Amedeo De Vincentiis - Università degli Studi di Verona
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della Rivelazione, o mitici e con una trasmissione filologicamente documentata, allora il<br />
<strong>di</strong>scorso cambia. Ed è questo il punto centrale in cui si innesta una valutazione nuova<br />
della tra<strong>di</strong>zione religiosa cristiana, in una visione storica il più possibilmente adeguata a<br />
comprendere il carattere fondamentale e la originale ricchezza e complessità <strong>di</strong> tale<br />
tra<strong>di</strong>zione. Non solo come credente ma anche come storico, io ritengo che il Vangelo e la<br />
Chiesa hanno dato una nuova <strong>di</strong>mensione allo spirito umano (S. Paolo parla <strong>di</strong> una<br />
“nuova creazione”) e un nuovo senso della storia <strong>degli</strong> uomini. Queste realtà anche<br />
storiche non si possono conchiudere esclusivamente in forme <strong>di</strong> cultura teologica,<br />
giuri<strong>di</strong>ca, o <strong>di</strong> azione politica. Si tratta <strong>di</strong> realtà che si attuano nella vicenda storica con<br />
una loro particolare <strong>di</strong>namica. È la parabola del granello <strong>di</strong> senape che dà la chiave <strong>di</strong><br />
tutta la storia umana. La Rivelazione non è un dato <strong>di</strong> cultura, ma un germe che ributta<br />
continuamente in una incessante fioritura. Sul grande albero si posano gli uccelli,<br />
pullulano gli insetti, i fiori nascono e muoiono, cadono le foglie e i rami secchi, ma<br />
continua scorre in esso la linfa che lo fa sviluppare sempre più in grandezza e in ampiezza<br />
e lo fa rifiorire ad ogni primavera.<br />
Non si tratta <strong>di</strong> immagine letteraria. Ad ogni esame veramente approfon<strong>di</strong>to della storia<br />
della tra<strong>di</strong>zione cristiana possiamo renderci conto <strong>di</strong> cioè . E perfino in questi nostri<br />
tempi, proprio come storici, possiamo constatare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questo sforzo. Tornando al<br />
<strong>di</strong>scorso concreto sugli eretici <strong>di</strong> Monteforte, pure attraverso il resoconto <strong>di</strong> Landolfo<br />
possiamo in qualche modo riattingere la realtà vera delle posizioni spirituali <strong>di</strong> quegli<br />
uomini dell’XI secolo. Esperienza religiosa profondamente e sinceramente sentita,<br />
nell'ambito <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione spirituale rifiorente con un nuovo vigore nelle sue<br />
fondamentali istanze e pur conservando tracce confuse e forse anche deformate <strong>di</strong> una<br />
certa intuitiva teologia scritturale. Ma non è possibile parlare né <strong>di</strong> docetismo, né <strong>di</strong><br />
arianesimo, né <strong>di</strong> manicheismo o <strong>di</strong> altre teologie o filosofie prodotto <strong>di</strong> cultura.<br />
Vivissimo ed evidente è l’attacco alla tra- <strong>di</strong>zione evangelica e l'ispirazione ecclesiologica.<br />
La chiesa dei preti concubinari e simoniaci non è la chiesa <strong>di</strong> Cristo. Bisogna dar vita a<br />
una nuova Chiesa che attui la parola <strong>di</strong> Cristo. Il tragico paradosso cristiano<br />
dell'opposizione del secolo presente, e del “secolo venturo”, <strong>di</strong> Dio e Mammona, del<br />
“princeps huius seculi” e del “villicus iniquitatis” e della comunità cristiana dell’età<br />
apostolica, rivive negli eretici <strong>di</strong> Monteforte nella visione dell'amore e della morte, come<br />
in altri eretici in forme <strong>di</strong>storte e genuine <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esperienza religiosa sempre<br />
viva, pur essendo passata, spesso coperta <strong>di</strong> detriti, attraverso la vicenda della storia <strong>degli</strong><br />
uomini. Landolfo apparteneva a un'altro momento <strong>di</strong> quella tra<strong>di</strong>zione.<br />
Scusa la lunga chiacchierata, scritta tutta <strong>di</strong> un fiato e forse non sempre felice nel<br />
pensiero e nella forma, ma tu ne hai la colpa.<br />
Ti abbraccio,<br />
Raffaello Morghen.<br />
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