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CUMIGNANO E GALLO - Università degli Studi di Verona

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del volume che è articolata in due capitoli. Il primo, opera <strong>di</strong> Carlo Ebanista,<br />

ricostruisce le vicende del territorio dell’attuale comune <strong>di</strong> Comiziano<br />

dall’antichità al XVIII secolo sulla base delle scarne testimonianze archeologiche<br />

e delle fonti scritte <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>evale e moderna; particolare attenzione viene<br />

riservata all’origine dei toponimi, all’infeudamento, all’assetto territoriale e alla<br />

viabilità. Nel secondo capitolo Mario Napolitano, grazie alla consultazione <strong>di</strong><br />

ine<strong>di</strong>ti documenti d’archivio, ripercorre le vicende <strong>di</strong> Cumignano e Gallo tra<br />

XIX e XX secolo: nel 1819 dalla fusione dei due casali nacque il comune <strong>di</strong><br />

Cumignano e Gallo che nel 1863 assunse la denominazione <strong>di</strong> Cumignano e Gallo <strong>di</strong><br />

Nola per evitare confusione con altri omonimi centri del neocostituito Regno<br />

d’Italia; poiché quasi nessuno utilizzava per intero il toponimo, determinando,<br />

tra l’altro, <strong>di</strong>sgui<strong>di</strong> al servizio postale, nel 1909 il comune venne ribattezzato<br />

Comiziano, come proposto due anni prima dal consiglio comunale 14 . La nuova<br />

denominazione, ricalcata sulla forma Comitianum utilizzata per la prima volta<br />

da Ambrogio Leone agli inizi del XVI secolo come variante <strong>di</strong> Cumignano 15<br />

e quin<strong>di</strong> ripresa nel 1747 da Gianstefano Remon<strong>di</strong>ni 16 , sancì la scomparsa<br />

‘istituzionale’ del nome del capoluogo comunale che è sopravvissuto nella<br />

forma <strong>di</strong>alettale Cummignano. Il toponimo Gallo, invece, è rimasto ad in<strong>di</strong>care<br />

la frazione.<br />

La seconda sezione del volume è sud<strong>di</strong>visa in quattro capitoli, nel primo<br />

dei quali Cecilia Ricci analizza l’epitaffio in versi del poeta Nardus (I secolo<br />

d.C.) che, tra il 1747 e il 1757, venne trasferito da Gallo nel seminario <strong>di</strong> Nola,<br />

dov’è tuttora conservato. Ai luoghi <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> Cumignano e Gallo è de<strong>di</strong>cato<br />

il secondo capitolo, nel quale Carlo Ebanista, grazie alla <strong>di</strong>samina dell’ine<strong>di</strong>ta<br />

documentazione d’archivio, ripercorre la storia delle chiese scomparse e<br />

analizza le trasformazioni che hanno determinato l’assetto <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici<br />

ancora esistenti, talora in rapporto all’istituzione delle confraternite. Nel terzo<br />

capitolo lo stesso Autore affronta il tema dell’e<strong>di</strong>lizia storica, soffermandosi<br />

sulle <strong>di</strong>more che l’aristocrazia locale realizzò, tra XVII e XIX secolo, a scopo<br />

residenziale e produttivo. L’ultimo capitolo, anch’esso redatto da Carlo<br />

Ebanista, è incentrato sulle cavità artificiali (cantine, riserve idriche) esistenti<br />

nel territorio <strong>di</strong> Comiziano, dove l’estrazione del tufo è tuttora praticata.<br />

La terza sezione, opera <strong>di</strong> Luigi Simonetti, è de<strong>di</strong>cata alla figura del poeta e<br />

saggista Giovanni Napolitano (1883-1955) che venne alla luce a Cumignano e<br />

visse a Gallo fino al 1923, prima <strong>di</strong> trasferirsi a Napoli, dov’è nato, tra l’altro,<br />

il figlio Giorgio, attuale presidente della Repubblica.<br />

14 ACC, In<strong>di</strong>ce delle deliberazioni del Consiglio comunale, 1861-1942, n. 418, 11 novembre 1907 («Il nome<br />

del comune è Comiziano. Ne fa menzione esplicita Gian Stefano Remon<strong>di</strong>ni nella sua Storia <strong>di</strong> Nola»).<br />

15 lEonE 1514, c. 28r («Comitianu(m)»). Non va escluso che la variante sia stata utilizzata con<br />

intento nobilitante (MarCato 1997a).<br />

16 rEMon<strong>di</strong>ni 1747, p. 255 («Cumignano, o Comiziano»).<br />

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