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Linee guida sulla fragilità

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fisica dei soggetti anziani, anche portatori di malattie croniche, si rinvia alle<br />

Raccomandazioni evidence-based contenute nella Linea Guida del Sistema Nazionale<br />

<strong>Linee</strong> Guida (SNLG) “Lotta alla sedentarietà e promozione dell’attività fisica” (Cipriani e<br />

Coll. 2011).<br />

Essendo la Fragilità riferibile alla progressiva riduzione della forza muscolare e del<br />

peso corporeo le principali strategie utili a prevenirne l’evoluzione possono, dunque,<br />

essere individuate nell’attività motoria e nel controllo alimentare:<br />

1. Numerosi dati di letteratura sottolineano il rapporto positivo tra attività fisica<br />

programmata e stato di salute (Haskell e Coll. 2009) e tra attività fisica e mantenimento del<br />

volume cerebrale, con conseguente riduzione del declino cognitivo (Erickson e Coll. 2010).<br />

Un recente studio di coorte su oltre 416.000 individui (Wen 2011) che ha avuto vasta<br />

risonanza mediatica, ha dimostrato una significativa correlazione tra aspettativa di vita e<br />

attività fisica. In particolare, 90 minuti settimanali di attività fisica programmata<br />

incrementano di 3 anni la durata della vita e ogni ulteriore incremento di 15 minuti di<br />

attività fisica al giorno aggiungono un 4% di speranza di vita. Questi dati di letteratura<br />

indicano nell’attività fisica un metodo aspecifico per stabilizzare la vulnerabilità. Il manuale<br />

Merck (2009) testualmente indica che “le persone che si impegnano regolarmente in<br />

esercizi aerobici (camminare, nuotare, correre, ecc.) hanno una speranza di vita più lunga<br />

e un minore declino funzionale rispetto a chi fa vita solo sedentaria”, e inoltre che “il<br />

sollevamento pesi aiuta a conservare massa ossea” e che “dall’attività fisica possono<br />

trarre beneficio anche lo stato dell’umore e le funzioni cognitive”.<br />

2. Uno dei parametri indicativi di Fragilità è la perdita involontaria di peso superiore al<br />

5% negli ultimi 12 mesi (v. Raccomandazione n. 3). L’aspetto nutrizionale pertanto è uno<br />

degli elementi centrali per la definizione di Fragilità. La Linea Guida dell’American Dietetic<br />

Association (ADA) (2009) fornisce le Raccomandazioni utili per una terapia medica<br />

nutrizionale finalizzata all’aumento dell’energia attraverso l’assunzione di nutrienti e<br />

proteine, al miglioramento dello stato nutrizionale complessivo e della qualità della vita.<br />

In Appendice vengono riportati in sintesi le principali Raccomandazioni (Allegato D/1) e<br />

riprodotti sia il Test Mini Nutritional Assessment che la Check List “DETERMINE” (Allegati<br />

D/2 e D/3).<br />

Raccomandazione 5<br />

La Fragilità è conseguente a numerosi fattori concomitanti, il cui aspetto<br />

predominante consiste nella progressiva riduzione della forza muscolare e del<br />

peso corporeo. Di conseguenza, le principali strategie per stabilizzare il sistema e<br />

comprimere il fenomeno “Fragilità” consistono nella promozione dell’attività fisica<br />

e nel controllo di alimentazione e peso corporeo.<br />

III/A<br />

La <strong>fragilità</strong> è una condizione biologica che incrementa l’incidenza di morbilità e<br />

disabilità in quanto correlata a molti possibili deficit funzionali interagenti tra loro e con<br />

effetti difficilmente prevedibili (v. III. “Fisiopatologia e determinanti sociali e individuali”). La<br />

valutazione del deterioramento funzionale su cui fondare i possibili trattamenti è pertanto<br />

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