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SESSANT'ANNI FA - Franco Auci

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6<br />

Nella prima incursione fu possibile recuperare e mettere in salvo i registri di<br />

Stato Civile e il materiale anagrafico, nonché gli incartamenti dei soccorsi militari<br />

(se pure in grave disordine per lo spostamento d’aria), mentre nella seconda offesa<br />

nemica rimasero completamente distrutti tutti i documenti della Ragioneria, della<br />

quale non fu possibile recuparare né un mastro, né un bilancio, né un atto qualsiasi,<br />

e quelli dell’Ufficio Tecnico, situati ambedue all’ultimo piano della residenza<br />

municipale. Furono recuperati invece quasi totalmente gli atti della Segreteria,<br />

dell’Archivio e dell’Ufficio Tributario, sia pure in grave disordine per lo spostamento<br />

d’aria che aveva sconvolto molto materiale.<br />

Di fronte a tale situazione fu provveduto a spostare tutti gli uffici in altra<br />

località più lontana da obiettivi militari e precisamente alla periferia della città,<br />

ma in ambienti assolutamente insufficienti, non presentando la città alcuna disponibilità<br />

migliore.<br />

Ma nuove azioni nemiche anche alla periferia consigliarono di allontanarsi,<br />

e con urgenza, da quelle sedi, e quando appunto stava iniziandosi questo nuovo<br />

trasferimento in altre sedi, come appresso verrò illustrando, ho assunto la gestione<br />

della civica azienda, della quale da lungo tempo mancava il capo. Infatti,<br />

mentre il Podestà, comm. Domenico Piacentino, era assente per malattia dal<br />

settembre 1942 e il Vice Podestà, dott. Carlo Renda, per le sue occupazioni<br />

professionali e per il suo stato di salute, non vi dedicava che un tempo limitatissimo<br />

e saltuario, ogni cura ed ogni responsabilità cadeva sul Segretario Generale,<br />

avv. Luigi Fabbri.<br />

Prima di fare presenti i criteri che hanno consigliato verso quali località<br />

sarebbe stato opportuno trasferire la residenza municipale, occorre rilevare che<br />

degli abitanti del capoluogo, che comprendeva oltre 55.000 unità, tutti completamente<br />

sfollati, oltre 35.000 si sono trasferiti nel vicino comune di Erice, di cui<br />

la frazione di Casa Santa si confonde con la periferia della città di Trapani, il cui<br />

confine, da questo lato, è distinto dall’asse stradale, mentre gli altri 20.000, circa<br />

18.000 hanno trovato dimora nelle frazioni di Trapani e 2 mila si sono trasferiti<br />

in altre città e nel Continente. Quindi solo nel comune di Erice, e possibilmente<br />

non lungi dalle frazioni di Trapani, era necessario trasferire la sede municipale,<br />

tanto più che quelle frazioni non presentavano capacità ricettive per uffici e non<br />

avevano mezzi di comunicazione facili per la popolazione; la scelta fatta dal<br />

Segretario Generale, che in proposito ebbe il benestare dell’Ecc. il Prefetto, di<br />

trasferire la sede municipale in Paparella, frazione di Erice, è da me pienamente<br />

approvata, nonostante che, per l’afflusso in quella frazione della popolazione,<br />

di altri uffici pubblici, di banche, ecc., i locali prescelti, e per la cui occupazione<br />

si è dovuto ricorrere alla requisizione, siano ubicati distanti gli uni dagli altri e<br />

oltre modo limitati e angusti.

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