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PENTECOSTALE - Assemblee di Dio in Italia

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Lettera alla Chiesa <strong>di</strong> Efeso<br />

A P O C A L I S S E 2:1-7<br />

I messaggi dei primi capitoli dell’Apocalisse<br />

riguardano <strong>in</strong> maniera<br />

specifica sia le chiese locali <strong>di</strong> quel periodo,<br />

alla f<strong>in</strong>e del primo secolo, sia la<br />

nostra realtà. Questi messaggi trovano<br />

una applicazione per le chiese <strong>di</strong> quel<br />

tempo, per la chiesa <strong>di</strong> ogni tempo,<br />

un messaggio personale e un messaggio<br />

profetico per la chiesa <strong>di</strong> oggi.<br />

Ogni chiesa nom<strong>in</strong>ata ha una sua<br />

caratteristica. In Efeso troviamo l’abbandono<br />

del primo amore; <strong>in</strong> Smirne<br />

troviamo la sofferenza; <strong>in</strong> Pergamo si<br />

trova la mescolanza e la contam<strong>in</strong>azione;<br />

<strong>in</strong> Tiatiri abbiamo l’<strong>in</strong>segnamento<br />

della tra<strong>di</strong>zione; <strong>in</strong> Sar<strong>di</strong> la<br />

morte spirituale e il culto dei ricor<strong>di</strong>;<br />

<strong>in</strong> Filadelfia abbiamo la fedeltà alla<br />

parola; e <strong>in</strong> Lao<strong>di</strong>cea la tiepidezza e<br />

l’apostasia.<br />

I dest<strong>in</strong>atari<br />

Questa lettera, come le altre, è<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzata all’angelo (al pastore e<br />

conduttore) che rappresenta tutta la<br />

comunità <strong>di</strong> Efeso (v.1). Questa è la<br />

seconda lettera che la chiesa <strong>di</strong> Efeso<br />

riceve, la prima le era stata <strong>in</strong>viata<br />

dall’Apostolo Paolo. Efeso vuol <strong>di</strong>re:<br />

“amabile, <strong>di</strong>letta, desiderata”. Il Signore<br />

nutre un grande amore per la<br />

chiesa <strong>di</strong> Efeso (Efe.5:2,25) che aveva<br />

una storia molto bella. Ai tempi apostolici,<br />

Efeso era una città potente,<br />

ricca per il commercio, ma come tutti<br />

i gran<strong>di</strong> centri urbani c’era anche tanta<br />

degenerazione. Efeso era molto<br />

conosciuta per il culto <strong>di</strong> Artemide,<br />

cioè la grande Diana (Atti 19:28), dea<br />

della caccia. Vi si praticavano le arti<br />

magiche ed abbondava la letteratura<br />

sull’occultismo. Ma proprio <strong>in</strong> questa<br />

città corrotta e lontano da <strong>Dio</strong>, il<br />

Signore aveva mandato Paolo prima e<br />

Apollo poi (Atti 18:19-28), per portare<br />

la luce dell’Evangelo. Così, nonostante<br />

le <strong>di</strong>fficoltà e le persecuzioni, si<br />

era formata una comunità fiorente<br />

dove il Signore compiva “miracoli<br />

straor<strong>di</strong>nari” (Atti 19:11). Adesso,<br />

dopo <strong>di</strong>versi anni, il Signore si rivolge<br />

nuovamente a questa chiesa per mez-<br />

zo dell’apostolo Giovanni, mostrando<br />

la cura, l’attenzione e l’<strong>in</strong>teresse per<br />

quest’opera, per poterla condurre<br />

avanti f<strong>in</strong>o all’ultimo giorno.<br />

Il mittente, l’autore della lettera<br />

A questa chiesa, il Signore si presenta<br />

con una Sua caratteristica, che<br />

sarà sempre <strong>di</strong>versa a seconda dei bisogni<br />

e dello stato spirituale della<br />

chiesa a cui si <strong>in</strong><strong>di</strong>rizza. Lui conosce<br />

le nostre necessità <strong>in</strong><strong>di</strong>vidualmente,<br />

viene <strong>in</strong>contro a noi personalmente,<br />

per saziarci, bene<strong>di</strong>rci, aiutarci. Qui<br />

Gesù è: “Colui che tiene le sette stelle<br />

nella sua destra e camm<strong>in</strong>a <strong>in</strong> mezzo ai<br />

sette candelabri d’oro” (v.1). Con questa<br />

premessa Gesù ricorda che Egli<br />

fonda la chiesa, la e<strong>di</strong>fica, la sostiene e<br />

la preserva da ogni male (Matt.18:<br />

20). Questo ci fa comprendere la realtà<br />

della nostra chiesa che non <strong>di</strong>pende<br />

da una struttura, né da una organizzazione<br />

o gerarchia, ma da Cristo<br />

che è il centro <strong>di</strong> tutto e da cui noi<br />

<strong>di</strong>pen<strong>di</strong>amo. Per questa ragione possono<br />

far parte della “vera chiesa”<br />

(chiesa spirituale) solo i nati <strong>di</strong> nuovo<br />

(Giov.3:3-5), cioè quelli che possiedono<br />

la natura <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a, che hanno fatto<br />

