br />

in altre ammontano a poche unità, mentre<br />

in passato le scuole adiacenti ai palazzi<br />

occupati dagli stranieri ospitavano molti minori.<br />

Gli immigrati che arrivano oggi nella<br />

nostra città non hanno problemi economici<br />

nella maggior parte dei casi, seguono i loro<br />

figli che imparano in poco tempo la lingua<br />

italiana. Secondo il piano regolatore sociale<br />

dell’U.O.S.E.C.S. (Unità organizzativa socio<br />

educativa culturale sportiva) nel 2008 sono<br />

state registrate nel XIII Municipio 13 comunità<br />

straniere che provengono da Romania,<br />

Polonia, Egitto, Sri Lanka, Ucraina, Filippine,<br />

Regno Unito, Grecia, Perù, Repubblica<br />

Moldova, Albania, Francia, Germania.<br />

Litoralemaggio2010<br />

9


dossier<br />

testo// Silvia Grassi<br />

Imparare la lingua è uno<br />

dei primi e fondamentali<br />

elementi per l’integrazione<br />

degli stranieri. Tale compito<br />

è affidato ai Centri<br />

Territoriali Permanenti,<br />

attivi ad Ostia presso<br />

la scuola Parini e la<br />

Comunità di Sant’Egidio.<br />

Quest’ultima, in particolare,<br />

allestisce corsi che servono<br />

non soltanto ad apprendere,<br />

ma anche a specializzarsi<br />

e a socializzare. E proprio<br />

la socializzazione è alla<br />

base dell’attività di una<br />

importante associazione,<br />

l’Arnia, che organizza<br />

anche momenti di<br />

conversazione per italiani<br />

tenuti da stranieri<br />

Il più importante mezzo di integrazione<br />

è sicuramente la<br />

lingua, sorgente primaria di<br />

comunicazione e di mediazione<br />

interculturale. Tutti coloro che<br />

hanno vissuto e vivono la condizione<br />

dell’immigrato, o semplicemente<br />

quella del turista, ne conoscono<br />

il valore e sanno quali<br />

difficoltà può generare il non<br />

comprendersi e non poter comunicare.<br />

Per gli extracomunitari<br />

10 Litoralemaggio2010<br />

sono, per lo più, le istituzioni scolastiche<br />

a farsi carico di questo<br />

problema organizzando corsi di<br />

lingua italiana per adulti e studenti,<br />

in quelli che vengono definiti<br />

Centri Territoriali Permanenti<br />

(CTP). Con essi vengono<br />

forniti i primi insegnamenti necessari<br />

a far conoscere l’italiano<br />

della vita quotidiana, con cui capire<br />

e comunicare l’essenziale,<br />

per vincere il disorientamento e<br />

superare l’isolamento.<br />

Sul nostro territorio i CTP sono<br />

attivi presso la scuola media statale<br />

giuseppe Parini, ma esiste<br />

anche un’importante iniziativa<br />

della Comunità di S. Egidio, che<br />

organizza corsi di Italiano per<br />

stranieri la domenica mattina,<br />

presso i locali di Via Baffigo. La<br />

scelta di dedicare all’insegnamento<br />

della lingua il giorno festivo<br />

è una soluzione per coloro,<br />

la maggior parte, che, nel corso<br />

della settimana, sono impegnati<br />

nel lavoro. Negli anni, accanto al<br />

solo apprendimento della lingua<br />

è cresciuta anche una domanda<br />

diversa, di corsi culturalmente<br />

più avanzati, espressa da<br />

immigrati che vivono in Italia da<br />

diverso tempo, provenienti in<br />

larga misura da paesi dell’Europa<br />

dell’Est e dall’America Latina<br />

e, in misura molto più ridot


loro e noi...<br />

alla stessa scuola<br />

ta, anche dall’Africa e dall’Asia. Si<br />

tratta soprattutto di donne, impiegate<br />

nei lavori domestici e di assistenza<br />

alle persone, molte di queste con un<br />

buon livello di scolarizzazione, addirittura<br />

laureate, e con alcuni anni<br />

di esperienza lavorativa nel proprio<br />

paese. Per loro la scuola di lingua<br />

diviene il luogo della conoscenza<br />

della storia e della cultura italiana<br />

ed europea ed al tempo stesso<br />

la condizione in cui si sperimentano<br />

la possibilità e le opportunità dell’incontro<br />

e della convivenza tra persone<br />

diverse per lingua, cultura, religione.<br />

Un luogo in cui, da adulti,<br />

si approfondiscono anche la storia e<br />

la memoria dell’Italia e dell’Europa.<br />

Ma sul nostro territorio c’è dell’altro.<br />

Se, infatti, è importante conoscere<br />

la nostra lingua e la nostra cultura<br />

per chi proviene da paesi lontani,<br />

non meno necessario è per noi<br />

conoscere coloro che ci vivono a<br />

l’argentina<br />

Susanna Alvares<br />

presidente<br />

dell’Associazione<br />

Arnia<br />

fianco, le loro usanze, le convinzioni,<br />

la fede, gli ideali. Anche la loro lingua<br />

può diventare per noi un patrimonio<br />

di cultura e un’occasione di<br />

reciproca integrazione e di solidarietà.<br />

Si, perché la condizione di<br />

emarginazione dell’emigrato ha uno<br />

specchio anche nella nostra società,<br />

segnata dalla presenza sempre più<br />

numerosa di persone sole e scarsamente<br />

integrate. Entrambe queste<br />

forme di emarginazione nascono da<br />

una stessa matrice di non conoscenza<br />

e paura dell’altro, che genera<br />

diffidenza, isolamento, scarsa<br />

partecipazione alle vite degli altri. Su<br />

questo fronte, impegnata nella prevenzione<br />

del disagio e nell’integrazione<br />

sociale, lavora da anni l’associazione<br />

ArNIA. Sono ormai<br />

una tradizione gli incontri di conversazione<br />

in lingua straniera per<br />

italiani, che essa organizza nei locali<br />

della biblioteca Morante. Sono<br />

corsi in cui si attua una sorta di capovolgimento<br />

di quello che abbiamo<br />

descritto finora. Sono infatti dei<br />

cittadini stranieri, che in modo del<br />

tutto volontario e gratuito, insegnano<br />

agli italiani a parlare la loro<br />

lingua, in particolare spagnolo, inglese<br />

e francese.<br />

‹‹ La lingua è un modo di aprirsi a<br />

tutti -afferma la presidente del-<br />

l’Associazione, l’argentina Susanna<br />

Alvares -e noi la insegniamo nel<br />

quadro della prevenzione sociosanitaria<br />

del disagio. Anche attraverso<br />

questi corsi si sta insieme e ci si<br />

conosce. Alcuni missionari Mormoni<br />

hanno accolto il nostro invito<br />

a collaborare con noi, perché condividono<br />

tale prospettiva e in uno<br />

spirito di volontariato del tutto gratuito<br />

tengono i corsi di lingua anglo<br />

americana. Siamo convinti che imparare<br />

le lingue degli altri è sicuramente<br />

un grande strumento di socializzazione<br />

per tutti ed è la chiave<br />

per entrare senza pregiudizi nelle<br />

diverse culture ››. L’azione di AR-<br />

NIA non si ferma all’insegnamento<br />

delle lingue. I membri dell’associazione<br />

organizzano continuamente<br />

incontri, piccole feste, manifestazioni,<br />

in cui lo stare insieme, il parlare<br />

con gli altri aiutano a conoscersi<br />

e a sentirsi inseriti.<br />

‹‹ La solitudine non ha confini nazionali<br />

- prosegue Susanna Alvarespossiamo<br />

essere stranieri anche per<br />

i nostri stessi connazionali, persino<br />

in casa nostra. Ho imparato a mie<br />

spese vivendo la condizione dell’extracomunitaria<br />

quanto sia importante<br />

il contatto con gli altri e<br />

quanto può farci sentire ricchi un piccolo<br />

gesto di attenzione. ››<br />

Litoralemaggio2010<br />

11


dossier<br />

Piacere,<br />

sono Babu<br />

testo// Augusto Gallo<br />

Con questo nome è conosciuto da<br />

tutti Rahman Mostafizur, Consigliere<br />

Aggiunto del XIII Municipio dal 2006,<br />

originario del Bangladesh. Laureato<br />

in Management e con esperienza in<br />

campo sportivo e culturale, gestisce<br />

un negozio di prodotti alimentari<br />

tipici del suo paese. Tra i suoi<br />

obiettivi l’inserimento degli stranieri<br />

nella Pubblica Amministrazione,<br />

ritenuto strategico per una funzione<br />

di piena integrazione<br />

Il suo nome di battesimo è Rahman Mostafizur<br />

e da queattro anni è Consigliere<br />

Aggiunto all’interno del XIII Municipio.<br />

Mostafizur, che tutti conoscono e chiamano<br />

con il soprannome di Babu, arriva in Italia<br />

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12 Litoralemaggio2010<br />

nel ’93 dal Bangladesh e più precisamente<br />

dalla città di Dhaka. Si ritrova quasi solo in<br />

Italia, ma apprezza subito la bontà e la cortesia<br />

degli italiani. Del resto lui ha scelto l’Italia<br />

per migrare perché sapeva che, fatta<br />

eccezione per alcune frange di italiani, il nostro<br />

paese è una nazione accogliente e sensibile<br />

alle problematiche di quanti si trovano<br />

in difficoltà. Il suo inserimento nel tessuto<br />

sociale del nostro territorio è strettamente legato<br />

all’attività sportiva prima ed all’attività<br />

culturale poi, entrambe rivolte verso i suoi<br />

conterranei che periodicamente giungevano<br />

sul nostro territorio. Mostafizur tramite lo<br />

sport, visto come momento di aggregazione,<br />

ha insegnato ai suoi concittadini quali fossere<br />

le regole che vigevano qui da noi, soprattutto<br />

si è sempre operato affinché chi giungeva in<br />

Italia avesse la voglia e mettesse in atto la capacità<br />

di integrarsi con noi italiani nel pieno<br />

rispetto reciproco e nella comprensione –<br />

sempre reciproca – delle differenze che esistono<br />

fra noi e loro. “Babu” diventa, quindi,<br />

un punto di riferimento per tutti quelli della<br />

sua etnia che si stabiliscono nel XIII Municipio<br />

e nelle zone limitrofe. Su questa esperienza<br />

nel 2006 viene eletto nel Parlamentino<br />

lidense. Sottolinea le differenze fra la politica<br />

del suo paese e quella del nostro, evidenziando<br />

che da loro vengono fatte poche<br />

proposte che diventano quasi sempre realtà;<br />

qui da noi ci sono tantissime proposte ma per<br />

lungaggini procedurali e di forma non sempre<br />

si trasformano in realtà operativa. Mostafizur<br />

è giunto qui in Italia con la sua<br />

Laurea in Management e il suo sogno nel<br />

cassetto è quello di arrivare ad una perfetta<br />

integrazione fra gli italiani e gli immigrati. Il<br />

primo passo sarebbe quello di integrare nei<br />

servizi pubblici i dipendenti italiani con<br />

quelli delle etnie maggiormente rappresentate<br />

sul territorio. Ciò accelererebbe il processo<br />

di integrazione e permetterebbe alla<br />

Pubblica Amministrazione di offrire un servizio<br />

migliore a tutti gli utenti; inoltre un extracomunitario<br />

avrebbe la possibilità di<br />

svolgere le proprie pratiche più celermente e<br />

soprattutto si eviterebbero errori dovuti non<br />

alla malafede ma soprattutto alla non perfetta<br />

comprensione delle azioni da svolgere. Nella<br />

sua vita privata Mostafizur gestisce un negozio<br />

di generi alimentari dove vengono commercializzati<br />

prodotti merceologici che sono<br />

propri dell’etnia e della cultura di Babu. Però<br />

se è vero che circa l’80 per cento dei clienti<br />

sono conterranei del Consigliere Aggiunto è<br />

anche vero che una percentuale del circa 20<br />

per cento è rappresentata da italiani che, o<br />

per curiosità o perché cercano un’idea nuova<br />

per la loro tavola, si recano ed acquistano<br />

prodotti da Babu. Tanti ritornano qualcuno<br />

no! Ma il processo di integrazione passa<br />

anche attraverso quello che viene consumato<br />

a pranzo!<br />

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e in genere i luoghi di acquisto<br />

dove il rapporto umano è praticamente<br />

annullato, soddisfano i clienti solo a metà. Le<br />

persone cercano ancora l’atmosfera delle<br />

botteghe di quartiere e la conoscenza del negoziante,<br />

soprattutto per i beni più importanti:<br />

la spesa alimentare e l’automobile. «La<br />

cosa più importante è la fiducia del cliente »<br />

sottolinea Ahamad, che da diversi anni gestisce<br />

uno dei più frequentati autolavaggi situato<br />

nel centro di Ostia. Lui e i suoi<br />

collaboratori sono tutti egiziani e vivono nel<br />

territorio dal 2002, da quando sono arrivati<br />

in Italia. «Nel nostro paese facevamo mestieri<br />

diversi. Io per esempio ero contadino.<br />

Poi ho deciso di trasferirmi in Italia, sono<br />

arrivato ad Ostia e mi sono trovato subito<br />

bene. Ho sempre lavorato in questo campo,<br />

prima come dipendente per imparare il mestiere.<br />

Poi con altri della mia famiglia abbiamo<br />

preso in gestione questo autolavaggio<br />

e oggi abbiamo tanti clienti». Il punto di<br />

forza di questo esercizio è sicuramente l’uso<br />

dei migliori prodotti per la pulizia esterna e<br />

interna dei veicoli e la massima disponibilità.<br />

«Se un cliente dimentica di ritirare l’auto,<br />

noi lasciamo un bigliettino all’interno con il<br />

numero che può contattare e qualcuno di noi<br />

arriva subito a riconsegnargli le chiavi». La<br />

gentilezza e la disponibilità sono senza dubbio<br />

qualità che caratterizzano la cultura egiziana.<br />

Sono gli stessi motivi che attirano la<br />

clientela lidense ad acquistare i prodotti nelle<br />

numerose frutterie gestite da egiziani:<br />

«Vengo sempre a fare la spesa da questo<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

