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Fra le <strong>di</strong>verse carte quella che costituisce un caposaldo è la tavoletta IGM 150-IV-SO<br />

"<strong>Roma</strong>” del 1918 (figura 1), in quanto da un lato rappresenta l’area in esame prima<br />

della sua massiccia urbanizzazione, dall’altro è la rappresentazione “tecnicamente” più<br />

affidabile <strong>di</strong> un territorio che, per secoli, ha vissuto una quasi totale immobilità.<br />

Pertanto, prendendo le mosse da questa mappa, sono stati segnati gli originari elementi<br />

idro – orografici, le principali vie <strong>di</strong> comunicazione ad essi collegate (selezionate sulla<br />

base <strong>di</strong> un criterio sia toponomastico che grafico-simbologico 7 ) e tutti i toponimi che<br />

rimandavano, in vario modo, a preesistenze archeologiche o a caratteristiche ambientali<br />

<strong>di</strong> qualche interesse 8 . In generale, a parte l’unico caso monumentale della Basilica <strong>di</strong><br />

San Paolo, il paesaggio d’inizio Novecento è un susseguirsi <strong>di</strong> vigne e tenute,<br />

punteggiato da qualche casale e da piccoli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto, in un contesto<br />

geomorfologico che pare immutato da molti secoli. Sono sempre visibili, infatti, le<br />

Marrane dell’Almone (B), <strong>di</strong> Grotta Perfetta (C) e delle tre Fontane (D), mentre i<br />

toponimi Colli <strong>di</strong> San Paolo, Colli della Garbatella, Monti della Creta, ecc… segnalano<br />

le alture locali, peraltro ben definite anche numericamente, me<strong>di</strong>ante la<br />

rappresentazione delle isoipse (in seguito sempre più frequenti e precise). In questo<br />

ambiente, le opere <strong>di</strong> trasformazione più consistenti sono rappresentate dalla ferrovia<br />

Paolo, passò lungo il lato sinistro e la facciata principale dell’e<strong>di</strong>ficio (BERDINI 1982, pag.70). Il Viale<br />

Marconi (1950) interruppe la continuità dell’ansa fluviale, mentre la Via Cristoforo Colombo (1954)<br />

<strong>di</strong>vise nettamente il territorio in due parti. A livello e<strong>di</strong>lizio sorsero molteplici quartieri, da quello delle<br />

Conce (approvato dal Consiglio Comunale nel 1886), alla Garbatella (1920-1930), a Valco San Paolo<br />

(1950-52), oltre che <strong>di</strong>versi fabbricati industriali e commerciali (i gazometri del 1907-10, la Centrale<br />

Termoelettrica Montemartini e i Magazzini Generali del 1912, i Mercati Generali del 1921, vetrerie,<br />

concerie, fabbriche <strong>di</strong> automobili, ecc…), senza contare la Stazione ferroviaria <strong>Roma</strong>-Ostiense, le varie<br />

fermate della linea metropolitana B e l’ex Air Terminal (1990). Cfr. figure I-VI. Per la bibliografia sulle<br />

trasformazioni del territorio tra Ottocento e Novecento cfr. supra, pag. 1, nota 2, cui va aggiunto, in<br />

generale, BORTOLOTTI 1988. Per gli “elementi strutturanti” l’Ostiense, CALENTINO - MINGARDI 1975.<br />

6 In particolare, è risultato particolarmente utile il confronto tra le notizie riportate nei Giornali <strong>di</strong> scavo,<br />

nelle Pratiche <strong>di</strong> tutela, nei Registri dei trovamenti e nei Bullettini archeologici e le carte IGM (figure I –<br />

VI, 1, 4, 5, 8, 12), VON MOLTKE 1852 (figura 15) e KIEPERT 1881 (figura 9), ricche <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni<br />

topografiche contemporanee all’epoca delle scoperte e utilizzate dalle fonti nella localizzazione dei resti.<br />

Da segnalare è anche la <strong>di</strong>stinzione fatta da Kiepert tra quelle che lui stesso definisce “strade antiche <strong>di</strong><br />

andamento determinato per le tracce” (<strong>di</strong>segnate a tratto continuo) da quelle “<strong>di</strong> andamento più o meno<br />

probabile”. Altrettanto utile è stato in<strong>di</strong>viduare il tracciato del collettore delle acque urbane sulla riva<br />

sinistra del Tevere, poiché fu durante la sua costruzione (1897 - 1900) e proprio lungo il suo percorso che<br />

avvennero numerose scoperte (figura VII).<br />

7 Nello specifico, un primo livello <strong>di</strong> analisi ha riguardato i percorsi esplicitamente nominati nella carta<br />

stessa e quelli <strong>di</strong>segnati a tratto continuo, tralasciando i tracciati “non sempre praticabili”, quelli<br />

“campestri” e i “sentieri” (cfr. la legenda dei segni nella Tavoletta stessa). L’indagine cartografica ha<br />

potuto tuttavia rilevare come anche alcune <strong>di</strong> queste strade minori avessero un’origine almeno tardoantica<br />

(come nel caso del Vicolo della Penna, segnato con la lettera N).<br />

8 Si va da segnalazioni puntuali <strong>di</strong> rovine (assai spora<strong>di</strong>che e costituite da nomi quali ruina, sepolcro,<br />

ecc…) a in<strong>di</strong>cazioni toponomastiche molto più generiche.<br />

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