Uso e abuso della PEG - Sied
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Maurizio Azzurro > <strong>Uso</strong> e <strong>abuso</strong> <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />
S<br />
Comunicazione Scientifica<br />
neto, a titolo di esempio, ma ogni Regione possiede i<br />
suoi pronunciamenti.<br />
Alti organismi si sono espressi sul tema <strong>della</strong> nutrizione<br />
artificiale (NA) nei casi limite, con orientamenti<br />
diversi e con vari distinguo.<br />
Possiamo schematicamente ricordare che:<br />
• la NA è un atto medico per SINPE<br />
("precisazioni in merito alle implicazioni<br />
bioetiche <strong>della</strong> NA", 2007) e Suprema Corte<br />
di Cassazione di Roma ("sentenza Englaro",<br />
2007); è invece un sostentamento vitale di<br />
base per il Comitato Nazionale di Bioetica<br />
("l’alimentazione e l’idratazione di pazienti<br />
in stato vegetativo permanente", 2005).<br />
• Tutti sono d’accordo sul fatto che la NA non<br />
sia un accanimento terapeutico anche se<br />
gli organismi laici prevedono la possibilità<br />
di attenersi a linee guida che salvaguardino<br />
le effettive esigenze dei pazienti, mentre<br />
la Congregazione per la dottrina <strong>della</strong><br />
fede ("risposte a quesiti <strong>della</strong> conferenza<br />
episcopale statunitense circa l’alimentazione<br />
e idratazione artificiale", 2007) ne sancisce<br />
l’obbligatorietà a prescindere.<br />
• Nello stato vegetativo permanente<br />
il Comitato Nazionale di Bioetica<br />
("dichiarazioni anticipate di trattamento",<br />
2003) ritiene non vincolanti per il medico<br />
le eventuali dichiarazioni anticipate dei<br />
pazienti e sullo stesso orientamento è<br />
la proposta di legge per il testamento<br />
biologico del 2009. In controtendenza<br />
sono state la sentenza Englaro <strong>della</strong><br />
Suprema Corte di Cassazione di Roma<br />
ed altre successive ("sentenza 8560/2009",<br />
TAR del Lazio).<br />
L’ultima constatazione riguarda il fatto che l’Italia, insieme<br />
al Giappone, è l’unico dei paesi sviluppati a non<br />
avere il cosiddetto testamento biologico, ovvero la possibilità<br />
da parte di un cittadino di esprimere con valore<br />
legale delle dichiarazioni anticipate su futuri trattamenti.<br />
Discussione<br />
Non è possibile, sulla base delle evidenze, ricondurre<br />
il tema trattato a messaggi riassuntivi né tantomeno<br />
indicare modalità di comportamento univoche. Vista<br />
l’amplissima gamma di sfumature che disegna il problema,<br />
si possono ragionevolmente proporre anche<br />
alcune considerazioni che derivano dalla esperienza<br />
lavorativa quotidiana.<br />
La prima è che, a dispetto dei dati di letteratura sull’outcome<br />
non positivo <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> in talune patologie (prima<br />
fra tutte la demenza grave) e pur considerando l’alta<br />
incidenza di complicanze e mortalità a breve termine in<br />
pazienti compromessi, la <strong>PEG</strong> è uno strumento molto<br />
efficace che può facilmente rendere più lunghi certi stati<br />
di inaccettabile sofferenza. Di questo abbiamo il dovere<br />
di tenere conto.<br />
Considerando come sia difficile porre regole rigide,<br />
la raccomandazione più ragionevole è che ogni caso<br />
vada valutato nella sua individualità, considerandone il<br />
quadro clinico complessivo, la qualità di vita, gli aspetti<br />
psicologici, il grado di lucidità mentale e autonomia, le<br />
eventuali aspettative e i presumibili vantaggi delle varie<br />
scelte possibili. Altra cosa fondamentale è cercare di relazionarsi<br />
nella maniera giusta con i familiari dei pazienti.<br />
È evidente che l’alimentazione ha un elevato valore<br />
simbolico e rappresenta più di ogni altra cosa la cura e<br />
l’assistenza. Fornire l’apporto nutrizionale risponde ad<br />
esigenze affettive e morali; talora lenisce i sensi di colpa<br />
e non è facile razionalizzare la cosa con evidenze scientifiche.<br />
Se gli Operatori si spendessero di più nel parlare<br />
con le persone si potrebbero ottenere maggiori risultati,<br />
ma la comunicazione efficace richiede professionalità e<br />
partecipazione, oltre che tempo (un tempo forse maggiore<br />
di quello necessario per confezionare una <strong>PEG</strong>…).<br />
Inoltre è ovviamente imprescindibile una posizione univoca<br />
verso i familiari da parte di tutte le figure mediche<br />
che sono interessate alla gestione del paziente.<br />
Conclusioni<br />
Che ci sia il concreto rischio di sovrautilizzare la <strong>PEG</strong> è<br />
dimostrato, oltre che dalla evidenza quotidiana, anche<br />
dalle parole dello stesso Gauderer che 20 anni dopo la<br />
sua “invenzione” così si esprimeva:<br />
"Because of its simplicity and low complication rate,<br />
this minimally invasive procedure also lends itself to<br />
overutilization. Therefore, as percutaneous endoscopic<br />
gastrostomy enters its third decade, much of our<br />
effort in the future needs to be directed toward the<br />
ethical aspects associated with long-term enteral feeding.<br />
In addition to developing new procedures and<br />
devices, or to perfecting existing ones, we physicians<br />
must continuosly strive to demonstrate that our interventations<br />
truly benefit the patients" (25).<br />
In attesa di ulteriori evidenze scientifiche, di pronunciamenti<br />
condivisi da parte di comitati etici e organi<br />
decisori, di adeguata legislazione sulle direttive anticipate<br />
il nostro processo decisionale deve fondarsi<br />
su professionalità, umanizzazione e persino pietà,<br />
nell’accezione più alta del termine.<br />
Ringraziamenti<br />
Si ringrazia la Dott.ssa Antonella Cervato, Coordinatrice<br />
Infermieristica UOC Endoscopia e Gastroenterologia<br />
ULSS 21 Regione Veneto, per le ricerche<br />
su leggi e normative.