Eresie del Cammino Neocatecumenale - InternEtica
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comporta) piuttosto che dirsi disposti a un servizio nello stile<br />
<strong>del</strong>la «Fidei Donum”.<br />
Vien facilmente fatto rimando al ministero petrino, interpretato<br />
a proprio uso, quando il Vescovo non è favorevole.<br />
“Nei presbiteri si stabilisce una dipendenza affettiva e, almeno<br />
su alcuni punti, effettiva dal leader <strong>del</strong> <strong>Cammino</strong> più che dal<br />
Pastore diocesano.<br />
«Ne è prova la comune disattenzione ai richiami <strong>del</strong> Vescovo,<br />
espressi da lui in forma generale nelle omelie oppure in forma<br />
epistolare, allorché egli invoca docilità o obbedienza a indirizzi<br />
contrari al <strong>Cammino</strong>.<br />
«È ovvio che tali osservazioni valgono in modo diverso per i diversi<br />
sacerdoti; a seconda <strong>del</strong> loro diverso carattere e <strong>del</strong><br />
diverso tempo di appartenenza al <strong>Cammino</strong><br />
neocatecumenale.<br />
“Si ha l'impressione che, nel sacerdote neocatecumenale da<br />
tempo entrato nel <strong>Cammino</strong>, si instauri una coscienza<br />
«soggettiva” così sicura circa la assoluta validità <strong>del</strong> suo<br />
itinerario formativo alla fede, da ritenere che egli debba<br />
sopportare ogni sofferenza, anche da parte dei Superiori che<br />
non lo comprendono, per il trionfo <strong>del</strong> Regno di Dio. Questo si<br />
realizza in modo particolare dove il presbitero non è solo, ma<br />
trova la solidarietà di molti altri. Assieme, essi si sentono<br />
psicologicamente nelle figure dei “Beati, perché perseguitati<br />
per la giustizia”.<br />
“Questo spiega come alcuni sacerdoti religiosi <strong>del</strong> <strong>Cammino</strong>,<br />
messi dai loro Superiori di fronte al dilemma di attenersi al<br />
carisma <strong>del</strong>l'Istituto (e percie alla sua disciplina) oppure di<br />
lasciarlo per vivere nelle Comunità neocatecumenali, hanno<br />
optato per questa seconda soluzione.<br />
“Conosco alcuni Superiori Maggiori, molto stimati e molto noti<br />
anche a livello nazionale, che dopo un'esperienza traumatica<br />
di questo genere, pur avvertendo la necessità di procedere,<br />
non se la sentono più di ripetere il comando, nella paura di<br />
dover perdere altri membri dei loro Istituti.<br />
“Alcuni Capitoli Generali (ad es. quello dei Padri Comboniani)<br />
hanno preso una posizione netta: appartenere<br />
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completamente all'Istituto oppure far parte <strong>del</strong>le Comunità<br />
neocatecumenali.<br />
“Fatti gravi come questi non possono lasciare indifferente la Sacra<br />
Congregazione per i Religiosi.<br />
“In me si è formata questa convinzione: un Sacerdote<br />
diocesano o religioso che accetta in pieno il metodo e lo spirito<br />
<strong>del</strong>le comunità neocatecumenali (quando vi vive da tempo, è<br />
inevitabile che ciò avvenga), di fatto si inserisce in una realtà a<br />
tal punto caratteristica da appartenere a una sorte di società<br />
apostolica oppure a un Istituto diverso da quello di origine.<br />
“Il fondatore, sig. Kiko Argϋello , può anche non pensare e non<br />
volere che il <strong>Cammino</strong> neocatecumenale diventi un Istituto,<br />
ma se il suo metodo non verrà liberato da certe rigidezze, esso<br />
finirà con creare sempre maggiori disagi e incomprensioni nella<br />
Chiesa (ivi pp. 67s).<br />
II<br />
CHIESA SUPERIORE CARISMATICA<br />
È l'altra nota costante universalmente osservata e biasimata.<br />
I «catechisti» formano la classe dirigente, che presiede<br />
guidando anche i “presbiteri”, non ostante il severo monito<br />
<strong>del</strong> Papa a restar fe<strong>del</strong>i alla loro «identità sacerdotale, ad<br />
essere gelosi <strong>del</strong>la propria insostituibile responsabilità di<br />
Maestri, Santificatori, Guide <strong>del</strong>le anime. (Disc. <strong>del</strong> 9.12. 1985,<br />
L'Osserv. Rom., 11.12.1985). Basti pensare che il presbitero<br />
non ha diritto alla parola durante gli “scrutini”; anche se<br />
obbligato ad assistere. Nel fare «il cammino” egli è alla pari<br />
con tutti i fratelli e deve come questi ultimi sottoporsi agli<br />
«scrutini”. Uno di loro ha affermato che i neocatecumeni, se il<br />
confessore suggerisce dei consigli, rispondono: “Ne parlerò<br />
col mio catechista”. È il colmo.<br />
I catechisti giudicano tutti, di tutto dispongono, per tutto<br />
intervengono. Il tono <strong>del</strong>le loro reprimende spesso è terrorizzante.<br />
Quando minacciano, sembra che Satana sia pronto ad