Uso e abuso della PEG - Sied
Uso e abuso della PEG - Sied
Uso e abuso della PEG - Sied
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Uso</strong> e <strong>abuso</strong> <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />
La gastrostomia percutanea<br />
endoscopica (<strong>PEG</strong>) ha conosciuto una<br />
grande diffusione per la sua efficacia e<br />
facilità di realizzazione. Si osserva però<br />
una tendenza al sovra utilizzo, anche<br />
negli stati terminali o nei casi di età molto<br />
avanzata con patologia severa e qualità<br />
di vita inaccettabile.<br />
Sarebbe auspicabile poter disporre di<br />
linee guida condivise ma l’argomento è<br />
mal definito e risente di variabili di ordine<br />
etico, legislativo e psicologico, oltre che<br />
clinico. L’Endoscopista deve rivendicare<br />
un ruolo nodale nel complesso processo<br />
decisionale che porta a realizzare una<br />
nutrizione artificiale enterale.<br />
Percutaneous endoscopic gastrostomy<br />
(<strong>PEG</strong>) spread all over the world because<br />
of its effectiveness and easy carrying out.<br />
Nevertheless we observe a tendency to<br />
over utilization, even in end-life state and<br />
in old patients with severe pathologies and<br />
very poor quality of life. We wish we had<br />
dedicated guidelines but this problem is<br />
vague and influenced by ethical, legislative<br />
and psychological, besides clinical,<br />
components. The Endoscopist must claim<br />
a central role in the complicated decision<br />
making to realize an enteral artificial nutrition.<br />
Parole chiave: Gastrostomia Percutanea<br />
endoscopica (<strong>PEG</strong>), stato terminale, qualità di<br />
vita, processo decisionale, dilemmi etici,<br />
Key words: Percutaneous Endoscopic<br />
gastrostomy (<strong>PEG</strong>), end life state, quality of life,<br />
decision making, ethical dilemmas<br />
Maurizio Azzurro<br />
U.O.C. di Endoscopia Digestiva<br />
e Gastroenterologia<br />
Ospedale Mater Salutis<br />
di Legnago (VR)<br />
La nutrizione artificiale<br />
enterale<br />
L’efficacia <strong>della</strong> nutrizione artificiale enterale è validata<br />
da molte autorevoli evidenze. Le linee guida “ESPEN”<br />
sottolineano che l’anziano disfagico e, più in generale,<br />
la persona fragile disfagica (non in stato terminale) si<br />
giova di un apporto nutrizionale adeguato per mantenere<br />
e migliorare la massa muscolare, incrementare<br />
l’energia, ridurre le complicanze dopo fratture, combattere<br />
la depressione, prevenire e guarire le ulcere da<br />
decubito, allungare la sopravvivenza (1).<br />
Per quanto riguarda le modalità per realizzare la nutrizione<br />
enterale di lungo periodo ci sono ampie dimostrazioni<br />
sulla superiorità <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> rispetto al sondino<br />
naso-gastrico per efficacia, risultati clinici, fallimento del<br />
trattamento e facilità di gestione (1,2).<br />
L’efficacia <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> è stata documentata soprattutto<br />
negli anziani affetti da disfagia con numerosi studi<br />
retrospettivi recenti (3,4). L’attendibilità di tali riscontri<br />
viene però messa in discussione da una serie di lavori<br />
che puntualmente dimostrano l’assenza degli asseriti<br />
benefici derivanti dall’utilizzo prolungato <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> in<br />
pazienti cronici, non solo affetti da demenza grave (5).<br />
CComunicazione Scientifica<br />
Giorn Ital End Dig 2013;36:21-25 S<br />
21
22<br />
Maurizio Azzurro > <strong>Uso</strong> e <strong>abuso</strong> <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />
S<br />
Comunicazione Scientifica<br />
Diffusione <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />
Anche se è nota la grande diffusione <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> dopo<br />
la sua introduzione nel 1979 (6), non è facile trovare<br />
in letteratura informazioni sulla numerosità delle procedure.<br />
Le poche pubblicazioni disponibili ci dicono<br />
che negli USA si è passati dalle 15.000 <strong>PEG</strong> del 1989<br />
alle 216.000 del 2000 (7). Sempre negli USA approssimativamente<br />
