Carl Rogers, Senza gelosia?

SENZA GELOSIA? 1
di Carl R. Rogers
Fred e Trish hanno cercato di fare del loro matrimonio un rapporto in
cui il valore fondamentale fosse posto su ognuno di essi come persona. Si
sono impegnati a prendere insieme le decisioni, dando un ugual peso ai
rispettivi desideri e sembra che siano riusciti a eliminare, in misura insolita,
qualunque bisogno di possesso o di controllo sull'altro, sviluppando
un rapporto in cui le loro esistenze si svolgono insieme e separatamente.
Infatti, ambedue hanno allacciato intime relazioni, spesso di natura sessuale,
al di fuori del matrimonio e ne hanno sempre parlato apertamente.
Sembra che le abbiano accettate come un aspetto naturale e gratificante
della loro vita individuale e di coppia e sono soddisfatti del loro stile di vita.
Il loro è un matrimonio sia centrato sulla persona che fuori dallo
schema convenzionale.
Nonostante la reciproca franchezza, la comunicazione diminuì in un
momento cruciale e ci fu un evento traumatico che non aveva legami evidenti
con le loro relazioni esterne. Il matrimonio è tuttora solido e continuano
ad avere amanti. Tale seria incrinatura nella loro esistenza e nella
loro comunicazione rende questa storia ancor più interessante.
Quando un rapporto è basato su una scelta di crescita e di sviluppo e
la sua politica interpersonale è priva di desideri di controllo, esso evolve
in modo unico e idiosincratico, mostrando che se due persone si impegnano
apertamente e liberamente a essere se stesse, emergono schemi
altamente individuali. Non si tratta di un modello che possa essere copiato,
ma offre un notevole materiale di riflessione.
Malgrado le loro relazioni extraconiugali, la gelosia era minima, ma
proprio la mancanza del 'mostro dagli occhi verdi' illumina l'intero problema
della gelosia più chiaramente che se fosse presente.
Nell'autunno del 1973, in una lunga lettera il giovane marito, studente
in una università della Bay Area, mi informava dell'insolita situazione
matrimoniale in cui era coinvolto. La lettera, scritta interamente da lui,
era molto esauriente ma, ciò nonostante, sentii il desiderio di conoscere
anche il punto di vista della moglie: sinceramente, il racconto mi sembrava
troppo bello per essere vero.
Tre anni dopo ho avuto la fortuna di ricevere ulteriori notizie e sono
andato a trovarli per un'intervista di qualche ora, nella loro comunità.
Nell'aspetto, nel modo di vestire e nell'atteggiamento, Fred e Trish non
sono particolarmente diversi dalle altre coppie della loro età. Sono attraenti,
il marito è piuttosto snello, la moglie abbastanza rotondetta. Vesto-
1 Tratto da C. R. Rogers, Potere personale. La forza interiore e il suo effetto rivoluzionario, Astrolabio,
Roma, 1978. Si ringrazia la dott.ssa Cinzia Valentini per avere segnalato e preparato una
prima stesura del testo.

2
no con semplicità e parlano tranquillamente senza intralciarsi nella conversazione.
Sembrano rispettosi l'uno dell'altra. Non appaiono affatto 'diversi'.
Hanno molteplici interessi esterni al loro rapporto e decisamente distinti,
con una sovrapposizione solo parziale. Trish ama le attività all'aperto,
Fred ha interessi più estetici e spera di potersi dedicare
maggiormente a essi non appena avrà conseguito l'ambito dottorato. In
breve, sono individui creativi e pieni di sfaccettature. Ecco la prima lettera
di Fred:
FRED: Scrivo in risposta al tuo libro Partners. Pensavamo che fossi
troppo pessimista sulle possibilità delle persone di superare la possessività
e la gelosia, dato che la nostra esperienza prova che la gelosia non è
un fattore intrinseco. Abbiamo la speranza che scrivere questa lettera
possa esserci di aiuto - cioè che il tentativo di strutturare il modo in cui
vediamo il nostro rapporto definirà meglio i nostri sentimenti su di esso.
Speriamo anche che ti aiuterà nei tuoi studi.
Io ho venticinque anni, Trish ventiquattro e siamo sposati da tre anni.
Ci siamo diplomati al college, dove abbiamo vissuto per sei anni. Io sono
al terzo anno di università [in campo tecnico] e spero di insegnare dopo
aver conseguito la laurea. Trish è infermiera diplomata e lavora nell'ospedale
locale.
Al principio, quando ci siamo sposati, entrambi sentivamo che il nostro
era un matrimonio ideale. A quel tempo avevamo ancora un'idea del
matrimonio come uno 'stato' piuttosto che come un 'processo'. Comunque,
avevamo tutti e due qualche timore che la felicità coniugale diminuisse
con il passare del tempo, in base a quella che sembra essere una
inviolabile legge sociale. Questo sentimento era l'effetto naturale della
crescente frustrazione nel matrimonio che vedevamo intorno a noi, anche
se il nostro rapporto sembrava differire dagli altri per il fatto che eravamo
in grado di comunicare l'uno con l'altro. Per questa ragione potevamo
parlare della relazione che Trish aveva con un mio amico del college. In
quel periodo potevo pensare simili cose senza provare gelosia. Le ragioni
sono molte. Sono sempre stato una persona sicura, i miei genitori mi
hanno amato e incoraggiato e di conseguenza non mi sono mai sentito
minacciato da altre persone. Il mio matrimonio andava molto bene e in
esso non c'erano aree di frustrazioni irrisolte. Grazie alla nostra comunicazione
siamo capaci di mantenere un costante reciproco contatto/feedback
e di risolvere i conflitti appena si presentano e il nostro
rapporto è per noi fonte di grande gioia e costituisce il nostro punto di riferimento
e di sicurezza nel trattare con il mondo esterno. Sia prima che
durante il matrimonio abbiamo avuto un soddisfacente rapporto sessuale
e per noi il sesso è una notevole fonte di intimità emotivamente positiva e
di partecipazione. In questo contesto puoi renderti conto della ragione
per cui, almeno teoricamente, non ci sentiamo insicuri come la maggior
parte delle coppie di cui parli nel tuo libro. Non avevo alcun motivo di
pensare che Trish mi rifiutasse sia sessualmente che come persona.

Credo di aver capito Trish fin dal principio del nostro rapporto e di averla
accettata come persona con tutti i suoi bisogni. Sono stato attratto
da lei in primo luogo perché è una persona orientata fisicamente - letteralmente
una donna sensuale. Lei comunica il suo sentimento di interesse
e di amore per le altre persone attraverso il contatto fisico e, dato che
anch'io sono fisicamente espansivo, ciò contribuisce alla nostra compatibilità.
È stato molto importante il fatto che io abbia compreso e accettato
questo aspetto di Trish; sarebbe stato irragionevole pretendere che lei
provasse tali sentimenti solo nei miei confronti e non per gli altri: avrei
dovuto negare qualcosa della Trish che amavo. Inoltre, il fatto che io amavo
i miei amici e mi interessavo di loro mi ha permesso di comprendere
come anche lei potesse amarli. La differenza principale stava nel fatto
che lei poteva amarli sessualmente, mentre per me non era culturalmente
possibile fare altrettanto.
Ho accentuato la natura teorica delle nostre discussioni; l'opportunità
di metterle in atto non si presentò durante i primi due anni di matrimonio
a causa della timidezza dei miei amici e della nostra personale incertezza
emotiva.
Nei primi tempi, era difficile per Trish accettare l'idea che io avessi
delle relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. Ne discutemmo e arrivammo
alla conclusione che tale possessività derivasse dalla sua mancanza
di fiducia in se stessa come persona unica e di valore. Nella sua
educazione non era stata accettata per quel che era, né le veniva detto
che era attraente. C'era un'atmosfera religiosa restrittiva e ci si aspettava
che lei vivesse secondo un codice morale imposto dall'esterno.
Queste circostanze la resero insicura di sé e la portarono a considerare
una mia ipotetica relazione sessuale al di fuori del matrimonio come
una minaccia per la sua sicurezza. A quel tempo pensava ancora che una
moglie dovesse essere capace di soddisfare tutti i bisogni del marito e, se
io desideravo avere dei rapporti intimi con altre donne, ciò poteva soltanto
significare che lei aveva fallito in qualche cosa.
Circa un anno fa, tutto ciò cominciò a cambiare e ci fu un nuovo periodo
di crescita nel nostro rapporto. Io facevo il secondo anno di università
e Trish cominciò a interessarsi a uno dei miei nuovi amici; in linea di
principio ero d'accordo che potesse giovarle avere rapporti sessuali con
lui, se si fosse presentata tale circostanza. Potevamo soltanto immaginare
le conseguenze emotive, ma decidemmo di andare avanti e, con una continua
comunicazione leale e aperta, penetrammo in nuove aree emotive.
Non sempre era facile procedere e dovevo rassicurare il mio amico che
questa nuova dimensione non avrebbe messo in pericolo la nostra amicizia.
Andando avanti raggiungemmo una maggior confidenza e si presentarono
presto dei vantaggi inattesi. Trish cominciò a scoprire se stessa
come persona e, piuttosto che ricadere nel rassicurante ruolo di moglie,
si sentiva spinta a entrare in rapporto come individuo con questo amico.
Divenne aggressiva verso la vita e questo nuovo atteggiamento ebbe degli
effetti sul nostro matrimonio. Il suo comportamento sessuale si fece au-
3

