anni '80: Claudio Chiavelli durante un controllo mungitrice in azienda
a.gandolfi@apa.mn.it Presidente <strong>Associazione</strong> <strong>Mantovana</strong> <strong>Allevatori</strong> EDITORIALE Un albero si giudica dai suoi frutti. Ed è da qui che vorrei cominciare, per cercare di addolcire una notizia, nota a tutti, che ci ha lasciato particolarmente tristi. Nelle scorse settimane se n’è andato Claudio Chiavelli, uno dei pilastri dell’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori. È stato una colonna della nostra organizzazione, nella quale ha lavorato per ben 46 anni. Se ci pensate, è una vita, spesa tutta per una missione, esattamente come se avesse una vocazione. La sua era quella di favorire il progresso della zootecnia mantovana. Ci è riuscito, entrando come controllore all’Ama quando alla presidenza c’era Gian Luigi Guerrieri Gonzaga. Davvero, una vita fa. Eppure Chiavelli, come lo chiamavamo tutti, entrato come controllore nelle aziende si era imposto con tenacia e competenza fino a diventare il coordinatore dei controllori dell’Ama. Un compito delicato, fatto di visione d’insieme, di capacità e di visione di gioco, per usare un termine calcistico. E in questo ha anche saputo farsi voler bene da tutti gli allevatori. Chiavelli ha interpretato appieno i valori della nostra <strong>Associazione</strong>: ha vissuto il lavoro con serietà, considerando l’APA come se fosse la sua casa oltre che quella degli allevatori. Con queste premesse e anche grazie al suo contributo abbiamo costruito un’organizzazione solida, poggiata su fondamenta solide, in cui sono gli stessi associati che percepiscono un affiatamento che è senza dubbio quell’ingrediente in più che dipinge un volto umano ad una realtà che negli anni ha costruito la propria autorevolezza. Anche a livello numerico, che è un po’ la rappresentazione fredda di quanto realmente accade, l’attaccamento verso l’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori è dato dai capi iscritti ai controlli funzionali. Continuiamo ancora oggi a crescere, offrendo servizi che le aziende ci riconoscono come valore aggiunto per l’attività zootecnica. Abbiamo così confermato di essere fra le prime Apa d’Italia e di questo dobbiamo essere sinceramente orgogliosi, a partire dalla struttura interna, che pur nelle difficoltà che hanno caratterizzato questa nuova rotta delle istituzioni pubbliche in termini di sostegno economico, si spende quotidianamente con passione e competenza. E un grazie lo dobbiamo a tutti gli allevatori che con la loro adesione rappresentano uno stimolo a fare sempre di più e sempre meglio. Il successo della squadra lo abbiamo visto anche in occasione del recente Confronto europeo della razza Holstein a Friburgo, in Svizzera. L’<strong>Associazione</strong> mantovana allevatori è stata ancora una volta confermata come stalla di sosta e punto di riferimento autorevole per la squadra della nazionale della Frisona. Questo conferma l’affidabilità della nostra struttura e la capacità di garantire servizi di elevato profilo, e, scusate se lo rimarco, l’attaccamento all’Ama da parte degli allevatori, che sono accorsi in gran numero in occasione dell’Open day organizzato per vedere da vicino gli animali pronti a partire per la missione elvetica. Poi la gara, che ha registrato non soltanto un piazzamento di tutti rispetto per l’Italia (che significa una medaglia per l’attività di ricerca dell’Anafi), ma anche un successo per il nostro associato e consigliere Davide Errera, proiettato ormai a far valere le proprie carte di allevatore esperto e attento alla qualità sempre di più in campo internazionale. Siamo certi che Davide, figlio di uno dei fondatori dell’Apa di Mantova, sarà orgoglioso di fare parte della nostra associazione, così come noi lo siamo dei riconoscimenti che miete in Italia e a livello europeo. E scusate se per questa volta ho dato la precedenza al cuore rispetto all’economia, ma lo meritate. Alber to Gandolfi