il 30% delle <strong>PEG</strong> sono confezionate in<br />
pazienti affetti da demenza e circa il 10% delle persone<br />
residenti in case di riposo è portatore di <strong>PEG</strong><br />
(7). Diversi studi hanno inoltre dimostrato che le caratteristiche<br />
delle case di riposo (dimensione, tipo di<br />
staff e di regime fiscale) influenzano la prevalenza <strong>della</strong><br />
nutrizione mediante <strong>PEG</strong> e che c’è una significativa<br />
disparità razziale, con una quota di procedure doppia<br />
negli afroamericani rispetto ai bianchi (8).<br />
Per quanto riguarda l’Europa, dati provenienti dalla<br />
Germania dicono che il 6,6% di tutti gli ospiti delle<br />
case di riposo (senza differenziazione per patologia) è<br />
portatore di <strong>PEG</strong> (9).<br />
Mortalità associata a <strong>PEG</strong><br />
La <strong>PEG</strong> è sicuramente uno strumento efficace e sicuro<br />
per realizzare una nutrizione artificiale enterale. I dubbi<br />
e i problemi, sempre dal punto di vista “tecnico”,<br />
insorgono quando dobbiamo decidere se confezionare<br />
la <strong>PEG</strong> in pazienti gravi o addirittura terminali. A tal<br />
proposito in letteratura sono disponibili alcuni dati che<br />
debbono far riflettere.<br />
Molti studi sottolineano un fatto allarmante, costituito<br />
dalla elevata mortalità (superiore al 20%) a 30 giorni<br />
dal confezionamento in pazienti anziani (3). Altri hanno<br />
verificato una mortalità fino al 30% in ospedale dopo<br />
l’intervento (10,11). Tali dati sarebbero naturalmente<br />
inaccettabili per qualsiasi altra procedura chirurgica e<br />
dipendono evidentemente da una non approfondita<br />
valutazione preliminare dei pazienti.<br />
Fattori predittivi<br />
di outcome negativo<br />
Nel tentativo di stabilire dei criteri selettivi per aumentare<br />
l’efficacia <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> alcuni recenti studi hanno evidenziato<br />
fattori predittivi di un outcome negativo. Pazienti<br />
≥ 65 anni con ipoalbuminemia, proteina C reattiva (pCr)<br />
elevata e Body Mass Index (BMI) < 18.5 presentano<br />
una mortalità a 30 giorni del 20% rispetto ad una quota<br />
< 3% di quelli con valori normali (12).<br />
In un lavoro giapponese i fattori prognostici negativi<br />
nell’anziano sono risultati la pCr elevata e l’iperazotemia<br />
(4). Infine uno studio tedesco con ampia casistica<br />
su popolazione adulta ha evidenziato età avanzata,<br />
basso BMI e diabete (13).<br />
Riflessioni sono state fatte anche sulla influenza che ha<br />
il timing del confezionamento sull’outcome. Abuksin<br />
ha dimostrato una minore mortalità nello stroke se<br />
la <strong>PEG</strong> viene eseguita 30 giorni dopo la dimissione<br />
dall’ospedale (14). Analoga è la raccomandazione che<br />
scaturisce dal trial FOOD (15). È evidente che in tali<br />
conclusioni bisogna considerare la diversa severità del<br />
decorso clinico.<br />
Indicazioni alla <strong>PEG</strong><br />
Il problema principale rimane comunque la mancanza<br />
di indicazioni condivise sulla selezione dei pazienti in relazione<br />
a tipo e stadio di patologia e condizioni generali.<br />
Tra le controindicazioni <strong>della</strong> <strong>PEG</strong>, oltre ad elementi di<br />
pura fattibilità tecnica, più spesso si fa riferimento all’aspettativa<br />
di vita (generalmente quantificata in 6 mesi),<br />
che è ovviamente difficile da stabilire e che non sempre<br />
è correlata alla qualità <strong>della</strong> vita stessa. In campo internazionale<br />
le autorevoli linee guida dell’AGA (16) risultano<br />
“generiche”, stabilendo solo che il paziente non<br />
possa mangiare, che l’intestino sia integro, che il rischio<br />
di confezionamento sia accettabile e che la necessità di<br />
nutrizione artificiale sia maggiore di 30 giorni. La titolata<br />
revisione del 2011 rappresenta soprattutto una disamina<br />
degli aspetti tecnici connessi ai vari accessi per<br />
nutrizione enterale (17).<br />
Tra le varie altre proposte, la più orientata alla medicina<br />
per le evidenze risulta quella di Niv-Abuksin (18) che<br />
