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PENTECOSTALE - Assemblee di Dio in Italia

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anche emotivo, ma non è estasi. Il credente non<br />

si abbandona ad emozioni <strong>in</strong>controllate ma,<br />

mentre offre il proprio servizio, è cosciente <strong>di</strong><br />

quello che fa, conserva il <strong>di</strong>scernimento, usa l’autocontrollo,<br />

agisce con or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a (I Cor<strong>in</strong>zi<br />

14:15).<br />

• Un culto offerto per mezzo dello Spirito Santo:<br />

“Poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il<br />

nostro culto per mezzo dello Spirito <strong>di</strong> <strong>Dio</strong>, che ci<br />

gloriamo <strong>in</strong> Cristo Gesù, e non ci confi<strong>di</strong>amo nella<br />

carne” (Filippesi 3:3) e non secondo le sensazioni<br />

umane. Le nostre sensazioni ci guidano secondo<br />

i desideri della carne; lo Spirito Santo, <strong>in</strong>vece, ci<br />

guida secondo la verità della Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> (Giovanni<br />

4:23).<br />

• Un culto offerto nell’unità dello Spirito: “Ora,<br />

fratelli, io v’esorto, per il nome del nostro Signor<br />

Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare, e a<br />

non aver <strong>di</strong>visioni fra voi, ma a stare perfettamente<br />

uniti <strong>in</strong> una medesima mente e <strong>in</strong> un medesimo<br />

sentire” (I Cor<strong>in</strong>zi 1:10). Il risultato <strong>di</strong> questa unità<br />

è l’e<strong>di</strong>ficazione del Corpo <strong>di</strong> Cristo (Filippesi<br />

2:3-6).<br />

TRE PRINCIPI FONDAMENTALI<br />

Uno dei primi problemi che la Chiesa dell’era<br />

apostolica ha dovuto affrontare è stato l’or<strong>di</strong>ne<br />

del culto. Sebbene siano passati circa duemila<br />

anni dalla nascita della Chiesa <strong>di</strong> Cristo, il problema<br />

dell’or<strong>di</strong>ne del culto rimane. Il Nuovo<br />

Testamento rivela tre pr<strong>in</strong>cipi guida per evitare i<br />

facili estremismi quali il ritualismo e il formalismo:<br />

• Libertà. La libertà cristiana è il fondamento del<br />

culto che offriamo al Signore: “Conoscerete la verità,<br />

e la verità vi farà liberi... Se dunque il Figliuolo<br />

vi farà liberi, sarete veramente liberi... Ora,<br />

il Signore è lo Spirito; e dov’è lo Spirito del Signore,<br />

quivi è libertà. (Giovanni 8:32, 36; II Cor<strong>in</strong>zi 3:<br />

17). È importante precisare che la libertà cristiana<br />

non è anarchia o <strong>in</strong><strong>di</strong>vidualismo (I Cor<strong>in</strong>zi<br />

12:11-12); ma è la grazia <strong>di</strong> avere comunione<br />

<strong>in</strong>tima con il Signore (Efes<strong>in</strong>i 3:12). Pertanto,<br />

tutti abbiamo la libertà <strong>di</strong> esprimere <strong>in</strong><strong>di</strong>vidualmente,<br />

durante il culto, quanto il Signore ha<br />

messo nel cuore, nell’or<strong>di</strong>ne e nella guida dello<br />

12 R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - MARZO 2006<br />

Spirito Santo secondo i pr<strong>in</strong>cipi stabiliti nella<br />

Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> (I Cor<strong>in</strong>zi 14:26).<br />

• E<strong>di</strong>ficazione. Il primo scopo del culto è <strong>di</strong><br />

adorare <strong>Dio</strong> (Matteo 4:10); il secondo è l’e<strong>di</strong>ficazione<br />

della Chiesa (I Cor<strong>in</strong>zi 14:26). Il<br />

term<strong>in</strong>e “e<strong>di</strong>ficare” significa “costruire”,<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> il f<strong>in</strong>e che i credenti si prefiggono<br />

quando si riuniscono è il progresso spirituale<br />

della Chiesa stessa (Atti 9:31; I Tessalonicesi<br />

5:11). La carità è il sentimento con il quale<br />

ricercare l’e<strong>di</strong>ficazione (I Cor<strong>in</strong>zi 8:1; 12:31;<br />

13:4-7; 14:1).<br />

• Decoro e or<strong>di</strong>ne. Il decoro e l’or<strong>di</strong>ne costituiscono<br />

il carattere del culto cristiano:<br />

“Ogni cosa sia fatta con decoro e con or<strong>di</strong>ne” (I<br />

Cor<strong>in</strong>zi 14:40). Il term<strong>in</strong>e “decoro” significa:<br />

“buona forma”. Il term<strong>in</strong>e “or<strong>di</strong>ne” <strong>in</strong><strong>di</strong>ca la<br />

successione dei momenti e degli <strong>in</strong>terventi<br />

durante il culto. Perché un culto possa essere<br />

offerto con “decoro e or<strong>di</strong>ne”, è necessario<br />

che ogni credente sia caratterizzato:<br />

■ dall’autocontrollo spirituale (I Cor<strong>in</strong>zi<br />

14:31-33);<br />

■ dalla sensibilità spirituale (Romani 8:4);<br />

■ dalla semplicità (Matteo 10:16);<br />

■ da un atteggiamento e un abbigliamento<br />

sempre <strong>di</strong>gnitosi (I Timoteo 2:9-10; I Cor<strong>in</strong>zi<br />

11: 3-6, 16; I Pietro 3:3);<br />

■ dalla puntualità, evitando ogni <strong>di</strong>strazione<br />

prima, durante e dopo il culto.<br />

Per quanto riguarda il giorno della celebrazione<br />

del culto al Signore, possiamo notare<br />

che i primi cristiani scelsero “il primo giorno<br />

della settimana” (Atti 20:7; I Cor<strong>in</strong>zi 16:2;<br />

Apocalisse 1:10); molto probabilmente, perché<br />

questo era il giorno della Risurrezione <strong>di</strong><br />

Cristo (Marco 16:9).<br />

Gesù non mancava e non manca <strong>di</strong> manifestare<br />

la Sua presenza, <strong>di</strong> parlare, operare e<br />

bene<strong>di</strong>re, laddove i credenti si riuniscono per<br />

adorare <strong>Dio</strong> secondo l’<strong>in</strong>segnamento della<br />

Sua Parola, perché Egli è fedele alla Sua promessa:<br />

“Dovunque due o tre sono radunati nel<br />

nome mio, quivi sono Io <strong>in</strong> mezzo a loro”<br />

(Matteo 18:20).<br />

Paolo Faia

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