4
dace e aperto a diverse esperienze e scoprimmo con soddisfazione che il
nostro matrimonio andava meglio che mai.
Per l'evoluzione del nostro rapporto fu cronologicamente importante
che Trish avesse prima questa esperienza, in quanto si rese conto che
amare altre persone oltre il marito non faceva diminuire l'amore nel matrimonio:
in effetti le sue esperienze esterne hanno accresciuto il suo amore
e la nostra intimità. Grazie al beneficio ottenuto da questa
esperienza, in seguito le fu possibile accettare i miei legami con altre
donne e il nostro rapporto si è sviluppato al punto che ci incoraggiamo
attivamente l'un l'altro a trovare altre relazioni, visti gli effetti benefici che
hanno su di noi, sia individualmente che come coppia. Quando lei sta
bene con un altro uomo e me lo racconta serenamente, ne partecipo e ne
beneficio anch'io indirettamente. Ne ricavo anche un vantaggio diretto,
dato che ho una moglie più interessante, più eccitante e autorealizzata.
In tal modo l'energia e l'accrescimento delle relazioni esterne erano alimentati
all'interno del matrimonio, rendendolo a loro volta vitale e in
progresso.
Sulla base di questa esperienza passata e tuttora presente, noi non
condividiamo l'opinione che la gelosia possa avere un fondamento biologico.
La nostra unica difficoltà era nel riuscire a trovare il tempo per le
relazioni esterne e qualche volta eravamo tristi quando uno di noi voleva
stare con l'altro e questi aveva un appuntamento, ma grazie alla sincera
espressione dei nostri sentimenti, siamo stati quasi sempre in grado di
distinguere una richiesta irragionevole da un reale bisogno emotivo del
partner. Entrambi crediamo fermamente che, quando viviamo un'autentica
‘depressione’, il coniuge conta più di tutto. In questi casi abbiamo
sempre voluto darci un reciproco sostegno emotivo, eliminando ogni conflitto
concreto.
Le relazioni 'allargate' più soddisfacenti sono state quelle con altre
coppie. Tutte e quattro le persone possono entrare in rapporto simultaneamente,
sia come un quartetto che in due ambiti separati. Non c'è stato
alcun conflitto e tutti hanno acquisito un maggior senso di parità.
Inoltre, avere delle relazioni individuali con membri di un'altra coppia
rendeva possibile l'estendersi della nostra interazione sinergica con la
coppia stessa: in altre parole il mio rapporto con la moglie mi permetteva
un rapporto più intimo con il marito e viceversa. Da quando desideriamo
stabilire relazioni profonde, significative e multidimensionali con altre
persone, questa interazione a quattro si è dimostrata molto gratificante;
comunque, perché questo processo funzioni, è essenziale che i membri
dell'altra coppia abbiano un rapporto sano e aperto tra di loro.
Spero di averti dato un insight del nostro rapporto come lo vediamo e
lo percepiamo noi. Sono stato motivato a farlo dai resoconti aperti e sinceri
delle coppie che compaiono nel tuo libro. Non è sempre facile essere
franchi su se stessi; comunque, le 'buone disposizioni', semplici e calorose,
che tu mostri nei confronti delle coppie nel tuo libro, hanno spinto
Trish a dire: ‘Scriviamo a Carl Rogers del nostro rapporto!’. Spero che ti
sarà utile.

CARL: Nel 1976 ho scritto a questa coppia: “Mi piacerebbe moltissimo
sapere quel che è accaduto nei circa tre anni che sono trascorsi da quando
mi avete scritto. Sia che le notizie siano buone o cattive, qualunque
sia il vostro rapporto o quello con le altre persone, mi piacerebbe davvero
moltissimo esserne informato. L'unica richiesta speciale che vorrei fare
questa volta è la speranza che tu, Trish, voglia espormi dal tuo punto di
vista come hai reagito alla situazione. Fred ha dato un resoconto molto
particolareggiato del vostro sviluppo come coppia e delle vostre diverse
relazioni, ma mi piacerebbe sentire anche la tua opinione, direttamente
dalle tue parole, se lo riterrai opportuno’. Dopo alcuni mesi Fred rispose.
FRED: Speriamo che il nostro rapporto, che ormai dura da molti anni
e che è passato attraverso periodi sia tragici che felici, possa servire ad
altre coppie come insegnamento di base. Per noi è stata un'esperienza intensamente
umana, piena di crescita e speriamo di riuscire a comunicartela
in tal modo. La nostra risposta sarà composta da diverse parti: una
descrizione di noi stessi e delle relazioni in cui siamo coinvolti; un resoconto
di un periodo molto difficile della mia vita; le reazioni di Trish alle
nostre relazioni; le mie reazioni individuali nei confronti di Trish; il modo
in cui, come partner uniti, vediamo la nostra unione e quel che ne pensiamo.
Da quando ti ho scritto la prima volta, sono successe molte cose e
le esperienze che abbiamo avuto negli ultimi tre anni ci hanno cambiato
enormemente. Atteggiamenti nuovi, deboli e non verificati al tempo della
nostra prima corrispondenza, si sono ora consolidati e rafforzati. Siamo
ancora favorevoli a condurre il nostro rapporto verso direzioni nuove e allargate
e siamo soddisfatti delle scelte che abbiamo fatto. Entrambi siamo
felici della nostra unione e siamo molto innamorati.
La relazione esterna di Trish durò due anni. In quel periodo lei maturò
sul piano dell'amicizia intima, dello stimolo intellettuale, del rapporto
sessuale e della maturazione emotiva, ma quando la relazione finì il costo
emotivo fu grande. L'uomo era uno dei miei amici del college; egli si innamorò
di un'altra ragazza e ci fu una separazione: la sua nuova fidanzata
era possessiva e non poteva dividerlo con Trish. Trish si sentì rifiutata
e per sei mesi non volle avere rapporti con nessuno. Solo gradualmente
cominciò di nuovo a incontrare altre persone.
La mia relazione esterna continua ancora, Janet ha quarant'anni, è
sposata da venti e ha due figli che frequentano la scuola superiore. Io e
Janet, in un certo senso, ci siamo incontrati per mezzo di Trish. Il marito
di Janet è un dentista del luogo e Trish aveva un appuntamento con lui.
Essi cominciarono a interessarsi l'uno all'altra e alla fine Trish gli parlò
del nostro rapporto aperto. Egli disse che gli sarebbe piaciuto poter fare
la stessa cosa con sua moglie e ci invitò entrambi per incontrare Janet.
Fui immediatamente attratto da lei e ci sentimmo subito intensamente
coinvolti. Lei è più anziana e ha una famiglia a cui badare, ma nulla interferiva
con lo sviluppo della nostra relazione. La sua personalità mera-
5

