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Uso e abuso della PEG - Sied

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22<br />

Maurizio Azzurro > <strong>Uso</strong> e <strong>abuso</strong> <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />

S<br />

Comunicazione Scientifica<br />

Diffusione <strong>della</strong> <strong>PEG</strong><br />

Anche se è nota la grande diffusione <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> dopo<br />

la sua introduzione nel 1979 (6), non è facile trovare<br />

in letteratura informazioni sulla numerosità delle procedure.<br />

Le poche pubblicazioni disponibili ci dicono<br />

che negli USA si è passati dalle 15.000 <strong>PEG</strong> del 1989<br />

alle 216.000 del 2000 (7). Sempre negli USA approssimativamente<br />

il 30% delle <strong>PEG</strong> sono confezionate in<br />

pazienti affetti da demenza e circa il 10% delle persone<br />

residenti in case di riposo è portatore di <strong>PEG</strong><br />

(7). Diversi studi hanno inoltre dimostrato che le caratteristiche<br />

delle case di riposo (dimensione, tipo di<br />

staff e di regime fiscale) influenzano la prevalenza <strong>della</strong><br />

nutrizione mediante <strong>PEG</strong> e che c’è una significativa<br />

disparità razziale, con una quota di procedure doppia<br />

negli afroamericani rispetto ai bianchi (8).<br />

Per quanto riguarda l’Europa, dati provenienti dalla<br />

Germania dicono che il 6,6% di tutti gli ospiti delle<br />

case di riposo (senza differenziazione per patologia) è<br />

portatore di <strong>PEG</strong> (9).<br />

Mortalità associata a <strong>PEG</strong><br />

La <strong>PEG</strong> è sicuramente uno strumento efficace e sicuro<br />

per realizzare una nutrizione artificiale enterale. I dubbi<br />

e i problemi, sempre dal punto di vista “tecnico”,<br />

insorgono quando dobbiamo decidere se confezionare<br />

la <strong>PEG</strong> in pazienti gravi o addirittura terminali. A tal<br />

proposito in letteratura sono disponibili alcuni dati che<br />

debbono far riflettere.<br />

Molti studi sottolineano un fatto allarmante, costituito<br />

dalla elevata mortalità (superiore al 20%) a 30 giorni<br />

dal confezionamento in pazienti anziani (3). Altri hanno<br />

verificato una mortalità fino al 30% in ospedale dopo<br />

l’intervento (10,11). Tali dati sarebbero naturalmente<br />

inaccettabili per qualsiasi altra procedura chirurgica e<br />

dipendono evidentemente da una non approfondita<br />

valutazione preliminare dei pazienti.<br />

Fattori predittivi<br />

di outcome negativo<br />

Nel tentativo di stabilire dei criteri selettivi per aumentare<br />

l’efficacia <strong>della</strong> <strong>PEG</strong> alcuni recenti studi hanno evidenziato<br />

fattori predittivi di un outcome negativo. Pazienti<br />

≥ 65 anni con ipoalbuminemia, proteina C reattiva (pCr)<br />

elevata e Body Mass Index (BMI) < 18.5 presentano<br />

una mortalità a 30 giorni del 20% rispetto ad una quota<br />

< 3% di quelli con valori normali (12).<br />

In un lavoro giapponese i fattori prognostici negativi<br />

nell’anziano sono risultati la pCr elevata e l’iperazotemia<br />

(4). Infine uno studio tedesco con ampia casistica<br />

su popolazione adulta ha evidenziato età avanzata,<br />

basso BMI e diabete (13).<br />

Riflessioni sono state fatte anche sulla influenza che ha<br />

il timing del confezionamento sull’outcome. Abuksin<br />

ha dimostrato una minore mortalità nello stroke se<br />

la <strong>PEG</strong> viene eseguita 30 giorni dopo la dimissione<br />

dall’ospedale (14). Analoga è la raccomandazione che<br />

scaturisce dal trial FOOD (15). È evidente che in tali<br />

conclusioni bisogna considerare la diversa severità del<br />

decorso clinico.<br />

Indicazioni alla <strong>PEG</strong><br />

Il problema principale rimane comunque la mancanza<br />

di indicazioni condivise sulla selezione dei pazienti in relazione<br />

a tipo e stadio di patologia e condizioni generali.<br />

Tra le controindicazioni <strong>della</strong> <strong>PEG</strong>, oltre ad elementi di<br />

pura fattibilità tecnica, più spesso si fa riferimento all’aspettativa<br />

di vita (generalmente quantificata in 6 mesi),<br />

che è ovviamente difficile da stabilire e che non sempre<br />

è correlata alla qualità <strong>della</strong> vita stessa. In campo internazionale<br />

le autorevoli linee guida dell’AGA (16) risultano<br />

“generiche”, stabilendo solo che il paziente non<br />

possa mangiare, che l’intestino sia integro, che il rischio<br />

di confezionamento sia accettabile e che la necessità di<br />

nutrizione artificiale sia maggiore di 30 giorni. La titolata<br />

revisione del 2011 rappresenta soprattutto una disamina<br />

degli aspetti tecnici connessi ai vari accessi per<br />

nutrizione enterale (17).<br />

Tra le varie altre proposte, la più orientata alla medicina<br />

per le evidenze risulta quella di Niv-Abuksin (18) che<br />

raccomanda la <strong>PEG</strong> solo in 4 situazioni: cancro <strong>della</strong><br />

testa e del collo, stroke acuto con disfagia (30 giorni<br />

dopo la dimissione dall’ospedale), sindromi con distrofia<br />

neuromuscolare e decompressione gastrica.<br />

In Italia ci si rifà alle linee guida <strong>della</strong> Società Italiana di<br />

Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE) che ha prodotto<br />

un documento articolato per la sfera ospedaliera<br />

(19), utilizzato poi come base per le linee guida sulla<br />

nutrizione artificiale domiciliare (20). In tali documenti si<br />

raccomanda la <strong>PEG</strong> quando si presuma che il paziente<br />

non possa più riprendere l’alimentazione orale o comunque<br />

quando si preveda una durata di trattamento<br />

superiore a 4 settimane e quando vi siano stenosi<br />

invalicabili delle alte vie digestive. Si precisano però le<br />

condizioni nelle malattie tumorali terminali in cui la nutrizione<br />

artificiale, e quindi la <strong>PEG</strong>, non è indicata poiché<br />

“l’esito è condizionato dalla progressione neoplastica e<br />

non dal deterioramento nutrizionale”.<br />

Per quanto riguarda la <strong>PEG</strong> in età geriatrica si fa solo<br />

riferimento a controindicazioni tecniche.

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