I giornalisti e le mafie La diffusione della cultura della legalità è l’impegno cui tutti noi dobbiamo tendere per contrastare lo sviluppo della criminalità organizzata e le sue ramificazioni in regione. Il nostro <strong>Ordine</strong> il 29 gennaio scorso in Sala Farnese (insieme a Ossigeno per l’informazione, Avviso pubblico, Libera, Premio Ilaria Alpi, Politicamente scorretto-Casalecchio delle culture e i vertici di Fnsi e Consiglio nazionale e con la collaborazione del Comune di Bologna) ha tenuto una manifestazione per solidarizzare con il collega Giovanni Tizian (sotto scorta da dicembre 2011). Una folta platea di giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, ma anche di semplici cittadini (tanti i giovani!) ha ascoltato le parole del collega di Ossigeno Alberto Spampinato, della vicepresidente della regione Simonetta Saliera, del procuratore 21 marzo: insieme contro le mafie uNA GIORNATA DELLA mEmORIA E DELL’ImpEGNO pROmOSSA DA LIbERA IN RIcORDO DELLA vITTImE DI mAfIA aggiunto di Modena Lucia Musti e la testimonianza di Giovanni Tizian (interventi e interviste nelle pagine di questo dossier). Altra importante iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno mafia. Il 21 marzo scorso l’associazione Libera ha promosso, per il 17esimo anno, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia. I giovani che fanno parte dell’associazione hanno organizzato interviste alle persone in strada, per scoprire che percezione c’è del fenomeno mafioso in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>. Una frase di Rostagno è stata scelta per lo striscione: «Noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto». Trovano voce in questo dossier (oltre a Alberto Spampinato, Giovanni Tizian, Simonetta Saliera, Lucia Musti) anche Lirio Abbate, il giornalista dell’Espresso che da anni si occupa di criminalità organizzata e che ha ricevuto minacce. Nel gennaio scorso sul settimanale ha pubblicato un’istantanea della situazione in <strong>Emilia</strong>-<strong>Romagna</strong>. In questa intervista dice che, nella nostra Regione, i colletti bianchi collusi con la malavita organizzata sono ancora nell’ombra “perché ci si vergogna” di ammettere che la mafia è arrivata anche ai vertici. Per il procuratore Pietro Grasso il ruolo <strong>dei</strong> giornalisti è molto importante perché la criminalità organizzata teme più le parole del carcere. È importante tenere i riflettori accesi e non abbassare la guardia per evitare che il potere economico possa corrompere quello politico. Creare una coscienza sociale e un’etica ci- vile soprattutto nelle nuove generazioni è dovere di tutti. La sociologa del diritto Stefania Pellegrini ha detto che questo compito non deve essere riservato all’ambito educativo e formativo ma investe l’intera società. Ciò nonostante all’interno dell’Università di Bologna è stato creato un corso di “antimafia sociale” nel quale, oltre all’attività formativa accademica, sono previsti incontri con magistrati, giornalisti, operatori del sociale (quali Don Luigi Ciotti, Tano Grasso, Nando dalla Chiesa, Nicola Gratteri) che portano la loro esperienza. Accanto a questa iniziativa è nato anche un presidio degli studenti di alcuni istituti superiori di Bologna. Il coordinamento, intitolato al giornalista Mauro Rostagno, in un forum ha espresso il punto di vista delle giovani generazioni su tematiche legate alla mafia (riportiamo un resoconto dell’incontro con le testimonianze <strong>dei</strong> ragazzi).. argia Granini Sala Farnese durante la manifestazione del 29 gennaio La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti, che tutti abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza (Paolo Borsellino) speciale il tavolo <strong>dei</strong> relatori (foto Spinelli) 6 . GIORNALISTI / aprile 2012 aprile 2012 / GIORNALISTI . 7 La folta platea