raccomanda la <strong>PEG</strong> solo in 4 situazioni: cancro <strong>della</strong><br />
testa e del collo, stroke acuto con disfagia (30 giorni<br />
dopo la dimissione dall’ospedale), sindromi con distrofia<br />
neuromuscolare e decompressione gastrica.<br />
In Italia ci si rifà alle linee guida <strong>della</strong> Società Italiana di<br />
Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE) che ha prodotto<br />
un documento articolato per la sfera ospedaliera<br />
(19), utilizzato poi come base per le linee guida sulla<br />
nutrizione artificiale domiciliare (20). In tali documenti si<br />
raccomanda la <strong>PEG</strong> quando si presuma che il paziente<br />
non possa più riprendere l’alimentazione orale o comunque<br />
quando si preveda una durata di trattamento<br />
superiore a 4 settimane e quando vi siano stenosi<br />
invalicabili delle alte vie digestive. Si precisano però le<br />
condizioni nelle malattie tumorali terminali in cui la nutrizione<br />
artificiale, e quindi la <strong>PEG</strong>, non è indicata poiché<br />
“l’esito è condizionato dalla progressione neoplastica e<br />
non dal deterioramento nutrizionale”.<br />
Per quanto riguarda la <strong>PEG</strong> in età geriatrica si fa solo<br />
riferimento a controindicazioni tecniche.
La <strong>PEG</strong><br />
nelle situazioni avanzate<br />
Molti autorevoli lavori hanno tentato di analizzare gli<br />
aspetti etici e legali <strong>della</strong> nutrizione enterale, contestualizzandoli<br />
anche nella tradizione e nella storia dei vari<br />
Paesi, senza riuscire a giungere a conclusioni pratiche<br />
(21). Solo sulla demenza “grave” c’è accordo nel ritenere<br />
la <strong>PEG</strong> non indicata (22). Qualche cautela dovrebbe<br />
essere presa anche nel confezionamento di <strong>PEG</strong> in pazienti<br />
con demenza non severa ma con oltre 80 anni di<br />
età vista la maggiore mortalità osservata (3).<br />
I casi sicuramente più spinosi riguardano lo stato vegetativo<br />
permanente, ma molte perplessità presenta anche<br />
la gestione di gravi patologie degenerative e progressive.<br />
Negli stati terminali delle malattie neoplastiche invece è<br />
più facilmente accettato che si possa interrompere la nutrizione<br />
e a supporto di tale atteggiamento ci sono dati<br />
di letteratura che dimostrano scarsi benefici clinici (23).<br />
La <strong>PEG</strong> nell’età anziana<br />
Sicuramente i casi più frequenti che suscitano legittime<br />
perplessità nel porre indicazione alla <strong>PEG</strong> sono costituiti<br />
dalle persone “semplicemente” molto anziane, con<br />
patologie da allettamento, piaghe da decubito, involuzione<br />
cerebrale. E questo sarà un problema sempre più<br />
consistente: in Europa nel 2060 il 30% <strong>della</strong> popolazione<br />
sarà costituita da ultrasessantacinquenni con vita<br />
media di 89 anni per le donne e 84,6 per gli uomini<br />
tabella. 1: presupposti normativi<br />
Costituzione Italiana (art 2, 13, 32)<br />
Codice penale ( art 50, 54, 610)<br />
Codice civile (art 1, 5)<br />
Codice deontologia medica 2006<br />
(art 3, 16, 17, 18, 20, 35, 38, 39, 53)<br />
Convenzione di Oviedo (art 5, 9)<br />
Codice deontologico infermieri (art 24, 35, 36, 37, 38)<br />
Documento assistenza infermieristica ai pazienti in NED<br />
(DgR Veneto 2010)<br />
tabella. 2: pareri autorevoli<br />
Comitato nazionale per la bioetica (2003, 2005, 2008)<br />
Consiglio direttivo e commissione di bioetica SINPE (2007)<br />
Congregazione per la dottrina <strong>della</strong> fede (2007)<br />
Unione europea medici specialisti UEMS (2006)<br />
Suprema corte di cassazione Roma (sentenza Englaro 2007)<br />
TAR del Lazio (sentenza 8560/2009)<br />
Agenzia regionale socio-sanitaria Veneto (2009)<br />
S<br />
Comunicazione Scientifica<br />
(European Commission: “The 2012 ageing report”). Nel<br />
tentativo di definire scientificamente i criteri di selezione<br />
dei pazienti anziani da sottoporre a <strong>PEG</strong> pesa l’impossibilità<br />
di eseguire studi randomizzati per evidenti motivi<br />
etici. I pochi trials disponibili si riferiscono in genere a<br />
patologie neurologiche acute e tendono a confrontare<br />
