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Moretti paper - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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Sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni, sembra <strong>di</strong>fficile affermare che Aristobulo sia da inserirsi<br />

tra gli storici più vali<strong>di</strong> citati da Demostene, così come non è possibile ricavare con buona<br />

certezza la fonte <strong>di</strong> Arriano 44 .<br />

Bisogna considerare, infine, un’altra possibilità: Aristobulo, visto il suo interesse per la figura<br />

<strong>di</strong> Demostene, che si evince dall’episo<strong>di</strong>o riportato da Plutarco, potrebbe aver nominato solo<br />

questo famoso oratore ateniese, tralasciando gli altri, o citando solo i più importanti. Questo<br />

potrebbe spiegare l’assenza <strong>di</strong> un rimando <strong>di</strong>retto in Arriano, e la vaghezza <strong>di</strong> Plutarco, che<br />

pure lesse l’opera dello storico <strong>di</strong> Cassandrea 45 .<br />

Deriva <strong>di</strong> sicuro da Aristobulo, invece, l’aneddoto sul paragone fatto da Demostene: gli<br />

Ateniesi sarebbero come le pecore che consegnano i cani (i demagoghi oppositori dei<br />

Macedoni) al lupo solitario (Alessandro) 46 . Il concetto viene poi riba<strong>di</strong>to attraverso un’altra<br />

metafora, quella dei mercanti e dei campioni <strong>di</strong> merce, attraverso i quali riescono a vendere<br />

gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> prodotti.<br />

Questi paragoni potrebbero essere stati pronunciati, secondo quanto riferisce sempre Plutarco,<br />

durante l’assemblea nella quale si <strong>di</strong>scusse della sorte da riservare alle persone richieste da<br />

Alessandro 47 . Secondo il racconto <strong>di</strong> Diodoro, Focione avrebbe accusato <strong>di</strong> codar<strong>di</strong>a i politici<br />

inseriti nella lista, perché avrebbero dovuto essere pronti a morire per la patria. Demostene,<br />

invece, pronunciò un’orazione con la quale riuscì a portare dalla sua parte il popolo 48 . Al <strong>di</strong> là<br />

44<br />

BOSWORTH, A commentary on Arrian’s History of Alexander. Volume I…, cit., p. 95: «The question therefore arises<br />

what source Arrian used for his inaccurate list. Aristobulus seems excluded, for Plutarch knew his account of the<br />

transactions in Athens, and he cites it imme<strong>di</strong>ately after his exposition of the source <strong>di</strong>sagreement […]. It seems highly<br />

probable that, had Aristobulus <strong>di</strong>ffered from the canon of eight found in the best authors, he would have noted the<br />

<strong>di</strong>vergence along with the tra<strong>di</strong>tion of Duris and Idomeneus. It looks as though Ptolemy is Arrian’s source, and it is<br />

interesting to find him in error over a matter both famous and public».<br />

45<br />

Ritiene invece che si tratti <strong>di</strong> una citazione <strong>di</strong> seconda mano Pecorella Longo (cfr. Plutarco. Demostene; Cicerone,<br />

introduzione, traduzione e note a Demostene <strong>di</strong> C. PECORELLA LONGO; introduzione a Cicerone <strong>di</strong> J. GEIGER;<br />

traduzione <strong>di</strong> Cicerone <strong>di</strong> B. MUGELLI; note a Cicerone <strong>di</strong> L. GHILLI; con contributi <strong>di</strong> B. SCARDIGLI e M. MANFREDINI,<br />

Milano 1995, p. 103).<br />

46<br />

Aristotele (HA 594a) spiega che il lupo solitario mangia facilmente gli uomini ( jAnqrwpofagou`si d’oiJ monopei`rai<br />

tw`n luvkwn). L’immagine qui utilizzata potrebbe dunque essere <strong>di</strong> derivazione aristotelica. Sul significato metaforico<br />

del termine e sull’accusa che si celava <strong>di</strong>etro ad esso si rimanda a SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., pp. 119-<br />

120, dove vengono messi in evidenza i collegamenti tra il lupo e il tuvranno~. Inoltre, bisogna sottolineare che<br />

Demostene non era nuovo a questi paragoni tra il sovrano macedone e figure negative: le fonti sottolineano che<br />

l’oratore chiamava Alessandro anche Margite, come l’eroe comico dell’omonimo poema pseudo omerico (cfr. Marsia in<br />

FGrHist 135-6 F3; PLUT., Dem. 23, 2; PLUT., Alex. 11, 6).<br />

47<br />

Cfr. PLUT., Dem. 23, 5.<br />

48<br />

Cfr. DIOD. XVII 15, 1-3. In PLUT., Phoc. 17, 2-4 si legge invece che Focione avrebbe riba<strong>di</strong>to la necessità <strong>di</strong><br />

implorare Alessandro per la salvezza dei demagoghi. Anche in Dem. 23, 6 Focione appare sotto una luce positiva: gli<br />

Ateniesi, riunitisi per deliberare, non trovarono una soluzione. Demade, allora, si fece dare cinque talenti dai demagoghi<br />

e promise <strong>di</strong> andare personalmente dal re per supplicarlo, ma in realtà fu Focione a persuaderlo, e a ottenere la libertà<br />

per i politici antimacedoni della città. Secondo il racconto <strong>di</strong> Arriano (An. I 10, 6) gli Ateniesi non consegnarono gli<br />

uomini richiesti, ma inviarono un’ambasceria ad Alessandro pregandolo <strong>di</strong> placare la sua ira verso <strong>di</strong> loro, ed il re<br />

macedone li accontentò. Non vi sono, dunque, riferimenti ad un’assemblea per decidere il da farsi. Sulle motivazioni<br />

che spinsero Alessandro ad usare clemenza nei confronti <strong>di</strong> Atene si rimanda a: BRACCESI, Le trattative fra Alessandro<br />

e gli Ateniesi dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Tebe, cit., pp. 75-83; SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., pp. 120-121.<br />

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