Valnerina 2011 - i 2 Colli

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26 Raccontiamo e Coloriamo il nostro Territorio Spesso faceva delle passeggiate e qualche chiacchierata con alcuni vicini. Quando poi tornava a casa, chiuso il cancello verde, non voleva più essere disturbato. Aveva un merlo indiano a cui era legatissimo: gli aveva insegnato a parlare e soprattutto a chiamare il suo nome: «Aurelio». Soltanto dopo la sua morte, “il suo amato colle” diventò “Parco A. De Felice” Lì continuano a vivere le sue opere d’arte, tra il verde della Valnerina. Ad Aurelio De Felice è intitolata anche la nostra scuola. Circolo Didattico Statale “Don Milani” - Torre Orsina Scuola Primaria “A. De Felice” - Classi V 27
28 Raccontiamo e Coloriamo il nostro Territorio Agli inizi de1 1900, quando lungo la Valnerina si potevano incontrare soltanto “carretti” trainati da asini e cavalli, comparve un nuovo mezzo di locomozione, che ben presto diventò un grande protagonista: il tram. Grazie alla produzione di elettricità, il tram prendeva energia da un filo e spostandosi sulle rotaie, tracciava un nuovo percorso lungo la Valnerina, all’inizio da piazza Valnerina a Collestatte Piano, poi intorno al 1910, fino a Ferentillo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la linea del tram fu distrutta dai bombardamenti, ma quando venne ripristinata, fu fondamentale anche per l’opera di ricostruzione. Pian piano, aumentando i viaggiatori, aumentarono anche le carrozze. Circolo Didattico Statale “Don Milani” - Torre Orsina I nostri nonni raccontano che, quando erano bambini, si prendeva i I tram per andare a Terni: chi a scuola, chi al lavoro, chi a fare la spesa... I ragazzini facevano a gara per salire vicino al conducente e per poter assistere alle manovre di accelerazione e frenata del mezzo, apertura e chiusura della porta. I più timorosi si sedevano sulle panche di legno e stavano in silenzio stretti stretti, per paura delle brusche frenate e del rumore che facevano le ruote di ferro nei tratti in curva... Quando il tram passava vicino alla Cascata delle Marmore, la paura aumentava, perché da un lato la roccia formava un muro e dall’altro l’acqua scrosciava con violenza: l’attuale galleria non era stata ancora realizzata. 29
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