Famiglia, scuola, educazione Schede 17. QUADRO DEMOGRAFICO ITALIANO: POCHI FIGLI, GENITORI PIÙ MATURI, FIGLI UNICI 18. ASILI NIDO? UN MIRAGGIO TUTTO ITALIANO 19. TUTTI... A SCUOLA. ORIGINI E CONSEGUENZE DELL’ABBANDONO SCOLASTICO 20. VITE PRECARIE, DISOCCUPAZIONE E SOTTOCCUPAZIONE GIOVANILE 21. I MILLE VOLTI DELLA POVERTÀ INFANTILE 22. LA TUTELA DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI NOMADI Capitolo 3 23. LA SCUOLA COME LABORATORIO D’INTEGRAZIONE 24. L’AFFIDAMENTO FAMILIARE COME STRUMENTO PER L’ACCOGLIENZA DEI MINORI IN DIFFICOLTÀ
Scheda 17 - Quadro demografico italiano: pochi figli, genitori più maturi, figli unici QUADRO DEMOGRAFICO ITALIANO: POCHI FIGLI, GENITORI PIÙ MATURI, FIGLI UNICI 55 Scheda 17 La famiglia italiana del III millennio: cosa è cambiato? Nel 2007, secondo l’Istat, le principali tipologie familiari sono: coppie con figli (39%), persone sole (26%), coppie senza figli (20%), genitore solo con figli (8%). Nell’arco degli ultimi cinquant’anni, la formazione di “nuove famiglie” (monogenitoriali, unipersonali e ricostituite) è la conseguenza del dissolvimento del legame coniugale. Dopo il boom di matrimoni (404.464, di cui 3,9% con rito civile) registrati nel 1971, a partire dagli anni ’80 l’istituzione del matrimonio è caduta in crisi passando da 316.953 riti (di cui 12,7% con rito civile) nel 1981 a 245.992 (di cui 34% con rito civile) nel 2006. Infatti, nel decennio 1995-2005 sono aumentate sia le separazioni (57,3%) sia i divorzi (74%). Nonostante una lieve flessione delle separazioni nel 2005( -1,1%) rispetto al 2004 (passando da 83.179 a 82.291 separazioni), il numero di divorzi è aumentato del 4,3% (passando da 45.097 a 47.036 divorzi). Seconde nozze … per pochi. Nel 2006, solo l’8,8% degli uomini e il 7,8% delle donne in Italia sono convolati per la seconda volta a nozze. La percentuale più alta si registra al Nord (11,7% per i maschi e 11,3% per le femmine) insieme al più alto numero di matrimoni (99.229, di cui 57.871 al Nord-Ovest e 41.358 al Nord- Est). L’età media più alta per un uomo che si sposa per la prima volta è di 33,5 anni e si registra al Nord-Est e al Centro; per una donna, invece, l’età media è di 30,4 anni e vive al Centro. Al Sud e nelle Isole si attesta l’età media più bassa sia per i maschi (rispettivamente 31,7 e 31,9 anni) che per le femmine (28,9 anni per entrambe le aree). L’anomalia italiana: basso tasso di natalità vs alto tasso di anzianità. Nel 2006, il tasso di natalità nel nostro Paese è pari ad 1,35 figli per donna, uno dei più bassi a livello internazionale (l’Italia è al 16° posto nella classifica dei 26 paesi considerati da Eurostat) e sarebbe pari a zero se non fosse per la natalità degli immigrati. La lieve ripresa rispetto al 2003 (1,2 figli per donna) e al 1992 (1,27 figli per donna) è comunque lontana rispetto ai valori raggiunti durante gli anni del baby boom (2,7 figli per donna nel 1964). L’Italia, dunque, è ben al disotto della soglia di 2,1 figli per donna per garantire il ricambio generazionale e l’equilibrio tra la fascia giovane e quella anziana. Al contrario, sono in costante aumento sia l’indice di vecchiaia (57,9% nel 1980, 124,5% nel 2000, 139,9% nel 2006) che la spesa pensionistica totale (dall’11,08% nel 1980 al 15,16% nel 2006) che incide pesantemente sul Pil. Il processo di invecchiamento della popolazione investe l’Italia