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Eresie del Cammino Neocatecumenale - InternEtica

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4 Le espressioni di Kiko spiegano bene la maniera indegna di<br />

trattare l'Eucaristia<br />

come si costuma nella liturgia neocatecumenale. In una chiesa di Roma, un<br />

laico, mio amico, inorridito <strong>del</strong>la disinvoltura con la quale, al termine <strong>del</strong> rito,<br />

si lasciavano cadere (e quindi calpestare) le «briciole” <strong>del</strong> pane consacrato<br />

e consumato, sentì esclamare da un «presbitero”: «Stai ancora a badare a<br />

queste cose?!..”. Ora, sempre ai membri <strong>del</strong>le Comunità Neocatecumenali,<br />

nel discorso sopra citato, il Papa, fin dall'83, aveva raccomandato: «Celebrate<br />

l'Eucaristia è, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, CON GRANDE DIGNITÀ, CON<br />

AMORE PER I RITI LITURGICI DELLA CHIESA, CON ESATTA OSSERVANZA DELLE NORME<br />

STABILITE DALLA COMPETENTE AUTORITÀ, CON VOLONTÀ DI COMUNIONE CON TUTTI I<br />

FRATELLI...». Purtroppo, i seguaci di Kiko sono rimasti sordi ad un richiamo così<br />

grave.<br />

5 Kiko forse ignora che il Papa (da lui tante volte avvicinato,<br />

celebrato, abbracciato) la pensa diversamente. Il 29 sett. 1979, al Phoenix Park<br />

di Dublino, esclamò: L'Eucaristia, nella Messa e fuori <strong>del</strong>la Messa, è il Corpo<br />

e il Sangue di Gesù Cristo, e merita quindi l'adorazione che si tributa al Dio<br />

vivente, e a Lui solo. Così, ogni atto di riverenza, ogni genuflessione che fate<br />

davanti al Santissimo Sacramento è importante perché è un atto di fede in<br />

Cristo, un alto di amore per Cristo. E ogni segno di croce, ogni gesto di rispetto<br />

fatto ogni volta che passate davanti ad una chiesa è pure un atto di<br />

fede...”.<br />

XII<br />

PER TUTTI, IL VERDETTO DI DIO<br />

È SOLO IL PERDONO E LA<br />

MISERICORDIA<br />

SECONDO LA FEDE CATTOLICA, DOBBIAMO CREDERE CHE «LE ANI-<br />

ME DI TUTTI COLORO CHE MUOIONO NELLA GRAZIA DI CRISTO, SIA<br />

CHE DEBBANO ANCORA ESSER PURIFICATE NEL PURGATORIO, SIA CHE<br />

DAL MOMENTO IN CUI LASCIANO IL PROPRIO CORPO, SIANO<br />

ACCOLTE DA GESÙ IN PARADISO”; MENTRE LE ALTRE CHE IN PUNTO<br />

DI MORTE SI OSTINANO NEL RIFIUTO DI DIO, RESTANO PER SEMPRE<br />

PRIVE DELLA VITA ETERNA. PRECISAMENTE IL CONTRARIO DI QUANTO<br />

SI DEDUCE DALLE CONVINZIONI DI KIKO (Cf. PAOLO VI, Prof. di fede).<br />

Secondo lui, “Il cristianesimo dice che tutti siamo già giudicati, e<br />

che il giudizio sopra tutti i peccati è stato fatto nella Croce di Gesù<br />

28<br />

Cristo, che ci ha tutti perdonati». Insomma, “il verdetto di Dio» per tutti<br />

è solo “il perdono e la misericordia... » (p. 66).<br />

Ora, se realmente Cristo ha fatto tutto e la misericordia di Dio<br />

perdona tutti, segue che:<br />

a - non c'è alcun bisogno di purificazione, né in questa né<br />

nell'altra vita, per cui il p u r g a t o r i o non ha senso, essendo<br />

un supplemento di sofferenza umana che non fa onore (!)<br />

all'opera compiuta dalla morte di Cristo, che tutto ha in sé<br />

consumato, distrutto: peccato e reliquie <strong>del</strong> peccato...;<br />

b - se tutti siamo stati già giudicati in base ad una sentenza di<br />

assoluzione universale, non c'e nessuno che possa temere<br />

l’inferno per la ragione poc’anzi indicata …<br />

c - quanto al paradiso il discorso si complica, perché esso<br />

dovrebbe essere possibile senza alcun merito personale, una<br />

volta che: α) la volontà non è libera, non potendo fare alcun<br />

bene (pp. 130, 135); e β) che ciascuno resta assorbito e come<br />

perduto nel Cristo risorto: “Se io sono Cristo stesso e Cristo è<br />

risuscitato, io sono risuscitato... (p. 66). «... In lui puoi essere ricreato<br />

veramente ricuperando l'immagine di Dio, divenendo Dio stesso,<br />

figlio di Dio, avere la natura di Dio.... (p. 143). E, allora, resta da<br />

chiedersi: come posso godermi una vita eterna che non è<br />

“mia”, perché non scelta da me, non meritata da me: il bene è<br />

“mio” solo a condizione che io l'abbia voluto...<br />

Penso che Kiko non abbia afferrato tutta la portata di<br />

espressioni <strong>del</strong> genere: esse sanno di panteismo, pancristismo,<br />

quietismo... (Cf. Pio XII, Mystici Corporis, nn. 85s).<br />

Infine, lascia penosamente perplessi il fatto che egli non<br />

parla mai — almeno esplicitamente — <strong>del</strong>la vita soprannaturale,<br />

coltivata con l'esercizio <strong>del</strong>le virtù teologali, agevolata<br />

potentemente dai doni <strong>del</strong>lo Spirito Santo e confortata dalla<br />

gioia <strong>del</strong>l'intimità con Dio vivente nella preghiera che<br />

raggiunge la contemplazione infusa... Sintomatico <strong>del</strong> resto il<br />

suo silenzio sul dogma <strong>del</strong>la beatitudine eterna, consistente nella<br />

partecipazione alla vita trinitaria, che in definitiva spiega tutto.<br />

EPILOGO<br />

Ripensando a quanto — molto faticosamente mi sembra di<br />

aver capito <strong>del</strong> testo di Kiko, ho l'impressione di trovarmi<br />

davanti ad un Cristianesimo radicalmente diverso da quello<br />

finora proposto dalla Chiesa Cattolica. Sembra che si sia

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