In vista del nuovissimo protocollo d'intesa, le - Club Alpino Italiano
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alpinisti sia a popolazioni himalayane<br />
che vivono lassù, dove il salire in quota<br />
si accompagna a perdite di efficienza<br />
che appena duecento metri più in alto<br />
<strong>del</strong>l’Everest sarebbero totali impedendo<br />
qualsiasi azione. Gli alpinisti simili ad<br />
at<strong>le</strong>ti? Tutt’altro, ha spiegato l’anziano<br />
scienziato, se è vero che sulla scorta di<br />
una prova riguardante la potenza aerobica,<br />
Reinhold Messner è risultato l’ultimo<br />
di sei auorevoli “cavie”, comunque ben<br />
al sotto <strong>del</strong>la potenza espressa da comuni<br />
maratoneti.<br />
“E’ la conferma”, ha commentato il<br />
presidente Salsa, “che l’alpinismo non<br />
può essere considerato uno sport, argomento<br />
su cui si dibatte e ci si divide fin<br />
dalla fondazione dei club alpini confondendo<br />
di frequente tecniche di scalata e<br />
tecnicismo. Senza contare che <strong>le</strong> emozioni<br />
provate nella scalata rappresentano<br />
sempre un fatto individua<strong>le</strong>, mentre<br />
<strong>le</strong> reazioni all’ambiente osti<strong>le</strong> corrispondono<br />
a visioni culturalmente ordinate,<br />
come dimostrano <strong>le</strong> ricerche effettuate<br />
sul campo”.<br />
Le giornate di Pisa su cui occorrerà<br />
riferire con maggiore comp<strong>le</strong>tezza,<br />
hanno portato alla ribalta altri protagonisti<br />
<strong>del</strong>la sopravvivenza in ambienti<br />
estremi, indispensabili soggetti per i<br />
quaranta scienziati che hanno partecipato<br />
a questa ecceziona<strong>le</strong> maratona: gente<br />
<strong>del</strong>la tempra di A<strong>le</strong>x Bellini, il montanaro<br />
<strong>del</strong>l’Aprica impegnato in una traversata<br />
dal Perù all’Australia a colpi di remi,<br />
<strong>del</strong>l’esploratore Miche<strong>le</strong> Pontrandolfo in<br />
L’intervento <strong>del</strong> presidente genera<strong>le</strong><br />
Dopo avere manifestato viva soddisfazione per i risultati <strong>del</strong>l’incontro internaziona<strong>le</strong><br />
sui limiti <strong>del</strong>la fisiologia, così si è espresso il 28 febbraio nella sede <strong>del</strong> Consiglio<br />
naziona<strong>le</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong> ricerche a Pisa il presidente genera<strong>le</strong> <strong>del</strong> CAI.<br />
Sono più che mai convinto che il <strong>Club</strong> <strong>Alpino</strong> <strong>Italiano</strong> debba oggi tornare allo<br />
spirito <strong>del</strong><strong>le</strong> origini, riprendendo con convinzione il suo proficuo dialogo con<br />
la comunità scientifica. Nell’incontro di Pisa, scienza ed esperienze soggettive<br />
si sono più volte confrontate. Ma, a mio avviso, la realtà non è scomponibi<strong>le</strong><br />
soltanto sulla base <strong>del</strong>la dicotomia “dimensione soggettiva / dimensione oggettiva”.<br />
Tra l’oggettività e la soggettività esiste infatti l’inter-soggettività, cioè il fattore<br />
socio-cultura<strong>le</strong>: <strong>le</strong> emozioni non sono sempre totalmente individuali, risultano di<br />
frequente filtrate dall’appartenenza cultura<strong>le</strong> di gruppo. Chi ha fatto esperienza<br />
etnografica può confermare che popoli diversi provano emozioni diverse, non<br />
<strong>le</strong>gate all’individualità soggettiva ma alla condivisione inter-soggettiva. Occorre,<br />
dunque, superare la visione dualistica, cartesiana, occidenta<strong>le</strong> <strong>del</strong> mondo, con<br />
