1° Rapporto sugli archivi universitari - Università degli Studi di Padova
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L’idea <strong>di</strong> un rapporto generale non poteva però non essere accompagnata dalla<br />
collaborazione del personale delle università italiane. Per questo motivo, si è deciso<br />
<strong>di</strong> operare in due fasi <strong>di</strong>stinte ma integrate: in un primo tempo <strong>di</strong> mettere a<br />
<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti le informazioni raccolte dalle Soprintendenze <strong>archivi</strong>stiche<br />
nel corso <strong>degli</strong> anni stampando, con i dati così raccolti, una bozza provvisoria del<br />
rapporto; in un secondo tempo, raccolte le osservazioni, le mo<strong>di</strong>fiche e le integrazioni<br />
dei <strong>di</strong>retti interessati, pubblicando il <strong>Rapporto</strong> vero e proprio.<br />
Le schede che qui si presentano, nella forma <strong>di</strong> un pre-print, intendono dunque<br />
offrire all’attenzione dei responsabili delle università, <strong>degli</strong> storici, <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>osi<br />
<strong>di</strong> <strong>archivi</strong>stica, dei funzionari delle Soprintendenze, un primo risultato delle indagini<br />
promosse dal gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento del progetto <strong>Stu<strong>di</strong></strong>um 2000, con<br />
l’intento <strong>di</strong> munirsi, innanzitutto, <strong>di</strong> uno strumento operativo per la realizzazione<br />
del progetto e, allo stesso tempo, porre le basi per un futuro, più preciso, esaustivo<br />
ed organico censimento.<br />
Tali schede, pre<strong>di</strong>sposte dal Gruppo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento ed inviate a tutte le Soprintendenze<br />
<strong>archivi</strong>stiche, sono state compilate in massima parte dagli ispettori<br />
delle stesse, talvolta <strong>di</strong>rettamente dal personale delle università, in qualche caso<br />
integrate dai coor<strong>di</strong>natori nazionali.<br />
Nell’inviare le schede, si è cercato <strong>di</strong> sottolineare il carattere <strong>di</strong> “prima indagine”<br />
che connotava il lavoro. Si è insistito perché venissero forniti i dati comunque<br />
posseduti, pur se incompleti o parziali e anche se compilati con voci vaghe o non<br />
prese in considerazione.<br />
Comunque sia, il panorama che emerge da questo primo approccio sistematico è<br />
estremamente <strong>di</strong>versificato, fedele (e, in alcuni casi, crudele) specchio <strong>di</strong> una realtà<br />
purtroppo se<strong>di</strong>mentatasi nel tempo. Le schede contengono informazioni molto<br />
spesso <strong>di</strong>somogenee, come <strong>di</strong>somogenea è la situazione sul territorio. A fianco <strong>di</strong><br />
<strong>Università</strong> che hanno avviato da qualche tempo organici interventi <strong>di</strong> recupero<br />
del patrimonio documentario ve ne sono altre rispetto alle quali il compilatore<br />
della scheda non ha potuto che alzare le mani, sconfitto (per il momento). Più<br />
frequentemente, si è potuto solo dar conto <strong>di</strong> metri lineari, scatoloni, e via <strong>di</strong>cendo.<br />
Talvolta la prima impressione, o la prima risposta ricevuta chiedendo notizie<br />
ai responsabili <strong>degli</strong> Atenei, lasciava pensare che tutte le carte fossero andate<br />
perdute: un esame più accurato ha spesso portato a scoprire patrimoni sconosciuti.<br />
È motivo <strong>di</strong> un qualche orgoglio constatare i positivi risultati — verificati sul<br />
campo proprio con questa richiesta <strong>di</strong> informazioni — dei lavori <strong>di</strong> or<strong>di</strong>namento<br />
già intrapresi. Laddove <strong>Stu<strong>di</strong></strong>um 2000 è già <strong>di</strong>ventato una realtà operante i dati<br />
sono più sicuri, più completi anche se, magari, ancora settoriali.<br />
Sono state date alcune scarne in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> lavoro: censire i dati complessivi <strong>di</strong><br />
consistenza, fornendo gli estremi cronologici e, quando possibile, articolare le informazioni<br />
per unità <strong>archivi</strong>stiche (buste, registri, volumi); segnalare la presenza<br />
<strong>di</strong> <strong>archivi</strong> aggregati, inserire in nota ogni osservazione ritenuta utile e pertinente.<br />
A questo proposito, va detto che quello <strong>degli</strong> <strong>archivi</strong> aggregati è apparso imme<strong>di</strong>atamente<br />
un settore <strong>di</strong> notevole rilievo: in particolare, è emersa con evidenza<br />
(anche se sostanzialmente il fenomeno era già noto) la significativa presenza <strong>di</strong><br />
carte personali <strong>di</strong> ricercatori, docenti, stu<strong>di</strong>osi. La bibliografia è, in larga misura,<br />
quella in<strong>di</strong>cata dai compilatori delle schede, con la segnalazione ulteriore, aggiunta<br />
dal gruppo <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e saggi complessivi e repertori ormai “classici”.<br />
La sfida — e questo è il nostro impegno — è quella <strong>di</strong> trasformare questi primi dati<br />
“sparsi” in un organico rapporto <strong>sugli</strong> <strong>archivi</strong> storici delle <strong>Università</strong> italiane. Il<br />
8<br />
<strong>1°</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>sugli</strong> <strong>archivi</strong><br />
delle università italiane