In tempo di crisi<br />

aumentano gli esercizi<br />

commerciali di proprietà<br />

o gestiti dagli stranieri.<br />

In particolare frutterie e<br />

autolavaggi sono le attività<br />

che registrano un alto<br />

tasso di capitale straniero,<br />

soprattutto egiziano<br />

grossista di piazza Quarto dei Mille - racconta<br />

la signora Gina - e mi trovo molto bene.<br />

Sono cortesi e si offrono sempre di portarmi<br />

la spesa a casa se prendo tante cose. Mostrano<br />

una gentilezza c cui noi non siamo più<br />

abituati». I prodotti ortofrutticoli arrivano<br />

spesso dalle stesse zone di provenienza dei<br />

gestori e proprietari, Tunisia o Marocco, perché<br />

è lo stesso mercato internazionale ad essere<br />

cambiato. Ma si trovano anche prodotti<br />

italiani, quelli dei mercati generali o di produttori<br />

locali, dal momento che questi non<br />

hanno più ricambio generazionale e i cittadini<br />

extracomunitari hanno coperto il vuoto<br />

che si stava generando in questi settori economici.<br />

L’impressione che si ha conoscendo<br />

chi gestisce e lavora in queste attività è quella<br />

di persone serene che vivono semplicemente,<br />

conoscono il sacrificio e non si dimenticano<br />

mai di regalare un sorriso a clienti, passanti o<br />

vicini negozianti.<br />

Litoralemaggio2010<br />

13


dossier<br />

Nel campo della ristorazione e dell’oggettistica,<br />

sembra essersi invertito nel tempo il trend<br />

nel nostro territorio. La comunità cinese<br />

ha affiancato veri e propri bazar ai tradizionali<br />

ristoranti. Ed è sempre più frequente trovare<br />

locali dove gustare pietanze preparate<br />

dagli indiani, che da sempre erano invece<br />

dediti alla vendita di prodotti di artigianato<br />

testo// Greta D’Angiolella<br />

Se fino a qualche anno fa per “etnico” si<br />

intendeva andare a mangiare al ristorante<br />

cinese e comprare soprammobili<br />

di artigianato indiano, oggi queste tendenze<br />

sembrano essersi invertite. I locali cinesi,<br />

dopo la crisi dovuta alla “Sars” (la forma di<br />

polmonite atipica manifestatasi nel 2002,<br />

ndr), sono ancora una forte attrazione per il<br />

palato degli amanti dell’esotico.<br />

Ma anche altre pietanze etniche si sono imposte<br />

all’attenzione dei cittadini lidensi, in<br />

particolare la cucina indiana. Entrare nel ristorante<br />

di gaurav in Corso duca di genova<br />

è come immergersi nella tipica<br />

atmosfera indiana, abbandonando il caos<br />

della metropoli. L’ambiente profumato e accogliente,<br />

avvolge i clienti con essenze aromatiche<br />

e li delizia con i sapori della<br />

tradizione indiana. La celebre calma del popolo<br />

indiano si specchia nella gentilezza di<br />

Lalit che lavora nel ristorante. «A volte sembra<br />

quasi che i clienti lidensi conoscano meglio<br />

i nostri piatti rispetto agli stessi indiani -<br />

ha commentato -. La pietanza che amano di<br />

più è il pesce speziato al forno, ma anche i<br />

piatti vegetariani piacciono molto». Se questo<br />

popolo sembra aver superato i cinesi, almeno<br />

per la curiosità di assaggiare nuovi<br />

sapori, l’estremo oriente sta oramai invadendo<br />

a livello mondiale il mercato dei beni,<br />

in particolare di oggetti per la casa. Così in<br />

molti punti di Ostia si trovano bazar colora-<br />

14 Litoralemaggio2010<br />

ShOPPINg ANd FOOd:<br />

tendenze etniche ad Ostia<br />

tissimi, “scatole cinesi” in cui si trova di<br />

tutto, come in via dei Panfili dove una famiglia<br />

cinese gestisce un negozio di oggetti per<br />

la casa. C’è solo l’imbarazzo della scelta,<br />

dagli utensili per qualsiasi attività culinaria,<br />

ai soprammobili di manifattura cinese, articoli<br />

da regalo, per il giardinaggio o altri hobbies.<br />

I consumatori più attenti spesso<br />

additano i prodotti cinesi come scadenti in<br />

qualità, ma c’è anche chi non la pensa così:<br />

“Per lo scorso Natale dovevo acquistare le<br />

luci per l’albero. Ho dovuto buttare tre confezioni<br />

made in Italy perché dopo un giorno<br />

si fulminavano. Ho acquistato qui quelle di<br />

manifattura cinese e hanno funzionato perfettamente”.<br />

Gli stereotipi ci semplificano la<br />

vita, ma ingabbiano le nostre convinzioni in<br />

categorie di pensiero. Soltanto l’esperienza e<br />

la conoscenza dell’altro e delle sue tradizioni<br />

può arricchire culturalmente e umanamente.


Sono ormai parecchi, anche nel nostro<br />

territorio, i negozi che vendono prodotti<br />

alimentari provenienti da paesi come Egitto,<br />

Turchia e Tunisia. Si va dal tipico kebab<br />

ai datteri, fino al pane arabo e ai dolci. Tutti cibi<br />

che consentono agli stranieri di mantenere<br />

la cucina del proprio paese di origine, ma che<br />

sono anche apprezzati dagli italiani, che<br />

attraverso una pietanza hanno l’opportunità<br />

di ricordare un viaggio o un vacanza<br />

Le migrazioni sono una costante<br />

nella storia dell’uomo.<br />

Fin dalla sua<br />

comparsa sulla terra l’uomo non<br />

ha mai cessato di migrare, spinto<br />

da motivazioni diverse: dal desiderio<br />

di ricerca e scoperta, a<br />

causa di crisi economiche o di<br />

capovolgimenti politici, o perché<br />

perseguitato per motivi ideologici<br />

o colpito da catastrofi naturali.<br />

Il viaggio, quando affrontato<br />

per necessità, è stato spesso fonte<br />

di sofferenza e di dolore: dover<br />

lasciare il proprio paese per affrontare<br />

l’ignoto. Le migrazioni<br />

ci sono anche oggi con le stesse<br />

difficoltà e sofferenze di un<br />

tempo, mentre il viaggio a volte<br />

assume un aspetto ludico: si<br />

viaggia per conoscere, ma anche<br />

per divertirsi e rilassarsi dopo<br />

lunghi mesi di lavoro. Chi torna<br />

da un viaggio in paesi esotici<br />

oltre a filmati, diapositive e oggetti<br />

artigianali porta con sé il<br />

gusto di una cucina diversa che<br />

vuole provare a riprodurre una<br />

volta a casa. Ecco, allora, che il<br />

viaggiatore viene aiutato in questo<br />

dai negozi di prodotti esotici<br />

che sorgono ovunque. Ad Ostia<br />

basta fare un giro per la città per<br />

scoprire negozietti che vendono<br />

prodotti alimentari provenienti<br />

da Egitto, Turchia, Tunisia e che<br />

sono preziosi per confezionare<br />

ottime pietanze arabe. Basta vi-<br />

Sapori<br />

esotici<br />

a tavola<br />

testo// Lucia Battaglia<br />

sitarne uno, perché sono più o<br />

meno tutti uguali. In vetrina c’è<br />

una ricca esposizione di calendari<br />

dai colori smaglianti e tutti<br />

in lingua araba. All’interno c’è<br />

una macelleria: le carni sono di<br />

provenienza italiana, perché gli<br />

arabi macellano col coltello, cosa<br />

che in Italia è proibita. Poi c’è la<br />

parte tipicamente orientale dove<br />

abbonda ogni tipo di fava di cui<br />

gli arabi fanno largo consumo; la<br />

crema di sesamo che serve per<br />

preparare un piatto tipico arabo;<br />

il kebab, una carne molto condita<br />

con spezie, insalata e crema di<br />

pistacchio prima di essere arrostita.<br />

Ci sono scatole con datteri<br />

freschi, veramente ottimi; spezie<br />

di ogni tipo (curcuma, coriandolo,<br />

curry, pepe nero, peperoncino,<br />

paprika); un tipo di verdura<br />

simile agli spinaci tipicamente<br />

araba; delle polpette vegetali il<br />

cui ingrediente principale è la farina<br />

di fave; riso basmati; un tipo<br />

di dolci a base di farina, zucchero,<br />

uova, pistacchi e mele<br />

dall’aspetto molto invitante;<br />

pane arabo, sottile e bianco fatto<br />

con poco lievito. Tutti questi prodotti<br />

vengono dall’Egitto, dalla<br />

Turchia o dalla Tunisia come nel<br />

caso dei datteri freschi. Uno dei<br />

negozi che ho visitato si presenta<br />

bene: è pulito con le merci poste<br />

in ordine. È aperto da quattro<br />

anni (prima c’era un negozio di<br />

prodotti cinesi) e vende bene. I<br />

clienti sono numerosi e vengono<br />

anche da Roma per comperare<br />

qui quelle spezie e quegli ingredienti<br />

che possono far tornare<br />

alla memoria a chi ha lasciato il<br />

proprio paese i profumi e i sapori<br />

di un tempo.<br />

Litoralemaggio2010<br />

15


dossier<br />

Accanto ai banchi allestiti ad Ostia<br />

nelle tradizionali location di Piazza<br />

Quarto dei Mille e via Desiderato Pietri,<br />

si piazzano ormai da tempo anche<br />

i rom, che propongono oggetti<br />

vecchi o scartati. Gli acquirenti<br />

sono principalmente stranieri indigenti,<br />

anche se non mancano gli italiani,<br />

attratti dai prezzi in qualche caso<br />

irrisori. Il fenomeno, però, desta<br />

sospetti e fastidi, creando anche disagi.<br />

C’è chi pensa che si tratti di oggetti<br />

rubati. Inoltre, dopo l’esposizione<br />

e la vendita, proliferano disordine<br />

e cartacce. Ed i blitz delle forze<br />

dell’ordine costringono questi “anomali<br />

commercianti” a nascondere la merce<br />

dentro i cassonetti, facendo scattare<br />

così anche un allarme igiene<br />

testo// Silvia Grassi<br />

I mercatini<br />

PArAllElI<br />

Non solo ad Ostia, ma in<br />

molti quartieri di Roma<br />

si è diffusa la consuetudine<br />

da parte di gruppi di Rom<br />

16 Litoralemaggio2010<br />

di allestire mercatini spontanei<br />

di oggetti di recupero della più<br />

varia provenienza. Ciò vuol dire<br />

che può trattarsi di oggetti vec-<br />

chi, a volte reperiti tra gli scarti<br />

della nostra opulenta civiltà consumistica,<br />

o anche di refurtiva,<br />

come molti sostengono. Acquirenti<br />

abituali sono in genere altri<br />

rom, o immigrati di vari paesi,<br />

ma anche italiani attratti dalla<br />

merce a buon mercato. I residenti<br />

si mostrano variamente<br />

orientati nei confronti di tali<br />

presenze. Per lo più protestano e<br />

chiedono l’intervento delle autorità<br />

e delle forze dell’ordine,<br />

preoccupati che, una volta accertata<br />

la provenienza furtiva<br />

delle merci, si potrebbe innescare<br />

una pericolosa escalation<br />

di furti. Altri benpensanti gri-<br />

dano allo scandalo, temendo,<br />

forse non a torto, il diffondersi<br />

di un sistema di illegalità, ma<br />

anche la propagazione di infezioni,<br />

dovuta alla scarsa igiene<br />

delle merci; la protesta si<br />

estende anche all’accumulo residuo<br />

di spazzatura e immondizia<br />

lungo le strade al termine delle<br />

vendite. In verità, sia in via<br />

della Paranzella e via Stefano<br />

Cansacchi, che in via della Vittoria,<br />

dove si raccolgono i rom<br />

negli stessi giorni in cui si svolgono<br />

i mercatini ambulanti bisettimanali<br />

(rispettivamente di<br />

Piazza Quarto dei Mille e via<br />

Desiderato Pietri), a fine mattinata,<br />

si può notare un certo incremento<br />

di cartacce e oggetti<br />

abbandonati, che vanno a peggiorare<br />

la già non lusinghiera situazione<br />

della pulizia e del<br />

decoro di quelle strade. Contro


questa usanza, che ha già contagiato<br />

vari quartieri della capitale,<br />

si sono levate da più parti<br />

voci di protesta e si sono mosse<br />

anche le amministrazioni, con in<br />

testa il sindaco Alemanno che ha<br />

promesso di prendere provvedimenti<br />

seri, ritenendo pericoloso<br />

che si creino dei mercati fuori<br />

controllo. Infatti là dove sono<br />

stati trovati in vendita oggetti di<br />

dubbia provenienza il rischio è<br />

costituito non solo dal fatto che<br />

si accresca il circuito del commercio<br />

del rubato, ma anche che<br />

dietro tali attività presto o tardi<br />

finisca per inserirsi la malavita<br />

organizzata. Non sembra però<br />

questo, fino ad oggi, il caso di<br />

Ostia, dove più che altro si ha<br />

la percezione di un commercio<br />

tra poveri, basato sullo scambio<br />

di merce usata e sostenuto da<br />

compratori indigenti. Qualche<br />

acquirente si avvicina, forse,<br />

anche attratto dai prezzi bassi,<br />

qualcun altro dall’atmosfera un<br />

po’ “pittoresca” che queste vendite<br />

creano lungo la strada. Ultimamente<br />

è in corso una sorta di<br />

braccio di ferro tra gli abusivi e<br />

le forze dell’ordine. Nei mesi<br />

passati i mercatini si svolgevano<br />

la mattina presto e già alle<br />

prime luci dell’alba arrivavano<br />

carrettini e carrozzelle da neonato<br />

pieni di mercanzia, che veniva<br />

sistemata in terra su dei teli<br />

colorati. Ma l’intervento alter-<br />

nato di Vigili Urbani, Guardia di<br />

Finanza e Polizia ha modificato<br />

tale abitudine. La merce viene<br />

tenuta nascosta nei secchioni<br />

della spazzatura, alcune donne<br />

restano di vedetta, aspettando<br />

per ore che passi la ronda. Poi ad<br />

un segnale convenuto, sbucano<br />

da ogni parte i “mercanti”, che<br />

in men che non si dica recuperano<br />

gli oggetti nascosti e allestiscono<br />

la vendita. Ormai essa<br />

avviene solo a fine mattinata e<br />

anche la parte di strada occupata<br />

varia di settimana in settimana,<br />

pur continuando a svolgersi nei<br />

pressi dei mercatini bisettimanali.<br />

Se arriva una pattuglia, con<br />

grande rapidità il mercato viene<br />

smontato e la merce, frettolosamente<br />

avvolta nei teli viene di<br />

nuovo nascosta nei secchioni<br />

della spazzatura, dove rimane in<br />

custodia fino a che la strada non<br />

ridiventa “sicura”. Questo apri e<br />

chiudi delle pattumiere ha alimentato<br />

anche la convinzione<br />

che i rom vadano a rifornirsi di<br />

merce tra gli scarti e nella spazzatura.<br />

In verità sono solo nascondigli,<br />

sicuramente poco<br />

igienici, ma niente di più. Vero è<br />

invece che i rom sono esperti nel<br />

riparare oggetti gettati via perché<br />

rotti o danneggiati, che con<br />

una certa maestria riescono a far<br />

ritornare in uso. Accanto a questi<br />

mercatini, proprio in via Orazio<br />

dello Sbirro, di fronte al<br />

mercato rionale esiste un giro di<br />

vendita di articoli contraffatti,<br />

Cd, Dvd, accessori d’abbigliamento,<br />

portato avanti da un<br />

gruppo di ragazzi di colore, che<br />

ormai fa parte del panorama locale.<br />

Alcuni sono anche benvoluti<br />

dai residenti, ma ciò non<br />

sposta il problema dell’illegalità<br />

che si sviluppa dietro a questi<br />

commerci, di cui i venditori<br />

sono solo l’ultimo e più debole<br />

anello della catena. La responsabilità<br />

di tali illeciti va ricercata<br />

sicuramente nel giro dell’importazione<br />

di merci provenienti dall’oriente,<br />

un giro di miliardi che<br />

non finiscono certo nelle mani<br />

dei giovani venditori.<br />

Litoralemaggio2010<br />

17


dossier<br />

Così sono convenzionalmente<br />

chiamati quegli<br />

stranieri, principalmente<br />

di colore, che battono<br />

ogni metro del territorio<br />

per cercare di vendere<br />

qualcosa. Una vera<br />

e propria lotta quotidiana<br />

per la sopravvivenza,<br />

immortalata in una<br />

mostra dal fotografo<br />

di Ostia Pino Rampolla.<br />

Un’esperienza non<br />

soltanto professionale<br />

ma anche<br />

profondamente umana<br />

testo// Cecilia M. Calamani<br />

Foto di T.V.G.<br />

Le spiagge di Ostia pullulano<br />

di migranti che, infaticabilmente,<br />

percorrono<br />

in lungo e in largo il litorale cercando<br />

di poter vendere qualcosa<br />

per sopravvivere. Numerosi e insistenti,<br />

spesso vengono scansati<br />

dalla gente che li guarda, da un<br />

comodo e lindo lettino, con una<br />

diffidenza che sovente si trasforma<br />

in stizza e fastidio. Eppure,<br />

sono uomini e donne che<br />

fuggono dalla fame, spesso dalla<br />

guerra, lasciando nel loro Paese<br />

una famiglia da sfamare che ri-<br />

18 Litoralemaggio2010<br />

Foto di Pino Rampolla<br />

vedranno forse dopo vari mesi,<br />

forse dopo un anno. Pino Rampolla<br />

(www.pinorampolla.it), fotografo<br />

ostiense di origini<br />

salernitane, ha immortalato i<br />

volti di queste persone, ha dato<br />

voce alle loro storie, li ha resi,<br />

per il breve attimo di uno scatto<br />

fotografico, protagonisti. Li ha<br />

contattati, ascoltati, si è fatto narrare<br />

le loro vite, così diverse<br />

dalle nostre. E ne ha tirato fuori<br />

una mostra, “Vucumprà”, allestita<br />

tempo fa sia alla biblioteca<br />

Elsa Morante che al pontile di<br />

Vucumprà<br />

Ostia, nell’ambito della manifestazione<br />

“Approdo alla lettura”.<br />

“Lo scopo era quello di far capire<br />

che dietro queste persone ci<br />

sono delle storie, che sono storie<br />

di fame, di difficoltà, di guerra.<br />

Lavorare con loro, ascoltarli, sedermi<br />

con loro al bar ha costituito<br />

una straordinaria crescita<br />

personale e forse è servito per<br />

mitigare quella diffidenza che<br />

ognuno di noi prova nei confronti<br />

del migrante. In fondo,<br />

loro sono come eravamo noi all’inizio<br />

del secolo scorso; l’Italia<br />

è per loro quello che<br />

l’America, allora, era per noi”.<br />

Pino Rampolla mette la sua arte<br />

a servizio delle persone in difficoltà.<br />

Fotoreporter di frontiera,<br />

ha lavorato molto nel sud dell’Africa<br />

al fianco di associazioni<br />

di volontariato alle quali sono<br />

stati devoluti i proventi dei libri<br />

che ha pubblicato. Ma non<br />

manca l’attenzione al disagio nostrano:<br />

dal penitenziario di Regina<br />

Coeli ai ragazzi autistici che<br />

giocano a basket per finire ai<br />

bambini malati di tumore dell’associazione<br />

Peter Pan. Rampolla<br />

dà corpo, con le sue<br />

immagini, a storie ai margini<br />

della società, offrendo il suo lavoro<br />

a chi, dentro queste storie,<br />

ci vive davvero.