l’inserimento di una visione tripolare aperta alla terza dimensione inter-soggettiva,<br />
socialmente e culturalmente strutturata. Ho molto apprezzato gli stimoli portati<br />
al dibattito dall’amico Fausto De Stefani con il qua<strong>le</strong> condivido molte interpretazioni<br />
<strong>del</strong>l’alpinismo. Sport o non sport? Ce lo stiamo chiedendo da 145 anni.<br />
Se lo sono chiesti i padri storici ing<strong>le</strong>si <strong>del</strong>l’associazionismo alpinistico (con la<br />
sofferta reazione antisportiva di John Tyndall). Ma non ne siamo ancora usciti!<br />
Qual’è la visione ufficia<strong>le</strong> <strong>del</strong> CAI? Nessun dubbio: il <strong>Club</strong> alpino non è un’associazione<br />
sportiva. L’alpinismo non va inteso come uno sport tra gli sport, pur<br />
con tutta l’ammirazione e l’attenzione per <strong>le</strong> attività sportive e fatta salva la libertà<br />
dei singoli alpinisti di rispondere al<strong>le</strong> proprie vocazioni e inclinazioni. Occorre<br />
dunque scindere, nell’alpinismo, quello che è l’aspetto tecnico da quello che è<br />
l’aspetto meta-tecnico, che va al di là <strong>del</strong>la tecnica. L’alpinismo diventa sport se<br />
la tecnica si fa tecnicismo, se diventa performance fine a se stessa. L’alpinismo<br />
non appartiene allo sport quando, dalla dimensione tecnica, si passa a quella<br />
dimensione meta-tecnica che ne costituisce il superamento e che si traduce nel<strong>le</strong><br />
forme <strong>del</strong>l’empatia estetica, nella contemplazione teoretica, nell’esperienza<br />
conoscitiva. Ma, in ultima analisi, l’alpinismo rifugge da ogni definizione, sempre<br />
e comunque riduttiva.<br />
Anniba<strong>le</strong> Salsa<br />
Presidente genera<strong>le</strong> <strong>del</strong> <strong>Club</strong> <strong>Alpino</strong> <strong>Italiano</strong><br />
viaggio a piedi dal Canada al Polo Nord<br />
geografico, dei campioni di apnea subacquea<br />
Sara Camplbell, Omar Leuci,<br />
Cacciatori di primati<br />
<strong>In</strong> queste foto tre personaggi ai confini <strong>del</strong>la fisiologia. A<br />
sinistra A<strong>le</strong>x Bellini con un remo tricolore alla vigilia <strong>del</strong>la sua<br />
straordinaria traversata dal Perù all’Australia su un minuscolo<br />
battello senza motore. A destra in alto un altro accanito<br />
cacciatore di primati, il fuoriclasse <strong>del</strong> triatlon Vincenzo<br />
Catalano. Sotto l’esploratore Gianluca Frinchillucci. Entrambi<br />
sono stati graditi ospiti negli stand al<strong>le</strong>stiti dal <strong>Club</strong> <strong>Alpino</strong><br />
<strong>Italiano</strong> con la partecipazione <strong>del</strong>la Sezione di Pisa, <strong>del</strong> <strong>Club</strong><br />
alpino accademico italiano, <strong>del</strong>la Commissione spe<strong>le</strong>ologia e<br />
<strong>del</strong>la Commissione scuo<strong>le</strong> di alpinismo e scialpinismo. Nel<br />
corso <strong>del</strong>l’incontro internaziona<strong>le</strong> sulla fisiologia di cui si<br />
riferisce in queste pagine, at<strong>le</strong>ti e alpinisti sono intervenuti<br />
relazionando sul<strong>le</strong> loro esperienze estreme. Con Bellini,<br />
impegnato in pieno oceano, è stato stabilito un col<strong>le</strong>gamento<br />
via radio.Da notare che i rapporti tra alpinismo e scienza<br />
sono di antica data: già nell’Ottocento la costruzione di<br />
laboratori in alta quota resero più sistematici questi studi.<br />
Federico Mana e Stig Severinsen, <strong>del</strong>lo<br />
spe<strong>le</strong>osub Luigi Casati di cui si parla in<br />
altra parte <strong>del</strong> giorna<strong>le</strong>, dei campio- ➔<br />
LO SCARPONE, APRILE 2008 - 5