6
vigliosamente libera, il suo slancio infantile, la sua curiosità e l'entusiasmo
per la vita mi fecero sentire più maturo.
La relazione tra Trish e il marito di Janet si ridusse a un'amicizia superficiale
e ora hanno solo contatti occasionali, mentre il mio legame con
Janet si rafforzava col tempo. Lei mi ha aperto nuove possibilità di vita
che prima mi erano precluse. Il fatto di essere entrato in rapporto con la
sua famiglia, oltre che con lei, mi ha dato un'ampia e ricca fonte di contatti/verifiche.
Ci sono stati anche dei momenti tristi. Dopo cinque mesi
che stavamo insieme, lei si ammalò di una malattia rara e incurabile, ma
di solito non fatale, caratterizzata da attacchi periodici che provocano un
forte dolore. Ho passato con lei alcune ore angosciose: aveva dei dolori
lancinanti ed era sotto l'effetto dei narcotici e io facevo quello che potevo
per confortarla. Nonostante tutto ciò, sia io che lei consideriamo la nostra
relazione soddisfacente e di grande valore.
Negli ultimi tre anni Trish e Janet sono diventate amiche intime e
confidenti e condividono i momenti di felicità come quelli tristi, tanto che
durante i periodi in cui sia io che il marito di Janet eravamo depressi, esse
si sono aiutate a vicenda. Sono entrambe persone notevolmente aperte
e oblative, prive di sentimenti di gelosia.
Per quanto riguarda la situazione attuale del nostro rapporto, esso
coinvolge ora quattro persone - Trish, Janet, me stesso e una nuova persona.
Il suo nome è Clifford, soprannominato Chip, ha trentotto anni ed è
scapolo.
Trish incontrò Chip un anno fa e trovò che era una persona sensibile,
forte e interessante: lei ha delle caratteristiche simili che li rendono adatti
l'uno all'altra. Quanto a me, considero Chip un membro della famiglia e
anch'io mi trovo bene con lui. Egli passa molto tempo con noi, a casa nostra,
ma non vive con noi a tempo pieno poiché ha una sua abitazione.
Dopo Trish, la mia migliore amica è Janet e Chip è decisamente il mio
miglior amico. Posso dirgli tutto e non c'è nulla che non farei per lui.
Tra Trish, Chip e me c'è un legame di uguale intensità. Mentre per
sua natura il nostro rapporto sarebbe triangolare o triadico, non chiameremmo
vita in comune la nostra intesa poiché Chip non vive esclusivamente
a casa nostra. Inoltre il sistema primario di interazione tra di noi è
ancora basato sul modello duale, persona a persona. Oltre a questi rapporti
si dovrebbe aggiungere la mia relazione con Janet.
Ho anche un rapporto secondario con il marito e la famiglia di Janet.
In molte occasioni, in tre o in quattro - Trish, Janet, Chip e io -, andiamo
a pranzo fuori o abbiamo altre attività in comune. Vorrei puntualizzare
che le manifestazioni sessuali dei nostri rapporti sono a livello duale ed
eterosessuali.
Le nostre attuali relazioni offrono enormi vantaggi per quanto riguarda
l'accrescimento, il sostegno e la comunità. Se uno di noi è depresso, ci
sono altri tre per sostenerlo e anche le fonti potenziali di convalida sono
triplicate - un beneficio emotivo significativo, tipico dei rapporti allargati.

CARL: Nell'intervista con Fred e Trish ho chiarito alcuni aspetti della
descrizione di Fred che mi avevano reso perplesso. Mi chiedevo come egli
gestisse la sua relazione con Janet quando i suoi ragazzi stavano a casa.
Egli disse che si incontravano a casa sua e, in quelle occasioni, Trish in
genere andava da Chip, “se vogliamo stare completamente soli”. A volte,
comunque, Fred andava a casa di Janet.
I figli di Janet sanno delle visite della madre a casa loro e non è insolito
che uno di essi telefoni per parlare con Janet o per chiedere a Fred un
consiglio su qualche apparecchiatura elettronica. I ragazzi percepiscono
chiaramente l'intimità tra le due case.
Mi sono informato dell'atteggiamento di Joe, il marito di Janet. Anche
lui ha un'altra relazione con una donna nubile - “Non se ne resta a casa.
È una situazione bilanciata. Anche loro, come noi, sono molto franchi su
tale relazione”. Questa donna, comunque, non è strettamente immischiata
nel quartetto composto da Fred, Trish, Janet e Chip, sebbene tutti la
conoscano e la apprezzino. Essa è una parte, ma non troppo vicina, dell'ampia
famiglia allargata che è stata creata.
Mi sono chiesto se i figli di Janet e Joe fossero consapevoli delle varie
implicazioni sessuali. Trish diceva di no; Janet e Joe avevano scelto di
comportarsi così. I ragazzi sono abituati al fatto che i loro genitori conducono
vite separate, sono spesso via, e sono avvezzi “a vedere molti contatti
fisici” tra i vari membri del gruppo. Dato che i ragazzi sono adolescenti,
mi meravigliavo per la loro mancanza di consapevolezza. Sia Fred che
Trish pensavano che essi probabilmente erano a conoscenza delle relazioni
sessuali dei loro genitori e che le avrebbero accettate se se ne fosse
discusso. “Sanno che non c'è pericolo che i loro genitori si separino” e
questa è la loro sicurezza. “Non è mai un segreto che Janet venga a casa
nostra o che Fred e Janet facciano insieme delle gite in campagna”.
Riporto ora il resoconto che Fred dà di un grave episodio nella sua vita.
FRED: Dovrei dire qualcosa di un periodo penoso quanto instabile.
L'anno scorso, tutti noi abbiamo vissuto un evento traumatico. Mi accorgo
ora di essere stato io stesso a causare questa crisi emotiva. Mentre
sono libero con gli altri e li accetto, sono terribilmente esigente con me
stesso. Come studente universitario dovevo essere sempre il migliore e il
più pronto e mi ponevo delle scadenze impossibili. In qualche modo ho
collegato il mio senso di benessere personale al raggiungimento di queste
mete esterne ed ero depresso quando non tenevo fede al programma. L'estate
scorsa avevo posto la mia candidatura per l'esame di laurea in una
situazione di forte stress emotivo: i miei genitori si stavano separando,
mia nonna era moribonda, Chip aveva perso il lavoro e il mio animaletto
preferito era morto. Per peggiorare la situazione, l'esame era molto vicino
e avevo solo cinque giorni per prepararmi. Lo superai. Comunque, mi
sentivo emotivamente insoddisfatto, come se avessi manipolato in qualche
modo la commissione per farmi passare. Mi sentivo in colpa. Pensavo
7

8
ai miei quattro anni di ricerca e mi sembravano inutili. Potevo mai terminare
la tesi in questo stato?
In seguito, mi sentii depresso anche per la paura di non trovare lavoro,
una volta presa la laurea. La situazione del mondo era piuttosto fosca,
troppo, e ciò mi intristiva ancora di più. Nel mio ambiente tutto
sembrava deprimente. Quattro settimane dopo mia nonna mori. Io e
Trish andammo al funerale e rimanemmo a casa dei miei genitori dove
feci in modo di nascondere la mia depressione senza speranza. Tornato a
casa, ricevetti la notizia che dovevo presentare la mia ricerca a un congresso
nazionale. Ciò mi causò panico e paralisi emotiva.
Mi trovavo in un'acuta depressione: in vita mia non mi ero mai sentito
cosi. Ero totalmente incapace di funzionare fisicamente o emotivamente e
la morte sembrava l'unica via di scampo. Attesi finché seppi che Trish si
sarebbe assentata per ventiquattr'ore, poi presi una dose massiccia di
due tipi di medicinali.
Non so come sono sopravvissuto, ma qualcosa fece sì che il mio cuore
continuasse a battere e che continuassi a respirare durante quelle ventiquattr'ore.
Trish e Chip mi trovarono e mi portarono all'ospedale, ma i
medici non riuscirono a rianimarmi e rimasi privo di conoscenza per sette
giorni nel reparto di rianimazione. Trish era con me quando ripresi conoscenza,
otto giorni dopo aver ingerito quella dose eccessiva. La mia
guarigione procedeva con lentezza finché, un mese dopo, gli esami mostrarono
che fortunatamente non erano rilevabili danni mentali o fisici.
Molti nostri amici, dopo aver saputo del mio tentato suicidio, pensarono
che la causa fosse il nostro rapporto non convenzionale. Posso dire,
con chiarezza che il motivo non era assolutamente questo. Al contrario,
fu il sostegno costante di Trish, Janet e Chip che mi permise di andare
avanti nonostante l'afflizione autoimposta in cui vivevo, e furono loro le
prime persone che volli vedere quando ripresi conoscenza.
La percezione alterata di me stesso e del mondo circostante durante
quel periodo di profonda depressione influenzò i miei sentimenti relativi
al nostro rapporto. Divenni insicuro e difensivo; mi sentivo minacciato da
Chip, da Trish, da Janet, dai miei colleghi di università e da qualsiasi
persona con cui entravo in contatto. Mi accorgo ora che la mia temporanea
insicurezza sul nostro rapporto era un semplice riflesso della totale
insicurezza in me stesso come persona.
Ecco il messaggio che lasciai a Trish quando tentai di suicidarmi:
“Voglio che tu sappia che quello che sto facendo non riguarda che me
e non ha niente a che vedere con il sistema di vita che abbiamo scelto.
Sei stata sempre la mia miglior compagna/partner/amica e continui a
esserlo anche in questo momento. Non lasciarti abbattere dalle pressioni
della società, degli amici o dei genitori che non capiscono le grandi cose
che abbiamo raggiunto con il nostro rapporto ― continua cosi.
Pretendere da te stesso di apparire come uno che ha successo o che
ha sempre buoni rapporti, è un proposito pericoloso: cominci a credere di
essere capace di tutto e la discesa è molto dura.