Un medagliere<br />

di tutti i colori<br />

Il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle conta<br />

successi ed affermazioni a livello mondiale.<br />

Tra i suoi portacolori anche due atleti che<br />

hanno radici fuori dall’Italia. Si tratta<br />

del marciatore Jean Jacques Nkouloukidi<br />

e della quattrocentista Litania Grenot di<br />

origini, rispettivamente, africana e cubana<br />

testo// Cecilia M. Calamani<br />

Il gruppo sportivo delle Fiamme<br />

Gialle vanta nel medagliere<br />

giovani atleti di origine<br />

extracomunitaria. Nel moderno<br />

centro polivalente di Castelporziano<br />

si allenano tra gli altri il<br />

Finanziere Scelto Jean Jacques<br />

Nkouloukidi e l’Allievo Finanziere<br />

libania grenot. Jean Jacques,<br />

di origini africane, si è arruolato<br />

in Finanza nel 2002 ed è<br />

un campione nella disciplina della<br />

marcia. Classe 1982, ha all’attivo<br />

otto presenze in Nazionale<br />

e solo lo scorso anno ha conquistato<br />

il 3° posto nella Coppa Europea<br />

di Marcia e il 9° alle Universiadi.<br />

Il Finanziere Scelto Jean<br />

Jacques si prepara scrupolosamente<br />

con il suo allenatore Patrizio<br />

Parcesepe, che lo stimola a<br />

convergere il suo straordinario<br />

potenziale per raggiungere i risultati<br />

migliori. Il cronometro è<br />

sempre in funzione anche per<br />

Libiana Grenot, l’Allievo Finanziere<br />

originaria di Santiago de<br />

Cuba. Libiana è una “gazzella” allenata<br />

da Riccardo Pisani per la<br />

staffetta dei 400 metri piani. Si è<br />

arruolata nel 2008 e in due anni<br />

ha conquistato importanti traguardi:<br />

lo scorso anno è stata due<br />

volte primatista italiana assoluta<br />

nei 400 e ha conquistato il primo<br />

posto alla Coppa Europa per Nazioni,<br />

ai Giochi del Mediterraneo<br />

e ai Campionati Mondiali Militari.<br />

Il suo record: 400 metri in<br />

cinquanta secondi. Libiana Grenot<br />

e Jean Jacques Nkouloukidi<br />

sono l’esempio concreto di integrazione<br />

riuscita nel nostro Paese:<br />

portano con loro origini e tradizioni,<br />

ma hanno deciso di gareggiare<br />

per l’Italia e il nostro territorio,<br />

dando se stessi allo sport<br />

e all’Arma.<br />

Litoralemaggio2010 19 15


arte<br />

Arte secondo d.E.g.A.S.<br />

Programma Mostre 2010 galleria d.E.g.A.S.<br />

dal 08/05/10 al 23/05/10 - MOSTrA gIOVANI FIrME (COllETTIVA)<br />

29/05/10 13/06/10 - PErSONAlE dI “VANdEllI”<br />

19/06/10 04/07/10 - MOSTrA d’ESTATE (COllETTIVA)<br />

10/07/10 25/07/10 - PErSONAlE dI “ MUSEllA”<br />

01/08/10 22/08/10 - “FErIE”<br />

04/09/10 19/09/10 - MOSTrA gIOVANI FIrME (COllETTIVA)<br />

25/09/10 10/10/10 - PErSONAlE dI “ SOrdINI”<br />

16/10/10 31/10/10 - MOSTrA d’AUTUNNO (COllETTIVA)<br />

06/11/10 21/11/10 - PErSONAlE dI “ SCAPPATICCI”<br />

04/12/10 06/01/11 - MOSTrA dI NATAlE (COllETTIVA )<br />

Dipingere Esporre Generare Arte Servizi<br />

Prosegue il programma<br />

delle mostre alla Galleria<br />

D.E.G.A.S. di Ostia sita in<br />

via della stazione del lido 32 con<br />

una collettiva particolare che<br />

verrà inaugurata il 8 maggio e<br />

terminerà il 23 maggio prossimo.<br />

Si particolare perché è dedicata<br />

alle GIOVANI FIRME cioè a coloro<br />

che pur coltivando la passione<br />

o la professione del<br />

dipingere si sono affacciati da<br />

1 2<br />

poco nel panorama espositivo<br />

spesso chiuso ed oneroso e<br />

quindi di difficile penetrazione<br />

per l’artista giovane. La titolare<br />

della galleria Casavecchia Cristina,<br />

ha infatti recepito la domanda<br />

proveniente da diversi<br />

artisti che manifestano tali peculiarità<br />

che pur bravi, non trovano<br />

accoglienza nel panorama delle<br />

gallerie se non a fronte di spese<br />

fuori portata, quindi ha studiato<br />

un pacchetto d’offerta estremamente<br />

economico e comunque<br />

capace di permettere all’artista di<br />

essere seguito, proposto e spesso<br />

veicolato verso una sua futura<br />

clientela per un anno intero. Così<br />

facendo anche la galleria ha l’opportunità<br />

di lavorare con gli artisti<br />

in maniera continuativa senza<br />

vincoli particolari per entrambi<br />

ed i clienti imparano a trovare in<br />

permanenza le opere dell’artista<br />

da loro stimato sempre alla<br />

D.E.G.A.S. Un altro aspetto di<br />

questa scelta operativa e non per<br />

niente secondario a quello appena<br />

descritto è la parola GIO-<br />

VANI che in se racchiude un<br />

potenziale enorme in termini di<br />

Novità espressive e di linguaggio<br />

artistico. La galleria s’aspetta<br />

molto da questa scelta in quanto<br />

è convinta che un artista giovane<br />

con la passione giusta aspetta<br />

solo d’avere la sua occasione per<br />

1. Fast Kiss<br />

2. Tre Pi greco<br />

3. le malmaritate<br />

4. roma Colosseo<br />

di ERiCa BRaNCaSi<br />

4<br />

esprimersi con tutta l’energia tipica<br />

giovanile e dalla quale possono<br />

scaturire idee innovative su<br />

cui i vari operatori del campo artistico<br />

possono investire in<br />

quanto espresse da giovani protagonisti<br />

destinati alla sola crescita.<br />

3<br />

Antonino Casavecchia<br />

Litoralemaggio2010<br />

21


Consigli per gli acquisti d.E.g.A.S.<br />

luciano Vandelli “Chiarismo”<br />

Il 29 maggio prossimo verrà inaugurata la mostra personale<br />

di Luciano Vandelli ad Ostia in via della stazione del lido 32 1<br />

alle ore 18,30 che terminerà il 13 giugno. Vandelli è un artista<br />

ostiense entrato da poco più un anno a far parte degli artisti che<br />

collaborano con la galleria D.E.G.A.S. Classe 1942 modenese di<br />

Maranello ha frequentato la scuola di alta precisione meccanica<br />

e lavorato per 10 anni alla Ferrari, quindi a 30 anni si è trasferito<br />

in Svizzera a Ginevra sino all’età di 65 anni. Già fotografo amatoriale,<br />

qui a seguito i corsi di formazione pittorica del professor<br />

Alain Arlettaz ( accademico di Brera) ed ha iniziato ad esprimersi<br />

nella pittura, altra sua grande passione, partecipando a mostre<br />

collettive e personali con un lusinghiero successo di vendite . Tornato<br />

in Italia si è stabilito ad Ostia dove attualmente vive e lavora.<br />

Egli inizia iscrivendosi ad un circolo culturale operante sul<br />

territorio ostiense partecipando a mostre sin che le sue opere trovano<br />

accoglienza alla galleria D.E.G.A.S. di Ostia. La sua pittura<br />

e spontanea, semplice nei soggetti e chiara nei toni tipico di un<br />

arte CHIARISTA. Termine coniato nel 1935 da Leonardo Borgese<br />

e successivamente codificata nel 36 da Guido Piovene per rappresentare<br />

un gruppo di pittori operanti a Milano facenti parte di un movimento che nasce<br />

in opposizione alle linee architettoniche del neoclassicismo del novecento. Infatti<br />

la scioltezza del tratto d’ispirazione post- impressionista, le cromie libere<br />

dalle terre della tavolozza d’ispirazione sironiana basate sul celeste chiaro di<br />

fondo con la quasi eliminazione del chiaroscuro nelle opere di Vandelli ci riportano<br />

smaccatamente al chiarismo di maniera. Orizzonti che spontaneamente<br />

confondono il confine tra cielo e terra, ritratti immediati sottratti a forzature<br />

simboliche composizioni solo apparentemente schematiche ma in vero cariche<br />

di significati d’avanguardia. Luciano ci offre una visione distaccata della realtà<br />

senza apparente coinvolgimento emotivo ma con forte atteggiamento critico<br />

espresso con garbo e squisita classe, sinonimi di matura capacità interpretativa<br />

del nostro tempo. Una pittura mai urlata quella del Vandelli e sapientemente raccontata<br />

dal tratto raffinato ed intelligente dove il raziocinio e la spontaneità si<br />

sposano perfettamente nei toni chiari dei colori e nella scelta dei soggetti. A<br />

volte l’artista nei suoi dipinti ripete delle torri erette nel suo immaginario a simbolo<br />

dei sani principi di vita che rimangono quasi sospese in atmosfere avvolgenti<br />

di tono chiaro. Nelle sue ultime opere notiamo ulteriore salto di qualità<br />

artistita dove Vandelli con delle semplici sfere e dei monoliti informali ci coinvolge,<br />

