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trieste - Konrad

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20 konrad luglio/agosto 2010<br />

L’INsOstENIbILE ROtONdItà dEL CERCHIO<br />

Chi di critica ferisce...<br />

La Redazione di <strong>Konrad</strong> comunica<br />

che il nostro critico teatrale, Stefano<br />

Crisafulli, avendo voluto ad ogni<br />

costo diventare autore (ed anche<br />

regista), è stato, una tantum, esautorato<br />

dalle sue funzioni per palese<br />

conflitto di interessi, il che non lo<br />

esonera dal beccarsi le critiche con<br />

cui egli stesso ha sciabolato a destra<br />

e manca.<br />

Peccato poi, che, a chi scrive, la<br />

pièce IL SOLE INVISIBILE, rappresentata<br />

il 15 giugno scorso alla<br />

Casa del Popolo “G. Canciani” di<br />

Sottolongera dal Teatro dei Sentieri,<br />

sia anche piaciuta.<br />

Piace la regia, attenta i tempi. Piace<br />

la preparazione degli attori i quali,<br />

ricordiamo, a parte Maurizio Soldà,<br />

sono dei dilettanti che si ritrovano<br />

dall’ottobre dell’anno scorso nel<br />

gruppo del Teatro dei Sentieri. Piacciono<br />

scenografia e costumi dove<br />

la caparbia volontà di andare in<br />

scena riesce a far scordare l’assoluta<br />

mancanza di finanziamenti.<br />

Entusiasmano gli effetti speciali<br />

ottenuti con una specie di lampara<br />

da seppie agitata dal regista stesso<br />

e meritano davvero una menzione<br />

scena e costumi costruiti per la parte<br />

interpretata da Maurizio Soldà,<br />

un Minotauro mutante da radiazio-<br />

ni che, senza offesa, fa veramente<br />

ribrezzo.<br />

E fin qui il vestito del dramma di<br />

Crisafulli.<br />

Ma si deve parlare anche dell’anima<br />

di quest’ opera in cui due giovani,<br />

chiusi in un labirinto, aspirano<br />

ad uscirne, chiedendo lumi a chi<br />

incontrano: il Potere, la Religione,<br />

l’Economia, l’Arte, la Scienza, la<br />

Morte ed il Tempo. I due ascoltano<br />

e seguono indicazioni tutte fallaci.<br />

Sembrano i classici giovani odierni<br />

alla ricerca di un futuro almeno<br />

illuminato se non luminoso o,<br />

al minimo, di un posto di lavoro<br />

qualunque. Puntualmente frustrati,<br />

via via più sfiduciati e più increduli<br />

verso i simboli dello statu quo.<br />

Ora tracotanti e piagnoni, il Potere,<br />

ora palesemente ignari della<br />

possibilità d’uscire, la Scienza, ora<br />

chiaramente mostruosi e cannibali,<br />

il Minotauro.<br />

I nostri troppo giovani personaggi<br />

(troppo nel senso che non sono<br />

ancora stati colonizzati dal cinismo)<br />

finiranno per affidarsi al più inaffidabile<br />

degli agenti governativi:<br />

il Tempo, che li riporterà all’inizio<br />

del dramma, oppure al suo centro,<br />

oppure alla sua fine. A seconda di<br />

come si guarda questa pièce circo-<br />

lare dove nessuno esce, nessuno<br />

entra ma è e sarà sempre là, in<br />

uno spazio che alla fine assomiglia<br />

troppo al non luogo dove abitiamo<br />

tutti quanti.<br />

Detta così sembra che non ci resti<br />

che piangere, ma l’Autore non ha<br />

voluto questo. Anzi, il pubblico<br />

ha più volte riso di dialoghi che<br />

sembrano costruiti con la precisa<br />

intenzione di alleggerire e forse<br />

attenuare il messaggio fondamentale<br />

