In vista del nuovissimo protocollo d'intesa, le - Club Alpino Italiano
In vista del nuovissimo protocollo d'intesa, le - Club Alpino Italiano
In vista del nuovissimo protocollo d'intesa, le - Club Alpino Italiano
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
EDITORIA Quando <strong>le</strong> carte raccontano<br />
Care, dolci Grandi Alpi<br />
Si apre con il Monviso, come<br />
appare nei mappamondi<br />
medioevali, la seconda parte di<br />
una ricerca senza precedenti in<br />
cui gli studiosi milanesi Laura e<br />
Giorgio Aliprandi affrontano la<br />
tematica <strong>del</strong>la cartografia<br />
specialistica alpina mettendo in<br />
luce nel volume “Le Grandi Alpi<br />
nella cartografia 1482 - 1885”<br />
un fatto interessante: ogni<br />
massiccio di questo settore<br />
<strong>del</strong><strong>le</strong> Alpi possiede fino al 1700<br />
una storia individua<strong>le</strong> dove<br />
determinanti sono stati i fattori<br />
militari e commerciali. <strong>In</strong> queste<br />
pagine Lo Scarpone incontra<br />
Laura e Giorgio arrivati al<br />
termine <strong>del</strong>la loro fatica:<br />
recuperando dal libro, e<br />
offrendolo ai <strong>le</strong>ttori per genti<strong>le</strong><br />
concessione, un capitolo<br />
affascinante, quello che<br />
riguarda il Buco di Viso, primo<br />
traforo realizzato sul<strong>le</strong> Alpi in<br />
epoca medieva<strong>le</strong>.<br />
10 - LO SCARPONE, APRILE 2008<br />
Cicatrici <strong>del</strong>la storia. Con questo termine<br />
vagamente beffardo sono<br />
stati indicati i confini politici da un<br />
parlamentare francese. Erano gli<br />
anni Sessanta, e l’Europa rappresentava<br />
una realtà ancora segnata da chilometriche<br />
cicatrici ben prima che, con il nuovo<br />
mil<strong>le</strong>nnio, <strong>le</strong> barriere cadessero lasciando<br />
il posto a quel<strong>le</strong> frontiere culturali e identitarie<br />
che ogni comunità custodisce gelosamente.<br />
“Il confine fa parte <strong>del</strong>la mentalità<br />
umana, non si può ignorarlo, qualunque<br />
sia la realtà politica”, spiega ora il<br />
professor Giorgio Aliprandi, clinico illustre,<br />
giunto al termine di una fantastica<br />
cavalcata editoria<strong>le</strong> tra mil<strong>le</strong> confini compiuta<br />
in perfetta sintonia con la moglie<br />
Laura. Risultato di una vita di ricerche<br />
sono i due bellissimi volumi dedicati al<strong>le</strong><br />
“Grandi Alpi nella cartografia” editi da<br />
Priuli & Verlucca con uno straordinario<br />
apparato illustrativo. Racchiusi in cofanetti,<br />
<strong>le</strong> centinaia di carte che i volumi<br />
contengono si prestano ad appassionanti<br />
ri<strong>le</strong>tture e a minuziose analisi, magari<br />
armandosi preventivamente di una <strong>le</strong>nte<br />
d’ingrandimento. Il secondo e più recente<br />
volume ancora fresco di stampa riguarda<br />
il periodo 1482-1885 con riferimento al<br />
Monviso, al Piccolo San Bernardo, al<br />
Gran San Bernardo, al Monte Bianco, al<br />
Cervino, al Monte Rosa, al Gran Paradiso.<br />
Come è iniziata, pro-<br />
fessore, questa avventura?<br />
“<strong>In</strong> modo quasi casua<strong>le</strong>.<br />
Attratti irresistibilmente<br />
dal<strong>le</strong> testimonianze<br />
<strong>del</strong>la cultura alpina,<br />
abbiamo deciso di<br />
col<strong>le</strong>zionare antiche<br />
mappe sin dal 1970,<br />
orientandoci sul<strong>le</strong><br />
Grandi Alpi che corrispondono<br />
grossomodo<br />
con la parte occidenta<strong>le</strong><br />
<strong>del</strong>l’arco alpino. Non ci<br />
siamo resi conto, lì per<br />
lì, che questa passione<br />
ci avrebbe condotto ad<br />
affrontare un’impresa molto ambiziosa,<br />
ai limiti <strong>del</strong>la follia, trasformandoci in<br />
cartografi storici e scrivendo una storia<br />
<strong>del</strong><strong>le</strong> Alpi origina<strong>le</strong> in quanto considerata<br />
da una visua<strong>le</strong> insolita, la cartografia,<br />
mai prima affrontata”.<br />
Sfogliamo con gli<br />
autori il secondo<br />
volume sul<strong>le</strong> “Grandi<br />
Alpi nella cartografia”<br />
edito da Priuli &<br />
Verlucca con uno<br />
straordinario apparato<br />
illustrativo dedicato ai<br />
grandi massicci<br />
montuosi dal Monviso<br />
al Monte Rosa<br />
Non sono mancati i riconoscimenti…<br />
“Il progetto è partito all’inizio di questo<br />
secolo e nel 2005 è stato pubblicato il<br />
primo dei due volumi dedicato alla cartografia<br />
alpina (Premio<br />
Gambrinus 2006). Passata<br />
l’euforia, non abbiamo<br />
riposato sugli allori e,<br />
basandoci sul<strong>le</strong> 500 carte<br />
consultate, suddivise in<br />
e<strong>le</strong>nchi settoriali, oggi ci<br />
siamo concessi anche<br />
questo secondo volume”.<br />
Avete seguito una<br />
linea-guida?<br />
“La nostra”, spiegano<br />
all’unisono Laura e<br />
Giorgio, “non è un’interpretazione<br />
statica <strong>del</strong><strong>le</strong><br />
antiche carte geografiche,<br />
un arido e<strong>le</strong>nco di toponimi.<br />
E’ invece una visione<br />
dinamica <strong>del</strong>la cartografia inserita nel<br />
contesto storico <strong>del</strong> territorio alpino,<br />
dove i protagonisti sono gli uomini che<br />
hanno attraversato i colli e salito <strong>le</strong> montagne<br />
dimostrando che <strong>le</strong> Alpi, malgrado<br />
siano un terreno inospita<strong>le</strong>, sono sempre