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Amedeo De Vincentiis - Università degli Studi di Verona

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esprimere una propria concezione dell’attività storiografica. 150 Era il primo <strong>di</strong> una serie<br />

<strong>di</strong> interventi, provocati in particolare dalla pubblicazione del volume <strong>di</strong> saggi Incontri nel<br />

Me<strong>di</strong>oevo nel 1979, che mirarono soprattutto a storicizzare quell’esperienza, spesso<br />

partendo da una analisi testuale dell’opera dello storico, come nel contributo <strong>di</strong> Elisa<br />

Occhipinti. 151 Attraverso una esegesi strutturale dei saggi, la storica rilevava una costante<br />

attenzione alla identificazione attorno ai documenti esaminati <strong>di</strong> un duplice contesto.<br />

L’orizzonte culturale dell’autore del documento e il contesto in senso stretto, cioè il<br />

rapporto tra la sezione <strong>di</strong> documento presa in esame e l’area linguistica, tematica,<br />

compositiva in cui era collocata, secondo un «principio <strong>di</strong> riferimento delle parti, delle<br />

singole parole e proposizioni, al complesso del <strong>di</strong>scorso che ne fonda il significato». 152<br />

Riprendendo l’interpretazione <strong>di</strong> Raoul Manselli, la costruzione del <strong>di</strong>scorso storiografico<br />

e le scelte espositive <strong>di</strong> Frugoni apparivano ben più significative <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento<br />

meramente formale <strong>di</strong> esposizione <strong>di</strong> dati acquisiti per mezzo delle tecniche<br />

dell’eru<strong>di</strong>zione e della filologia. La scrittura rappresentava, coscientemente, un fase<br />

consustanziale alla ricerca stessa. 153 In tale ottica veniva messa a fuoco una scelta precisa<br />

e coerente, la forma saggio, sfruttata da Frugoni quale «modo costitutivamente definito<br />

<strong>di</strong> indagine e <strong>di</strong> scrittura». 154 Strumento <strong>di</strong> inchieste concentrate, mirate, su singoli<br />

problemi, consentiva un approccio verticale al passato e scavo in profon<strong>di</strong>tà, piuttosto<br />

che orizzontale per una ricostruzione più larga. 155 Una scelta precisa, portata avanti da<br />

Frugoni senza variazioni sostanziali durante tutta la sua attività. Non preclusiva ma<br />

certamente <strong>di</strong>versificante nel panorama storiografico coevo. 156<br />

Entrambe le tematiche evidenziate (uso sorvegliato dei contesti, attenzione alla forma<br />

espositiva) rimandavano a una terza: il rapporto tra lo storico nel suo presente e l’oggetto<br />

della sua indagine nel passato. La <strong>di</strong>alettica tra testo e contesti <strong>di</strong>radava almeno<br />

parzialmente l’ineliminabile opacità tra soggetto conoscente e oggetto <strong>di</strong> conoscenza,<br />

riduceva i rischi <strong>di</strong> facili frainten<strong>di</strong>menti delle testimonianza dovuti alla <strong>di</strong>stanza. 157<br />

L’assunzione consapevole <strong>di</strong> una precisa forma <strong>di</strong> organizzazione del <strong>di</strong>scorso<br />

storiografico mirava, inoltre, a focalizzare lo strumento espressivo secondo la scala <strong>di</strong><br />

osservazione del fenomeno. Anche a restringere il margine <strong>di</strong> arbitrarietà e<br />

con<strong>di</strong>zionamento legati alla scrittura soggettiva, non attraverso un’illusoria<br />

spersonalizzazione o naturalezza ma, al contrario, un supplemento <strong>di</strong> coscienza delle<br />

proprie scelte espressive. Tale prospettiva ridonava senso alla consapevolezza palesata<br />

talvolta da Frugoni <strong>di</strong> essere «con orgoglio e umiltà» un saggista. 158 Nel nuovo contesto<br />

della storiografia <strong>degli</strong> anni 1980, sempre più sensibile al problema delle forme della<br />

scrittura <strong>degli</strong> storici, veniva ribaltato quello che trenta anni prima era stato considerato<br />

piuttosto un limite. 159<br />

<br />

150 M. Miglio, Arsenio Frugoni (1914-1970), in «Bollettino della <strong>De</strong>putazione <strong>di</strong> Storia Patria<br />

dell’Umbria»», 69 (1972), pp. 131-136.<br />

151 E. Occhipinti, Gli “Incontri nel Me<strong>di</strong>oevo’’ <strong>di</strong> Arsenio Frugoni, in «Società e storia», 15 (1982), pp.<br />

163-179.<br />

152 Ivi, p. 166.<br />

153 Ivi, pp. 171-173.<br />

154 Ivi, p. 177.<br />

155 Questa interpretazione, senza farvi esplicito riferimento, coglieva una <strong>di</strong>stinzione metodologica tra<br />

approccio orizzontale e approccio verticale fatta a suo tempo da R. Morghen, Quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> attività del<br />

Centro <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sulla spiritualità me<strong>di</strong>oevale, in Gregorio <strong>di</strong> Tours (Atti del Convengno, To<strong>di</strong>, 1971), To<strong>di</strong>,<br />

1977, pp. 9-13, sviluppata anche da Gustavo Vinay, e quin<strong>di</strong> trasmessa a Frugoni durante la sua prima<br />

formazione romana. Cfr. anche O. Capitani, Introduzione, in Lettere a Raffaello Morghen, 1917-1983, a<br />

cura <strong>di</strong> G. Braga, A. Forni, P. Vian, Roma, 1994, pp. V-LVII, p. 1, n. 89.<br />

156 «Il saggio non è opposto, ma accanto, non è inferiore, ma <strong>di</strong>verso», Occhipinti, Gli Incontri cit., p. 179.<br />

157 Ivi, p. 164.<br />

158 Parole <strong>di</strong> Frugoni citata in Morghen, Arsenio Frugoni cit., p. 650.<br />

159 Cfr. il giu<strong>di</strong>zio della commissione esaminatrice del concorso universitario del 1955 riportato sopra a nota<br />

93.<br />

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