di questo dramma: siamo<br />

prigionieri, pochi se ne rendono<br />

conto e comunque non possono<br />

farci niente.<br />

Se il testo fosse stato tragico ci ritroveremmo<br />

in atmosfere claustrofobiche<br />

come quella del terribile<br />

film The Cube. Però lì c’era un illusorio<br />

lieto fine. Ne Il sole invisibile<br />

di lieto c’è qualche momento del<br />

durante, poiché nel cerchio non<br />

abbiamo né inizio né fine. E neppure<br />

speranza.<br />

La rotondità del cerchio ha l’armonia<br />

del nulla.<br />

Ed è al nulla che la pièce ci conduce,<br />

come suggeriscono i riferimenti<br />

citati nella locandina dall’autore:<br />

Kafka, Kubrick, Borges e Beckett.<br />

Come si evince dal testo, che ci<br />

conduce dritto alla sconsolata filo-<br />

sofia dei nostri giorni.<br />

Dice Slavoj Žižek “... ci troviamo costantemente<br />

nella posizione di dover<br />

decidere rispetto a questioni che<br />

toccheranno in modo fondamentale<br />

le nostre vite, ma senza una base di<br />

conoscenza adeguata.” E più avanti,<br />

citando John Gray: “Siamo costretti<br />

a vivere come fossimo liberi.” (Dalla<br />

tragedia alla farsa, Ed. Ponte delle<br />

Grazie).<br />

In questa maniera evanescente,<br />

leggera sino alla stupidità, ostile in<br />

maniera preconcetta alla ricerca del<br />

reale, tronfia della propria ignoranza,<br />

vivono i personaggi incontrati<br />

dai due giovani. Il cui futuro, sembra<br />

dire il dramma, è cambiare per<br />

diventare come coloro che non li<br />

aiutano ad uscire. Per alla fine dubitare<br />

anche loro che un altro mondo<br />

sia possibile.<br />

Ma allora Stefano Crisafulli ci ha<br />

imbrogliato! Dietro al testo che sa<br />

muovere al riso c’è un contenuto<br />

che muove lo stomaco. Dietro alla<br />

risata suscitata con furba arte, c’è<br />

il ghigno sadico dell’unico mondo<br />

che ci è dato.<br />

Dopo aver letto questo, spero che<br />

Stefano mi dica che non ho capito<br />

un tubo.<br />

Claudio Pettirosso<br />

REsIdENzE EstIvE E I tAGLI ALLA CuLtuRA<br />

Tagli alla cultura, tempo di crisi, bilanci in rosso, allora via quello che non<br />

è strettamente necessario! Ma è davvero una scelta assennata? è qui lo<br />

spreco? Qui si risparmia veramente? Facciamo un esempio concreto.<br />

Residenze Estive è un Festival di poesia e Laboratorio culturale, all’XI<br />

edizione, che attraversa varie espressioni artistiche, crea occasioni di<br />

confronto e scambio attraverso rapporti formali e informali, con poeti/e,<br />

scrittori, scrittrici e artisti/e di diverse tendenze, attraverso letture,<br />

seminari, video, esposizioni, performances. Caratteristica del progetto<br />

è la residenzialità “aperta” degli ospiti che soggiornano per alcuni<br />

giorni a Duino (Trieste), presso la Foresteria del Castello (al Collegio del<br />

Mondo Unito dell’Adriatico) e incontrano il pubblico e gli appassionati di<br />

letteratura in diverse occasioni e luoghi, condividendo anche momenti<br />

e spazi della vita quotidiana. Il progetto punta sulla riappropriazione<br />

di un tempo più disteso, nel quale l’incontro con “l’autore” non avviene<br />

solo nel momento pubblico e già organizzato dello spettacolo. Le letture<br />

pubbliche si svolgono a Trieste e in altri luoghi della regione Friuli Venezia<br />