con una semplicità dirompente, nella sua idea pulita di mondo; un’artista<br />

dunque su cui scommettere e meritevole delle attenzioni del collezionismo<br />

più avveduto.<br />

Casavecchia Antonino<br />

5 1. Nuovo Mondo 4<br />

2. Sfera e torre<br />

3. Solitudine III<br />

4. Torre blu<br />

5. Simmetria<br />

2<br />

3<br />

Litoralemaggio2010<br />

23


arte<br />

CARAVAGGIO,<br />

da togliere il fiato<br />

Verde la giovinezza, rosso<br />

il successo, grigia la<br />

fuga che si concluderà<br />

con la malattia e la morte: questi<br />

i colori scelti da Michele De<br />

Lucchi nell’allestimento delle<br />

sale che ospitano 24 dipinti di<br />

Caravaggio nella mostra a lui dedicata<br />

alle scuderie del Quirinale.<br />

Ma quando entri nelle sale<br />

espositive, non avverti le diverse<br />

tonalità dello sfondo con le quali<br />

si è voluto distinguere le tre frasi<br />

della produzione del genio che<br />

rivoluzionò la pittura: il buio ti<br />

inghiotte come se fossi penetrato<br />

in una sala cinematografica a<br />

spettacolo iniziato. Il paragone<br />

non è casuale, perchè nessun pittore<br />

è “cinematografico” come<br />

Caravaggio: per l’uso della luce,<br />

l’espressività dei personaggi,<br />

l’ambientazione delle scene.<br />

Anche la sua vita è stata un soggetto<br />

ideale per il grande<br />

schermo,cosi avventurosa e misteriosa,<br />

perchè non è sopravvissuta<br />

una sola lettera né un<br />

disegno né un appunto né un testamento.<br />

Le uniche biografie<br />

apparse dopo la sua morte, redatte<br />

da contemporanei, furono<br />

scritte soprattutto per contestare<br />

la sua concezione estetica. I<br />

pochi dati certi hanno a che vedere<br />

con il luogo e la data di nascita:<br />

Milano, 29 <strong>settembre</strong><br />

1571. quando un’epidemia si abbatté<br />

sul capoluogo lombardo, il<br />

piccolo Michelangelo Merisi fu<br />

portato nella cittadina di Caravaggio,<br />

da cui prenderà il nome.<br />

Questo è tutto quello che sappiamo<br />

dei suoi inizi, a parte il tirocinio<br />

presso un pittore locale,<br />

Simone Peterzano. Approdato a<br />

Roma nel 1592, nel volgere di<br />

breve tempo si impone come uno<br />

24 Litoralemaggio2010<br />

dei massimi talenti in circolazione.<br />

Tormentato e turbolento,<br />

fu in più d’una occasione violento<br />

al punto di commettere un<br />

omicidio del quale a tuttora si<br />

ignorano i dettagli. Da quel lontano<br />

mese di maggio del 1606,<br />

inizia l’ultimo drammatico periodo<br />

della sua breve esistenza.<br />

Per sottrarsi alla cattura e alla<br />

condanna fugge: Napoli, Malta,<br />

Sicilia, Napoli dove lascia in<br />

opere straordinarie traccia del<br />

suo talento. Sperando di ritornare<br />

a Roma e ottenere la grazia, nel<br />

1610 sbarca a Palo, sulle coste<br />

laziali. Ma il 18 luglio di quell’anno,<br />

a porto Ercole, la malaria<br />

lo uccide. Inizia un lungo periodo<br />

di oblio, fino a quando nel<br />

1951 Roberto Longhi lo impone<br />

in una mostra rimasta memorabile<br />

all’attenzione della critica<br />

internazionale. Ha inizio la “ Caravaggio-mania”<br />

che da il via a<br />

una serie di film sul Caravaggio,<br />

biografie sul Caravaggio, studi<br />

sul Caravaggio che tendono però<br />

a esasperare un aspetto: quello<br />

del pittore maledetto. E prendono<br />

a emergere una quantità di<br />

opere attribuite a Caravaggio,<br />

che alimentano una mole di studi<br />

e di scritti riguardanti sia la sua<br />

produzione sia quelli di artisti<br />

che a essa si ispirano. Questa<br />

mostra in occasione del quarto<br />

centenario della morte poneva<br />

quindi una serie infinita di alternative.<br />

La questione più seria riguardava<br />

la scelta delle opere,<br />

perchè nel corso dei secoli ne


sono state attribuite a Michelangelo<br />

Merisi molte, troppe. A<br />

bloccare la situazione è lo storico<br />

dell’arte Claudio Strinati, autore<br />

fra l’altro di una recente biografia<br />

dell’artista, che ha l’idea di<br />

una mostra in grado di offrire al<br />

pubblico solo per opere sicure.<br />

Progetto temerario, perchè la vita<br />

turbolenta dell’artista gli impedì<br />

una vasta produzione. I dipinti<br />

autografi storicamente accreditati<br />

sono solo 64: come riuscire<br />

ad averne un numero sufficiente<br />

per una mostra, dal momento che<br />

tutto il mondo celebra “black genius”<br />

e non vuole certo privarsene<br />

a vantaggio dell’evento<br />

romano? La macchina organizzativa<br />

si mette in moto il 18 febbraio<br />

i curatori, Rossella Vodret -<br />

Soprintendente Speciale per il<br />

Polo Museale Romano -, e Francesco<br />

Buranelli, affiancati da<br />

Strinati, presentano a un pubblico<br />

straripante e stupefatto il risultato<br />

della loro fatica: 24<br />

capolavori assoluti creati da un<br />

pittore unico, perchè nessuno<br />

come lui ha saputo “dare luce al<br />

buio”; quadri straordinari, perchè<br />

straordinaria è la tecnica, la<br />

visione e l’innovazione: in realtà,<br />

Caravaggio sta alla pittura<br />

come Shakespeare, suo coetaneo,<br />

sta alla lingua inglese e al<br />

teatro. “Ciò che inizia con la pittura<br />

di Caravaggio è molto semplicemente<br />

la pittura moderna”,<br />

ha detto il critico d’arte di fama<br />

internazionale André Berne-Joffroy.<br />

Dei 24 dipinti, nove sono<br />

prestiti provenienti dai maggiori<br />

musei del mondo: Fort Worth,<br />

San Pietroburgo, New York,<br />

Londra, Dublino, Berlino, Kansas<br />

City, Vienna, Nancy. Gli altri<br />

da Firenze, Milano, Napoli,<br />

Messina e, naturalmente da gallerie<br />

romane. Le scuderie del<br />

Quirnale offrono dunque un’occasione<br />

irripetibile, della quale si<br />

può fruire fino al 13 giugno.<br />

Caravaggio ha saputo trasfondere<br />

nei suoi dipinti le emozioni<br />

che ha provato nel corso della<br />

sua vita: la tenerezza, la sensualità,<br />

l’orrore per la vecchiaia,<br />

l’indiffernte spudoratezza per la<br />

Nella pagina precedente:<br />

Bacco<br />

1596 - 1597<br />

Sopra:<br />

Sacrificio di Isacco<br />

1603<br />

A destra:<br />

Canestra di frutta<br />

1594 - 1597<br />

giovinezza, l’infinita malinconia<br />

dell’esilio, la brutalità della violenza.<br />

Di fornte alla “canestra di<br />

frutta”, a “Bacco”, o a “ I bari”<br />

ci si rende conto non solo del suo<br />

virtuosismo, ma anche dell’abilità<br />

di costruire un ponte fra il<br />

mondo della pittura e quello<br />

dello spettatore. Non si prova<br />

mai un senso di estraniamento:<br />

complice anche il buio delle sale<br />

espositive, ti senti inghiottito<br />

dall’opera, come un passerotto<br />

da un serpente. Lo stesso accade<br />

per le pale d’altare di soggetto<br />

sacro: il “Seppellimento di Santa<br />

Lucia”, le due versioni della<br />

“Cena di Emmaus” ma anche davanti<br />

ai “Mistici” al “Suonatore<br />

di Liuto”, a “Giuditta che taglia<br />

la testa di Oloferne”, a “Davide<br />

con la testa di Golia”.<br />

Un fatto curioso ma non imprevedibile<br />

è accaduto alla vigilia<br />

dell’inaugurazione: ha raccontato<br />

Rossella Vodret di essersi recata<br />

alle Scuderie a controllare<br />

che tutto fosse in ordine in com-<br />

pagnia di un funzionario della<br />

sovrintendenza. Questi di fronte<br />

ad “Amore vincitore”, è stato<br />

colto da sindrome di Stendhal:<br />

ha avuto un mancamento, ha dovuto<br />

essere soccorso. Il “genio<br />

maledetto” ha un rischio maledetto,<br />

ma è un rischio che vale la<br />

pena di correre.<br />

Giulietta rivera<br />

(da Minerva marzo 2010)<br />

Per la guida della mostra:<br />

Mario Sordi 339.6651217<br />

Litoralemaggio2010<br />

25


cultura<br />

Dio e Obama<br />

Alessandro Gisotti<br />

Alessandro Gisotti, 35 anni, è redattore del Radiogiornale di Radio Vaticana,<br />

insegna giornalismo all’Istituto Massimo di Roma, ha scritto di politica americana<br />

per la rivista ideazione e per il quotidiano L’indipendente. Nel suo saggio<br />

Dio e obama. Fede e politica alla Casa Bianca il giornalista analizza per<br />

mezzo di una documentazione ricca e varia un aspetto particolare del Presidente<br />

Barack Obama: il suo rapporto con la fede .A. Gisotti trae dalle autobiografie<br />

scritte dal Presidente i dati essenziali della vita di una persona<br />

complessa e spesso contraddittoria, alla ricerca di una propria identità, condizionato<br />

dal fatto di aver avuto una madre bianca e un padre africano. Quindi<br />

una infanzia e una giovinezza connotate dal multiculturalismo e dallo scetticismo<br />

religioso proprio della madre da cui egli riesce a liberarsi con fatica solo quando entra in<br />

contatto con la Trinity United Church of Christ di Chicago e in particolare con padre Wright che<br />

diventa il suo mentore. Anche in questo caso si tratta di un rapporto difficile che spesso lo metterà<br />

in imbarazzo di fronte ai suoi elettori e al quale dovrà rinunciare una volta intrapresa la carriera<br />

politica. L’adesione al Cristianesimo segna, comunque, una svolta nella vita di Obama anche<br />

se egli spesso si trova in contraddizione con la chiesa cattolica su alcuni punti fondamentali:<br />

l’aborto, l’eutanasia, e il matrimonio tra gay. Nel corso della sua ascesa politica Obama cerca di<br />

discutere su questi argomenti con la controparte e di trovare dei possibili punti di incontro: promette,<br />

una volta diventato presidente, di cercare soluzioni che riducano al minimo il numero degli<br />

aborti, difende i gay, ma anche la famiglia normale che considera uno dei pilastri della società. La<br />

sua politica si basa sul tentativo di unire, contro ogni divisione anche in campo religioso .Col suo<br />

fascino, con la sua abilità oratoria e con la passione dettata dal desiderio di conquistare la pace in<br />

tutti i settori riesce ad avvicinare le comunità religiose più disparate, dai cattolici ai mussulmani<br />

che , poi, lo sceglieranno come presidente. Negli Stati Uniti la religione ha giocato sempre un<br />

ruolo fondamentale, non a caso la maggiore festività della nazione, il thanksgiving Day, è dedicata<br />

a Dio. Ma qual è il Dio di questa personalità così contraddittoria e complessa? Gianfranco Fabi<br />

nella prefazione al libro sostiene che «il Dio di Obama è semplicemente un Dio contemporaneo,<br />

che parla all’uomo d’oggi e che propone non tanto delle certezze, ma un cammino, un difficile<br />

cammino comunque di fede. In un percorso che non è per nulla lineare».<br />

Soldato semplice<br />

Mario Zignani<br />

Nella prefazione Gianluigi De Palo scrive di questo libro parole che ne sintetizzano<br />

il contenuto e il valore:«Pagine che raccolgono le intense emozioni di<br />

un ragazzo di provincia scaraventato in trincea, lontano da casa, dai suoi sogni<br />

e dalla sua famiglia. Pagine sul valore della famiglia, sulle risorse sconosciute<br />

dell’uomo e sulla fede in un Dio che non abbandona mai». Mario Zignani racconta<br />

quattro anni della sua vita di soldato, dalla domenica del 10 novembre<br />

1941, quando riceve la cartolina di chiamata alle armi, fino al 12 giugno 1945<br />

quando dal Comando Americano e Inglese arrivò l’ordine di smobilitare le<br />

truppe partigiane per mandarle a casa. Quattro anni intensi di emozioni, di<br />

privazioni e di sofferenze come la perdita di cari amici e il dover patire la<br />

fame:«Una fame più grande di quella che conoscevo già in famiglia. Il più grande di dieci figli,<br />

costretto a lavorare con mio padre, un povero falegname della provincia di Cremona».Un ragazzo,<br />

poco più di un bambino, costretto dalla guerra a crescere in fretta, a fare scelte difficili, ad assumersi<br />

responsabilità enormi, ad affrontare viaggi in mare disastrosi tra il sibilo delle bombe e il mal<br />

di mare. La difficoltà di affrontare una situazione di caos generale:«Raminghi, sperduti tra i Balcani,<br />

senza mangiare, senza ordini, abbandonati dalla madre patria…. Eravamo come delle viti<br />

spanate: giravamo a vuoto rischiando di impazzire». La lunga prigionia nel Campo di concentramento<br />

di Belgrado dove assiste impotente alla morte di tanti uomini stremati dalla fame e dal<br />

freddo.<br />

È un libro toccante nella sua semplicità e nella complessità dei sentimenti e delle emozioni che riesce<br />

a suscitare. È una narrazione incalzante di avvenimenti che fanno capire quanto inutili e crudeli<br />

siano tutte le guerre che strappano i giovani dalle famiglie e che provocano solo morte e<br />

sofferenza. Tutto questo Mario Zignani è riuscito a comunicarlo al lettore con un pathos degno di<br />

un grande scrittore. Ma da tanta sofferenza emergono il coraggio, la grande voglia di vivere e di<br />

rivedere i suoi cari che danno la forza a questo soldato semplice di affrontare disagi di ogni tipo,<br />

di schivare la morte sempre in agguato e di rielaborare il dolore per la morte di tanti amici. Personaggio<br />

mitico ed eroico nella sua semplicità, profondo nella ricchezza degli ideali che incarna<br />

e che vuole difendere ad ogni costo.<br />

26 Litoralemaggio2010<br />

testi// Lucia Battaglia<br />

A voi grandi<br />

Nazzareno Mattei<br />

A voi grandi<br />

Il resoconto della vendita<br />

del libro e quello<br />

delle manifestazioni<br />

attinenti ad esso, sarà<br />

interamente devoluto a<br />

favore dell’ ospedale<br />

G.B grassi di Ostia per<br />

l’ acquisto di attrezzature<br />

necessarie all’<br />

unità operativa chirurgica Day Hospital<br />

oncologico: Uno stralcio di poesia tratta<br />

dal libro.<br />

Dimmi che c’entra ora,<br />

il colore della pelle,<br />

siam tutti nati sotto quel cielo<br />

e le sue stelle.<br />

Da mille madri tutte sorelle,<br />

che son dolci, sempre più belle.<br />

Dimmi che c’entra<br />

la religione che professi,<br />

o quel costume,<br />

quel costume che tu indossi.<br />

Che ti confessi o non ti confessi,<br />

con i cristiano e gli ortodossi,<br />

se tu professi o non professi<br />

la tua religione e i suoi riflessi.<br />

Se tu sei nato,<br />

sotto una stella di sei punte,<br />

o da una madre,<br />

da una madre a mani giunte.<br />

Dimmi che c’entra<br />

quel comportamento disonesto,<br />

quest’odio assurdo<br />

per un fratello seppur diverso,<br />

che sia nero, bianco od occidentale,<br />

rosso, giallo od anche un orientale.<br />

Ma se tu vuoi un mondo universale,<br />

dobbiamo stare tutti un pò più uniti,<br />

cancellare i pregiudizi,<br />

l’odio e l’ incoscienza,<br />

la violenza ed il razzismo,<br />

senza usare prepotenza.<br />

animali e bambini sono tutti d’accordo<br />

nel loro intento, ognuno<br />

con un proprio commento positivo. Poi,<br />

con un coro all’ unisono<br />

Gridano:<br />

“Se non ci ascolteranno,<br />

faremo una rivoluzione tutta nostra!”<br />

Se nel mondo più non c’è l’ umanità<br />

se la gente più sorridere non sa,<br />

di chi sarà di chi sarà,<br />

di chi sarà la colpa non si sa.<br />

Oggi tutto porta verso la violenza,<br />

la nevrosi il qualunquismo<br />

e la prepotenza.


Abbiamo coinvolto gli studenti degli Istituti Superiori a trattare gli argomenti del nostro “dossier ”.<br />

I due temi scelti e pubblicati saranno premiati con: 2 biglietti per “Cineland” offerti da Peppino Ciotoli e 2 libri<br />

“Oscar Mondadori” a scelta presso la libreria “Meucci” in Via Marenco di Moriondo 19/21.<br />

L’Italia è considerato un paese avanzato e, di conseguenza,<br />

ricco, potente e con buone possibilità di lavoro.<br />

E’ questa l’opinione di molti stranieri disposti<br />

ad affrontare molte difficoltà pur di venire nel bel paese.<br />

In realtà non è esatto in quanto il nostro stato ha molti problemi<br />

a gestire il flusso migratorio.<br />

I tanti disperati che intraprendono il viaggio della speranza<br />

risparmiano tutta la vita per poter pagare la cifra assai elevata<br />

del biglietto affrontando una traversata in cui la sicurezza<br />

è inesistente: il cibo scarseggia, le imbarcazioni sono<br />

precarie e sovraffollate.<br />

Da circa 25 anni in Italia sono state approvate leggi finalizzate<br />

a gestire il fenomeno dell’immigrazione straniera<br />

regolandola con diritti e doveri dei residenti e degli extracomunitari.<br />

Con la legge n. 946 del 1986 si affermano<br />

elementi di garanzia per i lavoratori stranieri a livello sociale<br />

e sanitario: rispetto dell’identità culturale, diritto all’istruzione<br />

e disponibilità abitativa, possibilità di<br />

ricongiungimento al nucleo familiare. Per poter accedere<br />

a tutto ciò gli stranieri hanno il dovere di essere in possesso<br />

del permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità<br />

consolare. Ovviamente devono essere controllati all’arrivo<br />

per accertare che siano in possesso di documenti validi.<br />

Fra le motivazioni per cui gli immigrati scelgono l’Italia<br />

è da considerare quella che è il paese geograficamente più<br />

vicino all’Africa del Nord e al medio Oriente. Le coste del<br />

sud sono il punto di arrivo di molti immigrati illegali che<br />

vengono “ospitati” nei Ctp che non riescono a gestire per<br />

il sovraffollamento e per le condizioni disumane di perenne<br />

emergenza. Di frequente la maggioranza degli irregolari<br />

ruba, uccide, sfrutta, spaccia, viene assoldata dalla<br />

delinquenza oppure viene sfruttata da chi per denaro favorisce<br />

questo tipo di immigrazione che è poi costretta a<br />

vivere come ombre nelle tendopoli, nei tombini nei vagoni<br />

dei treni in deposito, circondati da miseria e sporcizia.<br />

Spesso le forze dell’ordine incaricate di smantellare<br />

questi insediamenti e rimpatriare i clandestini provano<br />

vergogna nel trovare altri esseri umani in condizioni così<br />

disumane.<br />

Si può affermare che è opportuno agevolare gli extracomunitari<br />

che lavorano in modo onesto e regolare, mentre<br />

bisogna impedire a chi vive in modo illegale o favorisce il<br />

traffico dei clandestini senza nessun rispetto della dignità<br />

umana indipendentemente dal colore della pelle e dalla<br />

nazionalità.<br />

Spada Manuel V A<br />

IIS “Carlo Urbani”<br />

Giovani Reporter<br />

ISTITUTO dI ISTrUZIONE SUPErIOrE “CArlO UrBANI”<br />

corretto accogliere qualcuno senza potergli offrire<br />

casa, pane, vestito e, soprattutto, una soggettività e una di-<br />

E’eticamente<br />

gnità nella nostra società? Occorre riconoscere che esistono<br />

dei limiti nell’accoglienza: non i limiti dettati dall’egoismo di chi si<br />

asserraglia nel proprio benessere e chiude gli occhi e il cuore davanti al<br />

proprio simile che soffre, ma i limiti imposti da una reale capacità di<br />

fare spazio agli altri, limiti oggettivi, magari dilatabili con un serio impegno<br />