La mia più grande paura è di far del male a coloro che mi stanno intorno.
Non voglio che essi pensino di aver contribuito a farmi arrivare a
questo punto, per qualcosa che mi hanno fatto o per il loro comportamento.
Naturalmente, il mio interesse maggiore è per te, Trish. Con te ho vissuto
e condiviso i miei momenti migliori; hai conosciuto il meglio di me e
voglio che ti ricordi di noi in questo modo. Ti amo. Resta legata ai tuoi
amici, specialmente a Chip. Ti prego di rassicurare i miei amici, Janet in
particolare, che essi non hanno contribuito alla mia situazione”.
Quello fu un periodo orribile della mia vita, ma ebbe anche degli effetti
positivi. Ho una migliore considerazione di me stesso come persona totale
- sono più empatico nei confronti delle angosce altrui. Durante la depressione,
avevo una visione distorta della mia ricerca. A un recente congresso
nazionale il mio lavoro aveva ricevuto un'accoglienza positiva e
incoraggiante. Secondo me, il trauma attraverso cui noi tutti siamo passati
ha cementato i miei legami con le tre persone con cui sono in rapporto
e mi sento più vicino a tutti loro, ora più che mai.
CARL: La prima delle molte domande che mi sono posto su questo episodio
quasi fatale riguarda le alte aspettative che, a livello fantastico,
Fred ha per se stesso. Non gli provenivano dalla famiglia, che non lo aveva
neanche spinto a frequentare il college. Nei sette anni di università e
di specializzazione, l'atmosfera di competizione con i colleghi e l'adattamento
alle richieste e alle aspettative professionali e sociali, provocarono
quella crisi. “Fattori sottili mi hanno focalizzato su queste mete molto alte.
Facendo tutto bene, non si può che andare in alto. Ma quando precipitai
da quell'altezza, fu rovinoso”.
Perché non ha informato Trish della profondità della sua depressione?
Perché ha nascosto i suoi sentimenti fortemente disturbati, quando fra
loro esisteva una comunicazione molto aperta? Fred disse: “Mi sentivo in
colpa per essere depresso. Parte di me sapeva che ciò era sciocco, ma
sentivo di doverlo superare da me. Durante la settimana in cui pensai di
suicidarmi, mi vergognai di parlarle. Sembrava incredibile. Sembrava che
fosse qualcun altro a pensarci. Si, mi è difficile chiedere aiuto”. Intervenne
Trish: “Sempre! Non vuole nemmeno chiedere un'aspirina per il mal di
testa. Pensa di doverlo superare da sé”.
“Avevo una paura reale dell'istituzione psichiatrica – continuò Fred -,
temevo che, se avessi parlato di quel che provavo, mi avrebbero rinchiuso
in manicomio”. Trish dice: “Sapevo che era depresso, ma non riuscii a
convincerlo a vedere uno psichiatra. Fu un colpo per me: sono infermiera
e secondo me mancavano tutti i sintomi classici. Penso che non ne parlò
perché temeva che lo portassero via e lo internassero per tutta la vita”.
“Odiavo quella parte di me - aggiunge Fred -, era orribile. Non volevo
permettere che si manifestasse”.
Fred ha dovuto rinunciare alla sua prima tesi e ora ne sta scrivendo
una che sconvolgerà di meno il mondo. “Ho distrutto le mie illusioni e mi
9

10
accetto come una persona che può fallire. Trish, Janet e miei altri amici
mi hanno aiutato moltissimo”.
Ecco come Trish percepisce il loro rapporto e questa crisi.
TRISH: Non posso dire quello che succederà in futuro, ma l'anno
scorso sono passata attraverso cosi tanti cambiamenti - dalla più grande
felicità al terrore - che ora cerco di accettare ogni giorno come viene. Comunque
sono molto soddisfatta del mio attuale stile di vita. Non posso
immaginarmi in un'esistenza chiusa, possessiva e gelosa; sono libera di
essere me stessa e di esplorare i vari aspetti della mia personalità con
molte persone, senza paura di essere intrappolata o criticata. .
In questo periodo vedo un cambiamento in molte coppie: la moglie è
tornata a scuola oppure si occupa di qualche attività esterna al rapporto,
ma l'impressione generale è che il marito le abbia concesso questi 'privilegi'.
Io e Fred non parliamo di privilegi; piuttosto ci incoraggiamo reciprocamente
a indagare nuove idee, attività o sentimenti, e non soltanto
tra di noi ma anche con gli altri.
Gli ultimi tre anni e mezzo sono stati per me anni di maturazione e di
cambiamento; ho imparato molto su me stessa, ho incontrato molte nuove
persone e sono stata immensamente contenta di me. Non credo che
avrei avuto tali esperienze in un rapporto che non fosse stato cosi aperto.
Come posso spiegarti la situazione in cui mi trovo ora? Non è facile
per me. Sono innamorata di due uomini e mi sono entrambi molto cari.
Con uno sono sposata - Fred - e per molti anni siamo stati uniti, ma anche
con Chip ho sviluppato un rapporto molto stretto. Fortuna per me
che anche loro mi amano!
Lo scorso anno io e Fred abbiamo superato alcune gravi tensioni di
cui sento ancora gli effetti. Siamo sempre uniti e comunichiamo apertamente
e liberamente ma, a causa della depressione e del tentato suicidio
di circa un anno fa e dell'episodio maniacale verifÌcatosi pochi mesi fa, ho
paura di quello che accadrà domani. Cerco di vivere ogni giorno come
viene, ma è difficile. Comunque, ogni giorno va meglio, Fred mi ha sostenuta
e non mi ha spinto ad agire in nessun modo particolare. Al principio
volevo fuggire: ero terrorizzata. Mi resi conto, però, che non desideravo
arrendermi tanto facilmente: io e Fred abbiamo lavorato duramente per
rendere efficace il nostro rapporto e ci amiamo troppo per fuggire quando
c'è burrasca. Sono molto ottimista sul nostro futuro.
Ora ti parlerò di Chip. Man mano che ho imparato a conoscerlo, egli è
diventato sempre più importante per me. È gentile, amabile, interessante
- è realista mentre io sono del tutto idealista. A volte ci compensiamo l'un
l'altro: io lo spingo a essere meno cinico e lui mi incoraggia a sviluppare
un maggior senso di realtà sul mondo che mi circonda.
Durante la malattia di Fred, Chip mi ha dato affetto e sostegno: non
sono sicura che avrei superato quella dura prova senza di lui. A parte
tutto l'amore che c'è tra noi, egli mi ha insegnato molto e ha condiviso
con me la sua vita passata e la presente, i tempi felici e quelli tristi.

