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01 Prel_mnn 08:_v - Teatro del Giglio di Lucca

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troppo spiegate), modulando a si bemolle maggiore (la tonalità <strong>di</strong> Manon),<br />

il canto ammaliatore <strong>del</strong> chiostro («Non è più la mia mano che questa mano<br />

stringe») mette la parola fine allo spartito. L’immagine conclusiva è quella,<br />

per citare il Musset <strong>di</strong> Namouna, ripreso da Meilhac e Gille nell’Atto IV,<br />

<strong>del</strong>la «sphinx étonnant, véritable sirène». I punti <strong>di</strong> contatto con Barrière saltano<br />

agli occhi: gli ‘autoimprestiti’ che procedono da I e III Atto, gli stessi<br />

luoghi in cui s’incontra la canzone-simbolo <strong>del</strong> dramma, «Tutto è falciato»;<br />

l’anelito alla redenzione, l’impasto <strong>di</strong> seduzione e tenerezza che sostanzia<br />

l’infelice creatura. Salvo il marginalissimo, ininfluente accenno al <strong>di</strong>amante,<br />

non v’è traccia <strong>del</strong>la Manon avida <strong>di</strong> piaceri. La possiamo tranquillamente<br />

arruolare nel rango <strong>del</strong>le peccatrici pentite.<br />

In Puccini l’Atto IV è tratteggiato come una marcia funebre scenica, nella<br />

quale un cromatismo congesto si dà la mano colla sfumatura modale <strong>di</strong><br />

parecchi squarci (uno per tutti, «Sola… perduta, abbandonata…»), ritorni<br />

e invenzioni ad hoc s’intonano al <strong>di</strong>apason d’un’angoscia opprimente.<br />

Un impianto <strong>di</strong> esemplare chiarezza assicura il massimo rilievo a questa<br />

densità emozionale e linguistica: la forma perfettamente tripartita, con i<br />

duetti ai lati e un assolo, anch’esso tripartito (almeno nella prima versione<br />

<strong>del</strong>l’opera), al centro, poggia su tre piloni tonali, fa <strong>di</strong>esis minore-fa minore-fa<br />

<strong>di</strong>esis minore, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> seconda minore; lo stesso intervallo che<br />

contrad<strong>di</strong>stingue la variante <strong>del</strong>la sigla <strong>di</strong> Manon impiegata a più riprese<br />

durante l’atto, accanto alla lezione originale con la seconda maggiore (Atto<br />

I: «Ma-non [re-do] Lescaut mi chiamo»). 44<br />

Il Puccini non si è fuorviato alla ricerca <strong>del</strong> color locale, egli ha compreso che<br />

il dramma in quel momento era e doveva essere essenzialmente psicologico<br />

[…]. Quattro superbe battute orchestrali gli bastano per addentrare lo spettatore<br />

nella landa sterminata […]. Manon muore, <strong>di</strong> nuovo le quattro battute<br />

<strong>del</strong>l’introduzione nella identica tonalità ritornano a richiamare l’idea <strong>del</strong>l’infinito<br />

e la parentesi è chiusa […].<br />

Competenza e acume s’uniscono nel resoconto dettato alla «Gazzetta Piemontese»<br />

<strong>del</strong> 2-3 febbraio 1893 da Giuseppe Depanis, critico e impresario<br />

torinese, amico fraterno <strong>di</strong> Alfredo Catalani (compositore come Puccini,<br />

lucchese come Puccini, e <strong>di</strong> Puccini gelosissimo). Due accor<strong>di</strong> minori<br />

44 Degno <strong>di</strong> nota il fatto che il più antico abbozzo musicale <strong>di</strong> Manon Lescaut a noi<br />

noto (datato «7bre [18]89»: già presso l’Accademia Filarmonica <strong>di</strong> Bologna, la sua ubicazione<br />

attuale dovrebbe essere la Villa Puccini a Torre <strong>del</strong> Lago) presenti, in corrispondenza<br />

<strong>del</strong> nome «Manon», un intervallo <strong>di</strong> seconda minore (per giunta, ascendente e non<br />

<strong>di</strong>scendente), e non maggiore. Se ne veda la riproduzione in LUIGI VERDI, Schizzi e abbozzi<br />

autografi <strong>del</strong>la «Manon Lescaut» <strong>di</strong> Puccini: tra Torre <strong>del</strong> Lago e Bologna, in Florilegium<br />

musicae. Stu<strong>di</strong> in onore <strong>di</strong> Carolyn Granturco, a cura <strong>di</strong> Patrizia Ra<strong>di</strong>cchi, Michael<br />

Burden, ETS, Pisa 2004, pp. 239-55: 243.<br />

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