e una precisa volontà, ma pur sempre limiti. (Don e Bianchi)<br />

In base agli ultimi dati statistici, l’immigrazione, ovvero il trasferimento<br />

temporaneo o permanente di gruppi di persone in un paese diverso da<br />

quello di origine è divenuto uno dei fenomeni sociali e mondiali più<br />

problematico.<br />

Le motivazioni che portano le persone ad emigrare sono diverse: politiche,<br />

lavorative, economiche e, anche, causate da catastrofi naturali.<br />

Ogni anno in Italia immigrano circa 3.000.0 00 di stranieri: un immigrato<br />

ogni 20 residenti; si tratta di un dato significativo che dimostra in<br />

quale misura il nostro paese sia ormai diventato una delle destinazioni<br />

più importanti dei flussi migratori. Quindi sorge una domanda: questo<br />

fenomeno in costante aumento è destinato a incidere sulla nostra società?<br />

Sicuramente ha determinato una forte crescita demografica, ma<br />

come viene vissuto dalla popolazione? Il dato certo è che il 50% degli<br />

italiani è convito che la convivenza multietnica porterà conflitti sociali;<br />

perlopiù si tratta di paura e lo si denota dal fatto che si attribuisce agli<br />

stranieri la colpa della diffusione della delinquenza, sentimento che sfocia<br />

nella xenofobia e che comunque non facilita l’integrazione. L’immigrato<br />

in quanto “diverso” viene sempre più visto come un “pericolo”.<br />

Un’altra parte della popolazione italiana, invece, pensa che per accogliere<br />

gli stranieri ci vogliono strutture necessarie per dare loro almeno<br />

una giusta dignità come persone che possano vivere al meglio l’esistenza.<br />

Assumere un lavoratore extracomunitario è un’impresa ardua; si dovrebbe<br />

perciò evitare che chi voglia migrare per lavoro in un paese straniero<br />

sia costretto a farlo per vie illegali. Ma un soggiorno illegale sarà<br />

obbligato se si pretende che il lavoratore che chiede un visto d’ingresso<br />

abbia stipulato precedentemente un contratto di lavoro: un rapporto di<br />

lavoro può sorgere infatti solo da un incontro diretto, sul posto, tra datore<br />

di lavoro e lavoratore. Bisogna quindi consentire un soggiorno legale<br />

finalizzato alla semplice ricerca di un’occupazione.<br />

La soluzione più semplice consiste nel permettere a chi viene nel nostro<br />

paese di ottenere nel momento in cui trova una possibilità lavorativa<br />

un permesso di soggiorno senza dover fare ritorno in patria.<br />

Non si tratta di una liberalizzazione dell’immigrazione ma è un sistema<br />

per mantenere la situazione sotto controllo, di offrire alla popolazione<br />

molto più sicurezza e nello stesso tempo fornire alle persone immigrate<br />

più possibilità di condurre una vita migliore con dignità e rispetto.<br />

giulia Corsi IV A<br />

IIS “Carlo Urbani”<br />

Venerdì 14 Maggio 2010 alle ore 10.00 avrà luogo la Cerimonia conclusiva della XiX Edizione del Premio Culturale Ostia Sisto Ciotoli, presso<br />

la Sala 11 di Cineland in Ostia Lido. La giuria esaminatrice è presieduta dal gen. dott. antonio Casertano, il comitato organizzatore dalla<br />

dott.ssa Ornella Bergamini, segretaria e coordinatrice della manifestazione è l’insegnante Bruna Fuligni, direttore artistico Simone Fioravanti.<br />

Litoralemaggio2010<br />

27


CHE PASSIONE... IL DOPOSCUOLA<br />

28 Litoralemaggio2010<br />

ESPERIENZE VISSUTE, PROSPETTIVE FUTURE<br />

Era agosto dello scorso anno e, in una grigia domenica<br />

in riva al mare, in compagnia di una<br />

amica (anche lei con prole numerosa...) ci<br />

siamo ritrovate a pensare alle spese ed all’impegno<br />

per seguire i figli.<br />

Riflettendo, abbiamo pensato che dalla cosa si poteva<br />

creare un’attività utile ed interessante.<br />

Nel giro di poche ore ci siamo ritrovate a progettare un<br />

“doposcuola ed aiuto nei compiti”.<br />

Parte la macchina organizzativa ed il 26 di ottobre<br />

2009 inauguriamo il servizio presso le aule della<br />

scuola media statale Alessandro Magno (sede di Casalpalocco<br />

– Largo Theodore Hertzl) con un regolare<br />

contratto stipulato con la preside).<br />

Abbiamo fatto pubblicità sui giornali di quartiere, su<br />

Internet e... tanto volantinaggio.<br />

Arivano le prime iscrizioni ed arrivano i primi risultati<br />

scolastici dei ragazzi.<br />

I genitori sono molto soddisfatti dei docenti che li seguono<br />

e... scatta il passaparola.<br />

Oggi seguiamo 13 ragazzi e non è escluso che dopo le<br />

pagelle del primo quadrimestre i numeri non crescano.<br />

Abbiamo il consenso dei professori e della preside e<br />

tante richieste per il prossimo anno per ragazzi che<br />

terminano le elementari e si iscriveranno in 1° media.<br />

Addirittura, la preside ha subito “pressioni” in merito<br />

alla perdita di iscritti nel prossimo anno causa il venire<br />

a mancare del tempo pieno.<br />

Iscrizioni che andranno a favore delle scuole private<br />

coi costi aggiuntivi immaginabili. Che peccato! Allora<br />

ci ha chiesto di fornire il maggior numero di informazioni<br />

possibili durante l’orienting day per le<br />

prime medie e di proporci al pubblico con questo servizio<br />

privato che è veramente assente in tutta l’area<br />

di: Casal Palocco, Axa, Infernetto Acilia.<br />

Inoltre, probabilmente, a <strong>settembre</strong> apriremo anche a<br />

Pomezia, dove ha sede l’azienda in cui lavoro e dove<br />

i colleghi e genitori della zona mi hanno sollecitato a<br />

estendere il servizio.<br />

Più impellente, ancora, l’area della Giustiniana, sulla<br />

Cassia, da dove siamo stati contattati prima, dalla rappresentante<br />

dei genitori, e, successivamente dalla<br />

stessa preside di una scuola elementare e media che<br />

dal prossimo anno, causa i tagli della riforma, non<br />

usufruirà più del tempo pieno.<br />

Basta organizzarsi no?!<br />

Comunque a tutt’oggi il bilancio è positivo e possiamo<br />

ritenerci soddisfatti. I ragazzi vivono positivamente<br />

il doposcuola e portano buoni risultati, hanno<br />

socializzato fra loro e i genitori sono contenti.<br />

Le nostre tariffe sono oneste e comprendono il ritiro<br />

dalle scuole di provenienza fino alla sede del doposcuola<br />

o, nel corso del pomeriggio, presso i circoli<br />

sportivi di zona.<br />

I ragazzi sono tutti coperti da un’assicurazione omnicomprensiva,<br />

all’interno e all’esterno della scuola<br />

(quindi anche nel cortile della scuola stessa).<br />

Nel prezzo è compresa la merenda pomeridiana e, con<br />

un piccolo extra, offriamo anche un servizio di mensa<br />

(pasti caldi in contenitori isotermici garantiti igienicamente).<br />

Diamo la possibilità, prima dell’iscrizione, di una<br />

prova gratuita e senza impegno reciproco.<br />

I nostri servizi sono garantiti da un regolare contratto,<br />

vidimato da un avvocato, che viene sottoscritto da entrambe<br />

le parti all’atto dell’iscrizione.<br />

Insomma, siamo seri! L’ assistenza qualificata.<br />

Perché non provare ad iscrivere tuo figlio?<br />

Ti aspettiamo. A presto...


VACANZE ESTIVE !!! FINALMENTE !!!<br />

Ti annoi ???<br />

Vieni al mare con<br />

NOISCUOLA ad Ostia,<br />

ed il divertimento è assicurato!<br />

Piscina, animazione,<br />

tornei di calcetto, beach<br />

volley e ping-pong, solo<br />

per voi ragazzi delle<br />

scuole elementari e<br />

medie.<br />

Appuntamento tutte le<br />

mattine alle 9,30, ritorno<br />

alle 18,30, dal lunedì al<br />

venerdì (servizio di pulmino<br />

garantito).<br />

Il periodo è dal 15 giugno<br />

a fine luglio e durante<br />

i primi quindici<br />

giorni di <strong>settembre</strong>,<br />

prima dell’inizio delle<br />

scuole, con assistenza<br />

qualificata ed in linea con gli standard<br />

qualitativi adottati nella struttura del Doposcuola<br />

durante il periodo invernale.<br />

I ragazzi sono tutti coperti da assicurazione<br />

globale omnicomprensiva.<br />

Se vuoi, potrai frequentare corsi di inglese<br />

e francese con insegnanti delle<br />

scuole superiori o prendere lezioni di<br />

nuoto con istruttori qualificati.<br />

Per i pasti puoi usufruire della tavola<br />

calda ad un prezzo convenzionato, o al<br />

bar, o portandolo da casa.<br />

Nella retta è incluso il servizio di spogliatoio<br />

e doccia finale pomeridiana.<br />

Dal mese di aprile sono aperte le preiscrizioni per l’A.S. 2010/2011<br />

Per ogni informazione,<br />

puoi contattare il numero 346/9676773<br />

oppure visitare il sito www.noiscuola.it<br />

Litoralemaggio2010<br />

29


ROTARY CLUB - ROMA CASALPALOCCO<br />

Sabato 22 Maggio<br />

SALONE DEI CONGRESSI AIRPORT PALACE HOTEL<br />

Viale dei Romagnoli, 165 - Roma Lido<br />

Cerimonia di consegna del<br />

“PREMIO TULLIO FAZI”<br />

Promosso dalla<br />

FONDAZIONE OMERO RANELLETTI<br />

la Fondazione Omero ranelletti, ha affidato<br />

la gestione del premio “TUllIO<br />

FAZI” edizione 2010, al rotary Club<br />

roma Casalpalocco.<br />

Il premio consiste, nel suo complesso, in sette borse<br />

di studio di € 1.000,00 cad.<br />

Il Club, oltreché partecipare al finanziamento delle<br />

borse di studio, si fa carico di curare ogni fase dell’organizzazione<br />

concernente la cerimonia di consegna<br />

dei premi, assumendone onori e oneri.<br />

la fase preventiva del premio prevede la segnalazione<br />

di tre studenti meritevoli da parte di ciascuno<br />

dei sette Istituti Superiori prescelti dal club. Tale<br />

scelta è stata effettuata, anche, in considerazione<br />

della ubicazione degli stessi, nei diversi quartieri del<br />

XIII Municipio di roma.<br />

I sette licei coinvolti in questo progetto sono:<br />

anco Marzio - a.Labriola - F.Enriques - C.Urbani -<br />

G.Verne – Democrito - P.Toscanelli<br />

I vincitori del premio saranno scelti, tra quelli segnalati<br />

dagli Istituti di appartenenza, a insindacabile<br />

giudizio dell’apposita “Commissione”.<br />

la cerimonia di assegnazione si svolgerà secondo il<br />

seguente programma:<br />

30 Litoralemaggio2010<br />

Ore 10,00 - Accoglienza<br />

presso l’Airport Palace<br />

hotel<br />

10.30 - Apertura dei lavori<br />

come da protocollo<br />

rotariano<br />

Saluto del Presidente, Cav. augusto Ciafrei<br />

10,40 - Saluto delle Autorità cittadine<br />

10,50 - Saluto del governatore distretto 2080 rotary<br />

International<br />

Dott. Luciano Di Martino<br />

11.00 - Breve presentazione dei “Club rotaract.<br />

Dott. alessio Marino, Rappresentante Distrettuale<br />

11,20 - relazione sulla figura di Tullio Fazi<br />

avv. Pier Giorgio Poddighe, Segretario Generale della<br />

Fondazione<br />

11,30 - Consegna dei premi<br />

12,00 - Chiusura della cerimonia ufficiale<br />

rinfresco per tutti i convenuti


Quando finisce un rapporto di convivenza<br />

Dott.ssa<br />

Elisabetta Gualandri<br />

Avvocato<br />

Adifferenza delle obbligazioni di cui all’art.143 c.c. che si assumono<br />

con il matrimonio (coabitazione, fedeltà, assistenza<br />

materiale e morale) i conviventi non sono tenuti dalla legge<br />

ad osservare nessuno di questi impegni, come quello ad esempio di<br />

contribuire agli oneri del menage familiare con il proprio lavoro personale<br />

o casalingo ma possano liberamente decidere, in adempimento<br />

di un un obbligo di natura affettiva/morale (e non certo in forza di<br />

legge, come nel matrimonio) di beneficiarsi reciprocamente o non<br />

di assistenza economica e morale contribuendo come possono o<br />

vogliono alle spese. La sostanziale differenza con il matrimonio è<br />

esattamente questa: nel matrimonio si deve contribuire per legge<br />

secondo i propri introiti lavorativi o apporto di lavoro casalingo mentre<br />

nella convivenza non è un obbligo, la scelta di come e quanto<br />

contribuire (oppure non contribuire) è decisa liberamente dalla coppia.<br />

Pertanto tutti gli esborsi sostenuti per “aiutare” il partner e per la gestione<br />

del menage non potranno piu’ essere ripetuti (cioè chiesti in<br />

restituzione) al termine della convivenza in quanto dalla legge considerati<br />

adempimento di obbligazione naturale (Cass. civ. 3 febbraio<br />

1975, n. 389; 8 febbraio 1977, n. 556) in quanto detti esborsi si presume<br />

siano stati compiuti per libera scelta di coscienza/generosità/onore<br />

, per “aiutare” il partner insomma.<br />

A differenza di quanto succede nel matrimonio se la convivenza termina<br />

(per scelta comune o di uno solo dei partner) la parte piu’ debole<br />

economicamente dovrà semplicemente subire il mutamento di<br />

condizione e non potrà avanzare nei confronti del partner piu’<br />

abbiente alcun diritto al mantenimento/alimenti garantito per<br />

legge solo in caso di matrimonio e neppure alcun diritto di “assegnazione”<br />

della casa in assenza di figli della coppia minori o<br />

non autosufficienti.<br />

Nella convivenza se il partner decide di contribuire, lo fa per libera<br />

scelta e non certo perché esiste a suo carico un obbligo di legge, come<br />

nel matrimonio.<br />

I problemi piu’ frequenti sorgono quando i conviventi decidono di<br />

acquistare la e stipulare insieme un contratto di mutuo per ottenere<br />

il denaro per l’acquisto<br />

Che succede se la convivenza termina?<br />

Per la Banca i conviventi sono considerati “obbligati in solido” il che<br />

significa essere obbligati per la medesima prestazione (il pagamento<br />

delle rate) tal che ciascuno può essere costretto all’adempimento per<br />

la totalità e l’adempimento da parte di uno libera l’altro (art. 1292<br />

c.c.).Si presume, nel mutuo cointestato che il debito si divida in parti<br />

uguali tra i conviventi ma possono essere stabilite, nel contratto di<br />

mutuo, anche diverse quote di pagamento specificate necessariamente<br />

nel contratto!<br />

Se il mutuo per l’acquisto per la casa è cointestato mentre la casa è<br />

acquistata solo da uno dei due cointestatari del contratto di mutuo<br />

con il denaro ottenuto, l’obbligazione di pagamento non viene considerata<br />

solidale ma è posta per intero a carico del debitore nel cui<br />

interesse è stata assunta e la prova di tale interesse esclusivo può essere<br />

data con qualunque mezzo (Cass. civ., 28 gennaio 1972, n. 202),<br />

che in questo caso è l’unico intestatario tra i due mutuatari, pertanto<br />

la banca si rivolgerà a quest’ultimo soggetto in caso di mancato pagamento.<br />