le diverse modalità di attuazione <strong>della</strong> nutrizione enterale<br />
(15). Dobbiamo dunque basarci su studi osservazionali,<br />
spesso retrospettivi, che registrano eventi “grossolani”<br />
come mortalità e complicanze senza dare informazioni<br />
sulla qualità di vita.<br />
Come già accennato, nella scelta di confezionare la<br />
<strong>PEG</strong> in persone anziane con varie comorbilità intervengono<br />
anche “condizionamenti” per facilitare l’assistenza<br />
nelle strutture di residenza (24); negli USA le case di<br />
riposo hanno anche un rimborso economico più elevato<br />
per gli ospiti alimentati con sonda.<br />
Aspetti etico-legislativi<br />
Le variabili fondamentali che intervengono nella scelta<br />
di confezionare una <strong>PEG</strong> in situazioni cliniche molto<br />
compromesse si riferiscono a motivazioni di ordine<br />
psicologico, religioso, etico e legislativo. Soprattutto<br />
questi ultimi aspetti costituiscono un capitolo molto<br />
dibattuto, ricco di contributi. Non è semplice addentrarsi<br />
nei dettagli di tale materia, estremamente ampia<br />
e sfaccettata. Ciò che risulta utile in questa sede è<br />
precisare quali sono i punti nodali <strong>della</strong> discussione:<br />
• la prima questione è stabilire se la nutrizione<br />
artificiale è una terapia, e quindi un atto<br />
medico finalizzato all’efficacia che abbisogna<br />
di un consenso informato, oppure un<br />
sostegno di base, e quindi un atto di umanità<br />
necessario per la sopravvivenza che deve<br />
essere sempre mantenuto<br />
• il secondo punto fondamentale è decidere<br />
se è lecito nutrire un paziente che<br />
inevitabilmente per la sua malattia di base<br />
morirà a breve termine o che ha una qualità<br />
di vita molto scadente<br />
• il terzo aspetto che interviene in questi<br />
dilemmi è se siamo in presenza di soggetti<br />
coscienti, in grado di esplicitare la loro<br />
volontà, o di soggetti privi di coscienza.<br />
E a tal riguardo si inserisce anche la<br />
tematica del corretto “consenso informato”,<br />
che spesso nella nostra attività quotidiana<br />
viene demandato genericamente ad un<br />
familiare, rendendolo privo di valore legale.<br />
In questa intricata e spesso dolorosa materia possiamo<br />
affidarci a presupposti normativi ed a titolati pareri<br />
etici, di cui l’elenco indicato nelle tabelle 1 e 2 è solo<br />
una breve sintesi. I riferimenti locali attengono al Ve-<br />
Giorn Ital End Dig 2013;36:21-25<br />
23
24<br />
Maurizio Azzurro > <strong>Uso</strong> e <strong>abuso</strong> <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />
S<br />
Comunicazione Scientifica<br />
neto, a titolo di esempio, ma ogni Regione possiede i<br />
suoi pronunciamenti.<br />
Alti organismi si sono espressi sul tema <strong>della</strong> nutrizione<br />
artificiale (NA) nei casi limite, con orientamenti<br />
diversi e con vari distinguo.<br />
Possiamo schematicamente ricordare che:<br />
• la NA è un atto medico per SINPE<br />
("precisazioni in merito alle implicazioni<br />
bioetiche <strong>della</strong> NA", 2007) e Suprema Corte<br />
di Cassazione di Roma ("sentenza Englaro",<br />
2007); è invece un sostentamento vitale di<br />
base per il Comitato Nazionale di Bioetica<br />
("l’alimentazione e l’idratazione di pazienti<br />
in stato vegetativo permanente", 2005).<br />
• Tutti sono d’accordo sul fatto che la NA non<br />
sia un accanimento terapeutico anche se<br />
gli organismi laici prevedono la possibilità<br />
di attenersi a linee guida che salvaguardino<br />
le effettive esigenze dei pazienti, mentre<br />
la Congregazione per la dottrina <strong>della</strong><br />
fede ("risposte a quesiti <strong>della</strong> conferenza<br />
episcopale statunitense circa l’alimentazione<br />
e idratazione artificiale", 2007) ne sancisce<br />
l’obbligatorietà a prescindere.<br />
• Nello stato vegetativo permanente<br />
il Comitato Nazionale di Bioetica<br />
("dichiarazioni anticipate di trattamento",<br />
2003) ritiene non vincolanti per il medico<br />
le eventuali dichiarazioni anticipate dei<br />
pazienti e sullo stesso orientamento è<br />