La nostra situazione attuale è proprio come l'ha descritta Fred. Ciascuno
ha una relazione oltre quella tra di noi. La differenza tra me e Fred
sta solo nel fatto che io sento di avere due relazioni principali: una con
Fred e una con Chip. Sono entrambi importanti per me. La cosa stupefacente
è che noi tre ci interessiamo moltissimo ciascuno dell'altro. Tre anni
fa non l'avrei creduto possibile, eppure ci siamo - sono tanto felice.
L'anno scorso, nel Giorno del Ringraziamento, Janet e suo marito Joe
invitarono Fred, Chip e me a pranzo a casa loro. Fu una giornata animata,
splendida; eravamo tutti felici - compresi i figli di Janet e Joe - e fu
davvero eccitante e meraviglioso. Ero contenta di essere viva perché sapevo
che le persone possono provare questa felicità quando entrano in
rapporto fra loro liberamente, senza gelosia e possessività.
CARL: L'accenno di Trish a un 'episodio maniacale' mi sorprese. Più
tardi mi spiegarono che Fred, dopo il suo tentato suicidio, era stato aiutato
col litio. La dose doveva essere controllata attentamente dal medico,
ma le cose andarono così lisce che egli trascurò di prenderlo. Poi, alcuni
mesi dopo la crisi, Fred si recò a Chicago per consegnare una relazione
sulla sua ricerca, ma fu preso dall'eccitazione del congresso, non riusciva
a dormire, ebbe episodi maniacali, deliri e infine fu ricoverato in un ospedale.
Trish lo trovò “così agitato che dovette narcotizzarlo per farlo salire
sull'aereo”.
Trish parla del 'trauma concreto' del tentativo di suicidio e degli otto
giorni d'incoscienza. “Non m'importò d'altro per due settimane”. Quanto
alla sua reazione, aggiunge: “Immediatamente mi sentii, colpevole. Cosa
avevo fatto? O non avevo fatto? Ora mi rendo conto di aver fatto del mio
meglio, ma c'erano dei momenti angosciosi come quello. Anche Janet si
chiedeva “In cosa ho mancato?”. La famiglia di Fred si sentiva in colpa:
“Cosa gli abbiamo fatto quando era ragazzo?”.
Fred aggiunge: “Molte persone pensarono che il nostro stile di vita
fosse naturalmente la causa di tutto questo. lo non ero d'accordo”.
Trish parlò di un'altra ragione per cui a quel tempo era vulnerabile ai
sentimenti di colpa. “Mi ero davvero innamorata di Chip. In una situazione
del genere si passa molto tempo insieme per conoscersi - i propri sentimenti,
le proprie reazioni, il passato e il presente, e noi eravamo proprio
in quello stadio. Naturalmente, mi chiedevo se ciò avesse qualcosa a che
vedere con l'atto di Fred. È terribile tornare a casa e trovare tuo marito
steso sul tappeto”.
L'episodio maniacale fu un ulteriore shock per Trish. “Devo essere onesta;
sto cominciando a capire. Per due volte non ho percepito i segni.
Cosi telefono per chiedergli: 'Come stai? Cosa fai?', e mi assicuro che
prenda la sua medicina. Mi ci vuole molto tempo per convincerlo”. Fred
dice: “Comprendo la sua situazione e accetto la sua telefonata per sapere
come sto”. Era chiaro che Trish era stata profondamente colpita da queste
esperienze e che Fred considerava naturali i suoi timori. Entrambi riconoscono
che fu molto positivo che Fred, a Chicago, si rendesse conto di
essere malato e andasse all'ospedale per curarsi. Le preoccupazioni di
11

12
Trish persistono tuttora e lei si accorge di pensare a lui come a un paziente
e, nello stesso tempo, di mettersi in rapporto con lui come marito.
Questo non le piace, ma non può evitarlo.
Quando tre anni fa ho ricevuto la prima lettera di Fred, sembrava
chiaro che Trish fu implicata in relazioni esterne poiché era Fred a volerle
per entrambi. Mi sono chiesto se ora lei è realmente coinvolta come persona,
di sua iniziativa, in questo sistema di vita e la sua lettera e l'intervista
non lasciano dubbi su questo punto. Anche se è possibile che sia
stata spinta da Fred ad avere le prime esperienze, ora trova piacere e sostegno
nelle relazioni esterne ed è felice che il loro matrimonio sia cosi
aperto. Ho avuto anche l’impressione che fino a quest'ultimo anno i suoi
affetti esterni avessero approfondito e arricchito il matrimonio. Ora, dopo
il tentativo di Fred di togliersi la vita e con la crescente intimità e il profondo
amore per Chip, mi sembra che il suo rapporto con Fred sia cambiato
tangibilmente, anche se la sua devozione per il matrimonio è ancora
evidente.
FRED: Vorrei comunicare alcuni sentimenti personali su Trish e sul
suo rapporto con me. Ormai sono quasi dieci anni che la conosco intimamente.
Avendo vissuto con lei durante questi anni l'ho vista passare
attraverso alcuni cambiamenti bellissimi e significativi e penso che in
quel periodo si sia costantemente sviluppata verso un'espressione più
completa della sua personalità individuale. Ogni giorno rivela sempre più
le qualità della persona che è potenzialmente, una persona che colpisce,
forte, sensibile, capace, un'amabile bambina, autorevole, insicura, piena
di potere, affettuosa, oblativa. Ha una grande fiducia in se stessa ed è
autonoma, e inoltre entra in rapporto con le persone che ama con tutto
l'impegno e l'interesse di cui è capace. Mentre la maggior parte di queste
qualità sono state sempre in lei, credo che alcune fossero latenti e inespresse
quando ci incontrammo la prima volta. È mia convinzione che
l'ambiente aperto e agevolante del nostro rapporto le abbia permesso di
trasformarsi nella persona che ora è.
Un altro ingrediente chiave è stato il nostro esserci affidati a una
completa comunicazione. Sentivamo di dover riuscire a comunicare
liberamente i sentimenti più intimi, quelli penosi o insicuri come quelli di
tenerezza, amore e gioia. Appena abbiamo imparato a farlo siamo stati
capaci di immettere nell'esperienza del nostro rapporto la crescita e lo
sviluppo che ognuno di noi sperimentava separatamente come individuo.
Credo che in questo modo abbiamo ridotto al minimo la possibilità che,
nella nostra unione, uno dei due superasse l'altro.
CARL: L'amore devoto che Fred nutre per Trish era evidente in tutto
ciò che egli ha scritto di loro, ed era altrettanto chiaro nell'intervista.
Quando egli parla del “nostro esserci affidati a una completa comunicazione”
trascura ovviamente la sua impossibilità di comunicarle i sentimenti
di depressione, ma quando li ho indotti a parlarne ho capito meglio
che consideravano quel loro affidarsi a una completa comunicazione co-

me un qualcosa relativo a tutto ciò che riguarda il loro rapporto e le relazioni
con gli altri. Evidentemente Fred non si era reso conto che per la loro
unione sarebbe stato molto più importante comunicare i suoi
sentimenti intimi più profondi, che non parlare di una nuova relazione
cui poteva dar vita.
Un altro elemento che risaltava nell'intervista era la totale dedizione di
Fred al suo lavoro. Aveva l'abitudine di passare alcune notti ogni settimana
- oltre ai giorni - al laboratorio, lavorando alla sua ricerca fino all'una
o le due del mattino. Sembra che sia attaccato alla sua ricerca
quanto a Trish o a Janet. Trish riassume brevemente questa situazione
in una dichiarazione che fa luce non solo sul suo rapporto con Fred, ma
anche con Janet. “Lavora così duramente che sia io che Janet stiamo
cominciando a protestare per queste nottate”. Quando Fred lavora fino a
tardi, spesso Chip va a trovarla e ciò allevia la sua solitudine. Sia Trish
che Janet aspettano il momento in cui Fred avrà terminato i suoi studi e
potrà vivere una vita normale.
L'amore di Trish per Fred è molto evidente, eppure Trish afferma che
per lei ci sono due amori principali: Fred e Chip. Come anche lei spiega
chiaramente nella sua dichiarazione, il suo amore è normalmente unito
alla paura e all'ansia per i processi psicologici di Fred.
Fred e Trish non sono favorevoli al libero amore e non si sentono mai
obbligati al rapporto sessuale. “I rapporti sessuali con gli altri nascono da
un nostro naturale sentimento d'amore e da un profondo interesse. Diamo
valore alle relazioni fuori del matrimonio nella misura in cui si sviluppano
naturalmente con persone complete e totali, con sentimenti fisici
distribuiti in uno spettro continuo che va dal più semplice contatto al
rapporto sessuale. Ci siamo reciprocamente incoraggiati a sperimentare
una crescita che a sua volta si è continuamente riversata nella nostra unione,
rendendola forte e vitale - un processo piuttosto che un' entità statica”.
Questa descrizione idealistica è stata espressa durante l'intervista.
Trish ha anche detto: C'è gente che mi chiede: “Lo raccomandi a tutti?”, e
io rispondo “certamente no!”. Non è stato sempre facile, ma a loro va bene.
“Se tu potessi avviare un programma di educazione familiare o coniugale
per studenti di scuola superiore o di college, cosa vorresti sottolineare?”.
Quando feci questa domanda Fred rispose che avrebbe voluto
presentare ad essi molti sistemi di vita. Gli sarebbe anche piaciuto fare in
modo che si rendessero conto che molte cose che si danno per scontate
non sono affatto vere - ad esempio che essere gelosi sia una prova di amare
il proprio compagno, o che se il coniuge non può soddisfare tutti i
tuoi bisogni, c'è qualcosa di sbagliato nel matrimonio.
Trish disse: “Vorrei che conservassero sempre una mentalità aperta.
Quando facevo la scuola superiore, c'era sempre un solo modo di vedere
le cose. Vorrei che loro osservassero coppie diverse e i loro modi di risolvere
i problemi”.
13

