16.06.2013 Views

RIVISTA 4/00 - Mare Nostrum

RIVISTA 4/00 - Mare Nostrum

RIVISTA 4/00 - Mare Nostrum

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

16<br />

N A V I G A N D O<br />

WIND CUP<br />

Le acque del Poetto come quelle di Auckland. Per otto<br />

giorni, dal 21 al 28 agosto, nello specchio di mare della<br />

“VI fermata” della spiaggia cagliaritana, oltre ottocento<br />

persone hanno sognato le imprese di Luna Rossa. Grazie<br />

alla Wind Cup 2<strong>00</strong>0, infatti, i frequentatori del Poetto e<br />

gli aficionados della tintarella, hanno provato l’emozione<br />

dei match races ( uno contro uno ), la spettacolare<br />

formula adottata in Nuova Zelanda, nell’ultima edizione<br />

della coppa America, la regata più antica del mondo.<br />

Per poter partecipare e sognare le imprese di Francesco<br />

De Angelis e compagni, è bastato compilare un coupon<br />

disponibile nel “beach stadium” del Poetto ( di fronte<br />

all’ippodromo ) che veniva poi sorteggiato dagli organizzatori<br />

per formare ogni giorno gli equipaggi capeggiati da<br />

tre skipper al timone delle imbarcazioni: Andrea Cittadini,<br />

Luca Pelosio e Andrea Barbera. Tre velisti con alle spalle<br />

diverse regate e maratone sul mare, come il giro d’Italia<br />

di Cino Ricci, che hanno insegnato agli improvvisati equipaggi<br />

le basi dei primi segreti dell’andar per mare, prima<br />

in un mini corso in spiaggia, poiin barca durante una vera<br />

e propria regata su un percorso a bastone con la formula<br />

del match race.<br />

A disposizione degli aspiranti velisti due Tom 28, imbarcazioni<br />

di circa otto metri e mezzo, che su scala hanno<br />

tutte le caratteristiche tecniche delle sorelle maggiori<br />

della coppa America. Due scafi molto maneggevoli,<br />

dotati di una randa di 22 metri quadri, di un genoa di<br />

15 e di uno spinnaker di 55, che hanno trovato subito<br />

il consenso di tantissimi giovani, i quali hanno fatto la fila<br />

per riuscire ad essere estratti e poter poi partecipare<br />

ai match races; “Sinceramente, non ci aspettavamo un<br />

successo di queste dimensioni – dice Susanna Molon,<br />

responsabile delle pubbliche relazioni della Wind Cup<br />

– anche se la gente non ha dimenticato le notti magiche<br />

di Luna Rossa, che in primavera ha tenuto svegli milioni<br />

di italiani. I cagliaritani, insomma, hanno scoperto la vela<br />

e gli avvincenti match races sentendosi per circa un’ora<br />

(tanto durava ogni regata) degli skipper. La formula ha<br />

funzionato e torneremo sicuramente anche la prossima<br />

estate”.<br />

La Wind Cup 2<strong>00</strong>0 è approdata a Cagliari dopo aver toccato<br />

altre cinque città italiane: Civitanova Marche, Ostia,<br />

San Benedetto del Tronto, Fregene, Sabaudia. La manifestazione,<br />

che ha preso il via il 24 giugno, si è conclusa nella<br />

spiaggia di Pescara il 24 settembre.<br />

Sergio Casano<br />

N A V I G A N D O<br />

LA MORTE DI FRANCO<br />

FOSSA GRANDE APPASSIO-<br />

NATO DELLA VELA E DEL<br />

MARE<br />

Franco Fossa se ne è andato, ha deciso di lasciarci e la notizia<br />

è arrivata come uno schiaffo sul viso di chi lo aveva<br />

visto, ancora pochi giorni prima, godere del mare, del vento<br />

e della compagnia degli amici sulla barca sulla quale era<br />

ormai da anni protagonista del circo della vela latina, la<br />

Francesca - Asinara Libera. Proprio nell’equipaggio più allegro<br />

e spensierato, è arrivata una tragedia così inaspettata e<br />

incomprensibile. L’Asinara continuerà a veleggiare ma l’allegria<br />

non sarà più la stessa. Abbiamo chiesto un ricordo<br />

a Giancarlo Acciaro, amico di Franco e armatore di Asinara<br />

Libera. (p. a.)<br />

Il soffio di una brezza amica.<br />

