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Espansione dell'arcata superiore in dentatura mista senza ...

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mente, ma soprattutto, ancora da def<strong>in</strong>ire nei metodi, nei<br />

tempi e nelle <strong>in</strong>dicazioni. Gli errori più frequenti<br />

riguardano:<br />

1) il tim<strong>in</strong>g;<br />

2) la scelta <strong>in</strong>adeguata delle apparecchiature e la difficoltà<br />

a dosare l’espansione;<br />

3) l’ottenimento di risultati limitati o <strong>in</strong>stabili;<br />

4) il timore di un eccessivo effetto ortopedico nei piccoli<br />

pazienti;<br />

5) il compenso dentoalveolare (<strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione vestibolare<br />

dei primi molari permanenti superiori);<br />

6) il danno dentoparodontale a carico dei primi molari<br />

permanenti: riassorbimento radicolare esterno e/o<br />

perdita di attacco (soprattutto quando vengano usate<br />

apparecchiature fisse e forze pesanti).<br />

Lo scopo di questo articolo è proporre l<strong>in</strong>ee guida precise<br />

per la correzione precoce della discrepanza trasversale<br />

del mascellare <strong>superiore</strong> e del crossbite posteriore, ma<br />

anche di illustrare e discutere un metodo che consente di<br />

ottenere risultati soddisfacenti e predicibili, <strong>senza</strong> alcun<br />

rischio di produrre effetti collaterali <strong>in</strong>desiderabili a<br />

carico dei denti permanenti. In particolare, verranno<br />

illustrati e discussi:<br />

◗ il metodo cl<strong>in</strong>ico;<br />

◗ le <strong>in</strong>dicazioni ed i risultati;<br />

◗ il tim<strong>in</strong>g;<br />

◗ i possibili <strong>in</strong>convenienti;<br />

◗ l’effetto ortopedico ed ortodontico;<br />

◗ le alternative terapeutiche.<br />

Relazione a convegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 13, 1-2006<br />

34<br />

Materiali e metodo<br />

La procedura cl<strong>in</strong>ica, già descritta <strong>in</strong> precedenza (5, 6),<br />

prevede l’utilizzo di un disgiuntore rapido tipo Haas,<br />

con scudi <strong>in</strong> res<strong>in</strong>a a contatto della volta palat<strong>in</strong>a (fig.<br />

1B) nelle prime fasi della <strong>dentatura</strong> <strong>mista</strong>. L’apparecchiatura<br />

è costituita dalla vite di espansione<br />

(Forestadent ® 167-1320 oppure Leone ® A0620-11), i cui<br />

bracci posteriori sono saldati a due bande cementate ai<br />

secondi molari da latte con res<strong>in</strong>a composita. Per la<br />

costruzione dell’apparecchiatura, si esegue un’impronta<br />

semplice <strong>in</strong> alg<strong>in</strong>ato e si posizionano gli elastici separatori.<br />

Le bande (Leone Calibra ® ) vengono adattate ai<br />

molaretti decidui <strong>in</strong> laboratorio, per cui non è necessaria<br />

un’impronta di posizione con la prova delle bande. Il<br />

disgiuntore viene <strong>in</strong> genere cementato dopo una settimana.<br />

Nel caso sia difficile reperire bande che si adatt<strong>in</strong>o<br />

ai molari decidui (che talvolta presentano un’anatomia<br />

non ideale), è consigliabile e più facile adattare i molari<br />

decidui alle bande (preparandoli opportunamente con<br />

frese diamantate o ribasando le bande con res<strong>in</strong>a composita),<br />

che non adattare le bande ai denti.<br />

Anche dopo la completa eruzione dei primi molari permanenti,<br />

l'ancoraggio deve essere reperito sui secondi<br />

molari e sui can<strong>in</strong>i decidui (fig. 2B), che nelle prime fasi<br />

della <strong>dentatura</strong> <strong>mista</strong> presentano ancora un apparato<br />

radicolare ben sviluppato.<br />

I braccetti anteriori sono bondati con res<strong>in</strong>a composita<br />

direttamente sulle superfici palatali mordenzate dei<br />

A B C<br />

Figg. 1A-1C. <strong>Espansione</strong> rapida del mascellare <strong>superiore</strong> con disgiuntore tipo Haas, ancorato ai secondi molari decidui ed ai can<strong>in</strong>i decidui.<br />

A. Momento ideale della permuta per <strong>in</strong>iziare l’espansione: si noti non solo il deficit trasversale della volta palat<strong>in</strong>a, ma anche il disall<strong>in</strong>eamento<br />

degli <strong>in</strong>cisivi centrali permanenti e l’as<strong>senza</strong> di spazio per gli <strong>in</strong>cisivi laterali permanenti.<br />

B. Al term<strong>in</strong>e della fase attiva, è evidente il diastema <strong>in</strong>ter<strong>in</strong>cisivo, la modificazione significativa della forma dell’arcata e l’espansione<br />

spontanea dei molari permanenti che, pur non essendo legati all’apparecchiatura, si sono espansi <strong>senza</strong> <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>arsi ed <strong>in</strong> misura leggermente<br />

<strong>in</strong>feriore all’espansione dei molari decidui.<br />

C. Una settimana dopo aver levato l’apparecchiatura e 18 mesi dopo l’<strong>in</strong>izio del trattamento. È evidente sia l’effetto ortopedico a livello<br />

della volta palat<strong>in</strong>a, che l’effetto ortodontico: i molari permanenti rimangono stabilmente espansi <strong>senza</strong> alcuna contenzione e gli<br />

<strong>in</strong>cisivi permanenti si sono all<strong>in</strong>eati spontaneamente.

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