Se la banca non riceve il pagamento delle rate del mutuo potrà esecutare<br />

l’immobile ipotecato a garanzia (che puo’ essere quello acquistato<br />

od altro) quindi per obbligare l’unico titolare dell’immobile<br />

a farsi carico delle rate occorrerà che questi si accolli (con il consenso<br />

della banca) il pagamento delle rate del mutuo.<br />

Molto spesso succede che la coppia cointesti il mutuo, acquisti insieme<br />

la casa e che poi, il partner piu’ abbiente, provveda al pagamento<br />

anche della quota del partner meno abbiente… Che succede se<br />

la relazione finisce?<br />

Ai sensi dell’art. 2041 c.c. chi, senza una giusta causa, si è arricchito<br />

a danno di un’altra persona è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a<br />

indennizzare quest’ultima della correlativa diminuzione patrimoniale.<br />

Qualora l’arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata,<br />

colui che l’ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, se sussiste al<br />

tempo della domanda.<br />

Alla luce di questa norma sembrerebbe che l’ex convivente abbia diritto<br />

alla restituzione delle rate di mutuo pagate di competenza del<br />

partner ma bisogna indagare, nel caso specifico, se il pagamento<br />

delle rate del convivente sia stato compiuto in adempimento di una<br />

obbligazione naturale perché, come già specificato, in tal caso non<br />

si avrebbe diritto alla restituzione.<br />

Come determinarlo?<br />

La Corte di Cassazione (Cass. civ. 13.03.2003, n. 3713) precisa che<br />

il dovere morale, che sorregge l’obbligazione naturale, deve essere<br />

adempiuto con una prestazione che presenti un carattere di proporzionalità<br />

ed adeguatezza. La presunzione di gratuità è da ritenere<br />

che venga meno quando risulti che la prestazione esuli dai doveri<br />

di carattere morale e civile di mutua assistenza e collaborazione, in<br />

relazione alle qualità e condizioni sociali delle parti, e si configuri<br />

come mera operazione economico-patrimoniale, che abbia determinato<br />

un inspiegabile e illogico arricchimento del convivente more<br />

uxorio, con proprio ingiusto danno (arricchimento senza causa).<br />

Ad esempio: se Tizio è un ricchissimo possidente sarà piu’ difficile<br />

ottenere la restituzione delle rate in quanto il pagamento anche della<br />

quota di mutuo della convivente Caia potrebbe essere valutata come<br />

adempimento di un’obbligazione naturale o donazione remuneratoria<br />

(quindi non restituibile) mentre se Tizio e Caia sono entrambi<br />

semplici impiegati con uno stipendio normale sarà piu’ facile per<br />

Tizio ottenere la restituzione delle rate pagate alla ex.<br />

Suggerisco comunque ai conviventi di stipulare, con l’ausilio di un legale<br />

di fiducia, un contratto di convivenza che regoli la contribuzione<br />

di ognuno al menage familiare, segnali gli apporti dati<br />

documentandoli (ad esempio fattura per spese di ristrutturazione o<br />

acquisto mobili) e prevedere eventuali restituzioni di somme impiegate,<br />

somme che dovranno essere rimborsate e beni apportati che<br />

dovranno essere restituiti o rimborsati in caso di cessazione della<br />

convivenza. Suggerisco inoltre di registrare il contratto in modo da<br />

conferirgli data certa e naturalmente di conservare tutta la documentazione<br />

del caso (ricevute di pagamento, fatture ecc.).<br />

avv. Elisabetta Gualandri<br />

Via delle Gondole n.13 00121 Ostia Lido ROMa<br />

0656339711- 065694688<br />

Orari studio : lunedì al giovedì 9.00/17.00 venerdì 9.00/14.00<br />

Litoralemaggio2010<br />

31


azienda leader<br />

La pescheria perfetta:<br />

Michelino Fish<br />

Una pescheria<br />

più unica che<br />

rara: accoglie<br />

il cliente con<br />

professionalità<br />

e cortesia...<br />

deliziandone<br />

il palato!<br />

testo// Tommaso V. Ghiglione<br />

foto// Mauro Lausdei<br />

Un’azienda consolidata e<br />

conosciuta nel nostro<br />

territorio che ha alle<br />

spalle una grande esperienza nel<br />

settore del pescato.<br />

Il mese scorso abbiamo parlato<br />

dei due rami di quest’importante<br />

azienda locale: la vendita<br />

al dettaglio (Michelino Fish) e<br />

la vendita all’ingrosso<br />

(Mic.Mar.).<br />

Oggi preferiamo parlarvi nello<br />

specifico di quella che è una pescheria<br />

rarissima, se non unica,<br />

nel suo genere. Situata su Viale<br />

di Castel Porziano all’Infernetto,<br />

la pescheria Michelino<br />

Fish è un esempio di efficienza<br />

e qualità.<br />

Un locale ampio e curato nel<br />

dettaglio, oltre che pulitissimo e<br />

accogliente. Vediamo qual è la<br />

sua particolarità parlando con<br />

colui che, dalla sua nascita, si<br />

occupa della vendita... e non<br />

solo: «parlare della sola vendita<br />

al dettaglio è ampiamente riduttivo»<br />

ci confessa Michele. In effetti<br />

la sede non si occupa<br />

solamente di vendita al dettaglio<br />

32 Litoralemaggio2010<br />

ma cura il prodotto sotto ogni<br />

aspetto. «La pescheria si compone<br />

di quattro reparti tutti unici<br />

per le loro caratteristiche e per<br />

la loro funzione» in effetti chiamarla<br />

pescheria appare proprio<br />

riduttivo. I quattro reparti citati<br />

si occupano di:<br />

la vendita del pesce fresco;<br />

la vendita del pesce fresco e la<br />

cucina dello stesso in sede (la<br />

pescheria ha una cucina e un<br />

cuoco che si occupa della pulitura<br />

e della cottura del pesce);<br />

gastronomia da asporto<br />

pronta «pesce che cuciniamo<br />

quotidianamente: marinati, carpacci,<br />

antipasti di mare, sughi<br />

pronti, creme di scampi, gamberi<br />

alla catalana... menù mattinieri<br />

a seconda del pescato»;<br />

degustazione sul<br />

posto «un angolo<br />

confortevole della<br />

nostra pescheria è<br />

dedicata alla degustazione,<br />

magari<br />

mentre si attende<br />

che l’acquisto<br />

venga pulito e/o cucinato.<br />

Il tutto accompagnato da<br />

un vino ad hoc». Si possono degustare<br />

frutti di mare crudi:<br />

ostriche, cozze pelose, tartufi,<br />

fasolari, carpacci di pesce, crostacei...<br />

ovviamente sempre di<br />

pescato locale.<br />

Il pescato locale è una prerogativa<br />

assoluta e un marchio di<br />

fabbrica: tutto viene dal Mediterraneo.<br />

Questo negozio nasce dalla passione<br />

e dalla professionalità di<br />

una e più generazione (il padre<br />

di Michele per passione cucinava<br />

presso un noto ristorante<br />

locale) che accolgono il cliente<br />

all’entrata e soddisfano qualsiasi<br />

sua esigenza.<br />

Praticamente impossibile non<br />

essere soddisfatti!<br />

Punti vendita fresco<br />

al dettaglio:<br />

Infernetto viale di Castel<br />

Porziano 420<br />

Tel. 06/96042315<br />

Ostia lido<br />

Via della Stella Polare n.28<br />

Tel 06/5696624<br />

Mercato Appagliatore box<br />

Tel 06/5646958<br />

Mercato Capo Passero<br />

331/7150157<br />

Punto vendita di prodotti<br />

surgelati:<br />

Ostia lido via ludovico<br />

de Filippi 21/23<br />

Tel. 06/5664476<br />

Centro distribuzione ristoranti<br />

Ostia Antica via del Collettore<br />

Primario 163/165<br />

tel. 06/56352834<br />

Fax segr. 06/56359364<br />

www.michelinofish.com<br />

(prenotazioni direttamente on-line!)<br />

michelinofish@gmail.com


il consiglio<br />

del mese<br />

Maggio è per antonomasia il<br />

mese delle rose. Ricordiamo<br />

le rose famose dei collezionisti:<br />

rose inglesi e antiche, rose rugose,<br />

rose profumate.<br />

Questi splendidi arbusti (che tro-<br />

viamo a cespuglio, tappezzanti,<br />

rampicanti) si adattano a diverse<br />

condizioni climatiche, ma preferiscono<br />

un luogo con esposizione<br />

al sole e al riparo dai venti.<br />

Hanno inoltre bisogno, in questo<br />

periodo, di molto concime<br />

(concime minerale<br />

per piante da fiore).<br />

Le rose sono spesso<br />

vittime di malattie che<br />

ne compromettono<br />

l’aspetto e la vitalità.<br />

Tra le principali: mal<br />

bianco, ticchiolatura<br />

e ruggine, insetti.<br />

il mal bianco, o oidio,<br />

è provocato da un fungo<br />

che attacca i germogli,<br />

le foglie o i boccioli.<br />

Gli organi colpiti<br />

si coprono di una<br />

muffa bianca, si accartocciano<br />

e deformano<br />

per poi disseccarsi.<br />

La ticchiolatura e la ruggine<br />

consistono nella formazione di<br />

m a c c h i e<br />

nere o gialle<br />

sulle foglie<br />

che<br />

p o r t a n o<br />

alla loro<br />

caduta e al<br />

deperimento<br />

della pianta.<br />

Le rose possono venire attaccate<br />

anche da insetti quali afidi, cocciniglie<br />

e tentredini.<br />

Consigliamo come precauzione di<br />

bagnare il meno possibile le foglie<br />

delle piante (in particolare delle<br />

rose) per limitare la diffusione delle<br />

malattie fitopatologiche in quanto<br />

sono favorite dall’umidità.<br />

Cure e rimedi: effettuare<br />

trattamenti<br />

quindicinali nelle<br />

ore fresche con insetticidi<br />

e anticrittogamici specifici.<br />

Se non siete in grado di riconoscere<br />

funghi o insetti che minacciano<br />

le vostre rose, non esitate a<br />

chiedere agli esperti per una giusta<br />

cura!<br />

Erica Berton<br />

e Eugenio Mangiante<br />

(Vivai Primaverde)<br />

Litoralemaggio2010<br />

33


filosofia & ar marziali<br />

iL KUMiTE ED iL SENSO DELLa SFiDa<br />

Le cinque vittorie riportate nel 2° Trofeo del Monti Lepini confermano la supremazia della Samurai Zen<br />

Club nel Kumite, per tradizione il vero banco di prova per il dojo e per l’atleta che lo rappresenta.<br />

testo// Antonio Carnicella<br />

Anche il 2° trofeo “Monti Lepini” entra nella bacheca dei<br />

trofei della Samurai Zen Club. Non con la coppa che<br />

spetta alla squadra vincitrice, perché poco poteva fare il<br />

dojo lidense nella classifica a punti contro compagini forti<br />

di 50 elementi, quasi tutti per le gare di Kata, ma con le<br />

cinque sonanti vittorie nel Kumite che confermano il suo<br />

strapotere in questa disciplina sportiva. Presente con soli<br />

nove atleti alla manifestazione organizzata dallo CSEN a<br />

Priverno l’11 aprile scorso, la Samurai ha comunque piazzato<br />

sul podio anche gli altri quattro partecipanti. Tra i senior,<br />

la cintura nera Fabio D’Amelio, forte della sua<br />

esperienza internazionale, è riuscito ad imporsi nella categoria<br />

fino a 65 kg, mentre l’altra nera Camillo Donatelli<br />

ed il kyu Amir Yazdanian sono stati sconfitti in<br />

finale. La pattuglia dei giovani si è dimostrato il vero punto di forza<br />

della compagine lidense. Tra gli Junior, Simone Guidoni si è aggiudicato<br />

la finale della categoria fino a 90 kg e Chiara Colasanti quella<br />

fino a 65 kg, dove ha sconfitto di stretta misura la compagna d’allenamento<br />

Martina Palazzini. È andata male invece a Valerio Trimonti,<br />

fermato da un paio di decisioni arbitrali discutibili nella categoria<br />

fino a 75 kg. Tra i Cadetti ottima prestazione di Valerio Di Nunzio,<br />

che si è imposto nella categoria fino a 70 kg. Da segnalare infine<br />

l’esordio vincente di Margot Balsamo, che si è aggiudicata la categoria<br />

Esordienti B fino a 60 kg. Nel complesso, anche questa manifestazione<br />

ha messo in mostra la grande sproporzione esistente tra il<br />

numero degli iscritti alle gare di Kata ed a quelle di Kumite, malgrado<br />

quest’ultimo ne costituisca l’evento clou. Con questo non si<br />

vuole minimizzare l’importanza e la bellezza della realizzazione delle<br />

“forme”, che può assumere i connotati di uno spettacolo dagli elevati<br />

contenuti artistici, ma solo ribadire che è nel combattimento individuale<br />

che si affronta ad uno degli elementi fondamentali del<br />

Karate: la sfida.<br />

Sin dal periodo medioevale, le Arti Marziali si svilupparono in Giappone<br />

come strumento di difesa in quella che era una lotta per la vita<br />

e per la morte, laddove la sfida col guerriero nemico rappresentava il<br />

rito in cui si compiva la prova dell’efficacia delle proprie abilità. In<br />

queste forme estreme, il senso della sfida sopravvisse fino all’epoca<br />

della cosiddetta “Restaurazione Meiji”, avvenuta nel XIX secolo e<br />

non solo nei periodi di guerra ma anche in tempo di pace. Nella vita<br />

34 Litoralemaggio2010<br />

quotidiana, infatti, le strade erano sovente teatro di duelli tra samurai,<br />

sfide che scaturivano per futili motivi ma che servivano dimostrare<br />

abilità, coraggio e la fedeltà al Maestro o allo Shogun. Queste<br />

lotte all’ultimo sangue arrivavano a coinvolgere tutta una scuola,<br />

chiamata a ribadire la propria supremazia sulle concorrenti. Il codice<br />

dei samurai, il Budo, ha conservato questa cultura guerriera fondendola<br />

in una dimensione spirituale per costituirsi come “via”. Intraprenderla<br />

significa sviluppare tanto le tecniche di autodifesa, la forza<br />

e la precisione, quanto l’autocontrollo, l’energia spirituale e un’attitudine<br />

morale.<br />

Si può dire che nel Karate moderno, non solo nella sua forma di Goshin-Jutsu<br />

ma anche come disciplina sportiva, il tradizionale senso<br />

della sfida sopravvive nel Kumite. Più che tributare allori ed emettere<br />

condanne, il combattimento è il vero banco di prova per l’allievo e<br />

per la scuola. Per il primo, affrontarla, significa saggiare la propria<br />

preparazione tecnico-fisica ed il proprio carattere. La seconda, mediante<br />

i risultati degli allievi, ma anche e soprattutto attraverso il loro<br />

comportamento in gara e nei rapporti con avversari e compagni, oltre<br />

alla propria capacità formativa può dimostrare di essere il vero mezzo<br />

di trasmissione e rispetto dell’insieme di leggi ed usanze che costituiscono<br />

il patrimonio delle Arti Marziali<br />

Judo: tre nuove cinture nere per la Samurai Zen Club<br />

Grande soddisfazione per Gianluca Del Bove Orlandi, Luca Cecchi,<br />

Sara Pavies. I tre allievi del Maestro Marco Ferramosca hanno superato<br />

con pieno merito l’esame federale conseguendo la cintura nera.