la proposta di legge per il testamento<br />
biologico del 2009. In controtendenza<br />
sono state la sentenza Englaro <strong>della</strong><br />
Suprema Corte di Cassazione di Roma<br />
ed altre successive ("sentenza 8560/2009",<br />
TAR del Lazio).<br />
L’ultima constatazione riguarda il fatto che l’Italia, insieme<br />
al Giappone, è l’unico dei paesi sviluppati a non<br />
avere il cosiddetto testamento biologico, ovvero la possibilità<br />
da parte di un cittadino di esprimere con valore<br />
legale delle dichiarazioni anticipate su futuri trattamenti.<br />
Discussione<br />
Non è possibile, sulla base delle evidenze, ricondurre<br />
il tema trattato a messaggi riassuntivi né tantomeno<br />
indicare modalità di comportamento univoche. Vista<br />
l’amplissima gamma di sfumature che disegna il problema,<br />
si possono ragionevolmente proporre anche<br />
alcune considerazioni che derivano dalla esperienza<br />
lavorativa quotidiana.<br />
La prima è che, a dispetto dei dati di letteratura sull’outcome<br />
non positivo <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> in talune patologie (prima<br />
fra tutte la demenza grave) e pur considerando l’alta<br />
incidenza di complicanze e mortalità a breve termine in<br />
pazienti compromessi, la <strong>PEG</strong> è uno strumento molto<br />
efficace che può facilmente rendere più lunghi certi stati<br />
di inaccettabile sofferenza. Di questo abbiamo il dovere<br />
di tenere conto.<br />
Considerando come sia difficile porre regole rigide,<br />
la raccomandazione più ragionevole è che ogni caso<br />
vada valutato nella sua individualità, considerandone il<br />
quadro clinico complessivo, la qualità di vita, gli aspetti<br />
psicologici, il grado di lucidità mentale e autonomia, le<br />
eventuali aspettative e i presumibili vantaggi delle varie<br />
scelte possibili. Altra cosa fondamentale è cercare di relazionarsi<br />
nella maniera giusta con i familiari dei pazienti.<br />
È evidente che l’alimentazione ha un elevato valore<br />
simbolico e rappresenta più di ogni altra cosa la cura e<br />
l’assistenza. Fornire l’apporto nutrizionale risponde ad<br />
esigenze affettive e morali; talora lenisce i sensi di colpa<br />
e non è facile razionalizzare la cosa con evidenze scientifiche.<br />
Se gli Operatori si spendessero di più nel parlare<br />
con le persone si potrebbero ottenere maggiori risultati,<br />
ma la comunicazione efficace richiede professionalità e<br />
partecipazione, oltre che tempo (un tempo forse maggiore<br />
di quello necessario per confezionare una <strong>PEG</strong>…).<br />
Inoltre è ovviamente imprescindibile una posizione univoca<br />
verso i familiari da parte di tutte le figure mediche<br />
che sono interessate alla gestione del paziente.<br />
Conclusioni<br />
Che ci sia il concreto rischio di sovrautilizzare la <strong>PEG</strong> è<br />
dimostrato, oltre che dalla evidenza quotidiana, anche<br />
dalle parole dello stesso Gauderer che 20 anni dopo la<br />
sua “invenzione” così si esprimeva:<br />
"Because of its simplicity and low complication rate,<br />
this minimally invasive procedure also lends itself to<br />
overutilization. Therefore, as percutaneous endoscopic<br />
gastrostomy enters its third decade, much of our<br />
effort in the future needs to be directed toward the<br />
ethical aspects associated with long-term enteral feeding.<br />
In addition to developing new procedures and<br />
devices, or to perfecting existing ones, we physicians<br />
must continuosly strive to demonstrate that our interventations<br />
truly benefit the patients" (25).<br />
In attesa di ulteriori evidenze scientifiche, di pronunciamenti<br />
condivisi da parte di comitati etici e organi<br />
decisori, di adeguata legislazione sulle direttive anticipate<br />
il nostro processo decisionale deve fondarsi<br />
su professionalità, umanizzazione e persino pietà,<br />
nell’accezione più alta del termine.<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringrazia la Dott.ssa Antonella Cervato, Coordinatrice<br />
Infermieristica UOC Endoscopia e Gastroenterologia<br />
ULSS 21 Regione Veneto, per le ricerche<br />
su leggi e normative.
