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01 Prel_mnn 08:_v - Teatro del Giglio di Lucca

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Non ha finito <strong>di</strong> pronunciare il nome desiato, che quello appare sulla soglia.<br />

Ed ella come se ne accorge? «Manon lo vede nello specchio e lancia<br />

un grido»; poi «va per slanciarsi, ma barcolla e s’appoggia a una poltrona».<br />

Ve<strong>di</strong>amo adesso Puccini:<br />

MANON (corre a prendere un piccolo specchio sul tavolo, e si guarda contenta)<br />

Oh, sarò la più bella! […]<br />

(Des Grieux appare alla porta. […] Manon gli corre incontro […].)<br />

Anche il duetto pacificatore, almeno nella posizione e in certe frasi imprescin<strong>di</strong>bili<br />

(tant’è vero che s’incontrano anche in Massenet), 39 rientra nella<br />

casistica <strong>del</strong> ‘furto’, così come l’episo<strong>di</strong>o, imme<strong>di</strong>atamente successivo, <strong>del</strong>lo<br />

specchio (accolto anche in Carmouche-de Courcy): vittima <strong>del</strong> paragone<br />

con il Cavaliere là è Synnelet, qui Geronte.<br />

L’atto <strong>del</strong>l’Havre dopo l’intervento <strong>di</strong> Illica, si afferma come il più autonomo<br />

e originale; non nella fase iniziale però, come <strong>di</strong>mostrano queste<br />

righe <strong>di</strong> Oliva risalenti al 1890 (ve<strong>di</strong> nota 5):<br />

Eccoti la seconda parte <strong>del</strong> terzo atto […]. Il canto interno <strong>del</strong>le prostitute doveva<br />

essere una canzone bacchica, quasi oscena: invece […] i canti <strong>di</strong> coteste<br />

<strong>di</strong>sgraziate sono sempre vagamente sentimentali40 […]. Quin<strong>di</strong> ho gettato così<br />

un frammento <strong>di</strong> canzone triste […].<br />

Queste ‘voci <strong>di</strong> dentro’ allo schiudersi <strong>del</strong> sipario, poi cassate, provengono<br />

dai luoghi corrispondenti <strong>di</strong> Barrière (Atto IV) e <strong>di</strong> Massenet (Atto V).<br />

39 Barrière: «(Ella gli prende la mano.) “A che pro stringermi la mano?” […] “Guardami;<br />

non sono più bella?”»; Massenet: «Non è più la mia mano che questa mano stringe?<br />

[…] Non sono più io? […] Ah! Guardami!»; Puccini: «Son forse | <strong>del</strong>la Manon d’un<br />

giorno | meno piacente e bella?»; come precisa la Disposizione scenica per l’opera «Manon<br />

Lescaut» <strong>di</strong> Giacomo Puccini compilata da Giulio Ricor<strong>di</strong>, Ricor<strong>di</strong>, Milano s.d. [1893], numero<br />

e<strong>di</strong>toriale 96457 (per <strong>di</strong>sposizione scenica s’intende una specie <strong>di</strong> manuale per la regìa<br />

introdotto in Italia a cominciare dalla metà <strong>del</strong> secolo, sul mo<strong>del</strong>lo dei livrets de mise<br />

en scène francesi): «Des Grieux esclamando: Oh! tentatrice, fa un gesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione poi<br />

lascia cadere le braccia. Manon ne approfitta per prendergli fra le sue la mano sinistra<br />

[…]». Da tenere a mente, però, l’osservazione <strong>di</strong> Guido Paduano: «in Puccini, la funzione<br />

protagonistica [all’interno <strong>del</strong> duetto] è spostata sulla donna. […] Puccini va […] vicino<br />

alla <strong>di</strong>sperazione emotiva <strong>del</strong> protagonista prévostiano, mutandone semplicemente<br />

il soggetto […]». GUIDO PADUANO, Tu, tu, amore, tu, in ID., Il giro <strong>di</strong> vite. Percorsi <strong>del</strong>l’opera<br />

lirica, La Nuova Italia, Scan<strong>di</strong>cci (Firenze) 1992, pp. 187-2<strong>08</strong> (già pubblicato su<br />

«Nuovi Argomenti», 9 – III s. –, gennaio-marzo 1984, pp. 117-25). Paduano è tornato<br />

sull’argomento con Massenet e Puccini: il riso e la passione <strong>di</strong>sperata, in Manon Lescaut,<br />

programma <strong>di</strong> sala, Milano 1998, pp. 137-57, ora in ID., Come è <strong>di</strong>fficile esser felici. Amore<br />

e amori nel teatro <strong>di</strong> Puccini, ETS, Pisa 2004.<br />

40 Evidentemente Oliva doveva possedere una conoscenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> quel mondo, ivi<br />

incluse visite alle ‘case’ in orario <strong>di</strong> chiusura, quando cioè è più probabile che le «<strong>di</strong>sgraziate»<br />

si lasciassero andare alla loro vena patetica.<br />

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