14
Essi descrissero anche l'incertezza che avevano durante i primi anni:
“È giusto quello che facciamo?”; “Non è meglio la monogamia?”; “Ci rendiamo
conto di quello che facciamo, correndo questi rischi?”. Sentivano
di trovarsi su sentieri non battuti, “ma ora sentiamo di aver scelto la nostra
strada”.
Rispetto a quando mi scrissero per la prima volta, hanno diminuito il
numero delle loro relazioni esterne. Fred e Trish hanno capito che quel
che cercavano in un rapporto era la profondità e il reciproco coinvolgimento,
qualità che si possono ottenere solo in pochi casi. Trish disse: “Ora
ho due relazioni profonde ed è il massimo che posso gestire”.
Avevo pensato che essi potessero parlare della possibilità di una famiglia
ma, dato che non lo fecero, chiesi: “Che ne pensate dei bambini?”.
Le loro risposte misero in luce qualche nuovo problema nel loro stile di
vita. “Siamo veramente incerti”, rispose Fred; e Trish spiegò: “Al principio
eravamo sicuri di non volere bambini – dato che Fred studiava e io lavoravo.
Eravamo perfettamente felici così come stavamo; egoismo, forse, ma
proprio non volevamo rinunciare alla libertà di quel periodo. Ma ora sto
cominciando ad avere delle piccole sollecitazioni e mi dico che, sì, avere
dei bambini sarebbe una bella cosa”. Fred commentò che gli sarebbe piaciuto
avere dei bambini e vedere un bambino, una persona, svilupparsi e
crescere. Entrambi sono ben consci che i bambini costituiscono un impegno
per un tempo molto lungo e si meravigliano dei giovani che pensano
che un figlio cambierà soltanto per pochi anni la loro vita.
Ma essi hanno dei problemi particolari. Infatti Trish disse: “Io ho due
rapporti stabili e un eventuale bambino avrebbe due padri. Devo rifletterci”
.
Poi entrambi parlarono del problema che un bambino avrebbe creato
con i loro genitori, dato che in quel caso avrebbero potuto difficilmente
tenerli all'oscuro del loro stile di vita. “Dovremmo preoccuparci dei nostri
genitori; probabilmente la madre di Fred si rende conto di come viviamo,
anche se non ne abbiamo mai parlato apertamente con lei”. “Ma”, disse
Trish, “i miei genitori non hanno idea del modo in cui viviamo”. Lei proviene
da un ambiente molto religioso e rigidamente familiare. “Non voglio
rinunciare al mio sistema di vita per causa loro, ma sarebbe un problema
di difficile soluzione” .
Avevano cominciato a far conoscere ad altre persone il complesso dei
loro rapporti. “La maggior parte degli amici sa già dei nostri legami. Recentemente
siamo andati con Chip a una grande festa data da una sorella
di Fred ed egli è stato accettato ed è piaciuto sia a lei che ai suoi
bambini. Stiamo cominciando a muoverci in questa direzione, ma è solo
un inizio”.
Ho chiesto ad alcuni colleghi di commentare l'esperienza di Fred e
Trish. Ecco il parere di Maureen Miller, un'autorità in campo sessuale e
sugli aspetti di mutamento nel matrimonio:

MAUREEN: Sono contenta che tu abbia deciso di inserire nel tuo libro
del materiale relativo alla gelosia. Credo che nella mia vita personale, nell'insegnamento
e nel counseling non ci sia un problema in cui il potere
interpersonale sia sperimentato così drammaticamente.
Mi sembra che quasi nessun sentimento possa provocare incomprensione
e difficoltà interpersonali più della gelosia, sia che venga repressa
sia che venga effettivamente vissuta.
A causa di ciò e dei miei tentativi di vivere una vita matrimoniale sessualmente
non esclusiva, sono molto lieta che tu mi abbia dato l'opportunità
di commentare la storia di Fred e Trish.
Appena l'ho letta, ho reagito sia a livello di 'impressione' che a livello
analitico. Negli ultimi anni mi sono accorta che la mia intuizione e il mio
intelletto hanno spesso percezioni simili, così le reazioni che ti comunicherò
sono una combinazione di impressione e di analisi.
La reazione principale che ho avuto nel leggere le descrizioni di Fred e
Trish è stata simile al tuo primo commento: “È troppo bello per essere vero”.
A ciò è seguito un sentimento di autocritica, in quanto provo personalmente
la gelosia.
Ero seccata per la mia reazione poiché credo che, anche in una cultura
che pone come 'norma' la monogamia, siano possibili rapporti non
monogamici tra partner in grado di soddisfare coloro che li praticano.
Fred dice che la gelosia e la possessività non sono innate; sono incline a
dichiararmi d'accordo, in base alla mia esperienza personale e professionale.
Comunque, ciò su cui non posso essere d'accordo, è l'asserzione di
Fred che esse costituiscano la prova dell'esistenza di una qualche difficoltà
intrapersonale, tipo la mancanza di fiducia in sé. Il fatto è che noi
sappiamo molto poco in che misura i sentimenti e i comportamenti facciano
parte della nostra eredità biologica e in che misura siano appresi
durante tutta l'esistenza nell'interazione con l'ambiente, nella nostra battaglia
per la sopravvivenza.
Mi sembra che ci sia spesso una certa riluttanza a riconoscere la possibilità
che la gelosia possa essere una reazione adeguata a certe situazioni
interpersonali e che in alcuni casi quel sentimento, appreso o
innato che sia, possa avere un grande valore di conservazione dal punto
di vista biologico, psicologico e culturale.
Rileggendo il materiale, sono stata ripetutamente attratta dalla storia
del tentato suicidio di Fred; essa mi tormenta quando cerco di chiarificare
i miei sentimenti su questa coppia e la loro esistenza. L'elemento che
mi disturba è che quel tragico episodio capita improvvisamente nel mezzo
di una descrizione di felicità coniugale o non coniugale, in cui ogni cosa è
descritta in termini tipo 'crescita', 'ricchezza', 'gioia', 'salute', 'verifica', 'intimità'
e simili. Il disastro era così completo che Fred riteneva che la sua
vita non fosse più degna di essere vissuta. Vorrei credere al messaggio
che ha scritto prima del suicidio, nel quale escludeva la responsabilità
degli altri e del rapporto stesso, ma non ci riesco.
Nella descrizione della vita di tutte le persone implicate sono notevolmente
evidenziati gli elementi più luminosi dell'esperienza umana: l'enfa-
15