36 Litoralemaggio2010


Le armi in assoluto<br />

più idonee alla vecchiaia sono la conoscenza<br />

elapraticadellavirtùche,coltivateinognietà,producono<br />

frutti meravigliosi CICERONE, CATO MAIOR DE SENECTUTE, 44A.C.<br />

• ASSISTENZA DI BASE<br />

• ASSISTENZA<br />

INFERMIERISTICA<br />

• ATTIVITÀ PSICOMOTORIE<br />

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Aperto tutti i giorni<br />

dalle 8,00 alle 19,00<br />

Programma individualizzato<br />

in base alle esigenze<br />

• ARTI TERAPIE ESPRESSIVO<br />

RELAZIONALI<br />

• MUSICA E BALLI POPOLARI<br />

• INIZIATIVE CULTURALI<br />

• ANIMAZIONE SOCIALE<br />

• GITE ED EVENTI<br />

PER INFO:<br />

Amministrazione Casa di Riposo Villa Faieta<br />

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la bellezza della salute<br />

Salute e Bellezza delle gambe<br />

Sono tre i fattori che condizionano, in un modo nell’altro, la salute e quindi la bellezza delle gambe:<br />

Il SISTEMA CIrCOlATOrIO<br />

Questo importantissimo sistema, organizzato nei tre diversi settori, arterioso, venoso e linfatico, è deputato al<br />

trasporto di ossigeno e sostanze nutrienti ai tessuti, nonché all’eliminazione di sostanze di scarto e al controllo<br />

della ritenzione dei liquidi.<br />

Qualsiasi alterazione a carico del sistema vascolare causa sofferenza dei tessuti, le cui manifestazioni possono<br />

essere diverse: caviglie gonfie e dolenti, cute a buccia d’arancia, disomogeneità del colore della pelle,<br />

ipersensibilità cutanea, capillari visibili e vene varicose, sono tra le manifestazioni più frequenti.<br />

38 Litoralemaggio2010<br />

Bellezza e Salute sono realtà che non<br />

possono prescindere l’una dall’altra<br />

Le gambe, per essere belle,<br />

devono essere anche sane<br />

Il TONO dEI TESSUTI<br />

Il tono dei tessuti condiziona enormemente la bellezza delle gambe ed è propriamente<br />

una caratteristica di natura ereditaria, che diminuisce progressivamente con l’età. Ma il<br />

tono dei tessuti può essere condizionato anche da fattori esterni:<br />

Una vita sedentaria e poco tempo dedicato ad una adeguata attività fisica favoriscono<br />

una progressiva riduzione del tono muscolare. Allo stesso modo, variazioni<br />

troppo repentine del peso corporeo possono causare un forte stress alla cute, che diviene<br />

meno tesa ed elastica e la silhouette appare svuotata.<br />

Il PESO<br />

Una alimentazione scorretta, insieme ad un metabolismo particolarmente lento,<br />

sono i principali responsabili del soprappeso che si associa, oltre a circonferenze<br />

corporee aumentate, alla disarmonia delle forme e all’incremento delle masse<br />

adipose localizzate.<br />

A livello dei tessuti, l’accumulo di cellule adipose tende a creare un rallentamento<br />

del fisiologico drenaggio di liquidi, favorendo segni di sofferenza<br />

tessutale tra cui la lipodistrofia (cellulite).


l’IMPOrTANZA dEl CONTrOllO MEdICO<br />

Attraverso una visita che prevede un colloquio con il medico ed un esame morfologico, vengono analizzati la<br />

natura e il grado dell’eventuale inestetismo e viene elaborato un programma personalizzato, finalizzato a combattere<br />

le cause del problema e di conseguenza l’effetto, che si traduce nell’estetica delle gambe.<br />

Non basta comunque che la scelta del trattamento sia corretta, è indispensabile che l’operatore che lo andrà ad<br />

eseguire conosca bene la metodica e sia specializzato nella sua applicazione.<br />

Inoltre, qualunque sia il trattamento prescritto, controlli medici periodici sono fondamentali per una costante valutazione<br />

dei risultati e della risposta del singolo paziente.<br />

lE TECNOlOgIE ElETTrOMEdICAlI PIU’ EFFICACI<br />

Esistono oggi tecnologie elettromedicali all’avanguardia che agiscono efficacemente sul tessuto connettivo e sul<br />

sistema circolatorio, contribuendo in maniera significativa a ridurre i fattori predisponenti. Ne citiamo alcune<br />

con cui sono stati ottenuti i migliori risultati:<br />

lPg ENdErMOlOgIE<br />

Questa tecnologia ha portato a risultati eccellenti nel modellamento delle grosse<br />

masse adipose, specie se localizzate, con riduzioni importanti di taglia.<br />

In caso di soprappeso, l’LPG rappresenta un supporto fondamentale alla dieta, grazie<br />

alla sua capacità di ridurre sostanzialmente le aree più restie a rispondere al<br />

solo regime alimentare.<br />

E’ inoltre uno strumento essenziale nella riabilitazione vascolare, nel contrastare disturbi<br />

comuni come gonfiore, pesantezza delle gambe, o sintomi più gravi legati a patologie<br />

vascolari come insufficienza venosa o linfedemi.<br />

ICOONE<br />

Questa apparecchiatura si è dimostrata realmente efficace nel trattamento della cellulite<br />

nel suo ultimo stadio, caratterizzata da una cicatrizzazione diffusa del tessuto,<br />

che si manifesta con irregolarità, buchi ed avvallamenti della cute.<br />

Attraverso un massaggio meccanico del tessuto connettivo, stimola la proliferazione<br />

dei fattori elasticizzanti e riduce la cicatrizzazione riordinando le fibre del tessuto cutaneo<br />

e sottocutaneo. Il risultato è una maggiore morbidezza ed uniformità della<br />

cute nell’area trattata, un miglioramento del tono, nonché una riduzione dell’aspetto<br />

a ‘buccia d’arancia’.<br />

TrIACTIVE<br />

Grazie alla sua abilità drenante, dovuta alla sua triplice azione laser, raffreddamento e<br />

massaggio meccanico, è ideale nel combattere la cellulite nello stadio iniziale, caratterizzata<br />

da un anomale accumulo di liquido nel sottocute, ovvero la cosiddetta ‘ritenzione<br />

idrica’, tipicamente associata ad una insufficienza del circolo linfatico. Se<br />

utilizzato con regolarità, è un utile strumento per la prevenzione della cellulite in soggetti<br />

con ereditarietà o stile di vita predisponesti.<br />

E’ ideale per trattare la cute che presenta segni di alterazione del micro-circolo venoso,<br />

caratterizzata dalla tendenza a capillari.<br />

MEd & TECh S.r.l.<br />

Via delle Baleniere 91 - Ostia<br />

Via Michele Mercati 38 - Roma<br />

Corso Vercelli 7 - Milano<br />

Tel 065640488<br />

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Litoralemaggio2010<br />

39


la bellezza della salute<br />

lA rICChEZZA<br />

della diversità<br />

dott.ssa Marasco, oggi si parla<br />

tanto di integrazione: cosa ne<br />

pensa?<br />

Il concetto di integrazione è uno<br />

dei pilastri della mia pratica terapeutica:<br />

aiuto, infatti, i miei<br />

clienti a riscoprire che il benessere<br />

di ciascuno passa attraverso<br />

il dialogo e l’integrazione di varie<br />

parti di sé: l’immagine che mi<br />

evoca è quella di un prisma che,<br />

pur restando unito, presenta più<br />

facce. Se ciascuno riconosce e integra<br />

tutte le parti di sé, scoprirà<br />

non solo di possedere tante ri-<br />

dott. Valerio che cosa si intende<br />

per cultura lavorativa?<br />

Ciascun posto di lavoro o organizzazione<br />

lavorativa, piccola o<br />

grande che sia, ha un insieme di<br />

valori, scopi, ideali e regole che<br />

la contraddistingue a prescindere<br />

da cosa produca. Inoltre, ciascuna<br />

organizzazione è composta<br />

da persone che portano con sé<br />

la propria storia lavorativa e personale.<br />

Talvolta, per un individuo,<br />

integrarsi in azienda può<br />

risultare un processo faticoso:<br />

comprendere quali siano i valori<br />

importanti dell’organizzazione,<br />

confrontarsi con i colleghi con<br />

cui si lavora, sintonizzarsi con<br />

gli altri e stabilire nuovi equilibri<br />

è un processo energeticamente<br />

dispendioso ma imprescindibile.<br />

Integrazione, mediazione, gestione<br />

del conflitto sono temi<br />

“caldi” in azienda che, se ben gestiti,<br />

portano benessere sia ai sin-<br />

40 Litoralemaggio2010<br />

sorse, ma anche, adeguatamente<br />

supportato, di poterle potenziare<br />

consolidando il proprio benessere.<br />

E l’integrazione socio – culturale?<br />

L’integrazione socio – culturale è<br />

un processo che avviene su larga<br />

scala, poiché riguarda masse di<br />

individui. Coinvolgendo molte<br />

persone, i tempi di realizzazione<br />

di una vera e propria integrazione<br />

sono più lunghi. Il primo passo è<br />

quello dell’accettazione di una<br />

cultura diversa dalla propria: ac-<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

dott. Pierpaolo Valerio<br />

Psicologo del lavoro<br />

Personal Coach<br />

goli sia all’azienda e migliorando<br />

la vita lavorativa aumentano<br />

anche i livelli di<br />

produttività.<br />

Quindi la cultura lavorativa<br />

può influire sulla produttività<br />

aziendale?<br />

Sicuramente si e non è un elemento<br />

da sottovalutare. Ci sono<br />

culture lavorative più tese alla<br />

produzione ed altre più tese alla<br />

relazione ed altre che sono una<br />

perfetta via di mezzo. Grazie alla<br />

cultura lavorativa che si crea sul<br />

posto di lavoro persone di etnie<br />

diverse riescono a coesistere.<br />

Ogni posto di lavoro in quanto<br />

tale genera una cultura dove magari<br />

il datore di lavoro può incidere<br />

di molto ma poi è tutto il<br />

personale a concorrere nella sua<br />

costruzione. Una cultura organizzativa<br />

chiaramente espressa e<br />

compresa permette a ciascun<br />

membro dell’azienda di perse-<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

