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fiume un’alimentazione più costante <strong>di</strong> oggi, estesa in parte anche al periodo estivo.<br />

Pertanto, le piene potevano avvenire durante tutto l’arco dell’anno 11 , anche in estate e,<br />

ancor più spesso, in primavera, quando l’aumento delle temperature causava lo<br />

scioglimento delle nevi accumulatesi in inverno 12 .<br />

Il passare del tempo ha visto anche l’aumento del livello me<strong>di</strong>o del fiume e le mutazioni<br />

più o meno marcate del suo percorso. A conferma del primo fenomeno Le Gall fa notare<br />

come alcuni resti archeologici romani (la villa della Farnesina, le banchine<br />

dell’Emporium, qualche monumento funerario, alcuni cippi <strong>di</strong> limitazione legale delle<br />

sponde, ecc…) restino spesso sommersi dalle acque del Tevere, mentre è ovvio che,<br />

anticamente, essi dovessero essere sia visibili che lontani dal rischio <strong>di</strong> inondazione 13 .<br />

L’analisi delle fonti classiche operata da Le Gall ha consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare quali parti<br />

della città fossero maggiormente esposte al rischio d’inondazione. In generale, le acque<br />

si espandevano soprattutto nelle aree pianeggianti e prive d’imme<strong>di</strong>ati ostacoli<br />

orografici, come ad esempio il Campo Marzio e l’Emporium.<br />

Per quanto riguarda le mutazioni del tracciato fluviale, può essere utile riassumere in<br />

che modo, generalmente, si formino anse e meandri.<br />

All’origine, nella quasi totalità dei casi, i corsi d’acqua scorrono in modo pressoché<br />

rettilineo. Ma, se è dato per certo che successive oscillazioni trasversali del flusso idrico<br />

originino anse e meandri, sussistono invece pareri <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> su quali fenomeni causino<br />

queste oscillazioni. E’ probabile che esse <strong>di</strong>pendano da un insieme <strong>di</strong> concause, quali la<br />

scavi, testimonia alcune delle passate alluvioni del fiume, come quella del 1558, che rese quasi<br />

impraticabile la via. Nel 1780, con la creazione in Val <strong>di</strong> Chiana <strong>di</strong> un argine che <strong>di</strong>videsse le acque<br />

dell’Arno e del Tevere, la superficie del bacino tiberino si ridusse a 1272 Km. La costruzione, nel 1938,<br />

<strong>di</strong> un canale artificiale nella vallata <strong>di</strong> Spinaceto, atto a eliminare un’ampia ansa del Tevere e ad<br />

aumentare così la velocità <strong>di</strong> scorrimento del fiume, contenne sensibilmente il rischio <strong>di</strong> inondazioni. Col<br />

conseguente abbassamento del livello idrico, affiorarono nuove rovine, soprattutto in riva destra,<br />

all’altezza dei Piani <strong>di</strong> Pietra Papa.<br />

11 Oggi invece le piene avvengono soprattutto tra novembre e gennaio, raramente a maggio e ad ottobre,<br />

praticamente mai tra giugno e settembre. Cfr. LE GALL 2005, pag. 38. Lanciani, nella sua Storia <strong>degli</strong><br />

scavi, testimonia alcune delle passate alluvioni del fiume, come quella del 1558, che rese quasi<br />

impraticabile la via. Nel 1780, con la creazione in Val <strong>di</strong> Chiana <strong>di</strong> un argine che <strong>di</strong>videsse le acque<br />

dell’Arno e del Tevere, la superficie del bacino tiberino si ridusse a 1272 Km. La costruzione, nel 1938,<br />

<strong>di</strong> un canale artificiale nella vallata <strong>di</strong> Spinaceto, atto a eliminare un’ampia ansa del Tevere e ad<br />

aumentare così la velocità <strong>di</strong> scorrimento del fiume, contenne sensibilmente il rischio <strong>di</strong> inondazioni. Col<br />

conseguente abbassamento del livello idrico, affiorarono nuove rovine, soprattutto in riva destra,<br />

all’altezza dei Piani <strong>di</strong> Pietra Papa.<br />

12 Come noto, il regime del Tevere non è solo pluviale, ma pluvio-nivale. Cfr. LE GALL 2005, pag. 14.<br />

13 Idem, pag. 25.<br />

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