Corrispondenza<br />
Maurizio Azzurro<br />
U.O.C. di Endoscopia Digestiva e Gastroenterologia<br />
Ospedale Mater Salutis<br />
Via C. Gianella, 1 - 37045 Legnago (VR)<br />
Tel. + 39 044 2622426<br />
Fax + 39 044 2622664<br />
e-mail: maurizio.azzurro@aulsslegnago.it<br />
Bibliografia<br />
1. Volkert D, Berner YN, Berry E, Cederholm T, Coti Bertrand<br />
P, Milne A, Palmblad J, Schneider S, Sobotka L, Stanga Z;<br />
DGEM (German Society for Nutritional Medicine), Lenzen-<br />
Grossimlinghaus R, Krys U, Pirlich M, Herbst B, Schütz<br />
T, Schröer W, Weinrebe W, Ockenga J, Lochs H. ESPEN<br />
Guidelines on Enteral Nutrition: Geriatrics. Clin Nutr 2006<br />
Apr;25(2):330-60.<br />
2. Gomes CA Jr, Lustosa SA, Matos D, Andriolo RB, Waisberg<br />
DR, Waisberg J. Percutaneous endoscopic gastrostomy<br />
versus nasogastric tube feeding for adults with swallowing<br />
disturbances. Cochrane Database Syst Rev 2012 Mar<br />
14;3:CD008096.<br />
3. Malmgren A, Hede GW, Karlström B, Cederholm T, Lundquist<br />
P, Wirén M, Faxén-Irving G. Indications for percutaneous<br />
endoscopic gastrostomy and survival in old adults.<br />
Food Nutr Res 2011;55.<br />
4. Suzuki Y, Tamez S, Murakami A et al. Survival of geriatric<br />
patients after percutaneous endoscopic gastrostomy in Japan.<br />
World J Gastroenterol 2010 Oct 28;16(40):5084-91.<br />
5. Cervo FA, Bryan L, Farber S. To peg or not to peg: a review<br />
of evidence for placing feeding tubes in advanced dementia<br />
and decision-making process. Geriatrics 2006 Jun;61(6):30-5.<br />
6. Gauderer MW, Ponsky JL, Izant RJ. Gastrostomy without laparotomy:<br />
a percutaneous endoscopic technique. J Pediatr Surg 1980<br />
Dec;15(6):872-5.<br />
7. Roche V. Percutaneous endoscopic gastrostomy: clinical care of <strong>PEG</strong><br />
tubes in older adults. Geriatrics 2003 Nov;58(11):22-6, 28-9.<br />
8. Mitchell SL, Kiely DK, Gillick MR. Nursing home characteristics<br />
associated with tube feeding in advanced cognitive impairment.<br />
J Am Geriatr Soc 2003 Jan;51(1):75-9.<br />
9. Wirth R, Bauer JM, Willschrei HP, Volkert D, Sieber CC. Prevalence of<br />
percutaneous endoscopic gastrostomy in nursing home residents<br />
- a nationwide survey in Germany. Gerontology 2010;56(4):371-7.<br />
10. Morgenstern L, Laquez M, Treyzou L. Ethical challenges of<br />
percutaneous endoscopic gastrostomy. Surg Endosc 2005<br />
Mar;19(3):398-400.<br />
11. Franceschi M, Busellato V, Borriero B, Calgaro C, Baldassarre G, Capillati<br />
M, Cocco A, Ferronato A, Dalla Costa S, Migliorini S, Mosele M, Tomba<br />
F, Rosa L, Sella D, Azzurro M. Short and long-term mortality after<br />
S<br />
Comunicazione Scientifica<br />
percutaneous endoscopic gastrostomy. Abstr XVII National Congress of<br />
Digestive Disease. Dig Liv Dis 2011, 43(S 3):S260.<br />
12. Blomberg J, Lagergren P, Martin L, Mattson F, Lagergren J.<br />
Albumin and C-reactive protein levels predict short-term mortality<br />
after <strong>PEG</strong> in a prospective cohort study. Gastrointest Endosc 2011<br />
