Il pendolo di Maxwell - Dipartimento di Fisica
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integrale: m∆ v =∫ fi() t dt che ci assicura che la variazione della quantità <strong>di</strong> moto<br />
nell’urto uguaglia l’integrale dell’impulso fidt.<br />
La forza <strong>di</strong> interazione nel nostro caso è pari alla variazione ∆τ della tensione del filo<br />
prodotta dalla “collisione” .<br />
=================<br />
Abbiamo visto già che prima della collisione la tensione vale τ1=mg(1–1/k) e quin<strong>di</strong>,<br />
dato che il sensore misura sempre la tensione τ(t), la variazione della forza elastica che<br />
si sviluppa nell’urto può essere scritta fi(t)=τ(t)–τ1 ≈F(t)–mg, ove F(t) è la forza<br />
misurata dal sensore.<br />
La legge <strong>di</strong> Hooke ci consente <strong>di</strong> scrivere τ=K ∆x, ove K è la costante elastica del<br />
doppio-filo e ∆x l’allungamento. Poichè mg=K∆x1, ove x1 è l’allungamento in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio stabile, possiamo scrivere fi=K∆X, con ∆X=∆x–∆x1.<br />
Se per il momento trascuriamo la rotazione durante l’impulso possiamo considerare il<br />
<strong>pendolo</strong> come un sistema massa-molla, ed aspettarci che il moto sia una oscillazione<br />
armonica la cui pulsazione ω è determinata esclusivamente dalla costante elastica e<br />
dalla massa: ω=√K/m.<br />
In questa approssimazione, ci aspettiamo che la forza <strong>di</strong> interazione (tensione del filo)<br />
abbia anch’essa un andamento all’incirca armonico, e questo ci permette <strong>di</strong> ricavare una<br />
stima <strong>di</strong> K dalla misura della durata dell’impulso ∆t.<br />
Dal grafico <strong>di</strong> figura 8 possiamo stimare ∆t≈0.16 s, e nell’ipotesi fatta poniamo<br />
∆t≈T/2, ove T è il periodo <strong>di</strong> questo moto armonico, ed ω=2π/T =la sua pulsazione.<br />
Questa stima del periodo T≈0.32 s fornisce il valore ω2 =K/m≈400 s –1 , e , nota la<br />
massa m≈0.23 kg, otteniamo la stima <strong>di</strong> K≈90 N/m<br />
Se ora scriviamo per lo spostamento ∆X(t) della massa m dalla posizione x=0 (pari<br />
all’allungamento per effetto della “collisione”) la relazione<br />
∆X(t) = A sinωt = ∆Xmax sinωt, [11]<br />
ove A è l’allungamento massimo del filo, per ricavare la velocità deriviamo rispetto al<br />
tempo ottenendo la relazione<br />
v(t) = Aω cosωt = vmax cosωt [12]<br />
ove Aω è il valor massimo della velocità, che possiamo stimare ancora usando il grafico<br />
<strong>di</strong> figura 8: Aω ≈ 0.1 m/s.<br />
Questo ultimo risultato ci consente <strong>di</strong> stimare il valor massimo dell’allungamento:<br />
A= Aω /ω ≈ 0.1 / 20 =5 mm, valore ragionevole.<br />
Per verificare la atten<strong>di</strong>bilità delle stime fatte sin qui, vale la pena <strong>di</strong> vedere se le misure<br />
<strong>di</strong> accelerazione durante la collisione forniscono risultati compatibili. Deriviamo<br />
rispetto altemo anche la relazione [12], ottenendo:<br />
a(t) = A ω2 sinωt = amax sinωt, [13]<br />
Le nostre stime ci fanno prevedere che il valor massimo della accelerazione dovrebbe<br />
essere amax = A ω2 ≈ 0.005×400 =2 m/s2 . Ebbene dal grafico <strong>di</strong> figura 6 ve<strong>di</strong>amo che<br />
questo è proprio il valore misurato.<br />
La stima che abbiamo fatto per la costante elastica del filo K≈90 N/m può essere ora<br />
confrontata con quella fornita dal valore della forza massima registrato durante la<br />
collisione (τmax≈0.45 N in figura 8) <strong>di</strong>viso per il massimo allungamento stimato<br />
K= τmax/ ∆Xmax ≈ 90 N/m.<br />
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