16
si è su quelle caratteristiche che noi definiamo positive. Quello di cui sono
certa, però, è che in ognuno di noi, oltre agli angeli della fede, della
speranza, della carità, della saggezza e dell'amore ci sono anche gli angeli
del dubbio, della disperazione, del bisogno, della passione e dell'odio.
Credo che gli angeli più oscuri siano parte di tutti noi. Nelle descrizioni di
queste persone, non vedo affatto nominate tali caratteristiche: essi si
presentano come santi preraffaeliti!
Normalmente, nelle 'buone' famiglie c'è un individuo che diventa l'indice
di questi ignoti elementi oscuri. Il sistema richiede, se quella famiglia
deve continuare a funzionare in base al polo 'luminoso' dell'esperienza
umana, una spugna che assorba quelle forze. Fred non dice quali fossero
i suoi demoni, anche se allude al riconoscimento di impulsi e sentimenti
inaccettabili. Sarei incline a supporre che egli stesse prendendo coscienza
di questo lato oscuro. In un ambito in cui la gelosia, la rivalità, la
competitività e la collera sono considerati segni di imperfezione, Fred non
ha altra scelta che riconoscere, l'inaccettabilità di se stesso: la sua cultura
glielo impone! Poiché sembra che tutte le altre persone del suo ambiente
non provino i suoi stessi sentimenti, egli incolpa se stesso. Le mie
conclusioni relative alla forte valorizzazione dei sentimenti positivi e al rifiuto
degli altri derivano dall'incapacità di Fred di condividere la sua inquietudine
con le persone con cui ha “una comunicazione aperta e
sincera”. Fred mi appare perciò come colui che “introietta la pena”; la
persona che, di fronte alle difficoltà, convince gli altri che va tutto bene,
in modo che a essi vengano risparmiati l'ansia, la paura e il dolore, mentre
allo stesso tempo egli sperimenta, a un livello molto profondo, tutta la
pena collettiva del sistema. Chi “introietta la pena” in genere sperimenta
se stesso su un livello di coscienza più alto rispetto agli altri, per crollare
però quando è lui stesso a dover fronteggiare dei problemi da solo e stoicamente.
Cosi Fred crede che il suo tentativo di suicidio non abbia niente a che
vedere con la sua situazione interpersonale. Sono indubbiamente d'accordo
che sull'argomento egli ne sappia più di me, ma, malgrado ciò, i
miei dubbi rimangono. In queste descrizioni mancano i sentimenti di collera,
paura, rivalità, brama e bisogno. Tutte queste emozioni hanno un
enorme valore di conservazione e non concedere a se stessi o agli altri il
diritto di provarle e di esprimerle equivale a una camicia di forza che
blocca l'emotività di una persona.
Quando questi sentimenti sono permessi come una parte legittima e
valida dell'interazione, le difficoltà possono essere affrontate con maggiore
flessibilita e umanità che non quando siano repressi. Io credo, ma è
soltanto un'ipotesi, che se Fred fosse entrato prima in contatto con le sue
forze più oscure e se si fosse confrontato con esse con l'aiuto degli altri
componenti della sua ampia famiglia, egli non avrebbe mai tentato di
porre fine alla sua vita né avrebbe sofferto l'agonia mentale che descrive.
Tengo particolarmente a sottolineare che non credo che la tensione sia
derivata dalla natura non monogamica del sistema. Dalla mia esperienza
so che un matrimonio non esclusivo può costituire un modo di vivere

soddisfacente. Per coloro che privilegiano la monogamia rispetto a ogni
altra forma di rapporto, sarebbe facile appigliarsi ai miei argomenti per
rafforzare la loro convinzione che tali matrimoni aperti finiscono inevitabilmente
in un disastro. Sarebbe un peccato perché io certamente non lo
credo. Se è valida sia l’interpretazione dello sbilanciamento dalla parte
della 'luminosità', allora la stessa tensione potrebbe presentarsi, e in effetti
si presenta, anche in rapporti strettamente esclusivi.
Ciò mi riconduce al tema della gelosia e della politica interpersonaIe.
In questi tempi è normale reprimere la gelosia, proprio come è normale
reprimere la collera gli impulsi sessuali, ma essa, appresa o innata, è
profondamente sentita. La mia esperienza personale mi dice che per molta
gente, insieme all'intensa pena della gelosia, interviene una specie di
vergogna per il fatto di provare davvero quel sentimento. Per me in genere
era cosi. Invece di sperimentare e riconoscere la gelosia, cercavo di razionalizzare
in altro modo la mia sofferenza, nel tentativo di dare un significato
ai sentimenti che provavo. Credo di non sentirmi capace di dare un
significato alla mia gelosia; essa nasce dentro di me a un livello più profondo
di quello a cui il mio 'significato' possa arrivare. Essa infatti ha il
suo proprio senso che la mia mente può comprendere solo in minima
parte.
Sento però, altrettanto profondamente della stessa gelosia, che non
devo esserne in qualche modo inabilitata. Io e mio marito abbiamo scoperto
l'importanza dei nostri sentimenti di gelosia. Siamo abbastanza interessati
l'uno all'altra da preoccuparci di qualsiasi dolore l'altro provi e
di legittimarne i sentimenti, di offrire tutte le cure e le rassicurazioni di
cui l'altro ha bisogno. Poi decidiamo se desideriamo continuare ad attuare
i comportamenti che hanno provocato la gelosia, ma non tentiamo di
impedire che quei sentimenti vengano alla superficie e non ci sentiamo
obbligati a capitolare davanti a essi quando compaiono. Comunque, pensiamo
che l'esperienza dell'altro sia incondizionatamente valida; ci lasciamo
il diritto di provare i nostri propri sentimenti e ci occupiamo di
essi, senza però reagire come se fosse sempre una nostra colpa.
In questo processo abbiamo scoperto che ci sono periodi in cui la gelosia
è un importante indice di quel che non va nel nostro rapporto. Siamo
sempre stati uniti, eppure ci sono ancora momenti in cui è più facile
stabilire un rapporto con un altro che affrontare i problemi tra di noi. In
tali periodi, quello che viene allontanato si sente geloso: abbiamo paura
di essere abbandonati poiché in effetti siamo abbandonati. In questo tipo
di situazione si può comprendere l'abbandono e tenerne conto solo indagando
la gelosia e i suoi aspetti. Nella mia esperienza la gelosia non è
sempre il demone distruttivo che Fred e Trish sembrano credere che sia,
e quello che ha rappresentato più di un demone è stata la gelosia non riconosciuta,
mia o dell'altro, tenuta nascosta attraverso repressioni sofisticate.
Ammiro Fred, Trish, Janet e Chip per il loro coraggio. Essi stanno costruendo
una mitologia estremamente viva di quel che è possibile nel matrimonio.
Trovo stimolante il loro coraggio e la loro apertura,
17

18
specialmente quando leggo che i loro genitori sono così radicati in un diverso
sistema di valori. Comunque, sento di dover essere prudente: non
soltanto sono d'accordo che la loro storia non possa essere un modello
per altri, ma mi chiedo se per loro stessi l'ultimo anno possa rappresentare
un modello per il successivo.
Ogni nuova relazione importante porta sempre con sé la possibilità di
poter un giorno sostituire quella attuale. Trish riconosce di avere due relazioni
principali e non vorrebbe essere costretta a scegliere tra Fred e
Chip. Per quanto al principio possa apparire improbabile, la possibilità di
essere lasciati è sempre nell'aria. Mi chiedo quali sviluppi ci saranno per
me, per Trish, Fred e Chip. In questa situazione ambigua, che profondità
di rapporto è possibile? Nella non esclusività c'è libertà e potere; c'è forse
un'altra libertà e un altro potere nella fedeltà?
Io non ho una risposta, Carl, ma pongo la domanda.
Scrivendo, sentivo che tutto il tema del rapporto tra partner, del matrimonio,
dell'amore, del sesso, della gelosia e del rapporto è molto importante
in questo momento della nostra cultura, e penso che questo
materiale ponga il problema in un nuovo e ragguardevole contesto. Esso
ha stimolato in me e nei miei amici molte riflessioni e discussioni e immagino
che avrà lo stesso effetto su molte altre persone!
CARL: Dalla storia di Fred e Trish non riesco a trarre qualche conclusione
coerente, ma ci sono molte domande provocatorie. Un matrimonio
in cui esistano delle relazioni satellite e che diventa gradualmente più significativo,
può durare per anni senza che nessuno dei partner si senta
geloso. La gelosia, allora, potrebbe non essere una reazione istintiva né
una spinta biologica che fa sì che un uomo desideri uccidere l'amante di
sua moglie, oppure che rende una moglie estremamente gelosa del legame
del marito con un'altra donna. Forse s'impara a essere gelosi, e questa
nella nostra cultura è una lezione socialmente accettata, ma si può
anche imparare a non essere gelosi, come sembra essere stato nel caso di
Trish.
Qui l'antropologia sociale non ci aiuta molto. In parecchie culture c'è
un'estrema possessività, più spesso da parte dell'uomo ma frequentemente
anche da parte della donna. Ci sono anche delle culture - una è
quella hawaiana antica - in cui la gelosia non è frequente e la libertà sessuale
è molto più accettata.
Neppure la biologia risolve la questione. Ci sono specie di animali e di
uccelli in cui la monogamia e la fedeltà costituiscono la regola; altre sono
caratterizzate maggiormente dalla possessività. In alcune specie la gelosia
è sconosciuta. Come esempio di entrambe le situazioni mi vengono in
mente le foche: durante la stagione dell'accoppiamento il maschio si sfinisce
in lotte mortali per tenere lontani dal suo harem i maschi intrusi.
Per contrasto le femmine non sono gelose tra di loro e sono disponibili agli
approcci di un altro maschio - se il maschio non è di guardia.
Così, mentre il problema generale rimane aperto, una cosa risulta con
chiarezza dalla storia di Fred e Trish: è possibile amare più di una perso-

