In vista del nuovissimo protocollo d'intesa, le - Club Alpino Italiano
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TESTIMONIANZE Nives Meroi e Romano Benet scrivono allo Scarpone<br />
Quella notte sull’Everest<br />
Sull’episodio di altruismo che,<br />
come è stato riferito in gennaio<br />
sullo Scarpone (“Sopravvissuto!”,<br />
pagina 9), ha contribuito a<br />
pregiudicare la salita all’Everest<br />
<strong>del</strong>l’alpinista nonché guida alpina<br />
di Macugnaga Fabrizio Manoni -<br />
costringendolo a un prob<strong>le</strong>matico<br />
bivacco a 8600 m - riceviamo e<br />
vo<strong>le</strong>ntieri pubblichiamo una lunga<br />
messa a punto dei suoi compagni<br />
di avventura Nives Meroi e<br />
Romano Benet. Va precisato che i<br />
due accademici tarvisiani hanno<br />
inviato questa loro testimonianza<br />
alla redazione il 19 febbraio dal<br />
campo base <strong>del</strong> Makalu tramite<br />
raccomandata, con l’invito a<br />
“vo<strong>le</strong>r pubblicare quanto prima<br />
con debito spazio”.<br />
Aquesto punto ai falsi, al<strong>le</strong> accuse<br />
immotivate e al<strong>le</strong> allusioni siamo<br />
ormai abituati. Dai presunti<br />
dubbi sulla nostra salita alla cima<br />
<strong>del</strong> Dhaulagiri, falsamente attribuiti a<br />
Miss Haw<strong>le</strong>y (vedi Alp Wall) e da <strong>le</strong>i<br />
direttamente smentiti; al<strong>le</strong> accuse di<br />
esserci a torto attribuiti la cima principa<strong>le</strong><br />
<strong>del</strong>lo Shisha Pangma, cima ampiamente<br />
dimostrata e ufficialmente confermata<br />
anche dal Eberhard Jurgalski, statistico<br />
di questa montagna; adesso siamo arrivati<br />
all’accusa, per ‘bramosia <strong>del</strong>la cima’,<br />
di aver omesso soccorso all’alpinista che<br />
aveva freddo al<strong>le</strong> mani.<br />
Questi i fatti.<br />
Ore 22 circa <strong>del</strong> 16 maggio 2007.<br />
Everest-versante nord, a 8100 m circa.<br />
Siamo in tenda, nostro ultimo campo<br />
nella salita, e ci stiamo preparando per<br />
tentare di raggiungere la cima <strong>del</strong>la montagna:<br />
Fabrizio Manoni, Romano ed io.<br />
Partiti dal campo base avanzato il 14<br />
maggio, siamo saliti direttamente al<br />
campo 2, a 7600 m circa; il giorno successivo<br />
abbiamo smontato il campo e<br />
abbiamo proseguito sin qui, a 8100 m<br />
circa, su un piccolo scalino ghiaioso a<br />
"metà strada" fra <strong>le</strong> ultime propaggini <strong>del</strong><br />
campo 2 a 7900 m circa e gli inizi <strong>del</strong><br />
campo 3, a 8300 m circa.<br />
28 - LO SCARPONE, APRILE 2008<br />
Abbiamo scelto questo punto di bivacco<br />
perchè, essendo 200 m circa più<br />
basso <strong>del</strong>la quota <strong>del</strong>l’ultimo campo, ci<br />
avrebbe permesso di sopportarne un pò<br />
meglio la permanenza, dato che - come<br />
sempre per quel che riguarda me e<br />
Romano - stiamo sa<strong>le</strong>ndo senza l’ausilio<br />
<strong>del</strong><strong>le</strong> bombo<strong>le</strong> di ossigeno e senza il supporto<br />
dei portatori d’alta quota.<br />
Eravamo arrivati qui dunque nel primo<br />
pomeriggio <strong>del</strong> 15 maggio con il programma<br />
di riposare qualche ora, rifocillarci<br />
e poi, intorno a mezzanotte, lasciare<br />
la tenda per tentare la salita alla cima.<br />
Purtroppo il nostro programma era saltato<br />
già nel tardo pomeriggio quando<br />
aveva iniziato a nevicare e si era alzato il<br />
vento. <strong>In</strong> quel<strong>le</strong> condizioni raggiungere<br />
la cima sarebbe stato possibi<strong>le</strong> solamente<br />
con <strong>le</strong> bombo<strong>le</strong> di ossigeno (come poi<br />
è avvenuto ad opera <strong>del</strong>la spedizione<br />
guidata da Kari Kob<strong>le</strong>r).<br />
Avevamo quindi dovuto affrontare un<br />
giorno di attesa, fermi a 8100 m. A chi<br />
non se ne intende suggeriamo di chiedere<br />
spiegazioni a un medico fisiologo su<br />
quali siano <strong>le</strong> condizioni di sopravvivenza<br />
per un organismo oltre gli 8000 m, e<br />
qua<strong>le</strong> sia la differenza con una persona<br />
