346 La calligrafia islamica:Layout 1 - Fondazione Internazionale ...
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l’eleganza delle curve<br />
aperte e le accentuate<br />
fioriture sotto le linee.<br />
Per concludere questa<br />
breve panoramica si può<br />
citare la scrittura comunemente<br />
usata, la<br />
riq’a semplice da tracciare<br />
che deriva dalla<br />
naskh ed è quella generalmente<br />
insegnata nelle<br />
scuole.<br />
Un’evoluzione particolare<br />
della <strong>calligrafia</strong><br />
è costituita dai calligrammi<br />
che riconferiscono<br />
un aspetto naturalistico<br />
all’astrazione<br />
calligrafica. Combinando<br />
e intrecciando le parole<br />
scritte gli artisti realizzavano<br />
forme antropomorfe<br />
(un viso, o un<br />
uomo in preghiera), zoomorfe<br />
(leone, uccelli e<br />
comunque creature simboliche)<br />
oppure di oggetti<br />
come una spada o<br />
una moschea. Anche oggi<br />
esistono maestri di scrittura<br />
e di calligrammi e<br />
un esempio attuale e conosciuto<br />
è il logo del<br />
canale televisivo Al Jazeera.<br />
Anche la Basmala, la<br />
formula (“nel nome di<br />
Dio Misericordioso, Misericorde”)<br />
con cui iniziano<br />
quasi tutte le Sure<br />
coraniche e ogni azione<br />
del buon musulmano,<br />
è una formula grandemente<br />
utilizzata nelle<br />
composizioni calligrafiche<br />
di ispirazione floreale<br />
e zoomorfa.<br />
Elegantissimo virtuosismo<br />
calligrafico è la<br />
tughra, cioè la firma o<br />
il sigillo dei sultani ottomani<br />
apposta nei documenti<br />
imperiali. Dalle<br />
semplici forme della<br />
prima tughra, quella di<br />
Orhan I, si arrivò a forme<br />
ben più complesse e raffinate<br />
come quella della<br />
famosa tughra del sultano<br />
Solimano il Magnifico.<br />
<strong>La</strong> <strong>calligrafia</strong> araba, persiana<br />
e turco-ottomana<br />
si collega strettamente<br />
all’arabesco, l’arte geometrica<br />
<strong>islamica</strong>, e le<br />
decorazioni murali sono<br />
analoghe a quelle sulle<br />
pagine dei libri. L’arabesco<br />
si può definire<br />
come quello stile ornamentale<br />
costituito da<br />
elementi calligrafici e/o<br />
motivi geometrici e il<br />
suo nome deriva dal fatto<br />
che da sempre è utilizzato<br />
per la decorazione<br />
delle pareti interne ed<br />
esterne delle moschee.<br />
Costituisce il repertorio<br />
dell’arte <strong>islamica</strong><br />
ed è composto da forme<br />
geometriche o fitoformi<br />
elaborate in modo tale<br />
da trasmettere la gradevole<br />
sensazione di serenità<br />
e bellezza. A chiarire<br />
questo concetto d’arte<br />
aiuta la definizione data<br />
da un maestro sani (artista-artigiano)<br />
della<br />
città di Fez, il quale sostiene<br />
che le forme naturali<br />
si trovano ovunque<br />
e basta copiare per<br />
riprodurle, mentre tutta<br />
un’altra cosa è stilizzare<br />
delle forme, organizzarle<br />
l’una accanto a<br />
l’altra per ottenerne un<br />
armonico intreccio e con<br />
questo rivestire un’intera<br />
parete. Si parte da<br />
un modulo di base, una<br />
foglia o un fiore, cui si<br />
toglie la forma naturale<br />
al fine di rimuovere<br />
ogni sensazione di<br />
debolezza e caducità<br />
emancipandolo a forma<br />
che trasmetta sensazioni<br />
di vita e immortalità.<br />
Elementi della cultura<br />
araba in Italia ed Europa<br />
sono frequenti a<br />
causa delle molteplici<br />
occasioni di incontro e<br />
di scambio. L’architettura,<br />
la letteratura, l’arte<br />
in generale offre tante<br />
occasioni per pensare<br />
al mondo arabo. L’Italia,<br />
in diretto rapporto<br />
col Medio Oriente, non<br />
importava solo merci,<br />
ma anche idee, storie,<br />
pensieri, leggende che<br />
incontrando le nostre<br />
tradizioni hanno prodotto<br />
anche delle geniali<br />
e, a volte, curiose<br />
contaminazioni. Insieme<br />
alle altre espressioni culturali,<br />
anche la <strong>calligrafia</strong><br />
si è introdotta e<br />
mescolata alla nostra<br />
arte anche nei luoghi<br />
meno attesi. Nella Chiesa<br />
di San Nicolò a Lecce,<br />
sono presenti scritte in<br />
lingua araba con lettere<br />
cufiche. Nell’aureola<br />
della Madonna del Trittico<br />
di San Giovenale<br />
del 1422, Masaccio inserisce<br />
una parte della<br />
shahada, cioè la professione<br />
della fede <strong>islamica</strong>:<br />
“Non vi è altro dio al<br />
di fuori di Dio e Maometto<br />
è il suo profeta”,<br />
la frase è scritta alla rovescia,<br />
non si sa se Masaccio<br />
conoscesse l’arabo<br />
Tughra di Solimano il Magnifico<br />
Logo dell’emittente<br />
di lingua araba Al Jazeera<br />
pag. 3<br />
Masaccio: Trittico di San Giovenale (part)<br />
Pieve di S. Pietro, Cascia di Reggello