Giulia, e in Istria (in questa edizione a Montona-Motovun-Croazia).<br />

Ha sempre avuto un modestissimo budget, non è certo un festival<br />

“milionario”, eppure, negli anni, ha portato in regione per diversi giorni<br />

poeti di primissimo piano nel panorama italiano: Edoardo Sanguineti<br />

(due volte), Elio Pecora, Milo de Angelis, Claudio Damiani, Antonella<br />

Anedda, Biancamaria Frabotta, Giancarlo Majorino, Vivian Lamarque,<br />

Iolanda Insana, Umberto Fiori, e altri. Tra gli autori internazionali: Yang<br />

Lian, Tomaž Šalamun, Boris A. Novak, Peter Semolic, Joyefina Dautbegović,<br />

Charles Klopp, Dubravka Djurić, Maarja Kangro e molti altri, senza<br />

dimenticare gli autori della regione, dialettali e non: Morandini, Cadoresi,<br />

Vit, Grisancich, Bressan, Cumpeta, Cappello, Villalta, Crico, Kravos, fino ai<br />

giovani e giovanissimi. Tutto questo miracolo è potuto accadere per la<br />

collaborazione del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico che ci ospita<br />

per una somma modesta, perché gli autori intervenuti si accontentano del<br />

puro rimborso spese viaggio, perché l’organizzazione lavora con spirito<br />

volontario. Eppure, a guardare i vari programmi presentati negli anni<br />

si vedono le proposte di qualità, i seminari di riflessione e confronto, le<br />

collaborazioni illustri: quest’anno con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini<br />

di Casarsa e con la Fondazione Cesare Pavese di Cuneo, che ci fornisce<br />

gratuitamente un prezioso documentario sull’autore piemontese. Vuol dire<br />

che il Festival ha valore, è riconosciuto come luogo significativo di cultura,<br />

e non a caso ha un suo pubblico affezionato che lo segue di anno in anno,<br />

oltre ai turisti che approfittano dell’occasione culturale.<br />

Quest’anno il Festival è stato escluso totalmente dai finanziamenti<br />

regionali, come tutte le associazioni culturali che realizzano attività nei<br />

campi del teatro, dello spettacolo dal vivo, della letteratura e della poesia.<br />

Poiché la decisione regionale è giunta molto in ritardo, a organizzazione<br />

già quasi definita (Residenze Estive, più corto del solito, è dal 24 al 27<br />

giugno), ci siamo trovati in un gravissimo imbarazzo. Che fare? Abbiamo<br />

parlato agli autori invitati chiedendo un aiuto, e molti si sono detti disposti<br />

a intervenire pagando personalmente parte del proprio soggiorno. Questo<br />

è lo scandalo! Non si può certo liquidare la cosa con un atteggiamento<br />

di facile populismo dicendo: bravi! Lo scandalo è il fatto che gli autori<br />

hanno più a cuore la libertà intellettuale e la crescita culturale piuttosto<br />

che molti politici, messi al loro posto dai cittadini per fare il bene comune.<br />

Senza saper valutare le risorse di idee, progettualità, scambi, innovazioni<br />

e crescita collettiva soprattutto per i giovani, che questi appuntamenti<br />

producono, senza comprendere che a fronte di un modesto investimento,<br />

la ricaduta, per tutto il territorio, in termini economici, di qualità di<br />

proposte, di circolazione di informazioni, di presenza turistica, è molto più<br />

ampia. Tempi difficili se non si capisce che tagliare indiscriminatamente<br />

sulla cultura invece che sui veri sprechi vuol dire impoverire di risorse,<br />

ovvero rendere arido e infruttuoso ogni giardino, proprio e altrui.<br />

Residenze Estive si è aperto il 24 giugno grazie alla sensibilità di chi<br />

partecipa, il 26 alle ore 19, abbiamo portato la poesia in strada, in via San<br />

Nicolò, presso la statua di Saba, per richiamare l’attenzione di tutti che la<br />

poesia è cosa viva.<br />

F.C.

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