una vera esperienza. Credere <strong>di</strong> essere<br />

al sicuro solo perché si appartiene formalmente<br />

a una chiesa, <strong>di</strong>viene un’illusione<br />

spaventosa (Matt.7:21-23).<br />

Appartengono alla chiesa quelli che<br />

sono nella Sua mano, l’unica che dà<br />

garanzia <strong>di</strong> salvezza (Giov.10:27-28).<br />

Il messaggio<br />

“Io conosco le tue opere” (v.2) Come<br />

si vede chiaramente da questo verso il<br />

Signore non ricorre a mezzi <strong>di</strong>ssimulatori<br />

per nascondere qualche aspetto<br />

della nostra vita. Non c’è nulla che<br />

possa essere nascosto al Suo sguardo<br />

(Ebr.14:13). La Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> è sempre<br />

autorevole, perché non parte da<br />

impressioni <strong>in</strong>certe, o da chiacchiere<br />

<strong>in</strong>controllate, ma dalla realtà. Il fatto<br />

che <strong>Dio</strong> conosce, da un lato può metterci<br />

<strong>in</strong> crisi perché non possiamo<br />

nasconderGli nulla, ma dall’altro ci<br />

<strong>in</strong>coraggia perché possiamo contare<br />

sul Suo sostegno. A Lui non sfugge<br />

nemmeno “il bicchier d’acqua” (Mat.<br />

10:42) dato nel Suo nome, come le<br />

opere e l’amore che mostriamo verso i<br />

santi (Ebr.6:10).<br />

L’elogio delle virtù della chiesa <strong>di</strong> Efeso<br />

(v.2-3,6)<br />

Questo elogio contiene un grande<br />

esempio. Noi uom<strong>in</strong>i, quando valutiamo,<br />

siamo spesso presi da una<br />

visione negativa. Diamo molta importanza<br />

ai <strong>di</strong>fetti e quello che c’è <strong>di</strong><br />

buono lo m<strong>in</strong>imizziamo. Il Signore<br />

<strong>in</strong>vece e<strong>di</strong>fica, <strong>in</strong>coraggia, mettendo<br />

<strong>in</strong> evidenza i fatti positivi che Lui<br />

conosce molto bene. Tutto questo è<br />

consolante. Il Signore è obiettivo, Egli<br />

rimprovera, ma ama. La chiesa <strong>di</strong> Efeso<br />

viene elogiata per alcune sue qualità:<br />

1) L’impegno e la costanza nella testimonianza.<br />

Essi sapevano <strong>di</strong> dover<br />

pre<strong>di</strong>care l’evangelo e lo facevano;<br />

<strong>in</strong>fatti il Signore conosce le loro fatiche,<br />

le loro opere, la loro costanza<br />

(v.2), la loro sopportazione (v.3). In<br />

quel tempo pre<strong>di</strong>care l’evangelo significava<br />

essere perseguitati. È vero<br />

che dobbiamo pregare, ma, se vogliamo<br />

che l’opera <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> progre<strong>di</strong>sca,<br />

bisogna che abbandoniamo la<br />

pigrizia e che agiamo con forza e costanza,<br />

anche con sopportazione.<br />

2) La purezza dottr<strong>in</strong>ale (v.2) “Non<br />

hanno sopportato i malvagi…hanno<br />

messo alla prova...”. Questa chiesa ha<br />

usato <strong>di</strong>scernimento e ha provato gli<br />

spiriti <strong>di</strong> coloro che ne facevano parte.<br />

La m<strong>in</strong>accia più forte, dottr<strong>in</strong>almente<br />

parlando, non viene mai da quelli <strong>di</strong><br />

fuori, ma da quelli <strong>di</strong> dentro (Atti<br />

20:30). Bisogna che rimaniamo ancorati<br />

alla Parola <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> (Tito1:9; 2:1).<br />

3) L’avversione verso le opere dei<br />

Nicolaiti (v.6). Alcuni pensano che<br />

fossero parte <strong>di</strong> una setta, orig<strong>in</strong>ata<br />

dal <strong>di</strong>acono Nicola, nella quale si trasformava<br />

la grazia <strong>di</strong> <strong>Dio</strong> <strong>in</strong> <strong>di</strong>ssolutezza.<br />

Altri pensano che si trattasse <strong>di</strong><br />

un gruppo che voleva <strong>in</strong>trodurre fra il<br />

R ISVEGLIO P ENTECOSTALE - MARZO 2006<br />

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