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LA TRANSUMANZAdi<br />

Segue dal numero di settembre 2012<br />

da «Archeologia», agosto/settembre 1999<br />

In quegli anni, un italiano – un certo Giovanni da<br />

Castro, figlio di una tarquiniese – venne catturato<br />

dai Turchi e messo a lavorare nelle cave di allume in<br />

Tracia [Giovanni, figlio del giurista Paolo serangeli di<br />

Castro e di Piera Cesarini di Corneto, legata da parentela<br />

alla famiglia Farnese. Dovette lasciare l’Oriente<br />

dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi<br />

(1453). Suo padrino fu Enea Piccolomini che, diventato<br />

papa lo nominò commissario delle terre del<br />

Patrimonio, tra cui Tolfa]. Riuscì a fuggire e tornato in<br />

Italia si ricordò che sui Monti della Tolfa aveva visto<br />

un minerale identico. Lo trovò, infatti, ad Al lumiere,<br />

lo fece analizzare e si scoprì che era addirittura migliore<br />

di quello turco e in quantità enorme. Corse<br />

dal papa, che scrisse a tutti i principi della cristianità<br />

che cominciarono a rifornirsi da lui [Papa Alessandro<br />

VI (Rodrigo Borgia), 1492-1503]. È qui la causa<br />

della battaglia di Lepanto [1571, battaglia navale<br />

tra la flotta cristiana e gli Ottomani che segnò il tramonto<br />

della potenza turca per mare], e dopo la vittoria<br />

il trionfo a Roma con un tolfetano che portava<br />

lo stendardo strappato all’ammiraglia turca (lo stesso<br />

che qualche anno fa il pontefice ha restituito ai turchi<br />

in segno di pace).<br />

L’allume di Tolfa bloccò la potenza turca [Le miniere<br />

giunsero a dare 100.000 scudi l’anno] che prima ne<br />

aveva il monopolio e che anche per questo era diventata<br />

inarrestabile sia economicamente che militarmente.<br />

Quando Napoleone giunse in Italia, e vide tutte<br />

quelle pianure a pascolo mentre aveva bisogno di<br />

grano per gli eserciti, obbligò a seminarlo. Fu nel regno<br />

del Sud, come in Spagna, che trovò l’unica ribellione<br />

armata da parte dei pastori sotto la guida del<br />

principe Ruffo [Nel 1799 Fabrizio Ruffo, cardinale del<br />

Regno di Napoli, organizzò un’armata con gli insorti<br />

antifrancesi riportando tutto il Sud sotto i Borboni].<br />

La ribellione antifrancese sui Monti della Tolfa alla<br />

fine del ’700, a Terni e nel Viterbese, derivò proprio<br />

dal fatto che i francesi volevano far coltivare a grano<br />

i pascoli. I problemi che ancora oggi sopporta il Sud<br />

hanno come origine anche la scelta fatta dai piemontesi<br />

nel 1860, che trasformarono delle aree pastorali<br />

della Campania e della Sicilia in aree agricole: sia i<br />

banditi che gli emigranti erano i vecchi pastori.<br />

Marzia Raschi<br />

Abbiamo legato questo nostro discorso archeologico<br />

alla pastorizia; importante soprattutto nella nostra<br />

zona di Roma, con le sue saline. Il Lazio era uno degli<br />

sbocchi delle transumanze dagli Abruzzi, dal Piceno e<br />

dall’Umbria, in età preistorica, sannitica, romana; era<br />

uno dei punti di coagulo di genti diverse ed ecco che<br />

dalla pastorizia ha origine un fenomeno culturale.<br />

Ogni pastore porta le sue esperienze: andava in Etruria,<br />

dove esisteva un certo tipo di cultura e ne riportava<br />

esperienze e ricchezza, tanto che noi troviamo<br />

in zone lontane come Ascoli Piceno o in Abruzzo tumuli<br />

orientalizzante, con vasi ed ori.<br />

Se non conoscessimo il fenomeno pastorale del VII e<br />

VI secolo a.C. non sapremmo spiegarcelo. Sappiamo<br />

invece che vi era tutta una rete capillare di tratturi che<br />

si dipartivano dalle grosse arterie, lo dice anche Marrone,<br />

proprietario di una grossa azienda nell’Aretino.<br />

Quando vennero poi le invasioni dei barbari, si vedrà<br />

che in effetti questi erano pochi, il grosso erano i pastori<br />

che nel caos della caduta dell’impero romano si<br />

armarono contro le città che ritenevano responsabili<br />

della propria miseria.<br />

Il nostro compito è quello di trovare queste piccole<br />

strade di transumanza, cercar di capire dove era lo<br />

stazzo, la villa romana e, se guardiamo bene, le troveremo<br />

tutte in fila legate da un tratturo.<br />

Pensate ai nomi come Pescara, Peschiera, Pescanzo,<br />

Pescia, Ischia; c’è una mare di «pesc», che indicano<br />

zone dove si passa. La cosa interessante è che non ci<br />

sono in Corsica, Sardegna, Sicilia, Piemonte e Liguria:<br />

evidentemente in queste zone vi erano genti che<br />

usavano altri termini per dire la medesima cosa. Si<br />

trattava infatti di popolazioni indoeuropee, che non<br />

avevano niente a che fare con le popolazioni italiche.<br />

Tutto questo noi, quando siamo sul terreno dobbiamo<br />

tenerlo a mente, perché trovare una località<br />

chiamata Pisciarello può significare che c’era un fontanile<br />

ma doveva essere anche un punto di passaggio<br />

di greggi, un «pesc». Vuol dire che siamo in area<br />

di percorrenza pastorale e che potremmo trovare un<br />

insediamento preistorico, arcaico, classico o medievale.<br />

Trovare un tratturo e seguirlo vuol dire andare<br />

da un’area di insediamento ad un’altra: quello basato<br />

sulla pastorizia è il tema più completo e coinvolgente<br />

su cui si deve basare la nostra ricerca sul territorio.<br />

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