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Sempre lungo il fosso delle Tre Fontane, così come in quello <strong>di</strong> Grotta Perfetta,<br />

compare il tufo litoide lionato (TFL). L’aggettivo “lionato” deriva dal tipico colore<br />

rossiccio <strong>di</strong> questo materiale, che comunque può assumere anche altre sfumature. Assai<br />

leggero e resistente, il tufo lionato è spesso utilizzato come pietra da muratura; tuttavia,<br />

la sua caratteristica fratturazione sfaccettata non lo rende adatto alla lavorazione in<br />

gran<strong>di</strong> blocchi da squadrare 4 .<br />

Le pozzolane superiori (PZS), cronologicamente più recenti, sono il prodotto<br />

dell’ultima grande esplosione del Vulcano Laziale e costituiscono l’affioramento<br />

geologico <strong>di</strong> una vasta zona <strong>di</strong> <strong>Roma</strong>. Spesse tra i 5 e i 20 m, per il loro tipico colore<br />

grigio sono dette anche pozzolane grigie. Un terzo nome, quello <strong>di</strong> pozzolanelle, deriva<br />

dal fatto che le loro proprietà pozzolaniche, benché accettabili, sono comunque inferiori<br />

a quelle delle pozzolane rosse e nere. Gli affioramenti si concentrano soprattutto nel<br />

quartiere della Garbatella, al Forte Ostiense, alla tenuta delle Tre Fontane e nel basso<br />

bacino della Marrana <strong>di</strong> Grotta Perfetta, alla base delle scarpate del fosso. Invece, le<br />

pozzolane superiori non compaiono laddove i fossi della Caffarella, <strong>di</strong> Grotta Perfetta e<br />

delle Tre Fontane le hanno incise a tal punto da far affiorare gli strati inferiori.<br />

Non all’attività eruttiva dei Colli Albani, ma a quella dell’apparato vulcanico sabatino si<br />

deve invece la formazione del tufo <strong>di</strong> Sacrofano (SKF), affiorante presso la Stazione<br />

Ostiense 5 . Stratificato, <strong>di</strong> più colori, esteso e spesso, questo tipo <strong>di</strong> tufo può essere<br />

incoerente, semilitoide o litoide. E’ interessante osservare che al suo interno si trovino<br />

elementi argillosi, sabbiosi e ghiaie, depositati in luoghi dove un tempo esistevano<br />

stagni, palu<strong>di</strong> e laghi.<br />

Quasi tutto l’affioramento geologico dell’area stu<strong>di</strong>ata è dunque composto da suoli<br />

vulcanici. Fanno eccezione solo alcuni strati. Alluvionali ed abbastanza <strong>di</strong>ffusi, essi<br />

sono composti da ghiaie, sabbie, limi e silt, derivanti dal continuo deposito fluviale. La<br />

loro formazione, relativa al Pleistocene Superiore (AL 3 – Stazione Ostiense), prosegue<br />

anche durante l’Olocene (era nella quale viviamo, iniziata circa 10.000 anni fa) e<br />

riguarda ovviamente i margini del Tevere, gran parte del territorio pianeggiante limitato<br />

4 Il tufo lionato fu comunque utilizzato in alcuni punti delle mura Serviane, nell’arcata della Cloaca<br />

Massima presso la chiesa <strong>di</strong> San Giorgio al Velabro, negli ambulacri del teatro <strong>di</strong> Marcello, ecc…<br />

5 Come gli altri <strong>di</strong>stretti vulcanici del Lazio (Bolsena, Vico, Colli Albani, Roccamonfina), anche<br />

l’apparato vulcanico sabatino iniziò la sua attività circa 600.000 anni fa.<br />

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