che, nel<strong>le</strong> medesime condizioni, fa uso<br />
<strong>del</strong><strong>le</strong> bombo<strong>le</strong> di ossigeno.<br />
Avevamo dunque aspettato un giorno<br />
intero a 8000 m e la sera avevamo nuovamente<br />
iniziato i preparativi per il<br />
nostro tentativo. Preparativi che nei due<br />
metri quadri scarsi <strong>del</strong>la tenda sono estenuanti<br />
e interminabili visto il numero di<br />
cose da fare e l’ingombro <strong>del</strong>l’attrezzatura<br />
d’alta quota. Per questo, negli anni,<br />
Romano e io abbiamo elaborato una<br />
strategia semplice ma funziona<strong>le</strong>: ci si<br />
prepara uno per volta, si esce dalla tenda<br />
e si inizia subito a salire per non disperdere<br />
immediatamente il "calore" <strong>del</strong><br />
sacco a pelo.<br />
Il primo a uscire è stato Fabrizio<br />
Manoni, poi toccava a me e infine a<br />
Romano. Da fuori Manoni ci informa che<br />
c’è una donna che lamenta di aver freddo<br />
al<strong>le</strong> mani. La donna sta sa<strong>le</strong>ndo con <strong>le</strong><br />
bombo<strong>le</strong> di ossigeno, insieme a due<br />
uomini anche loro con l’ossigeno, e<br />
hanno da poco lasciato <strong>le</strong> loro tende a<br />
7900 m.<br />
Manoni ci riferisce tutto questo e ci<br />
dice che <strong>le</strong>i gli sta chiedendo di scaldar-<br />
<strong>le</strong> <strong>le</strong> mani. Noi dentro la tenda continuiamo<br />
con i preparativi e facciamo presente<br />
a Manoni tutti i punti <strong>del</strong>la questione:<br />
la donna ha l’ossigeno mentre lui no,<br />
loro hanno da poco lasciato <strong>le</strong> proprie<br />
tende, tutti e tre hanno l’ossigeno, scaldando<strong>le</strong><br />
<strong>le</strong> mani lui avrebbe perso calore,<br />
l’alpinista non è evidentemente in<br />
pericolo di vita, sarebbe stato sufficiente<br />
per la donna aprire l’erogatore <strong>del</strong>la<br />
bombola a 4 litri al minuto per avere un<br />
immediato calore in tutto il corpo, e infine<br />
a due metri dalla nostra tenda c’era la<br />
tenda, in quel momento vuota, <strong>del</strong>la spedizione<br />
dei bergamaschi.<br />
Niente. Nonostante tutto questo<br />
Manoni dice di vo<strong>le</strong>r<strong>le</strong> scaldare <strong>le</strong> mani;<br />
non sappiamo se i suoi due compagni<br />
fossero con <strong>le</strong>i perché quando esco dalla<br />
tenda dei tre alpinisti non c’è traccia.<br />
Preciso che non abbiamo mai saputo, né<br />
in quel frangente, né a spedizione terminata,<br />
chi fossero queste persone.<br />
Manoni dice solo che si è raffreddato <strong>le</strong><br />
mani, che intende fermarsi un attimo per<br />
scaldarsi e poi venire in su.<br />
Visto che sta bene e deve solo scaldarsi<br />
un po’ noi partiamo.<br />
Il freddo è ugua<strong>le</strong> per tutti. Io stessa<br />
rientrerò al campo base con principi di<br />
congelamento sia ai piedi che al<strong>le</strong> mani.<br />
E se io, come riferisce l’articolo, “mi<br />
sono limitata a dire” che Manoni non ha<br />
potuto tentare la cima a causa <strong>del</strong> freddo<br />
è perché ciò corrisponde a quanto da lui<br />
stesso ripetutamente dichiarato.<br />
Saliti in cima Romano e io abbiamo iniziato<br />
la discesa e visto che io non riprendevo<br />
la sensibilità ai piedi e al<strong>le</strong> mani<br />
abbiamo deciso di scendere direttamente<br />
fino al campo base.<br />
A 8500 m circa abbiamo incrociato<br />
Manoni insieme con Pierangelo<br />
Maurizio. <strong>In</strong>sieme avevano deciso di salire<br />
in vetta. <strong>In</strong> quel momento il tempo era<br />
peggiorato, nevischiava. Romano ha<br />
chiesto per ben due volte a Manoni se<br />
era sicuro di vo<strong>le</strong>r continuare visto il<br />
tempo atmosferico e l’ora tarda<br />
(Maurizio aveva l’ossigeno). Manoni<br />
risponde che sta bene e che vuo<strong>le</strong> tentare.<br />
Noi proseguiamo la discesa e arrivati<br />
alla tenda recuperiamo il nostro materia<strong>le</strong><br />
e lasciamo la tenda con gas e viveri<br />
per Manoni (ci dirà lui stesso al campo<br />
base di averne fatto uso offrendo anche