Era una giornata d’estate. Il risveglio da una notte passata<br />

tra insonnia e curiosità’: una liberazione!<br />

La quiete notturna attira le aspettative del giorno che sta<br />

per arrivare. Il nervosismo invade la normale vita di un<br />

uomo d’esperienza che tutte le volte prova delle sensazioni<br />

irripetibili e non comuni nella vita quotidiana: e’ il<br />

giorno della regata.<br />

Ogni cosa programmata nei giorni precedenti e’ da rifare:<br />

il ghiaccio non arriva, le cime non vanno bene, l’equipaggio<br />

tarda, la confusione e’ nell’aria.<br />

La tensione aumenta scoprendo il carattere dei nostri<br />

compagni d’avventura che sembrano trasformati da<br />

questo evento.<br />

Gli equipaggi sono eccitati, ma ognuno: timonieri, tattici,<br />

marinai, armatori e zavorre, nascondono la verità’. La<br />

verità’ e’ vincere.<br />

Questa grande esperienza, quella di vincere, che ogni<br />

giorno dell’anno si rinnova negli incontri, nelle letture di<br />

cronache di regate e che ci tiene in allenamento aspettando<br />

la data della sfida.<br />

Eccola la sfida. Si lasciano gli ormeggi, la concentrazione<br />

si fa spazio, gli uomini ritrovano le proprie conoscenze, le<br />

proprie esperienze marinare. A bordo si respira aria di<br />

regata: le manovre sono automatiche, gli sguardi ordini, il<br />

controllo degli avversari vangelo.<br />

Tutto e’ ormai vero, tutto e’ vita. Si parte finalmente.<br />

L’imbarcazione comincia a rispondere alle sollecitazioni<br />

delle manovre di mani esperte che cazzano e lascano<br />

scotte e drizze; regolano fiocchi e rande che sembrano<br />

rispondere a rumori e vibrazioni dello scafo. Equipaggio e<br />

imbarcazione sono un’unica armonia. Sembrerebbero da<br />

sempre integrati uno con l’altra per vincere il vento, per<br />

vincere il concorrente, per vincere la sfida.<br />

Le boe sono in lontananza, il vento non ci aiuta, la stanchezza<br />

comincia a subentrare all’entusiasmo, l’equipaggio<br />

comincia a sbandare. Qualcuno pensa già’ a ritirarsi, ma<br />

e’ difficile convincere tutti. Lo spirito di corpo, la convinzione<br />

di potercela fare, recuperano anche chi per un<br />

istante vorrebbe abbandonare ed ecco che una leggera<br />

brezza che sembra aver sentito le nostre invocazioni, ci<br />

viene in aiuto facendo rivibrare l’entusiasmo e restituendoci<br />

più forza e coraggio.<br />

E’ cosi’ via, più’ carichi di prima, più’ agguerriti di prima, per<br />

concludere la sfida, per vincere.<br />

Finalmente si taglia il traguardo: non siamo primi.<br />

La sfida forse non era vincere, ma il confronto con gli<br />

altri, il confronto con la natura, la forza di esistere in<br />

mezzo agli altri con i propri mezzi, le proprie capacita’<br />

e la propria umiltà’ per poter apprendere e migliorarsi.<br />

Vivere.<br />

Franco era uno di noi, un marinaio regatante, ma soprattutto<br />

un amico disponibile ed altruista. Forte da poter<br />

imporre il suo volere, ma umile nell’accettare il parere<br />

degli altri. Questo era Franco, con il suo sorriso e la<br />

sua stazza che rassicurava tutti e che ci incoraggiava ad<br />

andare avanti.<br />

Mai ultimo nel tendere la mano, mai ultimo nel capire gli<br />

altri.<br />

Però Franco, questa volta ha voluto regatare da solo: il<br />

vento e’ calato, la stanchezza e’ aumentata, uno sbandamento<br />

ed il traguardo si e’ fatto più’ lontano, gli altri sembravano<br />

più’ bravi e veloci. Imprendibili.<br />

Neppure un soffio di quella flebile brezza amica. Non<br />

abbiamo sentito le sue invocazioni, le sue speranze e non<br />

abbiamo potuto rispondere.<br />

Così Franco si e’ ritirato. Così Franco ha abbandonato la<br />

sfida. Cosi’ tutti noi ci sentiamo sconfitti.<br />

Giancarlo Acciaro<br />

17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!