Jan;73(1):29-36.<br />
13. Zopf Y, Maiss J, Konturek P, Rabe C, Hahn EG, Schwab D.<br />
Predictive factors of mortality after <strong>PEG</strong> insertion: guidance for clinical<br />
practice. JPEN J Parenter Enteral Nutr 2011 Jan;35(1):50-5.<br />
14. Abuksis G, Mor M, Segal N, Shemesh I, Plout S, Sulkes J,<br />
Fraser GM, Niv Y. Percutaneous endoscopic gastrostomt: high<br />
mortality rates in hospitalized patients. Am J Gastroenterol 2000<br />
Jan;95(1):128-32.<br />
15. Dennis MS, Lewis SC, Warlow C. FOOD trial collaboration.<br />
Effect of timing and method of enteral tube feeding for<br />
dysphagic stroke patients (FOOD): a multicentre randomized<br />
trial. Lancet 2005 Feb 26-Mar 4;365(9461):764-72.<br />
16. American Gastroenyterology Association medical position statement:<br />
guidelines for the use of enteral nutrition. Gastroenterology<br />
1995;108(1):1280-1.<br />
17. Itkin M, DeLegge MH, Fang JC et al. Multidisciplinary practical<br />
guidelines for gastrointestinal access for enteral nutrition and<br />
decompression from the Society of Interventional Radiology and<br />
America Gastroenterological Association Institute, with endorsement<br />
by Canadian Interventional Radiological Association (CIRA)<br />
and cardiovascular and Interventional Radiological Society of<br />
Europe (CIRSE). Gastroenterology 2011 Aug;141(2):742-65.<br />
18. Niv Y, Abuksis G. Indications for pecutaneous endoscopic gastrostomy<br />
insertion: ethical aspects. Dig Dis 2002;20(3-4):253-6.<br />
19. Linee guida SINPE per la nutrizione artificiale ospedaliera 2002. Rivista<br />
Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale 2002;S5:1-171.<br />
20. Ministero Della salute. Gruppo di lavoro <strong>della</strong> Agenzia Servizi<br />
Sanitari Regionali. Linee guida sulla nutrizione artificiale domiciliare.<br />
Ultima revisione: agosto 2006.<br />
21. Korner U, Bondolfi A, Buhler E, MacFie J, Meguid MM, Messing B,<br />
Oehmichen F, Valentini L, Allison SP. Ethical and legal aspects of<br />
enteral nutrition. Clin Nutr 2006 Apr;25(2):196-202.<br />
22. Sampson EL, Candy B, Jones L. Enteral tube feeding for older<br />
people with advanced dementia. Cochrane Database Syst<br />
Rev 2009 Apr 15;(2):CD00720.<br />
23. Raijmakers NJ, van Zuylen L, Costantini M, Caraceni A, Clark<br />
J, Lundquist G, Voltz R, Ellershaw JE, van der Heide A. Artificial<br />
nutrition and hydratation in the last week of life in cancer patients,<br />
A systematic literature review of practices and effects. Ann Oncol<br />
2011 Jul;22(7):1478-86.<br />
24. Van Rosendaal GM, Verhoef MJ, Kinsella TD. How are decision<br />
made about the use of <strong>PEG</strong> for long-term nutritional support?.<br />
Am J Gastroent 1999;94(11):3225-8.<br />
25. Gauderer M. Twenty years of percutaneous endoscopic gastrostomy:<br />
origin and evolution of a concept and its expanded applications.<br />
Gastrointest Endosc 1999 Dec;50(6):879-83.<br />
Giorn Ital End Dig 2013;36:21-25<br />
25