capitolo 4

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luglio 1967. La denominazione “CSI Giovane Povegliano” è frutto anche dei suggerimenti di Federico Bianconi, consigliere provinciale CSI e gestore del negozio fornitore del materiale sportivo societario, con il preciso scopo di sottolinearne l’origine. Come colori sociali si opta per il nero-verde del Venezia, per distinguersi dal giallo-blu del Verona già in dotazione dell’ASC Povegliano. In realtà le varie squadre indossano mute di maglie dei colori più svariati (come è costume diffuso dell’epoca). Per il lavaggio delle stesse provvede un’anziana signora del paese, Rosi Aprili la quale, come negli anni precedenti, presta la propria opera gratuitamente come aiuto alle attività parrocchiali. La sede sociale è presso la canonica mentre il luogo di ritrovo consueto per dirigenti e giocatori è il Bar Acli, da tutti conosciuto come bar da Sènelo, situato nelle immediate vicinanze dell’ex oratorio e del cinema parrocchiale Tartaro. Il primo problema che la neonata società deve affrontare è il terreno di gioco. Infatti il vecchio campo sportivo, costruito appena quindici anni prima, viene lottizzato nell’estate 1967 come area fabbricabile nell’ambito delle operazioni finanziarie messe in atto per la costruzione della nuova chiesa. Il parroco, presidente dell’ente Mons. Bressan, destina allo scopo la vasta area verde restrostante il cortile dell’asilo infantile, mentre per gli spogliatoi si usufruirà dell’ex lavanderia della casa di riposo attigua. La soluzione adottata, pur se temporanea, è l’unica praticabile anche se 1967 Nella foto Fin panoramica dei due campi sportivi. In alto a sinistra: Campo “Giuseppe Mazzi”; in alto a destra: Campo di don Cristiano con spogliatoi; in primo piano: asilo infantile, casa di riposo e municipio. finirà per creare non pochi disagi alle suore dell’asilo e agli anziani del ricovero. Durante l’estate dirigenti e giocatori si adoperano per sistemare il fondo e per dotare il campo di recinzione e porte. «Il quadro che ci si parava davanti agli occhi», ricorda Gaetano Zanotto, «era disarmante: terreno ricoperto di erbacce, filari di viti, canaletta di irrigazione, rovi e piante spontanee che dalla riva del Tartaro infestavano un tratto dell’area, bocara sul fiume da eliminare, fossetto di scolo laterale. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo trascorso l’intera estate a rendere praticabile il futuro campo di gioco, rimettendoci pantaloni e camicie e rovinandoci le mani di vesciche. Bonificata l’area, è arrivata la ruspa del Mambri (Giuseppe Cazzador) per livellare il fondo. Dopo di che tutti al lavoro par spresàr i sassi (raccogliere con le mani i sassi grossi e piccoli) e trasportarli con le carriole sulla riva del Tartaro. Nei due lati sprovvisti di delimitazioni naturali abbiamo dovuto provvedere ad installare una recinzione alta sulla riva del Tartaro ed una ad altezza d’uomo in fianco al fossetto di scolo, spazio quest’ultimo in cui abbiamo ricavato gli “spalti” (un angusto camminamento) per il pubblico». Le dimensioni del rettangolo di gioco che si ricavano sono le minime consentite dal regolamento federale (m. 90x45) anzi, all’atto del sopralluogo da parte degli ispettori FIGC, un “solerte” dirigente riuscirà a rubacchiare, con un’abile “gestione” della corda metrica, i pochi centime- 88 NASCE LA C.S.I. GIOVANE POVEGLIANO E MUORE L’A.S.C. POVEGLIANO (1967-1970)
tri mancanti in lunghezza per ottenere l’omologazione. L’inesperienza spinge ad installare porte ovali alla moda e bellissime a vedersi, ma in ferro e quindi non regolamentari. Rilevato l’errore, mentre è ormai imminente l’inizio del campionato, pali e traverse devono essere sostituiti in tutta fretta da omologhi quadrati e in legno. Il nuovo impianto, meglio conosciuto come el campo de le suore, verrà successivamente intitolato alla memoria del compianto Giuseppe (Bepo) Mazzi. D ON A RMANDO FACCIOLI, nato a Rosegaferro di Villafranca il 1° febbraio 1937, è destinato curato a Povegliano nel settembre 1965 e vi rimane fino al settembre 1970. Prete moderno e precursore dei tempi, riesce a coinvolgere la gioventù andando a cercare i ragazzi fuori dalla canonica; instaura rapporti e dialogo anche con i più riottosi e li trascina con entusiasmo in attività di vario genere. Di carattere gioviale e sempre disponibile con tutti, lascia un ricordo indelebile dei suoi cinque anni di apostolato. Dell’associazione calcistica è il punto di riferimento e va considerato l’artefice principale del sorgere e dello svilupparsi della Giovane Povegliano. Attorno a se riesce a compattare un gruppo di persone di grande affidabilità che sapranno continuarne l’opera con lo stesso spirito per molti anni. Con loro conserverà uno stretto rapporto di amicizia, che vive tutt’oggi e che gli fa dire ancora: «Un ambiente come quello di Povegliano non l’ho più trovato». Animato da grande generosità mette a disposizione il suo stipendio da insegnante di religione per sostenere l’attività calcistica, «perché», afferma con disarmante semplicità, «per me era una soddisfazione». C.S.I. GIOVANE POVEGLIANO - PARTITA DI CALCIO GIOVANILE - 1967/68 Azione di gioco in una delle prime partite disputate sul nuovo campo parrocchiale. A sinistra: l’asilo infantile. Le prime spese correnti vengono affrontate in gran parte direttamente da don Armando, il quale in tutti e cinque gli anni della sua permanenza a Povegliano contribuisce in maniera decisiva alla copertura economica dell’attività calcistica parrocchiale. Nel primo anno di attività la Giovane iscrive due compagini (Prima Squadra e Juniores) alla FIGC e tre al CSI (Allievi, Giovanissimi A e Giovanissimi B). La Prima Squadra è composta da giovani del vivaio e da giocatori provenienti, grazie al diretto interessamento del presidente Sartori, dall’ASC Povegliano: Battista Perina, Agostino Bissoli (Agusto), Adriano Montresor (Adriano Sènelo), Giancarlo Poletti (el Polaco) ed Eugenio Pasquetto (el Trenta). La prima esperienza in 3ª Categoria si chiude con il penultimo posto nella classifica finale, con 4 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte, 20 gol fatti e 37 subìti in 18 partite. Tra le note negative della stagione le rovinose debacle subìte a Valeggio (1-6) e a Caselle di Sommacampagna (0-8), tra quelle positive il clamoroso successo nel primo derby. Il derby, ecco la grande novità del calcio poveglianese! La gara d’andata viene disputata domenica 3 dicembre 1967 e si risolve con l’inaspettata vittoria della Giovane Povegliano grazie a una rete del diciasettenne Mario Fratton (Mario Masignelo) nei minuti iniziali della sfida. STORIA E STORIE DEL CALCIO A POVEGLIANO 89
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