na allo stesso tempo, includendo i rapporti sessuali, senza che sia osservabile
l'insorgere di gelosia e possessività. Non solo Trish non è gelosa di
Janet, ma esse sono chiaramente intime amiche; non solo Fred non dimostra
gelosia nei confronti di Chip, ma anche loro sono intimi amici.
La politica di un matrimonio può essere caratterizzata da uguaglianza,
divisione della responsabilità, reciproco sostegno e partecipazione nel
prendere le decisioni, come Trish dimostra in modo commovente quando
dice che lei e Fred non tanto si accordano reciprocamente il 'privilegio'
della libertà, quanto piuttosto si incoraggiano fattivamente. Questo non è
un atteggiamento irresponsabile del tipo “Io mi faccio i fatti miei, e tu i
tuoi”; al contrario, nel contesto di un rapporto paritario, essi procedono
attraverso nuove esperienze per tornare al loro rapporto come persone
arricchite. Tutto ciò è servito, alla costruzione delle loro forze indipendenti.
La politica dell'uguaglianza, che attribuisce alla persona il valore primario,
si estende nel campo sessuale. L'autodeterminazione sessuale è
mantenuta con successo solo perché la comunicazione è molto aperta.
Come dice Trish, con una comunicazione fiduciosa non c'è alcuna paura
di essere intrappolati o criticati.
Naturalmente ci sono dei rischi, come in ogni sistema di vita innovativo.
Trish è lasciata dal suo primo amante per un'altra donna e ne è profondamente
addolorata; Fred ha sofferto a causa della malattia di Janet.
Entrambi hanno scoperto che avere più di un rapporto profondo è una
cosa complessa e che richiede molto tempo. Ma il rischio più grande è
costituito dal fatto che ora Trish è coinvolta in due relazioni principali. Se
dovesse mai sentirsi costretta a sceglierne una come più importante dell'altra,
quale sceglierebbe? Credo che né noi né lei possiamo esserne sicuri,
hanno dato la dimostrazione dell'esistenza di un desiderio che credo
sia quasi universale - il desiderio di un rapporto durevole in cui ciascuno
possa conoscere 1'altro come persona totale e complessa ed essere conosciuto
nello stesso modo. Come Trish e Fred ben sanno, ciò non accade
nello spazio di una notte, né con molte persone.
I suoi sentimenti dopo il tentato suicidio di Fred - “volevo fuggire”-, il
suo doppio rapporto dà rilievo all'opinione di Maureen Miller che “per
quanto al principio possa apparire improbabile, la possibilità di essere
lasciati è sempre nell' aria”.
Anche in un matrimonio in cui esiste una comunicazione aperta è
possibile provare dei sentimenti di cui ci si vergogna al punto da non poterli
condividere con il partner. Ci sono limiti - spesso ignoti - alla possibilità
di comunicare. Conosco molto bene il tipo di sentimenti che Fred
aveva circa il suo stato depressivo. Il tema più comune in terapia è questo:
“Se mi conoscessi davvero, con i miei pensieri e sentimenti orribili,
non potresti accettarmi e dovresti confermare la mia paura di essere pazzo
e/o senza speranza”. Ciò è molto simile ai timori che impedirono a
Fred di parlare della sua disperazione. Ecco un suo tentativo di enunciarli
schematicamente: “I sentimenti che sorgono in me sono così sbagliati,
così incredibili e vergognosi che non possono essere una parte di me. Li
19

20
odio e li temo talmente che non posso manifestarli - a nessuno. Preferisco
morire”.
Quali erano questi sentimenti orribili? Maureen Miller suggerisce che
poteva trattarsi di rabbia inespressa, competitività, gelosia, elementi del
'lato oscuro' di Fred. Ciò è possibile in un matrimonio tanto libero - forse
in modo sospetto - da queste emozioni, ma penso che ci sia un'altra possibilità.
Considero molto probabile che la cosa che Fred temeva maggiormente
fosse un certo sentimento di essere un imbroglio totale. È chiaro che egli
cominciò a credere di essere un imbroglio in campo professionale. Non
era il 'cannone' che pensava di essere: superò il suo esame per pura fortuna,
la sua ricerca non era che un tentativo di rivestire con una bella
facciata una brutta realtà, la gente che credeva in lui veniva ingannata.
Ora egli potrebbe essere scoperto.
Fino a che punto si sentiva un imbroglio anche nella vita personale?
Ce ne dà un accenno quando dice: “Pretendere da te stesso di apparire
come uno che ha successo o che ha sempre buoni rapporti è un proposito
pericoloso” (il corsivo è mio). Egli infatti si era proposto di essere una
'persona con buoni rapporti', assumendosi la direzione del matrimonio e
muovendosi con sua moglie verso uno stile di vita non convenzionale. Era
tutto bellissimo. C'è comunque appena un accenno al dubbio su di sé.
Ma quando la gestalt interna cambia da “io sono una persona notevole” a
“sono un imbroglio”, ciò deve aver attivato i sentimenti inespressi di dubbio
che erano sempre presenti a qualche livello. “Forse non ho rapporti
cosi buoni. Forse non sono completamente sicuro. È possibile che io sia
stato un grosso imbroglio nella mia vita personale come in quella professionale”.
Manca la capacità di percepire le sfumature: da una visione
completamente positiva, all'improvviso non vedi altro che il negativo e dato
che questo non è mai stato espresso, la paura che ne hai è ingigantita.
Questa è la mia ipotesi a proposito del suo mondo interiore nel periodo in
cui era profondamente depresso. Poiché temeva che qualcuno potesse
scoprire l'imbroglio, è perfettamente comprensibile che gli sembrassero
minacciosi tutti quelli che gli stavano vicino.
Il crollo emotivo di Fred può essere visto da un'altra prospettiva che io
e molti psicologi umanisti siamo riluttanti ad ammettere. Si tratta della
possibilità che nella sua depressione agisse un fattore chimico. Le reazioni
positive che egli ha avuto per due volte a una corretta dose di litio -
una volta nell'episodio depressivo, l'altra in quello maniacale - mi costringono
a considerare questa eventualità. Non c'è modo di sapere se
una necessità di litio fosse la causa di quei sentimenti depressivi o li avesse
soltanto accentuati, ma che in qualche modo e in una certa misura
avesse influito sembra una conclusione ragionevolmente deducibile dalla
sua reazione al trattamento. Sono rimasto spesso perplesso nella mia esperienza
clinica - che non è ampia - con individui che attraversano una
fase maniaco depressiva. Mi è stato molto difficile spiegare queste situazioni
in termini prettamente psicologici e ho ritenuto possibile che vi giochino
un ruolo effettivo fattori genetici o chimici, anche se non la penso

allo stesso modo per quanto riguarda la cosiddetta schizofrenia o altri
'disordini mentali'.
Fred - e tutti noi - possiamo essere contenti che il suo risoluto tentativo
di suicidio sia fallito e non abbia danneggiato né la sua mente né il
suo corpo. Avrà imparato che è sempre meglio comunicare i sentimenti
spiacevoli piuttosto che nasconderli e lasciare che s'infettino? Ha compiuto
un piccolo passo in questa direzione cercando aiuto durante lo stato
maniacale e ha fatto un ulteriore progresso accettando se stesso come
persona non perfetta e capace di accogliere sentimenti 'indicibili'. Senza
dubbio egli potrebbe trarre vantaggio da una più completa analisi del suo
mondo interiore attraverso un rapporto con un terapeuta che condivida il
suo punto di vista centrato sulla persona. Il futuro dimostrerà se la sua
autocomprensione è esatta.
Una cosa che ho imparato di nuovo attraverso i miei contatti con questa
coppia è che ogni individuo prova un forte desiderio di base che tutti i
rapporti siano profondi e stabili. Con la loro vita essi hanno dato la dimostrazione
dell'esistenza di un desiderio che credo sia quasi universale - il
desiderio di un rapporto durevole in cui ciascuno possa conoscere 1'altro
come persona totale e complessa ed essere conosciuto nello stesso modo.
Come Trish e Fred ben sanno, ciò non accade nello spazio di una notte,
né con molte persone.
21