dott.ssa Ombretta Marasco<br />

Psicologo clinico e di comunità<br />

Psicoterapeuta<br />

cettazione e rispetto reciproco<br />

sono le basi sulle quali si può cominciare<br />

a dialogare. Il secondo<br />

passo è quello, appunto, del dialogo<br />

e del confronto; in questa<br />

fase “l’altro” non viene più percepito<br />

come ostile ma, al contrario,<br />

come colui che porta con sé<br />

una diversità tutta da scoprire.<br />

Come si può sostenere il processo<br />

di integrazione?<br />

A mio parere puntando sui giovani.<br />

I bambini e i ragazzi percepiscono<br />

la diversità come<br />

qualcosa di naturale, non presen-<br />

guire i propri obiettivi lavorativi<br />

in maniera ottimale, di aumentare<br />

il proprio grado di autoefficacia,<br />

di costruire reti lavorative<br />

cooperative o comunque in sintonia<br />

con l’ambiente, di percepirsi<br />

come risorsa per l’azienda.<br />

Se si verificano queste condizioni,<br />

i benefici ricadranno certamente<br />

sulla capacità produttiva<br />

dell’azienda tutta.<br />

Come si produce una cultura<br />

aziendale ottimale?<br />

Ottimale dal mio punto di vista<br />

significa in sintonia con gli<br />

obiettivi a breve, medio e lungo<br />

periodo che chi gestisce<br />

l’azienda si dà, quindi il primo<br />

passo per produrre cultura è la<br />

conoscenza di questi obiettivi. Il<br />

secondo è comunicarlo a tutti i<br />

dipendenti ed a tutte le persone<br />

che sono importanti per il business<br />

dell’azienda. Comunicarli<br />

non significa dettarli ma “vi-<br />

tano le barriere culturali che un<br />

adulto può avere. Molto lavoro<br />

per sostenere il processo di integrazione<br />

si fa nelle scuole, luoghi<br />

in cui la multi etnicità è una realtà<br />

consolidata. Anche lo sport<br />

può aiutare l’integrazione: lo<br />

sport abbraccia tutti senza distinzioni,<br />

la voglia di vincere contagia<br />

e fa sentire parte di un’unica<br />

squadra.<br />

Via Angelo Olivieri,34<br />

00122 Ostia lido - roma<br />

Tel. cell. 349.8423298<br />

lA CUlTUrA<br />

lAVOrATIVA<br />

unisce le diversità etniche<br />

verli” – agirli. In questo passaggio<br />

può accadere che il datore di<br />

lavoro non sappia bene quali<br />

siano gli obiettivi aziendali a<br />

breve, medio e lungo periodo e<br />

magari risultino simili tra loro<br />

decretando così la “morte” della<br />

strategia aziendale di gestione<br />

oppure ci può essere una non<br />

condivisione da parte dei dipendenti<br />

di tale strategia. In entrambi<br />

i casi io svolgo un’attività<br />

di facilitazione in questi passaggi<br />

di allineamento delle persone attraverso<br />

il coaching che produce<br />

poi una convergenza verso il business<br />

non considerando le differenze<br />

etniche come problema ma<br />

considerando semplicemente<br />

l’apporto che ogni singolo offre<br />

per il raggiungimento del bene<br />

comune.<br />

pierpaolo.valerio@email.it<br />

Tel. cell. 347.7021820


L’invecchiamento cutaneo è dovuto<br />

sia al passare del tempo<br />

(chronoaging) che dall’esposizione<br />

da UV ( photoaging) che a<br />

numerosi fattori inquinanti<br />

(stress ossidativo e da radicali liberi).<br />

Le rughe rappresentano i<br />

segni indelebili dell’invecchiamento,<br />

qualunque sia la loro<br />

eziologia e da molti anni si è cercato<br />

di risolverle ricorrendo per<br />

lo più ad interventi chirurgici che<br />

spesso mutavano i tratti del volto<br />

e ne inquinavano la naturalezza.<br />

I grandi passi in avanti della medicina<br />

estetica negli ultimi anni<br />

hanno permesso di rispondere<br />

alle richieste dei pazienti con<br />

molta precisione ed inoltre<br />

hanno ridotto la necessità di ricorrere<br />

al bisturi. Di conseguenza<br />

è possibile ottenere<br />

risultati apprezzabili e soddisfacenti<br />

ottenuti con invasività minima<br />

e mantenendo una naturale<br />

freschezza e giovinezza della<br />

pelle e del volto. La ricerca si è<br />

evoluta sia riguardo la sicurezza<br />

ed efficacia dei materiali utilizzati<br />

ma anche nel capire la specificità<br />

del prodotto per il singolo<br />

distretto facciale e corporeo a seconda<br />

delle esigenze dell’individuo<br />

e delle caratteristiche<br />

relative al problema da risolvere<br />

o migliorare.<br />

Il Botulino viene utilizzato per<br />

eliminare le rughe definite “dinamiche”<br />

cioè causate dai continui<br />

movimenti dei muscoli<br />

facciali e quindi dalle espressioni<br />

del viso (mioinvecchiamento).<br />

Le zone che vengono<br />

A colloquio con...<br />

dott. Andrea garelli<br />

Specialista in<br />

Chirurgia Plastica<br />

ricostruttiva ed Estetica<br />

Rispondiamo alle numerose richieste<br />

di informazioni su trattamenti<br />

di medicina estetica più utili<br />

a contrastare l’invecchiamento cutaneo<br />

trattate sono: il collo, la fronte, le<br />

“zampe di gallina”, le sopracciglia.<br />

L’effetto dura dai 4 ai 6<br />

mesi.<br />

I Filler si utilizzano per aumen-<br />

tare i volumi oppure per riempire<br />

le rughe determinate da invecchiamento<br />

(rughe statiche e profonde)<br />

o correggere cicatrici<br />

pregresse. Possiamo scegliere tra<br />

filler temporanei con durata<br />

media di 5-6 mesi (acido ialuronico<br />

e collagene); permanenti<br />

(Lipofilling, silicone); semipermanenti<br />

con durata media di un<br />

anno (poliammide e polimetacri-<br />

Come combattere<br />

i segni... del tempo<br />

lato). Le zone che vengono trattate,<br />

iniettando il prodotto di elezione,<br />

sono: labbra, rughe<br />

nasogeniene, zigomi, guance,<br />

tempie. Inoltre i filler contribuiscono<br />

a migliorare l idratazione<br />

della pelle.<br />

La Biostimolazione/biorevitalizzazione<br />

si effettua iniettando<br />

vitamine di vario tipo, sali minerali,<br />

aminoacidi, acido ialuronico.<br />

Si utilizza con lo scopo di<br />

ottenere un viso luminoso e naturale<br />

stimolando il collagene e<br />

rigenerando così il tessuto ripristinando<br />

quegli elementi naturalmente<br />

perduti con l’età. Questo<br />

trattamento ha anche la caratteristica<br />

di far aumentare la concentrazione<br />

di acqua nelle zone<br />

trattate aumentandone visivamente<br />

il turgore e l’idratazione.<br />

Le zone di trattamento sono il<br />

viso, le mani, il collo e il decol-<br />

lette. Sono necessari due cicli di<br />

trattamento all’anno.<br />

Il laser utilizzato in medicina<br />

estetica è una tecnica che sfrutta<br />

impulsi di luce intensa e per questo<br />

più comunemente chiamato<br />

Fotoringiovanimento. Mira soprattutto<br />

a ripristinare i cambiamenti<br />

della pigmentazione<br />

cutanea causati dall’invecchiamento<br />

o dall’esposizione dannosa<br />

dei raggi UV, molto<br />

utilizzato anche nella correzione<br />

delle cicatrici e per eliminazione<br />

di tatuaggi. L’impulso luminoso<br />

emesso penetra nel derma senza<br />

dannneggiare le strutture sopra o<br />

sottostanti, riuscendo ad aumentare<br />

la quantità di collagene ed<br />

eliminando selettivamente le<br />

zone di pigmentazione anomala.<br />

Il numero e la durata delle sedute<br />

sono soggettive al problema e all’individuo,<br />

solitamente si effettua<br />

un trattamento ogni 2-4<br />

settimane e i risultati ottenuti<br />

sono permanenti.<br />

E’ importante rivolgersi sempre<br />

a professionisti autorizzati e<br />

specializzati.<br />

dott. Andrea garelli<br />

Via del Mar giallo, 20<br />

Ostia lido<br />

Tel. 06.56368500<br />

e-mail: andreagarel@tiscali.it<br />

Litoralemaggio2010<br />

41


la bellezza della salute<br />

La DEaMBULaZiONE<br />

Studio delle singole fasi del passo<br />

Segue l’argomento del mese precedente<br />

dove abbiamo trattato<br />

l’accelerazione e la Decelerazione<br />

nella FASE dI OSCIllA-<br />

ZIONE.<br />

FASE dI OSCIllAZIONE<br />

Ipovalidità Muscolare<br />

1)Pazienti con flessori dorsali del<br />

piede ipovalidi presentano una deambulazione<br />

con steppage: in essa<br />

il paziente solleva il ginocchio più<br />

in alto del normale in modo che il<br />

piede non tocchi il suolo.<br />

2) Pazienti con ipovalidità del quadricipite<br />

possono essere incapaci<br />

di accelerare senza una anormale<br />

flessione dell’anca.<br />

3)Pazienti con ipovalidità dei flessori<br />

del ginocchio possono non essere<br />

capaci di decelerare al<br />

momento giusto appena prima<br />

della fase di appoggio calcaneare<br />

Anchilosi<br />

Una anchilosi del ginocchio impone<br />

al paziente di sollevare l’anca<br />

dal lato leso, così che il piede<br />

possa sollevarsi da terra, ne risulterà<br />

una scoliosi funzionale lombare.<br />

Gli arti superiori sono anch’essi<br />

coinvolti nella deambulazione in<br />

quanto oscillano in simmetria con<br />

l’arto inferiore del lato opposto<br />

42 Litoralemaggio2010<br />

contribuendo così ad una marcia<br />

fluida e ben equilibrata…etc.<br />

FASE dI APPOggIO<br />

Ipovalidità Muscolare<br />

1) Pazienti con ipovalidità del muscolo<br />

tibiale anteriore - avanti<br />

della gamba- (nervo L 4) possono<br />

avere una deambulazione con<br />

piede ciondolante.<br />

2) Pazienti con ipovalidità del muscolo<br />

medio gluteo, (nervo L 5 )<br />

possono avere una zoppìa da caduta<br />

o insufficienza del medio gluteo<br />

(segno Trendemburg ).<br />

3) Pazienti con ipovalidità del muscolo<br />

grande glute (nervo S1) possono<br />

avere una zoppia da<br />

insufficienza dell’estensione dell’anca<br />

o del grande gluteo.<br />

4) Pazienti con ipovalidità dei muscolo<br />

del gruppo gastrocnemiosoleo<br />

- polpaccio- (Si -S2)<br />

possono avere una deambulazione<br />

a piede piatto ed un distacco inefficiente.<br />

5) Pazienti con ipovalidità del quadricipite<br />

(L2, L3, L4) possono<br />

camminare con un ginocchio recurvato<br />

per la necessità di opporsi<br />

alla flessione incontrollata.<br />

INSTABIlITÀ<br />

1) Pazienti con instabilità posturale,<br />

vertigini sogettive ed ogettive<br />

(centrali), disfunzioni cranio sacrali<br />

testo// Mauro Lausdei<br />

A colloquio con...<br />

Sasan Nazarieh<br />

Terapista<br />

specialista della riabilitazione<br />

e cranio-mandibolari, ampliano la<br />

base del passo per oltre 10 cm.<br />

2) Pazienti con ipoestesia della<br />

faccia piantare dei piedi (causata<br />

da diabete o da neuropatie periferiche)<br />

ampliano la base del loro<br />

passo per guadagnare in stabilità.<br />

Inoltre questi pazienti necessitano<br />

di guardare ai loro piedi per orientarli<br />

rispetto allo spazio e al terreno.<br />

3) Pazienti con lesioni cerebellari<br />

possono avere difficoltà nel mantenere<br />

l’equilibrio e di<br />

conseguenza tendono ad ampliare<br />

la loro base di appoggio.<br />

4) Pazienti con lussazione recidivantc<br />

della rotula hanno un ginocchio<br />

instabile (in stres di<br />

valgismo). che può improvvisamente<br />

cedere in marcata flessione.<br />

5) Pazienti con lesioni meniscali<br />

hanno ginocchia insubili (tibia in<br />

rotazione esterna), che possono<br />

bloccarsi improvvisamente<br />

6) Pazienti con lesioni det legamenti<br />

collaterali esterni sono soggetti<br />

a distorsioni tibiotarsiche<br />

(caviglie) recidivanti.<br />

dolenzia<br />

1) Pazienti con scarpe inadatte<br />

possono avere dolore in ogni porzione<br />

della fase d’appoggio e ne risulta<br />

una deambulazione antalgica.<br />

2) Pazienti con sperone calcaneare<br />

possono avere dolore nella fase di<br />

appoggio del calcagno.<br />

3) Pazienti con artrosi del ginocchio<br />

o dell’anca possono avere dolore<br />

in ogni fase dell’appoggio.<br />

In genere essi abbreviano la falcata<br />

il più possibile a causa del dolore<br />

(andatura antalgica).<br />

4) Pazienti con alluce rigido possono<br />

non essere capaci dì eseguire<br />

un normale distacco dal<br />

suolo a causa del dolore e presentare<br />

una deambulazione a piede<br />

piatto trasverso.<br />

ANChIlOSI ArTICOlArI<br />

1) Pazienti con grave coxartrosi<br />

(artrosi all’anca), gonartrosi ( artrosi<br />

del ginocchio) o artrosi tibiotarsica<br />

(artrosi della caviglia)<br />

possono avere difficoltà in ogni<br />

fase del passo. Se una sola articolazione<br />

è gravemente anchilosata<br />

(bloccata) il paziente normalmente<br />

è capace di compensarne il movimento<br />

tanto che anche grossi disturbi<br />

patologici non sono molto<br />

evidenti.<br />

Studio F.O.r.<br />

V.le della Marina, 9<br />

00122 Ostia lido - roma<br />

Tel. 06.5600749


Visto che ormai è arrivata la primavera<br />

abbiamo pensato di<br />

chiedere al Dott. Panarello di<br />

trattare la patologia delle congiuntiviti<br />

primaverili.<br />

La congiuntivite primaverile è<br />

una infiammazione bilaterale<br />

della congiuntiva ad andamento<br />

cronico che si riscontra prevalentemente<br />

nei Paesi mediterranei<br />

a clima caldo — umido.<br />

E’ una malattia che colpisce prevalentemente<br />

i bambini in età puberale<br />

ed i giovani adulti, è difficile<br />

riscontrarla al di sopra dei<br />

40 anni e ne è maggiormente colpito<br />

il sesso maschile.<br />

Quali sono le cause?<br />

Le cause della malattia sono attribuite<br />

secondo alcuni all’azione<br />

di qualche antigene presente nell’aria<br />

solo in primavera ed in<br />

estate, probabilmente pollini, secondo<br />

altri alla reazione di particolare<br />

sensibilità della congiuntiva<br />

e della cornea al alcune<br />

radiazioni della luce solare, raggi<br />

ultravioletti, presenti in maggior<br />

concentrazione nella primavera<br />

- estate.<br />

Quali sono i sintomi?<br />

I sintomi sono caratterizzati da<br />

prurito intenso, marcata iperemia<br />

testo// Riccardo Lo Faro<br />

A colloquio con...<br />

dott. gianfranco<br />

Panarello Muscolino<br />

Specialista in clinica Oculistica<br />

e Chirurgia Oculare<br />

congiuntivale. lacrimazione, secrezione<br />

mucosa biancastra, sensazione<br />

di corpo estraneo, fotolbbia<br />

che spesso costringe i<br />

pazienti a vivere in condizioni di<br />

costante penombra e ad assumere<br />

atteggiamenti di protezione alla<br />

luce.<br />

Quali sono le terapie più efficaci?<br />

La terapia, che va effettuata sempre<br />

sotto controllo dell’oculista,<br />

consiste nelle forme più lievi nell’uso<br />

di colliri antistaminici e vasocostrittori,<br />

mentre nelle forme<br />

più accentuate si potrà ricorrere<br />

per un breve periodo di tempo<br />

all’uso di colliri cortisonici e di<br />

antistaminici per via generale.<br />

LE CONGIUNTIVITI<br />

PRIMAVERILI<br />

Durante il manifestarsi della congiuntivite<br />

allergica primaverile è<br />

sconsigliato l’uso di lenti a contatto<br />

mentre risulta indicato l’uso<br />

di occhiali da sole scuri con filtro<br />

per i raggi ultravioletti.<br />

lido laser<br />

Via Isole del Capoverde, 308<br />

Ostia lido - roma<br />

Tel. 06.56030017<br />

gianfranco.panarello@tin.it<br />

cell. 335.5214614<br />

Litoralemaggio2010<br />

43


Chicza<br />

L’unico chewing-gum al mondo<br />

naturale, vegetale, equosolidale<br />

e biodegradabile al 100%...<br />

ora è anche tuo!<br />

Cara Consumatrice e caro Consumatore<br />

Italiano, è stato difficile ma dopo<br />

moltissimi mesi di impegno sono riuscito<br />

a portare la CHICZA in Italia, aumentando<br />

così le tue possibilità di scelta tra i<br />

tanti tipi di chewing-gum già presenti. Mi<br />

domandavo spesso: “Perché in Europa si e in<br />

Italia no? “Oggi, finalmente, la CHICZA c’è<br />

anche in Italia.<br />

La CHICZA è un chewing-gum “country”<br />

che ha carattere, sensibilità e solarità, è come<br />

noi, “vivo e organico”, quindi, risente del<br />

freddo e del caldo; quando si mette in bocca<br />

ha bisogno di qualche secondo per riscaldarsi.<br />

Dopo averlo masticato, provate, senza<br />

timore, ad “appiccicarlo” sui vestiti e sui capelli...vedrete<br />

che non si attacca. Gettato,<br />

continua, quasi per magia, ad essere ancora<br />

utile perché diventa anche un ottimo concime.<br />

PREGI: Tanti e già “pubblicizzati”. Inoltre la<br />

tavoletta di CHICZA in bocca è di una giusta<br />

quantità, nè tanta nè poca; rimane in bocca<br />

con la stessa elasticità, non diventa nè duro,<br />

nè troppo morbido; si può masticare fino ad<br />

un secondo prima dei pasti senza che alteri il<br />

gusto dei cibi.<br />

DIFETTI: Soltanto uno: la durata del gusto è<br />

relativamente breve; se si fosse allungata la<br />

durata, la CHICZA non potrebbe definirsi<br />

44 Litoralemaggio2010<br />

più naturale. Si tenga presente, comunque,<br />

che l’80% dei consumatori di chewing-gum<br />

“mastica” tanto per masticare, tanto per avere<br />

“qualcosa” in bocca, e quindi la durata del gusto<br />

è relativa.<br />

Comunque “LASCIAMO PARLARE”<br />

l’etichetta in Italiano:<br />

“Gomma da masticare biodegradabile<br />

al 100%, provenienza biologica certificata.<br />

Ingredienti: Succo biologico di<br />

canna da zucchero evaporato in polvere<br />

(37%), Gomma base biologica (35%),<br />

(contiene E170 Calcio Carbonato), Glucosio<br />

biologico (24%), *Sciroppo biologico<br />

di Agave (3%) Aroma di gusti<br />

specifici biologici”<br />

*Lo sciroppo biologico d’Agave è il<br />

dolcificante naturale anche per diabetici.<br />

La zona del Messico dove si registrano<br />

le migliori condizioni ambientali<br />

per la coltivazione dell’Agave<br />

blu è l’area geografica di Jalisco. Lo<br />

sciroppo biologico d’Agave può essere<br />

assunto anche da malati di diabete,<br />

perché il suo passaggio nel sangue<br />

è ridottissimo. Per lo stesso<br />

motivo rappresenta un’ottima alternativa<br />

allo zucchero anche per chi ha<br />

problemi cardiovascolari, di cole-<br />

sterolo o più semplicemente per chi segue una<br />

dieta dimagrante o controllata.<br />

Assaggiami, cioè ChICZA…mi.. .<br />

diventeremo veramente Amici !!<br />

Chewing-gum<br />

Chewing-gum<br />

D’ora in poi, ogni volta che sarete in<br />

procinto di scartare una gomma da<br />

masticare sappiate che alcune marche<br />

presenti in commercio hanno tra gli<br />

ingredienti: lanolina (derivante dal<br />

vello della pecora), acido stearico e<br />

glicerina. Tutti costituiti da grassi<br />

animali da cui si ricavano tra le altre<br />

cose le candele, Se non volete correre<br />

il rischio, quindi, di trovarveli sotto i<br />

denti, informatevi bene. E magari attendete<br />

l’arrivo anche in Italia della<br />

Chicza, la gomma da masticare realizzata<br />

dalla corteccia degli alberi<br />

messicani di Sapodilla che è anche<br />

biodegradabile.

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